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THE AMERICAN COMEDY. TEMI, INNOVAZIONI E TEOLOGIA NELL'OPERA DI ELMORE LEONARD

SEGATO, GIULIO 02 July 2018 (has links)
Il giudizio di molti critici e biografi nei confronti di Elmore Leonard è stato tanto positivo quanto un po’ superficiale: è uno dei più validi scrittori di crime fiction americani grazie alla sua particolare ‘prosa cinematografica’ e al suo orecchio per i dialoghi dei personaggi. Credo che invece nelle narrazioni di Leonard ci siano molti altri aspetti degni d’interesse che il mio lavoro cercherà di indagare. Prima di scrivere ‘romanzi del crimine’ (dal 1969, con la pubblicazione di The Big Bounce) Leonard si era specializzato in racconti e romanzi western con cui sperimentò la sua distintiva tecnica narrativa basta sul discorso indiretto libero e altre innovazioni tematiche. Questa tesi esamina principalmente tre caratteristiche fondamentali dell’opera di Leonard. Anzitutto, nei suoi libri non c’è mai una vera e propria indagine. I lettori sanno già dalle prime pagine chi è il colpevole del crimine e il detective stesso lo scopre poco dopo. Tuttavia, l’eroe non riesce ad arrestare il responsabile a causa di continui impedimenti burocratici. La ricerca delle prove necessarie a incastrare il delinquente si trasforma quindi in una sfida personale che metterà a dura prova l’eroe e la sua coscienza. La seconda caratteristica riguarda le scelte narratologiche dello scrittore, che ha sviluppato un uso singolare del punto di vista. Leonard racconta le sue storie attraverso un narratore onnisciente in terza persona, solo apparentemente neutrale. In realtà, il punto di vista della narrazione continua spostarsi durante la storia, per cui ogni capitolo può essere narrato dal punto di vista di ogni personaggio (anche di un morto, come avviene in Glitz). La scelta di usare un particolare punto di vista non è solo una mera faccenda tecnica ma è anche e soprattutto una questione morale, che rende i libri di Leonard piuttosto disturbanti per il lettore attento. Infine, Leonard, che ha avuto un’educazione cattolica, tende a nascondere dilemmi teologici nelle intercapedini delle sue storie grottesche. Ad esempio, nei suoi romanzi la violenza non è mai la soluzione più giusta – non si configura una violenza necessaria – per cui i suoi eroi preferiscono dialogare con i criminali, o abbandonare la scena, piuttosto che sparare. / Critics and biographers have summarized Elmore Leonard’s work too easily: he was one of the best crime novels writers in America because of his “cinematic” prose and his unerring ear for the voices of the characters. I think there are much more issues in Leonard’s narratives, so my thesis is focused on investigating other distinctive traits of his novels. Leonard actually wrote westerns for many years before first trying his hand at crime fiction (in The Big Bounce 1969), the genre that gave him great fame. My thesis basically examines three distinguishing features. First, in Leonard’s books there is almost never any process of detection. Readers generally know from the very beginning who the murderer is, and in many cases the detective finds out soon after, but he is always prevented from arresting or killing him at once. What prolongs his pursuit is generally not a process of investigation but rather a frustrating combination of legal procedural constraints that are often portrayed as arbitrary, and the killer’s own animal willingness and absurd good luck. Secondly, Leonard, in his narrative, develops a very distinctive point of view. The writer always tells his stories from the omniscient point of view in the third person, only apparently neutral. In Leonard’s novels any chapter can be narrated from the perspective of any character (even a murder victim as in Glitz). This issue is not only a technical problem, it is a moral one, who makes Leonard’s novels disturbing to the reader. Finally Leonard, who had a catholic education and a deep knowledge of the Bible, hides theological issues in his grotesque crime stories. For example, in his novels violence is never the right solution, never necessary, as his heroes prefer talking with the villain or leaving, instead of shooting him.
