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Lo scenario di scrittura nella didattica universitariaMartari, Yahis <1978> 07 June 2007 (has links)
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Il critico come artista dall'Estetismo agli ErmeticiVeronesi, Matteo <1975> 13 June 2005 (has links)
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Il ciclo produttivo della ceramica salentina: il linguaggio degli artigiani tra il dialetto e l'italiano.Golovko, Ekaterina <1982> 27 May 2010 (has links)
Prendendo in esame diverse angolature d’analisi è indagata la situazione attuale della produzione tradizionale della ceramica salentina. La ricerca comprende la descrizione della situazione culturale attuale, l’analisi qualitativa e quantitativa dei dati raccolti sul campo e la costruzione di un quadro generale multidimensionale della rappresentazione di un’area culturale.
Il primo capitolo della tesi tratta il problema teorico dei linguaggi specialistici e delle peculiarità a essi legati. La dottoranda fornisce un quadro completo ed esaustivo della bibliografia sia italiana che anglosassone sull’argomento affrontato. Questo capitolo fa da introduzione al problema della comunicazione specialistica nell’ambito della quale si svolgono le interviste.
Il secondo capitolo presenta la metodologia utilizzata durante la ricerca svolta sul campo. La metodologia della ricerca sul campo include i metodi etnografici di osservazione partecipante e linguistico antropologici di interviste non strutturate.
Il terzo capitolo della tesi è dedicato alla descrizione etnografica del processo produttivo. Questo capitolo ha un valore rilevante per l’intera ricerca poiché oltre ai termini italiani sono riportati tutti i termini tradizionali e descritti dettagliatamente i momenti della produzione. Va dimostrata una profonda conoscenza della lavorazione della ceramica nel Salento non solo nel suo stato attuale ma anche nel passato. Come parte conclusiva di questo capitolo è proposta una riflessione di carattere filosofico e antropologico sul ruolo dell’artigiano come Creatore, proponendo paragoni con la figura del Demiurgo platonico descritto nel “Timeo” e l’analisi del cambiamento dello statuto di oggetto da manufatto a oggetto industriale basandosi sul lavoro di Baudrillard.
Il quarto capitolo è strutturato in modo diverso rispetto agli altri perché rappresenta la parte centrale della tesi e propone quattro diversi tipi di analisi linguistica possibile. La prima analisi riguarda l’ideologia linguistica e la sua espressione nel parlato inosservato. E’ fornita la prospettiva teorica sulla problematica di ideologia linguistica e dimostrata la conoscenza dei testi sia di natura sociologica (Althusser, Bourdieu, Gouldner, Hobsbawm, Thompson, Boas) che di natura linguistica (Schieffelin Bambi B., Woolard Kathryn A., Kroskrity Paul V., eds. 1998 Language ideologies : practice and theory. New York Oxford, Oxford University press). Golovko analizza i marcatori spazio-temporali utilizzati dagli artigiani per costruire le tassonomie del pronome “noi” e la contrapposizione “noi” – altri. Questa analisi consente di distinguere i diversi livelli d’inclusione ed esclusione del gruppo. Un altro livello di analisi include la valutazione degli usi del passato e del presente nel parlato per costruire le dimensioni temporali del discorso. L’analisi dei marcatori spazio-temporali consente di proporre una teoria sulla “distanza” tra i parlanti che influisce la scelta del codice oppure la sua modifica (passaggio dal dialetto all’italiano, la scelta della varietà a seconda dell’interlocutore). La parte dedicata all’ideologia si conclude con un’analisi profonda (sia quantitativa che qualitativa) dei verbi di moto che sono stati raggruppati in una categoria denominata dalla Golovko “verbi di fase” che rappresentano usi non standard dei verbi di moto per esprimere il passaggio da una fase all’altra. Il termine “fasale” prende spunto non dalla letteratura linguistica ma dal libro di Van Gennep “Les rites de passage” che discute dell’importanza dei riti di passaggio nella cultura africana e nella ricerca etnografica e folkloristica. È stato rilevato dalla dottoranda che i passaggi da una fase produttiva all’altra hanno un valore particolare anche nella produzione della ceramica e soprattutto negli usi particolari dei verbi di moto. Analizzati in profondità, questi usi particolari rispecchiano non solo fattori linguistici ma anche la visione e la percezione di queste fasi delicate in modo particolare dagli artigiani stessi. Sono stati descritti i procedimenti linguistici come personalizzazione e alienazione dell’oggetto. Inoltre la dottoranda ha dimostrato la conoscenza della letteratura antropologica non solo inerente la zona da lei studiata ma anche di altre come, ad esempio, dell’Africa Sub Sahariana.
