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Roma, tra storia ed archeologia: religione, istituzioni, territorio nell'epoca delle origini

Cairo, Giambattista <1974> 14 May 2009 (has links)
My research tells about the origins of Rome. I think that Rome became a civil community under king Tullus Hostilius who transformed a federation of villages in a city. Perhaps he retook a project of his grandfather, Hostus Hostilius. I think also that the tradition on the early Rome was elaborated by Servius Tullius’ court and his motivations must be researched in the relations between this king and Tarquin’s dynasty. Finally I formulated some particular theories on the comitia centuriata and their evolution and on the international politic of Servius Tullius.
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La Liburnia settentrionale in età romana: studi di geografia ed istituzioni

Vitelli Casella, Mattia <1983> 13 July 2011 (has links)
Il lavoro è una rassegna di fonti letterarie antiche, greche e latine fino alla fine del II sec. d.C., della Liburnia, ossia la regione storica intorno al golfo del Quarnaro, comprese le isole. Oltre ad un’analisi dei singoli passi degli autori citati al termine di ogni città o altro luogo geografico indicato si trova una scheda riassuntiva in cui si fa il punto dei dati che derivano dalle fonti citate, per vedere in che cosa esse sono utili per tracciare un quadro complessivo dell’abitato nell’epoca antica. Naturalmente, per procedere ad un lavoro di questo genere, si fa un costante confronto con gli altri tipi di fonti presenti, in gran parte quelle archeologiche ed epigrafiche, necessarie per la storia sociale ed istituzionale delle località in questione. Laddove i toponimi non indichino città, ma altri luoghi piuttosto si dedica spazio alla localizzazione geografica in situazione spesso di contraddizione tra la dottrina, non sempre recente ed aggiornata con le ultime scoperte epigrafiche, in particolare di cippi confinari. Scopo finale della tesi è appunto quello di verificare luogo per luogo quali progressi possano essere fatti, per definire in modo preciso da un lato la geografia fisica della regione e dall’altro la storia istituzionale e la Romanizzazione dei centri, che non fu uniforme ed organica.
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Il Latino nell'Epigrafia della Siria romana dal I secolo d. C. all'età di Diocleziano: una selezione preliminare

Valchera, Valeria <1981> 13 July 2011 (has links)
No description available.
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Le Augustae nel quotidiano municipale fra I e II sec. II d.C.

Somà, Irene <1976> 13 July 2011 (has links)
No description available.
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Ex occulto carpere agmen: la guerriglia antiromana in Britannia e in Giudea / Ex occulto carpere agmen: anti - Roman guerrilla warfare in Britannia and in Judaea

Bellino, Vincenzo <1981> 17 September 2012 (has links)
Scopo di questo lavoro è quello di analizzare le componenti tattiche, strategiche e sociali della guerriglia antiromana in Britannia e in Giudea, in un periodo che va dal I secolo a. C. al III secolo d. C., con l'obiettivo di mettere in luce la differente efficacia delle tattiche non ortodosse rispetto a quelle convenzionali; e di analizzare le risposte teoriche ed empiriche concepite dai Romani per affrontare questa forma di lotta. La tesi è stata articolata nel modo seguente: una prima parte analizza gli aspetti tattici, strategici e sociali della guerriglia e della controguerriglia, anche attraverso il metodo comparativo, mettendo cioè a confronto alcuni dei principali testi sulla guerra non convenzionale redatti in epoche e contesti diversi, dai quali si è cercato di delle costanti potenzialmente applicabili a qualsiasi periodo storico e a qualsiasi area geografica. Nella seconda parte si cerca di applicare tali costanti alla realtà storico – sociale dell'impero romano. Particolare attenzione è stata riservata al rapporto tra la mentalità romana, basata sul concetto di bellum iustum, e le tattiche non ortodosse. La terza e la quarta parte analizzano la resistenza antiromana in Britannia e in Giudea, mettendone in luce tutti gli aspetti, in particolare quelli legati alla guerriglia rurale, a quella urbana, al terrorismo, all'evoluzione della guerriglia da guerra per bande a guerra convenzionale e alla controguerriglia. La scelta di queste due province non è casuale. In province così lontane e diverse tra loro, Roma inviò spesso gli stessi generali esperti di controguerriglia. Questo particolare permette di notare la presenza, a Roma, di una grand strategy che, consapevole del fenomeno della guerriglia, ne affidò la repressione agli stessi generali, specialisti della controguerriglia, non esitando a spostarli, in caso di necessità, da un capo all'altro dell'impero. / Aim of this work is the analysis of the strategical, tactical and social aspects of the anti – roman guerrilla warfare in Britannia and Judaea, from the first century B.C. to the III A. D. The target is to underline the differences between conventional and irregular warfare and to analyze the theoretical and practical Roman answers to this particular method of fighting. The first part of the thesis analyzes the characteristics of guerrilla warfare with the use of comparative method, that is comparing some of the most important works about guerrilla written in different periods and historical contexts, trying to obtain some constant rules, potentially applicable in every historical period and geographical area. In the second part there is an attempt to apply these rules to the Roman empire, with particular attention on the relations between the Roman concept of bellum iustum and the irregular strategy. In the third and fourth part there is an analysis of the anti – Roman resistance in Britannia and in Judaea, with particular attention on rural guerrilla, urban guerrilla, terrorism, about the evolution from war of gangs to conventional warfare and about Roman counter - guerrilla. The choice of these two provinces in not casual, because in both, in spite of distance and geographical differences, Rome sent the same generals, expert in counter – guerrilla. This aspect underline the presence, in Rome, of a grand strategy that, conscious of the importance of guerrilla warfare, entrusted the same generals of her repression, without any hesitation in moving them from one end to another of the empire.
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La ricostruzione dell'assetto topografico della VI regio augustea di Roma dal periodo repubblicano all'età tardoantica / The reconstruction of the topography of the Augustan regio VI of Rome from the republican period until the Late Antiquity

