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Geobotanical study of Wadi Arabi and Wadi Rum deserts in South West Jordan

Nawash, Oraib January 2006 (has links)
Zugl.: Hohenheim, Univ., Diss., 2006
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LA QUESTIONE MORALE IN ‘ABID AL‐JĀBIRĪ / Jabri’s theory of moral philosophy

MINETTI, STEFANO 11 April 2011 (has links)
La tesi illustra il pensiero del filosofo marocchino contemporaneo M.A. al-Jābirī (al-Jabri), uno dei principali filosofi arabi del XX secolo. Dopo una breve introduzione, la tesi illustra la struttura teoretica del pensiero di Jabiri e, dopo averlo contestualizzato nel panorama della filosofia araba contemporanea, si concentra sulla questione morale, illustrando come il pensatore marocchino ritenga si sia evoluta la filosofia morale in ambito arabo islamico. L’analisi si caratterizza per un approccio storico-filologico, benché i contributi teoretici elaborati da Jabri non siano trascurabili. Segue un ultimo capitolo che mette in evidenza alcune delle critiche mossegli – in particolare da un autore arabo, George Tarabishi, e da uno studioso italiano, Massimo Campanini – rispetto alla visione di Jabri. La tesi si conclude con alcune riflessioni personali del redattore di tesi. / The thesis illustrates the thinking of contemporary Moroccan philosopher M.A. al- Jābirī (al-Jabri), a major Arab philosopher of the twentieth century. After a brief introduction, the thesis presents the theoretical structure of his thought. Then it contextualizes Jabri’s thought in the framework of contemporary Arab philosophy. The second chapter focuses on Jabri’s theory of moral philosophy, illustrating how the Moroccan thinker considers the developing of moral philosophy through the ages in the Arab Islamic context. The analysis is characterized by a philological-historical approach, although theoretical contributions developed by Jabri are not negligible. A final chapter follows to highlight some of the criticisms made against him - in particular by an Arab author, George Tarabishi, and an Italian scholar Massimo Campanini - compared to the vision of Jabri. The thesis concludes with some personal reflections of the editor.
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Un canone per il teatro arabo. Una lettura de Qālabu-nā al-masraḥī di Tawfīq al-Ḥakīm

PUGLIESI, GIROLAMO GIUSEPPE MARIA 19 April 2010 (has links)
Un'analisi della teoria teatrale di Tawfīq al-Ḥakīm a partire dal suo Qālabu-nā l-masraḥī. Lo studio intende dimostrare come in tutta l’opera di Tawfīq al-Ḥakīm sia presente, seppure in modalità diverse, una teleologia performativa della scrittura teatrale. / An analysis of Tawfiq al-Hakim's theatrical theory in the light of his Qālabu-nā al-masraḥī. The study aims at showing how in Tawfīq al-Ḥakīm's whole work is present, although in different ways, a performative teleology of playwriting.
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PAROLE PROFETICHE, PAROLE DI DIO: UN'ANALISI DELLE STORIE E DEI DISCORDI DEI PROFETI NEL CORANO / PROPHETIC WORDS, GOD'S WORDS. AN ANALYSIS OF THE STORIES ANDSPEECHES OF THE PROPHETS IN THE QUR'AN

CUCINIELLO, ANTONIO 04 April 2016 (has links)
La tesi ha come oggetto la questione dei profeti e della loro lingua nel testo coranico, conducendo un esame sistematico delle narrazioni e dei discorsi profetici, durante tutto il corso della storia, a partire da Adamo, con l’intento di introdurre una lettura simmetrica delle storie tra episodi e lingua usata. L’accento è stato posto sugli aspetti filologici, concentrando l’analisi sulla versione araba del Corano, al fine di cercare di delineare profili personali e allo stesso tempo tentare di contrastare un approccio che sostiene che tutti gli inviati coranici abbiano solo una funzione strumentale alla missione di Muhammad. / The object of the dissertation is the study of the prophets and their language in the Qur’anic text, by carrying out a systematic examination of the Qur’anic narratives of the prophets and their speeches, throughout the whole course of history, starting from Adam, with the intent to introduce a symmetrical reading of the stories between incidents and the specific language. Emphasis has been put on the philological aspects, by concentrating the analysis on the Arabic version of the Qur’an, in order to try to design personal profiles and, at the same time, to attempt to counter an approach that claims to see all the Qur’anic envoys only in their instrumental function in the mission of Muhammad.
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LA SCUOLA NELLA COMUNITA'. LA SCUOLA ARABO-LIBICA IN ITALIA COME VEICOLO DI INTEGRAZIONE CULTURALE

