• Refine Query
  • Source
  • Publication year
  • to
  • Language
  • 15
  • 9
  • 1
  • 1
  • Tagged with
  • 25
  • 25
  • 25
  • 24
  • 24
  • 19
  • 4
  • 4
  • 4
  • 3
  • 3
  • 3
  • 3
  • 2
  • 2
  • About
  • The Global ETD Search service is a free service for researchers to find electronic theses and dissertations. This service is provided by the Networked Digital Library of Theses and Dissertations.
    Our metadata is collected from universities around the world. If you manage a university/consortium/country archive and want to be added, details can be found on the NDLTD website.
1

Birth, Development and Progressive Institutionalization of the Ombudsman in the Russian Legal and Political System

Osipova, Elena <1980> 28 May 2013 (has links)
One of the current trends in governance and legal development in Russia is aimed at establishing a modern, efficient and internationally harmonised system of safeguards of human rights and civil liberties. A fairly recent addition to this system has been the institution of ombudsman as a public authority specialised in promoting and protecting human rights and civil liberties. The introduction of this institution as well as its formalisation at the constitutional and legislative levels has been increasingly relevant and important, as it raises the dealings between the state and the individual to a new level. As an independent public institution resolving conflicts between citizens and government authorities, the ombudsman makes steps, within the scope of his jurisdiction, to restitute individual rights, and helps to enhance the reputation of government. The present work describes and assesses the birth, development and institutionalization process of the Ombudsman Office in the Russian Federation, at federal and regional levels, with a particular emphasis on the role of international references and cooperation for institution building. Ombudsmen have done a magnificent job in demonstrating value with the resolution of individual and systemic complaints; subsequent improvements to government; and economic savings by mitigating litigation costs.
2

Il ruolo della deontologia medica nel sistema delle fonti del diritto: un'analisi comparata. Le rôle de la déontologie médicale dans les sources du droit :analyse comparée.

Pulice, Elisabetta January 2014 (has links)
L’obiettivo della presente tesi è un’analisi comparata del ruolo della deontologia medica nel sistema delle fonti del diritto in Italia, Francia e Germania. Nella prima Parte alcune considerazioni preliminari e l’analisi linguistica hanno permesso di definire l’ambito di indagine e i profili di maggiore complessità del rapporto tra dimensione deontologica e dimensione giuridica sui quali nelle Parti successive si è concentrata l’indagine. La seconda Parte, dedicata alla codificazione dell’etica medica, ha messo in luce la varietà di soluzioni e di modalità di ingresso della norma deontologica nell’ordinamento giuridico. Dal punto di vista comparato, possono distinguersi almeno due modelli principali. In alcuni ordinamenti, infatti, il codice deontologico assume la forma di una fonte del diritto e viene collocato così in maniera “non mediata” nel sistema delle fonti dell’ordinamento statale. Nel modello di ingresso “mediato”, invece, la norma deontologica acquisisce rilevanza sul piano giuridico attraverso il rinvio che ad essa fanno altri principi, norme e clausole generali dell’ordinamento. Il codice di deontologia medica italiano rientra in questo secondo modello, poiché, nonostante assuma significativa rilevanza sul piano giuridico, dal punto di vista strettamente formale rimane ancora un regolamento interno alla categoria professionale. Del modello “non mediato” fanno invece parte il codice deontologico francese (e, più in generale, la categoria di déontologies étatiques, a cui esso appartiene) e le Berufsordnungen del Länder tedeschi. Ciò nonostante, le due esperienze presentano diversità sostanziali nella struttura dei rapporti tra diritto e deontologia. Nell’ordinamento francese il codice di deontologia medica diventa infatti una fonte dello Stato poiché viene pubblicato sul Journal Officiel come decreto del Primo Ministro, nello specifico come décret en Conseil d’Etat, ossia un decreto per il quale è obbligatorio il parere del Consiglio di Stato francese ed è stato infine integrato in un codice statale, il Code de la santé publique. In Germania, invece, i codici deontologici vengono emanati dagli ordini professionali con la forma di Satzungen, fonti sublegislative (untergesetzlich) che rimangono però espressione dell’autonomia amministrativa riconosciuta agli ordini professionali in qualità di Körperschaft des öffentlichen Rechts. Rispetto a questi due modelli, in Italia la collocazione del codice deontologico tra le fonti del diritto risulta quindi più complesso e la definizione della sua natura giuridica rimane ancora controversa. Nella terza Parte è stato analizzato il ruolo della deontologia medica nell’ambito del biodiritto, sottolineando innanzitutto l’esistenza di un nucleo di principi comuni ai codici deontologici, i quali si sono progressivamente aperti ad una sostanziale tutela dei diritti fondamentali della persona assistita, in sintonia con i principi elaborati a livello costituzionale, nazionale e internazionale. L’analisi comparata dei rapporti tra deontologia e diritto in alcuni ambiti specifici ha però evidenziato come, al di là di tale nucleo comune, l’evoluzione di contenuti concreti dei codici e l’ampiezza di determinate discipline dipenda da quattro fattori principali: le caratteristiche dell’oggetto da disciplinare; le scelte di intervento dell’ordinamento giuridico nell’ambito del biodiritto; il modello dei rapporti tra diritto e deontologia medica e la capacità della categoria professionale di farsi carico delle nuove esigenze di tutela dei diritti fondamentali. La combinazione tra questi fattori può variare in maniera significativa nei singoli ordinamenti, dando vita ad esiti anche molto diversi sul piano normativo. Lo studio di alcuni specifici ambiti del biodiritto ha messo inoltre in luce le peculiarità del ruolo della deontologia medica, la quale svolge una funzione essenziale nella definizione del caso concreto, ma può anche costituire fonte di disciplina specifica del biodiritto, in ragione di un’inerzia o di una specifica delega del legislatore. La quarta Parte è dedicata alla violazione della deontologia e ai procedimenti disciplinari, che sono stati valutati in relazione alla loro idoneità ad emancipare l’accertamento della responsabilità deontologica dalla dimensione meramente corporativistica. Infine nella Parte conclusiva sono stati analizzati alcuni profili legati alla dimensione europea della deontologia e, alla luce di quanto emerso dall’analisi comparata, sono state proposte alcune ipotesi di riforma per un modello italiano più coerente, flessibile ed efficace dei rapporti tra diritto e deontologia.
3

