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Tra concetto e prova: le interazioni del diritto penale con l'epistemologia giudiziaria

Il progresso del pensiero giuridico è talvolta ottenuto tramite la rivisitazione di vecchie dicotomie. La granitica separazione tra diritto penale sostanziale e processuale rientra tra queste: si tratta di un’eredità ingombrante che, a ragione, il pensiero penalistico contemporaneo problematizza con sempre maggiore frequenza, mostrando l’opacità della demarcazione tra le due branche e promuovendo un approccio metodologico interdisciplinare.
Il presente lavoro riflette criticamente sulla citata dicotomia, in particolare mettendo in luce lo stretto legame tra la creazione e l’interpretazione della disposizione penale, da un lato, e l’accertamento degli enunciati fattuali, dall’altro. La ricostruzione del fatto, analizzata attraverso lo studio dello standard probatorio, è qui intesa come il procedimento che dà alla tipicità dimensione effettiva e, pertanto, come l’indefettibile polo dialettico della legalità sostanziale. Affinché quest’ultima possa esplicare le sue fondamentali funzioni garantistiche si reputa necessario non solo che l’accertamento degli enunciati fattuali sia rispettoso dello standard ‘al di là di ogni ragionevole dubbio’, ma anche, e prima ancora, che i concetti penalistici siano suscettibili di essere provati in giudizio. Il lavoro insiste su queste due condizioni invitando il penalista ad accostare l’ispirata riflessione dogmatica a un attento confronto con la realtà del processo.

Identiferoai:union.ndltd.org:unitn.it/oai:iris.unitn.it:11572/368049
Date January 2011
CreatorsPicinali, Federico
ContributorsPicinali, Federico
PublisherUniversità degli studi di Trento, place:TRENTO
Source SetsUniversità di Trento
LanguageEnglish
Detected LanguageItalian
Typeinfo:eu-repo/semantics/doctoralThesis
Rightsinfo:eu-repo/semantics/openAccess
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