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Internet come ambiente per la ricerca educativa. Metodi, strumenti e orientamenti

ZOFFI, ELSA 23 March 2009 (has links)
Nello scenario attuale in cui la tecnologia diventa sempre più un “ordinatore culturale” che pervade e cambia anche il nostro modo di vivere, si impone un ripensamento su come tale ordinatore culturale possa influire sulle prassi educative, formative e didattiche: in questo caso non si tratta di tecnologia in senso generale, ma di quel tipo particolare di applicazioni che sono raccolte sotto la categoria dell’ICT (Information and Communication Technologies). Tali applicazioni, per le loro specificità funzionali, stanno progressivamente trasformando i processi di insegnamento e apprendimento soprattutto in relazione alle metodologie e agli strumenti che la Rete mette a disposizione sia degli insegnanti che dei soggetti che apprendono richiedendo un adeguamento dei metodi e delle tecniche di ricerca che le scienze dell’educazione abitualmente adottano per lo studio di ambienti non tecnologici. Il problema è già stato messo a fuoco dalla ricerca che riguarda il campo delle scienze sociali e del marketing che per prime hanno realizzato la necessità di mettere a punto nuovi strumenti per intercettare le forme di consumo e di accesso all’informazione prodotte da Internet; la riflessione critico-metodologica in ambito pedagogico, educativo e didattico stenta a collocarsi sulla stessa lunghezza d’onda, con il rischio di accostare scenari nuovi con apparati metodologici vecchi. Questo progetto di ricerca si propone dunque di iniziare a colmare questo spazio a partire dalla definizione di come gli strumenti on line possano configurarsi in termini di risorsa per la ricerca educativa. / Nowadays technology has become more and more fundamental from a cultural point of view. It is widespread and it changes our way of living. This is why it necessary to reflect on how such cultural phenomenon could have an impact on education. In this case we do not refer to technology in a general sense but to those specific applications belonging to the category of ICT (Information and Communication Technologies) Thanks to their functional features such applications are changing teaching and learning processes above all in relation to the methodologies and tools the Net provides to teachers and students. Such a scenery requires a shift in research methods and techniques that educational sciences usually adopt for the study of non technological environments. The problem has already been identified by research related to social sciences and marketing that were the first to underline the importance to adopt new tools to investigate the new forms of use and access to the information produced by the Internet. The critical-methodological discourse in the pedagogical, educational and didactic area does not follow the same trend risking to combine new sceneries and old methods. This research project intends to work on these topics starting from defining how online tools could become a resource for educational research.
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DIDATTICA DELL'IMMAGINE. DALLA FOTOGRAFIA AI DIGITAL DEVICE

TRIACCA, SERENA 23 March 2016 (has links)
La presente ricerca intende portare l'attenzione sulla necessità di integrare in maniera consape-vole le immagini nelle pratiche didattiche e di fondarne l'uso sul piano neuroscientifico. Da sempre l'insegnante se ne serve per supportare l'esposizione orale, per rendere visibili e si-tuati i concetti, per facilitare la messa a fuoco di elementi rilevanti. Gli studi sul cervello visivo (ci riferiamo in particolare alla teoria della visione del neurobiolo-go Semir Zeki) rendono ragione a ciò che l'insegnante ha sempre saputo: fornire ai discenti una rappresentazione grafica o iconica di un determinato concetto, tema, argomento sostiene il lavoro del cervello, normalmente impegnato in una ricerca dell'essenziale, entro il fluire incessante del mondo. La rappresentazione proposta dall'insegnante consentirebbe dunque di lavorare su uno scenario semplificato, favorendo la comprensione dell'oggetto dell'insegnamento da parte dell'alunno. Alcune tipologie di immagini, tuttavia, non riducono la complessità, a causa della propria "ambiguità semantica": molte interpretazioni sarebbero possibili, tutte egualmente valide. Tale caratteristica potrebbe essere sfruttata dall'insegnante al fine di accendere la curiosità, stimolare la discussione, la presa di posizione, la riflessione, la costruzione di ipotesi interpretative. Tramite quattro studi di caso, si è inteso fare luce sulle concrete modalità di impiego