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L'evoluzione della tutela cautelare nel processo amministrativo / The evolution of interim legal protection in administrative proceedings

Vitiello, Boris <1980> 01 July 2014 (has links)
L’effettività della tutela cautelare, intesa come tutela tempestiva, adeguata e piena, è stata la linea cardine dell’evoluzione della giustizia amministrativa, che, nel corso di un periodo durato più di un secolo, grazie all’opera della giurisprudenza e della dottrina, si è strutturata oggi su un vero processo. Approdo recente, e allo stesso tempo, simbolo di questa evoluzione, è sicuramente il Codice del processo amministrativo emanato con il d. lgs. 2 luglio 2010, n. 104. La ricerca, di cui questo contributo costituisce un resoconto, è iniziata contestualmente all’entrata in vigore del nuovo testo, e quindi è stata anche l’occasione per vederne le prime applicazioni giurisprudenziali. In particolare la lettura del Codice, prescindendo da una mera ricognizione di tutto il suo lungo articolato, è stata fatta alla luce di una ponderazione, nell’attualità, non solo del principio di effettività, ma anche del principio di strumentalità che lega tradizionalmente la fase cautelare con la fase di merito. I risultati della ricerca manifestano la volontà del legislatore di confermare questo rapporto strumentale, per fronteggiare una deriva incontrollata verso una cautela dagli effetti alle volte irreversibili, quale verificatasi nell’applicazione giurisprudenziale, ma contestualmente evidenziano la volontà di estendere la portata della tutela cautelare. Guardando a cosa sia diventata oggi la tutela cautelare, si è assistito ad un rafforzamento degli effetti conformativi, tipici delle sentenze di merito ma che si sono estesi alla fase cautelare. I giudici, pur consapevoli che la tutela cautelare non sia una risposta a cognizione piena, bensì sommaria, intendono comunque garantire una tutela tempestiva ed effettiva, anche per il tramite di tecniche processuali particolari, come quella del remand, cui, all’interno della ricerca, viene dedicato ampio spazio. Nella sua ultima parte la ricerca si è focalizzata, sempre volendo guardare in maniera globale agli effetti della tutela cautelare, sul momento dell’esecuzione e quindi sul giudizio di ottemperanza. / During more than a century, the core of administrative justice evolution was the effectiveness of interim legal protection, that is a protection timely adequate and full. Thanks to case law and doctrine contribution, it is now structured on a complete judicial proceeding. Issued by legislative decree no. 104 of 2010, the Code of Administrative Proceeding is symbolic of this evolution (from now on, the Code). The present research begun at the time when the Code entered into force. For this reason, it is an opportunity to examine its first judicial application. In particular, the study of the Code aimed to an evaluation in the light of principle of effectiveness and the principle of instrumentality. The latter bounds traditionally interim protection with the judgment not only in the administrative actions but in any type of actions. The results show, on the one hand, a legislative confirmation of this instrumental relationship, in order to face uncontrolled drifts towards irreversible effects of interim protection, as partially noticed in case law, on the other, a desire to extend the scope of protection pending trial. In order to point out what the interim protection has become today, it is necessary to consider concrete effects of such measures on an application level. In that regard, binding effects have been strengthened along with suspension effects or not. Binding effects towards administrative decisions, typical of annulment actions, are now extended to a pre-trial moment . Judges are aware though that interim protection is not a full knowledge solution. However, they intend to ensure a timely and effective protection, even by peculiar technical proceedings such as remand, deeply analysed during the research. Finally, the last part of the present research focused on execution and compliance, still in the light of the effects of interim protection.
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Moduli consensuali nei rapporti tra Stato e autonomie territoriali e ruolo delle Conferenze / Consensual paradigms between the State and local authorities and the role of the Conferences

