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Analisi clinica ed ex-vivo dei punti isometrici durante tecnica tightrope nella ricostruzione del legamento crociato craniale del cane / Clinical and ex-vivo evaluation of isometric points during TightRope reconstruction of cranial cruciate ligament in dog

Cinti, Filippo <1984> 14 May 2014 (has links)
La rottura del Legamento Crociato Craniale (LCCr) rappresenta una delle patologie ortopediche di maggiore riscontro clinico nella specie canina. In seguito a rottura del LCCr si presenta un continuo slittamento craniale della tibia il quale esita in un processo osteoartrosico. La risoluzione chirurgica rappresenta la migliore soluzione terapeutica. Le tecniche chirurgiche extra-articolari con sfruttamento dei punti isometrici del ginocchio si presentano come delle procedure molto diffuse e utilizzate. Questa tesi propone di validare l’uso di un nuovo sistema di navigazione computerizzato-assistito per la valutazione cinematica durante la ricostruzione del LCCr nel cane, ma soprattutto di studiare e confrontare il comportamento e l’efficacia dopo ricostruzione TightRope (TR) in due diverse coppie di punti isometrici. Abbiamo effettuato due analisi in parallelo. La prima eseguendo interventi chirurgici con tecnica TR su 18 casi clinici e sfruttando il punto isometrico del femore (F2) e due diversi punti isometrici della tibia (T2 o T3). L’analisi prevedeva dei controlli postoperatori a 1, 3 e 6 mesi. Ad ogni controllo veniva effettuata una visita ortopedica, esami radiografici, un questionario di valutazione clinico e di soddisfazione del proprietario. Mentre nella ricerca Ex-Vivo abbiamo eseguito dei test su 14 preparati anatomici con l’utilizzo di un sistema di navigazione computerizzato per la rilevazione dei dati. L’analisi prevedeva la valutazione dell’articolazione in diversi stadi: LCCr intatto; LCCr rotto; dopo ricostruzione con TR in F2-T2 e tensionato a 22N, 44N e 99N; dopo ricostruzione con TR in F2-T3 e tensionato a 22N, 44N e 99N. Ad ogni stadio si eseguivano cinque test di valutazione, tra cui: Test del Cassetto, Test di compressione tibiale (TCT), Rotazione Interna/Esterna, Flesso/Estensione e Varo/Valgo. Lo scopo di tale studio è quello di confrontare tra loro i punti isometrici del ginocchio e di analizzare l’efficacia della tecnica TR nelle due differenti condizioni di isometria (F2-T2 e F2-T3). / Rupture of the Cranial Cruciate Ligament (CCL) is one of the major orthopedic clinical response in dogs. Following rupture of the CCL presents a continuous tibial cranial slip which results in an osteoarthritic process. Extra-articular stabilization techniques is one of the most popular treatment that has been used for CCL stabilization. The aims of this thesis want to validate new computer navigation system for kinematic assessment during canine CCL Surgery, analyze the validity and effectiveness of this TightRope (TR) extracapsular reconstruction, but above all to study and compare the behavior after TR extracapsular reconstruction in two different pairs of isometric points. We performed two different analyzes. The first consist in evaluation of 18 surgical technique with TR, exploiting the isometric points of the femur (F2) and two different points of the tibia (T2 and T3). The assessment included postoperative controls at 1,3 and 6 months. At each controls were performed a clinical assessment test, test of owner satisfaction, radiographic examination and orthopedic examination. While, in the second case, we have carried ex-vivo tests on 14 limbs analyzed with computerized navigation system. The analysis included the evaluation of the joint at different stages: CCL intact; CCL demage, after reconstruction with TR in F2-T2 and tensioned to 22N, 44N and 99N; after reconstruction with TR in F2-T3 and tensioned to 22N, 44N and 99N. At each stage were performed five tests assessment, including: Cranial drawer test, Cranial tibial thrust (TCT), Internal / External rotation, Flexion / Extension (ROM= Range on Motion), and Varus/Valgus. The purpose of this study is to compare the isometric points of the knee and to analyze the effectiveness of the technique in two different TR isometric conditions (F2-T2 and F2-T3).