della fotografia (fruita e prodotta) nella scuola primaria. A partire dalle riflessioni pedagogiche stimolate dai casi, la ricerca si propone di aggiornare il quadro di consapevolezze della ricerca didattica relativamente all'uso delle immagini fotografi-che in classe, fornendo alcuni suggerimenti per integrarle nella didattica e operando in ultima battuta una mappatura di applicativi digitali che consentano di lavorare con e sulle immagini. / This research project aims to focus on the need of conscious pictures' integration into the teaching and learning activities (TLA) and to base the use at a neuroscientific level. The teacher usually adopts visuals to support oral presentations, to make the concepts clear and situated, to facilitate focusing of relevant elements. Studies on the visual brain (mainly referring to the recent theory of vision by neurobiologist Semir Zeki) validate what the teacher has always known: providing learners with visuals of a particular concept, theme, topic supports the brain's work, normally engaged in looking for the essential, within the non-stop flow of the world. The teacher's representations would enable the pupils' brain to work on a simplified scenario, facilitating the understanding of the object of teaching. However, certain kinds of images do not reduce the complexity, because of their "semantic ambiguity": many interpretations would be possible, all equally strong. The teacher could take advantage of this feature in order to turn on the curiosity, to encourage the discussion, the reflective thinking or interpretative hypothesis. Through four case studies, we aimed to explore the actual use of photography in primary school. Starting from the pedagogical reflections about the cases, the research intends to increase the educational research's awareness about the use of photographic images in the classroom, sug-gesting some tips for designing TLA and developing a review of appropriate digital apps.
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"Io dico com'e iniziata questa storia". Le parole che "agiscono" in due centri pubblici per la mediazione sociale e dei conflitti. / "I'm going to tell you how this story begins". Words "in action" in two public Centers for Social Mediation.

Vaccari, Manuela <1969> 09 May 2016 (has links)
Questa ricerca si occupa delle pratiche di lavoro, in quanto pratiche eminentemente linguistiche, dei mediatori che prestano servizio presso due Centri per la Mediazione Sociale e dei Conflitti. Essa è nata dall’interesse per la «agentività del linguaggio» (Duranti, 2004) nei contesti educativi coniugato con la convinzione che i conflitti sociali richiedono un nuovo ed urgente impegno di riflessione da parte delle scienze dell’educazione (Contini e Genovese, 1997; Zannoni, 2012). La maggior parte degli studi esistenti sulla mediazione sono stati condotti con approcci di ricerca che ne ignorano gli aspetti interazionali-linguistici e che trattano la mediazione come se fosse una «scatola nera» (Garcia, 2000). Scopo della ricerca è stato aprire la scatola nera e indagare «le azioni discorsive incarnate» (Goodwin, C.,1979, 1994, 2000) attraverso cui la mediazione è effettivamente realizzata dai membri nei loro corsi pratici di azione. Lo studio - di tipo etnografico - è stato condotto utilizzando sia l’osservazione partecipante che la video-registrazione di alcuni specifici eventi comunicativi (Hymes, 1974) selezionati quali unità di raccolta nella fase esplorativa del fieldwork: i momenti che i mediatori dedicano alla discussione dei casi di conflitto. Sul piano metodologico l’incrocio tra le conoscenze etnografiche relative al contesto e i dati che emergono grazie all’Analisi della Conversazione è stato necessario per comprendere il ruolo cruciale del linguaggio nelle pratiche di lavoro dei mediatori e il suo impatto sui relativi esiti. A partire dalla posizione epistemologica implicata dalla pedagogia fenomenologica, (Bertolini, 1988; Caronia, 2011) la ricerca propone una descrizione interpretativa di pratiche di lavoro che -sotto la lente d’ingrandimento dell’analisi- mostrano le loro implicazioni e conseguenze oltre a quanto è immediatamente visibile. Da questo punto di vista, si colloca in quel versante di ricerche pedagogiche che hanno come obiettivo la promozione dell’accountability istituzionale e la diffusione dei processi di autocorrezione nelle organizzazioni. / This research investigates the working practices - as eminently linguistic practices - that take place in two public Centers for Social Mediation. It originates by the interest for the “agentivity of language” (Duranti, 2004) in educational contexts, together with the