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Ecografia bidimensionale e con mezzo di contrasto nello studio delle patologie gastro-intestinali del gatto / Use of conventional and contrast-enhanced ultrasonography for the evaluation of gastro-intestinal disorders in the cat

Di Donato, Pamela <1984> 15 April 2013 (has links)
L’ecografia del tratto gastroenterico è una delle metodiche d’elezione nella valutazione diagnostica delle patologie gastrointestinali nel gatto. In questa tesi dottorale sono presentati i risultati di tre studi in cui l’ecografia convenzionale e con mezzo di contrasto è stata impiegata in gatti sani o con patologie gastroenteriche. Lo scopo del primo studio, prospettico, è stato quello di determinare lo spessore ecografico dei singoli strati di parete nell’intestino tenue in una popolazione di gatti sani. Lo strato mucoso è risultato significativamente più spesso nel duodeno e nel digiuno, per la maggiore grandezza dei villi in queste porzioni dell’intestino tenue. A livello dell’ileo, gli strati di maggior spessore sono risultati quello sottomucoso, per l’abbondante presenza di aggregati linfoidi, e quello muscolare, a causa delle caratteristiche anatomo-funzionali di sfintere che questo tratto intestinale svolge. Il secondo progetto, retrospettivo, nasce dalla collaborazione tra due centri universitari, uno italiano e uno americano, con l’obiettivo di confrontare lo spessore della tonaca muscolare intestinale in gatti affetti da Inflammatory Bowel disease (IBD) o da neoplasie intestinali. In questo studio, l’ipertrofia della tonaca muscolare (ITM) è stato maggiormente osservato in gatti con IBD rispetto a gatti con neoplasie intestinali, ma non sono state evidenziate differenze di spessore della tonaca muscolare tali da poter differenziare le due patologie. Lo scopo del terzo progetto, prospettico, è stato quello di descrivere il pattern di perfusione parietale del piccolo intestino, valutato mediante uso di mezzo di contrasto ecografico, in gatti con ITM associata a IBD. In tutti gli animali studiati, l’ITM si è associato a una modesta assunzione del mezzo di contrasto rispetto agli altri strati della parete intestinale. Questi risultati confermano che l’ITM che si osserva in gatti con IBD non è associato a significativi aumenti della vascolarizzazione di tale strato parietale. / Diagnostic ultrasound is one of the preferred diagnostic tool for the evaluation of gastro-intestinal disorders in cats. In this doctoral thesis, the results of three different studies carried out using conventional and contrast enhanced ultrasonography for the evaluation of the gastro-intestinal tract of normal cats and cats affected by gastrointestinal disorders. The goal of the first study was to measure the thickness of the different intestinal layers in clinically normal cats. The thickness of the mucosal layer was significantly greater in the duodenum and jejunum, because of the greater size of intestinal villi. The submucosal and muscular layers were significantly thicker in the ileum, because of the abundant lymphoid aggregates and the physiological role of anatomical barrier between the small and large intestine, respectively. The second study was carried out as a collaboration between one Italian and one American center. The aim of the study was to measure ultrasonographically the thickness of the intestinal muscular layer in cats with inflammatory bowel disease (IBD) and in cats with intestinal neoplasia. A thickened intestinal muscular layer was more frequently observed in cats with IBD but the thickness of this layer was not helpful in distinguishing cats affected by IBD or intestinal neoplasia. The aim of the third study was to describe the pattern of ultrasonographic contrast enhancement in cats with thickened intestinal muscular layer associated with IBD. In all cats with IBD, the increased thickness of the intestinal muscular layer was poorly associated with contrast enhancement compared to the other intestinal layers. Results confirm that thickening of the intestinal muscular layer in cats with IBD is not associated with significant increased vascularization of this intestinal layer.