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LA (RI)SCOPERTA DI JOHN EDWARD WILLIAMS. LO STILE, I SOTTOGENERI E I TEMI DI BUTCHER'S CROSSING, STONER E AUGUSTUS

CORIONI, ELENA 21 July 2021 (has links)
Negli ultimi anni l’autore americano John Edward Williams (1922-1994) è stato riscoperto grazie all’incredibile successo del suo terzo romanzo, "Stoner" (1965), ripubblicato negli Stati Uniti nel 2006 e apparso in Europa tra il 2009 e il 2013. Per molto tempo Williams era stato uno scrittore poco considerato dal pubblico e dalla critica perché la sua prosa misurata ed elegante era in controtendenza rispetto alle forme dominanti nella letteratura americana della seconda metà del Novecento. Oggi egli è apprezzato soprattutto come maestro di stile, ma l’analisi dei suoi tre romanzi principali ("Butcher’s Crossing", "Stoner", "Augustus") rivela anche altri aspetti originali della sua opera. Innanzitutto, Williams sfida le rappresentazioni egemoniche dell’eroismo americano: i suoi protagonisti sono, infatti, caratterizzati dalla capacità di sopportazione, dalla pazienza e dal senso di responsabilità verso il loro lavoro. Inoltre, egli si distanzia dalle narrazioni trionfalistiche della storia statunitense: tracciando la parabola discente dell’impero americano dalla fine dell’Ottocento fino al secondo dopoguerra, i suoi romanzi mostrano come una nazione fondata sulla conquista, la distruzione e le disuguaglianze sociali sia destinata all’autodistruzione. Nel primo capitolo di questa tesi viene tratteggiata la carriera di Williams come romanziere, accademico, critico e poeta, esaminando le sue posizioni letterarie nel contesto culturale degli anni Sessanta e Settanta. I tre capitolo successivi sono invece dedicati a "Butcher’s Crossing" (1960), "Stoner" e "Augustus" (1972), analizzati in relazione ai loro sottogeneri (western, "academic novel" e romanzo storico) e ad alcuni temi che emergono nell’opera di Williams (la relazione tra l’uomo e la natura, l’eredità puritana, la raffigurazione dei personaggi femminili). / In recent years, the American author John Edward Williams (1922–1994) has been rediscovered, thanks to the incredible success of his third novel, "Stoner" (1965), which was republished in the United States in 2006 and appeared in Europe between 2009 and 2013. For a long time, Williams had been neglected as a writer because his restrained and elegant prose was antithetical to the dominant forms of late-twentieth-century American literature. Today he is considered a master of style, but an analysis of his three major novels ("Butcher’s Crossing", "Stoner", and "Augustus") reveals other original elements in his fiction. First, Williams challenges hegemonic representations of American heroism: his protagonists are characterized by endurance, patience, and a sense of responsibility to their jobs. Moreover, Williams distances himself from triumphalist narrations of American history: tracing the descending parable of the American empire from the end of the nineteenth century to the second half of the twentieth century, his novels show that a nation founded on violence, conquest, and social contradictions is bound to destroy itself. In the first chapter of this thesis, I trace Williams’s career as a novelist, academic, critic, and poet, examining his literary positions in the cultural context of the sixties and seventies. The study then proceeds by analyzing "Butcher’s Crossing" (1960), "Stoner", and "Augustus" (1972) in relation to their subgenres (Western, academic novel, and historical novel) and some themes that emerge in Williams’s writing (the relationship between man and nature, the American Puritan heritage, and the representation of female characters).