conviction that social conflicts require a new and urgent commitment by the scholars in the field of education studies (Contini and Genovese, 1997 ; Zannoni, 2012). Most of the existing studies on mediation were done with research approaches that ignore the interactional-linguistic aspects, treating mediation as if it were a "black box" (Garcia, 2000). Purpose of this research has been to open the black box and investigate “the discoursive embodied actions" (Goodwin, C., 1979, 1994, 2000) through which mediation is actually realized by the members, in their practical courses of action. The sresearch - an ethnographic study- was conducted using both participant observation and video-recording of some specific communicative events (Hymes, 1974) selected in the exploratory phase of fieldwork: the meeting of the mediators dedicated to the discussion of the «cases of conflict». Assuming the epistemology implied by the «Phenomenological Pedagogy» (Bertolini, 1988; Caronia, 2011), the research proposes an interpretive description of the work practices that - under the «hand lens» of the analysis- show their implications and consequences beyond what it is immediately visible. From this point of view, it is part of the family of educational research aimed to promote institutional accountability and dissemination of self-correction processes in organizations
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AUTISMO E SCUOLA: DIMENSIONI EDUCATIVE DEL LAVORO DI RETE TRA ESPERIENZE LOCALI E PROSPETTIVE INTERNAZIONALI / Autism at school: building educational networks form local experiences towards international perspectives.

MOLTENI, PAOLA 23 March 2015 (has links)
La ricerca svolta ha messo chiaramente in evidenza alcune criticità e potenzialità del lavoro a scuola con alunni con autismo in un’ottica di rete unitaria e multidisciplinare. L’esperienza con alunni autistici vissuta dagli insegnanti ed educatori è stata percepita positivamente dalla maggioranza dei partecipanti alla ricerca qui descritta e gli aspetti negativi evidenziati sono emersi soprattutto in relazione alle difficoltà di lavorare in equipe e di poter contare su un organico scolastico adeguato. Ciò che rende più faticoso il lavoro in classe è strettamente legato alle caratteristiche fondamentali del disturbo, ovvero alle modalità di relazione, comunicazione e comportamento manifestate dell’alunno. La relazione con i compagni è stata sottolineata come complessità principale e tale fattore può essere relativo alla capacità dell’insegnante di realizzare attività condivise in piccolo e grande gruppo, alla strutturazione di un percorso esplicativo del disturbo che sia di facile comprensione per i compagni e, soprattutto, alla formazione pratica e strumentale a supporto della realizzazione di un contesto inclusivo. La comunicazione è emersa come seconda difficoltà percepita dal campione e questo può essere dovuto al fatto che un ampio numero di professionisti utilizza strategie comunicative giudicate non pienamente efficaci per l’alunno, in particolare la modalità verbale; inoltre il discreto uso di tecniche alternative, come ad esempio la Comunicazione Aumentativa Alternativa e i supporti tecnologici, può condizionare significativamente le capacità espressive e comprensive dell’alunno. Infine, il comportamento problematico e stereotipato è un ulteriore elemento evidenziato come problematico, tuttavia la capacità di gestione dell’alunno in classe e delle manifestazioni del suo disagio sono, come già detto, tra degli aspetti più difficoltosi nell’autismo. È rilevante sottolineare come solo una piccola parte del campione ha rilevato peculiarità sensoriali, le quali influiscono direttamente sul comportamento e sulla capacità del ragazzo di essere presente in aula al meglio delle proprie capacità. Le riflessioni emerse dai risultati ottenuti hanno offerto nuove chiavi di lettura alla problematica dell’autismo all’interno del contesto di riferimento, permettendo di delineare successivi percorsi progettuali e di ricerca: attraverso la ricerca svolta dalla dottoressa Molteni, è stata affermata la necessità di riflettere su come la scuola italiana riesca a rispondere alla presenza di alunni con autismo all’interno delle proprie classi. L’analisi dei dati raccolti attraverso la ricerca sviluppata dalla dottoranda ha messo in luce gli aspetti peculiari dell’esperienza scolastica dei professionisti che lavorano con alunni con autismo ed ha permesso la definizione di ipotesi progettuali a supporto del lavoro di rete già in atto nel territorio scolastico di Monza e Brianza, attraverso proposte operative che prevedono attività su scala locale ed internazionale.