Nella parte successiva del quarto capitolo viene proposta un’altra chiave di lettura delle problematiche linguistiche: l’analisi del lessico utilizzato dagli artigiani per poter classificare i gruppi identitari presenti nella comunità studiata. E’ proposta l’analisi dei rapporti all’interno dei gruppi professionali che sono generalmente classificati come solidarietà e distinzione. La terminologia ha origine sociologica, infatti viene proposto un quadro teorico degli studi sulla solidarietà (Durkheim, Appandurai, Harré, Zoll) e l’adattamento del termine in questo senso coniato da Bourdieu “la distiction”. L’identità linguistica è affrontata sia dal punto di vista linguistico che dal punto di vista sociologico. Per svolgere l’analisi sulle identità assunte dagli artigiani e poter ricondurre la scelta volontaria e a volte non conscia di uno stile (consistente di un insieme di termini) inteso come espressione d’identità assunta dagli artigiani, la dottoranda riflette sul termine “stile” nella sua accezione sociolinguistica, com’è usuale negli studi anglosasoni di ultima generazione (Coupland, Eckert, Irvine e altri). La dottoranda fornisce una classificazione delle identità e ne spiega la motivazione basandosi sui dati empirici raccolti.
La terza parte del quarto capitolo è dedicata all’analisi del linguaggio specialistico degli artigiani e alla descrizione dei tratti solitamente assegnati a questo tipo di linguaggio (monoreferenziaità, trasparenza, sinteticità e altri). La dottoranda svolge un’analisi di carattere semantico dei sinonimi presenti nel linguaggio degli artigiani, analizza il rapporto con la lingua comune, riporta l’uso delle metafore e casi di produttività linguistica.
L’ultima parte del quarto capitolo consiste nell’analisi dei tratti non standard nel linguaggio degli artigiani classificati considerando il livello di variazione (lessico, morfologia e morfosintassi e sintassi) e spiegati con gli esempi tratti dalle interviste. L’autrice riflette sui cambiamenti avvenuti nella lingua parlata italiana e nella sua varietà regionale basandosi sui lavori “classici” della linguistica italiana (Berruto, Sobrero, Stehl, Bruni, D’Achille, Berretta, Tempesta e altri) studiandone attentamente i processi evidenziati nella sua descrizione. Lo scopo e l’apice della tesi consiste nell’analisi del repertorio linguistico degli artigiani e la discussione delle dinamiche in corso (livellamento del dialetto, convergenza e divergenza del dialetto, italianizzazione e regionalizzazione dell’italiano). La dottoranda propone un suo schema di rapporti tra italiano e dialetto motivando pienamente la sua teoria.
A corollario la tesi è composta anche da un glossario dei termini tecnici e un album fotografico che aumentano l’interesse del lavoro dandogli un valore culturale.
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MetalinguisticaGhirardelli, Matteo <1980> 27 May 2010 (has links)
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Il linguaggio diplomaticoAbdul Wahid, Noor Nasser <1984> 29 March 2011 (has links)
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Testualità, retorica, brevità. Per una lettura di testi di Giorgio CaproniNicolini, Francesco <1978> 01 June 2011 (has links)
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Linguistica Cognitiva e analisi retorica: indicazioni per un percorso sulla metafora nella didattica della lingua. / Cognitive linguistics and rhetorical analysis: indications for a course on metaphor in teaching of languageDi Fabio, Valentina <1984> 28 May 2012 (has links)
La tesi sviluppa le proposte teoriche della Linguistica Cognitiva a proposito della metafora e propone una loro possibile applicazione in ambito didattico.
La linguistica cognitiva costituisce la cornice interpretativa della ricerca, a partire dai suoi concetti principali: la prospettiva integrata, l’embodiment, la centralità della semantica, l’attenzione per la psicolinguistica e le neuroscienze. All’interno di questo panorama, prende vigore un’idea di metafora come punto d’incontro tra lingua e pensiero, come criterio organizzatore delle conoscenze, strumento conoscitivo fondamentale nei processi di apprendimento. A livello didattico, la metafora si rivela imprescindibile sia come strumento operativo che come oggetto di riflessione. L’approccio cognitivista può fornire utili indicazioni su come impostare un percorso didattico sulla metafora. Nel presente lavoro, si indaga in particolare l’uso didattico di stimoli non verbali nel rafforzamento delle competenze metaforiche di studenti di scuola media. Si è scelto come materiale di partenza la pubblicità, per due motivi: il diffuso impiego di strategie retoriche in ambito pubblicitario e la specificità comunicativa del genere, che permette una chiara disambiguazione di fenomeni che, in altri contesti, non potrebbero essere analizzati con la stessa univocità. Si presenta dunque un laboratorio finalizzato al miglioramento della competenza metaforica degli studenti che si avvale di due strategie complementari: da una parte, una spiegazione ispirata ai modelli cognitivisti, sia nella terminologia impiegata che nella modalità di analisi (di tipo usage-based); dall’altra un training con metafore visive in pubblicità, che comprende una fase di analisi e una fase di produzione. È stato usato un test, suddiviso in compiti specifici, per oggettivare il più possibile i progressi degli studenti alla fine del training, ma anche per rilevare le difficoltà e i punti di forza nell’analisi rispetto sia ai contesti d’uso (letterario e convenzionale) sia alle forme linguistiche assunte dalla metafora (nominale, verbale, aggettivale). / This thesis develops the Cognitive Linguistics’ theoretical claims about metaphor and puts forward a possible application of them in the didactic field.
