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1

L'esecuzione del giudicato amministrativo nell'esperienza italiana e tedesca: le soluzioni al problema dell'inottemperanza

Secchi, Federico January 2010 (has links)
La tesi si propone di analizzare il problema dell'esecuzione della sentenza amministrativa passata in cosa giudicata nell'esperienza italiana e tedesca, illustrando le soluzioni che i due ordinamenti hanno approntato per fronteggiare l'inottemperanza della p.a. agli obblighi da essa scaturenti. L'analisi à ̈ estesa anche all'esperienza francese - esaminata in maniera piÃ1 sommaria - quale ulteriore elemento di comparazione, anche in ragione delle affinità che la stessa presenta rispetto al sistema tedesco, relativamente alle soluzioni adottate rispetto al problema dell'esecuzione del giudicato.
2

La tutela giurisdizionale avverso i provvedimenti in materia di immigrazione e i principi della CEDU

Mitzman, Elena January 2014 (has links)
La tesi analizza l’impatto della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) sulla disciplina delle tutele giurisdizionali avverso i provvedimenti amministrativi, adottando come caso di studio quello dei provvedimenti in materia di immigrazione (ingresso, soggiorno ed espulsione). La tesi osserva come la giurisprudenza della Corte EDU abbia elaborato importanti standard di tutela processuale in materia di immigrazione e rileva come in altri ordinamenti Europei (Francia, Belgio e Regno Unito) tali principi abbiano esercitato un’influenza maggiore che in Italia sulla disciplina della materia. Ciò, sia per effetto di alcune importanti sentenze di condanna della Corte EDU a carico di tali Stati (che hanno influenzato soprattutto l’attività dei legislatori nazionali), sia in conseguenza dell’applicazione diretta dei principi CEDU da parte degli operatori nazionali (in particolare i giudici). Nell’ordinamento italiano, invece, l’interpretazione dei principi costituzionali di effettività della tutela sono stati meno decisivi e la CEDU stessa ha esercitato un’influenza meno diretta sui profili processuali della materia. La tesi afferma che, attraverso la clausola di adeguamento alla CEDU fornita dall’art. 117 Cost., sarebbe possibile richiamare gli standard elaborati dalla Corte di Strasburgo in funzione integratrice rispetto ai parametri nazionali. In particolare sarebbe possibile formulare un principio costituzional-convenzionale di effettività della tutela fondato sul combinato disposto tra art. 24 Cost. e art. 13 CEDU, applicabile sia dai giudici comuni (attraverso il meccanismo dell’interpretazione adeguatrice del diritto nazionale), sia dal giudice costituzionale (al fine di esercitare un sindacato più penetrante sulla discrezionalità del legislatore in tema di garanzie processuali dello straniero). Sulla base di questo principio, si individuano i profili più problematici che l’ordinamento italiano presenta e si formulano alcune proposte, alla luce della giurisprudenza della Corte EDU e dell’analisi comparatistica, al fine di adeguare i relativi istituti ai parametri della CEDU. Si osserva inoltre come alcune sentenze della Corte Costituzionale e di alcuni giudici comuni operino già delle aperture, in questa materia, ai principi sostanziali della Convenzione. Pertanto, l’adeguamento agli standard processuali costituirebbe un intervento coerente con tali tendenze, anche al fine di assicure l’effettività stessa dei relativi risultati.
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Il Single Supervisory Mechanism. Funzioni e modelli di integrazione amministrativa

Magliari, Andrea January 2016 (has links)
Avvalendosi degli “strumenti” del diritto amministrativo europeo, il presente lavoro intende esplorare alcuni tra i principali temi e problemi sollevati dalla recente istituzione del Single Supervisory Mechanism (SSM) o Meccanismo unico di vigilanza, nel quadro del più ampio progetto di realizzazione dell’Unione bancaria europea. Dopo una breve ricostruzione dei processi evolutivi che hanno segnato l’incrementale “europeizzazione” delle funzioni di regolazione e di vigilanza nel settore del credito, la ricerca si propone di analizzare il quadro istituzionale entro cui si inserisce il Meccanismo unico di vigilanza, di individuarne la base giuridica, gli obiettivi e l’ambito di applicazione. La ricerca esamina, inoltre, le strutture organizzative e relazionali del SSM, la natura e la composizione dei nuovi organi di vigilanza, i rapporti tra la Banca centrale europea e le autorità di vigilanza nazionali. Particolare attenzione è dedicata, poi, agli aspetti dell’indipendenza e dell’accountability del sistema settoriale. L’indagine prosegue con lo studio della normativa sostanziale applicabile da parte BCE nell’esercizio dei compiti di vigilanza e ne evidenzia alcuni tratti affatto peculiari. Inoltre, ampia attenzione è dedicata all’analisi dei compiti e dei poteri di vigilanza attribuiti alla BCE e alla questione – centrale per la comprensione del funzionamento del SSM – relativa alle tecniche di allocazione e distribuzione dei compiti tra le autorità componenti il sistema comune, dei numerosi strumenti di coordinamento, dei vari moduli di esecuzione della normativa bancaria sostanziale, delle sequenze procedimentali che sorreggono l’esercizio dei poteri di vigilanza. L’ultima parte è dedicata al tema della tutela dei soggetti privati destinatari dell’azione amministrativa, nella prospettiva delle garanzie procedimentali, dei rimedi amministrativi interni alla BCE e della tutela giurisdizionale. L’indagine si propone di ricostruire i diversi modelli di integrazione amministrativa che strutturano l’architettura istituzionale del Meccanismo unico, di esplorarne le novità e di evidenziarne le logiche. In definitiva, ci si chiede se – al di là della estrema varietà delle forme di esecuzione, degli strumenti di coordinamento e delle tecniche di integrazione organizzativa, funzionale e procedimentale utilizzate per “tenere insieme” le componenti del Meccanismo – sia possibile individuare alcuni elementi che, in una prospettiva sintetica, risultino in grado di identificare in termini unitari un nuovo modello di integrazione amministrativa europea
4

