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Tecniche digitali per il rilievo, la modellazione tridimensionale e la rappresentazione nel campo dei beni culturaliGirelli, Valentina Alena <1976> 24 July 2007 (has links)
Le soluzioni tecnologiche rese oggi disponibili dalle discipline della moderna Geomatica, offrono opportunità di grande interesse per il rilevamento nel settore dei Beni Culturali, sia per quanto riguarda il momento primario del rilievo, cioè la fase di acquisizione del dato metrico, sia per quanto concerne la questione della rappresentazione per oggetti di interesse archeologico, artistico, architettonico. Lo studio oggetto della presente tesi si propone, sulla base di numerose esperienze maturate nel corso del Dottorato dal Laboratorio di Topografia e Fotogrammetria del DISTART, di affrontare e approfondire le problematiche connesse all’utilizzo della fotogrammetria digitale e del laser a scansione terrestre per applicazioni nell’ambito dei Beni Culturali. La ricerca condotta è prettamente applicata, quindi è stata primaria l’esigenza di avere a disposizione reali casi di studio su cui sperimentare le tecniche di interesse; è però importante sottolineare che questo è un campo in cui ogni esperienza presenta proprie caratteristiche e peculiarità che la rendono interessante e difficilmente descrivibile con schemi convenzionali e metodologie standardizzate, quindi le problematiche emerse hanno di volta in volta indirizzato e spinto la ricerca all’approfondimento di certi aspetti piuttosto che altri. A tal proposito è stato evidenziato dalle esperienze effettuate che il campo dei Beni Culturali è forse il più emblematico delle potenzialità rese oggi disponibili dalle moderne tecnologie della Geomatica, e soprattutto dalle possibilità offerte da un approccio integrato e multi – disciplinare di tecniche e tecnologie diverse; per questo nell’Introduzione si è voluto sottolineare questo aspetto, descrivendo l’approccio metodologico adottato in molti lavori in contesto archeologico, che include generalmente diverse tecniche integrate tra loro allo scopo di realizzare in modo veloce e rigoroso un rilievo multi – scala che parte dal territorio, passa attraverso l’area del sito archeologico e degli scavi, ed arriva fino al singolo reperto; questo approccio è caratterizzato dall’avere tutti i dati e risultati in un unico e ben definito sistema di riferimento. In questa chiave di lettura l’attenzione si è poi focalizzata sulle due tecniche che rivestono oggi nel settore in esame il maggiore interesse, cioè
fotogrammetria digitale e laser a scansione terrestre. La struttura della tesi segue le fasi classiche del processo che a partire dal rilievo porta alla generazione dei prodotti di rappresentazione; i primi due capitoli, incentrati sull’acquisizione del dato metrico, riguardano quindi da un lato le caratteristiche delle immagini e dei sensori digitali, dall’altro le diverse tipologie di sistemi laser con le corrispondenti specifiche tecniche; sempre nei primi capitoli vengono descritte le caratteristiche metodologiche e tecnico – operative e le relative problematiche delle due tipologie di rilievo. Segue un capitolo sulle procedure di calibrazione delle camere digitali non professionali, imperniato sull’utilizzo di software diversi, commerciali e sviluppati in house per questo scopo, prestando attenzione anche agli strumenti che essi offrono in termini di risultati ottenibili e di controllo statistico sugli stessi. La parte finale della tesi è dedicata al problema della rappresentazione, con l’obiettivo di presentare un quadro generale delle possibilità offerte dalle moderne tecnologie: raddrizzamenti, ortofoto, ortofoto di precisione e infine modelli tridimensionali foto – realistici, generati a partire sia da dati fotogrammetrici sia da dati laser.
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Dettaglio e qualità nella recente evoluzione delle tecniche costruttiveMoretti, Federica <1975> 06 July 2007 (has links)
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Avventure urbanistiche e architettoniche dell'Eni di Enrico Mattei (1953-1962): tra progetto e strategia aziendaleDeschermeier, Dorothea <1976> 30 May 2007 (has links)
No description available.
