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Erasmo come Ercole nell'adagio Herculei labores / Erasmus as Hercules in the Adagium Herculei laboresPergreffi, Lucia <1979> 12 September 2013 (has links)
Il lavoro consiste nella traduzione dell’adagio 2001, Herculei labores con commento delle righe 1-116, che comprendono il racconto della fatica di Ercole contro l’idra di Lerna e le interpretazioni che Erasmo ne fornisce per introdurre la filologia come impresa erculea in chiave autobiografica.
L’introduzione ha lo scopo di presentare una sintesi degli elementi notevoli del commento e alcune osservazioni sull’autorappresentazione di sé dell’umanista. Erasmo fa dell’identificazione con Ercole un topos della propria descrizione in chiave ironica, ma si propone anche come emulo di Girolamo, di cui cura l’edizione delle lettere. Questo lavoro prende in considerazione infine il ritratto di Erasmo dipinto da Holbein e custodito a Longford Castle in relazione al testo dell’adagio, al quale allude con la scritta in primo piano, ΗΡΑΚΛΕΙΟΙ ΠΟΝΟΙ. / The work is the Italian translation of Erasmus’ Adagium 2001, Herculei labores, with comment of lines 1-116, which include the story of the labor of Hercules against the Hydra of Lerna and interpretations that Erasmus provides in order to introduce philology as a Herculean task in autobiographical perspective.
The introduction aims to present the most relevant elements of the comment and some observations about the humanist’s self representation. Erasmus makes his identification with Hercules a topos in his ironical self description, but at the same time he describes himself as a new Jerome, whose letters he is editing. Eventually it also considers the portrait of Erasmus painted by Holbein the Younger and kept at Longford Castle in the light of the text of the adagium, which is referred to with the word in the foreground, ΗΡΑΚΛΕΙΟΙ ΠΟΝΟΙ.
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Il Lessico d’amore nei primi tre libri delle Odi di Orazio / The Lexicon of love in the first three books of Horace’s OdesGuarnieri, Rita <1982> 12 September 2013 (has links)
Il presente studio si è posto come obiettivo quello di redigere un lessico dei termini d’amore nella poesia di Orazio, e, specificamente, dei lemmi presenti nei primi tre libri delle Odi. L’interesse per la lirica del Venosino ci ha indotti ad affrontarne la lettura non solo considerando quelle che sono le tematiche diremo topiche della sua poetica ( modus, angulus, mors, tempus, cura, solo per citare quelle più significative ), ma anche quelle meno note, quale appunto il tema dell’amore, oggetto di questo lavoro. Si è proceduto così all’analisi di ogni singolo libro di ogni ode, catalogandone ed analizzandone rispettivamente tutte le occorrenze di quei termini che abbiamo ritenuto essere propri del lessico amoroso. Il commento ad ogni libro è stato supportato dagli studi di Nisbet-Hubbard per il primo ed il secondo libro delle Odi ( cfr. R.G.M. Nisbet-M. Hubbard, A commentary on Horace: Odes Book 1, Oxford 1970; R.G.M. Nisbet-M. Hubbard, A commentary on Horace: Odes Book 2, Oxford 1978 ) e Nisbet-Rudd per il terzo ( cfr. R.G.M. Nisbet-Rudd, A commentary on Horace: Odes Book 3, Oxford, 2003 ). Trattandosi di un lessico è stato altresì fondamentale il contributo dell’ Index uerborum amatorium ( Cfr. R. Pichon, De sermone amatorio apud Latinos elegiarum scriptores, Paris 1902 ) e del ThLL. Si è infine proceduto ad individuare quei termini maggiormente significativi nell’ambito della poesia d’amore in generale, il cui riflesso è presente anche nella poesia oraziana, con una particolare attenzione al rapporto che intercorre tra Orazio e la tradizione neoterica ed elegiaca e al lessico dei colori, che vanta numerose occorrenze nella poesia d’amore, soprattutto in riferimento alla bellezza muliebre e maschile e che quindi appare di rilevante importanza per comprendere l’estetica della poesia oraziana nel ritrarre la forma degli amanti che popolano i suoi più celebri versi d’amore. / This study aims at compiling a lexicon of love terms of Horace’s poetry, namely of the words used in the first three books of the Odes. The great interest for the Venosa-born poet let us focus not only on the main themes of his poetics (e.g. modus, angulus, mors, tempus, cura, to name but a few) but also on some less well-known topics such as love. Every Odes book was carefully analyzed and the main love-related terms were ranked according to the number of occurrences. The research work done by Nisbet-Hubbard was used to support the commentary on the first and second book (see R.G.M. Nisbet-M. Hubbard, A commentary on Horace: Odes Book 1, Oxford 1970; R.G.M. Nisbet-M. Hubbard, A commentary on Horace: Odes Book 2, Oxford 1978). The commentary on the third book was made by making reference to the work done by Nisbet-Rudd (see R.G.M. Nisbet-Rudd, A commentary on Horace: Odes Book 3, Oxford, 2003 ). Being the main focus of this study the drawing up of a lexicon, the contribution made by the Index uerborum amatorium (see R. Pichon, De sermone amatorio apud Latinos elegiarum scriptores, Paris 1902 ) and by the ThLL was also very important. Finally the most meaningful terms for love poetry in general were identified. These words are also present in Horace’s poetry. In particular it was possible to detect a special connection between Horace, the neoteric and elegiac tradition and the lexicon of colours. The latter has multiple occurrences in love poetry, especially in relation to male and female beauty. As a consequence it becomes a key element to better understand the aesthetics of Horace’s poetry in depicting the lovers populating his most famous love verses.
