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Autonomia finanziaria degli enti territoriali al tempo della crisi, tra unione europea e garanzia dei diritti / Financial autonomy of local authorities at the time of the economical crisis, between European Union and guarantee of rightsMinni, Francesca <1982> 17 June 2014 (has links)
La tesi si propone di ricostruire la struttura attuale dell'autonomia finanziaria degli enti locali italiani, e in particolare le regioni italiane, alla luce delle riforme legislative e costituzionali approvate dal Parlamento italiano negli ultimi anni (come ad esempio il bilancio riforma costituzionale equilibrata del 2012). Lo studio si concentra sulla situazione italiana alla luce dei vincoli europei introdotti nel corso degli anni, da quelli contenuti nel Trattato di Maastricht a quelli derivati dalla crisi economica e finanziaria. L'obiettivo è quello di verificare se le scelte del legislatore italiano possano dirsi coerenti con il processo di unione politica europea e quali conseguenze abbiano avuto sulla garanzia dei diritti. In particolare, lo studio si concentra sulla garanzia dei diritti sociali nel contesto politico ed economico attuale, a livello europeo e nazionale, con particolare attenzione al diritto alla salute. / The thesis aims to reconstruct the current structure of the financial autonomy of local authorities Italians, and particularly the Italian regions, in the light of legislative and constitutional reforms approved by the Italian Parliament in recent years (such as the balanced budget constitutional reform of 2012) . The study focuses on the Italian situation in the light of European constraints that have taken place over the years from those contained in the Maastricht Treaty to those connected to the current economic and financial crisis. The aim is to verify whether the choices of the Italian legislature are consistent with the process of political European union and what consequences they have had on the guarantee of rights. In particular, the study focuses on the guarantee of social rights in the current political and economic environment, at a European and national level, with particular attention to the right to health.
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Il presidente del consiglio dei ministri nell'ordinamento vigente e nelle prospettive di riforma / The head of the government in the Italian Constitution and the perspective of reforms.Chirico, Domenico <1966> 17 June 2014 (has links)
“Il Presidente del Consiglio dei Ministri nell'ordinamento vigente e nelle proposte di riforma”.
La tesi si propone di ricostruire i caratteri propri della figura giuridica del Presidente del Consiglio nell’ordinamento vigente, sino alla analisi delle più recenti proposte di riforma costituzionale in tema.
La dimensione analitico-sistematica proposta è stata sviluppata in riferimento alle concrete dinamiche economiche, politiche ed istituzionali, in relazione alle quali si è inteso verificare il tipo di rapporto tra esigenze di stabilizzazione del ciclo economico ed esigenze di stabilizzazione degli esecutivi, dando il dovuto rilievo al processo di integrazione della Unione Europea, come “motore” delle istanze di riforma del sistema economico ed istituzionale.
Nel primo capitolo, si sono esplicitate le chiavi metodologiche secondo le quali si è inteso sviluppare il percorso di ricerca.
Nel secondo capitolo si è operata una ricostruzione del quadro ordinamentale a base statutaria, come termine iniziale per poter cogliere al meglio la configurazione del ruolo poi assunta nell’ordinamento repubblicano; ciò come premessa necessaria ad una corretta ricostruzione diacronica, di tutti gli elementi rilevanti per poter comprendere la portata delle proposte attuali.
Nel terzo capitolo, si è cercato di ricostruire il ruolo del presidente del consiglio, collocandolo nel quadro della dinamica attuazione/inattuazione dell’ordinamento repubblicano e alla luce dei caratteri del sistema politico, in modo da poter coniugare i tratti evolutivi imposti all’inquadramento della figura dalle dinamiche del sistema politico; così da poter conseguentemente cogliere gli elementi genetici di un dibattito politico istituzionale, che genera proposte di riforma organica, mediante l’analisi degli atti delle commissioni Parlamentari per le riforme.
