Nello studio vengono usate due indagini che analizzano il legame tra la criminalità organizzata nel territorio di Napoli e i bambini napoletani, assieme a un’indagine fatta sugli studenti della Liguria, del Lazio e della Toscana sul problema della mafia. Ci sono pochi studi su questo tema, e l’obiettivo di questa tesina è indagare il rapporto tra queste entità. Si intende qui indagare la differenza nella percezione e nella consapevolezza del fenomeno della criminalità organizzata, presso i bambini di Napoli e gli studenti intervistati nel Centronord. La visione dei bambini sul tema della camorra è di particolare interesse, perché sono gli esseri più deboli di ogni società, dipendono dagli adulti, e il loro parere non viene spesso preso in considerazione dalle indagini. Sembra che sia molto più comune invece descrivere e analizzare la camorra solamente come criminalità organizzata e da qui si può capire il successo che ha avuto ad esempio lo scrittore Roberto Saviano. Questa tesina intende per questo mettere in luce i pensieri, le idee e la consapevolezza che hanno gli intervistati delle due indagini. Inoltre, la tesina cercherà di riflettere su quali siano le vittime del fenomeno mafioso. La vittimologia fa parte della criminologia e oggi è un ramo fondamentale per la discussione della prevenzione dei reati. Dato che non esiste molta letteratura scientifica che si focalizza sul rapporto fra i bambini e la camorra, questa tesina vuole contribuire a sottolineare l’importanza del punto di vista dei più giovani, che rappresentano il futuro della nazione italiana. L’ipotesi di questa tesina sarà quella di verificare se gli studenti del Centronord attraverso questa inchiesta vittimizzano doppiamente i bambini di Napoli. Perché l’indagine del Centronord trae la conclusione che gli intervistati del Lazio, della Toscana e della Liguria sono vittime della mafia in genere, ma questo non sembra corrispondere alla realtà. In effetti gli studenti del centronord conoscono la mafia solo attraverso progetti scolastici e i media. A Napoli, invece, gli abitanti vivono sempre all’ombra della camorra e sappiamo che in questa zona non si rompe facilmente la cultura dell’omertà, mentre nelle regioni del Centronord è possibile vivere e parlare della mafia, senza rischiare di rimanere uccisi o minacciati pesantemente. La stessa indagine fatta sugli studenti del Centronord, che si conclude dicendo che essi manifestano maggiore maturità, approcci più sistemici e anche una maggiore consapevolezza della lotta alla camorra, non è forse del tutto obiettiva, perché non tiene conto della drammatica situazione dei loro coetanei del Sud. La tesina vuole considerare l’ipotesi che l’indagine del Centronord, invece di servire come studio di vittimologia, al contrario vittimizza i bambini del Sud doppiamente. In primo luogo dato che il punto di partenza dell’inchiesta del Centronord è di concepire gli intervistati stessi come vittime delle mafie. Ma non lo sono, perché non vivono nel mezzo del fenomeno mafioso e non sono poveri come i bambini napoletani delle periferie. In secondo luogo, gli autori dell’indagine del Centronord traggono la conclusione che il loro campione ha un’ampia consapevolezza di questo fenomeno e di conseguenza potrebbe avere un ruolo importante nella lotta alle mafie. In questa maniera si vittimizzano forse ulteriormente i bambini di Napoli, dato che essi non sono in grado, per circostanze esterne, di poter rompere allo stesso modo il silenzio imposto dalla camorra.
Identifer | oai:union.ndltd.org:UPSALLA1/oai:DiVA.org:umu-136821 |
Date | January 2017 |
Creators | Eriksson, Lotta |
Publisher | Umeå universitet, Institutionen för språkstudier |
Source Sets | DiVA Archive at Upsalla University |
Language | Italian |
Detected Language | Italian |
Type | Student thesis, info:eu-repo/semantics/bachelorThesis, text |
Format | application/pdf |
Rights | info:eu-repo/semantics/openAccess |
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