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Relazione tra parassitismo intestinale e colica nel paziente equino / Relationship between intestinal parasites and colic in the horse

Rinnovati, Riccardo <1985> 12 July 2013 (has links)
Obiettivo: capire la relazione che intercorre tra le coliche del cavallo e le parassitosi intestinali, quindi capire l’effettiva rilevanza clinica delle infezioni parassitarie. Tipo di studio: studio clinico-chirurgico e parassitologico. Metodi: in questo studio sono stati presi in esame 92 cavalli afferiti presso il servizio SARGA del Dipartimento di Scienze Mediche Veterinarie durante gli anni 2009-2011. 27 di questi soggetti sono stati sottoposti a laparotomia esplorativa per colica, 22 avevano una colica che si è risolta con terapia medica, sono stati 43 i cavalli afferiti presso il servizio per patologie diverse dall’addome acuto. I cavalli da cui è stato possibile prelevare un’adeguato quantitativo di feci (# 86) sono stati sottoposti ad esami coprologici, qualitativi e quantitativi. I dati ottenuti sono stati sottoposti ad analisi statistica descrittiva, al test del Chi quadrato e al test di Kuskall-Wallis rispettivamente per le prevalenze e i dati quantitativi, oltre ad una regressione logistica per evidenziare i fattori di rischio. Dai cavalli sottoposti a celiotomia è stato prelevato il contenuto intestinale per la raccolta dei parassiti adulti. Risultati: la prevalenza e l’abbondanza degli strongili è risultata significativamente minore nei cavalli sottoposti a chirurgia addominale rispetto al totale della popolazione presa in esame. Differenze significative di prevalenza sono state evidenziate anche tra i cavalli in colica medica e chirurgica. L’unico fattore di rischio evidenziato dall’analisi di regressione logistica è rappresentato dall’età per le sole coliche trattate chirurgicamente. Né strongili né ascaridi sembrano aumentare il rischio di colica. La probabilità di decesso aumenta significativamente in caso di colica chirurgica ma non è influenzata in alcun modo dalle infezioni parassitarie. / Aim: Understanding the relationship between colic and intestinal parasites in horses, and the clinical significance of parasite infections. Study Design: surgical study, parasitologic. Methods: In this study 92 horses referred to the Department of Veterinary Medical Sciences during the years 2009-2011 were examined. Twentyseven of these subjects underwent exploratory laparotomy for colic, 22 had a colic resolved with medical therapy, 43 horses were referred for problems different from acute abdomen. Coprological analysis, both qualitative and quantitative, were performed on 86 subjects. The data obtained were statistically summarized; Chi-square test and Kruskall-Wallis test for prevalence and abundance data, respectively, were then performed; logistic regression was used to highlight possible risk factors. Bowel content was collected for adult parasite collection from horses undergone exploratory celiotomy. Results: strongyles have significantly lower prevalence and intensity in horses undergoing abdominal surgery compared to the total examined population. Difference in prevalence was observed between horses treated with medical and surgical terapy. The only risk factor highlighted with logistic regression is represented by the age for colic surgically treated . Neither strongyles or ascarid seem to increase the risk of colic. The chance of death increases significantly in case of surgical colic but it is not related with parasite infections.
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Ricerca di contaminanti in tessuti animali e in alimenti destinati all'uomo. / A study of chemical contaminants in animal tissues and human food.