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Fugienda petimus": la "Phaedra" di Seneca come sistema complesso di antitesi"Mignacca, Oriana January 2012 (has links)
Il progetto di tesi intrapreso in questi anni si inserisce nel solco dei fecondi studi sul teatro senecano e si concentra in special modo su un dramma: la Phaedra. L'obiettivo dell'analisi messa in atto sulla tragedia è quello di porre in evidenza l'esistenza di un sistema di antitesi costruito su più livelli sia sotto il profilo formale che contenutistico, individuando in questo sistema una delle chiavi di lettura privilegiate del dramma. La complessa impalcatura antitetica sulla quale l'opera si fonda risente in larga misura dei modelli e delle influenze che maggiormente agirono su Seneca nella costruzione e nelal scelta stessa di trattare il dramma di Fedra. Il modello greco dell'Ippolito Coronato e la stessa tradizione del conflitto tragico greco oltre ad offrire a Seneca un punto di partenza per costruire la vicenda, costituiscono altresì un interessante modello per quanto concerne la realizzazione di situazioni contrastive oltre che per l'elaborazione di personaggi, sia di natura divina che umana, completamente antitetici (basti pensare alla significativa opposizione fra Afrodite a Artemide). Sul piano formale, ma non solo, ad influenzare in maniera massiccia l'operazione messa in atto dal Cordovese è sicuramente il modello della Controversia, largamente operante nella Roma del suo tempo. La tradizione del conflitto e l'abitudine a strutturare gli argomenti per antitesi rappresenta in effetti un importante portato della tradizione retorica che riguarda sia il piano dell'inventio che quello della dispositio oltre ad manifestare la sua influenza sull'aspetto più propriamente stilistico sino alle microstrutture delle sententiae antitetiche. Benché la vasta critica senecana non abbia mancato di mettere in luce taluni elementi di antitesi presenti all'interno della Phaedra, la novità dell'analisi svolta consiste nell'inserire questi contrasti all'interno di un vero e propria sistema di antitesi. L'indagine trasversale svolta sulla tragedia ha infatti permesso di delineare una serie di ampli percorsi antitetici relativi ad alcuni temi fondanti del dramma stesso. In maniera originale rispetto a quanto effettuato sinora dalla critica, le antitesi maggiori e, per così dire, costitutive, della Phaedra – l'opposizione fra le divinità di Diana e e Venere, le antitesi spaziali fra aula e silva e fra mare e terra e quella fra vita secondo o contro natura; il conflitto parentale, per citare solo alcuni dei contrasti affrontati – sono state trattate a fondo ed esaminate nel loro andamento nel corso dell'intera tragedia individuando gli sviluppi, i mutamenti, i ribaltamenti che avvengono al loro interno, tenendo sempre conto dei modelli latini più significativi e istituendo, ove ciò sia sia rivelato possibile, un proficuo confronto con il resto della drammaturgia senecana, senza mai trascurare il necessario richiamo al modello euripideo.
