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Combinazioni androgeno-progestiniche per la contraccezione maschile / Androgen-progestin combinations for male contraception

Costantino, Antonietta <1968> 15 April 2013 (has links)
La contraccezione è un diritto fondamentale dell’uomo per il suo ruolo sulla salute, sulla qualità della vita e sul benessere della persona. La pianificazione familiare è uno dei principali strumenti che dà la possibilita’ a uomini e donne di condividere le proprie responsabilità sulla scelta contraccettiva e di decidere nella stessa misura della propria vita riproduttiva. Sin dall’introduzione della contraccezione femminile, la responsabilita’ della pianificazione familiare è ricaduta unicamente sulla donna. Attualmente infatti vi sono pochissimi metodi contraccettivi a disposizione degli uomini anche se vi e’ un rinnovato interesse da parte di questi ultimi nel sostenere le proprie partner nella scelta contraccettiva. Questo lavoro riassume i principali studi effettuati negli ultimi 10 allo scopo di sviluppare un contraccettivo che sia sicuro, efficace, reversibile e accettabile per l’uomo. / Contraception is a basic human right for its role on health, quality of life and weelbeing. Since the introduction of female hormonal contraception the responsibility of family planning has fallen mostly on women. Family planning is one of the most important tools because it gives the possibility to man and women to share the responsibility on the contraceptive choice and to participate in the same way to the reproductive life. Actually, only few contraceptive methods are available for men but there is a new interest in men to support their partners more actively. In the last decades different trials have been performed, with important advances in the development of safer and more effective contraceptive for men. Currently, several methods of contraception for men are under development. This work summaries the most recent trials performed over the past decades to develop a safe, effective, reversible and acceptable male contraceptive.
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Il ruolo dell’ecografia prenatale nella diagnosi precoce delle anomalie fetali della fossa cranica posteriore / Early prenatal ultrasound diagnosis of Dandy-Walker malformation and Blake’s pouch cyst

Contro, Elena <1979> 15 April 2013 (has links)
Obiettivo: Valutare il ruolo brainstem-vermis angle (BV angle) a 16-18 settimane per la diagnosi precoce delle anomalie cistiche della fossa cranica posteriore. Metodi: Uno studio prospettico, multicentrico, osservazionale. Volumi ecografici tridimensionali della testa fetale sono stati acquisiti in feti a 16-18 settimane. Tre operatori di simile esperienza hanno misurato il BV angle nel piano sagittale come precedentemente descritto1,2 e hanno annotato se il quarto ventricolo era aperto sul piano assiale. Un follow-up dettagliato è stato ottenuto in tutti i casi. Risultati: Tra novembre 2009 e marzo 2011, 150 volumi sono stati acquisiti ad un’epoca gestazionale media di 16 settimane. A causa di una scarsa qualità delle immaginai, 49 volumi sono stati esclusi, con una popolazione finale di 101 casi. Di questi, 6 hanno ricevuto successivamente una diagnosi di malformazione di Dandy-Walker (DWM) e 2 di cisti della tasca di Blake (BPC), gli altri erano normali. In tutti i feti con anomalie cistiche della fossa cranica posteriore, il BV angle è risultato significativamente più ampio rispetto ai controlli (57.3+23.0° vs 9.4+7.7°, U-Mann Whitney test p<0.000005). Nel 90.3% dei feti normali, il BV angle era <20° e il quarto ventricolo era chiuso sul piano assiale. In 9 feti normali e nei casi con BPC, l’angolo era >20° ma <45° (25.8+5.6°) e il quarto ventricolo era aperto posteriormente sul piano assiale, ma solo utilizzando una scansione non convenzionale. In tutti i feti con DWM, il BV angle era >45° (67.9+13.9°) e il quarto ventricolo era aperto anche sul piano assiale standard. Conclusioni: Fino ad ora la diagnosi di anomalie cistiche della fossa cranica posteriore è stata consideratea difficile o impossibile prima di 20 settimane, a causa del presunto sviluppo tardivo del verme cerebellare. La nostra esperienza suggerisce che la misurazione del BV angle consente un’identificazione precisa di queste condizioni già a 16 settimane. / Objective: To evaluate the role of the brainstem-vermis angle (BV angle) at 16-18 weeks in the early diagnosis of fetal posterior fossa abnormalities. Methods: A prospective multicenter