Sul controllo dei medicinali ad uso umano: funzione e scelte amministrative integrate europee.

Selmo, Luigi January 2017 (has links)
Il presente lavoro tratta del sistema integrato europeo di governance dei prodotti medicinali ad uso umano. In particolare, è considerata l’amministrazione preposta al controllo all’immissione in commercio dei farmaci ed i relativi procedimenti di prima autorizzazione. Tali argomenti hanno successivamente aperto l’indagine verso una ricostruzione di un parametro di legittimazione e controllo dell’attività di governance anche in sede giurisdizionale. La prospettiva scelta nello svolgimento dello studio è quella europea, poiché da tale dimensione sovranazionale scaturisce la disciplina su cui sono plasmate le legislazioni nazionali. In tal senso, sono state considerate specificamente le normative italiane e britanniche. All’analisi del dato di legge si è affiancato un approfondimento extragiuridico negli ambiti della teoria della scienza e della filosofia che si credono necessari per individuare l’effettiva portata significante del dato normativo. Quest’ultima analisi è svolta nel capitolo quarto, nel quale è considerato anche l’orientamento giurisprudenziale europeo più significativo nell’ottica di armonizzazione del controllo funzionalizzato della governance in esame. Nei capitoli precedenti, dopo l’introduzione storica (capitolo 1), si è sviluppata la descrizione dell’organizzazione del network di governance europeo italiano ed inglese (capitolo 2) e, quindi, dei procedimenti di prima autorizzazione (capitolo 3).
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Le controversie tra operatori ed utenti innanzi all'Agcom

Di Mauro, Alessia January 2012 (has links)
La tesi si propone di studiare l'effettività dei rimedi alternativi di risoluzione delle controversie tra operatori telefonici ed utenti innanzi all'Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni.
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La modulazione temporale degli effetti della sentenza di annullamento del giudice amministrativo. Un'indagine comparata.

La Femina, Nadia January 2017 (has links)
La ricerca analizza il fenomeno della dissociazione tra accertamento dell’illegittimità del provvedimento amministrativo e annullamento retroattivo dello stesso e, più in generale, il mutamento del ruolo tradizionalmente assegnato alla tutela costitutiva nell’ambito della giustizia amministrativa. Partendo da un esame dei rimedi elaborati per evitare annullamenti sostanzialmente inutili o dagli effetti pregiudizievoli, lo studio si sofferma sull’analisi della tecnica della modulazione temporale degli effetti della sentenza di annullamento che attribuisce al giudice amministrativo un potere di accertamento dell’invalidità dell’atto che prescinde dalla sua caducazione, consentendogli di conoscere dell’illegittimità di un provvedimento senza che da tale accertamento scaturiscano effetti costitutivi tipici o con esclusione e limitazione della portata retroattiva. L’analisi è condotta in un’ottica comparata, attraverso lo studio delle applicazioni pratiche della tecnica modulatoria nell’ordinamento italiano, francese e comunitario. Brevi cenni sono poi dedicati al fenomeno dell’annullamento flessibile nell’esperienza tedesca, inglese e statunitense, in quanto ordinamenti che condividono l’istituto o che comunque riconoscono al giudice amministrativo poteri e strumenti analoghi, tesi ad adeguare gli effetti della pronuncia di annullamento alle specificità dei casi giudicati. L’obiettivo perseguito è verificare, attraverso una comparazione tra le diverse esperienze, l’esistenza di possibili convergenze nell’uso dello strumento con particolare riferimento alle ragioni che inducono le corti a farne uso, agli interessi a tutela dei quali il potere è esercitato e alle ricadute che il ricorso alla tecnica ha comportato sul sistema di giustizia amministrativa. L’indagine, condotta attraverso un approccio per lo più casistico, dimostra come il potere di modulazione - che condivide nella quasi generalità delle esperienze esaminate la natura pretoria - venga per lo più utilizzato a tutela di interessi di rilevanza pubblicistica, sebbene non trascuri le esigenze di tutela del ricorrente, specie nei casi in cui si tratti di esigenze sostanziali che non trovano nell’annullamento una piena ed efficace soddisfazione. Consente altresì di provare l’utilità della tecnica, che si pone come meccanismo di flessibilità del sistema, garantendo l’adeguamento della pronuncia di annullamento alle esigenze effettive del caso concreto, oltre che il contenimento delle conseguenze disastrose altrimenti ingenerate dalla naturale portata retroattiva di tale pronuncia. Perviene, infine, all’affermazione dell’emergenza di un nuovo modello di azione di annullamento, a carattere non necessariamente costitutivo e retroattivo, in grado di contemperare l’esigenza di certezza e sicurezza giuridica con il rigore del principio di legalità e del rinnovato ruolo assolto dal giudice amministrativo chiamato a farsi carico delle conseguenze economiche e sociali delle proprie pronunce.
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Le garanzie di tutela del contribuente innanzi all'Amministrazione Finanziaria: riflessi applicativi della legge 7 agosto 1990, n. 241 in ambito tributario: spunti comparativi con il sistema amministrativo e tributario tedesco