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Commento al libro VIII delle Argonautiche di Valerio Flacco / A Commentary on Valerius Flaccus' Argonautica VIIIPELLUCCHI, TIZIANA 30 March 2007 (has links)
Il saggio consta di introduzione generale, testo, commento: la prima parte studia la struttura del libro, traccia i profili dei protagonisti di Arg. VIII ed, infine, discute i problemi relativi allo stato di incompiutezza del poema. Al testo di Arg. VIII segue il commento, costituito da introduzioni particolari alle singole sezioni e scene in cui si suddivide il libro e da note lemmatiche di carattere linguistico, stilistico, filologico, prosodico e metrico. La tesi è corredata di bibliografia e indici (generale, dei notabilia e dei passi discussi). / The essay is formed by general introduction, text, commentary: the first part studies the structure of the book, characterizes the protagonists of Arg. VIII and, finally, discusses the problem of the incompleteness of the poem. After the whole text of book VIII, there is the commentary: it is made up of specific introductions to each section and scene of the book and of linguistic, stylistic, philological, prosodic and metrical notes to the text. The work is complete with bibliography and indexes (of the notabilia, of the quoted passages and of the whole essay).
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OVIDIO, "TRISTIA" 4 (1-9). INTRODUZIONE, TESTO E COMMENTOGATTI, FABIO 21 May 2021 (has links)
Il lavoro è dedicato alle prime nove elegie del quarto libro dei 'Tristia' di Ovidio, scritto durante la sua relegazione a Tomi tra il 10 e l'11 d. C. Il testo è accompagnato da un apparato critico selettivo, che si concentra sui problemi testuali più significativi, discussi nel commento per lemmi delle singole elegie, che affronta tutte le questioni contenutistiche, stilistiche, lessicali e filologiche. Il commento alle singole elegie è preceduto da un'introduzione che discute i temi portanti del singolo componimento. Apre il lavoro un'introduzione generale, che mette in luce architettura e temi più significativi del quarto libro anche in rapporto agli altri libri della raccolta, oltre a ripercorrere la storia della sua tradizione manoscritta e della sua fortuna editoriale. Chiude il lavoro un'ampia e aggiornata bibliografia. / The work is dedicated to the first nine elegies of the fourth book of Ovid's 'Tristia', written during his relegation to Tomi between 10 and 11 AD. The text is accompanied by a selective critical apparatus, which focuses on the most significant textual problems. These issues are discussed in the commentary on the elegies, which addresses all the thematic, stylistic, lexical and philological issues. The commentary is preceded by an introduction that discusses the main and peculiar themes of the elegy. The work includes a general introduction, which highlights the architecture and the most significant themes of the fourth book also in link with the other books in the collection. It also examines the history of its manuscript tradition and its publishing success. An extensive and updated bibliography closes the work.
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Editio critica, traduzione e commento di Truc. 1-254/5. Appendix: Editio critica, traduzione e analisi di Truc. 256-321 e 669-698.Pentericci, Caterina January 2019 (has links)
Il lavoro di tesi consiste nell’edizione critica di una porzione di testo del Truculentus di Plauto (vv. 1-254/5), strutturata secondo le caratteristiche dell’Editio Plautina Sarsinatis. Si basa pertanto su un’indagine di prima mano sui manoscritti e sulle edizioni di Plauto, dalla princeps in poi, e si struttura in un apparato, rigidamente positivo, che tenga conto delle problematiche relative (1) al paratesto, (2) alla colometria dei cantica, (3) alle varianti testuali e congetture. All’edizione segue una proposta di traduzione e un commento filologico-stilistico sui versi presi in considerazione, spesso indispensabile per affrontare i passi più corrotti. In appendice si è scelto poi di riservare spazio alle scene che vedono in azione il seruus truculentus (vv. 256-321 e 669-698), un personaggio in realtà del tutto secondario e poco rilevante ai fini della trama se non per il fatto che conferisce il titolo alla commedia. Di queste se ne fornisce l’edizione critica, una proposta di traduzione - finalizzata quanto più possibile a conservare l’ilarità dei Witze presenti - e un’analisi che evidenzi le caratteristiche del seruus, mettendone in discussione il nome.
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Ovidio in Germania. Le metamorfosi di Narciso e Penteo nella riscrittura protomoderna di Jörg WickramRoffi, Cristiana 20 July 2023 (has links)
This dissertation investigates the rescript of Narcissus and Pentheus episodes in Ovid’s "Metamorphoses" as published in 1545 by German author Jörg Wickram (met. III, 339-510 / W. III, 840-1239; met. III, 511-733 / W. III, 1240-1416). The text is a remake of Albrecht von Halberstadt’s corrupted work dating back to the late 12th and early 13th centuries, of which only five fragments survived. While there is an established interest among Classics scholars in Ovid’s reception in the U.K., France, and Italy, there is a paucity of research in Germany. Indeed, there are currently no translations, even in contemporary German, of Wickram’s poem, which has thus been largely ignored. Motivated by this gap in the literature, I translate and analyze Wickram’s transcript to discredit the alleged decline of classical humanism in 16th-century Germany and to examine the role of antiquity in the genesis of modern cultural identities. Additionally, I examine the commentary on Wickram’s "Metamorphoses" written by Gerhard Lorichius, a 16th-century priest of the city of Hadamar (Hessen), which provides meaningful insights into the first German example of moralization of the "Metamorphoses". Lorichius’s commentary, published in Roloff’s modern edition (1990), which includes the 1545 editio princeps of the text (A) and the 1551 edition (B) in apparatus, explains the Latin fabulae from a Christian perspective. The commentator illustrates pagan mythology, omitting and defusing Ovid’s representation of ‘indecencies.’ In the conclusive chapter, I highlight how this work contributes to the literature on the Ovidian reception during the Reformation in Germany and, more broadly, across Europe.
