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Monitoring of reading and spelling in glioma patients undergoing awake surgery

van Ierschot, Fleur Céline January 2018 (has links)
One of the main aims of awake surgery for glioma patients is to preserve quality of life, while maximizing tumor resection. Focusing on an important yet understudied aspect of quality of life, this thesis investigates to what extent written language may be affected by a glioma or glioma surgery. By reviewing current assessments of reading and spelling in awake surgery studies, we aimed to provide a better understanding of how neuroanatomical theories may guide neurosurgical practice, and to evaluate how examinations of written language in glioma patients can be improved. To provide a direct clinical application for this knowledge, we developed a theory-driven written language battery specifically for glioma patients. Lastly, we tested its efficacy and evaluated reading and spelling performance in neurosurgical practice. The studies in this thesis have provided a better understanding of written language in neurosurgical practice. In particular, it has contributed to prediction and prevention of written language disorders in glioma patients undergoing awake surgery, and it has resulted in a valid examination tool to carefully monitor reading and spelling in this patient group.
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DEMENZA E QUALITA' DELLA VITA: INTERVENTI NON FARMACOLOGICI PER I PAZIENTI E PER I FAMILIARI

D'ANIELLO, GUIDO EDOARDO 12 April 2019 (has links)
Il presente elaborato si colloca entro l’area di ricerca sull’invecchiamento patologico, con particolare riferimento al paziente con diagnosi di demenza moderata e grave e al relativo caregiver; tema centrale è la qualità della vita dei due membri della diade paziente/familiare, e la necessità di diversificare e arricchire l’attività psicologica entro i contesti di ricovero a lungo termine in favore di un miglioramento del benessere della diade stessa. A tale scopo, il lavoro si articola in due studi distinti: nel primo, si propone un intervento di stimolazione musicale individualizzata diretta al paziente con diagnosi di demenza moderata o grave, nel secondo un intervento di reminiscenza che ha come target il familiare. La tesi si articola in tre sezioni: la prima è una cornice teorica di riferimento, la seconda e la terza espongono rispettivamente il primo e il secondo studio sperimentale. Il primo capitolo ha lo scopo di fornire un quadro teorico e empirico aggiornato in merito al tema dell’invecchiamento. Inizialmente viene trattata la questione della “Ageing Society” da un punto di vista globale, delineando nel corso del capitolo le caratteristiche e le criticità legate all’invecchiamento patologico e alla sua gestione entro il Sistema Sanitario Nazionale, con particolare interesse verso la realtà delle Residenze Sanitario-Assistenziali (RSA), contesto entro il quale si sono svolti i due lavori di ricerca proposti. Si tocca infine il tema dell’intervento non farmacologico diretto al paziente. In una seconda parte è descritta la prospettiva del familiare, il concetto di burden e il ruolo della relazione pregressa tra paziente e caregiver da un punto di vista teorico; segue la descrizione degli interventi non farmacologici diretti al caregiver finora proposti in letteratura, ideati allo scopo di alleviare stress legato al ruolo di cura e alle sue implicazioni. Il secondo capitolo ha lo scopo di esporre il primo studio della tesi, che si è occupato di verificare l’efficacia di un intervento di ascolto musicale individualizzato sulla qualità della vita di pazienti con diagnosi di demenza moderata o grave. Per questo motivo, si sono prima di tutto descritti i sintomi comportamentali della demenza, con particolare riferimento alla agitazione psicomotoria e al suo ruolo di indice dello stato psicologico del paziente con deficit cognitivi avanzati. Nella sezione empirica del capitolo viene descritta nei dettagli la modalità di intervento selezionata, gli obiettivi dello studio e i risultati ottenuti in base alla misurazione pre-post delle variabili di outcome selezionate e al confronto tra gruppo sperimentale e gruppo di controllo. Il terzo capitolo tratta il secondo studio del lavoro di tesi, che ha indagato l’efficacia di un intervento di reminiscenza sulla qualità della vita percepita dai familiari di pazienti con diagnosi di demenza afferenti alla RSA Monsignor Bicchierai – Istituto Auxologico Italiano di Milano. Allo scopo di motivare le ragioni della scelta di questa modalità di intervento, si sono descritte le premesse teoriche della teoria della reminiscenza e le sue potenzialità come forma di approccio al paziente anziano; l’idea dello studio è stata quella di applicare tale modalità di intervento sul caregiver, allo scopo di alleviare il burden percepito conseguente al carico pratico e emotivo che la cura della persona cara comporta. Analogamente al secondo capitolo, segue la sezione empirica dello studio, con un esteso approfondimento metodologico e la descrizione e discussione dei risultati ottenuti. Una sezione finale avrà lo scopo di proporre riflessioni e spunti clinici emersi da entrambi gli studi, entro una visione globale della presa in carico della diade paziente/caregiver. / This research thesis refers to pathological aging, with a particular focus on