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Valutazione della proteinuria e del follow-up clinico e clinicopatologico in cani affetti da Leishmaniosi canina / Proteinuria and clinical and clinicopathological follow-up in dogs with Canine Leishmaniasis

Russo, Samanta <1984> 12 July 2013 (has links)
Introduzione: la leishmaniosi canina (CanL) è una malattia infettiva, trasmessa da vettore e sostenuta da un protozoo, la Leishmania infantum. La CanL ha assunto sempre più importanza sia in medicina veterinaria che in medicina umana. La leishmaniosi è fortemente associata allo sviluppo di una nefropatia cronica. Disegno dello studio: studio di coorte retrospettivo. Obiettivo: individuare le alterazioni clinico-patologiche prevalenti al momento dell’ammissione e durante il follow-up del paziente, per identificare quelle con un valore prognostico maggiore. Materiali e metodi: 167 cani, per un totale di 187 casi trattati, con diagnosi sierologica e/o citologica di Leishmaniosi e dati ematobiochimici completi, elettroforesi sierica, analisi delle urine e biochimica urinaria comprensiva di proteinuria (UPC) ed albuminuria (UAC), profilo coagulativo (ATIII, d-Dimeri, Fibrinogeno) e marker d’infiammazione (CRP). Dei pazienti inclusi è stato seguito il follow-up clinico e clinicopatologico per un periodo di tempo di due anni e sono stati considerati. Risultati: Le alterazione clinicopatologiche principali sono state anemia (41%), iperprotidemia (42%), iperglobulinemia (75%), ipoalbuminemia (66%), aumento della CRP (57%), incremento dell’UAC (78%), aumento dell’UPC (70%), peso specifico inadeguato (54%) e riduzione dell’ATIII (52%). Il 37% dei pazienti non era proteinurico e di questi il 27% aveva già un’albuminuria patologica. Il 38% dei pazienti aveva una proteinuria nefrosica (UPC>2,5) e il 22% era iperazotemico. I parametri clinicopatologici hanno mostrato una tendenza a rientrare nella normalità dopo il 90° giorno di follow-up. La creatinina sierica, tramite un analisi multivariata, è risultata essere il parametro correlato maggiormente con l’outcome del paziente. Conclusione: i risultati ottenuti in funzione dell’outcome dei pazienti hanno mostrato che i soggetti deceduti durante il follow-up, al momento dell’ammissione avevano valori di creatinina, UPC e UAC più elevati e ingravescenti. Inoltre l’UAC può venire considerato un marker precoce di nefropatia e la presenza di iperazotemia all’ammissione, in questi pazienti, ha un valore prognostico negativo. / Introduction: Canine Leishmaniasis (CanL) is an infectious disease transmitted by the carrier and supported by a protozoan, Leishmania infantum. The CanL has become increasingly important in both veterinary medicine than in human medicine. Leishmaniasis is strongly associated with the development of a chronic nephropathy. Study design: retrospective cohort study. Objective: To identify the clinicopathologic changes prevailing at the time of admission and during follow-up of the patient, to identify those with a greater prognostic value. Materials and methods: 167 dogs, for a total of 187 cases treated with serological diagnosis and / or cytological diagnosis of leishmaniasis and complete data biochemistry, serum electrophoresis, urinalysis and urinary biochemistry including proteinuria (UPC) and albuminuria (UAC), coagulation profile (ATIII, d-dimers, fibrinogen) and markers of inflammation (CRP). Of patients included was followed the clinical follow-up and clinicopathologic for a time period of two years and were considered. Results: The main alteration clinicopathological were anemia (41%), iperprotidemia (42%), hyperglobulinaemia (75%), hypoalbuminemia (66%), increased CRP (57%), increased UAC (78%), increased UPC (70%), inadequate urine specific gravity (54%) and reduction of ATIII (52%). 37% of patients were not proteinuric and of these 27% had pathologic albuminuria. 38% of patients had a nephrotic proteinuria (UPC> 2.5) and 22% was azotemic. The clinicopathological parameters showed a tendency to return to normal after the 90th day of follow-up. Serum creatinine, using a multivariate analysis, was found to be the parameter most correlated with patient outcome. Conclusion: results obtained on the basis of the outcome of the patients showed that the patients who died during follow-up, at the time of admission had higher and worsening serum Creatinine, UAC and UPC. In addition, the UAC can be considered an early marker of kidney disease and the presence of azotemia on admission, in these patients, it has a negative prognostic value.
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Farmacocinetica della buprenorfina, e del suo metabolita norbuprenorfina, somministrata come infusione costante nel periodo post-operatorio in cagne sane sottoposte ad ovariectomia / Pharmacokinetics of buprenorphine, and its metabolite norbuprenorphine, administered as a constant rate infusion in the post-operative period to healthy bitches undergoing ovariectomy

Valgimigli, Simond <1976> 12 July 2013 (has links)
