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Circolazione dei servizi ed economia verde nel diritto dell'Unione Europea / Free Movement of Services and the Green Economy within the Law of the European UnionFerri, Federico <1984> 22 May 2015 (has links)
Il fine principale della tesi è di dimostrare che il concetto di economia verde, pur non avendo natura giuridica, ha un rilievo notevole nel diritto dell’Unione europea, in particolare rispetto al mercato dei servizi. L’indagine concerne innanzitutto lo sviluppo sostenibile, del quale l’economia verde rappresenta uno strumento, per poi incentrarsi sul concetto di economia verde, al fine di ricostruire la sua veste giuridica e la sua collocazione nel diritto (primario) dell’Unione europea. In secondo luogo, si analizza come l’Unione stia utilizzando il proprio diritto per favorire la transizione verso un’economia verde e per stimolare la circolazione dei relativi servizi. Da ultimo, vengono prospettate le varie relazioni che si ritiene possano intercorrere tra l’economia verde (nella sua dimensione giuridica a livello sovranazionale) e la libera prestazione dei servizi. / The main purpose of the thesis is to demonstrate that the “green economy” concept, although not having a legal nature, can make a remarkable impact within the Law of the European Union, especially with regard to the services market. First, the research considers the sustainable development, since the green economy is a means to reach it; then, the concept of green economy is studied, with a view to provide it with a legal meaning and to link it to the (primary) Law of the European Union. After that, it is assessed how the European Union is using its law in order to define and implement the transition to a green economy and to spur the “green” services movement within the EU’s internal market. Finally, some possible relations between the green economy (considered in its supranational legal dimension) and the free movement of services are advanced and explored.
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Il principio di non discriminazione e l'identita' costituzionale dell'Unione Europea / The principle of non discrimination and the EU constitutional identityZaccaroni, Giovanni <1987> 22 May 2015 (has links)
La definizione dell’ordinamento dell’Unione come ordinamento costituzionale è centrale, ma resta frammentata. Per restituirle sistematicità è importante individuare un principio sul quale poggiarne il consolidamento. Per questo si è scelto di esaminare il principio di non discriminazione attraverso l’analisi della giurisprudenza, con l’obiettivo di verificare se questo principio è parte fondamentale dell’identità costituzionale dell’Unione Europea.
Nella prima parte della tesi si analizza la struttura del giudizio sulla discriminazione davanti alla CGUE e davanti alla CEDU, mettendo in evidenza come la struttura ricordi sempre di più quella del giudizio di costituzionalità. Nella seconda parte ci si concentra sul contributo dato dal principio di non discriminazione all’identità costituzionale dell’Unione Europea attraverso la lotta contro specifiche tipologie di discriminazione. Poiché i motivi di discriminazione sono molto numerosi, si è stabilito di esaminare quei motivi che sono regolati dal diritto derivato. Per questo la seconda parte dell’analisi si è concentrata sulle discriminazioni a motivo della nazionalità (dir. 2004/38/CE), della razza (dir. 2000/43/CE), del genere (dir. 2006/54/CE, dir. 2004/113/CE) dell’età, disabilità, religione ed orientamento sessuale (dir. 2000/78/CE). Dall’analisi della giurisprudenza e del diritto derivato che ne dà attuazione è possibile comprendere che questo principio, oltre ad essere sostenuto da un vero e proprio giudizio di legittimità costituzionale (il rinvio pregiudiziale), ha gli strumenti necessari a permetterne lo sviluppo tenendo conto delle identità costituzionali degli stati membri e può aiutare ad offrire delle risposte rispetto a uno dei problemi fondamentali inerenti all’efficacia del diritto dell’Unione Europea: la tensione fra il principio di attribuzione e la dottrina degli effetti diretti. Le conclusioni di questo lavoro portano a sostenere che è possibile individuare una giurisprudenza della Corte che, attraverso alcuni passaggi fondamentali (le sentenze Mangold, Kucukdeveci, Hay, Deckmyn e Zambrano), definisce il principio di non discriminazione come principio fondamentale, e costituzionale, del diritto dell’Unione Europea. / The definition of the EU as a constitutional legal order is crucial, but still fragmented. For the sake of systematization, it is important to find out a principle to support its development. That is why we made the choice of examining the principle of non discrimination through the analysis of case law, with the object of verifying if this principle is a fundamental part of the EU constitutional identity. In the first part of this work the structure of the discrimination scrutiny in front of the CJEU and of the ECHR is analyzed, enlightening the fact that its structure increasingly recalls that of a constitutional scrutiny. In the second part of this work we will focus on the contribution given by the case law on the fight against different grounds of discrimination to the EU constitutional identity. As there is an increasing number of grounds of discrimination, a choice should be made. That is why the second part of this analysis is devoted into explaining a selection of grounds of discrimination: discrimination on the ground of nationality, age, disability, religion, and sexual orientation. From the analysis of the case law and of secondary legislation is possible to induce that this principle has the potential necessary to support the development of the EU constitutional identity without prevailing on the national constitutional identities. At the same time, the principle could help into shading light in one of the most debated issues of EU law: the tension between the conferred powers and the direct effect of directives. The conclusion of this work is a reflection on how a precise line of case law is crucial into defining the principle of non discrimination as a EU constitutional principle.