the patient with a diagnosis of dementia and his/her caregiver. The intended central theme is the patient and the caregiver’s quality of life, assuming them as a dyad; the work also concentrated on the need to diversify and enrich the psychological offer within the context of long-term hospitalization. To this end, it is divided into two separate studies. In the first one, we propose an individualized musical intervention directed to the patient with a diagnosis of moderate or severe dementia; in the second the effcacy of a reminiscence intervention that targets the family member is tested. The thesis consists of three separate sections: the first is a theoretical frame, the second and the third expose the first and the second experimental study respectively. The first chapter aims at providing an updated theoretical and empirical framework on the subject of aging. The problem of the "Aging Society" is firstly discussed; among the chapter the characteristics and the critical issues related to pathological aging and its management are debated. This topic requested a deepening into the features of the italian National Health System, with a particular focus on the reality of Nursing Homes (RSA), within which the two proposed research works were carried out. Finally, the topic of non-pharmacological intervention directed to the patient is treated. The second part describes the caregivers’ perspective, the concept of burden and the role of the prior relationship between patient and caregiver: in order to act on the stress related to the role of care and its implications, non-pharmacological interventions directed to the caregiver according to scientific literature are described. The second chapter objective is to display the first study, which aimed at testing the effectiveness of an individualized music listening intervention on the quality of life of patients diagnosed with moderate or severe dementia. For this reason, the behavioral symptoms of dementia (BPSD) were first described, with particular reference to agitation and its role as an index of the psychological state of the patient with advanced cognitive impairment. In the empirical section of the chapter the intervention is carefully described, together with the objectives of the study and the results obtained based on the pre-post measurement of the selected outcome variables and the comparison between the experimental group and the control group. The third chapter deals with the second study of the thesis work, which investigated the effectiveness of a reminiscence intervention on the caregivers’ perceived quality of life; they belonged to the RSA Monsignor Bicchierai - Italian Auxologic Institute of Milan. In order to support the choice of this modality of intervention, the theoretical premises and its potential use as a form of treatment for dementia patients have been described; the seminal idea of the study was to apply this kind of intervention on the caregiver, in order to relieve the burden resulting from the practical and emotional load requested. Similarly to the second chapter, the empirical section of the study follows, with an extensive methodological study together with a description of the obtained results. A final section had the purpose to think over the clinical ideas emerged from both studies, viewing the dyad patient-caregiver as a single care recipient.
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Predire le traiettorie del dolore post-operatorio: il ruolo dei fattori biopsicosociali / PREDICTING THE TRAJECTORIES OF POST-SURGICAL PAIN: THE ROLE OF BIOPSYCHOSOCIAL FACTORS

GIUSTI, EMANUELE MARIA 12 April 2019 (has links)
Il dolore post-operatorio rappresenta un importante problema sanitario dal punto di vista dei pazienti, degli operatori sanitari e della società nel suo complesso, dati i costi sanitari che provoca. La presente tesi ha l’obbiettivo di identificare i fattori psicologici e psicosociali che ne influenzano lo sviluppo. Nel primo capitolo viene affrontata la complessità del dolore postoperatorio tramite un’esposizione delle prospettive teoriche sul tema. A partire dalla definizione di questo fenomeno, sono stati presi in rassegna i diversi potenziali predittori e sono state descritte le modalità attraverso le quali questi predittori influenzano l’esperienza del paziente. È stata data attenzione particolare al substrato fisiologico che collega i fattori psicologici e psicosociali alla percezione del dolore. Il secondo capitolo presenta una revisione sistematica della letteratura con meta-analisi sui fattori di rischio psicologici e psicosociali associati al dolore cronico postoperatorio. Sono state descritte le scelte metodologiche adottate, come l’impostazione di una ricerca il più possibile comprensiva e l’utilizzo di metodi di imputazione multipla per ridurre l’effetto dei dati. Dopo una selezione tra 6329 studi, sono stati utilizzati 63 articoli per costruire una sintesi narrativa delle ricerche sul tema. I risultati di 34 tra questi studi sono stati successivamente utilizzati per effettuare una meta-analisi. La sintesi narrativa ha permesso di evidenziare ottimismo, salute mentale e paure chirurgiche sono associate al dolore cronico post-chirurgico, mentre l’effetto di ansia, depressione e catastrofismo è maggiormente incerto. I risultati della meta-analisi, al contrario, evidenziano in modo chiaro che