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Libertà d'avventura e verosimiglianza dei caratteri nel romanzo del Seicento: il caso del Calloandro di Giovan Ambrogio Marini

REQUILIANI, VALERIA 14 February 2011 (has links)
La tesi mira a esaminare la genesi del Calloandro di Giovan Ambrogio Marini nel contesto del ricco e dinamico contesto sociale e culturale della Genova della prima metà del XVII secolo. Le pagine prefattorie premesse alle varie edizioni dell’opera rappresentano un contributo importante per la definizione di un genere la cui diffusione non fu accompagnata, in Italia, da uno studio teorico e sistemico. Dopo una ricognizione delle fonti sulla biografia e la produzione letteraria dell’autore, nel primo capitolo viene proposta una sintesi dettagliata della trama del romanzo che illumina gli elementi fondamentali del testo e del genere. Nel secondo, si prosegue con l’analisi della struttura narrativa dell’opera, soffermando l’attenzione sulle tecniche di costruzione dell’intreccio. Quindi, si procede all’individuazione nel romanzo greco d’epoca ellenistica e nella tradizione comica i modelli letterari che influenzarono in modo più significativo la fantasia del Marini nella composizione del Calloandro. Nel quarto capitolo è affrontato il sistema dei personaggi, in cui, tra le molte figure generiche e inconsistenti, si distinguono alcuni personaggi complessi e imprevedibili: questi fanno del Calloandro un esperimento maturo del genere in cui il realismo psicologico di matrice ligure si combina con il gusto per l’avventura proprio dei romanzi di produzione veneta. / This thesis examines the origin of Giovan Ambrogio Marini’s Calloandro in Genoa’s rich and dynamic social and cultural context of the first half of the XVII century. Introductory pages to the novel’s various editions represent an important contribution about the novel’s developement in Italy, where the success of the genre wasn’t followed by a theoric and systemic study. After a research on the sources concerning the author’s biography and literary production, the first chapter presents a detailed synthesis of the novel’s plot which fixes some fundamental elements of this kind of work. The second chapter is about the novel’s narrative structure focusing on the techniques of the plot’s building. Then the third chapter describes literary models which influenced Marini’s work, in particular the Greek novels of Hellenism and the comic tradition. The fourth chapter analyses the characters' system: there are some subtle and unforeseeable characters, among many generic and insubstantial figures, that make Calloandro a unpredictable novel in which the psychological realism, typical of Ligurian novels, is combined with the taste of adventure, typical of the Venetian novels.
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IL MIO LIBRO PIU' CARO E PIU' IMPORTANTE. "L'OCCHIO SIMILE AL SOLE", ROMANZO INEDITO DI LUIGI FALLACARA. EDIZIONE CRITICA

RIVA, FRANCESCA 31 May 2017 (has links)
Il presente lavoro offre l’edizione critica del romanzo inedito di Luigi Fallacara (Bari 1890, Firenze 1963), L’occhio simile al sole, dall’autore stesso definito «il suo libro più caro e più importante», scritto, in base agli scartafacci, tra il 1945 e il 1954, durante un periodo di stasi lirica. Le numerose carte accumulate da Fallacara nel suo incontentabile lavoro correttorio, di cui si dà una dettagliata descrizione, sono dislocate in tre Archivi, quello della “Letteratura cattolica e degli scrittori in ricerca” presso l’Università Cattolica di Milano, il Centro manoscritti di Pavia e l’Archivio privato del poeta a Firenze. Si sono ricostruite tutte le fasi dell’iter compositivo, con la distinzione, tra l’altro, all’interno dell’unico Ms di due blocchi di capitoli (Ms1 e Ms2) corrispondenti a due distinte fasi redazionali; attraverso l’analisi dell’imponente materiale genetico e anche di carteggi inediti, si sono poi individuate alcune linee tematiche e interpretative del testo, dalla filigrana neoplatonico-dantesca al simbolismo solare, dal rapporto tra scrittura e pittura alle implicazioni autobiografiche, dalla componente mistico-francescana alle suggestioni montaliane e beethoveniane. Infine, oltre alla bibliografia aggiornata sull’autore, nella sezione iconografica vengono raccolti alcuni quadri di Fallacara che presentano significative analogie con quelli citati nel romanzo. / This thesis offers a critical review of the unpublished novel by Luigi Fallacara (Bari 1890, Firenze 1963), L’occhio simile al sole, which the author believed to be «his dearest and most important book». According to the available documents, the book was written from 1945 to 1954, during the author's hiatus from the creation of poetry. The large volume of notes produced by Fallacara as he tirelessly revised his work over and over, described in detail in this thesis, are stored in three Archives: the archive of “Catholic literature and writer researches” at the Università Cattolica in Milano, the Institute for manuscripts in Pavia and the poet's private Archives in Florence. This work reconstructs all phases of the creative process, identifying the two sets of chapters (Ms1 and Ms2) within one single manuscript, each of which represents a distinct drafting phases. By analysing the voluminous genetic materials as well as the unpublished documents, this work identifies the various themes and interpretative lines in the text, from the neoplatonic-dantesque lief motif to solar symbolism, from the relationship between writing and painting to autobiographical implications, from the mystical-Franciscan elements to the suggestions that emanate from Montale and Beethoven. Finally, alongside the updated bibliography for the author, the iconographic section collects certain paintings by Fallacara, which are poignantly analogous to those described in the novel.