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TECNOLOGIE DI GRUPPO / Group's Tecnologies

PARMIGIANI, DAVIDE 23 March 2009 (has links)
L’obiettivo della ricerca denominata “Tecnologie di Gruppo” è fondato su tre idee basilari: 1. a scuola è importante perseguire due tipologie di apprendimento: l’apprendimento individuale e quello di gruppo. Al momento, gli insegnanti organizzano le loro azioni didattiche maggiormente verso il primo tipo mentre il secondo è considerato un supporto per il primo; 2. a scuola, le situazioni più comuni di lavoro con le tecnologie non sono inline bensì principalmente offline, nella classe oppure nel laboratorio multimediale. Durante queste situazioni didattiche, è piuttosto usuale far lavorare in gruppo gli studenti. Quando un gruppo di studenti lavora con alcune strumentazioni tecnologiche, le interazioni fra i partecipanti tendono a modificarsi; 3. le nuove interazioni aumentano le possibilità per sviluppare apprendimenti collaborativi se gli insegnanti organizzano e progettano l’ambiente di apprendimento finalizzato a supportare la costruzione collaborativa della conoscenza e lo sviluppo delle competenze. L’espressione “Tecnologie di Gruppo” significa che le tecnologie (il computer, la tv, la videocamera e altri) può aumentare le possibilità di impostare lavori di gruppo dove gli studenti scambiano opinioni o idee, discutono un argomento oppure cercano di risolvere una situazione-problema, decidono come organizzare il lavoro del gruppo stesso. Nel gruppo con le tecnologie ci sono maggiori possibilità di feed-back cognitivi e relazionali fra gli studenti. La questione principale è gestire le differenti interazioni e permettere al gruppo di crescere e affrontare le situazioni-problema in cui il gruppo viene coinvolto. Quindi è fondamentale il ruolo dell’insegnante come conduttore della classe. All’inizio di un’esperienza didattica, il lavoro di gruppo è maggiormente “cooperativo”. Il compito, i ruoli e i passi sono stabiliti dall’insegnante. Successivamente, quando il gruppo è consapevole delle proprie abilità e potenzialità, l’insegnante può ampliare le possibilità gestionali e affidarle agli studenti. Essi possono scegliere i percorsi ritenuti più adatti per affrontare i problemi, distribuire i ruoli, condividere informazioni e altro. Il lavoro di gruppo diventa “collaborativo”. È necessario costruire un ambiente di apprendimento che integrato fra online e offline per allenare gli studenti al lavoro di gruppo. Tale ambiente si costituisce in tre situazioni principali: 1. lavoro di gruppo senza tecnologie; 2. lavoro di gruppo con tecnologie in classe (offline); 3. lavoro di gruppo online. La ricerca ha individuato interessanti progetti in atto in Italia ed in altri paesi. Le caratteristiche comuni sono le seguenti: c’è una piattaforma di apprendimento online (come Knowledge Forum o Moodle) dove gli studenti interagiscono, comunicano e lavorano insieme; gli insegnanti propongono attività su un argomento o una tematica disciplinare o trasversale; i lavori (individuali o di gruppo) procedono parallelamente in classe con o senza le tecnologie e continuano online, in modo che la rete sia percepita come un medium collaborativo; la progettazione delle attività è condivisa fra studenti e insegnanti. / The aim of research called “Group’s Technologies” is based on trhee basic ideas: 1. At school it’s important to pursue two kinds of learning: individual learning and team learning. At the moment, the teachers direct their acts above all to the first kind and the second one is relegate as a support for the first. 2. At school the situations more common for the work with ICT are not online but mainly offline in the classroom or in the room of computers. During these situations, it’s usual that the students work in groups. When a team of students works with some technologies, the interactions among the participants will change. 