depressione, ansia, catastrofismo, paura del movimento, auto-efficacia e ottimismo sono predittori significativi del dolore cronico post-operatorio. Il terzo capitolo presenta i risultati di uno studio longitudinale prospettico volto a studare l’effetto di depressione, ansia, catastrofismo, auto-efficacia, funzioni esecutive e sensibilizzazione centrale sulle traiettorie del dolore post-operatorio acuto. Sono stati arruolati 145 pazienti in attesa di operazioni di protesi d’anca o di ginocchio presso l’ospedale Humanitas Pio X. Prima dell’operazione, i pazienti hanno completato un questionario volto ad indagare i predittori prima elencati. Durante i sette giorni successivi all’operazione, i pazienti hanno compilato un diario che permetteva di misurare l’intensità del dolore e il catastrofismo post-operatorio di stato. Infine, sono stati raccolti i dati su intensità e interferenza del dolore dopo un mese e tre mesi dall’operazione. Sono stati utilizzati modelli di curve di crescita per studiare l’impatto dei predittori sulle traiettorie del dolore e modelli di regressione multipla per individuare i predittori del dolore al follow-up. I risultati hanno permesso di evidenziare che, controllando per sesso, tipo di procedura chirurgica e intensità del dolore pre-operatorio, la sensibilizzazione centrale è associata all’intercetta delle traiettorie del dolore, la flessibilità cognitiva è associata alla loro pendenza, e che il catastrofismo di stato è una covariata del dolore post-operatorio. Al follow-up, l’intensità e l’interferenza del dolore sono risultate essere associate a sensibilizzazione centrale, distress emotivo e funzioni esecutive misurate durante il periodo pre-operatorio. Infine, vengono discusse le implicazioni cliniche e di ricerca di questi risultati. / Post-surgical pain is a major health issue from the perspective of patients, health professionals and the society as a whole. This thesis has the aim to identify psychological and psychosocial variables associated with chronic post-surgical pain, and to understand how these factors influence pain trajectories over time. In the first chapter, complexity of post-surgical pain is explored. Starting from the definition of this phenomenon, conceptualization by the biopsychosocial model is presented. To understand how predictors at different levels might influence the patient’s pain experience, pathophysiology of post-surgical pain is scrutinized, with a particular focus on the physiological substrate that can explain how psychological and psychosocial predictors can influence pain perception and modulation. Physiological, psychological and social risk factors for post-surgical pain are then presented. For each, potential mechanisms explaining association with this phenomenon are reviewed and discussed. The second chapter presents a systematic review of the literature with meta-analysis on psychological and psychosocial risk factors of chronic post-surgical pain. Methodological adjustments were adopted to ensure that the synthesis of research results was based on a comprehensive sets of studies, and to take into account the effect of non-significant estimates in case they were not reported by original studies. After a selection from 6329 records, 63 articles were included in a narrative synthesis and 34 studies were employed to perform a meta-analysis. The narrative synthesis of the literature showed that evidence about the effect of psychological predictors is heterogeneous, with few predictors, such as optimism, mental health and surgical fear, consistently associated with chronic post-surgical pain. In contrast, the meta-analysis showed that depression, anxiety, catastrophizing and, to a lesser extent, kinesiophobia, optimism and self-efficacy, have a weak but significant association with chronic post-surgical pain. Results are discussed in the context of the available literature. The third chapter presents the results of a longitudinal prospective study aimed at describing individual trajectories of pain intensity in patients who underwent knee or hip arthroplasty. The focus of this study was the analysis of pain as a process and in its relationship with central sensitization processes, executive functions and trait and state psychological variables. This study was performed with 145 patients listed for surgery at the hospital Humanitas Pio X, which were asked to complete a pre-surgical assessment, to fill a pain diary during the first seven days after surgery and to provide data about their pain after one and three months from surgery. Statistical analyses were performed employing a multilevel growth curve analysis for acute pain trajectories and multiple regressions for follow-up data. Multiple imputation procedures were employed to account for missing information. Results showed that, after controlling for sex, surgical procedure and pain intensity, central sensitization was a predictor of the intercept of pain trajectories, scores on the Trail Making Test Part B were associated with their slope, and that daily post-surgical catastrophizing was a significant covariate of pain intensity. Analyses of follow-up data confirmed the predictive role of central sensitization and showed that emotional distress, along with executive functions, is related with pain intensity and interference. Finally, research and clinical implications of the findings of these studies are discussed.