Il dolore non è solo una conseguenza della malattia ma un fattore patogeno che è di per se stesso in grado di perpetuare il danno all’organismo. Il suo trattamento non è quindi solo un atto di umanità ma un contributo ad arrestare la malattia e restituire la salute al paziente. Tra i farmaci più popolari per la terapia del dolore negli animali da affezione si trova la buprenorfina. Questa molecola viene impiegata con successo da anni nel cane e nel gatto per motivi riconducibili, oltre che alla sua efficacia (la sua potenza è diverse volte quella della morfina), alla lunga durata d’azione e alla scarsità degli effetti collaterali. Nonostante l’ampia diffusione e longevità del suo utilizzo, però, sappiamo poco della farmacocinetica di questa molecola negli animali da affezione; i dosaggi clinicamente impiegati sono di fatto estrapolati dagli studi nell’uomo oppure basati su semplici osservazioni degli effetti; i pochi dati farmacocinetici ottenuti nel cane fanno riferimento a singoli boli di dosi che non sempre corrispondono a quelle clinicamente impiegate. Nonostante la buprenorfina trovi il suo principale impiego nelle somministrazioni protratte a lungo (durante il periodo post-operatorio o la degenza ospedaliera) non è mai stato indagato il profilo farmacocinetico della molecola somministrata a boli ripetuti o come infusione continua. Il nostro studio si pone come obiettivo di indagare la farmacocinetica della buprenorfina somministrata come bolo di carico seguito da un’infusione costante a dosaggi considerati clinici in cani sani nel periodo post operatorio. Lo scopo ultimo è quello di sviluppare un protocollo per la somministrazione di questa molecola in modo prolungato in pazienti degenti ed addolorati per poi, in futuro, confrontare la somministrazione come infusione continua con i tradizionali boli ripetuti. Per lo studio sono state utilizzate giovani cagne adulte di taglia media o grande sottoposte ad intervento di ovariectomia. / Pain isn’t just a consequence of disease but a pathogenetic factor that is itself able to perpetuate the damage to the body. Its treatment isn’t just a matter of humanity but also a contribution to stop the disease and return the patient to health. Among the most popular drugs used for treating pain in pets is buprenorphine. This molecule has been successfully used for years in dogs and cats because, apart from its efficacy (considered to be several times the one of morphine), of its long duration of action and relative lack of side effects. Despite this ample diffusion and longevity in clinical use we don’t know much about pharmacokinetics of this molecule in pet animals; dosage and therapeutic plans are in fact either extrapolated from man or based on clinical observation; the only pharmacokinetic data available in dogs are from single administrations of dosages not always corresponding to clinically used ones. Despite buprenorphine being mainly used for prolonged administrations (in the post-operative period or during hospitalization) it’s never been studied the pharmacokinetic profile of this molecule administered as repeated doses or constant rate infusion. Our study aims at describing the pharmacokinetic of buprenorphine administered as a loading bolus of a dose in the therapeutic range followed by a constant rate infusion. We ultimately intend to develop a protocol for the prolonged administration of this molecule to clinical patients in pain and, eventually, compare the constant rate administration with traditional protocols based on repeating doses. For the purposes of the study young adult female dogs of average to large size were used that were spayed by ovariectomy.
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Metodi di misurazione e implicazioni dell'albuminuria e della proteinuria nel cane / Measurement methods and implications of albuminuria and proteinuria in dogs

Conti, Luisa <1981> 12 July 2013 (has links)
La proteinuria è un marker di danno renale nel cane. L’obiettivo dello studio è di valutare la capacità del dipstick urinario e dell’UPC di diagnosticare precocemente l’albuminuria nel cane. Sono stati raccolti 868 campioni di urina, con sedimento spento e assenza di ematuria, nell’Ospedale Didattico Veterinario della Facoltà di Medicina Veterinaria di Bologna. Per 550 campioni è stata effettuata l’analisi delle urine, la misurazione dell’UPC e dell’UAC, mentre UPC e UAC sono stati misurati in tutti gli 868 campioni. I campioni di urina sono stati analizzati con il metodo dipstick mediante lettura automatizzata. Utilizzando come valore di riferimento l’UAC è stata valutata l’accuratezza diagnostica del dipstick urinario e dell’UPC. L’intervallo di riferimento dell’UAC (0-0,024) è stato determinato utilizzando 60 cani sani. I dati raccolti sono stati classificati utilizzando differenti cut-off per il peso specifico urinario (1012 o 1030), per la proteinuria al dipstick (30 o 100 mg/dl), per l’UPC (0,2) e per l’UAC (0,024). Sono stati valutati l’agreement diagnostico e la correlazione di Spearman tra dipstick, UPC e UAC. E’ stata stimata l’accuratezza diagnostica misurando l’area al di sotto della curva di ROC nell’analisi dell’UAC. Il livello di significatività è stato definito per p < 0,05. Indipendentemente dal peso specifico urinario, l’agreement diagnostico tra dipstick, UPC e UAC è risultato forte (k=0,62 e k=0,61, rispettivamente; p<0,001) con valori di dipstick ≥30 mg/dl, debole (k=0,27 e k=0,26, rispettivamente; p<0,001) con valori di dipstick ≥100 mg/dl. L’accuratezza diagnostica del dipstick messa a confronto con UPC e con UAC è molto buona (AUC 0,84 e 0,84, rispettivamente; p<0,001) e i risultati negativi al dipstick presentano il 100% di sensitività. UPC e UAC sono fortemente correlate (r=0,90; p<0,001). Mettendo a confronto UPC e UAC, l’accuratezza diagnostica è risultata eccellente (AUC 0,94; p<0,001), con massima sensitività e specificità per UPC≥0.3. / Proteinuria is considered a marker of kidney damage in dogs. The aim of the study was to evaluate the ability of a urine dipstick test and UPC to early recognize albuminuric dogs. 868 canine urine samples without active sediment and macroscopic hematuria were collected in our Teaching Hospital. Urinalysis, UPC and UAC were available for 550 samples, while UPC and UAC were performed in 868 specimens. Urine samples were dipstick tested, using an automated reader. Considering UAC as the reference method, the diagnostic accuracy of dipstick test and UPC was evaluated. UAC reference interval (0-0.024) was determined from 60 healthy dogs. Data collected were categorized