observational study. Three-dimensional ultrasound volumes of the head were acquired in fetuses at 16-18 weeks. Three experienced operators measured the BV angle in the sagittal plane as previously described1,2 and noted whether the 4th ventricle was open in the axial view. A detailed follow-up was provided in each case. Results: Between November 2009 and March 2011, 150 volumes were acquired at 16 wks mean gestational age. Due to low-quality images, 49 cases were excluded, leading to a study population of 101 cases. Of these, 6 were diagnosed with Dandy-Walker malformation (DWM) and 2 with Blake’s pouch cyst (BPC) in later gestation, the remaining were normal. Postnatal follow-up confirmed the diagnosis in all cases. In all fetuses with posterior fossa anomalies, the BV angle was significantly increased compared to controls (57.3+23.0° vs 9.4+7.7°, U-Mann Whitney test p<0.000005). In 90.3% of normal fetuses the BV angle was <20° and the 4th ventricle was closed in axial planes. In 9 normal fetuses and in all cases with BPC the angle was >20° but <45° (25.8+5.6°), and a posterior opening of the 4th ventricle could not be demonstrated in the standard transcerebellar view, but only using a steeper angulation of the transducer. In all fetuses with DWM the BV angle was >45° (67.9+13.9°) and the 4th ventricle appeared widely open even in the standard transcerebellar view (figure 2). Conclusion: Thus far, the diagnosis of cystic posterior fossa anomalies has been considered difficult or impossible prior to 20 wks, owing to the late development of the cerebellar vermis. Our experience suggest that measurement of the BV angle allows precise identification of this conditions at 16 wks.
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Outcomes feto-neonatali dell'infezione non primaria da Cytomegalovirus / Fetal and neonatal outcomes of non primary cytomegalovirus maternal infection

Puccetti, Chiara <1980> 16 April 2015 (has links)
OBIETTIVI: Valutazione del rischio di trasmissione verticale e delle conseguenze dell’infezione congenita da cytomegalovirus (CMV) in caso di infezione non primaria versus l’outcome delle gravidanze complicate da infezione primaria. MATERIALI E METODI: Studio retrospettivo di coorte di gravide con infezione recente da CMV diagnosticata c/o il nostro centro negli anni 2000-2013. Le pazienti sono state suddivise in 2 gruppi in base al risultato delle indagini sierologiche (avidità IgG e immunoblot): il primo con profilo sierologico compatibile con infezione non primaria e l'altro compatibile con infezione primaria da CMV. Sono stati confrontati il rischio di trasmissione e di infezione congenita sintomatica nei due gruppi. RISULTATI: Il follow-up è risultato disponibile in 1122 casi di cui 182 con infezione materna non-primaria e 940 con infezione primaria materna. L’infezione congenita è stata diagnosticata in 7 (3.86%) feti/neonati nei casi di infezione non primaria e in 217 (23%) feti/neonati nei casi di infezione primaria (p<0.001). Tra gli infetti, erano sintomatici 43 (19,8%) e 3 (42,8%) rispettivamente nell’infezione primaria e non primaria. COMMENTO: La preesistente immunità materna offre una protezione contro la trasmissione intrauterina nell’infezione da CMV ma non protegge dalla malattia congenita sintomatica. / OBJECTIVE: To evaluate fetal and neonatal outcomes in case of non-primary cytomegalovirus (CMV) infection. STUDY DESIGN: Retrospective cohort study, including pregnant women with active CMV infection, referred to our units in a 13-year period (2000-2013). Patients were divided into two groups according to the results of confirmatory serologic testing (avidity test, immunoblotting): serologic profile consistent with non-primary infection and serologic profile suggestive of primary infection. The vertical transmission rate and the percentage of symptomatic congenital infection were compared into the two groups. RESULTS: Follow-up was available in 1122 cases, including 182 non-primary infections and 940 primary maternal infections. Congenital infection was diagnosed in 7 (3.86%) fetuses/neonates of non-primary infection group and in 217 (23%) fetuses/neonates of primary infection group (p<0.001). Symptomatic infected fetuses/neonates rate was similar into the two groups: 3 (42,8%) in non-primary infections versus 43 (19,8%) in primary infections (p = 0,13). CONCLUSION: Previous maternal immunity offers substantial protection against intrauterine transmission of CMV infection, but not against disease once the fetus is infected.