Sori, Francesca <1986> 14 May 2014 (has links)
La contaminazione chimica rappresenta uno dei rischi principali per la sicurezza alimentare e può arrecare anche gravi danni alla salute umana. Rientrano in questa tesi di dottorato tre famiglie di contaminanti: Micotossine, Metalli e Insetticidi. La ricerca di aflatossina B1 è stata effettuata su 90 confezioni di farina, sia biologici sia convenzionali. La presenza della micotossina è stata rilevata solo nelle farine di mais. Solo un campione di produzione convenzionale ha superato il limite di 2 ppb definito per legge. Il dato di maggior rilievo è stato che il quantitativo di 5 grammi di campionamento si è dimostrato non rappresentativo sul totale della confezione commerciale di farina. Più attendibile si è invece dimostrato un campionamento di 20 grammi. L’aflatossina M1 è stata ricercata in 58 campioni di latte di cui 35 sono risultati positivi. Tuttavia, i livelli riscontrati erano costantemente inferiori al limite previsto per legge. Sono stati sottoposti a estrazione e purificazione, e analizzati con metodica HPLC-FL per la ricerca di Ocratossina A, 114 campioni di bile, 35 campioni di plasma, 40 campioni di rene prelevati da polli in Giordania. Le analisi hanno fornito risultati costantemente negativi. Sono stati analizzati 72 campioni (30 di muscolo, 29 di fegato e 13 di rene) prelevati da 30 bovini nel macello di Irbid (Giordania), di età compresa tra 8 e 30 mesi e provenienti da allevamenti diversi, per la ricerca di 13 elementi essenziali e non essenziali. In questo studio nessun campione supera i livelli massimi stabiliti dalla normativa europea per quanto riguarda gli elementi considerati. Infine, sono stati analizzati 37 campioni di latte ovino e 31 campioni di latte bovino, prelevati in Giordania in diversi allevamenti, per la ricerca di 4 neonicotinoidi (imidacloprid, acetamiprid, thiamethoxam e thiacloprid). I campioni, analizzati con sistema HPLC/MS/MS, sono risultati costantemente negativi ai quattro neonicotinoidi ricercati. / The safety of animal origin products and human food are crucial for consumers. One of the main risks for food security is represented by the chemical contamination of food, which can cause serious harm to human health . Three chemical contaminants were studied: Mycotoxins, Metals and Pesticides. The experimental test for aflatoxin B1 was conducted on 90 organic and conventional flour. This study shows that only corn flour samples were positive for AFB1 and only one sample exceeded the limit of 2 ppb defined by law. This study shows that a quantity of 5 grams of flour sample is not representative for a 1 kg flour commercial package. We find that 20 grams are more reliable. The experimental test for aflatoxin M1 was conducted on 58 milk samples, and 35 were positive for AFM1. The concentration of AFM1 in these samples never exceeded the level required by law. Different tissue samples were collected from chickens in Jordan including 114 samples of bile, 35 plasma samples and 40 samples of kidney. All samples were subjected to extraction and purification, and subsequently analyzed by HPLC-FL, for Ochratoxin A. The analysis gave consistently negative results. We analyzed 72 samples (30 muscle, 29 liver and 13 kidney) taken from 30 cattle in the slaughterhouse of Irbid (Jordan) and from different farms, aged between 8 and 30 months, for the detection of 13 essential and non-essential elements. In this study, no sample exceeded the maximum levels set by European legislation. Finally, we analyzed 37 samples of sheep milk and 31 of cow milk, taken from different farms in Jordan, to search for the neonicotinoids: imidacloprid, acetamiprid, thiacloprid and thiamethoxam. The samples were analyzed by HPLC/MS/MS. In all samples the neonicotinoids were no detectable.
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Efficacia clinica dello stanozololo intrarticolare nella terapia dell'osteoartrosi di gomito nel cane / Clinical evaluation of intra-articular treatment with stanozolol for the therapy of canine osteoarthritis of the elbow joint

Carli, Fabio <1984> 14 May 2014 (has links)
Il trattamento dell’osteoartrosi (OA) del cane è una sfida nella pratica clinica veterinaria. Molti trattamenti sono stati proposti, tuttavia la risposta clinica agli stessi non è sempre soddisfacente. Molti farmaci sono utilizzati per il trattamento dell’OA, tra cui farmaci anti-infiammatori non steroidei, corticosteroidi, ed inibitori della produzione dell’ossido nitrico. Lo stanozololo è un derivato sintetico del testosterone; oltre alle sue proprietà anaboliche/androgeniche , a basse dosi lo stanozololo ha un affinità per i recettori glucocorticoidi. Per questa attività antinfiammatoria e rigenerativa sui tessuti articolari danneggiati viene utilizzato nella degenerative joint desease del cavallo. Lo scopo di questo studio è stato di valutare l’efficacia clinica dello stanozololo intra-articolare a 15, 30, 45 e 60 giorni dal trattamento di gomiti con OA di cane. E’ stato eseguito uno studio cieco, multicentrico e randomizzato. Previo consenso informato, sono stati arruolati 48 cani, suddivisi in 3 gruppi e trattati con stanozololo, mavacoxib e con entrambi i farmaci. Sono state valutate zoppia, tollerabilità del trattamento, range of motion, e punteggio radiografico. Inoltre sono state stabilite e annoverate quantità e qualità del liquido sinoviale. Ai dati ottenuti sono stati applicati i test di Kruskal-Wallis, Chi-quadro e Fischer, i quali hanno dimostrato l’efficacia della terapia nei singoli gruppi