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Reserva de ley y transposición de directivas europeas / Riserva di legge e attuazione di direttive europee / Gesetzesvorbehalt and transposition of European DirectivesDiaz Gonzalez, Gustavo Manuel <1988> 27 March 2015 (has links)
La presente tesis analiza el problema de la validez de las disposiciones de transposición de las Directivas Europeas en los ordenamientos nacionales desde la perspectiva del principio constitucional de reserva de ley. En el primer capítulo se desarrolla un análisis del estado de la cuestión en las jurisprudencias española e italiana. En el segundo se afronta el estudio de los requisitos impuestos por la jurisprudencia del TJUE en relación con las normas por las que se procede a la incorporación en los ordenamientos internos del contenido de las Directivas; teniendo en cuenta que ha de partirse del principio de autonomía institucional y procedimental de los Estados Miembros y que las Directivas, en tanto carentes por razón de su forma de directa aplicabilidad, no pueden sustituir a la ley nacional, el principio de reserva de ley ha de aplicarse en este tipo de operaciones siempre que así lo exija la Constitución nacional.
En el tercer capítulo se estudian los efectos que han producido en los ordenamientos italiano, francés y alemán las cláusulas constitucionales "europeas", alcanzándose la fundamental conclusión de que las mismas no han supuesto quiebra alguna de la disciplina general de producción normativa en lo que se refiere a las operaciones de ejecución interna del Derecho Europeo.
En el cuarto y último capítulo, en fin, se analiza el sistema italiano de ejecución de las políticas europeas mediante normas reglamentarias y la posible toma en consideración del mismo para la formulación de propuestas de lege ferenda en relación con el Derecho Español. / This work aims to analyze the general problem of the applicability of the Gesetzesvorbehalt principle to the transposition in National Law of European Directives. First chapter is dedicated to a general study of the treatment which this question has received before the Spanish and Italian national courts. In the second chapter it is developed a general study about the European jurisprudence related to the legal requirements imposed to the national acts transposing European Directives; as ECJ judgements impose the application of the internal rules regarding the legislative process unless effectivity of European Law can be threatened, and the matter of direct effect of Directives has no consequences relating to the duty of transposition, because this source of law suffers a lack of direct applicability just because of its formal nature, Parliament must always proceed to the transposition when it is required by the National Constitution.
In the third chapter we focus on the effects that internal constitutional clauses which proclaim the national participation on the European process have produced in the legal systems that have included them. The main conclussion regarding this question is that they have not had any particular effect on the possibility of not taking into account the constitutional Gesetzesvorbehalt on the transposition of European Directives.
Finally, last chapter analyzes the Italian system of execution of European Law through governmental decrees and the possibilities of inserting it into the Spanish legal order. / Il lavoro svolto dal candidato mira ad analizzare il problema riguardante l’applicabilità delle riserve costituzionali di legge nelle operazioni di recepimento delle direttive europee negli ordinamenti nazionali. Nel primo capitolo si analizzano le risposte fornite dalla giurisprudenza spagnola e da quella italiana, evidenziandosi come, mentre nel primo caso non si può ancora affermare l’esistenza di una risposta univoca, nel secondo la Corte costituzionale italiana è arrivata ad una soluzione che, pur non potendosi ritenere adeguata da un punto di vista tecnico, contribuisce comunque a chiarire il trattamento che le disposizioni costituzionali prese in considerazione devono ricevere.