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Asset management of wastewater networksUgarelli, Rita Maria <1973> 20 May 2008 (has links)
Asset Management (AM) is a set of procedures operable at the strategic-tacticaloperational
level, for the management of the physical asset’s performance, associated
risks and costs within its whole life-cycle. AM combines the engineering, managerial and
informatics points of view. In addition to internal drivers, AM is driven by the demands of
customers (social pull) and regulators (environmental mandates and economic
considerations). AM can follow either a top-down or a bottom-up approach.
Considering rehabilitation planning at the bottom-up level, the main issue would be to
rehabilitate the right pipe at the right time with the right technique. Finding the right pipe
may be possible and practicable, but determining the timeliness of the rehabilitation and
the choice of the techniques adopted to rehabilitate is a bit abstruse. It is a truism that
rehabilitating an asset too early is unwise, just as doing it late may have entailed extra
expenses en route, in addition to the cost of the exercise of rehabilitation per se. One is
confronted with a typical ‘Hamlet-isque dilemma’ – ‘to repair or not to repair’; or put in
another way, ‘to replace or not to replace’. The decision in this case is governed by three
factors, not necessarily interrelated – quality of customer service, costs and budget in the
life cycle of the asset in question.
The goal of replacement planning is to find the juncture in the asset’s life cycle where the
cost of replacement is balanced by the rising maintenance costs and the declining level of
service. System maintenance aims at improving performance and maintaining the asset
in good working condition for as long as possible. Effective planning is used to target
maintenance activities to meet these goals and minimize costly exigencies.
The main objective of this dissertation is to develop a process-model for asset
replacement planning. The aim of the model is to determine the optimal pipe replacement
year by comparing, temporally, the annual operating and maintenance costs of the
existing asset and the annuity of the investment in a new equivalent pipe, at the best
market price. It is proposed that risk cost provide an appropriate framework to decide the
balance between investment for replacing or operational expenditures for maintaining an
asset.
The model describes a practical approach to estimate when an asset should be replaced.
A comprehensive list of criteria to be considered is outlined, the main criteria being a visà-
vis between maintenance and replacement expenditures. The costs to maintain the
assets should be described by a cost function related to the asset type, the risks to the
safety of people and property owing to declining condition of asset, and the predicted
frequency of failures. The cost functions reflect the condition of the existing asset at the
time the decision to maintain or replace is taken: age, level of deterioration, risk of failure.
The process model is applied in the wastewater network of Oslo, the capital city of
Norway, and uses available real-world information to forecast life-cycle costs of
maintenance and rehabilitation strategies and support infrastructure management
decisions. The case study provides an insight into the various definitions of ‘asset lifetime’
– service life, economic life and physical life. The results recommend that one common
value for lifetime should not be applied to the all the pipelines in the stock for investment
planning in the long-term period; rather it would be wiser to define different values for
different cohorts of pipelines to reduce the uncertainties associated with generalisations
for simplification.
It is envisaged that more criteria the municipality is able to include, to estimate
maintenance costs for the existing assets, the more precise will the estimation of the
expected service life be. The ability to include social costs enables to compute the asset
life, not only based on its physical characterisation, but also on the sensitivity of network
areas to social impact of failures.
The type of economic analysis is very sensitive to model parameters that are difficult to
determine accurately. The main value of this approach is the effort to demonstrate that it
is possible to include, in decision-making, factors as the cost of the risk associated with a
decline in level of performance, the level of this deterioration and the asset’s depreciation
rate, without looking at age as the sole criterion for making decisions regarding
replacements.
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Campo di moto, trasporto solido e morfologia fluviale in alveo alluvionale: misure di campo con strumentazione acustica e modellazioni numeriche quasi 3DGuerrero, Massimo <1972> 20 May 2008 (has links)
No description available.
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La gestione aziendale del servizio idrico integrato: dal modello organizzativo alla valutazione della performanceForastieri, Gianluca <1970> 20 May 2008 (has links)
No description available.
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Paesaggio urbano e patrimonio architettonico. Le aree centrali delle città argentine di media dimensione: il caso di Santa Fé / Ciudad y patrimonio. Intervenciones técnicas y representaciones culturales en la construcciόn urbana de las areas centrales argentinas. El caso Santa FeTarchini, Maria Laura <1978> 23 May 2008 (has links)
No description available.