Nel quarto capitolo, a partire dalla apertura di una fase di c.d. “transizione”, si ricostruiscono le proposte specificamente finalizzate al riassetto del Presidente del Consiglio prodotte dalle commissioni parlamentari per le riforme, segnando le tappe di un percorso ancora aperto e dall’esito incerto. / The work analyses the institutional characters of the head of the government, in particular appointing the powers about his ministers and the powers of the government in Parliament, in connections with the legislative procedures.
The analysis shows the importance of the party-system in conditioning the balance bitwin parliament and government. In particular, a plularistic asset of the party-sistem, based on a proportional electoral law, favourishes the weekness of the government. On this considerations, the istances of reform are oriented to enforce the government and simplify the party-system, in order to give as a result a “deciding democracy”, based on a strength Parliament and a strength Government.
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La lucha del Derecho contra el negacionismo: una peligrosa frontera. Particular estudio de los ordenamientos italiano y español / La lotta del diritto contro il negazionismo: Un confine pericoloso. Particolare studio degli ordinamenti spagnolo e italiano / The struggle of the Law against negationism: a dangerous border. Particular study of the Spanish and Italian legal systemTeruel Lozano, German Manuel <1986> 11 April 2014 (has links)
En la sociedad europea crece la preocupación por el retorno de tendencias fascistas y neonazis y por la extensión de ideologías xenófobas y antisemitas, algunas de ellas alimentadas a partir de tesis de negacionistas de aquellos trágicos eventos de nuestra historia reciente. La lucha frente a los discursos negacionistas se ha llevado más allá del ámbito social y académico, y se ha propuesto la incorporación en los ordenamientos jurídicos europeos de tipos penales específicos que incriminan este tipo de discurso: negar, banalizar, o justificar el Holocausto u otros genocidios o graves crímenes contra la humanidad. Esta legislación, que encuentra su mayor expresión en la Decisión marco 2008/913/JAI, aunque castiga un discurso socialmente repugnante, sin embargo presenta dudas en cuanto a su legitimidad con un sistema de libertades erigido sobre el pilar del pluralismo propio de los Estados democráticos. Surge así la cuestión de si pueden estar surgiendo «nuevos» delitos de opinión y a ello se dedica entonces la presente tesis.
El objetivo concreto de este trabajo será analizar esta política-criminal para proponer una configuración del delito de negacionismo compatible con la libertad de expresión, aunque se cuestionará la conveniencia de castigar penalmente a través de un específico delito este tipo de conductas. En particular se pretende responder a tres preguntas: en primer lugar, ¿el discurso negacionista debe ampararse prima facie por la libertad de expresión en un ordenamiento abierto y personalista y cuáles podrían ser las «reglas» que podrían servir como criterio para limitar este género de manifestaciones? La segunda pregunta sería entonces: ¿Cómo podría construirse un tipo penal respetuoso con los principios constitucionales y penales que específicamente incriminara este género de conductas? Y, como última pregunta: ¿Es conveniente o adecuada una política criminal que lleve a crear un específico delito de negacionismo? / In European society is growing the concern about the return of fascist and neo-Nazi ideologies and the spread of xenophobic and anti-Semitic, some of them fed from thesis which try to deny Holocaust and those tragic events. The struggle against these denier speeches has been carried beyond the social and academic level, and proposed the incorporation in the European legal systems of specific criminal offenses that incriminate this kind of speech: deny, trivialize, or justify the Holocaust or other genocides or serious crimes against humanity. It is a kind of speech socially repugnant, but this legislation, which finds the greatest expression in the Framework Decision 2008/913/JHA, presents doubts about its legitimacy in a system of freedoms built on the pillar of the pluralism of democratic States. Thus arises the question if new «crimes of opinion» can be emerging.
The specific objective of this thesis is to analyze this policy in order to propose a configuration of the «crime of (Holocaust) denial» compatible with freedom of expression, although the decision of punishing this type of behaviour through a specific crime will be criticized. In particular, the thesis would answer three main questions: firstly, denier speech must be prima facie protected by freedom of speech in an open and personalist constitutional order and what might be the "rules" that could serve as criteria to justify a limit to this kind of manifestations? Secondly, how a criminal offense specifically incriminating this kind of speech could be configured in a manner respectfully of the constitutional principles? Thirdly, it is convenient or appropriate a criminal policy which specific incriminate this kind of speech?