3. New interactions improve possibilities for collaborative learning if the teachers organize and plan the learning environment to foster and support the collaborative building of knowledge and the growth of competencies. The expression “Group’s Technology” means that technologies (computers or others) can increase the possibilities to build work’s groups where the students can exchange opinions or ideas, discuss a matter or on resolve a situation-problem, decide as to handle the job. In group with technologies there are more possibilities of feed-back by schoolfriends or by the computers. The main question is to manage the different interactions and to allow to the team to grow and to tackle the problems that the group’s situations involve. Therefore, it’s important the role of teacher as leader of the classroom. At the beginning, the work’s group will be more “cooperative”. The task, the roles in the groups and the steps of job are assigned by the teacher. Then, when the groups are aware of their abilities, the teacher can open the possibilities. The students can select the ways to solve the problems, share the rules, information and other. The work is getting “collaborative”. It’s necessary build a learning environment integrated between online and offline to train for group’s work. This environment is built by three situations: 1. group’s work without technologies 2. group’s work with technology in the classroom (offline) 3. group’s work online At the moment, I found some interesting projects in Italy and in other countries. The common peculiarities are: there is a learning platform online (like Knowledge Forum or Moodle) where the students can interact, communicate and work together; the teachers suggest some activities about a subject; the jobs (individual or team) proceed in the classroom with or without technologies and continue online, so the network is felt like a collaborative medium; the design of instruction is shared by students and teachers.
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L'insuccesso negli studi universitari: un problema di strade o di bussole?

Civettini, Catia January 2018 (has links)
Il presente lavoro, focalizzandosi in particolare sull’istruzione universitaria e superiore, indaga il fenomeno che in Italia prende spesso il nome generico di “dispersione”, un problema strutturale e complesso che riguarda molti Paesi. A partire da una disamina complessiva della letteratura nazionale e internazionale sono stati analizzati dettagliatamente i termini utilizzati per denominare il fenomeno (in particolare drop-out, underachievement, dispersione e il corollario che a questi si accompagna) (primo capitolo). Successivamente l’analisi si è concentrata sui numerosi modelli teorici di analisi dei fenomeni di abbandono, elaborati soprattutto a partire dagli anni Settanta del Novecento e in particolar modo negli Stati Uniti (secondo capitolo). Dopo aver delineato questo quadro teorico, si è passati ad una disamina storico–statistico–normativa dei documenti istituzionali riferiti al contesto europeo (terzo capitolo) considerando le raccomandazioni relative all’educazione e all’istruzione definite a partire dalla European Higher Education Area (EHEA). Ne emerge un quadro frammentario e lasciato alla capacità/volontà delle singole istituzioni di recepire le raccomandazioni che arrivano dai documenti ufficiali. Infine, sono state considerate le strategie e le azioni (le strade) e gli strumenti (le bussole) messi in campo per prevenire e contrastare il fenomeno (quarto capitolo). L’attenzione è stata posta in particolare sul Personal Development Plan, uno strumento “riflessivo” che ha consentito, soprattutto in ambito anglosassone, di ottenere interessanti risultati. Alla fine del lavoro, viene presentata la ricerca sul campo condotta con riferimento alla realtà trentina, coinvolgendo alcune scuole secondarie di secondo grado e alcuni studenti del Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Università di Trento (capitolo quinto). Nella ricerca è stata sperimentata una forma di peer orientation ed è stato utilizzato in parte lo strumento del PDP pur riveduto e adattato al contesto considerato. Da questo lavoro è emersa complessivamente una certa incapacità delle istituzioni di stimolare pratiche riflessive, di accompagnare, di creare “comunità”, di attivare il desiderio di conoscere e di apprendere per tutta la vita. Parallelamente è stata rilevata un’assenza di regia, circa eventuali azioni messe in essere per favorire il successo negli studi dalle istituzioni educative e formative considerate. Solo strategie ragionate mirate e soprattutto coordinate possono implementare azioni efficaci ed individuare gli strumenti adatti per “allenare” giovani e adulti ad essere soggetti attivi e riflessivi, in grado di divenire motore del proprio cambiamento e parte attiva e responsabile della società.