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Evoluzione del progetto casa: un modello di rappresentazioneAngelillo, Donato Ricciotti <1973> 23 May 2008 (has links)
Il tema della casa, e più in generale dell’abitare, è argomento tornato al centro del dibattito sociale più di quanto non sia avvenuto in campo tecnico‐architettonico. Sono infatti abbastanza evidenti i limiti delle proposte che nel recente passato sono state, di norma, elaborate nelle nostre città, proposte molto spesso incapaci di tener conto delle molteplici dimensioni che l’evoluzione dei costumi e della struttura urbana e sociale ha indotto anche nella sfera della residenza e che sono legate a mutate condizioni lavorative, alla diversità di cultura e di religione di nuovi gruppi etnici insediati, alla struttura dei nuclei familiari (ove ancora esistano) ed a molti altri fattori; cambiate le esigenze, un tempo composte nella struttura della famiglia, sono cambiati desideri e richieste mentre l’apparato normativo è rimasto strutturato su modelli sociali ed economici superati.
Il tema dunque assume, oggi più che mai, connotazioni con forti relazioni fra problematiche funzionali, tecnologiche e simboliche.
Stimolata da queste osservazioni generali, la ricerca si è mossa partendo da un’analisi di casi realizzati nel periodo storico in cui si è esaurita, in Italia, l’emergenza abitativa post‐bellica, nell’intento di riconsiderare l’approccio vitale che era stato messo in campo in quella drammatica circostanza, ma già consapevole che lo sviluppo che avrebbe poi avuto sarebbe stato molto più circoscritto. La tesi infatti, dopo aver osservato rapidamente la consistenza tipologica ed architettonica di quegli interventi, per trarne suggestioni capaci di suggerire un credibile e nuovo prototipo da indagare, attraverso un’analisi comparativa sugli strumenti oggi disponibili per la comunicazione e gestione del progetto, si è soffermata sulla potenzialità delle nuove tecnologie dell'informazione (IT). Non si può infatti non osservare che esse hanno modificato non solo il modo di vivere, di lavorare, di produrre documenti e di scambiare informazioni, ma anche quello di controllare il processo di progetto. Il fenomeno è tuttora in corso ma è del tutto evidente che anche l'attività progettuale, seppure in un settore quale è quello dell'industria edilizia, caratterizzato da una notevole inerzia al cambiamento e restio all'innovazione, grazie alle nuove tecnologie ha conosciuto profonde trasformazioni (già iniziate con l’avvento del CAD) che hanno accelerato il progressivo mutamento delle procedure di rappresentazione e documentazione digitale del progetto. Su questo tema quindi si è concentrata la ricerca e la sperimentazione, valutando che l'”archivio di progetto integrato”, (ovvero IPDB ‐ Integrated Project Database) è, probabilmente, destinato a sostituire il concetto di CAD (utilizzato fino ad ora per il settore edilizio ed inteso quale strumento di elaborazione digitale, principalmente grafica ma non solo).
Si è esplorata quindi, in una prima esperienza di progetto, la potenzialità e le caratteristiche del BIM (Building Information Model) per verificare se esso si dimostra realmente capace di formulare un archivio informativo, di sostegno al progetto per tutto il ciclo di vita del fabbricato, ed in grado di definirne il modello tridimensionale virtuale a partire dai suoi componenti ed a collezionare informazioni delle geometrie, delle caratteristiche fisiche dei materiali, della stima dei costi di costruzione, delle valutazioni sulle performance di materiali e componenti, delle scadenze manutentive, delle informazioni relative a contratti e procedure di appalto.
La ricerca analizza la strutturazione del progetto di un edificio residenziale e presenta una costruzione teorica di modello finalizzata alla comunicazione e gestione della pianificazione, aperta a tutti i soggetti coinvolti nel processo edilizio e basata sulle potenzialità dell’approccio parametrico.