La Placa, Ennio <1983> 01 July 2014 (has links)
Ad oltre un decennio dalla riforma costituzionale del 2001, la non compiuta attuazione della stessa sembra condurre ad una nuova ed assai prossima revisione costituzionale. Nel mutato quadro costituzionale di quest’ultimo periodo l’attenzione e l’interesse sono stati richiamati da una grande quantità di accordi, di intese e di altri moduli consensuali, introdotti ed esitati nei rapporti tra Stato ed autonomie territoriali. Dall’esame del sistema delle Conferenze si è evidenziata la loro indispensabilità ai fini del coordinamento delle azioni politico –amministrative delle autonomie territoriali, ma è anche venuta fuori l’esigenza di ricorrere frequentemente ad altri tipi di moduli consensuali, spesso non tipizzati in ambito legislativo. I principi di sussidiarietà e di leale collaborazione inducono non di rado ad assumere, nella concretezza, forme eterogenee poco chiare e confuse (accordo, intesa, concerto, parere) che, pur considerati i contributi offerti dalla dottrina e dalla giurisprudenza, richiederebbero un intervento da parte del legislatore. L’approfondimento tematico ha rilevato, nel contesto di rapporti tra Stato ed autonomie territoriali, un movimento per così dire ondulatorio tra accese spinte autonomistiche e rimarcate esigenze centralistiche, lasciando ancora nella prospettiva una operativa ed efficiente armonia istituzionale. / More than one decade after the lack of implementation of the 2001constitutional reform leads to a forthcoming constitutional review. Recently, due to undergoing changes of the constitutional framework, the State and local authorities have focused their attention on establishing a large number of mutual agreements, arrangements and further consensual paradigms. The system of Conferences undertook an examination which emphasizes their essential role to coordinate both the political and administrative actions of local authorities, as well as necessity of further consensual paradigms rarely taken into account by the legislative field. The principles of subsidiarity and fairness often lead to unclear and confusing heterogeneous forms of agreements. although they are considered contributions of legal authors and jurisprudence, the intervention of the legislator should be required. Having regard to the relation between the State and the local autonomies, the analysis revealed an ambiguous trend between autonomist and centralist positions. In conclusion, in order to achieve significant and rapid changes in the second part of the Constitution, the aim is rationalization and simplification of the functions and procedures, which leads to time, energy and resources efficiency.
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Governo, strutture e trasformazioni nel sistema universitario / Governance, structures and transformations in the University system.

De Felice, Elisabetta <1985> 01 July 2014 (has links)
L’elaborato costituisce la fase di approfondimento conclusivo del lavoro scientifico svolto negli anni precedenti. In quest’ottica, a circa tre anni dalla sua entrata in vigore, esso risulta prevalentemente incentrato sull’analisi delle principali innovazioni imposte dalla legge 30 dicembre 2010, n . 240, recante "Norme in materia di organizzazione delle università, di personale accademico e reclutamento, nonché delega al Governo per incentivare la qualità e l'efficienza del sistema universitario", nel tentativo di individuare quali soluzioni ,più o meno differenziate in base alle specificità delle diverse realtà, gli atenei italiani abbiano prefigurato mediante la revisione dei propri statuti, organi e strutture, al fine di rispettare ed attuare il dettato legislativo e non comprimere i propri spazi di autonomia. Contemporaneamente, esso approfondisce l’orientamento della giurisprudenza amministrativa in materia, la quale proprio nel corso di quest’anno ha avuto più di un’occasione di pronunciarsi in merito, per effetto dell’impugnazione ministeriale di molti dei nuovi statuti di autonomia. Infine, non viene tralasciata l’analisi dei profili e aspetti del sistema universitario italiano non intaccati dal cambiamento, ai fini del loro coordinamento con quelli riformati, cercando di percorrere parallelamente più strade: dalla ricognizione e lo studio dei più autorevoli contributi che la dottrina ha recentemente elaborato in materia, all’inquadramento delle scelte effettuate in sede di attuazione dai singoli atenei, anche alla luce dei decreti applicativi emanati. Il tutto al fine di individuare, anche grazie a studi di tipo comparato, con particolare riferimento all’ordinamento spagnolo, nuove soluzioni per il sistema universitario che, senza la pretesa di giungere a percorsi di cambiamento validamente applicabili per tutti gli atenei, possano risultare utili alla definizione di principi e modelli base, nel pieno rispetto del dettato costituzionale e dei parametri individuati a livello europeo con il processo di Bologna e la strategia di Lisbona. / Three years after 240/2010 Act regarding entered into force, the present research focused on its main innovations. In order to identify such solutions, more or less differentiated according to the specific the different realities, Italian universities revised their statutes, organs and structures, in order to respect and implement the legislative requirements and do not compress the spaces of autonomy . At the same time, it points out this year administrative case law on the matter, when the Minister challenged some of the new statutes. Moreover, the present thesis highlights aspects of the Italian university system remained unchanged in the light of the reformed ones. On one hand, it analyses the most influential contributions made by the doctrine. On the other, the regulatory solutions adopted by individual universities , especially in light of the implementation decrees issued. At the end, in a comparative perspective – having particular reference to Spanish law – it aims to identify new solutions for the University system, such as the definition of principles and basic models in full compliance with the Constitution and the parameters identified at European level with the Bologna process and the Lisbon strategy.
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La natura del contratto di societa' mista in relazione alle prestazioni del socio privato / IPPP contract and private partner performance

