Spelling suggestions: "subject:"antibiótica""
1 |
Dinamiche di insediamento nella Sicilia orientale tardoantica e bizantina. Indagini archeologiche, topografiche e geografico-storiche applicate alla ricostruzione del palinsesto territoriale.Orofino, Giacomo Antonino <1979> 08 July 2009 (has links)
No description available.
|
2 |
Reciproche influenze tra geomorfologia e popolamento antico presso le piane di foce dei fiumi tirrenici. Il caso del Fiume Garigliano / Environment and settlements near the Tyrrhenian river mouths. The Garigliano riverFerrari, Kevin <1981> 04 July 2012 (has links)
La Piana di foce del Garigliano (al confine tra Lazio e Campania) è caratterizzata, fino ad epoche recenti, dalla presenza di aree palustri e umide.
Lo studio in corso cerca di ricostruire l’evoluzione dell’ambiente costiero mettendolo in relazione alla presenza dell’uomo, alla gestione del territorio, alle vicende storiche e alle variazioni climatiche utilizzando molteplici metodologie tipiche della geoarcheologia. Si tratta di un approccio multidisciplinare che cerca di mettere insieme analisi tipiche dell’archeologia, della topografia antica, della geomorfologia, della geologia e della paleobotanica.
Fino all’età del Ferro l’unica traccia di popolamento viene da Monte d’Argento, uno sperone roccioso isolato lungo la costa, posto al limite occidentale di un ambiente sottostante che sembra una palude chiusa e isolata da apporti sedimentari esterni.
Con il passaggio all’età del ferro si verifica un mutamento ambientale con la fine della grande palude e la formazione di una piccola laguna parzialmente comunicante con il mare.
L’arrivo dei romani alla fine del III secolo a.C. segna la scomparsa dei grandi centri degli Aurunci e la deduzione di tre colonie (Sessa Aurunca, Sinuessa, Minturno). Le attività di sistemazione territoriale non riguardarono però le aree umide costiere, che non vennero bonificate o utilizzate per scopi agricoli, ma mantennero la loro natura di piccoli laghi costieri. Quest’epoca è dunque caratterizzata da una diffusione capillare di insediamenti, basati su piccole fattorie o installazioni legate allo sfruttamento agricolo.
Poche sono le aree archeologiche che hanno restituito materiali successivi al II-III secolo d.C. La città resta comunque abitata fino al VI-VII secolo, quando l’instabilità politica e l’impaludamento dovettero rendere la zona non troppo sicura favorendo uno spostamento verso le zone collinari.
Un insediamento medievale è attestato solo a Monte d’Argento e una frequentazione saracena dell’inizio del IX secolo è riportata dalle fonti letterarie, ma non vi è ancora nessuna documentazione archeologica. / The Garigliano plain (between Lazio and Campania) is characterized still recent times by an alternation of swamps or wet zones and well drained areas due to the presence of old beach ridges. The settlement system and the economy of the region were influenced by these natural conditions. Toponyms, cartography and aerial photos show all the signs of these typical coastal facies.
This research wants to reconstruct the evolution of the coastal landscape and to study the relationship between the human presence, the organization of the territory, the historical events and the climatic changes thanks to the geoarchaeological methodologies.
Before the Iron Age there is only one settlement on the top of Monte D’Argento, that is a little rocky promontory near the coastline. At the foot of this little hill there was a big swamp attested by a level of peats that was changing into a little lagoon communicating with the sea. This change terminated with the beginning of the Iron Age and contemporary a new settlements system started.
The Roman control of the region started at the end of IVth century b.C. with the deduction of 3 colonies (Sessa Aurunca, Sinuessa, Minturno), and the centuriation of the territory. In this period there is a great number of archaeological areas that shows a widely spread population. Minturnae was located on the top of the most ancient beach ridge, from where it was possible to control an important crossing point on the river.