La garanzia costituzionale dell'autonomia locale: un'analisi comparata tra diritto tedesco e diritto italiano

Cristanelli, Lorenzo January 2011 (has links)
L’indagine è costituita dall’analisi comparata, a livello costituzionale, dei principi della kommunale Selbstverwaltung e dell’autonomia locale negli ordinamenti tedesco ed italiano, con particolare attenzione alla realtà del Comune/Gemeinde. Quale tertium comparationis per effettuare la comparazione tra i due sistemi giuridici viene scelta ed utilizzata la Carta europea dell’autonomia locale. Il lavoro si struttura in cinque capitoli oltre all’introduzione – dove vengono trattati i concetti fondamentali della materia ed esposte alcune premesse terminologiche e di metodo – e alle conclusioni, presentate in forma ipotesi ideali (in quanto formulate non in principio bensì al termine del lavoro, a fini espositivi), seguite da alcune considerazioni svolte alla luce di quanto si è venuti analizzando ed esponendo nei vari capitoli. Il primo capitolo si concentra sulle istituzioni del governo locale, tra cui, specificamente il Comune, focalizzando le relazioni tra i diversi livelli di governance (Bund, Länder, Kommunen in Germania, Stato, Regioni ed Enti locali in Italia). Il secondo capitolo tratteggia lo sviluppo storico del concetto e degli istituti dell’autonomia locale. Il terzo capitolo indaga il fondamento giuridico dell’autonomia locale, analizzando in particolar modo la fattispecie costituzionale del principio autonomistico. Nel quarto capitolo vengono trattate le funzioni amministrative al livello locale, approfondendo poi la dimensione della potestà normativa dell’ente locale. Infine nel capitolo quinto viene afforntato il tema della tutela dell’autonomia locale in sede giurisdizionale, cercando di enucleare i limiti al legislatore nella disciplina dell’autonomia locale e i parametri del controllo giurisdizionale della disciplina dell’autonomia locale. Le conclusioni che vengono tratte dal lavoro di comparazione investono tanto la natura dell’istituzione Comune (unitamente alle sue competenze ed ai rapporti che lo legano agli altri livelli di governance dell’ordinamento) quanto il principio dell’autonomia locale (inteso quale principio organizzatorio nell’ambito dell’ordinamento giuridico generale, nonché quale status costituzionale di ordinamenti peraticolari, tutelato dall’ordinamento generale), quanto infine l’aspetto per così dire “dinamico” dato dai limiti all’azione di disciplina del principio autonomistico da parte del legislatore, nonché, in maniera corrispondente, dai parametri utilizzati dal giudice – segnatamente quello costituzionale – per la valutazione dell’attività del legislatore. In sintesi si tenta di esprimer una valutazione complessiva sulla posizione del principio autonomistico all’interno del “tessuto” costituzionale dei due ordinamenti considerati.
4