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Le personnage de l’inetto dans la littérature italienne de la fin du XXe siècle / The character of inetto in the Italian literature of the end of the twentieth century / Il personaggio dell’inetto nella letteratura italiana della fine del XX secolo

Spinelli, Manuela 09 December 2014 (has links)
L’objectif de cette étude est d’analyser l’inetto contemporain dans le roman italien, à savoir un personnage inapte, aboulique et velléitaire dont l’existence s’entremêle à la littérature italienne depuis désormais plus de cent ans. Notre hypothèse est que le sentiment de mal-être qui l’accompagne peut être lu comme une contestation de la société. Nous nous concentrons sur les dernières vingt années du XXe siècle qui voient une réactualisation de ce personnage né à la fin du XIXe siècle. La première partie trace une possible généalogie du personnage. C’est un détour nécessaire, l’inetto étant un personnage peu étudié et sa définition fluctuante. Partant du sentiment de crise qui affecte la littérature européenne au tournant du siècle, on esquisse un portrait du personnage inapte pour lequel l’œuvre de Svevo s’avère être déterminante. Par la suite, lors de la deuxième partie, nous nous focalisons sur les inetti des années quatre-vingt. Après un chapitre de mise en contexte, nous analysons : Vita standard di un venditore provvisorio di collant (Busi), Diario di un millennio che fugge (Lodoli), Per dove parte questo treno allegro (Veronesi), Casa di nessuno et Gli sguardi cattivi della gente (Piersanti). La troisième partie se focalise sur la décennie suivante ; après avoir tracé le panorama de l’Italie de l’époque, nous analysons quatre romans : Tutti giù per terra, (Culicchia) Eccesso di zelo et Denti (Starnone) et Di questa vita menzognera (Montesano).Cette recherche démontre la charge contestataire qui se cache en ce personnage dont l’incapacité et le déphasage dévoilent les incongruences et les hypocrisies de la société. En particulier l’inetto – qui est toujours un personnage masculin – s’avère être porteur d’un type de masculinité alternative à celle hégémonique. / This dissertation investigates the abulic, and weak character of the contemporary inetto, with the aim of showing how this figure’s feeling of unease and disquiet can be read as protest directed at modern-day society. The analysis focuses on novels published in the last two decades of the 20th century, the period in which the figure of inetto becomes a significant presence.The first part of this study reconstructs a possible genealogy of the character. The point of departure here is the general feeling of crisis, which permeated European Literature at the turn of the 20th century. With this broader literary context in mind and highlighting the decisive role of Svevo’s oeuvre, this part of the study delineates the traits of the character of inetto. The second part of the study is devoted to the inetti represented in the novels written in the 1980s. This part is composed of an introductory chapter providing contextualisation for the five novels analysed: Vita standard di un venditore provvisorio di collant (Busi), Diario di un millennio che fugge (Lodoli), Per dove parte questo treno allegro (Veronesi), Casa di nessuno et Gli sguardi cattivi della gente (Piersanti). The third part of the study starts with the depiction of Italian society in the 1990s, followed by the analysis of four selected novels: Tutti giù per terra, (Culicchia) Eccesso di zelo and Denti (Starnone) et Di questa vita menzognera (Montesano).The investigation shows how the presence of inetto can be read in the light of this character’s potential to counter hegemonic social models in an attempt to disclose the hypocritical and contradictory nature of contemporary society. More specifically, in this reading of inetto, this traditionally exclusively male character can be said to embody a new alternative mode of masculinity. / L’obiettivo della tesi è analizzare l’inetto contemporaneo, cioè un personaggio