After the IInd-IIIrd century A.D. there are few zones with pottery or archaeological sites and we can infer that a crisis of the settlement system was in act. The town was inhabitated till the end of the VIth or the beginning of the VIIth century A.D., then the population moved to the nearest hills.
|
3 |
Paolo, Mosè e l'alleanza non revocata in 2 Cor 3,1-4,6 / Paul, Moses and the Non-Revoked Covenant in 2 Cor 3,1-4,6CASELLA, GIOIETTA 10 April 2008 (has links)
Paolo, Mosè e l'Alleanza non revocata in 2 Cor 3,1-4,6
La pericope di 2 Cor 3,1-4,6 appartiene a uno scritto denso e problematico. Nel quadro più ampio del confronto con gli “oppositori”, il testo esaminato dimostra la fedeltà di Paolo alle sue radici, che sono fondate nell'Israele della promessa e della berît stabilita per sempre, “nuova” perché rinnovata e alla quale è stato tolto il velo che copriva il volto di Mosè. Dimostra anche il suo ininterrotto dialogare con la Scrittura. L'Apostolo riconosce nel volto del Cristo - quel volto che ha trasfigurato la sua vita e lo ha definitivamente conquistato - la vera immagine di Dio. Al Figlio di Dio crocifisso e risorto Paolo ha affidato la sua causa: la sua parrhs…a non è soffocata dalle tribolazioni che sembrano minacciare la sua stessa vita. Proprio nelle sofferenze con le quali segue la crescita dell'™kklhs…a, l'Apostolo realizza la configurazione a Colui che gli si è manifestato e al suo eÙaggšlion. Il linguaggio di questi versetti riflette il vissuto dinamico della giovane chiesa di Corinto, chiamata a proteggere la koinwn…a e a rafforzarsi nell'¢g£ph, senza lasciarsi avvincere dalle lusinghe di chi intende separarla dal suo ministro (di£konoj-doàloj), Paolo. / Paul, Moses and the non-revoked Covenant in 2 Cor 3,1-4,6
The pericope of 2 Cor 3,1-4,6 belongs to a dense and perplexing writing. In the wider frame of the confrontation with the “opponents”, the text examined shows Paul's faithfulness to his roots, which are put down in the Israel of the promise and of the berît settled forever, which is “new” because renewed and set free from the veil which covered Moses' face. It also shows Paul's uninterrupted dialogue with Scripture. The Apostle recognizes in Christ's face - the face that transfigured his life and definitively gained him - God's true image. Paul has relied on the crucified and risen Son of God; so his parrhs…a is not stifled by the tribulations that seem to threaten his own life. Right in the sufferings in which he follows the growing of the ™kklhs…a, the Apostle assumes the shape of Who that revealed himself to him and of his eÙaggšlion. The language of these verses mirrors the dynamic background of the Corinthian church, called to shield the koinwn…a and to get stronger in the ¢g£ph, without being won over by the flattery of those who try to divide her from her minister (di£konoj-doàloj), Paul.
|
4 |
Vtrum equus albus sit equus annon, sive Graeco-Indo-Sinicae Philosophiae perscrutatioBellido Morillas, Josè Maria <1981> 30 March 2007 (has links)
No description available.
|
5 |
Prosopopea ed esegesi prosopologica in Origene: un confronto col mondo classicoVillani, Andrea <1980> 22 July 2008 (has links)
No description available.
|
6 |
ARCHE LOGOU: Sui proemi platonici e il loro significato filosoficoCapuccino, Carlotta <1976> 09 September 2010 (has links)
No description available.
|
7 |
L'Oikeiosis degli Stoici: Una lettura evolutivaPiatesi, Andrea <1980> 09 September 2010 (has links)
La ‘dottrina stoica dell’oikeiosis’ viene comunemente rappresentata come una teoria unitaria – una dottrina, appunto – che farebbe derivare l’oikeiosis sociale (in latino, communis hominum inter homines commendatio) da quella riflessiva o personale. Tale derivazione solleva però numerosi interrogativi e sarà fatta oggetto di una valutazione critica nella seconda parte del presente lavoro (corrisponde ai capitoli secondo e terzo). Nel primo capitolo, in mancanza di una definizione concettuale di oikeiosis, cercheremo di stabilire il significato dell’espressione complessa oikeiosis pros heautó. Si noti che il termine ‘oikeiosis’ non è un neologismo stoico; gli Stoici, però, nell’adottarlo come termine tecnico, ne modificano la sintassi e quindi il significato. Per apprezzare la portata di tale cambiamento è necessario procedere a un esame preliminare delle occorrenze non filosofiche più significative, sia del nome ‘oikeiosis’ sia della forma verbale corrispondente.
|
8 |
Lexis paidike. L'infanzia in Origene / Lexis paidike. Childhood in Origen of AlexandriaBarilli, Chiara <1983> 10 April 2012 (has links)
La tesi considera la trattazione del tema dell’infanzia nell’opera di Origene di Alessandria attraverso l’analisi dei testi trasmessi nell’originale greco e delle traduzioni latine di Rufino e Gerolamo.