Bruzzesi, Marco <1977> 16 September 2013 (has links)
La VI regio augustea di Roma rappresenta uno dei settori urbani maggiormente investiti dalle modifiche radicali compiute dall’uomo nel processo di urbanizzazione della città che ne hanno modificato profondamente la situazione altimetrica e la conformazione originaria. Questi notevoli cambiamenti ebbero origine sin dall’età antica, ma si intensificarono profondamente soprattutto nel periodo rinascimentale quando a partire da Pio IV e soprattutto con Sisto V, attivo in tante altre zone della città, si svilupparono numerose opere di rinnovamento urbanistico che incisero notevolmente sul volto e sulle caratteristiche della zona in esame. A partire dal Rinascimento fino ad arrivare ai grandi scavi della fine del 1800 tutto il quartiere incominciò a “popolarsi” di numerosi edifici di grande mole che andarono ad intaccare completamente le vestigia del periodo antico: la costruzione del Palazzo del Quirinale e dei vari palazzi nobiliari ma soprattutto la costruzione dei numerosi ministeri e della prima stazione Termini alla fine dell’800 comportarono numerosi sventramenti senza la produzione di una adeguata documentazione delle indagini di scavo. Questa ricerca intende ricostruire, in un’ottica diacronica, la topografia di uno dei quartieri centrali della Roma antica attraverso l’analisi dei principali fenomeni che contraddistinguono l’evoluzione del tessuto urbano sia per quanto riguarda le strutture pubbliche che in particolar modo quelle private. Infatti, il dato principale che emerge da questa ricerca è che questa regio si configura, a partire già dal periodo tardo-repubblicano, come un quartiere a vocazione prevalentemente residenziale, abitato soprattutto dall’alta aristocrazia appartenente alle più alte cariche dello Stato romano; oltre a domus ed insulae, sul Quirinale, vennero costruiti lungo il corso di tutta l’età repubblicana alcuni tra i più antichi templi della città che con la loro mole occuparono parte dello spazio collinare fino all’età tardoantica, rappresentando così una macroscopica e costante presenza nell’ingombro dello spazio edificato. / The Augustan VI Regio of Rome is one of the most urban areas hit by man-made radical changes in the process of urbanization of the city that have fundamentally altered the situation altitude and the original conformation. These remarkable changes originated from the age old but deeply intensified especially during the Renaissance when starting Pius IV and above with Sixtus V, active in many other areas of the city, developed numerous works of urban renewal that they recorded significantly on face and on the characteristics of the area. Since the Renaissance up to the large-scale excavations in the late 1800s around the neighborhood began to "populate" to many buildings of great size that went to undermine completely the vestiges of the ancient period: the construction of the Palazzo del Quirinale and the various palaces but especially the construction of numerous ministries and the first station Termini to the 800 behaved numerous eventrations without the production of a proper documentation of investigations of excavation. This research aims to reconstruct, in a diachronic way, the topography of one of the central districts of ancient Rome through the analysis of the main phenomena that characterize the evolution of the urban fabric both in terms of public buildings especially private ones. In fact, the main result that emerges from this research is that regional configuring, starting as early as the late Republican period, as a vocation mainly residential district, inhabited mainly by the high aristocracy belonging to the highest offices of the Roman state; as well domus and insulae, on the Quirinal, were built along the course of the republican age some of the oldest temples of the city with their size of the space occupied hill until Late Antiquity, representing a macroscopic and constant presence overall size of the space center.
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L(ocus) d(atos) d(ecreto) d(ecurionum): La concessione di spazi pubblici nelle comunita' cittadine dell'italia romana / L(ocus) d(atus) d(ecreto) d(ecurionum): the granting of public spaces in the urban communities of Roman Italy

