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Syntaxe descriptive dans mastro-don gesualdo. Espaces urbains, ruraux et de travail entre réalités et "Fantasticheria" / Descriptive syntax in mastro-gift gesualdo. Urban, rural and working spaces between realities and "Fantasticheria" / Sintassi descrittiva in mastro-dono gesualdo. Spazi urbani, rurali e di lavoro tra realtà e "Fantasticheria"Mantegna, Elisabetta 27 February 2016 (has links)
Notre analyse se concentre sur la représentation narrative des lieux et des paysages dans les deux versions du Mastro-don Gesualdo de Giovanni Verga (1888 et 1889) en ajoutant à l'approche littéraire traditionnelle celle des études stylistiques et de la typologie textuelle. Partant du principe historico-critique selon lequel l'espace est l'élément clé dans la relation entre syntaxe, lexique d'auteur, thèmes et contenus dans le roman moderne, nous avons élaboré et analysé un corpus contenant une centaine de passages descriptifs. Nous avons confronté tout d'abord les solutions textuelles adoptées par l'auteur dans les deux éditions du roman, et nous avons ensuite essayé de caractériser, sur la base de ces données objectives, les dynamiques de textualisation et de structuration des facteurs spatiaux et paysagers dans le Mastro-don Gesualdo. En comparant les rares énonciations théoriques de Verga avec des extraits du texte narratif, nous avons pu remarquer que dans la représentation de la réalité du Mastro-don Gesualdo, l'auteur a bien présent à l'esprit l'idée de Zola de faire participer les descriptions de l’environnement d’un personnage à sa caractérisation, mais qu'il ne renonce pas pour autant à un descriptivisme littéraire et imprégné de lyrisme. La présence des stratégies syntaxiques, stylistiques et élocutoires - au niveau des allitérations et des onomatopées jusqu'à celui des anaphores, des comparaisons, des antithèses et des métonymies - confirme le lien constant entre grammaire et rhétorique en tant que caractéristique stylistique des chefs-d’œuvre véristes. / Our analysis concentrates on the narrative representation of places and landscapes in both versions of Giovanni Verga's Mastro-don Gesualdo (on 1888 and 1889) by adding to the traditional literary approach that of the stylistic studies and the textual typology. Runner of the principle historico-criticizes according to which one(which) the space is the key element in the relation between syntax, author's lexicon, themes and contained in the modern novel, we developed and analyzed a corpus containing hundred descriptive passages. We confronted first of all the textual solutions adopted by the author in both publishing(editions) of the novel, and we then tried to characterize, on the basis of these objective data, the dynamics of textualisation and of structuring of the spatial factors. / L’analisi condotta in questa tesi di dottorato si incentra sulla rappresentazione narrativa di luoghi e paesaggi nelle due stesure del Mastro-don Gesualdo di Giovanni Verga (1888 e 1889), e integra al tradizionale approccio letterario un’osservazione linguistico-stilistica e tipologico-testuale. A partire dal presupposto storico-critico che nel romanzo moderno lo spazio è il cardine della relazione tra sintassi, lessico d’autore, temi e contenuti, si è costruito e indagato un corpus di un centinaio di inserti descrittivi. Si sono raffrontate innanzitutto le soluzioni testuali adottate dall’autore nelle due edizioni del romanzo, e si è poi tentato di caratterizzare, in base a dati attendibili e oggettivi, le dinamiche di testualizzazione e di strutturazione dei fattori spaziali e paesistici nel Mastro-don Gesualdo. Confrontando le rare enunciazioni teoriche verghiane con il testo narrativo, si è potuto appurare come nella rappresentazione della realtà gesualdesca l’autore abbia ben presente il mandato zoliano di attagliare realisticamente le descrizioni alla caratterizzazione ambientale del personaggio, ma non rinunci a un descrittivismo liricheggiante e letterario. L’articolata gamma di strategie sintattico-stilistiche ed elocutive - dal livello minimo di allitterazioni e onomatopee al livello più elevato di anafore, similitudini, antitesi, metonimie - conferma il costante connubio tra grammatica e retorica come cifra stilistica dei capolavori veristi.
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COLOR LOCALE NELLA NELLA NARRATIVA REGIONALE ITALIANA DEL SECONDO OTTOCENTOBAITA, BRUNELLA 25 February 2016 (has links)
Il presente lavoro si propone di iniziare a configurare un quadro unitario e sistematico della narrativa postverghiana sia sul piano letterario sia sul piano linguistico <<per la connotazione ambivalente del verismo come scrittura artistica in cui ricerca tematica e stilistica si condizionano in un rapporto inestricabile>>. Alla ricerca delle tracce di un vero o presunto “color locale” si sono scandagliate oltre centocinquanta novelle (Nicola Misasi, “In magna Sila”; Salvatore Di Giacomo, “Novelle Napolitane”; Matilde Serao, “Dal vero”; Domenico Ciampoli, “Trecce nere”; Gabriele D'Annunzio, “Terra vergine”; Mario Pratesi, “In Provincia”; Emilio De Marchi, “Sotto gli alberi”; Remigio Zena, “Le anime semplici. Storie umili”) la cui lingua è stata misurata sia rispetto agli strumenti normativi coevi sia rispetto all’uso corrente, ricostruito attraverso i lavori di studiosi che hanno focalizzato la loro attenzione su aspetti diversi dell’italiano del XIX secolo: dalla lingua letteraria a quella giornalistica passando attraverso l’ambito colloquiale/famigliare che emerge dallo studio degli epistolari. L'introduzione letteraria che precede il quadro appena descritto propone un'analisi comparativa dei tratti caratterizzanti il verismo verghiano secondo la declinazione che ne offrono, nelle varie raccolte prese in analisi, gli autori coinvolti in questo studio. / Our work aims at building a unitary, systematic tableau of the Italian narrative after Verga. We have focused on literary and language aspects <<because of the double feature of Verismo as an artistic writing where the research of theme and style influence each other in a tangled relationship>>. Tracing a real or presumed 'local color', we have examined over one hundred and fifty short stories ( 'In magna Sila' by Nicola Misasi; 'Novelle Napolitane' by Salvatore Di Giacomo; 'Dal vero' by Matilde Serao; 'Trecce nere' by Domenico Ciampoli; 'Terra vergine' by Gabriele D'Annunzio; 'In Provincia' by Mario Pratesi; 'Sotto gli alberi' by Emilio De Marchi; 'Le anime semplici. Storie umili' by Remigio Zena). The language has been studied based on norms and everyday usage of those times. The latter has been shaped through the works of scholars who have analyzed different aspects of the Italian language from the 19th century, in literature, journalism, and also in more colloquial, familiar letters. The section about literature preceding the portrait pictured above offers a comparative survey of the specific traits of Verga's Verismo according to the variations made, in the already mentioned collections of short stories, by the authors involved in this research.
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