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Dalla città alla casa, dalla casa alla città: la mutevole ricerca di un Piano per il ben-essere urbanoBravo, Luisa <1973> 23 May 2008 (has links)
La ricerca si propone di definire le linee guida per la stesura di un Piano che si occupi di qualità
della vita e di benessere. Il richiamo alla qualità e al benessere è positivamente innovativo, in
quanto impone agli organi decisionali di sintonizzarsi con la soggettività attiva dei cittadini e, contemporaneamente,
rende evidente la necessità di un approccio più ampio e trasversale al tema
della città e di una più stretta relazione dei tecnici/esperti con i responsabili degli organismi politicoamministrativi.
La ricerca vuole indagare i limiti dell’urbanistica moderna di fronte alla complessità di bisogni e di
nuove necessità espresse dalle popolazioni urbane contemporanee. La domanda dei servizi è notevolmente
cambiata rispetto a quella degli anni Sessanta, oltre che sul piano quantitativo anche e
soprattutto sul piano qualitativo, a causa degli intervenuti cambiamenti sociali che hanno trasformato
la città moderna non solo dal punto di vista strutturale ma anche dal punto di vista culturale:
l’intermittenza della cittadinanza, per cui le città sono sempre più vissute e godute da cittadini del
mondo (turisti e/o visitatori, temporaneamente presenti) e da cittadini diffusi (suburbani, provinciali,
metropolitani); la radicale trasformazione della struttura familiare, per cui la famiglia-tipo costituita
da una coppia con figli, solido riferimento per l’economia e la politica, è oggi minoritaria;
l’irregolarità e flessibilità dei calendari, delle agende e dei ritmi di vita della popolazione attiva; la
mobilità sociale, per cui gli individui hanno traiettorie di vita e pratiche quotidiane meno determinate
dalle loro origini sociali di quanto avveniva nel passato; l’elevazione del livello di istruzione e
quindi l’incremento della domanda di cultura; la crescita della popolazione anziana e la forte individualizzazione
sociale hanno generato una domanda di città espressa dalla gente estremamente
variegata ed eterogenea, frammentata e volatile, e per alcuni aspetti assolutamente nuova.
Accanto a vecchie e consolidate richieste – la città efficiente, funzionale, produttiva, accessibile a
tutti – sorgono nuove domande, ideali e bisogni che hanno come oggetto la bellezza, la varietà, la
fruibilità, la sicurezza, la capacità di stupire e divertire, la sostenibilità, la ricerca di nuove identità,
domande che esprimono il desiderio di vivere e di godere la città, di stare bene in città, domande
che non possono essere più soddisfatte attraverso un’idea di welfare semplicemente basata
sull’istruzione, la sanità, il sistema pensionistico e l’assistenza sociale. La città moderna ovvero
l’idea moderna della città, organizzata solo sui concetti di ordine, regolarità, pulizia, uguaglianza e
buon governo, è stata consegnata alla storia passata trasformandosi ora in qualcosa di assai diverso
che facciamo fatica a rappresentare, a descrivere, a raccontare.
La città contemporanea può essere rappresentata in molteplici modi, sia dal punto di vista urbanistico
che dal punto di vista sociale: nella letteratura recente è evidente la difficoltà di definire e di
racchiudere entro limiti certi l’oggetto “città” e la mancanza di un convincimento forte
nell’interpretazione delle trasformazioni politiche, economiche e sociali che hanno investito la società
e il mondo nel secolo scorso. La città contemporanea, al di là degli ambiti amministrativi, delle
espansioni territoriali e degli assetti urbanistici, delle infrastrutture, della tecnologia, del funzionalismo
e dei mercati globali, è anche luogo delle relazioni umane, rappresentazione dei rapporti tra
gli individui e dello spazio urbano in cui queste relazioni si muovono. La città è sia concentrazione fisica di persone e di edifici, ma anche varietà di usi e di gruppi, densità di rapporti sociali; è il luogo
in cui avvengono i processi di coesione o di esclusione sociale, luogo delle norme culturali che
regolano i comportamenti, dell’identità che si esprime materialmente e simbolicamente nello spazio
pubblico della vita cittadina.
Per studiare la città contemporanea è necessario utilizzare un approccio nuovo, fatto di contaminazioni
e saperi trasversali forniti da altre discipline, come la sociologia e le scienze umane, che
pure contribuiscono a costruire l’immagine comunemente percepita della città e del territorio, del
paesaggio e dell’ambiente.