using different cut-offs for urine specific gravity (1012 or 1030), dipstick proteinuria (30 or 100 mg/dl), UPC (0.2) and UAC (0.024). Diagnostic agreement and Spearman's correlation between dipstick, UPC and UAC were evaluated. The diagnostic accuracy was estimated with the area under the ROC curve (AUC) analysis. Significance level was set at p < 0.05. Independently of urine concentration, diagnostic agreement between dipstick and UPC or UAC was substantial (k=0.62 and k=0.61, respectively; p<0,001) with positive dipstick results ≥30 mg/dl, and was fair (k=0.27 and k=0.26, respectively; p<0,001) with positive dipstick results ≥100 mg/dl. Diagnostic accuracy of dipstick compared to UPC and UAC was very good (AUC 0.84 and 0.84, respectively; p<0,001) and negative dipstick results presented 100% sensitivity. UPC and UAC were highly correlated (r=0,90;p<0,001). Comparing UPC with UAC, diagnostic accuracy was excellent (AUC 0.94; p<0,001), with maximum sensitivity and specificity for UPC ≥0.3.
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Caratterizzazione clinica, eziopatogenetica e ricerca di marker diagnostici nella poliradicoloneurite acuta idiopatica del cane / Clinical features, etiopathogenetic survey and biomarker findings of acute canine polyradiculoneuritis:26 cases

Gallucci, Antonella <1977> 12 July 2013 (has links)
La poliradicoloneurite acuta idiopatica (ACIP) è una patologia infiammatoria che interessa le radici di più nervi spinali, descritta soprattutto nel cane, più raramente nel gatto, caratterizzata da insorgenza acuta di paresi/paralisi flaccida. L’ACIP mostra notevoli similitudini con la sindrome di Guillan-Barrè dell’uomo (GBS), in cui la patogenesi è su base autoimmunitaria ed è stata correlata con la presenza di alcuni fattori scatenanti (trigger). Lo scopo di questo lavoro è stato quello di caratterizzare l’ACIP in 26 cani, descrivendone la sintomatologia, l’evoluzione clinica, i risultati degli esami diagnostici. La diagnosi si è basata sui riscontri dell’anamnesi, della visita neurologica e del decorso confermata, quando possibile, dai rilievi elettrodiagnostici. Su tutti i cani è stata valutata l’esposizione a specifici agenti infettivi (Toxoplasma gondii, Neospora canunim, Ehrlichia canis, Leishmania infantum), o altri fattori (come vaccinazioni) che potrebbero aver agito da “trigger” per l’instaurarsi della patologia; sull’intera popolazione e su 19 cani non neurologici (gruppo di controllo), si è proceduto alla ricerca degli anticorpi anti-gangliosidi. La sintomatologia di più frequente riscontro (25/26) ha coinvolto la funzione motoria (paresi/plegia) con prevalente interessamento dei 4 arti (24/25) . Sei cani hanno ricevuto una terapia farmacologica, che non ne ha influenzato il decorso, favorevole in 24/26 casi. In 9 pazienti è stata rilevata una precedente esposizione a potenziali trigger; in 10 casi si è riscontrato un titolo anticorpale positivo ad almeno un agente infettivo testato. In 17/26 cani si è ottenuto un titolo anticorpale anti-GM2 e anti-GA1; nella popolazione di controllo solo un caso è risultato positivo. Questi risultati hanno contribuito a consolidare le conoscenze di questa patologia, validando l’utilità della ricerca anticorpale anti-gangliosidica per la diagnosi di ACIP e facendo intravedere la possibilità che l’ACIP possa essere assimilate alla GBS anche dal punto di vista patogenetico, per la quale potrebbe essere considerata come modello animale spontaneo. / Acute canine idiopathic polyradiculoneuritis (ACIP) is an immune-mediated disorders affecting peripheral myelin and axons. It is described mainly in dogs, rarely in cats, and is characterized by an acute onset of flaccid paraparesis, which usually progresses rapidly to tetraparesis/tetraplegia. ACIP is considered to be the canine equivalent of the human peripheral nerve disorder Guillain-Barré syndrome (GBS) but an aetiological relationship remains to be demonstrated. In human medicine, various antecedent events have been associated with GBS, including bacterial or viral infections, thought to trigger the immune system. The aim of this work was to characterize the ACIP in 26 dogs, describing clinical signs, outcome and results of diagnostic tests. The ACIP diagnoses was based on history, neurological examination and outcome, confirmed by electrophysiological (21/26) features. It was also evaluated a potential exposure to specific infectious agents (Toxoplasma gondii, Neospora caninum, Ehrlichia canis, Leishmania infantum), or other factors such us vaccinations, as a trigger for the onset of the disease. Furthermore, the sera of all ACP dogs and 19 non-neurological control dogs were screened for IgG Antibodies to 10 glycolipids and their heteromeric complexes. The majority of dogs (25/26) showed gait abnormalities, which involved the four limbs in most cases (24/25). Only 6 dogs received drug treatment, that did not affected the outcome, which was favorable in 24/26. Nine dogs showed a previous exposure to triggers and in ten was detected a positive antibodies title against an infectious agent. The antibodies anti-GM2 and GA1 were detected in 17/26 of ACP dogs, whilst all controls except for one were negative for anti-glycolipid Antibodies. It suggested that, as in humans, anti-ganglioside antibodies could be an effective biomarker in confirming ACP diagnosis. This also might suggest that ACP share a similar pathophysiology with GBS, for which it could be considered a naturally occurring animal model
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Valutazione di marker diagnostici, epidemiologia e nuove prospettive terapeutiche nell' avvelenamento da rodenticidi anticoagulanti nel cane. / Evaluation of Diagnostic Marker, epidemiology and therapy in naturally anticoagulant rodenticide intoxicated dogs.

