La tesi si propone di dimostrare la fallacia delle varie ricostruzioni relative alla cristianizzazione di massa dei Goti, che pongono l'accento di volta in volta sul ruolo di Ulfila o di Valente, e sul portato identitario del cristianesimo subordinazionista abbracciato dai barbari. In effetti, il fenomeno di conversione è ben più complesso e si svolge tra il III e il V secolo, intrecciandosi continuamente con le relazioni politiche e diplomatiche tra Romani e Goti. La vera e propria "conversione di massa" non può dirsi conclusa prima dello stanziamento dei Goti in Aquitania nel 418. Solo con il regno di Teoderico II, e ancor più all'epoca di Eurico e Alarico II, i re di Tolosa iniziano a proporre la propria fede religiosa come elemento identitario e come "strategy of distinction" rispetto ai Romani residenti in Gallia.
Identifer | oai:union.ndltd.org:unitn.it/oai:iris.unitn.it:11572/367607 |
Date | January 2014 |
Creators | Gheller, Viola |
Contributors | Gheller, Viola, Migliario, Elvira |
Publisher | Università degli studi di Trento |
Source Sets | Università di Trento |
Language | Italian |
Detected Language | Italian |
Type | info:eu-repo/semantics/doctoralThesis |
Rights | info:eu-repo/semantics/openAccess |
Relation | firstpage:1, lastpage:288, numberofpages:288 |
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