La rappresentazione del sociale urbano varia in base all’idea di cosa è, in un dato momento storico
e in un dato contesto, una situazione di benessere delle persone. L’urbanistica moderna mirava al
massimo benessere del singolo e della collettività e a modellarsi sulle “effettive necessità delle
persone”: nei vecchi manuali di urbanistica compare come appendice al piano regolatore il “Piano
dei servizi”, che comprende i servizi distribuiti sul territorio circostante, una sorta di “piano regolatore
sociale”, per evitare quartieri separati per fasce di popolazione o per classi. Nella città contemporanea
la globalizzazione, le nuove forme di marginalizzazione e di esclusione, l’avvento della
cosiddetta “new economy”, la ridefinizione della base produttiva e del mercato del lavoro urbani
sono espressione di una complessità sociale che può essere definita sulla base delle transazioni e
gli scambi simbolici piuttosto che sui processi di industrializzazione e di modernizzazione verso cui
era orientata la città storica, definita moderna.
Tutto ciò costituisce quel complesso di questioni che attualmente viene definito “nuovo welfare”, in
contrapposizione a quello essenzialmente basato sull’istruzione, sulla sanità, sul sistema pensionistico
e sull’assistenza sociale.
La ricerca ha quindi analizzato gli strumenti tradizionali della pianificazione e programmazione territoriale,
nella loro dimensione operativa e istituzionale: la destinazione principale di tali strumenti
consiste nella classificazione e nella sistemazione dei servizi e dei contenitori urbanistici. E’ chiaro,
tuttavia, che per poter rispondere alla molteplice complessità di domande, bisogni e desideri espressi
dalla società contemporanea le dotazioni effettive per “fare città” devono necessariamente
superare i concetti di “standard” e di “zonizzazione”, che risultano essere troppo rigidi e quindi incapaci
di adattarsi all’evoluzione di una domanda crescente di qualità e di servizi e allo stesso
tempo inadeguati nella gestione del rapporto tra lo spazio domestico e lo spazio collettivo.
In questo senso è rilevante il rapporto tra le tipologie abitative e la morfologia urbana e quindi anche
l’ambiente intorno alla casa, che stabilisce il rapporto “dalla casa alla città”, perché è in questa
dualità che si definisce il rapporto tra spazi privati e spazi pubblici e si contestualizzano i temi della
strada, dei negozi, dei luoghi di incontro, degli accessi. Dopo la convergenza dalla scala urbana
alla scala edilizia si passa quindi dalla scala edilizia a quella urbana, dal momento che il criterio del
benessere attraversa le diverse scale dello spazio abitabile. Non solo, nei sistemi territoriali in cui
si è raggiunto un benessere diffuso ed un alto livello di sviluppo economico è emersa la consapevolezza
che il concetto stesso di benessere sia non più legato esclusivamente alla capacità di reddito
collettiva e/o individuale: oggi la qualità della vita si misura in termini di qualità ambientale e
sociale. Ecco dunque la necessità di uno strumento di conoscenza della città contemporanea, da
allegare al Piano, in cui vengano definiti i criteri da osservare nella progettazione dello spazio urbano
al fine di determinare la qualità e il benessere dell’ambiente costruito, inteso come benessere
generalizzato, nel suo significato di “qualità dello star bene”.
E’ evidente che per raggiungere tale livello di qualità e benessere è necessario provvedere al soddisfacimento
da una parte degli aspetti macroscopici del funzionamento sociale e del tenore di vita
attraverso gli indicatori di reddito, occupazione, povertà, criminalità, abitazione, istruzione, etc.;
dall’altra dei bisogni primari, elementari e di base, e di quelli secondari, culturali e quindi mutevoli,
trapassando dal welfare state allo star bene o well being personale, alla wellness in senso olistico,
tutte espressioni di un desiderio di bellezza mentale e fisica e di un nuovo rapporto del corpo con
l’ambiente, quindi manifestazione concreta di un’esigenza di ben-essere individuale e collettivo.