abulico, velleitario e debole. La nostra ipotesi è che il sentimento di malessere che lo accompagna possa essere letto come una contestazione della società a lui contemporanea. Ci concentreremo sugli ultimi vent’anni del Novecento, che presentano una ritualizzazione significativa di questo personaggio nato alla fine dell’Ottocento. La prima parte traccia una possibile genealogia del personaggio. Si tratta di un momento necessario visto che l’inetto è un personaggio poco studiato e difficile da definire, le cui caratteristiche non mettono d’accordo tutti. Partendo dal sentimento di crisi che caratterizza la letteratura europea tra Otto e Novecento, delineeremo un possibile ritratto dell’inetto, per il quale l’opera di Svevo sarà determinante.In seguito, nella seconda parte, ci focalizzeremo sugli inetti degli anni Ottanta. Dopo un capitolo di contestualizzazione, analizzeremo: Vita standard di un venditore provvisorio di collant (Busi), Diario di un millennio che fugge (Lodoli), Per dove parte questo treno allegro (Veronesi), Casa di nessuno et Gli sguardi cattivi della gente (Piersanti). La terza parte si concentra sul decennio seguente: dopo aver tracciato un panorama dell’Italia dell’epoca, analizzeremo quattro romanzi: Tutti giù per terra, (Culicchia) Eccesso di zelo et Denti (Starnone) et Di questa vita menzognera (Montesano).La nostra ricerca dimostra la capacità di contestazione che si nasconde nella scelta di un personaggio inetto, la cui sfasatura rispetto ai modelli considerati vincenti svela le ipocrisie e le incongruenze della società stessa. In particolare l’inetto – che è sempre un personaggio maschile – si fa portatore di un tipo di mascolinità alternativa a quella egemonica.
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"IL BELLO ERA SENTIRLO RACCONTARE LE SUE AVVENTURE": UN ROMANZO DA ASCOLTARE

BORGHI, MARGHERITA 03 September 2021 (has links)
La tesi nasce dalla riflessione su un aspetto della fruizione dei Promessi sposi che rende il romanzo un unicum nella letteratura italiana: fin dai suoi esordi, il testo è stato letto ad alta voce e ascoltato nelle più svariate occasioni. Da qui l’idea di indagare se esistano, e quali siano, aspetti del testo che lo rendono particolarmente adatto all’ascolto. Conseguenza diretta dell’ascoltabilità del romanzo può essere, poi, la sua caratteristica memorabilità, grazie alla quale episodi e intere porzioni di testo si imprimono facilmente nella mente dei lettori-ascoltatori. La tesi si compone, dunque, di due sezioni, tra loro interconnesse, ma dedicate l’una, in modo più specifico, al primo aspetto in questione, l’ascoltabilità, l’altra al secondo, la memorabilità. Nel primo capitolo si pone l’attenzione sul rapporto tra I promessi sposi e la lettura ad alta voce; nel secondo capitolo l’analisi cerca di mettere in luce l’importanza del racconto orale (e dell’ascolto di narrazioni) nel romanzo; il capitolo terzo si concentra sulla ricerca delle caratteristiche (varietà e ripetizione) che rendono il romanzo memorabile a livello della sua struttura narrativa e delle connessioni tra le sue parti; il quarto e ultimo capitolo è dedicato ancora ai medesimi concetti, ma in questo caso l’analisi si focalizza sulle dimensioni morfo-sintattica e retorica del testo. / This thesis takes his origin from the reflection about a really singular feature that makes the novel I promessi sposi a unicum in italian literature. Since his first release, the text has been read aloud and listened in many and different occasions. Therefore, it has been tried to find the existence in the novel of some features that make it so suited to be listened to. A direct consequence of the novel's “listenability” is his typical “memorability”, that makes it really easy for the reader-listener to remember episodes and entire portions of the text. Thus, the thesis is composed of two sections, connected each other, but dedicated the one, in a more specific way, to the first feature at issue (“listenability”) and the other to the second (“memorability”).
