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La Tunisia dall'indipendenza alle relazioni di partenariato. L'area socio-culturale / Tunisia from Independence to Relations of Partnership. The Socio-Cultural AreaSARTIRANA, LAURA 18 June 2007 (has links)
L'obiettivo di questa tesi di dottorato è quello di individuare alcune tematiche che permettano la comprensione, anche e soprattutto dall'interno, di un processo storico, politico, economico e socio-culturale che ha fortemente caratterizzato e condizionato la sponda sud del Mediterraneo e, in particolare la Tunisia.
I fili conduttori della ricerca sono lo studio del sistema-Paese Tunisia, della sua storia dall'indipendenza fino ai nostri giorni, del funzionamento delle istituzioni politiche, della complessa relazione tra etnie, religione, partiti politici e poteri istituzionali, delle relazioni internazionali e dell'economia. Ampio spazio viene assegnato all'analisi del ruolo della donna in Tunisia alla luce del Code du Statut Personnel, che ne regolamenta la posizione e le funzioni nella società tunisina. Infine, viene affrontato il tema del Partenariato euromediterraneo, con particolare attenzione all'area socio-culturale: quest'ultima fa sì che la Tunisia si ponga oggi tra i Paesi Terzi Mediterranei maggiormente all'avanguardia nella cooperazione. / The objective of this thesis of doctorate is to characterize some thematics in order to permit the understanding, above all from the inside, of an historical, political, economic and socio-cultural process. This has strongly characterized and conditioned the south side of the Mediterranean and, in particular Tunisia. The threads of the search are the study of the system -Country Tunisia, of its history from independence until our days; of the operation of the political institutions; of the complex relation between ethnic groups, religion, political parties and institutional powers; of the international relations and the economy. Wide space is given to the analysis of the role of the woman in Tunisia to the light of the Code du Statut Personnel. It prescribes the position and the woman's functions in the Tunisian society. Finally, it is faced the topic of the Euromediterranean Partnership, with particular attention to the socio-cultural area. In such a way Tunisia today places between the Mediterranean Thirds Countries mainly to the vanguard in the cooperation.
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L'esperienza dell'etica nell'esercizio del ruolo manageriale / The Experience of Ethics in the Managerial RoleCECCHINATO, FABIO 28 March 2007 (has links)
Viene esplorata l'esperienza della dimensione etica nel ruolo manageriale attraverso una analisi su tre piani: quello dell'esperienza soggettiva, della relazione interpersonale e infine il livello istituzionale / The experience of ethics in managerial role is explored at three different levels of analysis: the individual level, the interpersonal level and the institutional level.
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Generi e generazioni nei processi migratori: le trasformazioni dell'identità femminile nel rapporto madri e figlie / GENDERS AND Generations in Migratory Processes. The Transformations of Female Identity in Mother-Daughter Relationships InvestigateCOMINELLI, CLAUDIA 02 March 2007 (has links)
Lo studio e la ricerca svolti, affrontano il tema delle trasformazioni che investono, nei contesti migratori, le rappresentazioni e i modelli relativi all'identità femminile, in particolare nel passaggio dalla prima alla seconda generazione, allo scopo di indagare sia rispetto a uno snodo strategico per il processo di integrazione della componente straniera, ma anche al fine di prendere in esame l'evolversi della nostra società, dal punto di vista della produzione di inedite identità.
Questo lavoro si articola in due sezioni: una teorica, in cui si approfondiscono l'evolversi del concetto di identità nella tradizione culturale occidentale, fino all'attuale post-modernità, in rapporto alla dimensione culturale e all'appartenenza di genere, in particolare considerando l'agenzia di socializzazione della famiglia e il periodo dell'età adolescenziale e una empirica, in cui sono riportati i principali esiti di una ricerca qualitativa svolta nel corso degli anni 2005-2006, intervistando i componenti di 8 famiglie albanesi presenti in Italia, di cui facesse parte almeno una figlia adolescente.
Ne è emerso un quadro composito dove la comunità albanese, presente ormai da diversi decenni nel nostro paese, tuttavia ancora particolarmente stigmatizzata, mostra, attraverso le speranze delle sue seconde generazioni femminili e la capacità di tenuta delle loro famiglie, creative costruzioni di identità ibride, nonché originali possibilità di integrazione. / The present study and analysis examine the transformations in the representations and the models of the female identity occurring in migratory contexts, particularly focusing on those from the first to the second generation. The aim of this research is both to study the strategic step for the integration process of the foreigner and the evolution of our society from the point of view of the birth of new identities.