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L'EVENTO PARTO TRA ASPETTATIVE ED ESPERIENZA: IL RUOLO DI FATTORI INDIVIDUALI E RELAZIONALI

FENAROLI, VALENTINA 07 April 2011 (has links)
Il presente progetto di ricerca si focalizza sul processo del parto, studiato in un campione di donne in attesa del primo figlio; obiettivo prioritario è quello di mettere a fuoco alcuni elementi cruciali che intervengono nel qualificare l’esperienza soggettiva della donna. Nello specifico, è indagato sia il ruolo svolto da variabili intra-partum, che quello giocato da variabili pre-partum (la paura del parto, le aspettative sviluppate in merito ad esso durante la gravidanza, la percezione di supporto sociale, ecc.). A questo scopo sono utilizzate metodologie diverse, che consentono di guardare all’oggetto di indagine da prospettive differenti. Il primo studio offre un contributo alla validazione italiana del Wijma Delivery Expectancy/Experience Questionnaire, strumento self report volto a misurare nella donna la paura del parto prima (versione A) e dopo (versione B) l’evento nascita. Il secondo studio indaga l’esistenza di relazioni tra variabili di natura intrapsichica e relazionale rilevate in gravidanza (ansia, depressione, aspettative, adattamento di coppia e supporto sociale) e l’evento parto, nelle sue componenti oggettive (tipologia di parto, parto analgesia) e soggettive (valutazione soggettiva dell’esperienza). Il terzo studio, infine, adotta un approccio di tipo qualitativo ed esplora le narrazioni del travaglio e del parto prodotte da un gruppo di primipare. Scopo prioritario è quello di verificare se elementi specifici del testo caratterizzino esperienze soggettive diverse e se le aspettative in merito al parto, come diverse tipologie di parto, si leghino a narrazioni qualitativamente diverse della propria esperienza.
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Il comportamento violento nei Disturbi dello Spettro Schizofrenico: associazioni con fattori clinici e neuropsicologici / VIOLENCE IN SCHIZOPHRENIA SPECTRUM DISORDERS: ASSOCIATIONS WITH CLINICAL AND NEUROCOGNITIVE FACTORS

BULGARI, VIOLA 09 March 2018 (has links)
La tesi si è focalizzata sullo studio del comportamento violento in pazienti con una diagnosi di Disturbo dello Spettro Schizofrenico (DSS) e una storia di violenza, appaiati a dei controlli. Il protocollo ha incluso anche un periodo di osservazione di un anno. Il progetto di ricerca è stato condotto in alcune strutture residenziali (studio 1) e presso alcuni Centri di Salute Mentale (studio 2) del nord Italia, con gli obiettivi di: (i) analizzare le caratteristiche socio-demografiche, cliniche e neuropsicologiche di pazienti con DSS e una storia di violenza comparati a pazienti con DSS, senza tale storia, appaiati per genere ed età; (ii) quantificare i comportamenti violenti esibiti dai pazienti con DSS durante un anno di osservazione, e identificarne i possibili fattori protettivi e di rischio; (iii) caratterizzare i pazienti con DSS che hanno esibito condotte particolarmente violente durante l’anno di osservazione. I risultati mostrano specifiche condizioni cliniche e di funzionamento cognitivo caratterizzanti i pazienti con storia di violenza, ed evidenziano diversi fattori associati all’esibizione di comportamenti violenti nei due servizi. / This thesis addresses the phenomenon of violence by patients with Schizophrenia Spectrum Disorders (SSDs) who had a history of violence, compared to matched controls. The research protocol also included a 1-year observation period. The research project has been carried out in ordinary psychiatric residential facilities (study 1) and in Community Mental Health Centres (study 2) in northern Italy. The aims were: (i) to investigate the demographic, clinical, and neurocognitive features of patients with SSDs who had a history of violence, matched by age, gender and diagnosis to controls; (ii) to quantify violence exhibited by patients with SSDs during 1 year, and to identify protective and risk factors for such violence; (iii) to characterize patients exhibiting considerable violence during the study period. The results of the project show different clinical and cognitive characteristics for patients with a history of violence and for controls, and different factors associated with violence exhibited in the two care settings.
