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Les parcours d'adhésion aux croyances collectives dans le domaine du religieux: une étude de cas dans l'Italie du Nord

Rech, Giovanna January 2008 (has links)
Ce travail se situe dans le domaine de la sociologie des religions : il s’agit d’une monographie issue d’une enquête de terrain conduite avec des méthodes qualitatives. L’enjeu est de saisir la croyance religieuse à partir de l’étude d’un phénomène spécifique : le lien social qui s’est créé entre un ancien sanctuaire et une petite ville. La séculière dévotion à l’égard des saints patrons Victor et Couronne qui s’est développée dans un territoire de l’Italie du Nord donne lieu à une sociabilité qui franchit la limite des motivations et des fins purement religieuses. Le recueil d’une vaste documentation historique d’archives complète les sources et les données que l’on a collectées selon une approche interdisciplinaire qui mobilise la sociologie, l’anthropologie et l’histoire.
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La condizione liminale della consulenza: racconti di lavoro tra autonomia e organizzazione

Maestripieri, Lara January 2011 (has links)
La tesi in oggetto analizza l'identità professionale della consulenza di management in Italia al fine di identificare le modalità attraverso le quali questi lavoratori esplicitano il proprio professionalismo nel discorso. A ciò si aggiunge l’interesse di studiare quali conseguenze ha in termini di welfare, diritti e riconoscimento sociale della loro attività il fatto che, sebbene siano professionisti di fatto, non siano compresi dal sistema formale delle professioni, ancora incentrato sul modello delle professioni liberali. Questo tema viene declinato analizzando tre dimensioni (professionalismo, imprenditorialità e autonomia) che ritengo trasversali al mondo del lavoro contemporaneo e strategiche per comprendere le trasformazioni in atto: il tema del professionalismo, in particolare, diventa la chiave di lettura sotterranea che guida tutta la struttura del lavoro e che mi consente di legare il tema delle trasformazioni del lavoro con quello delle professioni, a cui di fatto queste attività appartengono.
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La flessibilizzazione del mercato del lavoro italiano, conseguenze economiche ed occupazionali per le giovani coorti

Cutuli, Giorgio January 2010 (has links)
Partial and targeted labor market deregulation as undergone in Italy during the last two decades has created a strong cohort cleavage on the labor market as regards the risks of a precarious work career. In explaining the logics underlying the different kinds of labor market deregulation, the literature stresses the alternative between labor market adjustment based on wage inequality and job insecurity. Flexible and unequal labor markets in the English-speaking countries are opposed to the continental-European ones, where wage differentiation is limited but deregulation has been «at the margins». Notwithstanding the theoretical debate, there is still relatively little empirical evidence regarding the level of inequality in wages between «contingent» and «secure» work positions, especially in Italy, although, given the ongoing debate, one would expect a trade-off between job security and wage level to be operating. We use the SHIW panel 2004-2006, and the new 2004-2006 IT-SILC database, to provide an exhaustive, strongly empirical based analysis of the persistence of a clear and significant wage differential between contingent and secure work in Italy that parallels and adds to the job insecurity dimension. As regard methods, we apply FE panel models, statistical matching and multivariate analyses. Low wage and earnings transitions are analyzed using ECHP dataset and applying RE logit estimations. Moreover, the occupational consequences of atypical job (versus unemployment) are investigated applying statistical matching procedures on longitudinal Istat dataset (matrici di transizione). All our results confirm wage penalties and increased economic risks for temporary workers as a specific outcome of the «deregulation at the margins» of the Italian labour market.
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Imprevedibilmente sospesi tra stabilizzazione e istituzionalizzazione: uno studio sugli spin-off della ricerca universitaria