The study develops into two sections. A theoretic one that deeply goes into the analysis of the development of the identity concept from west cultural tradition until post-modernity. This approach takes into account the cultural dimension and the gender belonging, especially considering the family and the adolescence. The second part - empirical - summarizes the results of a qualitative research carried out between 2005 and 2006 interviewing the members of eight Albanian families living in Italy, composed of at least one adolescent daughter.
The results show that the Albanian community, that despite living in our country for some decades now is still stigmatized, through the hopes of its second female generation and the "seal capacity" of the family, is able to creatively build hybrid identities, as well as original possibilities of integration.
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Flow of Sounds. Musica, diaspora e riterritorializzazione culturale in Gran Bretagna: il caso del rap islamico / Flow of Sounds. Music, Diapora and Cultural Reterritorialisation in Great Britain: The Study of Islamic Conscious RapMIDOLO , ELENA DOMINIQUE 02 March 2007 (has links)
La tesi affronta alcune grandi questioni relative al rapporto tra trasformazioni sociali e mondi culturali nella contemporaneità. La prospettiva adottata è caratterizzata da un approccio multifocale, che cerca di integrare la riflessione che ha per oggetto di analisi il medium musicale, le sue caratteristiche, funzioni e potenzialità con un contributo che cerca di rilevare l'emergenza di nuove formazioni identitarie nella Gran Bretagna del nuovo millennio. In particolare, il focus della ricerca è costituito dall'analisi dell'esperienza di produzione e fruizione di islamic conscious rap da parte dei giovani musulmani britannici di origine asiatica, che la più recente riflessione sociologica definisce Brasian, figli della diaspora, protagonisti di quella svolta culturale che contribuisce ad una continua riconfigurazione dell'identità postcoloniale. Nell'ambito di questo contributo si è cercato di analizzare in prospettiva critica le diverse categorie che hanno cercato, nel corso degli ultimi decenni, di definire ed inquadrare il concetto forte di "identità" sullo sfondo di eventi macro quali colonialismo, diaspora, globalizzazione e migrazioni. / This thesis is focused on the relationship between cultural worlds and social transformations within contemporary British society. Our study is based on a differentiated approach where the analysis of popular music material, of its features and its functions merges with the emergence of new identity configurations in the UK. The main research focus is the production and consumption of Islamic conscious rap by Brasian Muslim youth, a category that has been recently introduced within the international debate on identity. Through their social and cultural experience Muslim young people of South Asian origin are at the forefront of a new cultural turn in the redefinition of postcolonial identity, also in relation to many other contemporary issues: colonialism, Diaspora, globalisation and migration. The process of cultural reterritorialisation together with that of cultural reproduction constantly change the cultural landscape of this youth: thank to their multicultural skills and their transcultural capital young Muslim people manage to balance within different cultural worlds, and Islamic rap is here considered as link with the translocal Muslim Ummah. This work's aim is to describe the reconfiguration of translocal scenarios through the processes of cultural respatialization and retorritorialisation through the musical medium within the local-global nexus.
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Uno studio etnografico sui clienti della prostituzione trafficata in Italia / An Ethnographic Study on the Clients of Trafficked Prostitution in ItalyCAUDURO, ANDREA 10 March 2008 (has links)
Utilizzando tecniche qualitative ed etnografiche la tesi esplora, per la prima volta in Italia, il mondo dei clienti di prostituzione trafficata.
Chi sono? e (soprattutto) quali sono i motivi che li spingono a scegliere questo segmento del mercato del sesso? Per rispondere a tale domanda l'elaborato ha adottato un duplice approccio d'indagine. Da un lato l'osservazione partecipata di forum web frequentati da clienti di prostitute a cui si è aggiunta la somministrazione di un questionario anonimo in internet; dall'altro alcune interviste semi-strutturate e finalizzate a raccogliere ulteriori dettagli direttamente dai clienti.
I risultati hanno permesso di tracciare un primo profilo dei clienti di prostituzione trafficata, sia per quanto riguarda le loro caratteristiche (età, scolarizzazione, ecc.) sia per le motivazioni individuali, relazionali ed ambientali che li spinge alla ricerca di prostitute vittima di tratta. / Through ethnographic and qualitative techniques the thesis explores, for the first time in Italy, the world of the clients of trafficked prostitution.
Who are they? and (above all) what are the motives that push them to choose this segment of the sex market? In order to understand this question, the work has adopted two approaches. On the one side, participant observation of web forums frequented by clients, together with the administration of an anonymous internet questionnaire; on the other, some semi-structured interviews designed to collect further details directly from clients.