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LETTURA PSICODINAMICA DEI PROCESSI DI TRANSIZIONE ENTRO IL SISTEMA PENITENZIARIO ITALIANO / LETTURA PSICODINAMICA DEI PROCESSI DI TRANSIZIONE ENTRO IL SISTEMA PENITENZIARIO ITALIANO / PSYCHODYNAMIC READING OF TRANSITION PROCESSES WITHIN THE ITALIAN PRISON SYSTEM

DE LUCA, LETIZIA 19 April 2017 (has links)
La ricerca si è posta l’obiettivo di delineare, esplorare ed approfondire le rappresentazioni, i vissuti e le strategie operative messe in atto dagli operatori penitenziari italiani in risposta al cambiamento organizzativo in atto nel contesto nazionale. Tale scelta ha previsto la partizione del progetto in due studi. Il primo studio ha fatto riferimento alla metodologia Grounded Theory (Glaser & Strauss, 1967) con riferimento al contributo di Charmaz (2006). Sono stati coinvolti 123 operatori penitenziari di 4 regioni italiane. I risultati hanno evidenziato importanti elementi di similarità tra le figure professionali, nonostante la differenza di ruolo. Il più importante elemento di trasversalità emerge rispetto ai problemi percepiti come essenziali nell’attuale pratica di lavoro. Infine, elementi di omogeneità caratterizzano anche i vissuti riferiti, a prevalenza emozionale negativa. Il secondo studio si è ispirato alla tradizione dell’analisi di processo. I dati raccolti i tramite osservazione partecipata sono stati riletti secondo due metodologie: analisi del contenuto tramite T-LAB (Lancia, 2004) ed analisi delle modalità interattive tramite applicazione della griglia IPA (Bales, 1950; 1970). I risultati mostrano una generale tendenza a soffermarsi su aspetti legati al compito, tralasciando però la dimensione relazionale e la centralità di momenti di auto-riflessione rispetto al processo in atto. / The research had the aim of outlining, exploring and deepening representations, experiences and operational strategies implemented by Italian prison operators in response to the organizational change taking place in the national context. This choice has foreseen the partition of the project in two studies. The first study referred to Grounded Theory methodology (Glaser & Strauss, 1967; Charmaz, 2006). There were involved 123 operators coming from 4 Italian regions. The results highlight important elements of similarity among professional figures, despite the difference of role. The most important element of transversality emerges about perceived problems. Finally, elements of homogeneity also characterize the reported experiences, with negative emotional prevalence. The second study was inspired by the tradition of process analysis. Data, collected through participatory observations, were interpreted according to two methodologies: content analysis via T-LAB (Lancia, 2004) and analysis of interactive modes through the application of IPA grid (Bales, 1950, 1970). The results show a general tendency to linger on aspects related to the task, but to omit the relational dimension and the centrality of moments of self-reflection about the ongoing process.