Senzolo, Mara <1982> 11 June 2014 (has links)
In Medicina Veterinaria l'avvelenamento da rodenticidi anticoagulanti è conosciuto e studiato ormai da anni, essendo una delle intossicazioni più comunemente riscontrate nelle specie non target. In letteratura si rinvengono numerose pubblicazioni ma alcuni aspetti sono rimasti ancora inesplorati.Questo studio si propone di valutare il processo infiammatorio, mediante le proteine di fase acuta (APPs), in corso di fenomeni emorragici, prendendo come modello reale un gruppo di soggetti accidentalmente avvelenati da rodenticidi anticoagulanti. I 102 soggetti avvelenati presentano un valore più elevato di proteina C reattiva (CRP)con una mediana di 4.77 mg/dl statisticamente significativo rispetto alla mediana delle due popolazioni di controllo di pari entità numerica create con cross match di sesso, razza ed età; rispettivamente 0.02 mg/dl dei soggetti sani e 0.37 mg/dl dei soggetti malati di altre patologie. Inoltre all'interno del gruppo dei soggetti avvelenati un valore di CRP elevato all'ammissione può predisporre al decesso. La proteina C reattiva assume quindi un ruolo diagnostico e prognostico in questo avvelenamento. Un'altra finalità, di non inferiore importanza, è quella di definire una linea guida terapeutica con l'ausilio di biomarker coagulativi e di valutare la sicurezza della vitamina K per via endovenosa: in 73 cani, non in terapia con vitamina k, intossicati da rodenticidi anticoagulanti, i tempi della coagulazione (PT ed aPTT) ritornano nel range di normalità dopo 4 ore dalla prima somministrazione di 5 mg/kg di vitamina k per via endovenosa e nessun soggetto durante e dopo il trattamento ha manifestato reazioni anafilattiche, nessuno dei pazienti ha necessitato trasfusione ematica e tutti sono sopravvissuti. Infine si è valutata l'epidemiologia dell'ingestione dei prodotti rodenticidi nella specie oggetto di studio e la determinazione dei principi attivi mediante cromatografia liquida abbinata a spettrofotometria di massa (UPLC-MS/MS). / Anticoagulant rodenticides (AR) are the most commonly used pesticides. They inhibit vitamin K epoxide reductase stopping vitamin K recycling. This will cause depletion of active coagulation factors II-VII-IX-X potentially leading to spontaneous bleeding. The first aim of this study is to measure acute phase proteins in 102 naturally affected dogs by AR intoxication, included in group 0. Two control populations of 102 randomly healthy (group 1) and sick (group 2) dogs were created and matched to group 0 for age, sex (including neutered status), and breed. In particular C-reactive protein (CRP) concentration was significantly (p<0.001) higher in group 0 (median 4.77 mg/dl) versus group 1 (median 0.02 mg/dl) and group 2(median, 0.37 mg/dl). The inflammatory process associated with hemorrhage is probably responsible for the higher CRP concentration. In group 0,CRP concentration was higher in non survivors vs survivors (p=0.04). CRP may be a useful diagnostic and prognostic marker in dogs with AR intoxication. The second aim of this study is to evaluate time to normalisation of activated partial thromboplastin time (aPPT) and prothrombin time (PT) after 5 mg/kg intravenously(IV) vitamin K treatment in 73 dogs with naturally AR intoxication. Four hours and 8 hours post-vitamin K administration (T4 and T8) a coagulation profile was repeated. There was a significant decrease in aPTT and PT between T0 and T4 (p<0.0001). All 73 dogs survived to discharge, none received blood transfusion or had an adverse reaction to IV vitamin k, and by T4 no dogs showed clinical signs of ongoing of external bleeding. This protocol with IV vitamin K administration seems to be safe and effective in treatment of dogs with naturally occurring AR intoxication. Epidemiology of AR intoxication in dogs and determination of responsible compounds by liquid chromatography tandem mass spectrometry has been also evaluated.