Acri, Pietro <1985> 01 July 2014 (has links)
Il lavoro mira a fornire un complessivo inquadramento dell'istituto della società mista, identificato in primo luogo quale strumento di diritto privato a cui partecipano soggetti pubblici e soggetti privati. L'indagine si svolge su differenti piani di valutazione. Si dà ragione delle caratteristiche peculiari di tale contratto associativo e dei limiti che il nostro ordinamento impone allo sviluppo della figura. L'attenzione si sposta poi sulla specifica declinazione che il modello di società mista ha assunto in ambito europeo attraverso l'analisi del partenariato pubblico privato istituzionalizzato. L'istituto è di particolare interesse perchè individua nella società mista un modello organizzativo dai tratti specifici, all'interno del quale il ruolo del socio privato assume connotazioni e forme non comuni a tutti i modelli societari. La ricerca mira a mostrare come tale figura ha trovato riscontro nell'ordinamento interno e quali possibili sviluppi la stessa possa trovare in differenti campi della vita economica. In questi termini, si cerca di valutare quale sia l'incidenza delle procedure competitive nella costituzione e nella vita della società mista ed in che termini lo svolgimento delle attività affidate al socio privato debba essere inquadrato all'interno del rapporto di partenariato. Sul punto è centrale la declinazione fornita all'istituto in relazione ad uno specifico ambito di attività: i servizi pubblici locali di rilevanza economica. In questo contesto, particolarmente rilevante sul piano sistematico è la ricerca di un equilibrio tra il rispetto delle disciplina posta a tutela della concorrenza, ed il perseguimento delle finalità che hanno portato alla scelta di costruire una società mista. La scelta in favore di tale modello organizzativo pare infatti giustificata solo qualora essa apporti un reale vantaggio nella gestione del servizio e la realizzazione di concrete sinergie positive. / The present research aims to provide an view of IPPP, as an instrument of private law bringing together public and private entities. Firstly, it focuses on the peculiar characteristics as well as limitations of this type of contract. Institutionalised public-private partnerships are interesting having regard to operative organization, especially to the role of the private partner. Secondly, the research shows how the Italian legal system receipt this figure along with likely developments. In these way, the thesis assesses the impact of competitive procedures in the companies constitution and life, and how the execution of the tasks assigned to the private partner should be framed within the partnership. Moreover, a central point of the analyses is hoe such institutions are configured in relation to a specific area of activity: local public services. In this context, the balance between the protection of competition and the pursuit of the scope of the partnership has a special place. The choice of this operative solution seems justified only if it provides a real benefit in the management of the service and the realization of a real partnership.
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Il principio di consensualita' e la tutela dell'interesse pubblico nel governo del territorio. Un'analisi comparata / Consensuality and protection of the public interest in the urban planning. A comparative analysis.