Il motivo dell’infanzia è considerato nei suoi molteplici significati, a più livelli: esegetico, antropologico, filosofico, teologico. La ricerca non si limita dunque ad un’analisi di taglio storico, ma ambisce a definire la concezione e la considerazione della prima età dal punto di vista di Origene e nel contesto più ampio della letteratura coeva.
Attraverso una lettura estensiva del corpus dell’Alessandrino sono stati isolati tutti i passi che si riferiscono all’infanzia a livello letterale e metaforico. Ne emerge una trattazione complessa del tema: il bambino è per Origene, in linea con le contemporanee dottrine filosofiche, un essere eminentemente irrazionale. Il pieno sviluppo della facoltà razionale si colloca al termine di questa prima fase dell’esistenza. L’irrazionalità infantile previene nei più piccoli l’insorgere delle passioni. A questa dottrina, di matrice stoica, si ricollegano alcuni sviluppi di grande rilievo: la non-imputabilità dei minori ed il legame tra razionalità e responsabilità individuale; la riflessione sulla sofferenza dei bambini e la ricerca di una sua causa, che non intacchi il principio della giustizia divina; l’ipotesi della preesistenza delle anime. Sul piano teologico la ricerca si focalizza sulle nozioni di paternità e filiazione e sul tema, centrale nell’orizzonte origeniano, della pedagogia. Origene concepisce la pedagogia umana, sul modello di quella divina, come una rete dinamica di relazioni che ricalca i rapporti parentali. A fianco di questi ambiti d’interesse principali l’analisi considera aspetti ulteriori: risalto è concesso, in particolare, all’elemento biografico ed all’aspetto linguistico e letterario della prosa origeniana, quest'ultimo spesso trascurato dalla critica. Lo studio mostra inoltre la vitalità di alcuni modelli esegetici origeniani nella tradizione successiva. / The dissertation considers the theme of childhood in the oeuvre of Origen of Alexandria through the analysis of the extant Greek works as well as of the Latin translations of Rufinus and Jerome.
The research aims at providing a full description of Origen’s conception of childhood in the larger context of his anthropology, philosophy and theology.
Along with the most common philosophical doctrines of his time, the Alexandrian considers children to be irrational human beings.
Following the Stoic identification of passions with bad judgements, the author explains children’s freedom from affections as a result of their not yet fully developed rational faculty: this interpretation allows him to justify children’s exemplarity in the Gospels. The theory is linked with other important elements of Origen’s thought: the association of rationality and individual responsibility, the reflexion on children’s suffering and the need to clear its causes, thus preserving divine justice; the hypothesis of the pre-existence of souls.
On a theological level, the present research focuses on the notions of paternity and filiation and on
Origen’s conception of pedagogy. Paternity and education converge: shaping human pedagogy on the model of divine education, Origen conceives it as a net of dynamic relations close to the relationship between father and son.
Beside these major themes, the research considers other aspects: great emphasis is given to the prose of Origen and to its features, which have almost been neglected by scholars. The textual analysis of many passages linked with the theme of childhood has allowed a deeper knowledge of the Alexandrian’s linguistic creativity, expressed in the coinage of new words, in the choice of unusual expressions as well as in his use of a variety of registers.
Moreover, the study attempts to show the vitality of some exegetical schemas of Origen in the Christian tradition.
|
9 |
Die Nekropolen von Ostia : Untersuchungen zu den Gräberstraßen vor der Porta Romana und an der Via Laurentina /Heinzelmann, Michael. Martin, Archer, Coletti, Caterina. January 2000 (has links)
Texte remanié de: Diss.--München--Ludwig-Maximilians-Universität, 1996. / Bibliogr. p. 353-354.
|
10 |
I presocratici nelle EnneadiGuidara, Giulia January 2017 (has links)
Studio delle fonti di tutti i riferimenti ai presocratici contenuti nelle Enneadi.
|
Page generated in 0.0582 seconds