Ed è questa esigenza, nuova e difficile, che crea la diffusa sensazione dell’inizio di una nuova stagione
urbana, molto più di quanto facciano pensare le stesse modifiche fisiche della città. / The research aims to define guidelines for the preparation of a plan that deals with quality of life
and well-being. The reference to the quality and well-being is positively innovative, because imposes
to organs of the government to relate with the subjectivity of active citizens and, at the same
time, makes clear the need for a broader and transversal approach to the city and a more close relationship
of technicians/experts with the leaders of political and administrative bodies.
The research investigates the limits of modern town-planning theory in front of the complexity of
new needs expressed by contemporary urban populations. The demand for services has changed
significantly compared to that one of the Sixties, not only on the quantity but also and especially in
terms of quality, because of the social changes that have transformed the modern city, from the
point of view of the structure and the cultural request: the intermittent citizenship, so cities are increasingly
experienced and enjoyed by citizens of the world (tourists and/or visitors, temporarily
present) and popular citizens (suburban, provincial, metropolitan); radical transformation of the
family structure, so the family-type consisting of a couple with children, solid benchmark for the
economy and politics, is now minority; the irregularity and flexibility of calendars, diaries and
rhythms of life of the population active, and social mobility, so individuals have trajectories of life
and daily practices less determined by their social origins of what happened in the past; the elevation
of the level of education and thus the increase in demand for culture; the growth of elderly
population and the strong social individualism have generated a demand for the city expressed by
the people extremely varied and diverse, fragmented and volatile, and in some aspects quite new.
Close to old and consolidated requests - the city efficient, functional, productive, accessible to all -
there are new questions, ideals and needs such as beauty, variety, usability, security, the ability to
amaze and entertain, sustainability, the search for new identities, questions that express a desire
to live and enjoy the city, to fell good into the city, questions that can no longer be satisfied through
a welfare simply based on education, health, pension system and social security. The modern city
or the modern idea of the city, based only on the concepts of order, regularity, cleaning, equality
and good governance was handed over to the past history turning into something very different
hard to represent, describe, tell.
The contemporary city can be represented in many different ways, both on town-planning way and
social way: in the recent literature there is the obvious difficulty of defining and enclose within certain
limits the subject “city” and the lack of a strong belief in the interpretation of political, economic
and social transformations that have invested society and the world in the last century. The contemporary
city, beyond the administrative areas, territorial expansion and urban structures, infrastructure,
technology, functionalism and global markets, is also a place of human relations, representation
of the relationship between individuals and urban spaces where these relationship move.
The city is both physical concentration of people and buildings, but also variety of uses and
groups, it’s the place of dense social relations where processes of cohesion or social exclusion
occur, a place of cultural norms that govern behaviour and identity, expressed physically and
symbolically through public spaces of city life.
It’s necessary a new approach to study the contemporary city, made up of cross-contamination
and knowledge provided by other disciplines such as sociology and human sciences, which help
to build the image commonly known of the city and the territory, landscape and environment.
The representation of the urban social life varies according to what it is considered, in a specific
historic moment and in a given context, a situation of well-being. The modern town-planning aimed
at maximum level of well-being for individuals and communities, modelling on "real needs of people":
in the old urban systems manuals appears a "Plan of services” as an appendix to the master
plan, which includes services distributed on the surrounding areas, a sort of "social master plan" to
avoid neighborhoods separated by segments of population or classes. In the contemporary city
globalization, new forms of marginalization and exclusion, the advent of the so-called "new economy",
the re-definition of the production base and the labour market are urban expression of a social
complexity that can be defined trough transactions and symbolic exchanges, rather than
trough processes of industrialization and modernization towards which the historic city, adopted
modern, was oriented.
All of this questions are the expression of that complex of matters which are currently described as
"the new welfare", opposed to the one essentially based on education, on health, on the pension
system and on social assistances.
The research has therefore examined the traditional tools of town-planning and territorial programming
in their operational and institutional dimension: the main destination of these instruments
is the classification and accommodation of services and urban containers. It’s evident, however,
that in order to answer to the many questions of complexity, needs and desires expressed by contemporary
society the actual allocations to "make city" must necessarily overcome the concepts of
"standards" and "zoning" that are too rigid and unable to adapt to a growing demand for quality and
services and at the same time inadequate to manage the relationship between collective space
and domestic space.
