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Strutture di combostione e contesti archeologici : Indagine archeobotanica e definizione del protocollo d'intervento / Hearth structures and archaeological contexts: archaeobotanical analysis and definition of proceedings protocol

D'ORONZO, COSIMO 30 March 2012 (has links)
Il lavora affronta l'analisi delle strutture di combustione provenienti da diversi contesti archeologici attraverso un approccio multidisciplinare. Le metodologie adottate associano all'approccio contestuale i risultati derivati dall'analisi archeobotanica dei residui di combustione e delle alterazioni termiche. Lo studio tipologico delle strutture di combustione è integrato dai risultati della riproduzione sperimentale delle strutture in modo da selezionare le metodologie di analisi e di intervento nei cantieri archeologici. L'analisi dei resti vegetali (analisi antracologica, carpologica, tafonomica) ha permesso inoltre di ricostruire le strategie ed aree di approvvigionamento del combustibile, il paleoambiente, la paleodieta ed alcuni aspetti dell'agricoltura delle comunità del passato. Tale approccio è stato applicato alla lettura ed interpretazione delle attività connesse con l'uso del fuoco e gestione degli spazi in alcuni contesti archeologici indagati dall'Università del Salento: santuario di Apollo a Hierapolis (Turchia), abitato dell'età del Ferro e fase arcaica di San Vito dei Normanni, abitato dell'età del Ferro di Castelluccio. / This work analyzes the hearth structures from different archaeological contexts through a multisciplinary approach. The contextual analysis is linked to archaeobotanical analysis of fuel and thermal alteration. The experimental replica of hearth structures shed new light about new methodology of studies and definition of proceedings protocol. This approach is applied to three archaeological sites excavated by the University of Salento: Apollo sanctuary at Hierapolis (Turkey), San Vito dei Normanni (Brindisi, South Italy), Castelluccio (Brindisi, South Italy). The archaeobotanical analysis (anthracological, carpological, taphonomical analysis) allowed to reconstruct fuel management, palaeoenvironment, paleodiet and agricolture practice of ancient comunities.
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Depositi votivi e luoghi di culto dell'Abruzzo italico e romano: quattro casi di studio

MUSCIANESE CLAUDIANI, DANIELA 19 April 2013 (has links)
Lo studio ha come oggetto il materiale votivo dei santuari antichi dell’Abruzzo. Il primo capitolo ha analizzato l’origine e la diffusione dei votivi, le particolari definizioni che si applicano ai depositi votivi e le modalità dell’offerta. Nel secondo capitolo, dopo una breve storia degli studi, si sono affrontate le problematiche relative al contesto archeologico dell’Abruzzo, con particolare attenzione agli ethne degli Aequi, Marsi, Paeligni, Vestini, Marrucini, Praetuttii e con un breve quadro storico delle diverse fasi: età del ferro - IV secolo a.C, età repubblicana, prima età imperiale. Il terzo capitolo è dedicato alla metodologia applicata nella catalogazione dei luoghi di culto (Regesto), utilizzando una scheda-tipo in un Database relazionale, e alla metodologia adottata nella classificazione del materiale votivo. La ricerca ha privilegiato l’analisi di quattro depositi votivi tutt’ora parzialmente o completamente inediti. I capitoli 4, 5, 6 e 7 sono dedicati ai quattro casi: Monte Giove, Pescosansonesco, Castel di Ieri e Luco dei Marsi; a un’introduzione su ogni sito segue il catalogo del materiale. Infine nel capitolo 8 sono le conclusioni, con una sintesi relativa alla produzione e diffusione dei votivi e al loro legame con le pratiche cultuali. In appendice è il regesto dei luoghi di culto con la pubblicazione delle schede relative. / This study has been focused on votive objects which have been found in the ancient shrines of the Abruzzo region. As a first step I analized problems related to the origin and diffusion of votive deposits, to the different ways they can be defined and to the ways objects had been offered. The second chapter, after a short history of the previous studies, is dealing with the archaeological context of the Abruzzo during Preroman and Roman times, with a special attention devoted to the ancient populations who lived there: Aequi, Marsi, Paeligni, Vestini, Marrucini, Praetuttii and a historical frame of its chronological phases: Iron age-IV century b.C., Republican age, first Roman imperial age. The third chapter is devoted to the methodology applied in a complete catalouging of the cult places, by a relational Database (Regesto), and to the methodology used for classifying votives. My research focused on the analysis of four deposits, till now only partially edited or completely unpublished. The chapters 4, 5, 6 and 7 are devoted to these four cases: Monte Giove, Pescosansonesco, Castel di Ieri e Luco dei Marsi; after an introduction on every site the catalogue of the material is following. Finally the chapter 8 is devoted to the conclusions, with a final synthesis about votive production and diffusion and about their relation with cults. In appendix the Regesto of cult places follows, with the relative files.
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IL SALENTO NELL'ETA' DEL FERRO: INSEDIAMENTI, CONTESTI E MATERIALI

