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Donne e politica a Roma tra III e II secolo a.C. / Women and Politics in Ancient Rome from IIIrd Century B.C. to II Century B.C.

VALENTINI, ALESSANDRA 26 March 2010 (has links)
Negli ultimi decenni il tema della condizione femminile nel mondo antico è stato oggetto di innumerevoli studi che hanno analizzato ogni aspetto del ruolo della donna nella società. Si è rilevato, tuttavia, che la critica moderna ha posto l’attenzione in modo cursorio e mai sistematico sugli aspetti e le implicazioni degli interventi femminili in campo politico . La ricerca ambisce di esaminare in quale modo si sia prodotto il coinvolgimento delle donna nelle dinamiche politiche della società romana per l’arco cronologico compreso tra il III e il II secolo a.C. prestando particolare attenzione all’evoluzione e alle finalità di questo rapporto così come la tradizione antica ne reca memoria. La partecipazione politica per le donne non è prevista in nessuna forma dal mos maiorum e, tuttavia, gli autori antichi testimoniano in più occasioni in cui sono i soggetti femminili a prendere parte attiva alla vita politica della città. Sono queste vicende che costituiscono il focus di questa ricerca che si propone l’obbiettivo di definire le modalità del rapporto donne e politica, individuando le occasioni, le circostanze e le dinamiche della partecipazione femminile alla vita politica della Roma del III e II secolo a.C. / In the last decades scholars focused on every aspects of the women position in Ancient Roman society. However several works paid attention in no systematic way on aspects and implications of female political presence. This research focus on the female political participation and try to explain in which way Roman women play an active role in Roman politics between IIIrd and IInd century B.C. with specific attention to the identification of the evolution and the aims of this role as mentioned in ancient authors. In fact the mos maiorum doesn’t embrace women active participation in politics but anyway ancient authors frequently remember women play a first part in Roman politics. These events are the focus of the research and its aims is to explain the dynamics, the occurrences and circumstances of women political participation from the ancient authors’ mentions.
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LUCIUS ANNEUS SENECA. UN COMMENTO FILOSOFICO, STORICO E STILISTICO DELL'EPISTULA AD LUCILIUM 94.1-51

MONTAGNA, CARLOTTA 12 June 2018 (has links)
La tesi verte sull’attività politica e filosofica di Seneca. Si dimostra che Seneca fu un politico, che fece uso della proprie conoscenze filosofiche come di un instrumentum regni, prima, quando fu il maestro di Nerone (durante il cosiddetto Quinquennium felix), in seguito, quando compose le Epistulae Morales ad Lucilium. Con questo corpus di lettere Seneca ambiva a fornire un’educazione etica ai futuri leaders politici, che avrebbero dovuto governare conformemente alla filosofia stoica. Inoltre, nella tesi si dimostra che Seneca considerava la poltica come un instrumentum philosophiae, in quanto attraverso l’attività politica la contemplazione filosofica si volge in azione, che guida l’esistenza umana. La seconda parte della tesi fornisce un commento lemmatico, filosofico, storico e stilistico, dell’Epistula 94.1-51. In questo testo Seneca esprime la propria visione progressita della vita individuale e sociale. Suggerisce inoltre di guardare a lui come all’Agrippa di Età neroniana, impegnato a combattere contro la decadenza morale di Roma. Seneca ci consegna anche la chiave di accesso alla comprensione del Principato neroniano, con particolare attenzione posta alla Domus Aurea. / This thesis focuses on Seneca’s political and philosophical work. I show that Seneca was a politician who made use of his philosophical knowledge as an instrumentum regni, before, when he was Nero’s tutor (during the so-called Quinquennium felix), after, when he wrote his Epistulae Morales ad Lucilium. With his body of letters, he aimed to provide ethical education to future political leaders ruling according to Stoic philosophy. Moreover, this thesis shows that Seneca regarded politics as an istrumentum philosophiae, as through politics philosophical contemplation turns into action, directing human life. The second part of this thesis provides a lemmatic philosophical, historical and stylistic commentary of Seneca’s Epistula 94.1-51. In this letter Seneca confers his progressive view of individual and social life. He also suggests to us to regard himself as the Neronian Agrippa, busy fighting against moral decadence in Rome. He also gives us the key to understand the Neronian Age, in greater detail the Domus Aurea.
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Re Filippo V, i Macedoni e le leghe greche (229-217 a.C.) / KING PHILIP V. THE MACEDONIANS AND THE GREEK LAEGUES (229-217 B.C.)