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Il Presidente della Repubblica in Albania tra evoluzione della forma di Stato e formale adozione del modello Italiano / Te President of the Republic of Albania in between evolution of the form of State and formal adoption of the Italian modelTafani, Ismail <1981> 17 June 2014 (has links)
La ricerca analizza la forma di Stato e di Governo e si focalizza nel ruolo importante del Capo dello Stato in funzione alla separazione dei poteri e consolidamento della democrazia in una Repubblica Parlamentare. Questa ricerca comparativa analizza l’evoluzione della forma di governo in Italia e Albania. La ricerca analizza nei dettagli l’evoluzione della forma di Governo, focalizzandosi all’istituzione del Capo dello Stato in Albania dall’indipendenza (1912), evidenziando il ruolo dell’Italia in quest’evoluzione. In maniera comparativa si analizza l’evoluzione dell’istituzione del Capo dello Stato in Italia fin dalla sua unita e gli altri sviluppi i quali servirono come modello per l’Albania, evidenziano l’influenza a livello internazionale che ebbe l’Italia per l’indipendenza dell’Albania, che portò al consolidamento dei loro rapporti. Questa ricerca analizza la collaborazione di questi due Stati la quale culmino con la loro Unione Personale identificandosi nello stesso Capo di Stato. La ricerca inoltre evidenzia che come questa fase sia stata superata dalla II Guerra Mondiale e la Guerra Fredda che vide questi Stati a sviluppare diverse forme di Governo. Per di più la ricerca evidenzia la trasformazione politico-istituzionale e il processo di cambiamento dell’Albania dopo la caduta del muro di Berlino che segno la fine del sistema comunista, che vide l’Albania ad adottare il modello Italiano per il Capo dello Stato. / This study analyses the important role of the Head of State on the separation of power and the consolidation of democracy in a Parliamentary Republic. This comparative study analyses the evolution on the form of governance in two respective countries Albania and Italy. The study develops in-depth analyses on the alteration of the form of governance indicating the evolution of the country’s President Institution in Albania from independence (1912) to democracy (1990) and the influence of Italy, decisive to the governance of the country. Comparatively, the analysis follows the alteration on the evolution of the Head of State in Italy pursuant to country’s unification and further developments, which served as a model for Albania, stating the international role Italy played towards Albanian’s independence which led to the consolidation of the cooperation between countries. This research draws an analysis on the collaboration between the abovementioned countries resulting the institutional unification and having a common leadership, practice abolished with the Second World War, identifying two different forms of governance in respective countries during the Cold War. Moreover, this study highlights institutional transformation and developments in Albania subsequent to the fall of Berlin Wall identified as the failure of communist regime, specifying Albania’s form of governance and Head of State pursuant to the Italian model.
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Il sindacato della Corte costituzionale sulle questioni a connotazione tecnico-scientifica. Tra ragionevolezza scientifica e discrezionalità politicaBattistella, Giulio 02 December 2022 (has links)
L’obbiettivo del presente lavoro è di analizzare le tecniche argomentative e i moduli decisori utilizzati dalla Corte costituzionale per vagliare la legittimità costituzionale delle leggi a contenuto scientificamente connotato. Con ciò ci si riferisce sia alle modalità argomentative attraverso le quali la Corte si appella al dato tecnico-scientifico per decidere nel merito una questione di costituzionalità su materia a carattere tecnico-scientifico, sia le tipologie decisorie che la Corte impiega per rimediare al vizio di legittimità che inficia la disposizione legislativa impugnata. Per prima cosa, si faranno alcune premesse necessarie a chiarire perché il diritto, in alcuni casi, sia legato alla scienza da un rapporto di intrinseca complementarietà, e attraverso quali canali queste due dimensioni vengano a comunicare. In seguito, si analizzeranno i caratteri del processo costituzionale e si passeranno in rassegna le ragioni per cui anche un giudizio di legittimità incentrato sul raffronto tra norme – o, come si suol dire, ‘astratto’ – non possa rimanere impenetrabile al dato fattuale esterno, dovendosi riferire ai fatti extra-giuridici per vagliare la conformità della disposizione impugnata alle norme parametro.