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Effetto dell'analgesia epidurale sulla progressione della testa fetale valutata mediante ecografia 3D / Three dimensional sonographic evaluation of the influence of epidural analgesia on fetal head descent

Arcangeli, Tiziana <1980> 15 April 2014 (has links)
Introduzione: L'analgesia epidurale è stata messa in correlazione con l'aumento della durata del secondo stadio del travaglio e del tasso di utilizzo della ventosa ostetrica. Diversi meccanismi sono stati ipotizzati, tra cui la riduzione di percezione della discesa fetale, della forza di spinta e dei riflessi che promuovono la progressione e rotazione della testa fetale nel canale del parto. Tali parametri sono solitamente valutati mediante esame clinico digitale, costantemente riportato essere poco accurato e riproducibile. Su queste basi l'uso dell'ecografia in travaglio, con introduzione di diversi parametri ecografici di valutazione della discesa della testa fetale, sono stati proposti per supportare la diagnosi clinica nel secondo stadio del travaglio. Scopi dello studio: studiare effetto dell’analgesia epidurale sulla progressione della testa fetale durante il II stadio del travaglio valutata mediante ecografia intrapartum. Materiali e metodi: una serie di pazienti nullipare a basso rischio a termine (37+0-42+0) sono state reclutate in modo prospettico nella sala parto del nostro Policlinico Universitario. In ciascuna di esse abbiamo acquisito un volume ecografico ogni 20 minuti dall’inizio della fase attiva del secondo stadio fino al parto ed una serie di parametri ecografici sono stati ricavati in un secondo tempo (angolo di progressione, distanza di progressione distanza testa sinfisi pubica e midline angle). Tutti questi parametri sono stati confrontati ad ogni intervallo di tempo nei due gruppi. Risultati: 71 pazienti totali, di cui 41 (57.7%) con analgesia epidurale. In 58 (81.7%) casi il parto è stato spontaneo, mentre in 8 (11.3%) e 5 (7.0%) casi rispettivamente si è ricorsi a ventosa ostetrica o taglio cesareo. I valori di tutti i parametri ecografici misurati sono risultati sovrapponibili nei due gruppi in tutti gli intervalli di misurazione. Conclusioni: la progressione della testa fetale valutata longitudinalmente mediante ecografia 3D non sembra differire significativamente nelle pazienti con o senza analgesia epidurale. / Objectives: To assess the effect of epidural analgesia on sonographic progression of fetal head in second stage of labor. Methods: Nulliparous low-risk women at term (37+0-42+0) attending the labor ward of our University Hospital were recruited for the purpose of this study. A volume dataset was acquired by translabial ultrasound every 20 minutes from the beginning of the active second stage until delivery. A series of sonographic parameters were derived from offline analysis of each volume (angle of progression, progression distance, head symphysis distance and midline angle). All parameters were compared at each time interval between patients with or without elective epidural at the onset of labor. Results: 71 patients were recruited in the study; 41 (57.7%) of them in the epidural group. Spontaneous vaginal delivery was achieved in 58 (81.7%) cases. Vacuum delivery and Cesarean section were performed in 8 (11.3%) and 5 (7.0%) cases, respectively. All ultrasound parameters values were comparable at each time interval in the epidural and non-epidural group. Conclusions: Fetal head progression, longitudinally assessed by three-dimensional ultrasound, seems to be comparable in patients submitted or not to epidural administration.