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Aspetti Ultrasonografici in Corso di Sviluppo Placentare e Adattamento Cardiovascolare nella Cavalla Gravida: ecografia bidimensionale, ecocardiografia ed ecocontrastografia (CEUS) / Sonographic Features during Placental Development and Cardiovascular Adaptation in Pregnant Mare: two-dimensional ultrasonography, echocardiography and contrast-enhanced ultrasound (CEUS)

Freccero, Francesca <1975> 15 April 2014 (has links)
In corso di gravidanza normale avvengono modificazioni emodinamiche centrali e periferiche volte a garantire le crescenti richieste nutritive dell'unità feto-placentare. L’ecografia con mezzo di contrasto (CEUS-Contrast Enhanced Ultrasonography) a base di microbolle offre una nuova opportunità di monitorare e quantificare la perfusione utero-placentare in condizioni normali e patologiche. L’ecocardiografia è stata ampiamente usata in medicina umana per valutare l’adattamento morfo-funzionale cardiaco materno durante la gravidanza. Gli scopi di questo lavoro prospettico sono stati di applicare, per la prima volta nella specie equina, un mezzo di contrasto di II generazione (Sonovue®), al fine quantificare la perfusione utero-placentare in corso di gravidanza normale, valutandone gli effetti sul benessere materno-fetale e di descrivere le modificazioni nei parametri ecocardiografici morfometrici e funzionali cardiaci, in particolare relativi alla funzione del ventricolo sinistro nel corso di una gravidanza fisiologica. Due fattrici sane di razza Trottatore sono state monitorate ecograficamente in maniera seriale durante l’intero corso della gravidanza, tramite esame bidimensionale, ecocontrastografia dell'unità utero-placentare, flussimetria Doppler delle arterie uterine, ecocardiografia materna in modalità bidimensionale, M-mode, Doppler e Tissue Doppler Imaging. I neonati sono stati clinicamente monitorati e gli invogli fetali esaminati. Il pattern di microperfusione utero-placentare è valutabile quali-quantitativamente tramite la CEUS e dimostra un’aumento del flusso a livello di microvascolarizzazione uterina con l'avanzare della gravidanza; non è stata rilevata la presenza di microbolle a livello di strutture fetali nè effetti dannosi sul benessere materno-fetale. In questo studio sono state osservate delle modificazioni cardiache materne in corso di gravidanza fisiologica, relative all'aumento della FC, del CO ed in particolare all'aumento delle dimensioni dell'atrio sinistro ed a modificazioni nelle onde di velocità di flusso e tissutali di riempimento del ventricolo sinistro. / During normal pregnancy central and peripherical haemodynamic changes occurr to meet the increased nutrient demand of the growing feto-placental unit. Microbubble-based contrast-enhanced ultrasound (CEUS) offers a new opportunity to monitor and quantify utero-placental perfusion in normal and abnormal pregnancy. Echocardiography have been widely used in human medicine to evaluate maternal cardiac structural and functional adaptation to pregnancy. The aims of this prospectic study were to apply for the first time a II generation sonographic contrast medium (Sonovue®) to quantify utero-placental perfusion during equine normal pregnancy, evaluating the effects on feto-placental and maternal well-being, and to describe echocardiographic changes in cardiac morphological and functional parameters, focusing on left ventricle function, during normal pregnancy in the mare. Two healthy Standardbred mares were evaluated by serial sonographic examinations during pregnancy, using two-dimensional ultrasonography, utero-placental unit contrast-enhanced ultrasound, uterine arteries Doppler and echocardiography, including two-dimensional, M-mode, Doppler and Tissue Doppler Imaging. Newborn foals and fetal membranes were also evaluated. CEUS allowed monitoring and quantification of utero-placental perfusion pattern and demonstrated an increase in uterine microcirculation blood-flow during pregnancy; no microbubbles were detected in the umbilical vein and fetal compartments and no adverse effects on fetal and maternal well-being were observed. In this study, maternal cardiac haemodynamic changes were observed during normal pregnancy, including an increase in heart rate and cardiac output, an increase in left atrium dimensions and changes in left ventricular filling flow and tissue Doppler velocity waves.