Nel secondo capitolo vengono analizzate le esigenze poste dal diritto europeo alle norme di recepimento delle direttive europee e si giunge alla conclusione che l’effettività e l’equivalenza, come limiti al principio di autonomia istituzionale degli Stati membri non comportano una relativizzazione delle riserve costituzionali di legge. Questa conclusione viene confermata nel terzo capitolo, dove si analizzano gli effetti che le clausole costituzionali di partecipazione al processo di integrazione europea hanno avuto nei sistemi che le hanno introdotte (l’Italia, la Francia e la Germania), e dove si sostiene che tali disposizioni non hanno alterato il rapporto tra il diritto dell’Unione e le norme interne sui processi di produzione normativa, ivi incluse le riserve costituzionali di legge.
La tesi si chiude con l’esame del sistema italiano di attuazione delle direttive europee mediante norme regolamentari, con particolare riferimento alla delegificazione prevista dall’art. 35 della legge n. 234 del 2012. In particolare, si è cercato di prendere posizione sull’opportunità dell’inserimento di un sistema di esecuzione del diritto europeo come quello italiano nell’ordinamento spagnolo e si è arrivato alla conclusione che una modifica del genere non sarebbe auspicabile, perché contribuirebbe a porre difficoltà pratiche molto importanti soprattutto dal punto di vista della chiarezza dell’attività normativa nazionale.
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Servizi offerti su spazi demaniali in concessione e diritto dell'Unione Europea / Services provided in areas belonging to the public domain according to the law of the European UnionUsai, Andrea <1987> 22 May 2015 (has links)
La tesi analizza, sotto vari aspetti del diritto dell’Unione Europea, i servizi che sono offerti su spazi demaniali. Si articola in quattro capitoli: Il primo capitolo ricostruisce, valutandone l’impatto sui servizi che sono oggetto della presente indagine, lo sviluppo giurisprudenziale della Libertà di Stabilimento e della Libera Prestazione di Servizi, analizzando, altresì, i principi generali e l’art.16 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione. Il secondo capitolo è, invece, dedicato al diritto secondario, ossia alla Direttiva 2006/123/CE, alle Direttive “Appalti” e alla Direttiva “Concessioni”. La prima, che nulla aggiunge al quadro normativo trattato nel primo capitolo, svolge, pertanto una vera e propria funzione appaltante e concessoria. Le seconde, invece, seppur non applicabili alle fattispecie ivi esaminate, restano utili per comprendere quale declinazione possano avere i principi di eguaglianza, di non discriminazione, di trasparenza, di pubblicità e di concorrenza nella regolazione dei servizi offerti su spazi demaniali. La terza, invece, in quanto a rilevanza, presenta alcuni punti critici che fanno propendere per una sua non applicabilità. Resta comunque utile sempre in materia di principi, i quali, come evidenziato nell’ultima parte del secondo capitolo, sono stati utilizzati dalla Corte di Giustizia, pur nella totale assenza, fino alla recente direttiva, di strumenti di diritto secondario applicabili alle concessioni. Il terzo capitolo, invece, affronta le problematiche emerse all’interno dell’ordinamento italiano e attua una comparazione tra il sistema italiano e quello portoghese, croato, francese, spagnolo. Il quarto capitolo, da ultimo, prende in considerazione il delicato equilibrio, sempre più attuale, tra principi in materia di appalti pubblici e aiuti di Stato, valutando come, sia il permanere dello status quo, sia un riordino non conforme alla Direttiva 2006/123/CE e ai principi da essa richiamati possa costituire un aiuto di Stato incompatibile con il mercato interno. / This thesis analyses, under several aspects of the law of the EU, those services that are provided in areas belonging to the public domain. The first chapter deals with the development of the case law in the field of Freedom of Establishment and of the Freedom to Provide Services, the General Principles of EU law, Art. 16 of the Charter and their impact on the services under scrutiny. The second chapter is dedicated to secondary law, that is to say to Directive 2006/123/EC, to the Public Contracts Directives and to the Concessions Directive. The former, which actually brings no added value to the legal framework addressed in the first chapter, has however a "public procurement" function. The latter ones, which are not applicable to the services under scrutiny, are useful to better understand how the principles of equality, non discrimination, transparency, publicity and competition can be applied to the services provided in areas belonging to the public domain. The third chapter deals with the issues emerged in the last years in the Italian legal order and makes a comparison among the Italian, the Portuguese, the Croatian, the French and the Spanish systems. The fourth chapter takes into consideration the sensitive relation between the public procurement principles and state aid rules and analyses whether both the status quo and a possible reform which does not comply with Directive 2006/123/EC and with the public procurement principles might constitute incompatible state aid.
