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Per una teoria del godimento cinematografico : le implicazioni del concetto lacaniano di jouissance nello spettatore e nei film / Le concept lacanien de jouissance et ses implications chez le spectateur cinématographique et dans les films / The Lacanian Concept of Jouissance and its Implications in Spectatorship and Films

Salatino, Arianna 05 April 2013 (has links)
À travers l’analyse et l’interpretation de films du panorama italien et international des années cinquante jusqu’à aujourd’hui, ce travail vise à éclairer le fonctionnement et les modalités esthétiques et perceptives d’activation de la jouissance dans le dispositif cinématographique sur la base du tout dernier enseignement de Jacques Lacan.Après un étude soigné du concept de jouissance dans la psychanalyse lacanienne – un concept qu’il faut entendre en opposition à celui de plaisir, et en conflit permanent avec celui de désir, deux fondements de la théorie psychanalythique du cinéma – on relèvera l’insuffisance du régime scopique dans la situation de jouissance cinématographique, où grâce à l’entrée en jeu du corps, la dimension d’absence, de perte et d’inaccessibilité caractérisant le cinéma et son signifiant, se fait remplacer par une condition très marquée de materialité et de surplus de presence. Ça nous oblige à une révision partielle voire à une relecture generale des théories psychanalythiques classiques du cinéma, en remettant en question les processus mȇmes d’identification, croyance, voyeurisme et plaisir vecus par le spectateur , dont le corps ne peut plus être pensé uniquement dans sa composante imaginaire, mais aussi dans sa dimension organique et physiologique, qui est néanmoins présente dans la conception lacanienne de la jouissance. Ce travail est composé par une première partie théorique, où on analysera la genèse et le déroulement général de la notion de jouissance dans la pensée lacanienne et dans le dispositif cinématographique, et par une deuxième partie plus analytique, où on présentera des exemples de films particulièrement interessés par l’action de la jouissance. / Through an indepth analysis and interpretation of selected Italian and International films from of the 1950s to the present, this thesis intends to shed light on the possible mechanism of lacanian jouissance activated and enabled by cinematographic devices.Taking into consideration the teachings of Lacan, we will explore if it is possible to formulate a “theory of jouissance” in cinema. Starting with a detailed study of the concept of jouissance in lacanian psychoanalysis, followed by an examination of cinematic dispositif, we will highlight the inadequacies of the scopic regime in the cinematographic situation of jouissance. According to Lacan, when jouissance appears, body comes into play in its organic, physiological and clinical component, so that an excess of materiality and presence replace the state of absence, stillness and inaccessibility generally associated to the cinema and its signifier. It is therefore crucial to think about jouissance as a concept in complete opposition to that of pleasure and in permanent conflict with that of desire, the two cornerstones of psychoanalytical theory of the cinema. This calls for a thorough revision of classical studies in cinema and psychoanalysis. / Attraverso l’interpretazione e l’analisi di alcuni film del panorama italiano ed internazionale dagli anni Cinquanta ad oggi, la mia tesi si propone di mettere in luce il funzionamento dei possibili meccanismi di godimento (jouissance) attivati e attivabili dal dispositivo cinematografico sulla base dell’insegnamento dell’ultimo Jacques Lacan.Partendo da uno studio accurato di tale concetto nella psicoanalisi lacaniana – concetto da intendersi fondamentalmente in opposizione a quello di piacere e in conflitto permanente con quello di desiderio: due capisaldi della teoria psicoanalitica del cinema – sarà evidenziata l’insufficienza del regime scopico nella situazione di godimento cinematografico dal momento che, quando c’è jouissance, subentra il corpo, e il regime dell'eccesso di presenza viene a sostituire quello (tradizionalmente connesso al cinema e al suo significante) della mancanza e dell'inaccessibilità. Ne conseguirà una parziale revisione e un generale ripensamento delle teorie psicoanalitiche classiche del cinema, accompagnata da una rilettura dei procedimenti stessi di identificazione, credenza, voyeurismo e piacere, prendendo in considerazione lo stato percettivo di uno spettatore il cui corpo non è più limitato alla sua (pur fondamentale) componente immaginaria, ma va inteso anche nella sua dimensione organico-fisiologica. Ad una prima parte teorica, incentrata sulle dinamiche generali del godimento nella teoria lacaniana e nel dispositivo cinematografico, seguirà una parte più analitica in cui le meccaniche della jouissance verranno analizzate in rapporto ad alcuni film particolarmente debitori alle forme e a ai luoghi principali del godimento.
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L'ANGOSCIA CARTOGRAFICA DEL CINEMA. PERSISTENZA E CRISI DELLA RAGIONE CARTOGRAFICA NEL FILM CONTEMPORANEO / The Geographic Anxiety of Cinema. Persistence and Crisis of the Cartographic Reason in Contemporary Film

AVEZZU', GIORGIO 12 April 2014 (has links)
Lo studio approfondisce la questione dei rapporti tra la geografia e il cinema, in particolare il cinema contemporaneo. La “propensione geografica” del cinema, tipicamente individuata da molti studiosi, deve oggi confrontarsi con un problema fondamentale: quello di una riconsiderazione radicale dei limiti del discorso geografico, e della geografia intesa come scienza, come sapere e come progetto della modernità. In che modo un medium con un’antica vocazione geografica oggi interpreta, commenta, elabora la “crisi della ragione cartografica”? Le “forme cartografiche” del cinema, cioè le porzioni di testo filmico che riflettono sulla geograficità del medium, nel cinema recente non si limitano a dichiarare o a celebrare tale geograficità, ma la considerano come un problema. Se le forme cartografiche sono considerate in modo problematico nel cinema contemporaneo è perché il cinema stesso si è accorto, o si è convinto, che il proprio ruolo è cambiato, che non può più (forse non deve) guardare in un certo modo. Perché la crisi della ragione cartografica del cinema è un sinonimo della crisi strutturale della cinematograficità, di un modo di vedere il mondo, di un dispositivo, di una geometria che descriveva le posizioni di soggetti e oggetti, il loro valore e il loro significato. / This work explores the relationship between geography and cinema, especially contemporary cinema. The “cartographic penchant” of cinema, typically traced by many scholars, has to face a fundamental problem today: a radical reconsideration of the geographical discourse, and of geography intended as a science and an epistemic project of modernity. How does a medium with an ancient geographical vocation deal with the “crisis of cartographic reason”? The “cartographic shapes” of cinema, which are portions of filmic texts that mirror the “geographicity” of the medium, in contemporary cinema do not simply declare or celebrate that kind of geographicity, but they consider it as a problem. The reason the cartographic shapes are problematically represented by recent cinema is that cinema itself is aware, or became convinced, that its cultural role has changed, that it cannot understand the world in a certain way anymore. Because the crisis of cartographic reason of cinema is a synonym of a structural crisis of “cinematographicity”, of a way of looking at the world, of a dispositif, of a geometry that used to describe the positions of subjects and objects, their value and their meaning.

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