The frame of research is Cognitive Linguistics and its fundamental features: the integrated perspective, the embodiment, the semantic centrality, the attention to psycholinguistics and neurosciences. In this frame an idea of metaphor emerges as a meeting point between thought and language, as a criterion for organizing thoughts and an important tool in understanding and learning processes. In teaching, we can conceive metaphor both as a didactic tool and as the object of reflection. The cognitive approach can provide some useful indications about the organization of a course on metaphor. In this work, I’m going to study the use of non-verbal stimuli in improving metaphorical competence of middle school students. I chose to work on advertisements for two reasons: the large use of rhetorical strategies in advertising and the communicative peculiarities of the genre, that enable us to solve instances of ambiguity more easily than other genres. A workshop is presented, which is aimed to improve the students’ metaphorical competence, by two complementary strategies: on one hand, an explanation based on cognitive models, applied both to terminology and to the method of analysis (usage-based approach); on the other hand, a training with pictorial metaphors employed in advertising, including both analytical and productive tasks. I used a test, divided into specific tasks, to monitor objectively the students’ progress after the training, but also to record the degree of difficulty faced subsequent to the context (literary or conventional type) and to the metaphors’ linguistic form (nominal, adjective, verbal).
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La Prima" e la "Seconda Oratione" di Angelo Beolco il Ruzante: edizione critica e commento"Deotti, Sara January 2015 (has links)
Il presente lavoro propone una nuova edizione critica commentata delle due orazioni ruzantiane. A un'analisi introduttiva delle due operette, che ne circostanzia temi e occasione di recita, segue il testo criticamente rivisto delle orazioni, accompagnato da una traduzione di servizio e da un commento continuo e puntuale al testo, che mira a enuclearne il significato e i rimandi intertestuali; nella successiva "Nota al testo" si descrive il testimoniale completo, manoscritto e a stampa, delle due tradizioni, per poi procedere alla ricostruzione dei rapporti fra i testimoni e alla scelta del testo-base dell'edizione, di cui vengono individuate e corrette le mende; si stila in seguito un apparato delle varianti di tipo negativo. Concludono il lavoro l'illustrazione dei criteri di edizione e una nota bibliografica.
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Lettere mercantili in volgare parmense: il carteggio dei GarsoAngelini, Irene January 2018 (has links)
Il lavoro presenta l’edizione di un corpus di lettere mercantili in volgare, risalenti all’ultimo ventennio del Trecento, inviate da alcuni esponenti della famiglia parmense dei Garso al fondaco di Francesco di Marco Datini a Pisa, oggi conservate presso il fondo Datini dell’Archivio di Stato di Prato. L’edizione dei 64 testi (finora inediti, ad eccezione di uno) è accompagnata da un commento linguistico che si propone di individuare, accanto ai fenomeni genericamente settentrionali da una parte e alle tracce di contaminazione linguistica con il toscano dall’altra, alcuni tratti caratteristici del volgare parmense. Conclude il lavoro un glossario selettivo che raccoglie il materiale lessicale di uso locale, così come gli elementi riconducibili al formulario mercantile medievale.
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Verbs as nouns: empirical investigations on event-denoting nominalizationsVarvara, Rossella January 2017 (has links)
In this thesis, I study the differences in form and interpretation presented by event-denoting nominalizations. Frequently, languages have more than one type of event nominalization, such as deverbal nouns derived by means of suffixes (Italian mutamento / mutazione, ‘change’, ‘mutation’, or English assignment, explosion) and their corresponding verbal nouns, e.g. infinitives (il mutare, ‘the changing’) or gerunds (exploding). These are usually perceived as alternatives, since their semantic difference is not clearly understood by neither native speakers nor linguists. The aim of this work is to understand the rationale that leads us to choose one form instead of the other and to define the linguistic features involved. The hypothesis underlying the whole thesis is that different forms are never true synonyms and, thus, present some differences in use, distribution or meaning. In a first study, I explore the role of the base verb in the nominalization selection. I investigate if the various nominalizations are formed from different types of base verbs and which characteristics define their domain of application. By means of statistical modeling, I highlight how the transitivity of the base verb partially determines which nominalization is preferred. Moreover, I show that NIs are not used to make up for the lack of a corresponding EDN, refuting previous claims. Then, I move forward analyzing the cases in which both forms are derived from the same base and I try to understand if they differ in meaning. In the second study presented, I use collocation analysis to observe their semantic dissimilarities. With focus on a single syntactic pattern, I find out that nominal infinitives and deverbal nouns inherit only part of the base verb senses. The former usually prefer metaphorical and abstract senses, whereas the latter select more concrete and literal ones. Lastly, I use distributional semantic models to observe quantitatively the semantic shift of the two processes. I confirm the hypothesis that nominal infinitives are more transparent and more semantically regular than deverbal nouns, given their inflectional nature. The studies presented have been conducted on Italian and German; however, the findings are relevant for the general treatment of nominalizations and may be replicated for further languages. Overall, my work shows how quantitative analyses of corpus data can help us investigate problems that are hardly addressed by linguists introspection. Moreover, it includes in the study of nominalizations nominal infinitives, non-finite verbal forms which, contrary to English gerunds, have not received the attention they deserve.
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