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La trasformazione eterogenea delle associazioni

LAUDONIO, ALDO 03 April 2009 (has links)
L’istituto della trasformazione è stato interessato da una profonda alterazione per opera della riforma del diritto societario del 2003, la quale ha espressamente ampliato il novero delle fattispecie trasformative realizzabili al fine di risolvere numerose difficoltà riscontrate nella prassi. Tuttavia, tra le altre, l’introduzione della trasformazione di associazioni ha portato con sé anche nuovi problemi, che si è cercato di risolvere tenendo in debita considerazione gli orientamenti dottrinari e giurisprudenziali ed i principi costituzionali in materia di associazionismo. Nell’ambito della ricerca si è proceduto a ricostruire la fisiologia del procedimento di trasformazione coordinando le scarne norme dettate in materia con altre previsioni codicistiche e leggi speciali. Si è in particolare concluso che le ipotesi di trasformazione elencate nell’art. 2500-octies c.c. non sono tassative, ma meramente esemplificative, e si è altresì proposta l’identificazione di alcuni limiti sistematici alla trasformabilità. Infine, ci si è occupati dello studio degli strumenti di tutela predisposti per i differenti interessi facenti capo ai soggetti coinvolti nella trasformazione, valutando contestualmente l’attitudine di quest’ultima a porsi come effettivo mezzo di risoluzione dei conflitti che si verificano nella transizione tra vari regimi giuridici dell’azione comune. / The operation of conversion has undergone a deep change through the corporate law reform of 2003, which broadened the group of allowed conversions with the aim to solve several difficulties noticed in the practice. However, the introduction of the conversion of associations also brought about new problems, that were attempted to be solved by taking into due consideration the opinions of the scholars, the courts’ rulings and the constitutional principles on associationism. In the course of the research, the physiology of the conversion procedure is reconstructed by coordinating its scanty rules with other provisions from the Civil Code and other acts. It has been concluded that the cases of conversion listed in the art. 2500-octies c.c. are not mandatory, but merely illustrative, and it has also been proposed the identification of some systematic limits to convertibility. In the end, there is a analysis of the protective measures set down for the different interests referred to the subjects involved in the conversion, while at the same time it has been evaluated the aptitude of this operation to be an effective mean of resolution of the conflicts that arise in the transition through various legal regimes of the joint activity.
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TRASFORMAZIONE TRANSFRONTALIERA E TUTELA DEL CAPITALE SOCIALE

PIN, MARTA 27 May 2020 (has links)
La tesi analizza in particolare un tema specifico relativo all’operazione di trasformazione transfrontaliera di società comunitarie ed extracomunitarie in società italiane. Il trasferimento della sede sociale di una società straniera in Italia con mutamento della forma giuridica implica il cambiamento della lex societatis applicabile alla società che, a seguito della trasformazione, è assoggettata all’ordinamento giuridico italiano. La questione più rilevante è quella relativa alla conformità alle condizioni richieste per il tipo sociale adottato, in particolare il rispetto del principio di effettività ed integrità del capitale sociale delle società di capitali. Per questa ragione gli artt. 2465 e 2343 c.c. richiedono a tal fine in sede di conferimenti di beni in natura da imputarsi a capitale sociale un’apposita documentazione volta a garantire ed attestare la copertura del capitale sociale. Parimenti ciò avviene nel caso di trasformazione interna in società di capitali ai sensi dell’art. 2500-ter c.c. La questione è quindi se e in quali casi possa essere richiesto il rispetto di predette norme in sede di trasformazione internazionale tra società di capitali e se ciò sia compatibile con i principi enunciati dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia. / The thesis focuses on a specific issue related to the cross-border conversion of companies from EU and non-EU countries into companies subject to the Italian law. The transfer of the seat of a foreign company in Italy with a cross border conversion changes the lex societatis of that company which is, after the conversion, subjected to the Italian legal system. The most important issue related to is the compliance with the conditions required for the legal form adopted, in particular compliance with the principles of effectiveness and integrity of the share capital. For this reason the rules written by the artt. 2343 and 2465 of the Civil Code require a specific documentation in order to safeguard and certify the formation of the share capital. Likewise, this happens in the case of conversion in a limited liability company pursuant to art. 2500-ter c.c. The question is therefore that relating to whether and in which cases the compliance with these rules is required in the context of cross-border conversion between limited liability companies and if this measure is compatible with the principles set out in the jurisprudence of the Court of Justice.