The results allowed the drafting of a first profile of punters of trafficked prostitution, as regards both their features (age, education, etc.) and the individual, network and environmental motivations that push them to look for prostitutes victims of trafficking.
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Cattolici al lavoro: Valori religiosi e scelte lavorative nel vissuto di sei organizzazioni d' ispirazione cristiana / Catholics at work. Religious values and professional choices through the life of Christian inspirited associationsLAZZARINI, PAOLA 19 February 2009 (has links)
La tesi indaga, attraverso un percorso di ricerca qualitativa, la relazione tra appartenenza religiosa e scelte professionali dei membri e dei dirigenti di cinque associazioni d’ispirazione cattolica impegnate sul tema del lavoro e di un sindacato.
Il percorso di ricerca teorico si è svolto su due filoni: uno che prendeva in esame i temi propri della Sociologia del lavoro, le tesi attorno alla fine dell’epoca del lavoro e il ruolo del lavoro nella costruzione dell’identità; il secondo di Sociologia della religione e dunque la persistenza della religione nella sfera pubblica tra paradigma della secolarizzazione e nuove teorie, ma anche alcuni approfondimenti storici sul movimento cattolico e dottrinari sul lavoro nella dottrina sociale.
L’indagine empirica ha evidenziato la difficoltà di parlare del significato e del valore personalmente attribuito al lavoro, ma anche il ruolo di mediazione di significati svolto dall’associazione: dalle interviste infatti è emerso che proprio nella mediazione della mission associativa si trova la chiave del rapporto fede-lavoro.
Alla luce di tali risultati è stata ipotizzata una classificazione delle associazioni in base alla visione del lavoro che propongono. / The thesis investigates, through a qualitative search, the relationship among religious affiliation and professional choices of the members and the executives of five associations of Catholic inspiration and a labor union. The theoretical research had been developed on two seams: one based on themes proper of the Sociology of the job, the theses around the end of the epoch of the job and the role of the job in the construction of the identity; the second of Sociology of the religion and therefore the persistence of the religion in the public sphere between paradigm of the secularization and new theories, but also some historical close examinations on the movement Catholic and on the theme of "work" in the catholic social doctrine. The empirical investigation underlined the difficulty of speaking about the meaning of the job and the value personally attributed to the job, but also the role of mediation of meanings developed by the association: interviews reveal that is in the mediation of the associative mission the key of the relationship faith-job.
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Ascesa e declino delle civilità. Elementi per una teoria delle macro-trasformazioni politiche e culturali nell'opera di Arnold Joseph ToynbeeCASTELLIN, LUCA GINO 17 April 2009 (has links)
Con la fine della Guerra fredda, molti degli schemi interpretativi utilizzati per analizzare la politica internazionale hanno iniziato a essere oggetto di un’approfondita riconsiderazione teorica. Tutti questi elementi – la distinzione tra sistema internazionale e società internazionale (con la potenziale coesistenza di più società o regimi internazionali), il ruolo delle civiltà e quello delle religioni – sono stati quantomeno trascurati dal dibattito teorico successivo alla Seconda guerra mondiale. E, soltanto in parte, sono compresi in quello posteriore alla fine della Guerra fredda. Ognuno di essi è invece presente all’interno della teoria delle macro-trasformazioni politiche e culturali elaborata da Toynbee, fra gli anni Trenta e gli anni Sessanta del secolo scorso. / With the end of Cold War, many interpretative schemes used to analyze international politics started to be subjected to a deep theoretical reconsideration. All these elements – the distinction between international system and international society (with the potential co-existence of different societies or international regimes), the role of civilizations and religions – have been neglected by the theoretical debate after the Second World War.
These issues, which have been only partially comprehended by the debate at the end of Cold War, are extensively discussed in the theory of political and cultural macro-transformation Toynbee elaborated between 1930 and 1960.
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Mito e tecnologia in CinaTARANTINO, MATTEO 26 June 2009 (has links)
La tesi intende esaminare il significato culturale assunto dalla tecnologia informatica nella Cina contemporanea, attraverso la lente del "mito" ed un approccio empirico.
La prima parte è dedicata ad una panoramica generale sui principali approcci al "mito" nelle scienze sociali, ed una più mirata sull'uso del concetto nel campo degli studi sull'immaginario informatico.