CALDAROLA, RENATO 17 March 2015 (has links)
Il mio progetto di ricerca ha avuto come focus il Salento nell’età del Ferro partendo dallo studio contestuale di un sito scoperto recentemente a Vaste, nel sud della provincia di Lecce. Si tratta di un sito inedito rivelatosi particolarmente importante perché è uno dei pochi contesti ritenuti cultuali documentati nel Salento per l’età del Ferro. Si tratta di una vasta area caratterizzata dalle presenza di buche terragne i cui depositi si sono rivelati di natura rituale. È stato uno dei pochi contesti salentini che ha restituito materiale iapigio integro. La cronologia del contesto è prima metà del VII sec. a.C. L’analisi del contesto di Vaste è stata preceduta da una schedatura dei siti dell’età del Ferro editi nel Salento. L’altra parte importante del progetto è stata l’analisi chimica tramite tecnica XRF svolta presso il CEDAD su un campione di ceramica d’importazione databile tra fine VIII e VII sec. a.C. proveniente da alcuni siti salentini (Vaste, Otranto e San Vito dei Normanni) e della Basilicata (Policoro e Torre di Satriano). Il lavoro ha permesso di stabilire i luoghi di produzione delle varie classi ceramiche analizzate. / My research project will focus on the Salento region during the Iron Age; beginning with the study of a site that was recently discovered in Vaste, in the Southern province of Lecce. Little is known or has been published about the site, but as studies of the area continue it was discovered to have been one of the few sites to be officially religious in Salento during the Iron Age. Interestingly, it is a vast area characterised by the presence of ‘earth pits’, which are earthy deposits of a ritualistic nature. It is also one of the few areas in Salento where undamaged ‘Iapygian’ artefacts have been discovered. This period chronologically dates from the 7th century B.C. Further studies for this project have been done using chemical analysis (an XRF technique done in CEDAD laboratories) on pottery samples dating from the 8th to the 7th century B.C. from various sites in Salento, such as, Vaste, Otrano and San Vito dei Normanni and sites in Basilicata, such as, Policoro and Torre di Satriano.
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AUCTORICTAS HOMERICA? OMERO E LA CULTURA GRECA D'ETA' CLASSICA / Auctoritas Homerica? Homer and the Greek culture of the classical period.

NOVA, ISABELLA 17 March 2015 (has links)
Questo lavoro ha per oggetto il trattamento degli episodi del ciclo troiano presenti, da un lato, nei poemi omerici, e, dall’altro, nella letteratura e nell’arte figurativa di età classica. L’obiettivo è quello di stabilire quale fosse l’autorità dell’Iliade e dell’Odissea nel V e IV secolo per gli autori e gli artisti che si trovavano a riprendere i medesimi argomenti. Attraverso un esame attento dei casi in cui si riscontrano differenze tra la riproposizione di età classica e la versione dei poemi omerici, è emerso, da un lato, che le differenze rispetto a Omero non costituiscono casi sporadici, ma sono documentabili in numerosi testi e in numerose rappresentazioni. Dall’altro, che, soppesando prudentemente le diverse possibilità, ne risulta un quadro diversificato, in cui l’influenza della versione omerica può essere considerata possibile o da escludere. Il valore canonico che è attribuito ai poemi omerici in età successive non è quindi rintracciabile già nell’età classica: la versione omerica non era che una tra le tante a cui era possibile ispirarsi nella trattazione di un episodio del ciclo troiano. / This research focuses on the handling of the episodes belonging to the Trojan cycle which appear both in the Homeric epics and in the literature and iconography of the classical period. It aims at showing if an ipothetic authority of the Iliad and the Odyssey in the 5th and 4th century was determining for artists and authors who dealt with the same subjects. Through a careful analysis of the differences between the version which appears in the classical age and in the Homeric one, it is possible to state that these differences are not sporadic, but they can be found in a number of texts and representations. Moreover, taking into account every possible explanation, the resulting picture is a variegated one, made up of cases where the influence of the Homeric version may be considered as possible and cases where it has to be excluded. In conclusion, the canonical value which is attributed to the poems in later times can’t be detected in the classical age: the Homeric version is just one out of many legends to which it was possible to make reference while dealing with an episode of the Trojan cycle.
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CORONAE, STEPHANAI E DIADEMATA. MANUFATTI PER IL CAPO E SIMBOLI DEL POTERE FEMMINILE (DA LIVIA A ELIA ARIADNE)