Pistarino, Valentina Emanuela <1981> 23 May 2014 (has links)
La tesi riguarda la concessione di spazi di proprietà pubblica a privati, intesi come singole persone o enti, quali ad esempio i collegi, da parte delle autorità cittadine. Le fonti a disposizione per indagare tale pratica burocratica sono quasi totalmente di natura epigrafica, per lo più attestanti l’espressione locus datus decreto decurionum, variamente abbreviata, o formule similari. Questo aspetto della vita civica è stata cursoriamente oggetto di studio in diversi contributi, ma si tratta di articoli che circoscrivono il tema, analizzandolo in relazione a ristrette aree geografiche, oppure considerandone determinati aspetti (ad esempio l’ambito sacro o quello funerario). Si è perciò ritenuto utile proseguire questa linea di ricerca affrontando uno studio di più ampio raggio, che comprenda la documentazione epigrafica dell’intero territorio italico (costituito dalle undici regioni augustee ad esclusione di Roma), per tutte le tipologie testuali (iscrizioni sacre, funerarie, onorarie, su opera pubblica, exempla decreti), allo scopo di formulare osservazioni più precise e puntuali sulla procedura burocratica in esame, pur con tutti i limiti noti a chi affronti questo genere di indagine. Tra le conclusioni raggiunte, è emerso come durante il I-II sec. d.C. vi fosse la tendenza a concedere, sporadicamente, dei loca sepulturae extraurbani a membri delle famiglie delle élites cittadine, anche donne e fanciulli, mentre il foro e le altre aree pubbliche interne alla città erano soprattutto utilizzate direttamente dai decurioni per l’elevazione di dediche e statue. Nel corso del II sec. d.C., con massima diffusione nell’età antonina e poi in quella severiana, prese invece piede l’uso privato a scopo onorario degli spazi pubblici siti all’interno delle città, ovvero in aree prima pressoché precluse all’intervento di singoli cittadini: familiari e liberti, collegi e altri organismi commissionavano statue dedicate prevalentemente agli amministratori locali, magistrati cittadini spesso divenuti anche cavalieri. / The thesis deals with the granting of public spaces to privates, defined as individuals or entities, such as colleges, by the city authorities. The sources available to investigate this bureaucratic practice are almost entirely the epigraphic ones, mostly showing the expression locus datus decreto decurionum, variously abbreviated, or similar formulas. This aspect of civic life has been sporadically studied in a number of contributions, but these are items that surround the topic, analyzing it in relation to restricted geographical areas, or considering certain aspects (such as the funerary or sacred sphere). It was therefore considered useful to continue this line of research tackling a study of more wide-ranging, including the epigraphic documentation of the entire Italian territory (consisting of the eleven Augustan regions with the exception of Rome), for all types of texts (sacred, funerary, honorary, on public works, exempla decreti) in order to express observations on the bureaucratic procedure in question, even with all the limits known to those who deal with this kind of investigation. Among the conclusions, it emerged that during the I-II century A.D. there was a tendency to sporadically grant loca sepulturae to the families’ members of the urban élites, including women and children, while the forum and other public areas inside the cities were directly used by the decuriones for the elevation of dedications and statues. During the second century AD, with maximum diffusion in the Antonine and Severan age, the private use of public spaces within the city for honorary aims increased, using areas previously almost precluded to the intervention of individual citizens: families and freedmen, colleges and other organizations commissioned statues mainly dedicated to local administrators, often also become equites.
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'Domum servavit'. La responsabilità economica delle donne romane tra guerre civili e Principato. Economia e diritto per una storia di genere