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Accessibilità per includere: tecnologie educative per rispondere ai bisogni degli allievi presenti in classe / ACCESSIBILITY FOR INCLUSION: EDUCATION TECHNOLOGY SOLUTIONS FOR SPECIAL NEEDS IN THE CLASSROOM

CARRUBA, MARIA CONCETTA 28 February 2019 (has links)
Il presente lavoro di ricerca, condotto in cotutela con l’Università di Pittsburgh, ha lo scopo di riflettere rispetto all’uso delle tecnologie come strumento per l’inclusione in classe. Il framework teorico: - la gestione della classe; - la differenziazione didattica; - l’uso della tecnologia per includere. Da un punto di vista metodologico, la ricerca utilizza un approccio quali-quantitativo. Sono state condotte sperimentazioni su tre differenti aree: - scuole di ogni ordine e grado dell’area nord, centro e sud sulla base di indicatori ben precisi; - Università (UCSC) coinvolgendo studenti con DSA o disabilità; - un gruppo di studenti con disabilità severa che non possono accedere all’Università. La ricerca prende avvio con l’analisi della legislazione italiana che può giustificare l’uso della tecnologia in classe; procede con un approfondimento circa le neuroscienze per cogliere i cambiamenti generati dalla tecnologia sul processo di apprendimento; presenta il potere inclusivo della Differenziazione Didattica, dell’Universal Design for Learning e della gestione della classe; predispone e presenta due spazi digitali: un corso per insegnanti e uno spazio con mappatura qualitativa delle più recenti soluzioni inclusive. La tecnologia rivoluziona il processo di insegnamento-apprendimento e, se usata bene, permette di includere tutti gli allievi, nessuno escluso. / Accessibility for inclusion, a research in co-supervision with Pitt University, focuses on technology solutions for inclusion in the classroom. Nowadays every, generally, schools use technology in the classroom. Every student needs a specific approach to have a good experience at school and the role of teachers is central to promote inclusion, access and creativity for all. Schools and teachers encourage well-being for all and work for social equity when learning process meet every students’ need. In this research the focus is based on: - Classroom management; - Differentiation and Universal Design for Learning; - Special needs, Technology and inclusion in the classroom. Goals of the study: - Analysis of education technology policies in Italy; - Analysis of teacher digital competences for increased inclusive education; - Know-how Neuroscience: how technology impacts on the whole learning process and the perception of self-competence in students; - Analysis of recent accessible technology solutions. In today’s complexity technology solutions allows all students, also with special needs, to differentiate and to customize the contents as they deserve and allows all teachers to identify more ways to engage the students. When students are more ingaged they are more motivated and, consequently, they perform and fell better.
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PROSTITUZIONE MINORILE. PERCORSI PEDAGOGICI

SCORTI, LAURA 31 March 2011 (has links)
Questo lavoro ha due focus di attenzione. Il primo riguarda l’indagine di eventi critici che si incontrano nelle vicende familiari delle giovani prostitute: analizzare le storie di vita mettendole in relazione alla situazione sociale e familiare del minore con una particolare attenzione a episodi di abusi, maltrattamenti o trascuratezze affettive. L’ingresso nella prostituzione viene considerato come un continuum ed un adattamento all'esperienza di abuso: lo sfruttamento sessuale costituisce quindi il culmine di un lungo percorso caratterizzato da eventi distruttivi. Dall’indagine è emerso come condizioni di miseria familiare e avvio alla prostituzione siano sempre più correlate. Famiglie multiproblematiche che vivono situazioni di indigenza, ma al tempo stesso disagio, conflittualità, scarsa attenzione nei confronti delle esigenze dei figli, allontanamento di una delle due figure genitoriali e mancanza di figure di riferimento importanti. In molti casi le famiglie sono causa e complici della situazione di sfruttamento. Il secondo focus fa riferimento al tentativo di individuare percorsi pedagogici specifici per minorenni vittime di tratta. E’ importante considerare che alle minorenni vittime della tratta è necessario assicurare un intervento ad hoc che tenga conto dei bisogni specifici di una fascia di età particolarmente delicata e vulnerabile, a cui bisogna garantire un costante lavoro di accompagnamento e di maternage. / This work has two focuses of attention. The first concerns the investigation of critical events that can find in young prostitutes’ families : analyzing the life stories and relating them to social and family situation with special attention to incidents of abuse, emotional abuse or neglect. The entry into prostitution is regarded as a continuum and an adaptation of the experience of abuse: sexual exploitation is therefore the culmination of a long process characterized by destructive events. The inquiry showed that conditions of family poverty and entry into prostitution are increasingly correlated. Families with multiple living situations of distress, but at the same time, hardship, conflict, lack of attention to the needs of the children, departure of a parent. In many cases families are involved and complicit in the situation of exploitation. The second focus refers to the attempt to identify specific educational sessions for minors who are victims of trafficking. It ' s important to consider that children victims of trafficking need specific interventions, considering the needs of youth to which should ensure nearness and mothering.