GROSSI, FEDERICA 12 June 2018 (has links)
Coronae, stephanai e diademata sono gli attributi più evidenti nella ritrattistica femminile di età imperiale e si configurano non solo come gioielli, ma anche come veicolo di informazioni. Obiettivo del presente lavoro è dimostrare come tali manufatti siano significativi indizi del rango e della posizione delle donne della famiglia imperiale, poiché legati al titolo di Augusta e alla legittimazione del potere grazie al ruolo delle donne come madri. Attraverso lo studio di un campione di ritratti pertinenti alla statuaria, alla glittica e alla numismatica, si propone una tipologia degli attributi e si affronta la loro analisi in relazione ai singoli soggetti, alle diverse dinastie e ai contesti in cui sono utilizzati. La ricerca ha sviluppo diacronico e copre il periodo compreso fra Livia ed Elia Ariadne. / Coronae, stephanai and diademata are the clearest feautures in Roman female portraiture and they emerge not only as jewels, but also as a way to convey information. Aim of this work is to demonstrate how these artifacts are substantial clues to understand roles and positions of the female part of Roman Imperial families, since they are connected to the title of Augusta and to the dynastic legitimacy, thanks to female role as mothers of emperors. A catalogue of portraits from statuary, glyptic and numismatic leads to a tipology of these objects and to their analysis regarding single persons, dynasties and backgrounds. The study goes from Livia to Aelia Ariadne.
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ARCHITETTURA IONICA A HIERAPOLIS DI FRIGIA / Ionic architecture in Hierapolis of Phrygia

BOZZA, SARA 08 March 2016 (has links)
La ricerca di dottorato si inserisce nel quadro delle attività della MAIER – Missione Archeologica Italiana a Hierapolis di Frigia (Pamukkale, Turchia) e nel filone degli studi di architettura antica relativi ai complessi edilizi dei centri microasiatici. Vengono analizzati, in particolare, alcuni edifici e materiali architettonici di ordine ionico emersi dalle recenti indagini di scavo, allo scopo di fornire una ricostruzione dei monumenti nella planimetria e negli alzati, ma anche delle loro funzioni e le destinazioni d’uso; parallelamente si è sviluppata l’analisi del linguaggio formale delle architetture, allo scopo sia di definire le cronologie degli edifici sia di inserirli nel più ampio fenomeno della decorazione architettonica microasiatica, rintracciandone gli eventuali modelli, anche in rapporto al complesso problema dell’attività delle maestranze, per fornire un quadro aggiornato delle modalità di impiego dell’ordine ionico a Hierapolis di Frigia nel corso dell’età imperiale. La ricerca ha affrontato i due complessi santuariali del centro cittadino: nel Santuario di Apollo vengono analizzati il Tempio C, una serie di eccezionali capitelli ionici con collarino decorato e un consistente gruppo di elementi architettonici riferibili ad un portico di temenos (di ordine corinzio); nel Ploutonion si sono indagati alcuni materiali riferibil invece ad un portico ionico, posto a coronamento del theatron rituale. / This doctoral research is part of the activities of MAIER – Italian Archaeological Mission in Hierapolis of Phrygia (Pamukkale, Turkey) and of the investigation field on the ancient architecture in Asia Minor. Some buildings and architectural blocks of Ionic order, recently discovered, are analyzed in order to achieve a reconstruction of the monuments, not only of the plan and elevation, but also of the ancient functions and use of the buildings. The stylistic analysis is also very important, to determine the chronology of the monuments and to relate the Ionic architecture of Hierapolis with the other urban centres in Asia Minor and their architectural tradition during the Imperial period. The dissertation is focused on both the sanctuaries of Hierapolis: in the Sanctuary of Apollo, the research analyzes the Temple C, a series of Ionic capitals with decorated hypotrachelion, and a group of architectural blocks from a (Corinthian) temenos portico; in the Ploutonion, the focus is on a series of blocks from an Ionic Stoa, related to the cultic theatre.
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La cisalpina orientale tra la fondazione di Aquileia e la fine dell'età repubblicana: la ceramica come indicatore di continuità e di trasformazione