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Confronto fra cerchiaggio cervicale elettivo, eco-indicato e d’emergenza dal 2001 al 2013 / Comparison among history indicated cercalge, ultrasound indicated cerclage and physical exam indicated cerclage since 2001 to 2013

Bisulli, Maria <1979> 15 April 2014 (has links)
Obiettivi: L’obiettivo dello studio è stato quello di valutare l’utilizzo del cerchiaggio cervicale, in relazione alle diverse indicazioni per cui è stato eseguito, presso la Clinica Ostetrica e Ginecologica del Policlinico Universitario Sant’Orsola-Malpighi di Bologna, tra Gennaio 2001 e Dicembre 2013. Outcome secondario e’ stato quello di paragonare i risultati ottenuti con le più recenti evidenze scientifiche per valutare come esse abbiano influenzato l’utilizzo del cerchiaggio nel nostro centro. Materiali e metodi: valutazione osservazionale di tutte le pazienti sottoposte a cerchiaggio cervicale presso il nostro centro. La popolazione di studio e’ stata suddivisa in 5 gruppi in relazione all’indicazione per cui il cerchiaggio e’ stato eseguito: cerchiaggio elettivo (I), eco indicato (II), d’emergenza (III), in gravidanze gemellari (IV) e in gravidanze trigemine (V). Di tutte le pazienti e’ stato valutato l’outcome della gravidanza (epoca gestazionale al parto, peso neonatale, Apgar score) e l’appropriatezza dell’indicazione al cerchiaggio. Risultati: nel corso dei 13 anni in studio sono stati eseguiti 191 cerchiaggi: 109 nel I gruppo, 24 nel II, 39 nel III, 13 e 6 rispettivamente nel IV e V gruppo. In un caso il cerchiaggio e’ stato eseguito per via laparoscopica prima dell’insorgenza della gravidanza. La distribuzione dei diversi tipi di cerchiaggio e’ cambiata: dal 2007 non vengono seguiti cerchiaggi in gravidanze multiple, sono diminuiti quelli elettivi e sono aumentati i cerchiaggi d’emergenza pur essendo i casi con morbilità materna maggiore: in una paziente si e’ verificato un aborto settico con shock settico materno e si e’ reso necessario un intervento di isterectomia. Conclusioni: l'applicazioni di indicazioni piu' selettive all’esecuzione del cerchiaggio hanno determinato una forte riduzione dell’utilizzo da tale procedura. L'aumento dell'utilizzo del cerchiaggio d’emergenza e' legato al fatto che rappresenta l’ultima chance per convertire un aborto inevitabile in un parto di neonato vivo in casi estremi. / Object: The porpoise of our study is to evaluate the utility of cervical cerclage in prevention of preterm birth in relation to different indications it is placed for, at the University Hospital Sant’Orsola-Malpighi of Bologna in a 13 years period (since January 2001 to December 2013). The second Outcome is to compare our results with recent scientific evidence to evaluate how they modified our practice. Methods: it was a retrospective evaluation of all women underwent cervical cerclage in our center. The population was divided in 5 groups: I group had History indicated cerclage, II group had ultrasound indicated cerclage, III group had physical exam indicated cerclage, IV and V were twin and triplet pregnancy. For each pregnancy we record in an ad Hoc data base: pregnancy outcome (delivery gestational age, birth weight, Apgar score, PH and Base Excess) and the Appropriateness of the indications. Resultes: 191 cerclages were performed in these 13 years: 109 group I, 24 Group II, 39 group III, and 13 and 6 group IV and V respectively. There was one transabdominal laparoscopic cerclage performed before pregnancy. Distribution of different cerclage indication is change during years: since 2007 no cerclages were used in multiple pregnancy; we placed less history indicated cerclage than we did in the past instead physical exam indicated cerclages were more frequent even if they had higher morbility rate. We had one septic abortion with maternal septic shock and subsequent hysterectomy in group III. Conclusion: restricted indications for cervical cerclage caused a reduction in number of cerclage placement. Physical exam indicated cerclage appere to be the last chance to convert an anavoidable abortion in a birth of a new born baby.