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La natura multidimensionale dell’invecchiamento soggettivo: un nuovo strumento di misurazione / THE MULTIDIMENSIONAL STRUCTURE OF SUBJECTIVE AGING: TOWARDS A NEW MEASUREMENT TOOL

VAILATI RIBONI, FRANCESCO CARLO PAOLO 28 May 2021 (has links)
La percezione soggettiva dell’invecchiamento, o invecchiamento soggettivo, intesa come il modo in cui le persone anziane interpretano e costruiscono aspettative nei confronti del processo di invecchiamento stesso, rappresenta un argomento di enorme interesse clinico. L’ invecchiamento soggettivo è ad oggi considerato un fattore chiave in grado di influire direttamente sulle nostre aspettative di vita. Numerose ricerche hanno studiato la relazione esistente tra invecchiamento soggettivo, o altre concettualizzazioni teoriche comunemente usate, e la salute individuale. Gli individui con una visione negativa dell'invecchiamento corrono maggiori rischi di sviluppare malattie croniche, presentano tassi di ospedalizzazione più elevati, funzionamento cognitivo e fisico compromesso, maggiore incidenza di malattie neurodegenerative e una sostanziale diminuzione della longevità. L'invecchiamento soggettivo appare anche connesso alla salute psicologica e alla qualità della vita degli individui over 65. Inoltre, questo costrutto psicologico appare potenzialmente mutevole e come tale di estrema importanza per tutti quegli interventi che mirano a migliorare la salute psicofisica di una popolazione sempre più longeva. Nonostante il forte legame evidenziato in letteratura tra diversi indicatori di salute e l'invecchiamento soggettivo, il numero di strumenti psicometrici statisticamente validi e teoricamente affidabili è ancora modesto. Questa tesi si concentra sul processo di sviluppo di un nuovo questionario psicologico per la valutazione dell'invecchiamento soggettivo; uno strumento psicometrico che potrebbe essere utilizzato per aumentare la nostra conoscenza sulle diverse componenti specifiche dell'invecchiamento soggettivo in grado di influenzare la salute e il benessere individuale in età avanzata. Il lavoro di tesi trae fondamento da basi teoriche ampiamente consolidate in letteratura nello studio dell'invecchiamento soggettivo, con un focus principale alla teoria dello stereotipo internalizzato sviluppata dalla Dottoressa Becca Levy. Nei diversi capitoli costituenti il lavoro di tesi verranno affrontate diverse domande di ricerca riguardanti la valutazione e le implicazioni sulla salute dell'invecchiamento soggettivo, ampliando potenzialmente la nostra conoscenza psicologica e psicometrica su questo costrutto. / Great emphasis has been given by clinicians to the way older adults experience and view the aging process itself, a research field broadly known as “subjective aging.” Subjective aging or perception of aging in the on-topic literature is now considered a key factor directly affecting the aging trajectory. Several studies have explored the existing relationship between subjective aging, or other commonly used theoretical conceptualizations of it, and health-related outcomes. Individuals holding negative views of aging have been empirically linked to higher risks of developing chronic conditions, higher hospitalization rates, lower cognitive and physical functioning, neurodegenerative diseases, and decreased longevity. Subjective aging has also been connected with psychological outcomes, like depression, anxiety, or older adults’ quality of life. Moreover, this psychological construct seems susceptible to change, and as such of extreme importance for interventions enhancing the psychological and physical health of an aging population. Despite the strong longitudinal relationships highlighted between different health outcomes and subjective aging, the amount of statistically valid and theoretically reliable self-report measures of it is still modest. This dissertation will focus on the development of a new questionnaire assessing subjective aging, a psychometric tool that could be used to increase our knowledge about different specific dimensions of subjective age influencing health and well-being in later life. The current dissertation manuscript will build upon widely established theoretical foundations for the construct of subjective aging, with the main focus being on Becca Levy’s stereotype embodiment theory. In the different chapters comprising this manuscript, different research questions regarding the assessment and health implications of subjective aging will be answered, potentially expanding our psychological and psychometrical knowledge about this fundamental construct.
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Neural mechanisms underlying socioemotional behavior in typical and atypical populations

Ciringione, Luciana 06 December 2021 (has links)
This doctoral thesis outlines the review and experimental studies conducted during my Ph.D. that aimed to clarify the neurocognitive processes underlying socioemotional behavior in neurotypical and Autism Spectrum Disorders (ASD) individuals, a clinical population with impairments in the socioemotional core. The thesis is divided into four chapters. Chapter 1 is concerning the involvement of the hypothalamus in socioemotional behavior. Indeed, despite the large number of studies on the relationship between hypothalamic neuropeptides and social behavior in ASD, only a few studies investigated the association between the hypothalamus and socioemotional response in ASD. Results from this review highlighted anatomical hypothalamic atrophy and functional hypothalamic hypoactivation during face processing and social interaction tasks. The above results from the review highlighted the need to have an appropriate paradigm to investigate hypothalamic involvement in socioemotional behavior. For this reason, in Chapter 2, I performed a systematic review of the neuroimaging studies that used a classical conditioning paradigm to study socioemotional behavior. Results raised the presence of a gap in the literature: indeed, it has been shown that (1) no study used a purely social unconditioned stimulus; (2) the literature mainly focused on conditioning to aversive stimuli, whereas no study focused on conditioning to positive stimuli. Building on this evidence, an EEG study, described in Chapter 3, aimed to investigate whether classical conditioning also underlies the acquisition of socioemotional preference using a novel conditioning paradigm employing more ecological positive and neutral social stimuli. Results show that even with a short period of classical conditioning an increase in valence and attractiveness of positive conditioned stimuli, which was previously neutral may be performed. Then, explorative analysis of the event-related potentials (i.e., the Late Positive Potential, LPP) highlights differences about the LPP elicited by the positive conditioned stimuli concerning neutral conditioned stimuli. Finally, as a side project, Chapter 4 illustrates an investigation that aimed to explore differences in sleep between ASD and neurotypical populations and describe their relationship with the impaired socioemotional characteristics.