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La filosofia della nascita in María Zambrano

Moretti, Manuela Giorgia 24 February 2023 (has links)
Il presente lavoro intende approfondire il tema della nascita nella filosofia di María Zambrano, indagando le diverse possibilità aperte da una tale prospettiva. In contrasto con una pregressa tradizione filosofica che ha accordato un netto privilegio alla morte, la filosofa spagnola sposta infatti l’attenzione sull’evento natale, rimodulando così l’intero suo pensiero all’interno di un orizzonte che riconosce il tratto proprio dell’umano nel suo “essere-natale” piuttosto che nel suo “essere-mortale” In un pensiero, come quello che María Zambrano ci offre, sempre inscindibilmente legato all’esperienza, è a partire dalla sua intensa biografia che si è scelto di approcciare il tema della filosofia della nascita. Il punto di partenza del lavoro che qui viene presentato coincide così con l’istante in cui per la prima volta la filosofa apre gli occhi al mondo, quel reiterato incipit vita nova che scandisce tutto il suo pensiero. All’interno delle vicende che hanno segnato la sua travagliata esistenza, in queste pagine viene dato particolare rilievo alla sua esperienza della maternità, aspetto tralasciato dalla critica e qui considerato come non privo di importanti implicazioni filosofiche. Tornare con il pensiero alla morte, per la maggior parte della sua esistenza tormentata, ha coinciso infatti per María Zambrano con il ripercorrere l’evento della nascita di quel figlio, costringendola a pensare nascita e morte insieme, all’interno di un paradosso dove era impossibile continuare a sostare. Dopo aver delineato i principali aspetti biografici della filosofa, segnati da quegli stati di totale abbandono che sperimenta durante la malattia e il lungo l’esilio, il percorso qui proposto si propone di delineare i principali aspetti teoretici del suo pensiero, approfondimento imprescindibile per addentrarsi adeguatamente nel complesso tema della sua filosofia della nascita. Viene qui messa in luce la presa di distanza della filosofa dal razionalismo occidentale, quella decisa rinuncia all’astrazione che nasce dall’accettazione che il commento sistematico non sia l’unico approccio possibile per avvicinarsi alla filosofia. Riconoscendo nel sentire la radice stessa dell’essere, María Zambrano si allontana infatti dalle astratte categorie della ragione per nutrirsi delle immagini che incontra nel suo cammino di esperienza, attingendo dal linguaggio della mistica e della poesia. Emerge così la possibilità di seguire una logica differente, un vero e proprio cammino di trasformazione che scardina le modalità di pensiero a cui siamo abituati per mostrarci altre possibilità e aprire nuovi orizzonti di senso. Si tratta di un pensiero che, senza mai recidere il legame con la realtà oscura e generativa, si rivela in grado di portare alla luce, sempre e nuovamente, quelle verità che non si lasciano rinchiudere nella gabbia di concetti puramente astratti. Una “ragione poetica” dunque, quella che la filosofa porta alla luce, così come viene solitamente e reiteratamente sottolineato, ma anche una “ragione materna”, in grado di generare un pensiero autenticamente fecondo. L’invito non è dunque quello di rinunciare al rigore metodologico, ma piuttosto quello di trovare altre vie che si discostano dai discorsi puramente sistematici, nel tentativo di riavvicinare il pensiero alla vita. Un esercizio di coerente fedeltà alla realtà stessa dunque che, come si cerca di mostrare in queste pagine, consente all’uomo di ricominciare a pensare dall’esperienza, a partire dalle entrañas (viscere), termine imprescindibile all’interno del pensiero della filosofa spagnola che indica la realtà generativa e materna. Le entrañas sono anche, significativamente, il simbolo di quel fecondo sapere femminile che qui ci si propone di riportare alla luce. È in questa prospettiva che s’inserisce anche il capitolo che indaga la relazione tra l’orizzonte della nascita e quello della maternità, per mostrare come, all’oblio filosofico dell’orizzonte della nascita, se ne affianchi un altro, di eguale portata, che riguarda l’offuscamento della sapienza materna. Non solo dunque una “filosofia della nascita”, quella che qui si cerca di delineare, ma anche e significativamente una “filosofia della maternità”, che mostra la possibilità di seguire una logica differente, in grado di portare alla luce ciò che è altro da sé, lasciando spazio all’inedito. Se alla nascita il pensiero filosofico ha dedicato scarsissima attenzione, si è ritenuto infatti necessario sottolineare come anche la maternità, simbolicamente e fisicamente tutta femminile, non sia mai stata posta al centro dell’attenzione dei filosofi. Un duplice oblio dunque, sul quale si è cercato di soffermarsi per comprendere e portare alla luce il pensiero generativo che la filosofa spagnola ci offre. Si tratta di provare a ritrovare fiducia nella fecondità del pensiero stesso, abbandonando l’abitudine di seguire sistemi puramente astratti, incapaci di indagare la realtà nelle sue pieghe più recondite. Un metodo, dunque, che invita a un ripensamento in ambito fenomenologico non relegato alle teorie della soggettività, in grado di esprimere l’essere nella sua interezza. Il cammino che María Zambrano ci indica attraverso il suo pensiero si rivela