e tra i diversi gruppi di studio. I risultati ottenuti hanno mostrato la riduzione di almeno un grado di zoppia e la riduzione della progressione dell’OA nei casi trattati con stanozololo. Si può quindi affermare che tale molecola per via intra-articolare può essere una valida alternativa per il trattamento dell’OA di gomito nel cane. / The pharmacological treatment of osteoarthritis(OA) is an ongoing challenge in veterinary clinical practice. Many treatments have been proposed however, response to treatment is not always satisfactory. A variety of compounds are used for the treatment of OA, including steroidal and non-steroidal drugs and inhibitor of nitric oxide production. Stanozolol is a synthetic derivative of testosterone; its properties include anabolic/androgenic activity probably associated with its affinity for androgenic and, at lower doses, glucocorticoid receptors. Due to its properties, stanozolol is already used for the treatment of degenerative joint desease in horses. The aim of this study was to verify the clinical effects of intra-articular stanozolol, lasting 15, 30, 45 and 60 days in dogs with elbow OA. We did a blind, multicenter, randomized trial. After informed consent of the owners was obtained, forty-eight dogs were divided into three groups and treated separately with stanozolol, with mavacoxib, or both drugs. Lameness evaluation, tolerability of treatment, range of motion, and radiological scores were performed. Furthermore the quantity and quality of the synovial fluid was evaluated and clinical data were collected. Kruskal-Wallis, chi-square and Fisher tests were used to analyze the effectiveness of therapy in the groups and between the different groups. Our results evidenced reduction of one grade of lameness and decrease of osteophytes progression in group treated whit stanozolol. Therefore we can suppose that intra-articular stanozolol could be a valid alternative for treatment of OA.
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Analisi d'immagine, patologia quantitativa e dimensione frattale in patologia veterinaria: Densita' e forme / Image analysis, quantitative pathology and fractal dimension in veterinary pathology: Density 'and shapes

Bianco, Carlo <1980> 17 April 2015 (has links)
Fino dagli albori della metodica scientifica, l’osservazione e la vista hanno giocato un ruolo fondamentale. La patologia è una scienza visiva, dove le forme, i colori, le interfacce e le architetture di organi, tessuti, cellule e componenti cellulari guidano l’occhio del patologo e ne indirizzano la scelta diagnostico-classificativa. L’osservazione del preparato istologico in microscopia ottica si attua mediante l’esame e la caratterizzazione di anomalie ad ingrandimenti progressivamente crescenti, a diverse scale spaziali, che partono dalla valutazione dell’assetto architettonico sovracellulare, per poi spostarsi ad investigare e descrivere le cellule e le peculiarità citomorfologiche delle stesse. A differenza di altri esami di laboratorio che sono pienamente quantificabili, l’analisi istologica è intrinsecamente soggettiva, e quindi incline ad un alto grado di variabilità nei risultati prodotti da differenti patologi. L’analisi d’immagine, l’estrazione da un’immagine digitale di contenuti utili, rappresenta una metodica oggettiva, valida e robusta ormai largamente impiegata a completamento del lavoro del patologo. Si sottolinea come l’analisi d’immagine possa essere vista come fase descrittiva quantitativa di preparati macroscopici e microscopici che poi viene seguita da una interpretazione. Nuovamente si sottolinea come questi descrittori siano oggettivi, ripetibili e riproducibili, e non soggetti a bassa concordanza inter operatore. La presente tesi si snoda attraverso un percorso concettuale orientato ad applicazioni di analisi d’immagine e patologia quantitativa che parte dalle applicazioni più elementari (densità, misure lineari), per arrivare a nozioni più avanzate, quali lo studio di complessità delle forme mediante l’analisi frattale e la quantificazione del pattern spaziale di strutture sovracellulari. / Until the dawn of the scientific method, observation was pivotal. Pathology is a visual science, where the forms, colors, interfaces and architectures of organs, tissues, cells and cell components direct the diagnosis. The observation of the histological preparation in optical microscopy is implemented through the examination and characterization of anomalies at progressively higher magnifications, at different spatial scales, which start from the evaluation of sovracellular architecture, then move to investigate and describe the cells and cytological fetures. In contrast to other laboratory tests that are quantitative, histological analysis is inherently subjective, and therefore prone to a high degree of variability in the results produced by different pathologists. The image analysis, extraction from a digital image of meaningful content, is an objective and robust method, now widely used to aid the pathologist. Should be stressed that image analysis can be seen as a quantitative descriptor of macroscopic and microscopic specimens, followed by an interpretation (the diagnosis). This thesis unfolds through different applications of image analysis and quantitative pathology that starts with the most basic applications (density, linear measurements), to get to more advanced concepts, such as the study of the complexity of shapes by the ' fractal analysis and quantification of the spatial patterns of sovracellular structures.