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Effetti della somministrazione di Testosterone in donne / Effects of administration of testosterone in women

Armillotta, Francesca <1977> 02 April 2012 (has links)
Come noto, il testosterone (T) gioca un ruolo importante in differenti funzioni fisiologiche. Il ruolo del T nelle donne è tuttavia largamente sconosciuto. Recenti studi riportano un ruolo del T nella modulazione della funzionalità sessuale femminile. SCOPO: Indagare gli effetti del T nelle donne, su parametri metabolici, ossei e composizione corporea e studiare gli effetti del T sulla proliferazione e innervazione della vagina. METODI: 16 soggetti FtM ovariectomizzati sono stati sottoposti a terapia con TU 1000 mg im + placebo o dutasteride. Alla settimana 0 e 54 sono stati valutati: parametri metabolici e composizione corporea. 16 campioni di tessuto vaginale ottenuti da soggetti FtM trattati con T, 16 donne PrM e 16 donne M sono stati analizzati. Sono stati valutati: morfologia, contenuto di glicogeno, espressione del Ki-67, recettori per estrogeni e androgeni ed innervazione. RISULTATI: La somministrazione di T in soggetti FtM determina aumento del colesterolo LDL e riduzione delle HDL. L’HOMA si riduce significativamente nel gruppo TU e tende ad aumentare nel gruppo TU+D. L’ematocrito aumenta. BMI, WHR e grasso tendono a ridursi, la massa magra ad aumentare. Non riportiamo cambiamenti del metabolismo osseo. Nel tessuto vaginale di FtM osserviamo perdita della normale architettura dell’epitelio. La somministrazione di T determina riduzione della proliferazione cellulare. I recettori per E e il PGP 9.5 sono significativamente ridotti nei FtM. La presenza di recettori per A è dimostrata nello stroma e nell’epitelio. L’espressione di AR si riduce con l’età e non cambia con la terapia con T nella mucosa, mentre aumenta nello stroma dopo somministrazione di T. CONCLUSIONI: Non riportiamo effetti avversi maggiori dopo somministrazione di T. La terapia con T determina ridotta proliferazione dell’epitelio vaginale. I recettori per AR sono presenti sia nello stroma che nell’epitelio. T aumenta l’espressione di AR nello stroma. / As we know, testosterone (T) plays greater role in many different physiological functions. The role of T in women is still largely unknow. Recent data reports an important role of T in modulating female sexual responsed. AIM: The aim of our study was to investigate the effects of T in women on metabolic parameters and body composition and effects of T on vaginal histology, proliferation and innervations. METHODS: 16 ovariectomized FtM subjects recived TU 1000 mg i.m. with placebo or dutasteride. At week 0 and 54 the following measurements were performed: body composition and metabolic parameters. 16 vaginal sampler from 16 FtM subjects treated with T and 16 PrM e 16 M subjects were collected. Morfhology, glycogen content, Ki-67 proliferation, estrogen receptor, innervations, androgen receptor were evaluated. RESULTS: The administration of T in FtM determines a non-significant increase in LDL cholesterol and significant decrease in HDL cholesterol. HOMA are significantly reduced in the group TU-alone and tend to increase in group TU + D. The hematocrit increases significantly. BMI, WHR and fat mass tend to decrease. Lean body mass tend to increase. No significant changes in bone metabolism have been reported. Vaginal samples from FtM showed a loss of normal architecture of the epithelium. T administration resulted in a strong proliferation reduction. Stromal and epithelial ERα and stromal PGP 9.5 exspression was significantly decrease in FtM. ARs were detected in mucosa and stroma. In mucosa AR density decrease with age but non change with T. In stroma, AR density increase con T. CONCLUSIONS: In conclusion, no major adverse effects were reported after T administration. T administration determines changes in histomorphology and reduces proliferation of vaginal epithelium. We found AR expression in epithelium and stroma. T increase AR expression in stroma.