D'AGOSTINI, MONICA 01 March 2018 (has links)
Sebbene Filippo V sia uno dei monarchi antichi meglio attestati nella tradizione letteraria ed epigrafica, la complessità della sua regalità sfugge ancora alla ricerca storica moderna, che finora ha preferito concentrarsi sulla coeva espansione romana nel Mediterraneo. Dopo la vecchia monografia di Walbank (1940; 19602), la tesi costituisce dunque la prima analisi politica della basileia di Filippo V e della sua relazione con le leghe greche alla fine del III secolo a.C. La ricerca collega all'orizzonte politico e istituzionale ellenistico i primi 12 anni di governo di Filippo V (229-217 a.C.) ripercorrendo le fasi dell’azione politica del re: una prima fase riguarda principalmente il ruolo di Filippo durante la reggenza e il regno di Antigono Dosone; una seconda fase esplora tra il 222 e il 220 l'inizio della guerra con gli Etoli; una terza sezione è dedicata all'apertura di un fronte navale nel 219 e al successo della campagna etolica. La quarta parte indaga sull'impegno del 218 in Peloponneso di Filippo, mentre l'ultima sezione approfondisce l’azione diplomatica e militare di Filippo nel 217 e gli accordi di pace a Naupatto. Anche grazie alla buona documentazione epigrafica e letteraria, Filippo V è un paradigma unico per ridefinire il significato della regalità ellenistica. Considerando i suoi legami dinastici, la politica giudiziaria, le innovazioni militari, le relazioni diplomatiche e le riforme amministrative prima dell'intervento romano in Oriente, la ricerca tenta di fornire una prima descrizione e un'analisi della monarchia macedone matura e della sua relazione con il mondo greco; cerca inoltre di stabilire le caratteristiche della regalità ellenistica macedone nel momento dell’incontro con la potenza romana, nel tentativo di distinguere le sue peculiarità nel III secolo rispetto a quelle dell'età di Alessandro, a prescindere dalle deformazioni della propaganda di parte romana. / Although Philip V is one of the best epigraphically and literarily attested ancient monarchs, the structure, performance, and the rationale of his kingship still elude modern scholarship, which has hitherto preferred to focus on the coeval Roman expansion in the Mediterranean. The following is the first political analysis of the ancient Macedonian basileia and its relation with the Greek Leagues at the end of the 3rd century BC. The research connects the first 12 years of rule of Philip V (229-217 BC.) to the Hellenistic political and institutional horizon, and distinguishes five chronological stages of Philip’s reign according to the political agency of the king: an early stage between Demetrios II’s death in 229 and 222, mainly concerned with Philip’s role during Antigonos Doson’s rule and the ascension to the throne; a second phase between 222 and 220 exploring the beginning of the war with the Aitolians; a third section devoted to the opening of a naval front in 219 and the successful Aitolian campaign. Part four investigates Philip’s 218 Peloponnesian engagement, while the last section expands on Philip’s 217 diplomatic and military agency and the peace agreements in Naupactos. Considering his dynastic ties, court politics, military innovations, diplomatic relations and administrative reforms before the Roman intervention in the East, the work attempts to provide a source-based first description and analysis of the mature Macedonian monarchy and its relation with the Greek world. It tries to establish the features of the Mediterranean kingship encountered by the Roman expansion, in the attempt to distinguish those attested in 3rd century Macedonia from those inferred from Alexander’s age evidence, and from the Roman biased propaganda.
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Fenomeni identitari e appartenenza religiosa: problemi storiografici e aspetti politici della cristianizzazione dei Goti