Il costituzionalismo e la tutela dei diritti negli ordinamenti islamici

Romano, Rosamaria January 2012 (has links)
La tesi analizza in modo critico le peculiarità che caratterizzano il fenomeno costituzionale dell’area arabo-islamica, al fine di comprendere la distanza tra questo specifico sistema giuridico e quello del continente europeo, emblemi di due “mondi” sempre più vicini dal punto dal punto di vista sociale, ma ancora troppo distanti sul piano dei contenuti che le rispettive culture, legali e politiche, impongono sui regimi giuridici adottati. Obiettivo di questo studio è valutare fino a che punto la “dualità” legale su cui gli ordinamenti a maggioranza musulmana si sono costruiti, ravvisabile nella doppia fonte di legittimazione del diritto sacra e secolare, è tale da vincolare la compiutezza della transizione costituzionale qui avviata. La questione è trattata con particolare riguardo alla materia dell’esercizio del potere così come del riconoscimento e della tutela dei diritti, con riferimento ai due casi studio selezionati per il lavoro, Egitto e Turchia, ed alla condizione giuridica delle donne, ambito in cui la tradizione islamica riconosce ancora le principali forme di discriminazione, tanto da “svuotare” di significato il principio di uguaglianza che le Carte dell’area hanno formalmente riconosciuto. La conoscenza di un ordinamento e dell’insieme delle specificità che lo caratterizzano è la via maestra per avviare un dialogo futuro tra culture, tale da individuare la via per la convergenza dei modelli, che, nel caso di specie, si sostiene passi attraverso un approccio “relativamente laico” al costituzionalismo, capace di garantire la tutela del pluralismo, dei diritti e dell’eguaglianza dei singoli, senza rinunciare al riferimento “morale” a cui questi ordinamenti fanno richiamo.
5

Synthetic biology, concerns and risks: looking for a (constitutionally oriented) regulatory framework and a system of governance for a new emerging technology

Colussi, Ilaria Anna January 2013 (has links)
The Doctoral thesis is about the relationship between synthetic biology and the law. It aims at elaborating a model of governance and regulation against the risks of synthetic biology, using the "prudent vigilance" approach and the human rights frame. Synthetic biology occupies a relevant position among the new emerging technologies. The potential applications of this field of research, characterized by the adoption of an engineering approach to life, together with a trend to converge between different technologies, span several fields. However, it could also generate numerous risks. This thesis aims at individuating a regulatory framework and a model of governance for addressing the risks and concerns arising within synthetic biology area. This is to ensure that the progress is not hindered but, at the same time, the problematic issues are not neglected or under evaluated. The suggested model is named " prudent vigilance" (inspired by the report about synthetic biology, drafted by the U.S. Presidential Commission on Bioethics, 2010), and it entails an ongoing and periodically revised process of assessment and management of all the risks and concerns, taking into account the interests of all the stakeholders in a dynamic, cooperative, democratic, open and transparent manner. Furthermore, it suggests the adoption of policies that are based on the principle of proportionality (among benefits and risks) and on a reasonable balancing between different interests and rights at stake. These policies should be taken through "hard law" and "soft law" sources, thus involving "actors" at all levels (governments, institutions, the scientific community and general public), and the enforcement and control of those policies should be exercised by judges coupled with independent professional bodies, where all the stakeholders are represented. The policies should also be oriented by a constitutional frame, that is represented by the protection of fundamental human rights emerging in the field of synthetic biology (right to life, right to health, dignity, freedom of scientific research, right to environment). After the theoretical explanation of the chosen model, the operability of it is "checked", by considering, as a case study, its application with reference to a specific risk brought up by synthetic biology - biosecurity risk, i.e. the risk of bioterrorism.
6