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Proteinuria e sindrome nefrosica nel cane: studio reptrospettivo di 338 casi / Proteinuria and Nephrotic Syndrome in dogs: a Retrospective Study of 338 cases

Isaya, Rosaria <1979> 04 May 2012 (has links)
La sindrome nefrosica (SN) è definita come la presenza concomitante di una proteinuria maggiore di 3.5g/24 h, ipoalbuminemia, ipercolesterolemia e presenza di edemi. I pazienti con SN sono più a rischio di quelli che presentano una nefropatia glomerulare non nefrosica (NNGD) per lo sviluppo di ipertensione, ipernatremia, complicazioni tromboemboliche e comparsa di insufficienza renale. In Medicina Veterinaria, la Letteratura riguardante l’argomento è molto limitata e non è ben nota la correlazione tra SN e gravità della proteinuria, ipoalbuminemia e sviluppo di tromboembolismo. L’obiettivo del presente studio retrospettivo è stato quello di descrivere e caratterizzare le alterazioni cliniche e clinicopatologiche che si verificano nei pazienti con rapporto proteine urinarie:creatinina urinaria (UPC) >2 con lo scopo di inquadrare con maggiore precisione lo stato clinico di questi pazienti e individuare le maggiori complicazioni a cui possono andare incontro. In un periodo di nove anni sono stati selezionati 338 cani e suddivisi in base ad un valore cut-off di UPC≥3.5. Valori mediani di creatinina, urea, fosforo, albumina urinaria, proteina C reattiva (CRP) e fibrinogeno sono risultati al di sopra del limite superiore dell’intervallo di riferimento, valori mediani di albumina sierica, ematocrito, antitrombina al disotto del limite inferiore di riferimento. Pazienti con UPC≥3.5 hanno mostrato concentrazioni di albumine, ematocrito, calcio, Total Iron Binding Capacity (TIBC), significativamente minori rispetto a quelli con UPC<3.5, concentrazioni di CRP, di urea e di fosforo significativamente maggiori. Nessuna differenza tra i gruppi nelle concentrazioni di creatinina colesterolo, trigliceridi, sodio, potassio, cloro, ferro totale e pressione sistolica. I pazienti con UPC≥3.5 si trovano verosimilmente in uno “stato infiammatorio” maggiore rispetto a quelli con UPC<3.5, questa ipotesi avvalorata dalle concentrazioni minori di albumina, di transferrina e da una concentrazione di CRP maggiore. I pazienti con UPC≥3.5 non presentano concentrazioni di creatinina più elevate ma sono maggiormente a rischio di anemia. / Nephrotic syndrome (NS) is defined as the concurrent presence of proteinuria greater than 3.5g/24 h, hypoalbuminemia, hypercholesterolemia, and extravascular fluid accumulation. Patients with NS are at higher risk than those who have a non-nephrotic glomerular nephropathy (NNGD) for the development of hypertension, hypernatremia, thromboembolic complications and the onset of renal failure. In Veterinary Medicine, there are few studies and correlation between NS and proteinuria, hypoalbuminemia, hypertension, underlying glomerular disease and development of thromboembolism are unknow. The objective of this retrospective study is to describe and characterize the clinical and clinicopathological abnormalities in patients with a urine protein:creatinine ratio (UPC) greater than 2, with the aim to characterize with greater precision the clinical status of these patients and identify the major complications that can suffer. In a period of nine years, 338 dogs were selected and divided according to a cutoff value of UPC≥3.5. Median values of creatinine, BUN, phosphorus, urinary albumin, C-reactive protein (CRP) and fibrinogen were above the upper limit of the reference range, median values of serum albumin, hematocrit, antithrombin were below the lower limit of reference range. . Patients with ≥ 3.5 UPC showed concentrations of albumin, hematocrit, calcium, Total Iron Binding Capacity (TIBC), significantly lower than those with UPC <3.5, concentrations of CRP, BUN and phosphate significantly higher. No differences between groups in the concentrations of creatinine, cholesterol, triglycerides, sodium, potassium, chloride, total iron and systolic blood pressure. Patients with a UPC ≥ 3.5 are likely to find in an "inflammatory condition" greater than those with UPC <3.5, this hypothesis is strengthened by lower concentrations of albumin, TIBC and a greater concentration of CRP. Patients with a UPC ≥ 3.5 do not have higher concentrations of creatinine, but are at increased risk of anemia.