De Donno, Marzia <1985> 01 July 2014 (has links)
La tesi di dottorato ha ad oggetto il principio di consensualità nell’agere amministrativo, inteso quale principio generale dell’ordinamento, che regola un’azione della Pubblica amministrazione di necessità funzionalizzata al perseguimento dell’interesse pubblico. E’ pertanto sull’oscillazione problematica tra un rapporto duale e dicotomico, che ricorre tra la dimensione bilaterale dell’uso di moduli negoziali pubblico-privati aventi ad oggetto l’esercizio del potere pubblico, e la prospettiva generale e collettiva che sottintende la cura dell’interesse pubblico, che si riflette nell’elaborato. Materia di studio prescelta è, poi, il governo del territorio, settore dell’ordinamento ove più diffusamente si concludono accordi amministrativi tra Pubblica amministrazione e privati. In particolare, l’analisi è rivolta allo studio delle tanto nuove quanto problematiche fattispecie denominate accordi “a monte” delle prescrizioni urbanistiche, che rappresentano l’espressione più alta, al momento, del principio di consensualità. I problemi di ammissibilità giuridica posti da una parte della dottrina hanno richiesto una ricerca di un possibile fondamento positivo espresso per gli accordi “a monte”, anche al fine di mettere al riparo le leggi regionali che li disciplinano, da eventuali dubbi di legittimità costituzionale. Tale ricerca è stata condotta anche attraverso l’ausilio del diritto comparato. E’ così, stato possibile riscontrare anzitutto l’esistenza del principio di consensualità in un numero considerevole di Paesi, salve alcune eccezioni, alla cui analisi è stato dedicato ampio spazio di trattazione (in particolare, la Francia). Per altro verso, le analoghe esperienze giuridiche provenienti da altri Stati europei (in particolare, la Spagna) sono state d’ausilio per la finale elaborazione di un possibile modello di procedimento per la conclusione degli accordi “a monte”; mentre la constatazione di comuni giustificazioni dottrinali ha permesso l’elaborazione di una nuova possibile natura giuridica da riconoscere agli accordi in parola (accordi normativi) e la definizione di precise ricadute pratiche e giuridiche quanto al rapporto. / The present thesis focus on consensus given by private persons in the administrative decision-making, as a general principle in administrative law. Having regard to administrative agreements, the protection of the public interest is the main theoretical problem, especially when they are used in urban planning. In particular, the present thesis concentrates on the study of a new type of agreements, by which Public authorities and individuals define the content of the same General Plan. Moreover, in a comparative perspective, the current research shows a considerable diffusion of administrative agreements in a different number of countries (Germany, Spain, Portugal, Netherlands, Poland, Austria) as well as in the European Union; while they are rejected in France and England. Finally, the results of the mentioned comparison contribute to the proposition of a theory about the agreements on General Plan’s content, concerning the act, the rapport and the procedure.
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Diseguaglianza e politiche sociali. La pluridimensionalità come criterio di impostazione e metodo di valutazione

Guglielmetti, Chiara <1976> 21 June 2007 (has links)
No description available.
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I limiti al diritto di proprietà derivanti dagli strumenti di pianificazione urbanistica. I vincoli urbanistici. / The limits to property right arising from urban planning instruments. The planning restrictions.