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La letteratura concentrazionaria / Literature Based on the Experiences in Concentration Camps

RONDENA, ELENA 10 April 2008 (has links)
Affrontando lo studio della Letteratura Italiana risulta evidente l'omissione dai manuali, ad eccezione di Primo Levi, degli scritti di coloro che sono stati deportati tra il 1939 e il 1945 in seguito alle persecuzioni razziali. Il tempo trascorso dalla Shoah ha, invece, dimostrato la presenza di un ingente quantità di opere che costituiscono il corpus della Letteratura Concentrazionaria, ossia la letteratura dei campi di concentramento. Gli autori di questa letteratura sono poco conosciuti e considerati minori, ma la loro scrittura raggiunge spesso un'ineguagliabile altezza intellettuale, morale, stilistica. La narrazione dei loro ricordi traumatici è il risultato di precise decisioni: quali fatti raccontare, in che ordine cronologico, ma soprattutto attraverso quale forma. Questi testi concentrazionari, infatti, possono essere studiati da diversi punti di vista, quello più inusuale è la divisione per generi: racconto, autobiografia, saggio, romanzo, diario, lettera, poesia. Non sempre la distinzione fra questo o quel genere è netta, ma è molto significativo che a partire da una tragedia, quale l'Olocausto, si possa scegliere di raccontare la propria esperienza prestando attenzione al modo di esprimerla. È il primo segno che dimostra quanto anche di fronte al male l'uomo non perda il desiderio di ricercare il vero ed il bello. / Such a long time has passed since the end of the Shoah and it has become clear that there are a lot of works written in those years which now form the corpus of literature based on the experiences in concentration camps. The authors of these works are not very well-known and they are usually considered minor but their works have often reached highly intellectual, moral and stylistic results. The narration of their traumatic memories is the result of precise decisions, i.e. what to tell, in what chronological order, but especially in what forms. The texts based on the experiences in concentration camps can in fact be studied from different points of view. The most unusual is their study through genres: short story, autobiography, essay, novel, journal, letter, poetry. The distinction between one genre and another is not often clear-cut. What is interesting to underline is that in front of a tragedy, as the Holocaust was, it is possible to choose to tell one's own experience by paying special attention to the way of expressing it. This is evidence that in front of evil man does not ever lose the desire to look for truth and beauty.
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Il romanzo di formazione caraibico in inglese: una risposta all'istruzione coloniale / THE CARIBBEAN BILDUNGSROMAN IN ENGLISH: A RESPONSE TO COLONIAL EDUCATION

PEREGO, MARTINA 21 July 2020 (has links)
Il presente elaborato si propone di esplorare la tradizione del romanzo di formazione caraibico considerando il genere del romanzo di formazione, le sue caratteristiche, la sua storia, e individuando le peculiarità che il genere ha sviluppato all'interno della tradizione post-coloniale, soprattutto nel contesto caraibico di lingua inglese. Il primo capitolo stabilisce cosa si intenda con “romanzo di formazione caraibico” e introduce i dodici romanzi selezionati per questo studio. La tesi quindi procede identificando quattro argomenti principali, o macro temi, a ciascuno dei quali è dedicato un capitolo, e confrontando il modo in cui questi vengono sviluppati nei diversi romanzi. I temi sono: la scuola e l’istruzione, la cultura e la storia, la politica, la partenza. La tesi si chiude con una breve riflessione sul tema del ritorno. / The present study aims to explore the Caribbean Bildungsroman tradition by considering the Bildungsroman genre, its features, and history, and by pointing out the peculiarities that the genre developed within the postcolonial tradition and specifically in the anglophone Caribbean context. The first chapter establishes what is meant by “Caribbean Bildungsroman” and introduces the twelve novels selected for this study. The study then proceeds by identifying four main topics, or macro themes, each developed in a separate chapter, and by comparing the way such themes are dealt with in each of the novels. The themes are: school and education, culture and history, politics, departure. The study closes on a brief reflection on the possibility of return.