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Coping and adjustment in children's pain: processes of adaptation to illness and develop effective interventions for pain management

Failo, Alessandro January 2017 (has links)
My PhD project mainly focused on understanding how a child or adolescent copes with pain associated with a disease, intended in a broader sense (i.e. procedures, treatments and disease-related). I tried to prove an innovative perspective that can help understand the wide variation in children’s pain experience, by considering intra-interpersonal influences, contextual factors, and intrapsychic factors that focus on needs, defenses, and self-structure. Overall, the whole project involved three pediatric units in Italy: the pediatric wards of Trento and Rovereto hospitals and the pediatric clinic of San Gerardo hospital, Monza (Milan). This doctoral thesis has achieved five goals: 1. Providing a selective overview on current relevant topics in the pediatric pain research and state of the art regarding the existing models of pediatric pain. 2. Developing a multi-dimensional protocol with an intra-method design for the assessment of pediatric pain in several chronic illnesses (cystic fibrosis, rheumatic diseases, cancer), by using also a battery of projective tests (drawings) to screen the emotional adjustment. 3. Validating the protocol by extending the methodology of projective drawings’ scoring with a control group and adding other assessment variables on a single cohort of patients (with malignant hematologic cancer) to test the new model that I developed. Quantitative analysis phase preceded qualitative analysis phase within the same framework to yield a parallel mixed analysis. 4. Planning specific training modules about pain management, starting from a bottom-up process concerning the local health professionals’ needs. I investigated these training needs through a series of open-ended questions, analyzed by a thematic analysis method. 5. Evaluate treatment’s feasibility, acceptability, and satisfaction of a problem-solving skills training for parents of children who have received an intensive pain rehabilitation from one pediatric pain rehabilitation program (Seattle Children's Hospital). I provided a methodological contribute within the mixed-method approach (statistical analysis and grounded theory). The results presented and their implications, are discussed in a clinical perspective since the rationale of this dissertation is that effective pain assessment must be multidimensional, multidisciplinary and at the same time feasible and practical to meet each pediatric patient’s needs.
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Il contributo di Martin Seligman alla psicologia positiva: una prospettiva italiana

MARCHI, STEFANO 10 March 2008 (has links)
All'interno di questo lavoro sono presentate due differenti ricerche: la prima è l'applicazione pratica degli studi di Seligman sull'ottimismo: la ricerca ha avuto lo scopo di valutare l'efficacia di un training rivolto all'apprendimento di uno stile esplicativo ottimistico come proposto da diversi studi (vedi Seligman 1990, 2002); la seconda è un contributo per la taratura della versione italiana del VIA (Values in action Strenghts Survey): Peterson e Seligman (2004), seguendo l'esempio del Manuale Statistico e diagnostico dei disturbi mentali (APA, 2006), proposero uno schema di classificazione delle forze di carattere che contribuiscono a rendere maggiormente soddisfacente e felice la vita delle persone. All'opposto del DSM il loro scopo è quello di offrire un "manuale delle sanità mentale". Il loro studio può essere usato per supportare delle ricerche nell'ambito della psicologia cognitiva fornendo un vocabolario comune e una operazionalizzazione dei tratti, includendo i criteri che definiscono le forze del carattere. Scopo del lavoro di ricerca è di illustrare la traduzione italiana del value in action strenghts survey e di testare su un campione italiano iniziale le sue caratteristiche psicomentriche.

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