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Medea senecana in lingua tedesca tra XVIII secolo e oggiPutrino, Martina 10 September 2024 (has links)
Senecan Medea in Deutschsprachiger Raum between the 18th century and today
Analyzing the persistence of a mythological figure like Medea, who has endured through time and space, is a complex affair. It becomes apparent how the evolution of the heroine over the centuries assumes new meanings and adapts to constantly changing sociocultural contexts. Medea, already present in archaic mythological material, transcends the boundaries of strictly mythological meaning, and initially achieves full canonization in Greek and then in Latin theater. Indeed, through the tragedy of Euripides in 431 BC, a clear and well-recognizable “biographical career” is attributed to her, which later continues with the Senecan tragedy. In this work, the heroine from Colchis increasingly takes on the traits of a perfidious sorceress, approaching the anti-stoic essence of the monster. When she then seems to almost fade into oblivion completely throughout late antiquity and the Middle Ages, Medea later reappears on the international stage of the Renaissance and the Baroque era. Only from the end of the 18th century did Medea become widespread across Europe and proliferate in the new media of the 20th and 21st centuries on all continents. Thus, Medea's power is nurtured by the creative force of writers, dramatists, and librettists. Particularly in the European context, the Medea adaptations in German-speaking areas have so far enjoyed a lesser degree of systematics: they have been excluded from a coherent overall picture that also considered the influence of the archetype. For this reason, I have decided to focus this research work on the rewritings in German: here, literature picks up the classical myth and creates new versions that make use of unique and unrepeatable circumstances. Since the Euripidean tragedy is considered the most viewed tragic archetype, the model used here will be the Senecan tragedy, whose influence on the European and non-European dramaturgical tradition has often been overlooked. The structure of this work includes a first methodological chapter that lays the theoretical foundations for an in-depth analysis of the selected works, which are examined in a diachronic course in the second chapter. This chapter explores the survival of the heroine from the Classical and Medieval period to the modern and contemporary era, with particular attention to the various historical-cultural changes. The aim of this first part is to capture the often elusive, but just as often simply unexamined dependencies, of some German works on each other and from the Latin model. The result of this operation is a chronological and reasoned list of 86 German rewritings from the 18th to the 21st century in the form of a table, which constitutes an appendix to the research work. The second part begins with the third chapter, which contains the analysis of six representative works of different readings: furor and magic in Medea in Corinth (1786) by Friedrich Maximilian Klinger; Love and melodrama in Medea in Corinto (1814) by Johann Simon Mayr; the ethnic and political question in Medea in Prag (1949) by Max Zweig; the postmodern fragmentation in Medeamaterial by Heiner Müller (1983); the gender struggle in Der Schlaf der Vernunft (1984) by Ula Stöckl; and the psychoanalytic interpretation in M., nach Euripides (1984) by George Tabori. The six works selected here are considered exemplary for certain thematic and stylistic aspects and are essential to examine the Medea story from a critical perspective. The final chapter turns its gaze to the 21st century, highlighting the ongoing relevance of Medea as a source of new artistic truths, with a focus on Mein und dein Herz (Medeia) (2007) by Nino Haratischwili. The work concludes with an examination of potential future research directions and developments of the theme. The importance of Medea as a cultural, overarching icon is emphasized, which continues to deserve attention in academic studies.