La seconda parte indaga alcune delle macro-narrazioni che contribuiscono a strutturare l'esperienza simbolica della tecnologia in Occidente. La terza parte indaga con lo stesso approccio il contesto cinese, ricostruendo gli atteggiamenti della società e della cultura cinese premoderna, novecentesca e contemporanea relativamente alla tecnologia in generale ed all'informatica in particolare: entrambe sono inserite in un macro-mito di "rinascita nazionale", che vuole il Paese vittimizzato dall'Occidente ma destinato a ritornare ad un ruolo di superpotenza mondiale.
L'ultima parte della tesi è dedicata all'esposizione dei risultati di una ricerca sul campo effettuata a Pechino nel 2007 su un campione di 300 soggetti. Attraverso lo strumento delle interviste direttive, si mettono in luce un gran numero di narrazioni simbolicamente investite relative al computer e alla Rete. In particolare, emerge una dinamica centrale fra una narrazione relativa alla "prosperità indotta dalla tecnologia" e una notevole preoccupazione per un indebolimento dei tratti salienti dell'identità cinese operata dalla Rete. / The dissertation examines the cultural meaning of computer technology in contemporary China, through the lens of “myth” and with an empirical approach. The first part reviews the main approaches to “myth” in social sciences, as well as the use of the concept within the field of Internet studies.
The second part investigates some of the macro-narratives that contribute to the structuring of the symbolic experience of technology in the West. The third part investigates through the same approach the Chinese context, examining the main attitudes of Chinese society and culture towards technology in general and computer technology in particular. Both appear to be inserted in a myth of national rebirth, which sees China as a victim but destined to regain a role as a superpower.
The last part exposes the results of a field research done in Beijing in 2007 on a sample of 300 subjects. Through directive interviews, a number of narratives emerge about computer technology and the Internet. A central dynamic appears to be the one between a myth of “prosperity through technology” and one about the “weakening of chineseness”, which sees the computer technology as weakening salient traits of Chinese identity.
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DIGITAL DIVIDE: UNA RILETTURA CRITICA DEL TERMINE, DEL FRAMING IDEOLOGICO, DELLE POLICIESCARLO, SIMONE 26 June 2009 (has links)
La letteratura sul digital divide ha fatto negli ultimi anni importanti passi in avanti: una velocità, quella dell’evoluzione del concetto di divario digitale, sorprendente, se si pensa che il termine nasce poco più di dieci anni fa (DiMaggio et al. 2004). Ancora più interessante è la duttilità del termine, che si è trasformato in un vero e proprio discorso, quasi in termini foucaultiani, assorbito da governi, istituzioni, associazioni, aziende.
La flessibilità del termine sembrerebbe avere svuotato il concetto stesso di digital divide: se da una parte la letteratura e la riflessione accademica si sta progressivamente allontanando dal termine (Warschauer, 2003), dall’altra l’azione politica l’ha fatto proprio, perdendo sempre più aderenza col dibattito teorico in corso (van Dijk 2005; Barzilai-Nahon 2006).
L’ambiguità del termine digital divide pone seri problemi circa la definizione della issue: alcuni studiosi (Compaine 2001) hanno definito il digital divide come un problema di semplice diffusione tecnologica.
Tale impostazione, ampiamente superata dalla letterature accademica, è stata invece convintamente adottata dagli strategy makers istituzionale e politici, con effetti spesso contraddittori e discutibili sulle modalità di diffusione e adozione delle ICT tra la popolazione.
E’ come se di fronte all’evoluzione del dibattito accademico, i soggetti pubblici non abbiano avuto la capacità (e la volontà politica) di far contestualmente evolvere le politiche adottate verso un avvicinamento al tema del divario di competenze. Al contrario, le strategie degli attori pubblici (privati e istituzionali) sembrano in alcuni casi essere ancora legate a interpretazioni, valori culturali, miti, retoriche tipiche della nascita dell’era digitale (Mosco 2004).
In particolare, le istituzioni sono impegnate in un continuo processo interpretativo sul ruolo delle tecnologie (della comunicazione) nella società: ciò che sembra emergere dall’analisi dei principali documenti prodotti dalle istituzioni europee e statunitensi sul digital divide e sullo sviluppo della Società dell’Informazione, è la costruzione di un’ideologia di stampo diffusionista e determinista, all’interno della quale le tecnologie digitali (con Internet in testa) sono in grado di determinare una cesura storica e hanno la capacità di offrire alla società delle opportunità di sviluppo rivoluzionarie.
Nonostante tale processo di costruzione narrativa delle opportunità sociali delle ICT, le concrete politiche di riduzione del divario digitale sembrano seguire un’altra strada (Milner 2006).