Tesini, Lorenzo January 2013 (has links)
La difesa del contribuente nel procedimento di accertamento. Il contraddittorio quale strumento imprescindibile. Interventi del legislatore e della giurisprudenza.
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Il principio di sussidiarietà esterna: l'extrema ratio nella scelta tra sanzioni penali e amministrative

Perilongo, Giovanni Francesco January 2019 (has links)
Questa tesi fornisce una ricostruzione storica e dogmatica del principio di sussidiarietà (o di extrema ratio), saggiandone le potenzialità applicative nel quadro normativo vigente. Dopo una breve introduzione sulla frequenza e l’ambiguità dei riferimenti all’extrema ratio presenti in letteratura, il primo Capitolo indaga le origini storiche del principio e lo distingue dal contiguo ma diverso principio riassunto nella formula de minima non curat praetor. L’analisi rivela come la sussidiarietà affondi le proprie radici nel pensiero giusrazionalista del Seicento, ma giunga a compiutezza soltanto con l’Illuminismo penalistico, che definisce le moderne coordinate ideologiche del principio. Il secondo Capitolo, dedicato allo studio della sussidiarietà sul piano dogmatico, inizia con una ricognizione delle diverse concezioni del principio elaborate dalla dottrina. L’analisi mette poi in luce l’approccio pan-penalistico che da sempre caratterizza lo studio dell’extrema ratio ed i problemi che ne derivano, evidenziando la duplice valenza, interna ed esterna, del principio. Il Capitolo offre quindi una definizione del principio di sussidiarietà c.d. “esterna”, che presiede alla scelta tra sanzioni penali ed extra-penali a livello normativo. Nel terzo Capitolo l’indagine si sofferma sul tema delle funzioni delle misure sanzionatorie. Dopo aver delimitato il perimetro dell’analisi al concetto di sanzione “in senso stretto”, lo studio affronta l’evoluzione delle sanzioni amministrative, illustrandone la funzione nel quadro normativo vigente, ed evidenzia le peculiarità delle misure sanzionatorie in materia antitrust. Il Capitolo si chiude con lo studio delle funzioni della pena. Il Capitolo conclusivo denuncia la sostanziale scomparsa del principio di sussidiarietà esterna, offrendo proposte per una sua rivitalizzazione in prospettiva de iure condendo.
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La funzione nomofilattica nella Giustizia Amministrativa: il problema del coordinamento fra le giurisdizioni apicali