All’esito di queste considerazioni preliminari, si passerà ad analizzare in maniera sistematica la giurisprudenza costituzionale che si è pronunciata sulle questioni a connotazione scientifica, evidenziando il nesso che lega il parametro evocato e le cognizioni di scienza nella risoluzione del dubbio di costituzionalità. L’analisi giurisprudenziale si svilupperà lungo una traiettoria che mira a selezionare, essenzialmente, tre plessi tematici di sicuro rilievo costituzionalistico: l’importanza del dato scientifico nella costruzione delle fattispecie normative, l’ipotesi dell’individuazione di una ‘riserva di scienza’ che vincoli il legislatore a non interferire nelle valutazioni di natura prettamente scientifica, ed infine il rapporto tra sviluppo scientifico-tecnologico e ‘nuovi diritti’. Lo studio dei materiali giurisprudenziali permetterà di sviluppare, sul piano teorico, la discussione su alcuni problemi attuali del costituzionalismo e della giustizia costituzionale: la progressiva “concretizzazione” del processo costituzionale, l’emersione di uno specifico sindacato di ‘ragionevolezza scientifica’, il perfezionamento delle modalità di svolgimento del bilanciamento degli interessi, l’intensificazione del sindacato costituzionale sulle valutazioni di fatto del legislatore, la mobile linea del confine tra la discrezionalità del legislatore e i limiti al potere di sindacato del Giudice costituzionale, l’elaborazione di nuove tecniche decisorie tese a favorire il dialogo tra Corte costituzionale e Parlamento nella disciplina del ‘seguito legislativo’, ed infine il problema del coordinamento tra questi due organi nella garanzia dei diritti della persona (in specie, nel riconoscimento dei ‘nuovi diritti’). II A questi temi non è possibile dare risposte definitive. Nondimeno, lo studio della giurisprudenza costituzionale analizzata consente di trarre provvisoriamente alcune conclusioni, e di formulare qualche proposta in vista dei possibili sviluppi futuri. Il tema dell’incisività del sindacato giurisdizionale nel controllo sulle valutazioni di fatto del legislatore interessa trasversalmente tutti gli ordinamenti dotati di un sistema di giustizia costituzionale. Al momento si registra una netta tendenza all’intensificazione del sindacato, cui corrisponde la proporzionale diminuzione della discrezionalità del legislatore. A questo proposito, particolarmente significativa è l’esperienza del Tribunale costituzionale federale tedesco, che offre notevoli spunti per riflettere sulle potenzialità e i limiti di un sistema di giustizia costituzionale che tende a restringere ai minimi termini gli spazi di valutazione della politica.
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Gli enti locali territoriali nel nuovo disegno costituzionale / The Territorial Local Corporate Body in the New Constitutional SketchDE VITA, ANTONIO 04 May 2007 (has links)
Si analizza la posizione degli enti territoriali nel sistema in seguito alla riforma costituzionale del 2001, con riferimento agli aspetti e alle caratteristiche più importanti inerenti al loro status. / The position of the Territorial Corporate body is analyzed in the System Following the 2001 Reform Costituzionale, with reference to the aspects it is to the inherent most important characteristics to their status.
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I giudici del CSM. Il regime giuridico degli atti del CSM sullo status dei magistratiFranzoni, Simone <1977> 30 June 2008 (has links)
L’elaborato è dedicato all’esame della forma di emanazione e del sistema d’impugnazione
degli atti del CSM circa la carriera giuridica dei magistrati, con particolare attenzione alle numerose
implicazioni di livello costituzionale ed amministrativo sollevate dalla problematica.