Il diritto alla salute a geometria variabile

Busatta, Lucia January 2012 (has links)
Nella trattazione si svolge un'analisi di una delle molteplici dimensioni del diritto alla salute, ossia il diritto ad ottenere prestazioni sanitarie. Il principio d'eguaglianza formale e sostanziale costituisce il filo rosso della disamina, svolta attraverso l'impiego del metodo comparato e finalizzata alla verifica del grado di somiglianza o diversità tra gli ordinamenti presi in considerazione. Sono stati a tal fine prescelti i sistemi italiano, britannico e spagnolo poiché essi, oltre a condividere l'adozione del medesimo modello di sistema sanitario di tipo universalista, sono anche caratterizzati da una decentralizzazione asimmetrica nella forma di Stato, che incide profondamente sulle modalità della garanzia del diritto e sulla sua concretizzazione rispetto al territorio. Ci si sofferma, inoltre, sulle nuove “sfide” che il diritto dell'Unione Europea reca con sé in questo campo. Lo studio della configurazione costituzionale del diritto alla salute in ciascun ordinamento, della sua articolazione in relazione all'assetto decentralizzato dello Stato e, infine, del crescente spazio di intervento dell'Unione Europea in materia di salute porteranno ad individuare alcune linee comuni, pur all'interno di una (relativa) diversità dei punti di partenza e degli strumenti adottati in ciascuno Stato per rispondere a problemi tendenzialmente comuni. Il diritto costituzionale alla salute viene così (ri)qualificato come una situazione giuridica a fattispecie complessa, ma in sé unitaria, proponendo l'abbandono della tradizionale distinzione tra una dimensione cd. fondamentale ed una cd. sociale dello stesso. Si tratta, dunque, di un diritto a tutela “graduale”, che si misura nell'ampiezza dello spazio di discrezionalità lasciato al legislatore per assicurarne la garanzia, cui corrisponde, in modo inversamente proporzionale, una gradazione del potere di controllo giurisdizionale. In tale contesto emergono anche le istanze talora centrifughe e talaltra centripete nella tutela del diritto alla salute in ordinamenti caratterizzati da un assetto decentralizzato, ove si rinviene la tendenza a trovare risposte territoriali a problemi locali, in tensione con l'esigenza di garantire un adeguato livello d'eguaglianza intersoggettiva sull'intero territorio nazionale. Le soluzioni (fra loro parzialmente differenti) di ciascun ordinamento conducono al comune risultato di privilegiare l'adozione di decisioni condivise attraverso procedimenti in cui sia previsto il coinvolgimento dei soggetti interessati. Sarà, infine, possibile tracciare il profilo di un diritto delle prestazioni sanitarie, da intendersi come sistema di tutele soggettive per l'accesso a trattamenti medici, alla luce anche dei “nuovi” vincoli che derivano dall'ordinamento dell'Unione Europea. Affiorano alcuni elementi comuni, che rappresentano le modalità di garanzia di effettività del diritto alla salute, con riguardo al profilo preso in esame, e che possono trovare eguale applicazione a livello sovranazionale, nazionale e anche territoriale. In questo modo, il cd. procedure-oriented approach, i principi di condivisone e compartecipazione nell'adozione delle scelte relative alla salute, nonché la garanzia di un controllo giurisdizionale delle decisioni costituiscono un modello di tutela del diritto alla salute che si presta ad una circolazione virtuosa all'interno dello spazio europeo.
7

Marital status discrimination in the allocation of rights, obligations, and benefits: Legal paths to protect non-normative families

Palazzo, Nausica January 2019 (has links)
The present dissertation addresses the problem of the insufficient recognition of non-traditional families. “Non-traditional” or “new” family is a composite category which encompasses non-normative conjugal families, as polyamorous relationships, and non-conjugal families (made up of relatives or friends, which lack a sexual component.) The aim of the research is to present the non-recognition of these new networks of care as a problem, and thereafter to build legal arguments to confer private and public family law entitlements upon them in selected legal systems: Canada, the United States, and the two meta-national systems of the European Convention of Human Rights and on European Union in Europe. The research has been conducted through “fieldwork” in the mentioned systems. It demonstrates that too often the legal framework is not aligned with the current landscape of family patterns, marked by an increasing family pluralism. This misalignment is the by-product of a choice by the systems under review to still take the marital family as the relevant basis for allocating family law benefits, rights, and obligations. Thus, after having expounded the different models for recognizing new families, the analysis moves to build legal arguments to introduce legal protections in each of the selected jurisdictions. These arguments are: a constitutional and policy-based argument in the U.S., a constitutional and policy-based argument in Canada, and ultimately two arguments resting on the European Convention of Human Rights and on European Union law in Europe. One is to be alert to the fact that this field of research is still a work in progress, owing to the fact that case law is at an early stage of development and that only a handful of legal schemes open to new families have been enacted so far. This dissertation thus attempts to gather and systematize all the relevant legal material instrumental to building legal arguments, with an awareness that further legal developments are needed before these arguments can reach a high likelihood of success before courts or legislative bodies.
8