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The Role of the European Union and Other International Organizations in Promoting Corporate Social Responsibility / Il ruolo dell'Unione Europea ed altri Organizzazioni Internazionali nella promozione della Responsibilità Sociale delle ImpreseJimenez-piernas Garcia, Alberto <1989> January 1900 (has links)
This thesis is divided into four chapters and analyses the role of the European Union and other International Organisations in promoting Corporate Social Responsibility. The first chapter introduces the key concepts and concludes on the necessary re-contextualisation of CSR within International Human Rights Law (IHRL), which is its legal foundation. It particularly studies the practice of the United Nations and proposes a definition of CSR with its inherent characteristics. Chapter two shows the increasing institutional coordination between different International Organisations at a global level, which start to have a substantive impact on IHRL. It further detects the main opportunity niches to transversally introduce human rights into commercial and investment matters, provided that States act in good faith when it comes to manage their concurring international obligations. The third chapter reorders the main initiatives of the European Union and observes promising legal spill-overs of CSR, well beyond mere voluntariness. In the EU, CSR has become a crosscutting strategy or governance tool rather than a separate new policy. The fourth chapter analyses the potential of the EU’s contribution to global CSR, focusing on three problematics: first, the potential of soft-law in its interaction with traditional hard-law; secondly, access to justice for human rights’ victims of violations directly or indirectly caused by the activities of transnational companies; and finally, how both institutional and substantive aspects have influenced the way the EU develops CSR. / La tesi, suddivisa in quattro capitoli, analizza e sistematizza il ruolo istituzionale delle organizzazioni internazionali a livello globale (capitoli 1 e 2), e dell’Unione Europea, a livello regionale (capitoli 3 e 4), nella promozione della responsabilità sociale delle imprese (RSI). Il primo capitolo introduttivo sostiene la pertinenza di ricollocare la responsabilità sociale nel quadro del diritto internazionale dei diritti umani –la sua base giuridica. Si studia la prassi delle Nazioni Unite e si conclude con l'individuazione delle caratteristiche della RSI ed una proposta di definizione. Il secondo capitolo mostra il crescente coordinamento istituzionale fra organizzazioni, con potenziali conseguenze per aspetti sostanziali dei diritto. Si dimostra che ci sono margini di possibilità per introdurre nel sistema di risoluzione delle controversie commerciali e sugli investimenti problematiche trasversali riguardanti i diritti umani, in particolare nel caso in cui gli Stati agiscano in buona fede nell’adempimento e nella gestione di obblighi internazionali concorrenti. Il terzo capitolo riordina le iniziative europee a questo riguardo, anche a livello nazionale, ed osserva gli importanti impatti sul diritto europeo, diventando la RSI un obbiettivo trasversale più che una nuova ‘policy’ per se. Il quarto e ultimo capitolo analizza e valuta il ruolo globale dell’UE nello sviluppo della RSI, ponendo in particolare l’accento su tre questioni: il potenziale della c.d. ‘soft-law’, in interazione con elementi giuridici tradizionali (o ‘hard’), l’accesso alla giustizia per le vittime di violazione dei diritti umani (direttamente o indirettamente dovute alle attività delle imprese transnazionali) ed infine il rapporto fra aspetti istituzionali e sostanziali nel modo in cui l’UE ha affrontato la RSI.
