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Le scelte di investimento dei fondi pensioni italiani: un’analisi degli asset immobiliari

Il lavoro persegue l’obiettivo generale di indagare sulle scelte di investimento dei fondi pensione
italiani. Per giungere al suddetto obiettivo il lavoro si articola in quattro capitoli principali corredati
da premessa e conclusioni.
Il primo capitolo si preoccupa di analizzare in quale modo le scelte operate dal legislatore italiano
abbiano influenzato e influenzino le politiche di investimento dei fondi pensione. E’ indubbio, infatti,
che l’intervento del legislatore abbia un forte ascendente sull’operatività dei fondi e possa limitarne
o, viceversa, agevolarne l’attività.
Alla luce di queste considerazioni, il secondo capitolo mira ad analizzare nel concreto l’influenza
delle scelte operate dal legislatore sullo sviluppo del mercato dei fondi pensione italiani. In sostanza,
l’obiettivo è quello di fornire informazioni circa il mercato italiano dei fondi pensione sviluppatosi in
conseguenza alla normativa testé presentata.
Il successivo capitolo, il terzo, propone un’analisi della letteratura che, nel contesto nazionale ed
internazionale, ha analizzato la tematica dei fondi pensione. Più nel dettaglio, si propone una
disamina dei riferimenti letterari che, affrontando il problema della gestione finanziaria dei fondi
pensione, trattano delle politiche e delle scelte di investimento operate da questi.
Il quarto capitolo riguarda un’analisi empirica mirata ad analizzare le politiche di investimento dei
fondi pensione, in particolare quelle relative agli investimenti alternativi e soprattutto, tra questi,
quelli immobiliari. L’obiettivo generale perseguito è quello di analizzare la composizione del
patrimonio dei fondi appartenenti al campione considerato e ricavarne indicazioni circa le scelte
manageriali operate dai fondi, nonché trarre indicazioni circa lo spazio riservato e/o riservabile alle
asset class alternative, soprattutto a quelle di tipo immobiliare.
Si evidenzia, infatti, che la verifica presentata riguarda prevalentemente gli investimenti
immobiliari che rappresentano nella realtà italiana l’alternative class maggiormente diffusa.
L’analisi si concentra, anche se in modo inferiore e con un approccio quasi esclusivamente
qualitativo, su altre asset class alternative (hedge fund e private equity).
Si precisa, inoltre, che la volontà di focalizzare la verifica sugli alternative investment limita
l’analisi ai soli fondi pensione preesistenti che, ad oggi, rappresentano l’unica categoria alla quale è
consentito effettuare investimenti di tipo alternativo. A differenza dei fondi di nuova generazione,
tali fondi, infatti, non sono sottoposti a limitazioni nell’attività di investimento e, almeno in linea
teorica, essi possono optare senza alcuna restrizione per l’asset allocation ritenuta più appropriata
Tre sono le domande di ricerca a cui l’analisi proposta mira a dare risposta:
Quale è la dimensione e la composizione del portafoglio dei fondi pensione preesistenti?
Quale è la dimensione e la tipologia di investimento immobiliare all’interno del portafoglio dei
fondi pensione preesistenti?
Esiste uno “spazio” ulteriore per gli investimenti immobiliari e/o per altri alternative investment
nel portafoglio dei fondi pensione preesistenti?
L’analisi è condotta su un campione di dieci fondi preesistenti, che rappresenta il 60% dell’universo
di riferimento (dei 29 fondi pensione preesistenti che investono in immobiliare) e la metodologia
utilizzata è quella della case study.
Le dieci case study, una per ogni fondo preesistente analizzato, sono condotte e presentate secondo
uno schema quanto più standard e si basano su varie tipologie di informazioni reperite da tre
differenti fonti.
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La prima fonte informativa utilizzata è rappresentata dai bilanci o rendiconti annuali dei fondi
analizzati. A questi si aggiungono i risultati di un’intervista svolta nei mesi di gennaio e febbraio
2008, ai direttori generali o ai direttori dell’area investimento dei fondi. Le interviste aggiungono
informazioni prevalentemente di tipo qualitativo, in grado di descrivere le scelte manageriali operate
dai fondi in tema di politica di investimento. Infine, laddove presente, sono state reperite
informazioni anche dai siti internet che in taluni casi i fondi possiedono.
Dalle case study condotte è possibile estrapolare una serie di risultati, che consentono di dare
risposta alle tre domande di ricerca poste in precedenza.
Relativamente alla prima domanda, è stato possibile stabilire che il portafoglio dei fondi pensione
preesistenti analizzati cresce nel tempo. Esso si compone per almeno un terzo di titoli di debito,
prevalentemente titoli di stato, e per un altro terzo di investimenti immobiliari di vario tipo. Il
restante terzo è composto da altre asset class, prevalentemente investimenti in quote di OICR. Per
quanto riguarda la politica d’investimento, si rileva che mediamente essa è caratterizzata da un’alta
avversione al rischio e pochissimi sono i casi in cui i fondi prevedono linee di investimento aggressive.
Relativamente alla seconda domanda, si osserva che la dimensione dell’asset class immobiliare
all’interno del portafoglio raggiunge una quota decrescente nell’arco di tempo considerato, seppur
rilevante. Al suo interno prevalgono nettamente gli investimenti diretti in immobili. Seguono le
partecipazioni in società immobiliari. L’analisi ha permesso, poi, di approfondire il tema degli
investimenti immobiliari consentendo di trarre indicazioni circa le loro caratteristiche.
Infine, relativamente all’ultima domanda di ricerca, i dati ottenuti, soprattutto per mezzo delle
interviste, permettono di stabilire che, almeno con riferimento al campione analizzato, l’investimento
immobiliare perde quota e in parte interesse. Questo risulta vero soprattutto relativamente agli
investimenti immobiliari di tipo diretto. I fondi con patrimoni immobiliari rilevanti, infatti, sono per
la totalità nel mezzo di processi di dismissione degli asset, mirati, non tanto all’eliminazione dell’asset
class, ma piuttosto ad una riduzione della stessa, conformemente anche a quanto richiesto dalle
recenti normative. Le interviste hanno messo in luce, tuttavia, che a fronte di un’esigenza generale di
contentere la quota investita, l’asset immobiliare è considerato positivamente soprattutto in termini
di opportunità di diversificazione di portafoglio e buoni rendimenti nel lungo periodo. I fondi
appaiono interessati in modo particolare a diversificare il portafoglio immobiliare, dismettendo parte
degli asset detenuti direttamente e aumentando al contrario le altre tipologie di investimento
immobiliare, soprattutto quote di OICR immobiliari.
Altrettanto positivi i giudizi relativi alle altre asset class alternative. Pur restando ancora limitato
il totale delle risorse destinate, tali investimenti sono percepiti come una buona opportunità di
diversificazione del portafoglio. In generale, si è rilevato che, anche laddove l’investimento non è
presente o è molto ridotto, nel breve periodo è intenzione del management aumentare la quota
impiegata.

Identiferoai:union.ndltd.org:unibo.it/oai:amsdottorato.cib.unibo.it:974
Date11 April 2008
CreatorsBocchialini, Elisa <1980>
ContributorsMunari, Luciano
PublisherAlma Mater Studiorum - Università di Bologna
Source SetsUniversità di Bologna
LanguageItalian
Detected LanguageItalian
TypeDoctoral Thesis, PeerReviewed
Formatapplication/pdf
Rightsinfo:eu-repo/semantics/restrictedAccess

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