così come un percorso che apre alla vita e porta alla rivelazione di una nuova ragione. Allontanandosi dai concetti astratti e dalle vuote nozioni, la filosofa spagnola invita a seguire dunque, come si cerca di delineare nella parte finale della tesi, un metodo differente che, nutrendosi, come abbiamo precisato anteriormente, delle immagini che la filosofa incontra nel suo cammino di esperienza, si muove per irradiazione, illuminando dunque dall’interno, a partire da un “centro”. Nel sostituire alla chiusura del concetto la trascendenza dell’immagine, María Zambrano trasforma infatti il limite in apertura, consentendo quel reiterato movimento del nascere che è allo stesso tempo fedeltà alla realtà e trascendenza insieme. Sarà nel reiterato tentativo di raggiungere quel “centro” di visibilità pura, lì dove essere e pensiero coincidono, che il movimento del nascere si esplica. Un movimento trasformativo dunque, dove quell’anelata unità che María Zambrano vede incarnata nei “beati”, come qui si cerca di mostrare, non potrà mai essere raggiunta. È proprio in questa tensione continua dell’uomo verso l’unità sempre anelata che si annida la speranza, sostanza e fondo ultimo della nostra vita. Una speranza creatrice, quella che muove la filosofia della nascita in María Zambrano che si rivela autenticamente generativa proprio grazie alla sua capacità di farsi vuoto, senza cadere in ciò che è pre-costituto, pre-fabbricato, ma lasciando sempre, e nuovamente, spazio all’inedito. Non una speranza illusoria dunque, quella qui descritta, ma al contrario profondamente consapevole della sua realizzazione. Nella rinuncia all’astrazione, senza cadere nella gabbia mortifera della rigidità del concetto, María Zambrano mostra così la possibilità di seguire una logica differente che, grazie alla sua generatività, apre a cammini inesplorati. Nell’ultimo capitolo qui presentato, il pensiero di María Zambrano viene messo a confronto con la filosofia della nascita di un’altra grande pensatrice del Novecento, la filosofa tedesca Hannah Arendt, con l’intento di ampliarne l’orizzonte tematico, senza tuttavia cadere in facili parallelismi o pericolose semplificazioni. Il presente lavoro si chiude infine con un’Appendice dove vengono riportati alcuni manoscritti inediti custoditi presso la “Fundación María Zambrano” di Vélez-Málaga, scelti dalla dottoranda sulla base della loro relazione con i contenuti della tesi.
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CULTURA DEL LAVORO E ACADEMY AZIENDALI PER APPRENDERE NELLA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE / Working Culture and Company Academies to learn in the Fourth Industrial Revolution

FREGNAN, EZIO 09 February 2021 (has links)
La Quarta rivoluzione industriale e l’evoluzione tecnologica in atto stanno innescando significativi cambiamenti a livello culturale, sociale ed economico. Le rapide trasformazioni del mondo del lavoro portano in luce l’esigenza di coinvolgere i principali soggetti responsabili di guidare il cambiamento organizzativo e professionale all’interno di un percorso di ricerca partecipata e collaborativa, capace di esplicitare e descrivere diversi modi di affrontare le esperienze connesse ai mutamenti in corso. All’interno di questo contesto, il lavoro di tesi intende contribuire a delineare la nuova cultura del lavoro che sta emergendo da alcune pratiche innovative, presenti all’interno del nuovo ecosistema educativo e formativo. La ricerca scientifica, iniziata nel settembre 2019 e conclusa nel settembre 2020, si articola in quattro domande: Come sta cambiando il contesto nel quale viviamo e lavoriamo? Come si sta trasformando la cultura del lavoro? Quali Driver ne facilitano l’apprendimento? Gli elementi della cultura del lavoro sono utili anche alla luce di una nuova trasformazione radicale e improvvisa? Le risposte intendono fornire alcuni spunti di riflessione e un primo orientamento pratico per tutti coloro i quali sono coinvolti in prima persona nella costruzione di nuove soluzioni per l’apprendimento, volte a trasferire valore ai cittadini e ai lavoratori di domani. / The Fourth Industrial Revolution and the technological evolution in place are originating significant changes in culture, society and economy. Rapid transformations in the world of work revealed the need of involving the main subjects in charge of driving both organizational and professional change toward an engaging and collaborative research path, able to make clear and describe different ways to face the experiences connected with the undergoing changes. Within this context, the thesis aims at contributing in outlining the new work culture emerging from some innovative practices, present in the new educational and training ecosystem. The scientific research, started in December 2019 and concluded in September 2020, is articulated in four questions: How is the context in which we live and work changing? How is the work culture undergoing transformations? Which Drivers do facilitate its understanding? Are the elements of the work culture useful also in the light of a new radical and unexpected transformation? The answers intend to provide some points for reflection and a first practical guidance for all those who are directly involved in the creation of new learning solutions, aimed at transferring value to citizens and workers of tomorrow.