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LE SINDROMI GENETICHE RARE. PERCORSI EDUCATIVI / Rare genetic syndromes. Educational pathways.

MAGGIOLINI, SILVIA 15 March 2010 (has links)
La tesi si compone di sei capitoli, articolati in due parti fondamentali allo scopo di esaminare il tema dell’intervento educativo in particolari condizioni di disabilità, esplorando il campo ancora poco indagato delle sindromi e malattie rare. La prima parte affronta il problema della cura e del prendersi cura, nel loro stretto legame con la scienza pedagogica: muovendo da alcune riflessioni di carattere filosofico, si giunge a delineare il ruolo, il significato e i contesti in cui è possibile identificare possibili percorsi di care educativo. La seconda parte dell’elaborato sarà interamente focalizzata sullo studio delle problematiche educative connesse ad alcune condizioni genetiche rare. Dopo una disamina di carattere generale, vengono affrontate nel dettaglio quattro sindromi specifiche: la sindrome di Prader-Willi, di Angelman, di Rett e di Kabuki. Per ognuna di esse, vengono presentate le più recenti acquisizioni nel campo del funzionamento cognitivo, dello sviluppo della personalità e delle possibili strategie di intervento educativo, riabilitativo e di inserimento sociale. / The thesis is composed by two parts, with the purpose of examining the theme of educational intervention with children affected by rare genetic syndromes. The first part deals the problem of the terms “cure” and “care” , in their relationship with educational sciences: from philosophical reflections to the role, the meaning and the fields in which it is possible to identify trackways of care. The second part of this work is focused on the study of educational problems about four rare genetic syndromes: Prader-Willi syndrome, Angelman Syndrome, Rett Syndrome and Kabuki Syndrome. For each one of these syndromes, we presented new acquirements about cognitive functions, personality development and strategies of educational, rehabilitative intervention and social integration.
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Formazione e informazione di attualità. Modelli, metodologie, esperienze, confronti / Education and News Media. Models, Methods, Experiences, Comparisons

VALMACHINO, CHIARA 02 April 2007 (has links)
Questa tesi analizza le relazioni tra informazione e formazione degli adolescenti. la prima parte descrive il sistema dell'informazione e i suoi meccanismi nell'età tardo. moderna; offre una definizione dell'adolescenza, soprattutto rispetto ai processi di costruzione della cittadinanza . Si presenta, infine, lo stato della ricerca empirica sul tema in oggetto. La seconda sezione si occupa dei modelli pedagogici e delle metodologie didattiche per l'educazione alla/con l'informazione presentando, infine, recenti esperienze realizzate in Italia e in Germania. / This dissertation analyses the relationship among news, teenagers and education. The first part describes how the information-system works in the late-modern age; it draws a picture of the today's teenagers-generation and the making of citizens processes. Finally it gives an overview of the empirical research concerning teens and news. The second part suggests pedagogical models and methods to introduce news in (civic) education, concluding with recent didactical experiences in Italy and Germany.

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