Cusenza, Giulia Giusy 06 March 2020 (has links)
Giving real substance to the value of "legal certainty" is a common goal of contemporary democratic legal systems. This is the genesis of research. The nomophylactic function has the primary objective of guaranteeing a coherent and constant interpretation of the law and a general uniformity of jurisprudence, so as to ensure the unity of the law within the legal system. This objective clashes with the instability of the sources of law, an expression of a wider phenomenon of a general nature - the so-called "crisis of legality" - which has led to a new centrality for the work of the judge of last instance and imposed a strengthening of the implementation methods of the nomophylactic function. The strengthened role assumed by the nomophylachia guarantees the uniformity of the law within the jurisdictional orders but, in the absence of appropriate instruments of institutional connection, it calls into question the overall capacity of the system to guarantee the functional unity of the jurisdiction. Therefore, the research moves from the identification of the institutional mechanisms which aim at coordinating the apical jurisdictions, the existing criticalities and the prospects. First of all, the existing correlations between the structure of the jurisdictional function and the nomophylactic function have been studied in depth, paying attention on the peculiar characteristics of this relationship within the national system. Eventually the exercise of the nomophylactic function was analyzed, looking at the recent legislative reforms, with reference to the three superior jurisdictions. The mechanisms through which the national legal system tends to ensure the connection between the apical judge have also been outlined. Specifically, two different problems emerged, which the system does not provide effective solutions for: conflicts in terms of jurisdictional distribution and the consolidation of interpretative contrasts between the apical judges. Considering these findings, a comparative analysis was carried out in order to verify - with reference to other jurisdictions - the existence or not of similar critical issues and resolution tools, so as to better interpret the systematic nature of national problems. Finally, specific assumptions have been proposed to guarantee the functional unity of the jurisdiction. Those proposals led to the achievement of an effective coordination within jurisdictions; it also means that every legal system, although devoted to a structural pluralism of the jurisdiction, can only know one way to do justice. / Dare contenuto effettivo al valore della «certezza del diritto» è un fine comune agli ordinamenti giuridici contemporanei di impronta democratica. Questa la genesi della ricerca. La funzione nomofilattica, principale strumento con il quale viene perseguito tale proposito, ha l’obiettivo primario di garantire una coerente e costante interpretazione della legge ed una generale uniformità degli indirizzi giurisprudenziali, così da assicurare una complessiva unità del diritto all’interno dell’ordinamento giuridico. Il fine, tuttavia, si scontra con l’instabilità delle fonti di produzione del diritto, espressione di un più ampio fenomeno di carattere generale - la c.d. «crisi della legalità» - che ha comportato una nuova centralità per l’operato del giudice di ultima istanza ed imposto un rafforzamento delle modalità attuative della funzione nomofilattica. Il rafforzato ruolo assunto dalla nomofilachìa garantisce l’uniformità del diritto all’interno di ciascun plesso giurisdizionale, ma, in assenza di opportuni strumenti di raccordo istituzionale, mette in discussione la complessiva capacità dell’ordinamento di garantire l’unità funzionale della giurisdizione. Ricostruito il fomento la ricerca si è snodata, con una pentapartizione, nell’individuazione dei meccanismi istituzionali tesi a garantire il coordinamento fra le giurisdizioni apicali, le criticità esistenti, le prospettive. Innanzitutto sono state approfondite le correlazioni esistenti fra l’assetto della funzione giurisdizionale e l’estrinsecarsi della funzione nomofilattica, concentrando l’attenzione sui caratteri peculiari di tale rapporto all’interno dell’ordinamento nazionale. Poi si è analizzato l’esercizio della funzione nomofilattica, anche alla luce dei recenti interventi di riforma legislativa, in riferimento alle tre giurisdizioni superiori. Sono stati altresì delineati i meccanismi attraverso cui l’Ordinamento tende ad assicurare il raccordo tra i diversi giudici della nomofilachìa. Nello specifico, sono emersi due diversi ordini di problemi, rispetto ai quali l’Ordinamento non appronta soluzioni efficaci: i conflitti in tema di riparto giurisdizionale ed il consolidarsi di contrasti interpretativi tra i giudici apicali. In considerazione di tali rilievi nella quarta parte si è proceduto all’analisi comparata, al fine di verificare - in riferimento ad altri Ordinamenti - l’esistenza o meno di analoghe criticità e strumenti di risoluzione, così da meglio interpretare la sistematica delle problematiche nazionali. Nella parte conclusiva sono stati ripresi gli esiti dell’analisi svolta, meglio definiti i profili critici emersi ed enucleate ipotesi specifiche che possano garantire l’unità funzionale della giurisdizione. Il convincimento trattone è che il raggiungimento di un effettivo coordinamento interno alla funzione giurisdizionale può realizzare l’assunto per cui ogni Ordinamento giuridico, sebbene votato ad un pluralismo strutturale della giurisdizione, non può che conoscere un unico modo di rendere giustizia.
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Responsabilidad y Procedimiento: Las Dilaciones Indebidas Procedimentales

Arenas Mendoza, Hugo Andres January 2011 (has links)
This Doctoral Thesis develops the illegal procedure delays in Spain, making a comparison with Italian system, which is more advanced in this matter and recently issued the Law 69 of 2009 on the damage delay. The illegal delays can be defined as a: “Postpone incurred by the Spanish Public Administration exceeding the term provided to decide, causing damages to the associates”. Currently at Spain, despite of the obligation of solving established in Article 42 of Law 30 of 1992, does not exist a truly liability when public authorities non fulfillment the term to provide and the citizens are defenseless against Administration’s inactivity.

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