I principali obiettivi perseguiti sono: a) la verifica della costituzionalità del sistema
predisposto dalla legge 24 marzo 1958, n. 195, la quale stabilisce che i provvedimenti consiliari
siano emanati con decreto presidenziale o ministeriale e che possano essere sindacati dai giudici
amministrativi; b) l’individuazione e la risoluzione delle ambiguità interpretative e dei dubbi
applicativi che sono emersi fin dall’introduzione della legge in parola e che tutt’ora continuano
costantemente a riproporsi, non avendo trovato compiuta sistemazione né in dottrina né in
giurisprudenza; c) la ricognizione e l’esame critico della prassi giurisprudenziale, specialmente in
ordine alle decisioni più recenti, tenuto conto della mancanza di studi aggiornati in merito pur a
fronte dell’ampio numero di pronunce.
Sulla base dell’ipotesi di partenza dell’irrinunciabilità, per la piena comprensione della
portata precettiva della legge sopra citata, di un’esaustiva analisi delle premesse teoriche necessarie
per una piena comprensione dello stessa, lo svolgimento è sostanzialmente articolato in due parti
fondamentali. La prima incentrata sulla ricostruzione del perimetro costituzionale dell’indagine, con
specifico riferimento all’assetto costituzionale della Magistratura. La seconda, riconducibile
nell’alveo proprio del “diritto amministrativo”, concernente a) il significato e la funzione da
attribuire alla forma di emanazione degli atti consiliari; b) i poteri ministeriali e presidenziali nella
fase di esternazione; c) la tipologia degli atti impugnabili e dei vizi sindacabili in sede
giurisdizionale.
Con la consapevolezza che lo sviluppo dell’argomento prescelto rappresenta un’angolazione
di visuale privilegiata relativamente allo svolgersi dei rapporti tra Potere Esecutivo ed Ordine
giudiziario, la tesi affronta complesse questioni di carattere generale quali il principio di
separazione dei poteri, il concetto di organo costituzionale e quello di autodichìa, la nozione di
autonomia pubblica, i princìpi di imparzialità ed uguaglianza. Il vaglio della giurisprudenza
costituzionale ed amministrativa, ampiamente richiamata, è condotto trattando a fondo, sia aspetti
connotati da un elevato tasso di tecnicità, come la disciplina del conferimento d’incarichi direttivi,
sia interrogativi concernenti diversi aspetti problematici. Segnatamente, l’indagine ha riguardato –
tra l’altro – l’ammissibilità del sindacato del giudice amministrativo sugli atti “amministrativi” delle
autorità non incardinate nella P.A.; la compatibilità dell’interpretazione evolutiva con l’art. 138
Cost.; la definizione di atto amministrativo; la stessa nozione costituzionale di pubblica
amministrazione. La presa d’atto della tendenza giurisprudenziale ad estendere il sindacato al vizio
di eccesso di potere conduce infine ad alcune riflessioni conclusive in merito alla conciliabilità del
ruolo assunto dal giudice amministrativo col quadro normativo delineato dai Costituenti.
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I LIVELLI ESSENZIALI DELLE PRESTAZIONI NELL'AMBITO DEL FEDERALISMO FISCALECINGOLANI, FABRIZIO 25 March 2013 (has links)
Si tratta di un esame dell'attuale legislazione sul federalismo fiscale, finalizzato a comprendere l'incidenza di tale novità legislativa sulla garanzia dei livelli essenziali delle prestazioni dei diritti civili e sociali. Particolare attenzione viene dedicata al rapporto tra risorse finanziarie e garanzia dei diritti. / Examination of the law on fiscal federalism, which aims to understand the impact of this new legislation on ensuring the basic level of performance of civil and social rights.