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Studio anatomico dei muscoli della spalla e del braccio in Pernis apivorus, Accipiter gentilis ed Accipiter nisus / Anatomical study of the shoulder and arm muscles of the Pernis apivorus, the Accipiter gentilis and the Accipiter nisus

Canova, Marco <1983> 24 April 2015 (has links)
Recentemente, vari ricercatori si sono concentrati sulle proprietà funzionali dei muscoli, sulla meccanica e sulla cinematica legata al volo, ma senza la possibilità di consultare un’adeguata letteratura poiché assente o incompleta. Si è quindi ritenuto utile studiare la miologia della regione della spalla e del braccio di specie non in precedenza esaminate e che mostrassero differenti stili di volo, al fine di creare una base di informazioni per futuri studi funzionali. Tutte le specie prese in esame sono membri della famiglia degli Accipitridae e nello specifico si sono selezionati: il Falco pecchiaiolo (Pernis apivorus Linnaeus, 1758), l’Astore comune (Accipiter gentilis Linnaeus, 1758) e lo Sparviero eurasiatico (Accipiter nisus Linnaeus, 1758). Questi animali attuano stili di volo differenti e sono stati pertanto scelti per capire se diverse performance di volo potessero indurre una differenziazione dell’apparato muscolare. La comparazione dei dati raccolti durante questo studio con quelli presenti in letteratura in altre specie aviarie ha evidenziato che, mentre alcuni muscoli non sembrano andare incontro a grandi modificazioni nei rapaci, altri invece presentano una grande eterogeneità. In particolare, grazie alle caratteristiche dei diversi muscoli, si è potuto raggruppare questi ultimi in base a possibili funzioni comuni: a) muscoli che concorrono a stabilizzare l’ala rispetto al tronco e che assorbono le forze generate durante il volo; b) muscoli con possibile ruolo nel controllo della rotazione dell’omero; c) muscoli con possibile funzione propriocettiva. Il presente studio ha inoltre evidenziato, nei muscoli esaminati, alcune similitudini e molteplici peculiarità anatomiche non precedentemente segnalate in letteratura. Si ritiene che questo studio macroscopico possa rappresentare un punto di partenza per futuri studi microscopici o elettrofisiologici, a dimostrazione dell’importanza della dissezione quale primo strumento di indagine. / Many researchers have recently focused on the functional properties of muscles, and on the mechanics and kinematics of flight, without being able to consult an anatomical database since such a database was either non-existent or incomplete. In particular, this study examined the anatomy of the wing muscles of three Accipitridae, such as the European honey buzzard (Pernis apivorus Linnaeus, 1758), the northern goshawk (Accipiter gentilis Linnaeus, 1758) and the eurasian sparrowhawk (Accipiter nisus Linnaeus, 1758). These birds of prey were selected due to their different flight style in order to understand if such different flight performance could induce muscles differentiation. The comparison of the results of this study with other researches shows that some muscles exhibit a lesser degree of differentiation as compared to other previously examined birds of prey. However, in other muscles, many peculiarities were found. Based on the common characteristics of these muscles have been grouped into three sets with possible common function: a) muscles stabilizing the wing to the trunk and damping the forces generated during the flight; b) muscles that could control the rotation of the humerus; c) muscles maybe involved in proprioception. During this research, some similarities with other species but also many anatomical features not previously reported have been found. This study of gross anatomy could be an interesting starting point for future researches, such as microscopic or electrophysiological analysis, demonstrating the importance of gross anatomy as a means of preliminary examination.