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Le Banquet et la "transformation du monde romain": entre Romanitas, Barbaritas et Christianisme :espace romain occidental, IVe-VIe siècle / Banquet and the "Transformation of the Roman World": between Romanitas, Barbaritas and Christianity :Western Roman World, 4th to 6th century

Raga, Emmanuelle 24 June 2011 (has links)
Ma thèse se concentre sur la question de la transformation de la pratique du banquet classique face, d’une part, à la nouvelle situation sociopolitique découlant de l’installation des royaumes dits successeurs et de la dissolution des structures politiques classiques ;et d’autre part, face à l’intensification de ce que l’on appelle communément la « christianisation » du monde romain. Mes recherches concernent le monde romain occidental (Gaule, Italie et Espagne) à partir du moment où le discours ascétique oriental se diffuse massivement en occident dans la seconde moitié du IVe siècle, mettant fin à ce que Robert Markus appelle le « christianisme antique ». La question principale de ma thèse concerne le discours chrétien et ascétique qui porte sur les questions alimentaires et les réponses données par les groupes sociaux dont l’usage du banquet classique est suffisamment documenté. En l’occurrence les aristocrates (en ce compris les évêques), les communautés cénobitiques et le mouvement anachorétique. La seconde question abordée dans mes recherches est celle posée par la présence « barbare » et l’image du mangeur barbare en ces siècles de transition socioculturelle. Le terminus ante quem de mes recherches se situe à la fin du VIe siècle, en un monde romain désormais indubitablement transformé.<p><p><p> <p>La mia tesi si incentra sulla questione della trasformazione della pratica classica del banchetto nel confronto, da una parte con la nuova situazione sociale e politica dovuta all’insediamento dei regni post-romani, e, dall’altra, con l’intensificazione della cosiddetta “cristianizzazione” del mondo romano. La tesi riguarda lo spazio romano occidentale (cioè Gallia, Italia, Spagna) a partire dal momento in cui si diffonde la grande moda dell’ascetismo orientale dalla seconda metà del IV secolo. La questione principale della tesi, che occupa i capitoli tre e quattro, riguarda il discorso cristiano e ascetico sull’alimentazione e poi le risposte date dai gruppi sociali il cui uso del banchetto è documentato a sufficienza, in fatti specie gli aristocratici, il mondo monastico, e gli eremiti. I due primi capitoli riguardano, rispettivamente, la pratica del banchetto classico nella tarda antichità e la questione della presenza “barbara” e dell’immagine del mangiatore barbaro in quei secoli. La conclusione della tesi si colloca alla fine del VI secolo, in un momento in cui il mondo romano è indubbiamente trasformato.<p><p><p>My doctoral thesis concentrates on the question of the transformation of the classical banquet through the encounter with, on the one hand, the new sociopolitical situation due to the migration and installation of the new successor kingdoms ;and on the other hand, with the intensification of the Christianization of the Roman world. My research focuses on the Western Roman world (Gaul, Italy and Spain) from the moment in which the eastern ascetic discourse spreads widely in the West in the second half of the 4th century, causing what Robert Markus calls “The end of Ancient Christianity”. The main question of my thesis regards the Christian and ascetic discourse on food practices and the answers given by the social groups who’s uses of the banquet is documented enough. In this case, the aristocrats (within which the bishops), the monastic communities and the hermits. The second question taken into consideration in my thesis is the one presented by the “barbarian” presence and the literary image of the barbarian eater in these centuries of socio cultural transformation. The terminus ante quem of my research is placed at the end of the 6th century, in a undoubtly transformed Roman world. / Doctorat en Histoire, art et archéologie / info:eu-repo/semantics/nonPublished

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