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«Wordes bolde». Evoluzione stilistica dal "Roman de Horn" a "King Horn" a "Horn Childe"

Gottardi, Pierandrea 12 July 2022 (has links)
The doctoral thesis compares the style of the “Romance of Horn”, “King Horn”, and “Horn Childe and Maiden Rimnild”. Each of them is a different version of the same story; the first is an Insular French romance, the second and third are Middle English romances. The stylistic analysis is both quantitative and qualitative, and it is developed employing the lemmatized edition of each witness of each version. The work begins with an introduction to the concept of style. The first chapter focuses on a review of the literature regarding each version, considering specifically the witnesses and textual criticism, metre and genre, language, date, and style. For the Insular French version, a specific review of the literature about the author is offered. The second chapter introduces stylometry and stylistic analysis with a brief literature review. Then, the protocols for the edition and lemmatization of each witness are described. Finally, the methods adopted for the stylistic analysis are explained. The third chapter develops the study of descriptions, anaphors, and formulas in each version. The collected data and their interpretations are considered altogether through the lens of a group of theoretical concepts: connotation, attribution, horizon of expectations and discursive tradition. Via these concepts, a trajectory of stylistic mutations is traced, and a link between style and socio-cultural context is displayed. The conclusions sum up all the information and inferences, suggesting further possibilities for new research. / La tesi sviluppa lo studio comparativo dello stile come osservato nel “Roman de Horn”, in “King Horn” e in “Horn Childe and Maiden Rimnild”, tre versioni della medesima vicenda, la prima in anglonormanno, le altre due in inglese medio. Nella tesi l’indagine stilistica è svolta in maniera qualitativa e quantitativa, lavorando sulle edizioni lemmatizzate secondo codifica TEI dei singoli testimoni di ciascuna versione. Dopo un’introduzione sul concetto di stile, il primo capitolo è dedicato a un’introduzione ai testi e ai testimoni delle tre versioni. Dopo un cappello introduttivo sui rapporti genetici tra le versioni, di ciascuna di esse si opera un'escussione della bibliografia esistente intorno a testimoni ed eventuale stemmatica, metro e genere, lingua, datazione, stile dell’opera; per la versione anglonormanna si aggiunge uno specifico approfondimento sull’autore. Nel secondo capitolo, si inquadrano stilistica e stilometria nel panorama accademico attuale, quindi si espongono i protocolli di edizione e lemmatizzazione adottata, infine i metodi di analisi adottati e le ragioni per cui circoscrivere l’indagine ai fenomeni di descrizione, anafora e formula. Nel terzo capitolo si procede ad analizzare in ogni versione le descrizioni e poi anafore e formule. Per le descrizioni, dopo aver offerto un quadro specifico per versione, si opera una sintesi sulla base dei concetti di connotazione e attribuzione, chiarendo una possibile traiettoria del mutamento stilistico. Parallelamente, dopo un’analisi di anafore e formule in ciascuna versione si offre una visione d’insieme alla luce dei concetti di orizzonte d’attesa e tradizione discorsiva, ponendo così in relazione stile e contesto socioculturale dell’Inghilterra medievale. Nelle conclusioni, si riassumono gli approdi dell’analisi, valutando metodi e risultati e proponendo possibili aperture a lavori futuri.

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