BUSEDRA, SULIMAN 29 May 2018 (has links)
Il tema più generale dell`insegnamento scolastico in Libia, dal colonialismo italiano del 1911, fino il 1934, l’autorità italiana in Libia ha permesso l’accesso alla scuola solo per i maschi, usando la lingua araba e la lingua italiana per l’insegnamento. Nel 24.12.1951, la Libia ha avuto la suo indipendenza, il nuovo governo libico ha messo le prime basi di un sistema educativo completo che potesse formare una classe dirigente nazionale qualificata per gestire lo stato. I programmi e i metodi di insegnamento, con l’obbligo di studio per tutti fino alla terza media, si possono constatare i cambiamenti culturali e politici della Libia. Nel 1969, la rivoluzione libica, ha portato più impegno verso lo sviluppo dell’educazione per combattere l’analfabetismo, inoltre ha dato la possibilità agli studenti di avere borse di studio all’estero. Con la difficoltà di trovare testi e materiale, a causa del caos e la drammatica situazione che stava passando la Libia dopo la rivolta del 17.02.2011, si sono dovuti attuare dei cambiamenti nei programmi scolastici a causa della scarsità di fornitura dei libri in quasi tutto il paese. Infatti per sopperire a queste mancanze, si sono dovute attuare nuove riforme per conformare gli edifici scolastici danneggiati dalla guerra. I ritardi nei restauri degli edifici, i problemi della mancanza dei libri scolastici, tutto questo ha messo l`istruzione davanti a sfide che i due governi ancora oggi sono incapaci di affrontare. A causa dell`aumento della comunità libica residente all`estero, il governo libico decise di aprire delle scuole arabo - libiche in paesi stranieri, in Italia sono due, situate rispettivamente a Roma e Milano, che seguissero gli ufficiali programmi educativi libici. In queste scuole vennero accettati anche studenti di altri paesi arabi. / The most general theme of school education in Libya, from Italian colonialism in 1911, until 1934, the Italian authority in Libya allowed access to the school only for males, using the Arabic language and the Italian language for teaching. On 24.12.1951, Libya had its independence, the new Libyan government laid the foundations of a complete educational system that could form a qualified national leadership to manage the state. The programs and methods of teaching, with the obligation to study for everyone up to the third year of middle school, can be seen in the cultural and political changes in Libya. In 1969, the Libyan revolution brought more commitment to the development of education to combat illiteracy, and also gave the opportunity for students to have scholarships abroad. With the difficulty of finding texts and material, due to the chaos and the dramatic situation that Libya was going through after the revolt of 17.02.2011, changes had to be made in school programs due to the scarcity of supply of books in almost the whole country. In fact, to make up for these shortcomings, new reforms have had to be implemented to conform the school buildings damaged by the war. The delays in the restoration of buildings, the problems of the lack of school books, all this has put education in front of challenges that the two governments are still unable to deal with today. Due to the rise of the Libyan community resident abroad, the Libyan government decided to open Arab-Libyan schools in foreign countries, in Italy there are two, located respectively in Rome and Milan, that followed the official Libyan educational programs. In these schools were also accepted students from other Arab countries.
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LE NUOVE CITTADINE ED IL CONSUMO DI NOTIZIE: UN'INDAGINE SU PARTECIPAZIONE, APPARTENENZE E TRASMISSIONE CULTURALE DELLE GIOVANI DI ORIGINE ARABA A MILANO / New citizens and news consumption: a research about participation, belonging and cultural transmission of young women of Arab origin in Milan

AIANI, MARINA 20 February 2015 (has links)
Sebbene la presenza dei figli degli migranti stia assumendo sempre maggior rilievo anche in Italia la ricerca ha posto poca attenzione alle loro scelte di consumo mediale e all’appropriazione dei media come risorse sociali ed ambientali. La tesi si focalizza sul caso delle giovani donne di origine araba per indagare il ruolo giocato dal consumo di notizie nella cornice più complessa dei processi di negoziazione di identità. Un focus è riservato alle tre dimensioni di appartenenze, partecipazione e trasmissione culturale tra generazioni – in relazione alle madri e ai coetanei. Un’indagine, a livello più “macro”, indaga le possibili implicazioni per il dialogo interculturale. Attraverso la raccolta di quarantotto storie di vita un primo livello di analisi diacronico indaga presenza e intensità del consumo di news nelle fasi della vita per comprendere se possa rappresentare un rito di passaggio all’età adulta, mentre una seconda pista cerca di comprendere come esso si leghi alla questione del sentirsi “cittadini”, in termini di riconoscimento, appartenenza e per scoprire se il consumo di news possa diventare una risorsa per essere soggetti attivi nella sfera pubblica. Tutte le giovani donne di origine araba vivono a Milano, hanno tra i diciotto e i trentadue anni e differiscono per le variabili di 1) nascita o arrivo in Italia dopo i 6 anni; 2) attivismo e 3) religiosità (musulmane, copte ortodosse, atee). / Although the presence of migrants’ sons and daughters is gaining more and more importance also in Italy, the research have not given special attention to their choices concerning media consumption and to the appropriation of the media as social and environmental resources. This thesis is focused on the case of young women of Arab origin in order to investigate the intersections between news consumption and the negotiation of the social identity. A first focus is on three dimensions: participation, belonging and cultural transmission – in comparison with mothers and peers. A second “macro” level of the research investigates the implications as regard to intercultural dialogue. Through the collection of forty-eight life histories, a first level of diachronic analysis investigates the presence and the intensity of news consumption in different stages in order to understand if it could be a rite of passage to the adulthood, while a second track tries to understand how this is connected to the feeling of being “citizens”, in terms of identification, belonging and to investigate if news consumption may be a resource to be active citizens in the public sphere. All young women of Arab origin live in Milan, they are between eighteen and thirty-two years old, and differ in variables 1) they were born or arrived in Italy since they were 6 years old, 2) activism and 3) religion (Muslims, Coptic Orthodox or atheists).

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