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UNA ISTITUZIONE DELLA DEMOCRAZIA. IL PARTITO POLITICO NELL'ORDINAMENTO REPUBBLICANOSAVOIA, GIOVANNI 06 February 2015 (has links)
Il lavoro indaga il tema della posizione costituzionale dei partiti politici ai sensi dell’art. 49 della Costituzione. L’interesse per tali soggetti, antico ma sempre attuale, è motivato dalla violenza delle critiche da cui sono investiti e, al contempo, dal loro ruolo tuttora centrale. In una prospettiva che si potrebbe definire neo-liberale, la tesi difende la centralità, nel sistema repubblicano, di queste istituzioni, ritenute indispensabili in una matura democrazia rappresentativa; al contempo, è affermata la necessità – e certamente la possibilità – costituzionale di una legislazione che garantisca la democraticità dell’attività dei partiti, anche nella loro vita interna, senza limitarsi alla questione del finanziamento e ai controlli sulla provenienza e sulla destinazione delle risorse economiche di queste organizzazioni. Ciò al duplice scopo di tutelare effettivamente i diritti del singolo all’interno dei partiti e di valorizzare il ruolo che la Costituzione assegna loro. / The aim of this study is to examine the constitutional position of political parties in accordance with art. 49 of the Italian Constitution. The interest for these groups, an ancient but living matter, is motivated by both the violent criticism against them and by their role, which remains fundamental. This study defends, from a “neo-liberal” point of view, the importance, in the republican system, of these institutions, which are considered to be necessary in a solid and mature representative democracy. At the same time, it asserts the constitutional need – and the possibility, of course – for a regulation that is able to guarantee the democratic nature of the parties’ work, even inside their internal activities, without focusing only on issues such as funding or inspections on the source and destination of the assets of these organizations. This regulation aims to protect the rights of the individual inside the parties and to value their role in accordance with the Constitution.
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ILLEGITTIMITA' DELLA LEGGE E AZIONE AMMINISTRATIVAGIANNELLI, VALENTINA 24 May 2017 (has links)
La ricerca indaga il tema dell’incidenza delle pronunce di incostituzionalità sull’azione amministrativa, con l’intento di osservare le interazioni tra Costituzione e Amministrazione. La trattazione muove dall’esame degli articoli 136 Cost. e 30 l. 87/1953 e rintraccia nel divieto di applicazione della norma incostituzionale (art. 30, co. 3, cit.) la chiave di attivazione dell’efficacia retroattiva delle pronunce di accoglimento. A seguito di un’analisi critica dell’idea tradizionale secondo cui tale divieto operi nel solo ambito processuale, si pone al centro della riflessione il rilievo per cui l’art. 30 co. 3 rappresenta una regola cogente non solo per il giudice, ma anche per l’amministrazione. Tale norma mira, infatti, a qualificare le norme illegittime come oggettivamente inapplicabili e non a connotare soggettivamente l’attività di disapplicazione delle stesse. Si rende, così, necessario esaminare l’autotutela amministrativa sui provvedimenti applicativi della legge illegittima: tale potere, esercitabile oltre i vincoli temporali dell’attività giurisdizionale, è quello che meglio consente di verificare gli eventuali vincoli posti dal giudicato costituzionale all’amministrazione. In particolare, la questione si sviluppa attorno a quei provvedimenti ad efficacia durevole non più impugnabili, che siano ancora produttivi di effetti all’indomani della declaratoria di incostituzionalità. / The research investigates the effects of the declaration of unconstitutionality of a law on the activities of the Public administration.
The analysis moves from article 136 of the Italian Constitution and art. 30 par. 3 of l.n. 87/1953, looking at the prohibition of the application of the (declared) unconstitutional law as the key to activate the retroactive effect of the declarations of unconstitutionality by the Constitutional court.
Following a critical analysis of the traditional idea that this prohibition operates only as a “procedural” rule, the emphasis is placed on the importance of art. 30 par. 3, which can be seen as a binding rule not only for the judge, but also for the administration itself.
The purpose of that rule can be seen, in fact, to “brand” unlawful rules as being objectively inapplicable by any public or private subject.
It is therefore necessary to focus on the possibility for the administration to re-examine its acts which were based on the unconstitutional law: that power, exercised beyond the time constraints of the judicial activity, is the one which best suits to verify the existence of constraints imposed by the judgments of the Constitutional court to the administration.
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