Dallari, Filippo <1976> 29 June 2012 (has links)
Nella prima parte viene ricostruito il concetto di vincolo espropriativo alla luce dell’elaborazione della giurisprudenza della Corte costituzionale e della Corte EDU, giungendo alla conclusione che rientrano in tale concetto le limitazioni al diritto di proprietà che: - derivano da scelte discrezionali dell’Amministrazione non correlate alle caratteristiche oggettive del bene; - superano la normale tollerabilità nel senso che impediscono al proprietario la prosecuzione dell’uso in essere o incidono sul valore di mercato del bene in modo sproporzionato rispetto alle oggettive caratteristiche del bene e all’interesse pubblico perseguito. Ragione di fondo della teoria dei vincoli è censurare l’eccessiva discrezionalità del potere urbanistico, imponendo una maggiore obiettività e controllabilità delle scelte urbanistiche. Dalla teoria dei vincoli consegue altresì che nell’esercizio del potere urbanistico l’Amministrazione, pur potendo differenziare il territorio, deve perseguire l’obiettivo del riequilibrio economico degli interessi incisi dalle sue determinazioni. L’obbligo della corresponsione dell’indennizzo costituisce la prima forma di perequazione urbanistica. Nel terzo e nel quarto capitolo viene analizzata la giurisprudenza civile e amministrativa in tema di vincoli urbanistici, rilevandone la non corrispondenza rispetto all’elaborazione della Corte costituzionale e l’incongruità dei risultati applicativi. Si evidenzia in particolare la necessità del superamento del criterio basato sulla distinzione zonizzazioni-localizzazioni e di considerare conformative unicamente quelle destinazioni realizzabili ad iniziativa privata che in concreto consentano al proprietario di conseguire un’utilità economica proporzionata al valore di mercato del bene. Nel quinto capitolo viene analizzato il rapporto tra teoria dei vincoli e perequazione urbanistica, individuandosi il discrimine tra i due diversi istituti non solo nel consenso, ma anche nella proporzionalità delle reciproche prestazioni negoziali. Attraverso la perequazione non può essere attribuito al proprietario un’utilità inferiore a quella che gli deriverebbe dall’indennità di esproprio. / In the first part, the concept of expropriation restriction is reconstructed in the light of the Constitutional Court and Court of Human Rights jurisprudence, concluding that restrictions on property right fall into this concept. They: - come from discretionary Administration choices not related to the objective characteristics of the property, - go beyond the normal tolerance, meaning they preclude the landlord to be in continued use or they affect the market value of the property disproportionately to the objective characteristics of the property and to the public interest pursued. Underlying reason of the planning restrictions theory is censoring the excessive discretion of the planning power by imposing a greater objectivity and controllability to land use decisions. From the planning restrictions theory it also follows that in exercising the planning power, although the territory could be differentiated, the Administration must pursue the target of balancing economic interests affected by its determinations. The obligation to a compensation payment is the first form of urban planning equalization. In the third and fourth chapters, the civil and administrative jurisprudence is analyzed on the subject of planning restrictions, noting the mismatch compared to the Constitutional Court elaboration and the incongruity of the application results. There is a focus on the need to overcome the criterion based on the zoning-localisations distinction and to consider conforming only those destinations feasible through private enterprise, which actually allow the owner to achieve an economic benefit proportionate to the market value of the property. The fifth chapter analyzes the relationship between planning restrictions theory and urban equalization. The distinction between the two institutions is not only in the consensus, but also in the proportionality of negotiating reciprocal contractual services. Through the equalization it can’t be attributed to the owner a utility lower than what would result from expropriation compensation.
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Le opere di urbanizzazione a scomputo degli oneri / Primary and secondary urbanization costs

Gastaldo, Valentina <1982> 02 July 2013 (has links)
Le considerazioni sviluppate in questo scritto si pongono come obiettivo quello di fare chiarezza sul delicato tema delle opere di urbanizzazione a scomputo. La normativa concernente la realizzazione delle opere pubbliche a scomputo totale o parziale degli oneri di urbanizzazione è stata oggetto di svariate modifiche e interpretazioni giurisprudenziali, che si sono susseguite dopo l'importante pronuncia della Corte di Giustizia Europea. E' con questa sentenza che i Giudici del Kirchberg introducono un particolare obbligo procedurale a carico dei privati: nel caso in cui singole opere superino i valori di rilevanza europea, esse devono essere affidate, applicando le procedure di gara previste dalla direttiva 37/93/CEE. Va precisato che sino a quel momento l'affidamento diretto delle opere al privato costituiva nell'ottica del Legislatore lo strumento per realizzare le infrastrutture necessarie per consentire gli insediamenti edilizi che la pubblica amministrazione spesso non era in grado di effettuare. In questo panorama legislativo la sentenza della Corte di Giustizia, appare del tutto dirompente. Infatti, introducendo il principio secondo cui anche la realizzazione diretta delle opere di urbanizzazione da parte del privato deve sottostare alle regole delle procedure europee in materia di appalti, mette inevitabilmente a confronto due normative, quella degli appalti pubblici e quella dell'urbanistica, che sino a quel momento erano riuscite a viaggiare in modo parallelo, senza dar luogo a reciproche sovrapposizioni. Il Legislatore nazionale ha, con molta fatica, recepito il principio comunitario ed è stato negli anni quasi costretto, attraverso una serie di modifiche legislative, ad ampliarne la portata. La presente ricerca, dopo aver analizzato i vari correttivi apportati al Codice degli appalti pubblici vuole, quindi, verificare se l'attuale quadro normativo rappresenti un vero punto di equilibrio tra le contrapposte esigenze di pianificazione del territorio e di rispetto dei principi comunitari di concorrenza nella scelta del contraente. / The arguments developed have as their aim to to clarify the issue of primary and secondary urbanization costs In the last fifteen years, the field of urban development law has, in fact, undergone a radical transformation. In particular, the legislation on primary and secondary urbanization costs have been the subject of several amendments and judicial interpretations, that have taken place after the important decision of the European Court of Justice (case "Bicocca" 12 / 07/2001 - C 399/98). It should be noted that until that time the direct assignment of the works on the property developer represented, for the Legislator the tool to create the necessary infrastructure to allow the building settlements that the government was often not able to make. In this scenario the judgment of the Court of Justice has a major impact. In fact, by introducing the principle according to which even the direct execution of urbanization by the private party must submit to the rules of European procedures for procurement, inevitably puts comparing two laws, the public works and the planning, which until at that time were able to go in parallel, without giving rise to mutual overlapping. The present study, after analyzing the various amendments over the Code of public contracts will, therefore, determine whether the current regulatory framework provides for a true point of balance between the conflicting requirements for land use planning and compliance with the principles of competition in the Community choice of contractor.
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L'esecuzione del giudicato amministrativo nell'esperienza italiana e tedesca: le soluzioni al problema dell'inottemperanza