La disciplina giuridica dei rapporti finanziari tra governo centrale ed enti territoriali in Italia e nel Regno Unito

Guella, Flavio January 2010 (has links)
Il tema della disciplina giuridica dei rapporti in materia finanziaria tra Governo centrale ed enti territoriali all’interno degli Stati composti viene analizzato, in una prospettiva prevalentemente giurisprudenziale, con riferimento alle esperienze dell’ordinamento giuridico italiano e del Regno Unito. Entrambi gli ordinamenti presentano, in tale settore, una struttura di ripartizione del territorio in enti autonomi caratterizzata da un elevato grado di differenziazione, e con collocazione ai vari livelli di governo di soggetti istituzionali dotati di disomogenei ambiti di autonomia e di potestà, anche finanziaria. Di volta in volta, in rapporto diretto con lo Stato – per quanto concerne il trasferimento e la gestione delle risorse proprie – si rinvengono Regioni ed Amministrazioni Devolute dotate di propria potestà legislativa ovvero enti locali che (nel rispetto del principio di legalità o di Rule of Law) comunque dialogano direttamente con il potere legislativo, con conseguenti differenti attitudini nel controllo (anche giurisdizionale) del riparto di competenze, nonché di responsabilità di spesa. E pertanto la selezione delle amministrazioni territoriali che si rapportano direttamente ed in modo più problematico con il livello centrale di governo è diversa nei due ordinamenti. Le Regioni italiane grazie alla possibilità di accesso diretto alla Corte costituzionale rivestono infatti un ruolo preponderante nell’analisi, che fa passare in secondo piano e diventare (relativamente) accessorio all’excursus della giurisprudenza più significativa il ruolo degli enti locali; d’altro lato, invece, le garanzie per la devolution nel Regno Unito sono state configurate prevalentemente secondo gli schemi delle relazioni politiche e con strumenti di Soft Law, con conseguente assenza di una vera conflittualità in sede giurisdizionale, mentre al contrario il Local Government inglese, che si rapporta comunque direttamente e senza mediazioni con il Governo, ha conosciuto fasi di acuta frizione in tema di difesa della propria autonomia finanziaria dall’attività di indirizzo centrale, sfociate anche nell’impiego degli strumenti di tutela giurisdizionale. Le differenze sussistenti tra i due ordinamento rendono d’altra parte la comparazione degli stessi di particolare interesse. Non solo l’appartenenza alle diverse famiglie di Civil Law e Common Law, ma piuttosto la presenza di una Costituzione rigida e garantita nell’un sistema, e un’applicazione rigorosa del principio di Supremacy of Parliament nell’altro, evidenziano la differenza di atteggiamento delle corti nella risoluzione delle controversie attinenti la distribuzione territoriale delle risorse, con differenti modalità – anche nella pratica – quanto alla garanzia dell’effettivo rispetto dell’autonomia territoriale. Inoltre, un sistema a diritto amministrativo avanzato conforma diversamente la sfera delle attribuzioni finanziarie degli enti pubblici territoriali rispetto ad un ordinamento in cui – specie nel corso degli ultimi anni – è divenuto frequente l’utilizzo di moduli privatistici nella PA, anche ed a maggior ragione nella gestione della finanza pubblica. Il controllo giurisdizionale svolto in materia di gestione dei trasferimenti erariali, così come nel coordinamento di un sistema di tributi propri con il sistema finanziario nazionale, risente di conseguenza del diverso atteggiarsi della posizione costituzionale degli enti territoriali nei due ordinamenti, fermo comunque un comune atteggiamento di deferenza verso gli spazi della discrezionalità politica, che si esprime nel parametro di ragionevolezza come applicato nelle varie pronunce relative alle pretese ingerenze statali nella gestione della finanza locale. E proprio l’esame della giurisprudenza – ove presente – costituisce il terreno di analisi privilegiato nella materia, l’effettiva definizione del confine tra legittimo esercizio di poteri di coordinamento finanziario statali ed indebita ingerenza all’interno delle sfere di autonomia finanziaria degli enti territoriali costituendo infatti – più che un oggetto affidato alla definizione legislativa, e quindi nelle mani di uno dei due soggetti interessati – un problema di bilanciamento risolvibile sulla base di principi e valori fondamentali, di autonomia da un lato e solidarietà dall’altro, applicati di volta in volta – in concreto – dai giudici, sulla base di una scelta costituzionale preesistente e da attuarsi con scelte politiche ed amministrative.
9