DONAT, PATRIZIA 25 March 2011 (has links)
Oggetto dello studio è la distribuzione delle ceramiche sia di produzione locale che d’importazione nella Cisalpina più orientale dalla fondazione di Aquileia alla fine dell’età augustea. La ceramica viene utilizzata come strumento di comprensione delle dinamiche di trasformazione sociale e di sviluppo culturale che interessano questo territorio durante il processo di “romanizzazione”. Il quadro metodologico di riferimento è l’archeologia spaziale. Il periodo considerato è stato diviso in più fasi: fase 1. Dalla fondazione di Aquileia (181 a.C.) al 90 a.C. Sono stati studiati 420 reperti, relativi a 18 contesti; fase 2. Dal 90 a.C. all’inizio dell’età imperiale (27 a.C.). Sono stati studiati 786 reperti, relativi a 89 contesti. l’età augustea. Sono state considerate solo le ceramiche analizzate nelle due fasi precedenti, per seguirne l’esaurimento definitivo. Sono stato studiati 328 reperti, relativi a 22 contesti. Lo studio della ceramica ha comportato una riflessione metodologica, sulla terminologia e sul rapporto forma/funzione/impasto. Classi ceramiche analizzate: vernice nera, ellenistica a rilievo, pareti sottili, comune, anfore, lucerne, con un approfondimento sulla ceramica comune L’indicatore ceramico, permette di focalizzare alcuni elementi di continuità con il sostrato protostorico (veneto, locale, La Tène), e di individuare nuovi flussi d’importazioni a lungo raggio dall’Italia peninsulare e dal Mediterraneo. / This dissertation analyses the distribution of pottery, both imported and of local production, in the Eastern Cisalpine, from the foundation of Aquileia to the end of the Augustan age. Pottery is used as a means to understand the dynamics of social transformation and cultural development that affect this area through the process of "Romanization". “Spatial archaeology” is used as a methodological reference. The period taken into consideration has been divided in three phases: 1. Foundation of Aquileia (181 B.C.) - 90 B.C. Studied 420 findings from 18 contexts; 2. 90 B.C. - beginning of imperial age (27 B.C.). Studied 786 findings from 89 contexts; 3. Augustan age. Only ceramics already studied for the preceding phases have been analysed, in order to follow the final steps of their productions. Studied 328 findings, from 22 contexts. Studying ceramic has made it necessary to re-consider methods as well as terminology and the relation between form/function/ceramic bodies. Analysed pottery classes: black slip ware, hellenistic relief ware, thin walled pottery, coarse ware, amphorae, lamps, with a special study on coarse ware. Pottery as an indicator enables us to focus some elements of continuity form the Proto-historical substrate (Venetian, local or La Tène) and to recognize new long-range import flows from peninsular Italy and the Mediterranean.
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Commento antiquario allo Scutum Herculis / Antiquarian Commentary on the Scutum Herculis

CHIARINI, SARA 20 April 2011 (has links)
La tesi contiene un commento continuo al poemetto tardo arcaico noto col titolo di Scutum Herculis e falsamente assegnato a Esiodo; vi sono affrontate in prevalenza questioni mitografiche, geografiche, antiquarie e iconografiche, ma talora anche aspetti linguistico-letterari, laddove siano utili all'inquadramento dell'orizzonte storico-culturale sotteso alla composizione dell'epillio. Nell'introduzione si dimostra come la sensibilità artistica dell'autore dell'ekphrasis possa essere ricondotta al periodo a cavallo tra il VII e il VI secolo a.C. / The dissertation contains a continuous commentary on the late archaic poem known as Scutum Herculis and wrongly attributed to Hesiod. It discusses especially mythographical, geographic, antiquarian and iconographic issues, but also some linguistic and literary aspects, which can contribute to the outline of the historical and cultural milieu, within which the poem was composed. In the introduction it is showed how the artistic taste of the author of the ekphrasis could date back to the period between the 7th and the 6th century B.C.
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IL VETRO A MILANO IN ETA' ROMANA (I SEC. A.C. - V SEC. D.C):FORME, PRODUZIONI, CIRCOLAZIONI / The Roman Glass in Milan (1st c. BC - 5th c. AD). Form, Production and Commerce.