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Il Virgilio mansuetus di Salvatore Quasimodo, traduttore e interprete delle Georgiche / Salvatore Quasimodo as Virgilio's translator and interpreterGRIMOLDI, MARIA 13 February 2013 (has links)
La scelta di studiare il Fiore delle Georgiche è motivata dallo spazio di approfondimento ancora aperto sull’attività di Quasimodo traduttore, soprattutto alla luce delle carte autografe custodite presso il Centro di ricerca sulla tradizione manoscritta di autori moderni e contemporanei dell’Università di Pavia. L’indagine rivela le motivazioni della decisione da parte del poeta siciliano di leggere il «Virgilio … mansuetus della Georgiche» e la presenza di cospicue affinità tematiche tra l’immaginario poetico quasimodiano e il poema latino, a partire dal grande tema della natura, cosmica e georgica insieme, e dalla presenza dei quattro elementi primordiali (aria, terra, fuoco, acqua) come parole-chiave dell’interpretazione del poeta. Altri motivi comuni sono: il mito dell’Eden, il binomio amore-morte e il mito di Orfeo. La versione di Quasimodo sul piano dei contenuti e dell’espressione rivela la tendenza ad attenuare i concetti maggiormente connotati dal punto di vista della cultura e del contesto storico augusteo. Il poeta traduttore crea un nuovo testo che, improntato ad accentuare la componente lirica rispetto a quella didascalica, trasmetta un messaggio universalmente valido e più vicino al lettore a lui contemporaneo. Lo studio delle carte autografe ha fugato qualunque dubbio sull’originalità dell’operazione quasimodiana e ha rivelato la serietà nell’approccio alla traduzione. / The decision to study the Fiore delle Georgiche derives from the research space still open over the activity of Quasimodo as a translator, above all in light of the autograph papers kept at the research center on manuscript tradition of modern and contemporary authors of Pavia’ University. The study reveals the reason for the decision of Quasimodo to read Virgilio as mansuetus poet of Georgics and the presence of many affinities of contents between the poetic imaginary of the Sicilian poet and the latin poem, starting from the great theme of nature, cosmic and georgic at the same time, and for the presence of the four primordial elements (air, earth, fire, water) as key words of the interpretation of the poet. Other common subjects are: the myth of Eden, the couple love-death and the myth of Orpheus. The version of Quasimodo from the point of view of contents and expression reveals the tendency to attenuate the concepts mainly characterized by culture and by the augusteus historical context. The translator poet creates a new text that, marked by a stronger lyrical component rather than didactic, sends a universally valid message and closer to his contemporary readers. The study of the autograph papers has dispelled any doubt over the novelty of the work by Quasimodo and has revealed the seriousness in the approach to the translation.
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LUCIUS ANNEUS SENECA. UN COMMENTO FILOSOFICO, STORICO E STILISTICO DELL'EPISTULA AD LUCILIUM 94.1-51MONTAGNA, CARLOTTA 12 June 2018 (has links)
La tesi verte sull’attività politica e filosofica di Seneca. Si dimostra che Seneca fu un politico, che fece uso della proprie conoscenze filosofiche come di un instrumentum regni, prima, quando fu il maestro di Nerone (durante il cosiddetto Quinquennium felix), in seguito, quando compose le Epistulae Morales ad Lucilium. Con questo corpus di lettere Seneca ambiva a fornire un’educazione etica ai futuri leaders politici, che avrebbero dovuto governare conformemente alla filosofia stoica. Inoltre, nella tesi si dimostra che Seneca considerava la poltica come un instrumentum philosophiae, in quanto attraverso l’attività politica la contemplazione filosofica si volge in azione, che guida l’esistenza umana. La seconda parte della tesi fornisce un commento lemmatico, filosofico, storico e stilistico, dell’Epistula 94.1-51. In questo testo Seneca esprime la propria visione progressita della vita individuale e sociale. Suggerisce inoltre di guardare a lui come all’Agrippa di Età neroniana, impegnato a combattere contro la decadenza morale di Roma. Seneca ci consegna anche la chiave di accesso alla comprensione del Principato neroniano, con particolare attenzione posta alla Domus Aurea. / This thesis focuses on Seneca’s political and philosophical work. I show that Seneca was a politician who made use of his philosophical knowledge as an instrumentum regni, before, when he was Nero’s tutor (during the so-called Quinquennium felix), after, when he wrote his Epistulae Morales ad Lucilium. With his body of letters, he aimed to provide ethical education to future political leaders ruling according to Stoic philosophy. Moreover, this thesis shows that Seneca regarded politics as an istrumentum philosophiae, as through politics philosophical contemplation turns into action, directing human life. The second part of this thesis provides a lemmatic philosophical, historical and stylistic commentary of Seneca’s Epistula 94.1-51. In this letter Seneca confers his progressive view of individual and social life. He also suggests to us to regard himself as the Neronian Agrippa, busy fighting against moral decadence in Rome. He also gives us the key to understand the Neronian Age, in greater detail the Domus Aurea.
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