Gheller, Viola January 2014 (has links)
La tesi si propone di dimostrare la fallacia delle varie ricostruzioni relative alla cristianizzazione di massa dei Goti, che pongono l'accento di volta in volta sul ruolo di Ulfila o di Valente, e sul portato identitario del cristianesimo subordinazionista abbracciato dai barbari. In effetti, il fenomeno di conversione è ben più complesso e si svolge tra il III e il V secolo, intrecciandosi continuamente con le relazioni politiche e diplomatiche tra Romani e Goti. La vera e propria "conversione di massa" non può dirsi conclusa prima dello stanziamento dei Goti in Aquitania nel 418. Solo con il regno di Teoderico II, e ancor più all'epoca di Eurico e Alarico II, i re di Tolosa iniziano a proporre la propria fede religiosa come elemento identitario e come "strategy of distinction" rispetto ai Romani residenti in Gallia.
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CINCINNATO E LA GENS QUINZIA: GENESI DI UN PARADIGMA / Cincinnatus and the gens Quinctia: genesis of a paradigm

MAZZOTTA, MARIA CHIARA 04 April 2016 (has links)
la ricerca si propone lo studio della figura di Lucio Quinzio Cincinnato, paradigma di vir Romanus della prima età repubblicana, e della sua gens di appartenenza, la gens Quinzia, lungo tutto l'arco della sua esistenza. Scopo del lavoro è quello di decodificare come è stata costruita nel tempo, da parte della cultura romana, la figura esemplare di Cincinnato, evidenziando gli eventuali aspetti storici della sua vicenda e le possibili stratificazioni storiografiche e “ideologiche” successive che ne hanno fatto un personaggio paradigmatico della storia di Roma. / The research aims to study the figure of Lucius Quinctius Cincinnatus, a paradigmatic vir Romanus of the early roman Republic, and his belonging clan, the gens Quinctia, throughout its existence. Aim of the work is to decode how it was built over time by the roman culture, the exemplary figure of Cincinnatus, highlighting any historical aspects of his story and the subsequent historiographical and "ideological" layers that have made it a paradigmatic character of the roman history.
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Tessellata vitrea in età tardoantica e altomedievale: archeologia, tecnologia, archeometria. Il caso di Milano / Tessellata vitrea in Late Antiquity and the Early Middle Ages: archaeology, technology, archaeometry. The case of Milan

NERI, ELISABETTA 30 March 2012 (has links)
La tesi indaga la produzione e la messa in opera delle tessere musive e dei sectilia parietali in paste vitree in epoca tardoantica e altomedievale, studiando in particolare il caso di Milano. Nella prima parte viene esaminato il processo di produzione del vetro musivo, poco noto nella documentazione edita, ma estremamente fecondo per la ricostruzione degli scambi commerciali e culturali del periodo esaminato. Con vari strumenti (etnoarcheologia, ricettari, analisi archeometriche, resti archeologici, fonti economiche, stime quantitative, documentazione di restauro) vengono rintracciati gli indicatori di riconoscibilità di un atelier che produce piastre musive colorate e a foglia d’oro, i marker di cronologia, provenienza e tecnologia ottenibili dalle analisi chimiche sul vetro musivo e l’esito materiale dei gesti eseguiti da chi mette in opera rintracciabili sui frammenti. Nella seconda parte sono affrontate le problematiche specifiche del caso milanese. In particolare viene riconsiderata l’ipotesi dell’esistenza di una bottega milanese per la realizzazione e la posa di tessellata vitrea. A fronte di una bibliografia contraddittoria sulla datazione e il contesto culturale in seno a cui sarebbero nate queste competenze, vengono valutati i resti archeologici di decorazioni musive parietali (lacerti e tessere sciolte) e vengono caratterizzati con analisi archeometriche. Viene così determinata la diffusione dell’arte, contestualizzato quanto ancora conservato e stabilito quali apporti commerciali e culturali ha comportato la realizzazione dei mosaici milanesi. I resti archeologici, le fonti letterarie, le attestazioni iconografiche, le analisi archeometriche, pur nella loro difficile lettura, permettono di riconoscere tre momenti di diffusione dell’arte musiva: l’età tardo-imperiale, l’età gota e i secoli finali dell’altomedioevo. Per ogni periodo vengono analizzati tre casi significativi: la basilica di San Lorenzo (fine IV-inizi V sec.), il battistero di San Giovanni alle Fonti (fine V-VI sec.) e la basilica di Sant’Ambrogio (V-VI e X sec.). La ricerca contribuisce a diverse problematiche aperte: la tecnologia del vetro, gli elementi di continuità e innovazione rispetto alle tecniche romane, la decorazione parietale dei monumenti milanesi, le scelte dei committenti che hanno finanziato gli edifici, l’investimento necessario, le relazioni intraprese per realizzare le opere. / The thesis studies the production and layout of wall mosaic tesserae and of glass paste sectilia in late antique and early medieval times, focusing in particular on the case of Milan. The first part examines the productive process of glass mosaics to reconstruct the commercial and cultural exchanges of the studied period. Different tools (ethnoarchaeology, technical recipes, archaeometric analyses, archaeological remains, economic sources, quantitative estimates, restoration reports) are used to track the indicators of a workshop producing coloured and gold-leaf mosaic plates, to identify the markers of mosaic glass history and technology from chemical analysis, and to detect the material results on the remains of the actions performed by the craftsmen. The second part investigates the specific issues of the case of Milan. In particular, it reconsiders the hypothesis of the existence of a Milanese workshop that manufactures and lays out glass tesserae, approached so far in a contradictory literature in term of chronology and cultural framework. The archaeological remains, literary sources, iconographic testimonies, and archaeometric analyses, despite their difficult interpretation, allow identifying three stages of diffusion of mosaic art in Milan: the late Imperial age, the age of the Goths, and the final centuries of the Early Middle Ages. Three significant cases are analyzed for each of these periods: the Basilica of San Lorenzo (late 4th-early 5th c.), the baptistery of San Giovanni alle Fonti (end 5th-6th c.) and the Basilica of Sant’Ambrogio (5th-6th and 10th c.). This research contributes to the state of several open questions: the technology of glass, the preserved or innovative features with respect to Roman techniques, the mural decoration of Milanese buildings, the choices of the customers who have financed the buildings, the investment required, the social and commercial relations established in order to carry out the works.
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'AFRICITAS'. INSURREZIONI, SECESSIONI E USURPAZIONI NELL'AFRICA DELLA PRIMA ETA' IMPERIALE (31 A.C. - 70 D.C.) / 'Africitas'. African insurrections, secessions and usurpations during the early Roman Empire (31 a.C.-70 d.C.)