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Clinicopathologic findings in thoroughbred horses during a high speed – short term competition

Lukacs, Robert Mihai <1983> 14 May 2014 (has links)
The aim of this study was to examine whether a real high speed-short term competition influences clinicopathological data focusing on muscle enzymes, iron profile and Acute Phase Proteins. 30 Thoroughbred racing horses (15 geldings and 15 females) aged between 4-12 years (mean 7 years), were used for the study. All the animals performed a high speed-short term competition for a total distance of 154 m in about 12 seconds, repeated 8 times, within approximately one hour (Niballo Horse Race). Blood samples were obtained 24 hours before and within 30 minutes after the end of the races. On all samples were performed a complete blood count (CBC), biochemical and haemostatic profiles. The post-race concentrations for the single parameter were corrected using an estimation of the plasma volume contraction according to the individual Alb concentration. Data were analysed with descriptive statistics and the percentage of variation from the baseline values were recorded. Pre- and post-race results were compared with non-parametric statistics (Mann Whitney U test). A difference was considered significant at p<0.05. A significant plasma volume contraction after the race was detected (Hct, Alb; p<0.01). Other relevant findings were increased concentrations of muscular enzymes (CK, LDH; p<0.01), Crt (p<0.01), significant increased uric acid (p<0.01), a significant decrease of haptoglobin (p<0.01) associated to an increase of ferritin concentrations (p<0.01), significant decrease of fibrinogen (p<0.05) accompanied by a non-significant increase of D-Dimers concentrations (p=0.08). This competition produced relevant abnormalities on clinical pathology in galloping horses. This study confirms a significant muscular damage, oxidative stress, intravascular haemolysis and subclinical hemostatic alterations. Further studies are needed to better understand the pathogenesis, the medical relevance and the impact on performance of these alterations in equine sport medicine.
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Sindrome di cushing nel cane: Nuove prospettive diagnostiche e terapeutiche / Cushing Syndrome in dogs: new diagnostics and therapeutic perspectives

Corradini, Sara <1983> 14 May 2014 (has links)
La sindrome di Cushing (SC) è una delle endocrinopatie più comuni nel cane. La diagnosi richiede l'integrazione di anamnesi, segnalamento, segni clinici, esami ematobiochimici, test endocrini specifici e diagnostica per immagini . Nel corso degli anni diversi sono i principi attivi testati per la terapia della SC del cane. In passato, il mitotane è stato il farmaco più utilizzato, sebbene il suo uso risulti complicato e non privo di potenziali effetti collaterali. Recentemente, il trilostano ha dimostrato di essere un trattamento efficace per il controllo dei sintomi ed è stato approvato per tale uso nel cane. Al fine di testare metodiche non invasive per la diagnosi di SC nel cane abbiamo valutato le concentrazioni di cortisolo nel pelo (HCC) .Queste risultavano significativamente più elevate nei cani con SC rispetto ai cani sani e malati. Questo test può essere quindi considerato una procedura diagnostica non invasiva in cani con un elevato sospetto di SC. Inoltre, a causa della difficile reperibilità dell’ACTH esogeno sono state valutate le concentrazioni di cortisolo basale come strumento di monitoraggio in cani con SC trattati con trilostano. Tuttavia la singola valutazione del cortisolo basale non rappresenta un parametro efficace ed accurato per il monitoraggio della terapia con trilostano. Sono stati inoltre valutati i fattori prognostici in cani con SC alla diagnosi. L' iperfosfatemia è risultata un riscontro comune nei cani SC, rappresentando un fattore prognostico negativo. La terapia chirurgica non è una procedura di routine nella SC del cane, tuttavia abbiamo descritto l'approccio di ipofisectomia transsfenoidale in un Galgo spagnolo di 8 anni con SC . Il cane è stato sottoposto per due volte ad ipofisectomia transsfenoidale che ha permesso di rimuovere completamente il macroadenoma ipofisario. In conclusione, questi studi ci hanno permesso di indagare alcuni aspetti patogenetici, clinici e diagnostici della SC del cane. / The Cushing Syndrome is one of the most common canine endocrinopathies. The diagnosis requires the integration of anamnesis, signalment, clinical signs, blood work, specific endocrine tests and the diagnostic imaging. Over the years several drugs were tested for the treatment of canine Cushing's syndrome (CS). In the past, mitotane has been the most widely used drug, although its use is complicated and with many potential side effects. Recently, trilostane has been proven to be an effective treatment for the control of symptoms and it is approved for this use in dog. In order to test noninvasive techniques as a diagnostic tool for dogs with CS we measured the hair cortisol concentrations (HCC). HCC were significantly higher in CS dogs compared with healthy dogs and sick control dogs.Because of the lack of specificity, this test could be considered a noninvasive procedure only in dogs with a high suspicion of HC. Moreover due to the difficult supplying of exogenous ACTH we evaluated the baseline cortisol concentration as a monitoring tool in dogs with CS treated with trilostane. It is evident from our study that the ACTH stimulation test cannot be replaced by basal cortisol concentration. We investigated the prognostic factors of dogs with newly diagnosed hypercortisolism and this study the hyperphosphatemia is a common finding in newly diagnosed CS dogs and represents a negative prognostic factor. The surgical therapy it is not a routine procedure in the canine CS however we described the transsphenoidal hypophysectomy approach in 8-year-old, female Spanish Galgo dog with CS. The dog was underwent for two time at transsphenoidal hypophysectomy that have removed the completely the pituitary macroadenoma. In conclusion, these studies allowed us to investigate some aspects of pathogenetic, clinical and diagnostic of the SC of the dog.

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