Vettori, Giulia January 2018 (has links)
La ricchezza femminile rappresentava una componente di assoluto rilievo nella vita delle città dell'Impero, come rivela in modo macroscopico l'evidenza epigrafica, opportunamente valorizzata anche dagli orientamenti più recenti della ricerca. Ma cosa accade se si volge lo sguardo alla dimensione privata della gestione e della trasmissione del patrimonio? È possibile individuare, quantomeno de facto, una responsabilità nell'amministrazione delle ricchezze da parte delle donne? In quali termini queste ultime potevano concorrere alla prosperità finanziaria delle loro famiglie? Prendendo le mosse da una rilettura degli epitaffi dedicati alle 'matronae', spesso commemorate proprio attraverso espliciti riferimenti alle loro qualità di amministratrici domestiche, il lavoro si propone di indagare la rilevanza del contributo femminile all'economia di una 'domus' aristocratica nel periodo compreso tra le guerre civili e il primo Principato. Nella prima parte della ricerca (Capitolo Primo), sottoposta a riconsiderazione critica l'attendibilità dell'idea che il principale apporto economico muliebre fosse limitato alla lavorazione della lana, viene analizzata la centralità del ruolo matronale nella supervisione della 'domus', che nel quadro delle economie preindustriali rappresentava molto più di una struttura abitativa o di uno spazio funzionale all'autorappresentazione del proprietario, fungendo piuttosto anche da vero e proprio centro di produzione, conservazione e organizzazione dell'intero patrimonio. Nella seconda parte della tesi, il contributo della matrona all'economia della 'domus' viene valutato sotto il profilo più strettamente finanziario, concentrando l'attenzione rispettivamente sulla dote (Capitolo Secondo), sui beni ereditari (Capitolo Terzo) e sui negotia (Capitolo Quarto). Tra la tarda Repubblica e il primo Impero, infatti, il patrimonio di una 'domus' aristocratica poteva contare su due diversi apporti, rigorosamente distinti e ugualmente significativi: da un lato quello del 'paterfamilias', dall'altro quello della 'materfamilias', non solo, dunque, moglie e madre, ma anche domina, titolare di diritti patrimoniali e di capacità di agire. Il lavoro evidenzia che assumere la 'domus' quale 'focus' dell'indagine costituisce una prospettiva tutt'altro che limitativa: dall'esame delle fonti, in effetti, traspare come la soggettività patrimoniale femminile non esaurisse la propria rilevanza in un'ottica esclusivamente privatistica, assurgendo invece, negli equilibri socio-politici di un ordinamento censitario quale quello romano, a elemento di rilevanza strategica, non a caso sovente oggetto d'attenzione anche da parte del potere imperiale.
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Hispania Tarraconensis tributim discripta / Hispania Tarraconensis Tributim Discripta

FASOLINI, DONATO 10 April 2008 (has links)
Il presente lavoro, dal titolo Hispania Tarraconensis tributim discripta, si prefigge l'intento, sulla scorta del lavoro di W. Kubitschek, Imperium Romanum tributim discriptum, Praga 1888, e di R. Wiegels, Die Tribusinschriften des römischen Hispanien. Ein Katalog, Berlin 1985, aggiornando quest'ultimo in base alla ricca documentazione emersa fino ad oggi dall'epoca della sua pubblicazione, di analizzare l'ascrizione tribale nella provincia Tarraconensis, da Augusto, autore della sistemazione delle province Iberiche, fino alla fine del II secolo. L'esame della ascrizione tribale ha consentito uno studio della distribuzione delle popolazioni nelle tribù territoriali dopo l'acquisizione della civitas, rilevando i criteri sottesi dal processo di progressiva razionalizzazione dell'amministrazione provinciale. L'analisi è stata condotta principalmente attraverso le fonti epigrafiche che, data la loro natura forniscono informazioni storiche puntuali, riguardanti un preciso e definito momento storico, e le recentissime e altrettanto importanti acquisizioni. Questa metodologia è stata integrata dall'apporto delle altre fonti disponibili: letterarie, archeologiche e numismatiche. / The present work, entitled Hispania Tarraconensis tributim discripta, following W. Kubitschek's Imperium Romanum tributim discriptum, Prague 1888, and R. Wiegels' Die Tribusinschriften des römischen Hispanien. Ein Katalog, Berlin 1985, and updating the latter according to the ample documentation emerged so far since the days of its publication, intends to analyse the tribal ascription in the province Tarraconensis, from August, who organised the Iberian province, until the end of the II century. The test of the tribal ascription has permitted a study of the populations distribution in the territorial tribe after the acquisition of the civitas, so detecting the criteria implied in the process of progressive rationalization of the provincial administration. The analysis has been conducted mainly with the epigraphic sources which, given their nature, supply with accurate historical information regarding a certain and defined historical era, and the more recent and equally important acquisitions. This methodology has been integrated with the contribution of the other available sources: literary, archaeological and numismatic.
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I liberti imperiali nella vita dei municipia italiani: presenze e assenze

Trivellato, Davide 25 October 2023 (has links)
Argomento centrale della ricerca è il rapporto tra liberti imperiali e comunità cittadine in Italia durante i primi secoli dell'impero. Sulla base della raccolta e dell'esame del materiale epigrafico si è cercato di ricostruire il ruolo del gruppo sociale libertino nelle città, i loro legami con il territorio e con gli altri cittadini, la loro disponibilità economica e, di conseguenza, i principali ambiti di investimento. Il quadro che è emerso evidenzia una diffusa eterogeneità, sia nello spazio che nel tempo, delle manifestazioni della presenza libertina sul suolo italico.

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