La ricerca, dopo una panoramica sull’evoluzione del concetto di digital divide (Iannone 2007), affronta la più recente letteratura sul tema delle disuguaglianze digitali (Newholm et al. 2008; Sartori 2006; DiMaggio et al 2004), inserendola nella più ampia riflessione sulle disuguaglianze economiche e sociali del mondo contemporaneo (Gallino 2000; Milanovic 2007) e relazionandola con un’overview delle strategie e politiche pubbliche e private di riduzione del divario numerico, in particolare nell’Unione Europa e negli Stati Uniti.
L’obiettivo finale del paper è dunque evidenziare il pericoloso scollamento tra l’essenza delle disuguaglianze digitali (la cui comprensione è possibile solo se inserita in una più ampia riflessioni sulle disuguaglianza societarie) e la loro discorsivizzazione, rappresentazione e messa in forma operata dai soggetti e dalle istituzioni che si sono assunti la responsabilità di messa a punto delle strategie di superamento del divario digitale (Carlo 2008). La tesi è che, nel processo di discorsivizzazione del digital divide, i soggetti pubblici abbiano costruito un apparato retorico in grado di offrire una rappresentazione del problema lontana dalla reale natura del fenomeno: il digital divide ha assorbito retoriche e miti del ciberspazio e della società contemporanea, trasformando tali miti in un’azione politica in molti casi inadeguata, inefficacia, fuori obiettivo (Colombo – Carlo 2006a).
Sembra di essere di fronte in alcuni casi a una vera e propria azione mistificatoria: si discorsivizzano azioni politiche di riduzione del digital divide legate a un auspicato processo di sviluppo sociale e culturale (determinato dalle ICT) per perseguire, in verità, obiettivi di carattere puramente economico.
Forse solo attraverso un’azione di disvelamento di tale mistificazione, è possibile riconoscere le vere politiche di riduzione del divario digitale che sono tali solo se inserite in una più ampia riflessione (e azione) attorno alla crescita delle disuguaglianze nella società globale, informatizzata, in rete (Colombo – Carlo 2006b). Il rischio è che tali azioni, altrimenti, siano semplicemente legate a dimensioni economicistiche di efficienza e di crescita, pericolosamente controproducenti per lo sviluppo di società più giuste (Feenberg 2002; van Dijk 2006). / In the recent years, the literature about digital divide makes an important breakthrough: the evolution of concept of digital divide it has been very quick, in particular if is related with the relative youthfulness of the term, that born only ten years ago (DiMaggio et al. 2004). Even more interesting is the “pliability” of the term: it’s seem to be transformed in a kind of discourse, near in Foucault’s concept, premise by governments, institutions, associations, companies. The flexibility of the term seems has transform (near empty out) the concept of digital divide: if on the one hand the academic reflections are gradually moving away from the term (making more complex the concept, Warschauer, 2003), on the other hand the political action still “use” the term, without understand the theoretical debate in progress and the changing of meaning of the concept (van Dijk, 2005; Barzilai-Nahon, 2006).
Maybe only through an action of “unmasking” of this kind of mystification could be possible to recognize the true (or, the more efficient, useful, comprehensive) policies of reduction of the digital divide. Only if this policies are combined with a broader reflections (and actions) about the rising of inequality in the global, digital, network society, the effect of these measures of government will be visible. The risk is that these measures, without a deeply consideration about the morphology, characteristic, structurally unequal of contemporary society, are linking only with economic dimension of efficiency and development. This kind of “use” of digital divide term in a frame of economical policy could be very dangerous and counterproductive for the improvement of more equitable societies (Feenberg 2002, van Dijk, 2006).
This paper, after a overview about the evolution of the concept of digital divide (Iannone, 2007) , face the most recent literature about digital inequality (DiMaggio, P., Hargittai, E., Celeste, C., and Shafer, S. 2004): on one side it frames the literature of digital divide in a broader reflection about economic and social inequality in the contemporary world (Gallino 2000; Milanovic 2007), on the other side it wants to related this literature with an overview of policy and strategy public and private for the reduction of digital divide, in particular in EU and USA (Milner, 2006).
The aim of the paper is to stress the dangerous separation between the essence of digital inequalities and their discoursivization, representation and “shaping” made by the subjects that have taken the responsibility or have the role to manage and ideate strategies for fall digital divide.
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Skateculture e identita' giovanileEMILIANI, GIOVANNI MATTEO 19 February 2009 (has links)
La ricerca segnala e documenta il complesso processo di comunicazione fra la
società e i partecipanti alla skateculture.
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