UBOLDI, GIOVANNA MARINA 12 April 2014 (has links)
Il progetto di ricerca ha indagato la diffusione e le caratteristiche dei vetri in uso a Milano in età romana a partire dallo studio di un certo numero di reperti provenienti da scavi archeologici e tramite l’approfondimento di alcune tematiche relative ad aspetti produttivi e tecnologici. La ricerca ha preso spunto dallo studio dei materiali provenienti dagli scavi nei cortili dell’Università Cattolica (1986-2004), ed è stata estesa poi ad altri contesti di scavo per ampliare la base dei dati su cui ricostruire il quadro del vetro in uso nella città e delle problematiche ad esso inerenti. Il quantitativo di reperti individuati e la loro rappresentatività statistica permettono di tracciare un quadro dei materiali in uso nella vita quotidiana, le relazioni tipologiche tra alcuni gruppi di oggetti, vagliare le ipotesi sull’esistenza di una produzione locale e sui rapporti commerciali con altre aree, relativamente al periodo che va dall’inizio della diffusione dei recipienti in vetro (seconda metà del I sec. a.C.) fino al V sec. d.C. La ricerca si è avvalsa di analisi archeometriche ed ha enucleato anche alcuni temi di indagine specifica, in particolare sulle tecniche di lavorazione e di decorazione dei vetri a mosaico e dei manufatti con decori incisi. / Finds from recent archaeological excavation and analysis of older records are piecing together an increasingly detailed picture of the social context of Roman Milan: the material culture helps patch together a collage of the urban centre whose central position on the river plain North of the Po helped it become theatre to important events and intense industrial activity, attracting peoples of differing cultures and resources. This thesis studies Roman glass finds from Milan using the archaeological record and archaeometric analyses with the aim of reconstructing the framework of glass use in everyday life from the introduction of glass vessels in the mid-first century B.C. up to the fifth century A.D., considering relationship between individual groups of products, the hypothesis of a local glass industry and trade routes. The research, originating from post-excavation work on the courtyards of the Catholic University was extended to several unpublished Milanese excavations: the glass finds from these contexts, from both burial grounds and settlement sites, constitute a significant and statistically valid sample. Some in-depth technological examinations contribute to an understanding of certain questions still under debate: in particular on mosaic glass and engraved samples
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Processi di trasformazione nel suburbio di Mediolanum tra tarda età repubblicana e media età imperiale. Il caso dell'area dell'Università Cattolica / Transformation processes in Mediolanum's suburbium between the Late Republican and the middle imperial age. The case of Università Cattolica's area.

CORTESE, CLAUDIO 05 May 2006 (has links)
Nell’area oggi occupata dall’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano a partire dal 1986 scavi di emergenza hanno messo in luce una porzione del suburbio occidentale di Mediolanum, e in particolare una realtà insediativa suburbana di età imperiale. Un’ampia area di tale insediamento è stata oggetto della presente ricerca che, combinando lo studio dei processi formativi del deposito archeologico e l’analisi quantitativa e statistica degli insiemi di reperti, ha permesso di ricostruire le trasformazioni che ne hanno preceduto e accompagnato la formazione e che ne hanno interessato l’organizzazione spaziale e la distribuzione delle aree di attività. In questo modo è stato possibile comprendere come nel tempo siano avvenuti cambiamenti nei caratteri e nelle finalità della frequentazione dell'area, che sembrano poter gettare nuova luce anche su fenomeni più generali che riguardano l’intero suburbio della città romana. / In the area today occupied by the Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, since 1986, rescue excavations have disclosed a part of Mediolanum’s western suburbium, and in particular an imperial age suburban settlement. A wide area of this settlement has been the object of this research which, combining the study of the formation processes of the archaeological record and the quantitative and statistical analysis of finds assemblages, allowed us to reconstruct the transformations which preceded its formation and those which concerned its spatial organization and activity areas distribution. In this way we have shown that the characteristics and nature of the settlement have considerably changed during the course of time, and these changes seem to shed light even on the general transformations which concern the entire suburbium of the Roman town.

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