Il giudice costituzionale colombiano vis-à-vis dello sfollamento interno

Dalto, Marzia January 2010 (has links)
The Colombian Constitutional Court vis-à-vis the internal displacement issue. The thesis’ aim is to focus on the subject of internally displaced persons, IDPs, in Colombia. In particular, this paper seeks to underline the special role played by the Constitutional Court in defending the fundamental rights of IDPs, both as a judge and a public political actor. Colombia has the second highest number of IDPs in the world, making it a crucial social problem for human rights and humanitarian law. The Colombian constitutional judge declared the “estado de cosas inconstitucional” vis-à-vis the IDPs situation: this refers to the fact that internal displacement is a dramatic situation that needs the intervention of many public institutions to be solved. In this thesis I’ll state that Colombian Constitutional court became, de facto, a sort of public policies maker, in order to guarantee the rights to be effective. In particular, since 2004 it is becoming a real policy maker, editing a log of follow-up decisions to the T-025 sentence, including specific orders to the local and national authorities, to protect the IDPs’ rights. In particular, the Constitutional court stated a “special constitutional protection” for victims of displacement including children, women, afro Colombian community, indigenous communities, and disabled people. We consider Colombia a relevant case of study, with both a well-developed legal system of protection of IDPs and a sui generis Constitutional judge hyperactivisme that may be considered as a model for others countries dealing with an internal conflict, but relying on a firm institutional framework. Keywords: Internal displacement, Constitutional Court, Colombia, Internal armed conflict, acción de tutela legal action, human rights.
10

Genetica Umana e Tutela dei Diritti: la Dimensione Relazionale dell'Autonomia del Singolo

Tomasi, Marta January 2012 (has links)
Tutelare i diritti nell'ambito della genetica umana è compito reso particolarmente complesso da alcune caratteristiche peculiari di questa scienza che, oltre a giocare un ruolo rilevante all'interno di ambiti fra loro molto diversi, ha permesso a medici e ricercatori di avere accesso ad una straordinaria mole di dati, difficilmente inquadrabili all'interno di una categoria unitaria ed omogenea. La sostanziale impossibilità di un approccio olistico alla materia ha determinato la scelta di individuare un filone tematico e di valutarne l'impatto, all' interno di due specifici contesti, permettendo così di testare la capacità degli strumenti giuridici tradizionali di proteggere gli interessi (vecchi e nuovi) che emergano come rilevanti. La scelta è caduta sulla particolare natura condivisa delle informazioni genetiche che, se da un lato, esaltano e conferiscono concretezza all'unicità e all'irripetibilità di ogni singolo essere umano, evidenziano, dall'altro, una complessa rete relazionale all'interno della quale questi si colloca. In particolare, nell'ambito medico sanitario tale caratteristica impone un contemperamento fra interessi potenzialmente contrapposti. Come emerso dall'analisi comparatistica svolta, il diritto, nel tentativo di costruzione di idonei bilanciamenti, si trova a dover mettere in discussione, almeno in parte, la propria matrice individualistica e a dover considerare, in termini relazionali, altre posizioni rilevanti, siano esse quelle di familiari che potrebbero vedere il proprio diritto alla salute salvaguardato mediante la comunicazione di un'informazione sanitaria ottenuta da un consanguineo, quelle di un gruppo specifico investito dai risultati di una particolare ricerca o, in un'ottica più ampia, quelle della collettività e delle generazioni future, detentrici di un interesse al progresso scientifico. Lo stesso principio del consenso, epitome della tradizione individualistica e mezzo principe per la realizzazione di una piena autonomia in questi ambiti, è messo in crisi dal contesto di connessioni derivato dalle informazioni genetiche e manifesta tutte le debolezze che gli derivano dall'essersi reso interprete, di recente, di un approccio meramente difensivo. Una rilettura di tale strumento che consenta la considerazione di una dimensione relazionale appare, in definitiva, la soluzione migliore per tutelare non solo gli interessi terzi, ma anche quelli dell'individuo stesso.

Page generated in 0.1125 seconds