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The Right to Water in the European Union: A Critical AnalysisShibata Imana, Gimena Yuu <1988> January 1900 (has links)
Clean water has always been an indispensable good to life, human health and dignity, and it is a precondition for survival. Yet, its formal recognition as human right to water has been a recent event. This situation was the result of considering water as freely available as the air to breath. The situation is changing due to water scarcity and water stress problems affecting the overall globe. Many reasons causing this situations can be found. For example, population growth, climate change and the global water consumption patterns are the most known causes. In this way the international society felt the necessity of acting on this vital good. In order to tackle the issue, the international community has started working on water problems from two perspectives. On one hand, there is the environmental law perspective that basically concerns the quality of the water sources, its protection and maintenance. On the other hand, there is the human rights law perspective. Compared to the environmental law perspective, this one can be taken as a new approach that has been introduced to the traditional water law to the end of guaranteeing good quality of drinking water to everyone. To the end of understanding the process of recognition and implementation of the human right to water either at international level or at EU level, this doctoral thesis has been developed as follows: The first chapter will consist on the international dimension of the right to water, the second and the third chapter will focus on the EU water law and its policy, and finally, the fourth chapter will consist on a comparative analysis of the right to water at the international level and at the EU level, taking into account the results obtained in the previous chapters.
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Reti transeuropee e servizi nei settori dell'energia, delle telecomunicazioni e dei trasporti / Trans-European Networks and Services in the Energy, Telecommunications and Transport SectorsTovo, Carlo <1987> 22 May 2015 (has links)
Le reti transeuropee sono uno dei vettori della competitività, dell’integrazione e dello sviluppo sostenibile dell’Unione. La tesi mette in luce la progressiva affermazione di una coerente politica infrastrutturale europea a carattere strumentale, esaminando tale evoluzione sotto tre profili: normativo, istituzionale e finanziario. In primo luogo, sotto il profilo normativo, la tesi evidenzia, da un lato, la progressiva emancipazione delle istituzioni dell’Unione dall’influenza degli Stati membri nell’esercizio delle proprie competenze in materia di reti transeuropee e, dall’altro, lo sviluppo di relazioni di complementarietà e specialità tra la politica di reti e altre politiche dell’Unione. L’elaborato sottolinea, in secondo luogo, sotto il profilo istituzionale, il ruolo del processo di «integrazione organica» dei regolatori nazionali e del processo di «agenzificazione» nel perseguimento degli obiettivi di interconnessione e accesso alle reti nazionali. La tesi osserva, infine, sotto il profilo finanziario, l’accresciuta importanza del sostegno finanziario dell’UE alla costituzione delle reti, che si è accompagnata al parziale superamento dei limiti derivanti dal diritto dell’UE alla politiche di spesa pubblica infrastrutturale degli Stati membri. Da un lato rispetto al diritto della concorrenza e, in particolare, al divieto di aiuti di stato, grazie al rapporto funzionale tra reti e prestazione di servizi di interesse economico generale, e dall’altro lato riguardo ai vincoli di bilancio, attraverso un’interpretazione evolutiva della cd. investment clause del Patto di stabilità e crescita. La tesi, in conclusione, rileva gli sviluppi decisivi della politica di reti europea, ma sottolinea il ruolo che gli Stati membri sono destinati a continuare ad esercitare nel suo sviluppo. Da questi ultimi, infatti, dipende la concreta attuazione di tale politica, ma anche il definitivo superamento, in occasione di una prossima revisione dei Trattati, dei retaggi intergovernativi che continuano a caratterizzare il diritto primario in materia. / Trans-european networks (TENs) constitute one of the main vectors of competitiveness, integration and sustainable development of the European Union. The thesis highlights the progressive development of a coherent and instrumental european infrastructure policy, examining this evolution from a threefold legal perspective: normative, institutional and financial. First, from a normative perspective, the thesis shows, on the one hand, the gradual emancipation of the EU institutions from the influence of the Member states in exercising its competence in the field of TENs and, on the other, the development of mutual relationship between the latter and other EU policy, both in terms of complementarity and specialty. The thesis points out, secondly, from an institutional perspective, the role played by two processes – the «organic integration» of national regulators and the EU «agencification» – in promoting the interconnection and access to national networks. Finally, the thesis emphasise, from a financial viewpoint, two competing tendencies towards, on the one hand, the growing relevance of EU financial support to the establishment of trans-european networks, and on the other hand, the reconciliation of Member States’ expansionary fiscal policy with EU competition law and budget constraints stemming from the Stability and Growth Pact. The thesis concludes by noting that while major development have been registered in EU’s trans-european network policy, Member State will play a decisive role in this respect, not only by improving the actual degree of its implementation, but also allowing, in a forthcoming Treaty revision, to overcome the intergovernmental legacies that hinders the establishment of a truly trans-european infrastructural policy.