Miele, Francesco January 2012 (has links)
Il presente lavoro si inserisce nell’ampio filone di studi che nel corso degli anni ha indagato i modi in cui nuove forme organizzative si stabilizzano e, in un secondo momento, si istituzionalizzano, diventando modi di agire dati per scontati in un determinato mercato, settore economico e/o società. In particolare, si è scelto di guardare alla tematica delle nuove forme organizzative dalla prospettiva delle reti d’azione, considerando come oggetto di studio i processi organizzativi innovativi e focalizzandosi quindi sui modi in cui da questi emergono e, eventualmente, si stabilizzano e/o si istituzionalizzano alcune reti d’azione. Per inserirsi in maniera originale in questo dibattito si sono presi in considerazione gli spin-off universitari, intesi come processi in cui gruppi di membri dell’università, fondano una propria impresa al fine di commercializzare idee, risultati scientifici e prototipi tecnologici derivanti dalla ricerca accademica. Coerentemente con la lente teorica di riferimento ci si è approcciati a questo fenomeno domandandosi "É possibile che dai processi di spin-off emergano forme organizzative stabilizzate e/o istituzionalizzate? In tal caso, come?”. Per rispondere a queste domande si è scelta la Grounded Theory e si sono utilizzate le tecniche dell’osservazione diretta, dell’intervista etnografica e dell’analisi dei documenti al fine di raccogliere dati empirici da cui emerga una spiegazione teorica del fenomeno. Seguendo la logica del campionamento teorico, parallelamente alla raccolta e all’analisi dati, si è arrivati a scegliere tre casi di spin-off, diversi per anzianità e contesto di appartenenza. La ricerca ha raggiunto principalmente due tipi di contributi. In primo luogo si è mostrato come le forme organizzative nate dai processi di spin-off, inizialmente pensate come modi di trasformare i risultati della ricerca universitaria in prodotti e/o servizi commerciabili, siano al centro di processi di banalizzazione che le rendono simili nelle logiche e nei modelli d’azione a qualsiasi altra forma organizzativa presente nel contesto economico-sociale di riferimento. In secondo luogo, si sono analizzate le complesse e contraddittorie relazioni esistenti tra stabilizzazione e istituzionalizzazione, sottolineando che non necessariamente il rapporto tra tali processi è sequenziale, uno può sfociare nell’altro e viceversa, contribuendo a cambiare, in maniera più o meno radicale, l’ordine istituzionale esistente.
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Conoscenza, Soggetti, Tecnologie: una genealogia del post-umano

Castiello, Restituta January 2013 (has links)
La tesi affronta una riflessione sul post-umano inteso come paradigma entro cui mappare il rapporto tra conoscenza, soggetti e tecnologie. Questo rapporto definisce quello che Karen Barad ha diversamente chiamato onto-epistemologia: l’inscindibilità tra le forme dell’essere e le forme del conoscere. All’interno di questo vasto tema ho articolato una saldatura tra gli Science and Technology Studies di ispirazione Actor- Network e la tecnoscienza femminista mettendone in evidenza differenze e similitudini. È in particolare con un concetto di Haraway che riassumo l’articolazione di questo rapporto: l’approccio femminista, al pari dell’ANT, persegue il “piacere di confondere i confini”, ma adotta altre strategie per rispondere anche alla “responsabilità della loro costruzione”. Il contributo apportato da questo scritto consiste nell’individuare una precisa genealogia del post-umano proprio in questa operazione “di costruzione dei confini”. Per questo scopo metto in relazione alcuni concetti interni al dibattito sulla tecnoscienza con le riflessioni condotte in ambito afro-americano, queer e post-coloniale sulla identity politics. In particolare, è nella teoria intersezionale (e nelle critiche alla teoria intersezionale) che è possibile identificare una strategia per formulare una teoria non rappresentazionista, relazionale e situata del nodo onto-epistemologico (o della relazione soggetti-conoscenza-tecnologie). Nell’incontro tra tecnoscienza femminista e (critica alle) teorie dell’intersezionalità, la genealogia del post-umano oggetto della presente tesi si qualifica per una precisa attenzione al metodo della diffrazione e a una più generale teoria dell’agencement (o dell’assemblaggio).
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Uomini e no: un'analisi narrativa della costruzione dell'identità di genere nella organizzazione sindacale

Soldà, Monica January 2012 (has links)
La mia tesi affronta il tema della costruzione dell'identità di genere all'interno di un contesto organizzativo a tradizionale dominanza maschile quale il sindacato. Il frame teorico di riferimento è quello degli studi organizzativi, in particolare i contributi che hanno guardato al genere come pratica materiale, sociale e discorsiva, così come al costrutto di maschilità egemone. La ricerca si basa sull'analisi narrativa dei materiali documentali e dei testi d'intervista a uomini e donne membri di una particolare organizzazione sindacale. Dall'analisi emerge il cambiamento in corso nella pratica sindacale , dalla centralità della fabbrica alle nuove identità lavorative, con le relative implicazioni di genere. L'analisi si concentra sul dibattito interno all'organizzazione sui temi delle quote e dell'equilibrio tra dimensione pubblica e privata, mettendo in evidenza le possibilità di mantenere o sfidare il modello di maschilità egemone nell'organizzazione.
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La traduzione in pratica della responsabilità sociale di impresa

