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A Construction Grammar Analysis of the expression /on the one hand...on the other hand/

Holmberg, Mattias January 2008 (has links)
<p>The expression /on the one hand…on the other hand/ (OH1 OH2) is a fixed linguistic pattern which is used to emphasize the comparison between two possibly complex propositions (henceforth X and Y). The static syntactic form of the pattern and the specific semantic comparison it evokes are strong indicators that it is a construction of the type discussed in the analytical method Construction Grammar (henceforth CxG). Thus, the aim of this essay is to argue that the pattern OH1X OH2Y is a CxG construction with specific syntactic and semantic constraints, and at the same time to give a descriptive account of the features of the construction. The British National Corpus was used to get examples containing the pattern. The syntactic and semantic features of these examples were analysed and the results were compared with how the traditional descriptive grammarians account for the pattern.</p>
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A Construction Grammar Analysis of the expression /on the one hand...on the other hand/

Holmberg, Mattias January 2008 (has links)
The expression /on the one hand…on the other hand/ (OH1 OH2) is a fixed linguistic pattern which is used to emphasize the comparison between two possibly complex propositions (henceforth X and Y). The static syntactic form of the pattern and the specific semantic comparison it evokes are strong indicators that it is a construction of the type discussed in the analytical method Construction Grammar (henceforth CxG). Thus, the aim of this essay is to argue that the pattern OH1X OH2Y is a CxG construction with specific syntactic and semantic constraints, and at the same time to give a descriptive account of the features of the construction. The British National Corpus was used to get examples containing the pattern. The syntactic and semantic features of these examples were analysed and the results were compared with how the traditional descriptive grammarians account for the pattern.
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Boiardo lettore di Dante. Comunicazione letteraria e intertestualità a Ferrara nella loro dimensione storica

Cazzato, Matteo 29 May 2024 (has links)
La tesi si propone di indagare l’intertestualità dantesca nell’opera volgare di Matteo Maria Boiardo. Il fenomeno è già stato oggetto di studi – indirizzati soprattutto al poema cavalleresco, e in misura minore (specie negli ultimi anni) al canzoniere lirico – che si sono mossi però nell’alveo dell’impostazione strutturalista, con una considerazione della memoria poetica da un punto di vista formalista e tipologico. Questa corrente ha consentito sviluppi importanti negli studi filologici, ma porta a vedere il fatto letterario staccato dal suo contesto di riferimento. Se questo esito in Italia è stato arginato da una forte base storicista, va detto che gli studi sulle riprese poetiche hanno però vissuto una situazione particolare. Da una parte, infatti, lo strutturalismo fra anni ’60 e ’70 ha imposto anche in Italia, attraverso una serie di importanti lavori, il suo modo di trattare la questione, senza poi che il successivo approdo semiotico incidesse in maniera significativa. Dall’altra, la reazione di chi voleva agganciare il fenomeno al dato storico ha riportato il problema all’impostazione erudita della critica delle fonti, privilegiando la raccolta dati da mettere in relazione con le informazioni sulla storia della tradizione e della circolazione. L’obbiettivo di questa tesi è fare un passo avanti, nella convinzione che per lo studio di questi fenomeni di riuso sia la circolazione manoscritta che i dati testuali e formali vadano letti in una piena prospettiva semiotica: guardare ai fenomeni di tradizione e trasmissione testuale nell’ottica dei processi ricettivi, e considerare le scelte di memoria poetica come atti comunicativi, con un valore pragmatico. La ricerca ha l’intento di giungere ad una maggior comprensione del rapporto del dotto poeta umanistico con il modello dantesco, un’interpretazione più chiara delle strategie di riuso, determinate dal particolare modo di leggere la Commedia nel contesto specifico, e perciò attraverso un preciso filtro fra quelli disponibili al tempo. Accanto all’insieme di informazioni filologiche sulle attestazioni manoscritte nelle biblioteche del tempo, l’indagine qui condotta consente – anche da un punto di vista che potremmo definire attributivo – di indicare in Benvenuto da Imola l’esegeta di riferimento per Boiardo e il suo pubblico, proprio perché l’osservazione ravvicinata dei testi e dei loro legami fa emergere questa tradizione interpretativa come la più attiva nell’elaborazione boiardesca rivolta ai lettori. Il lavoro non ha preso le mosse da un afflato teorico, teso a riconcettualizzare l’intertestualità, ma da un intento di chiarificazione sui testi e alcuni loro aspetti che non sembravano però trovare una spiegazione soddisfacente all’interno del quadro metodologico diffuso. Il lavoro, allora, ha assunto poco alla volta anche una vena metodologica sorta dall’osservazione dei fenomeni in modo nuovo. E così, accanto all’indagine storico-letteraria, e in stretta relazione con essa, è stato possibile avanzare alcune proposte ermeneutiche sui meccanismi intertestuali in base alle dinamiche della comunicazione letteraria. E nelle pagine che seguono il percorso si articola attorno a nuclei diversi ma interconnessi: da una parte la riflessione generale a carattere semiotico sui fenomeni di memoria poetica, che vengono concettualizzati grazie agli apporti di discipline come la pragmatica; segue una ricognizione storica sulle modalità di lettura e ricezione del modello dantesco – e non solo – in base alla circolazione dei testi e dei loro apparati esegetici; si arriva poi al nucleo del lavoro con l’affondo diretto su opere e paratesti esegetici con le loro relazioni, che si instaurano all’interno del laboratorio d’autore e poi da lì arrivano al pubblico.

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