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The market manipulation regime in the European UnionLi, Xue <1986> 22 May 2015 (has links)
Market manipulation is an illegal practice that enables a person can profit from practices that artificially raise or lower the prices of an instrument in the financial markets. Its prohibition is based on the 2003 Market Abuse Directive in the EU. The current market manipulation regime was broadly considered as a big success except for enforcement and supervisory inconsistencies in the Member States at the initial.
A review of the market manipulation regime began at the end of 2007, which became quickly incorporated into the wider EU crisis-era reform program. A number of weaknesses of current regime have been identified, which include regulatory gaps caused by the development of trading venues and financial products, regulatory gaps concerning cross-border and cross-markets manipulation (particular commodity markets), legal uncertainty as a result of various implementation, and inefficient supervision and enforcement.
On 12 June 2014, a new regulatory package of market abuse, Market Abuse Regulation and Directive on criminal sanctions for market abuse, has been adopted. And several changes will be made concerning the EU market manipulation regime. A wider scope of the regime and a new prohibition of attempted market manipulation will ensure the prevention of market manipulation at large. The AMPs will be subject to strict scrutiny of ESMA to reduce divergences in implementation. In order to enhance efficiency of supervision and enforcement, powers of national competent authorities will be strengthened, ESMA is imposed more power to settle disagreement between national regulators, and the administrative and criminal sanctioning regimes are both further harmonized.
In addition, the protection of fundamental rights is stressed by the new market manipulation regime, and some measures are provided to guarantee its realization. Further, the success EU market manipulation regime could be of significant reference to China, helping China to refine its immature regime.
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La cooperazione giudiziaria in rete nello spazio di liberta', sicurezza e giustizia / Network-based judicial cooperation within the Area of Freedom Security and JusticeAmato, Rosanna <1981> 13 June 2014 (has links)
L’oggetto del lavoro si concentra sull’analisi in chiave giuridica del modello di cooperazione in rete tra le autorità nazionali degli Stati membri nel quadro dello Spazio LSG, allo scopo di valutarne il contributo, le prospettive e il potenziale. La trattazione si suddivide in due parti, precedute da una breve premessa teorica incentrata sull’analisi della nozione di rete e la sua valenza giuridica. La prima parte ricostruisce il percorso di maturazione della cooperazione in rete, dando risalto tanto ai fattori di ordine congiunturale quanto ai fattori giuridici e d’ordine strutturale che sono alla base del processo di retificazione dei settori giustizia e sicurezza. In particolare, vengono elaborati taluni rilievi critici, concernenti l’operatività degli strumenti giuridici che attuano il principio di mutuo riconoscimento e di quelli che danno applicazione al principio di disponibilità delle informazioni. Ciò allo scopo di evidenziare gli ostacoli che, di frequente, impediscono il buon esito delle procedure di cooperazione e di comprendere le potenzialità e le criticità derivanti dall’utilizzo della rete rispetto alla concreta applicazione di tali procedure. La seconda parte si focalizza sull’analisi delle principali reti attive in materia di giustizia e sicurezza, con particolare attenzione ai rispettivi meccanismi di funzionamento. La trattazione si suddivide in due distinte sezioni che si concentrano sulle a) reti che operano a supporto dell’applicazione delle procedure di assistenza giudiziaria e degli strumenti di mutuo riconoscimento e sulle b) reti che operano nel settore della cooperazione informativa e agevolano lo scambio di informazioni operative e tecniche nelle azioni di prevenzione e lotta alla criminalità - specialmente nel settore della protezione dell’economia lecita. La trattazione si conclude con la ricostruzione delle caratteristiche di un modello di rete europea e del ruolo che questo esercita rispetto all’esercizio delle competenze dell’Unione Europea in materia di giustizia e sicurezza. / This thesis deals with the legal analysis of the network-based model of cooperation between national authorities of the EU Member States within the Area of Freedom Security and Justice – AFSJ. The aim is to evaluate the contribution and the potential of such a model. The dissertation is divided into two parts, which are preceded by an introductory section dealing with the analysis of the notion of network and its legal value. With a view to provide a deeper understanding of this phenomenon, the first part intends to portray the emergence of networking between judicial and law enforcement authorities. In this part, also the driving factors (both legal and structure-related), which have triggered such a process are highlighted. In particular, attention is paid to both the legal instruments applying the principle of mutual recognition and those applying the principle of availability. The rationale is to identify the obstacles hindering the effective implementation of the cooperation procedures and to understand the role played by networks in this respect.