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Caratterizzazione genomica di virus influenzali suini in Italia mediante next generation sequencing / Genomic characterization of swine influenza viruses in Italy using NGS technology

Zaccaria, Guendalina <1985> 17 April 2015 (has links)
I sottotipi H1N1, H1N2 e H3N2 di influenza A virus sono largamente diffusi nella popolazione suina di tutto il mondo. Nel presente lavoro è stato sviluppato un protocollo di sequenziamento di c.d. nuova generazione, su piattaforma Ion Torrent PGM, idoneo per l’analisi di tutti i virus influenzali suini (SIV). Per valutare l’evoluzione molecolare dei SIV italiani, sono stati sequenziati ed analizzati mediante analisi genomica e filogenetica un totale di sessantadue ceppi di SIV appartenenti ai sottotipi H1N1, H1N2 e H3N2, isolati in Italia dal 1998 al 2014. Sono stati evidenziati in sei campioni due fenomeni di riassortimento: tutti i SIV H1N2 esaminati presentavano una neuraminidasi di derivazione umana, diversa da quella dei SIV H1N2 circolanti in Europa, inoltre l’emoagglutinina (HA) di due isolati H1N2 era originata dal riassortimento con un SIV H1N1 avian-like. L’analisi molecolare dell’HA ha permesso di rivelare un’inserzione di due amminoacidi in quattro SIV H1N1 pandemici e una delezione di due aminoacidi in quattro SIV H1N2, entrambe a livello del sito di legame con il recettore cellulare. E’ stata inoltre evidenziata un’elevata omologia di un SIV H1N1 con ceppi europei isolati negli anni ’80, suggerendo la possibile origine vaccinale di questo virus. E’ stato possibile, in aggiunta, applicare il nuovo protocollo sviluppato per sequenziare un virus influenzale aviare altamente patogeno trasmesso all’uomo, direttamente da campione biologico. La diversità genetica nei SIV esaminati in questo studio conferma l’importanza di un continuo monitoraggio della costellazione genomica dei virus influenzali nella popolazione suina. / Three major swine influenza virus (SIV) subtypes (H1N1, H1N2, and H3N2) are currently identified in pigs worldwide. In this study, a protocol able to sequence all SIV subtypes using the Ion Torrent next generation sequencing technology was developed. Moreover, to investigate the genetic characteristics and the molecular evolution of Italian SIV circulating strains, we conducted genomic and phylogenetic analysis for each segment of sixty-two SIVs isolated in Italy between 1998 and 2014 comprising H1N1, H1N2 and H3N2 strains. Two independent reassortment events in six SIV strains were detected. H1N2 SIVs showed the introduction of a human-like neuraminidase, different from the homologous of circulating H1N2 detected in Europe from swine. Two of these reassortant H1N2 strains contained an avian-like hemagglutinin (HA). Analysis of HA revealed a two-amino acid insertion in four H1N1 pandemic strains and a two-amino acid deletion in four H1N2 strains, both at the HA receptor binding site. High nucleotide identity between an H1N1 of this study and European field strains isolated in the 80s was revealed, suggesting a probable vaccine origin for this strain. Translational benefit of the newly developed protocol was immediately achieved by sequencing a H7N7 high pathogenic avian influenza virus, which caused disease in humans. The genetic diversity of SIVs demonstrated in our investigation confirms the importance of continuous monitoring of SIV genomic constellation.
