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Il Dionisismo nelle comunità puniche: il caso di Mozia / Dionysism in Phoenician and Punic communities: the Mozia case

La ricerca sul «Dionisismo nelle comunità fenicie e puniche: il caso di Mozia» prende in considerazione le diverse attestazioni del dionisismo quale si evidenziano, con le sue ricadute politiche e cultuali, nelle comunità fenicie e puniche della Sicilia, della Sardegna e della stessa Cartagine. Accanto ad una lettura testuale utile alla storicizzazione contestualizzata del fenomeno, fra cui lo stesso pitagorismo, si propone un corpus che comprende prodotti delle categorie artigianali che restituiscono iconografie di’ambientazione dionisiaca, testimonî dell'adozione sociale e pubblica di una cultualità la cui origine si mostra sempre più vicina a contesti vicino-orientali.
Da una rilettura storicizzata del dionisismo, quindi, si mettono in evidenza con un approccio multidisciplinare e comparativistico le caratteristiche del culto, di cui si sottolinea fra l’altro la componente ctonia. In particolare il santuario tofet, con le sue recenti riletture di santuario cittadino e pluricultuale, sembra proporre analogie fra il mlk e la ritualità dionisiaca. Analogie che confermano la vocazione mediterranea ed interculturali delle comunità fenicie e puniche e che in più di un caso daranno luogo a sincretismi che si trasmetteranno sino ed oltre l’età romana.
In questo colloquio interetnico Mozia svolge un ruolo non secondario insieme a Selinunte, vero e proprio laboratorio del sincretismo cultuale della Sicilia Occidentale pre-romana, dove i culti di Zeus Melichios e di Demetra si pongono come realtà rituali fra le più utili alla coesione sociale, quell’analoga coesione solciale elitaria perseguita dal dionisismo. / The research on “Dionysism in Phoenician and Punic communities: the Mozia case” takes into consideration the different attestations of Dionysism that emerge, with their political and cultural relapses, in the Phoenician and Punic communities of Sicily, Sardinia and Carthage herself. Beside a textual reading useful to a contextualized historicization of the phenomenon, including Pythagorism itself, it is here set a corpus that includes products of the handicraft classes that return iconographies of Dionysiac scenery, evidences of the social and public adoption of a creed whose origins appear increasingly closer to Near-East contexts.
A historicized reading of Dionysism is thus to point out, with a multidisciplinary and comparative approach, the features of the cult, of which is underlined the Chthonic element. In particular, the tofet sanctuary, with its recent reinterpretation as urban shrine, seems to suggest analogies between the mlk and the Dionysiac rituals. Analogies that confirm the mediterranean and intercultural vocation of the Phoenician and Punic communities and that, in more than a case, will give cause for syncretisms that will pass on to the Roman age and beyond.
In this interethnical exchange Mozia plays a primary role jointly with Selinunte, true laboratory of the cultural syncretism of pre-Roman West Sicily, where the cults of Zeus Melichios and Demeter stay as some of the most useful ritual realities for social cohesion; that similar elitist social cohesion pursued by Dionysism.

Identiferoai:union.ndltd.org:unibo.it/oai:amsdottorato.cib.unibo.it:6096
Date09 September 2013
CreatorsDe Vita, Paola <1981>
ContributorsAcquaro, Enrico
PublisherAlma Mater Studiorum - Università di Bologna
Source SetsUniversità di Bologna
LanguageItalian
Detected LanguageItalian
TypeDoctoral Thesis, PeerReviewed
Formatapplication/pdf
Rightsinfo:eu-repo/semantics/openAccess

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