The second part of the dissertation analyses the main networks operating in the justice and security fields, with a special focus on the features characterizing these flexible arrangements and their methods of operation. The dissertation is divided into two parts reviewing a) networks supporting the effective application of both the mutual assistance procedures and the legal instruments implementing the principle of mutual recognition and b) networks dealing with the informative cooperation, ensuring a faster exchange of law enforcement information across national borders. Special attention is paid to networks dealing with the economic dimension of crime. Finally, the main features of a “European network model of cooperation” are identified as well as the role played by such a model in respect to the exercise of the EU competences in the AFSJ.
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Insolvencia en la Unión Europea: el principio de universalidad en los procedimientos concursales transfronterizos / Insolvenza nell'Unione Europea: il principio di universalita nelle procedure concorsuali transfrontaliere / European insolvency: universality principle in cross-border insolvency proceedingsOrtega Rueda, Jose' David <1988> January 1900 (has links)
El principio de universalidad constituye uno de los ejes fundamentales de los procedimientos de insolvencia. En su virtud, se ofrece un tratamiento procesal omnicomprensivo a la situación económica y patrimonial del deudor común, de manera que se puedan satisfacer los créditos de una pluralidad de acreedores de una forma más equitativa y justa.
El objeto de la presente tesis doctoral, como aparece reflejado en su título, consiste en analizar cómo se proyecta el mencionado principio de universalidad concursal en los procedimientos de insolvencia transfronterizos que tienen lugar en la Unión Europea. En el contexto de su mercado interior, la intensidad de los intercambios comerciales entre los Estados miembros obliga a conjugar la vis attractiva concursus con una de las características por excelencia de la actividad mercantil: la vis expansiva commertius. Sólo en la medida que el legislador europeo ofrezca una regulación adecuada a este reto, será posible salvaguardar la seguridad jurídica en el tráfico civil y el buen funcionamiento del espacio económico de la Unión.
El análisis se estructura en un total de cuatro capítulos, a lo largo de los cuales se tratará esta problemática en toda su extensión. En los dos primeros capítulos se observará sus antecedentes en el ámbito del Derecho civil, bajo la forma del instituto jurídico de la responsabilidad patrimonial universal para, a continuación, estudiar cómo se vertebra el principio de universalidad en el Derecho concursal. En el tercer capítulo se abordará la dimensión internacional de la insolvencia, tanto en un plano general como en el marco de la Unión Europea. Por último, en el cuarto capítulo, se examinará en qué modo se plasma el principio de universalidad en el Reglamento (UE) 2015/848 del Parlamento Europeo y del Consejo, de 20 de mayo de 2015, sobre procedimientos de insolvencia. / The principle of universality constitutes one of the cornerstones of insolvency proceedings. Thereunder, an all-inclusive procedural treatment for the economic situation of the common debtor is offered in such a way that the loans from a plurality of creditors can be satisfied in a more equitable and fair manner.
The aim of this doctoral thesis, as reflected in its title, is to analyse how the principle of universality is projected in insolvency proceedings that take place in the European Union. In the context of its internal market, the intensity of the commercial exchanges between Member States compels to conjugate the vis attractiva concursus with one of the distinctive features of commercial activity: the vis expansiva commertius. Safeguarding the legal certainty in private trade and the proper functioning of the European Economic Area will only be possible if the European legislator offers an appropriate regulation to this challenge.
The analysis is structured in four chapters, throughout which this issue will be dealt in its full scope. The first two chapters contain its background in the field of civil law, in the form of universal asset liability, and the examination of the universality principle in insolvency law. The third chapter considers the international dimension of insolvency, both on a global and European level. Finally, the fourth chapter discusses in detail how the principle of universality is translated into Regulation (EU) 2015/848 of the European Parliament and of the Council, of 20 May 2015, on insolvency proceedings.
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