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Mesenchymal Stromal Cells (MSCs) and induced Plutipotent Stem Cells (iPSCs) in Domestic Animals: Characterization and Differentiation Potential

Rossi, Barbara <1986> January 1900 (has links)
Derivation of stem cell lines from domesticated animals has been of great interest as it benefits translational medicine, clinical applications to improve human and animal health and biotechnology. The main types of stem cells studied are Embryonic Stem Cells (ESCs), induced Pluripotent Stem Cells (iPSCs) and Mesenchymal Stem/Stromal Cells (MSCs). This thesis had two main aims: (I) The isolation of bovine MSCs from amniotic fluid (AF) at different trimesters of pregnancy and their characterization to study pluripotency markers expression. Stemness markers were studied also in MSCs isolated from equine AF, Wharton’s jelly (WJ) and umbilical cord blood (UCB) as continuation of the characterization of these cells previously performed by our research group; (II) The establishment and characterization of iPSCs lines in two attractive large animal models for biomedical and biotechnology research such as the bovine and the swine, and the differentiation into the myogenic lineage of porcine iPSCs. It was observed that foetal tissues in domestic animals such as the bovine and the horse represent a source of MSCs able to differentiate into the mesodermal lineage but they do not proliferate indefinitely and they lack the expression of many pluripotency markers, making them an interesting source of cells for regenerative medicine, but not the best candidate to elucidate pluripotency networks. The protocol used to induce pluripotency in bovine fibroblasts did not work, as well as the chemical induction of pluripotency in porcine fibroblasts, while the reprogramming protocol used for porcine iPSCs was successful and the line generated was amenable to being differentiated into the myogenic lineage, demonstrating that they could be addressed into a desired lineage by genetic modification and appropriated culture conditions. Only a few cell types have been differentiated from domestic animal iPSCs to date, so the development of a reliable directed-differentiation protocol represents a very important result.
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Caratteristiche anatomiche e neurochimiche della formazione ippocampale di cane / Anatomical and neurochemical properties of the dog's hippocampal formation

Gardini, Anna <1986> 24 April 2015 (has links)
Nei Roditori e nei Primati, studi di immunoistochimica condotti sulla formazione ippocampale hanno dimostrato che le proteine leganti il calcio (parvalbumina, calbindina-D28k e calretinina) sono dei marker che consentono di identificare differenti sottopopolazioni di neuroni. Nel presente studio è stata analizzata la distribuzione di queste proteine nella formazione ippocampale di cane. L’immunoreattività per la parvalbumina è stata localizzata in neuroni multipolari presenti nello strato polimorfo e nei campi CA3-CA1, così come in alcuni neuroni presumibilmente inibitori localizzati nel campo CA1 e nel subicolo. I granuli e le fibre muschiate presentavano una forte immunoreattività per la calbindina-D28k. Tale immunoreattività era evidente anche nei neuroni piramidali del campo CA1 e del subicolo ed in alcuni interneuroni, presumibilmente inibitori, distribuiti nella formazione ippocampale. L’immunoreatività per la calretinina era relativamente bassa in tutta la formazione ippocampale. Le analisi immunoistochimiche hanno evidenziato, nel giro dentato e nel campo CA1, una riduzione età-dipendente dell’immunoreattività per la parvalbumina e la calretinina. Le analisi condotte mediante risonanza magnetica hanno inoltre dimostrato una riduzione volumetrica età-dipendente della formazione ippocampale di cane. / In Rodents and Primates, immunohistochemical studies of the hippocampal formation have demonstrated that the calcium-binding proteins (parvalbumin, calbindin-D28k, and calretinin) are useful markers to identify different subpopulation of neurons. In the present analysis, we analyzed the distribution of these proteins in the canine hippocampal formation. Parvalbumin immunoreactivity was observed in multipolar neurons in the polymorphic cell layer and throughout the CA3-CA1 fields and in a few presumably interneurons neurons in the CA1 field and subiculum. Calbindin-D28k immunoreactivity displayed a strong labeling of the granule cells and mossy fibers. In addition, this immunoreactivity was also observed pyramidal cells of the CA1 and subiculum as well as in presumably inhibitory interneurons distributed throughout the hippocampal formation. Calretinin immunoreactivity was relatively weaker overall. Immunohistochemistry showed an age-related decrease in calretinin and parvalbumin expression in dentate gyrus and CA1 field. Age-associated changes of magnetic resonance imaging of canine hippocampal formation have also been observed.