Zamparelli, Laura January 2011 (has links)
La tesi di dottorato si presenta come un interessante lavoro di ricerca empirica, che ha messo a fuoco il processo attraverso il quale il concetto di ‘responsabilità sociale d’impresa’ viene interpretato, coniugato con artefatti empirici che lo rappresentano come uno standard ed infine tradotto entro le pratiche lavorative situate di uno stabilimento multinazionale. Attraverso una indagine qualitativa ho seguito, fin dall’inizio, tutto il processo di progettazione e realizzazione dell’intervento organizzativo che ha portato alla certificazione etica, avendo un ruolo attivo nel seguire ed accompagnare tale iter. il framework teorico scelto è stato caratterizzato dai practice-based studies, mentre la metodologia utilizzata è stata rappresentata dal case-study qualitativo sviluppato attraverso diverse tecniche di rilevazione quale l'osservazione partecipante, analisi del materiale documentale ed interviste in profondità. Nella prima parte della tesi esporrò dunque il framework teorico e metodologico, mentre nella seconda parte descriverò la ricerca empirica da me condotta, mentre nelle conclusioni presenterò lo schema interpretativo del mio caso di studio, in cui espliciterò come l’organizzazione da me considerata sia stata favorita nel mettere in pratica la responsabilità sociale d’impresa, avendo a disposizione determinate pre – condizioni e avendo avviato il processo di traslazione. Terminerò, infine, il lavoro chiarendo “cosa possiamo imparare da questo caso”, evidenziando gli esiti e gli aspetti più rilevanti e significativi emersi da questa indagine.
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L'imprenditoria cinese in Italia: due casi studio: la ristorazione cinese a Milano e il distretto del porfido a Trento

Bressan , Nicoletta January 2013 (has links)
Questo lavoro è uno studio accurato su due settori economici che hanno visto, con modalità differenti, lo sviluppo dell'imprenditoria cinese: la ristorazione cinese a Milano e il distretto del porfido a Trento. La metodologia di ricerca impiegata è stata l'etnografia con la conduzione di interviste semi-strutturate a 56 migranti cinesi, tra lavoratori dipendenti ed autonomi, e interviste non strutturate a 17 esperti incontrati nei due contesti territoriali. I risultati di tale studio riguardano il ruolo delle reti etniche cinesi nel favorire l'accesso al mercato del lavoro e l'imprenditoria, ma anche il contesto lavorativo cinese, le problematiche legate alla normativa contrattuale e i rapporti intra-familiari e tra i membri della rete etnica in ambito familiare e lavorativo.
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Lavorare nell'economia informale: i meccanici di strada nella metropoli parigina

Giordano, Denis January 2014 (has links)
La presente tesi di dottorato intende inscriversi nel filone delle ricerche rivolte alle forme di lavoro che si esprimono nell'economia informale. E' stato adottato un approccio etnografico focalizzato sulle pratiche lavorative, a partire da una prospettiva che vuole concentrarsi sulle modalità concrete con cui gli attori costruiscono, giorno dopo giorno, le condizioni sociali del loro agire e riescono a condurre il loro lavoro confrontandosi con le difficoltà quotidiane. L'ambito dell'economia informale, con le sue caratteristiche specifiche e le difficoltà d'accesso che lo contraddistinguono, non è stato finora molto considerato a partire da un'attenzione rivolta in profondità alle forme di pratica lavorativa intraprese dagli attori che qui agiscono. Il lavoro di ricerca intende situarsi in questo interstizio ancora scarsamente considerato, andando ad esplorare un'attività specifica dell'economia informale, non per indagarne le dinamiche generali e le linee d'andamento e sviluppo, ma per approfondire le condizioni situate che permettono ad un'attività economica e di lavoro di manifestarsi. Dati anche i presupposti teorici orientati all'analisi della dimensione concreta, minuta e situata delle pratiche lavorative messe in atto dagli attori nel corso del loro agire quotidiano, mi sono concentrato su di un'attività e un territorio particolare: la meccanica di strada nella metropoli parigina. La ricerca si è articolata grazie ad un'intensa esperienza di lavoro sul campo, che mi ha dato modo di sperimentare attivamente le pratiche lavorative dei meccanici di strada. Ho dunque intrapreso un percorso d'immersione nel contesto prescelto per la ricerca, seguendo una partecipazione osservante delle azioni quotidiane che ha trovato nel corpo del ricercatore un ulteriore strumento d'indagine utile al fine di saggiare le condizioni di lavoro dei meccanici di strada.
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The social reproduction of licensed professionals : a micro-class approach

Ruggera, Lucia January 2017 (has links)
It assesses how processes of social closure enhance intergenerational immobility in the regulated professions and thus promote persistence at the top of the occupational hierarchy. I compare five European countries (Great Britain, Germany, Denmark, Sweden and Italy) that differ considerably in their degree of professional regulation and in their broader institutional arrangements. I run log-linear and multinomial logistic regression models on e datasets with detailed information at the level of unit occupations. Analyses indicate that children of licensed professionals are far more likely to inherit the occupation of their parents and that this stronger micro-class immobility translates into higher chances of persistence in the upper class. These results support social closure theory and confirm the relevance of a micro-class approach for the explanation of social fluidity and of its cross-national variations.

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