In this sense it is important to consider the relationship between housing types and urban morphology
and hence the environment around the house, which establishes the relationship "from the
house to the city" because it is in this duality that it is possible to define the relationship between
private domestic spaces and public spaces and contextualize questions of roads, shops, meeting
places, accesses. After the convergence from the wide urban scale construction to the architectural
scale, the attention moves from the architectural scale to the scale of urban constructions,
since the criterion of well-being goes through the different scales of habitable space. Moreover, in
territorial systems with a widespread well-being and a high level of economic development there’s
an emerging awareness that the very concept of well-being is no longer linked only to the ability of
collective and/or individual income: today the quality of life is measured in terms of environmental
quality and social inclusion. Thus the need of an instrument of knowledge of the contemporary city
to be attached to the Plan, containing criteria to be observed in the design of urban spaces in order
to determine the quality and well-being, in the meaning of “quality of feeling good”, of urban
environment.
Obviously, to reach quality and well-being it is necessary to satisfy macroscopic aspects of social
functioning and living standards, through the indicators of income, employment, poverty, crime,
housing, education, etc., and also first needs, basic and elementary, and secondary, cultural and
changing, moving through the welfare state to a general feeling of well-being, to wellness in a holistic
sense, all expressions of a desire for mental and physical beauty and a new relationship of
the body with the environment, then real expression of a need for an individual and collective wellbeing.
And it is this need, new and difficult, which creates the widespread feeling of a starting new urban
season, much more than physical changes of the city could represent.
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Il Sistema Gateway nello sviluppo della rete del trasporto combinato in Europa: il caso del terminal di Verona Quadrante EuropaGrossato, Raffaella <1973> 15 May 2008 (has links)
Il trasporto intermodale ha acquisito un ruolo sempre più importante nello
scenario dei trasporti comunitari merci durante gli ultimi quindici anni. La sfida che si
era posta a inizi anni novanta in Europa consisteva nello sviluppo di una rete europea di
trasporto combinato strada-ferrovia. A questo fine è stata fondamentale la cooperazione
tra gli operatori del settore e le istituzioni (comunitarie e nazionali), nonché l’impulso
dato dalla liberalizzazione del trasporto ferroviario, che fortemente influenza il trasporto
combinato.
Questa tesi, in particolare, intende studiare il ruolo del Sistema Gateway come
strumento innovativo e di nuovo impulso per lo sviluppo della rete di trasporto
combinato strada-rotaia in ambito europeo. Grazie a questo sistema, le unità di carico,
dirette in una determinata regione, giungono ad un "Terminal Gateway", dove secondo
un sistema di tipo “hub-and-spoke” vengono trasbordate a mezzo gru su treni “Shuttle”
verso la destinazione finale. Tutto ciò avviene con operazioni fortemente automatizzate
e veloci con sensibile vantaggio in termini di tempo e costi.
La tesi parte da una descrizione del trasporto intermodale, facendo un focus
sugli aspetti strutturali, tecnici e organizzativi del trasporto combinato strada – rotaia e
del suo funzionamento. Passando attraverso l’analisi delle reti di trasporto merci in
Europa, nel secondo capitolo. Il terzo capitolo entra nel vivo della Tesi introducendo
l’oggetto dell’indagine: il Sistema Gateway nell’ambito dello sviluppo della rete
europea del traffico combinato strada-ferrovia.
Nella seconda parte della tesi è voluto studiare il Sistema Gateway con l’ausilio
dei metodi d’analisi che vengono applicati per la scelta fra progetti alternativi nel campo
della pianificazione dei trasporti, pertanto sono stati presi in rassegna e descritti i metodi più utilizzati: l’Analisi Benefici-Costi e l’Analisi Multicriteria. Nel caso applicativo è
stata utilizzata l’Analisi Benefici-Costi.
Infine nel capitolo sesto è stato presentato dettagliatamente il caso reale di
studio che riguarda il progetto per la trasformazione del terminal di Verona Quadrante
Europa in un terminal gateway.
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