Secchi, Federico January 2010 (has links)
La tesi si propone di analizzare il problema dell'esecuzione della sentenza amministrativa passata in cosa giudicata nell'esperienza italiana e tedesca, illustrando le soluzioni che i due ordinamenti hanno approntato per fronteggiare l'inottemperanza della p.a. agli obblighi da essa scaturenti. L'analisi à ̈ estesa anche all'esperienza francese - esaminata in maniera piÃ1 sommaria - quale ulteriore elemento di comparazione, anche in ragione delle affinitÃ&nbsp; che la stessa presenta rispetto al sistema tedesco, relativamente alle soluzioni adottate rispetto al problema dell'esecuzione del giudicato.
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La tutela giurisdizionale avverso i provvedimenti in materia di immigrazione e i principi della CEDU

Mitzman, Elena January 2014 (has links)
La tesi analizza l’impatto della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) sulla disciplina delle tutele giurisdizionali avverso i provvedimenti amministrativi, adottando come caso di studio quello dei provvedimenti in materia di immigrazione (ingresso, soggiorno ed espulsione). La tesi osserva come la giurisprudenza della Corte EDU abbia elaborato importanti standard di tutela processuale in materia di immigrazione e rileva come in altri ordinamenti Europei (Francia, Belgio e Regno Unito) tali principi abbiano esercitato un’influenza maggiore che in Italia sulla disciplina della materia. Ciò, sia per effetto di alcune importanti sentenze di condanna della Corte EDU a carico di tali Stati (che hanno influenzato soprattutto l’attività dei legislatori nazionali), sia in conseguenza dell’applicazione diretta dei principi CEDU da parte degli operatori nazionali (in particolare i giudici). Nell’ordinamento italiano, invece, l’interpretazione dei principi costituzionali di effettività della tutela sono stati meno decisivi e la CEDU stessa ha esercitato un’influenza meno diretta sui profili processuali della materia. La tesi afferma che, attraverso la clausola di adeguamento alla CEDU fornita dall’art. 117 Cost., sarebbe possibile richiamare gli standard elaborati dalla Corte di Strasburgo in funzione integratrice rispetto ai parametri nazionali. In particolare sarebbe possibile formulare un principio costituzional-convenzionale di effettività della tutela fondato sul combinato disposto tra art. 24 Cost. e art. 13 CEDU, applicabile sia dai giudici comuni (attraverso il meccanismo dell’interpretazione adeguatrice del diritto nazionale), sia dal giudice costituzionale (al fine di esercitare un sindacato più penetrante sulla discrezionalità del legislatore in tema di garanzie processuali dello straniero). Sulla base di questo principio, si individuano i profili più problematici che l’ordinamento italiano presenta e si formulano alcune proposte, alla luce della giurisprudenza della Corte EDU e dell’analisi comparatistica, al fine di adeguare i relativi istituti ai parametri della CEDU. Si osserva inoltre come alcune sentenze della Corte Costituzionale e di alcuni giudici comuni operino già delle aperture, in questa materia, ai principi sostanziali della Convenzione. Pertanto, l’adeguamento agli standard processuali costituirebbe un intervento coerente con tali tendenze, anche al fine di assicure l’effettività stessa dei relativi risultati.

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