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La neoangiogenesi nel reimpianto autologo di tessuto ovarico in pazienti a rischio di fallimento ovarico precoce: ottimizzazione dei metodi di crioconservazione di corticle ovarica / Neoangiogenesis in autologous ovarian tissue reimplant in patients at risk of premature ovarian failure: optimization of cortical tissue cryopreservation

Magnani, Valentina <1982> 16 April 2013 (has links)
Introduzione L’efficacia dei chemio/radioterapici ha aumentato notevolmente l’aspettativa di vita delle pazienti oncologiche, tuttavia, questi trattamenti possono compromettere la funzionalità ovarica. La crioconservazione di tessuto ovarico, con il successivo reimpianto, ha lo scopo di preservare la fertilità delle pazienti a rischio di fallimento ovarico precoce. Scopo dello studio Definire la migliore procedura di crioconservazione e reimpianto in grado di ottenere la neovascolarizzazione del tessuto reimpiantato nel minor tempo possibile al fine di diminuire la perdita follicolare causata dall’ischemia durante la procedura. Materiali e metodi Per ciascuna paziente (3) le biopsie ovariche, sono state prelevate laparoscopicamente e crioconservate secondo il protocollo di congelamento lento/scongelamento rapido. Campioni di corticale ovarica sono stati processati per l’analisi istologica, ultrastrutturale, immuistochimica e confocale per valutare la preservazione morfologiaca del tessuto. Le fettine di corticale ovarica sono state scongelate e reimpiantate ortotopicamente (2), nelle ovaia e in due tasche peritoneali, o eterotopicamente (1), in due tasche create nel sottocute sovrapubico. Risultati Le analisi di microscopia hanno mostrato il mantenimento di una discreta morfologia dello stroma, e dei vasi criopreservati e un lieve ma non significativo danneggiamento dei follicoli scongelati. Tutte le pazienti hanno mostrato la ripresa della funzionalità endocrina rispettivamente dopo 2/4 mesi dal reimpianto. Il color-doppler, inoltre ha rivelato un significativo aumento della vascolarizzazione ovarica rispetto alla quasi totale assenza di vascolarizzazione prima del reimpianto, quando le pazienti mostravano una conclamata menopausa. Conclusioni Lo studio ha confermato la ripresa della vascolarizzazione dell’ovaio in seguito a reimpianto avascolare di fettine di corticale, senza l’impiego di fattori esogeni o meccanici aggiuntivi, in tempi concordanti con i dati della letteratura. I risultati sono incoraggianti e l’avanzare degli studi e della ricerca potranno contribuire allo sviluppo di nuove metodologie di reimpianto che possano avere un successo clinico ed una sicurezza superiori a quelle finora ottenute. / Recent advances in the diagnosis and the introduction of new protocols of chemo/radiotherapy have significantly increased the survival rate of oncological patients. However, these treatments are gonadotoxic and can severely affect the reproductive potential of patients. Ovarian tissue cryopreservation represents a valid strategy to preserve reproductive function and steroidogenic activity in patients with a high risk of POF. The aim of this procedure is to reimplant cryopreserved ovarian cortical strips allowing the recovering of vascularization and ovarian function. Biopsies samples were laparoscopically removed from both ovaries (3 oncological patients) and frozen according to the slow freezing rapid thawing protocol. Samples of ovarian cortex were processed for histological, ultrastructural, confocal and immuistochimica analysis, to evaluate the morfologiacal tissue preservation. The slices of ovarian cortex were thawed and replanted orthotopically (2), in the ovary and in two peritoneal pockets, or eterotopically (1), in two pockets created in the suprapubic subcutaneous tissue. The microscopy analysis have shown maintenance of a discrete morphology of the cryopreserved stroma, and vessels and a slight but not significant damage to the thawed follicles. All patients showed the resumption of endocrine function respectively after 2/4 months after planting. The color-doppler, also revealed a significant increase in ovarian blood flow compared to the almost total absence of vascularization before replanting, when the patients showed n menopause. The study has confirmed the recovery of the vascularization of the ovary after avascular replanting of cortical slices slices, without the use of exogenous factors , in times consistent with the literature data. The results are encouraging and advancing studies and research will contribute to the development of new methods of reimplant that may have better clinical success and security than those obtained.

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