BONIS, EMANUELE 30 April 2020 (has links)
La tesi affronta il controverso tema dell’‘Africitas’, ovvero della singolare specificità politica, economica e culturale delle province africane nel contesto dell’ecumene romano-imperiale, esaminandola nelle sue eterogenee manifestazioni geo-politiche e militari nel periodo compreso tra la risistemazione augustea dei domini africani e gli esordi della dinastia flavia (31 a.C. – 70 d.C.). In quest’arco cronologico le frequenti e violente insurrezioni delle popolazioni autoctone a difesa della propria indipendenza – vere e proprie reazioni di rigetto alla progressiva romanizzazione guidate da carismatici capi berberi (Tacfarinas) o da funzionari del dissolto regno di Mauretania (Edemone) – furono precocemente arginate e soppiantate da fermenti automistici di diversa natura, declinati nelle forme del potentato personale ad opera di governatori romani quali Clodio Macro e Lucceio Albino, desiderosi di ascendere ai vertici della gerarchia imperiale sfruttando la crescente floridezza delle province africane come formidabile ‘trampolino di lancio’ per nutrire le proprie velleitarie ambizioni di potere. Tali tentativi, per quanto ancora in stadio embrionale e risoltisi rapidamente in un fallimento, rappresentarono tuttavia il preludio alle ben più articolate e gravi secessioni e usurpazioni tardo-antiche di matrice africana. / The primary purpose of this thesis is to investigate the complex and elusive topic of the so-called ‘Africitas’ in the historical context of the African provinces during the early Roman empire, between the overall resettlement of North-African territories undertaken by Augustus and the new arrangement of the African provinces fostered by the Flavian dinasty. During this period, the frequent and violent insurrections promoted by local populations, in particular by the Berber tribes, against the Roman conquest and the increasing romanization of their lands were early suppressed and replaced by autonomistic turmoils and ambitious aspirarations conceived by unscrupulous Roman governors like Clodius Macer and Lucceius Albinus, who tried, without any success, to carve out some niches of autonomy and personal authority among African subjects. Anyway, their complete failure in gaining support from the local population was destined to pave the way for the much more serious African secessions and usurpations of the Late Antiquity.

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