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Ricerche sul ruolo patogeno e sui potenziali risvolti in sanita pubblica di protozoi e microsporidi parassiti di specie ittiche marine e studi sulle micobatteriosi ittiche / Researches on pathogenic role and potential implications for public health of protozoa and microsporidia parasites of marine fish and studies on fish mycobacteriosis

Varello, Katia <1976> 20 May 2016 (has links)
Scopo primario delle attività di ricerca condotte nell’ambito di questo dottorato è stato quello di studiare le infezioni da protozoi e microsporidi enterici in specie ittiche d’allevamento e le micobatteriosi ittiche in ambienti d’allevamento e selvatici per ampliare le conoscenze su eziopatogenesi e diagnosi di queste patologie. Spigole, orate, rombi e cefali da diversi sistemi d’allevamento e di differenti età sono stati sottoposti ad indagini parassitologiche, molecolari ed istopatologiche per evidenziare, identificare e studiare protozoi Apicomplexa e Microsporidi a livello enterico, applicando diverse colorazioni istochimiche e, sui campioni positivi per microsporidi, la colorazione immunoistochimica con anticorpo anti-Encephalitozoon cuniculi. Su mugilidi selvatici e su spigole allevate sono stati condotti studi sui quadri istopatologici associati alle infezioni da Micobatteri atipici al fine di valutare la progressione delle lesioni. Le attività di ricerca hanno permesso di: individuare e descrivere in orate d’allevamento episodi d’infezione enterica da Enterospora nucleophila, microsporidio responsabile di sindromi emaciative in giovanili; rilevare massive infezioni da Cryptosporidium scophthalmi in rombi allevati e di infezioni da Cryptosporidium sp. in post-larve ed avannotti di orata; studiare infezioni da Mycobacterium spp. (M. fortuitum, M. abscessus, M. flavescens, M. chelonae, M. septicum, M. nonchromogenicum) in mugilidi selvatici con lesioni granulomatose positive alla ZN, e da Photobacterium damselae subsp. piscicida in soggetti con lesioni granulomatose negative; approfondire le conoscenze sulla micobatteriosi nella spigola descrivendo la concomitante presenza di lesioni a diverso stadio in tutti gli organi associate a presenza di batteri alcool-acido resistenti identificati come M. abscessus, M. scrofulaceum e M. gordonae sia all’interno delle lesioni che liberi nei tessuti e nei vasi, ipotizzando una forma di generalizzazione ematogena. Il rilievo di infezioni da micobatteri atipici in pesci marini allevati e selvatici appare di rilievo anche per le loro implicazioni in Sanità Pubblica. / Main aim of the research activities carried out within this PhD was to study the infections due to enteric protozoa and Microsporidia in farmed marine fish and mycobacteriosis by atypical mycobacteria in wild and farmed marine fish in order to increase the knowledge about etiopathogenesis and diagnosis of these diseases. European sea bass, gilthead sea bream, turbots and mullets from different breeding systems and at different ages were subjected to parasitological, molecular and histopathological analyses using different histochemical methods; moreover immunohistochemical stain with antibody for Encephalitozoon cuniculi on positive samples for microsporidiosis was performed. Wild mullets and farmed European sea bass were subjected to studies on histopathological features associated to atypical mycobacteria infections in order to evaluate the progression of lesions. The research activities have allowed to: identify and describe in sea bream episodes of enteric infection by Enterospora nucleophila, microsporidium causing emaciative syndromes in juveniles; detect Cryptosporidium scophthalmi massive infections in farmed turbots and Cryptosporidium sp. infection in post-larvae and fry of sea bream; study infections due to Mycobacterium spp. (M. fortuitum, M. abscessus, M. flavescens, M. chelonae, M. septicum, M. nonchromogenicum) in wild mullets with granulomatous lesions positive for ZN, and due to Photobacterium damselae subsp. piscicida in subjects with negative lesions; increase the knowledge on mycobacteriosis in sea bass describing in all organs the simultaneous presence of lesions at different stages associated with the presence of positive ZN bacteria identified as M. abscessus, M. scrofulaceum and M. gordonae, both within the lesions that free in tissues and vessels, allowing to hypothesize a form of hematogenous generalization. The finding of atypical mycobacteria in wild and farmed fish is also relevant for their implications for public health.

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