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Diritto d'autore e interesse pubblico nella società dell'informazione

Spedicato, Giorgio <1978> 03 June 2008 (has links)
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Il Corpo condiviso. Argomenti per l'introduzione del paradigma di reciprocità nell'etica della donazione di organi

Marziani, Andrea <1980> 03 June 2009 (has links)
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Una implementazione della Logica Defeasible Temporale per il ragionamento giuridico

Rubino, Rossella <1980> 08 July 2009 (has links)
La presente tesi descrive l’implementazione in Java di un algoritmo per il ragionamento giuridico che cattura due sue importanti peculiarità: la defeasibility del ragionamento normativo e il concetto di tempo. “Defeasible” significa “ritrattabile” e sta ad indicare, appunto, quegli schemi di ragionamento nei quali è possibile rivedere o ritrattare le conclusioni tratte precedentemente. Il tempo è essenziale per un’accurata rappresentazione degli scenari presenti nel mondo reale e in particolare per gli scenari giuridici. I profili temporali delle norme sono essenzialmente due: (i) tempo esterno della norma, cioè il periodo durante il quale la norma è valida cioè appartiene al sistema giuridico; (ii) tempo interno della norma che fa riferimento al periodo in cui la norma si applica. In particolare quest’ultimo periodo di tempo coincide con il periodo in cui le condizioni presenti nella norma devono presentarsi affinché essa produca i suoi effetti. Inoltre, nella tesi viene presentata un’estensione della logica defeasible in grado di distinguere tra regole con effetti persistenti, che valgono non solo per l’istante in cui si verificano le premesse ma anche per ogni istante successivo, e regole con effetti transitori, che valgono per un singolo istante. L’algoritmo presentato in questa tesi presenta una complessità lineare nelle dimensioni della teoria in ingresso e può interagire con le applicazioni del web semantico poiché elabora teorie scritte in Rule-ML, un linguaggio basato su XML per la rappresentazione di regole.
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Trasformazione delle condizioni di fiducia in medicina. Un'analisi etica e bioetica

Ficorilli, Antonella <1979> 03 June 2009 (has links)
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Possibilità e limiti dei diritti al patrimonio genetico

Abicca, Renata <1977> 03 June 2009 (has links)
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Libertà fondamentali e privative d'autore nella società dell'informazione: profili giuridici e tecnologici

Bisi, Silvia <1979> 08 July 2009 (has links)
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La frammentazione delle fonti nella regolazione delle Autorità Indipendenti

Rossi, Michela <1975> 08 July 2009 (has links)
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Information Architecture Modeling for Historical and Juridical Manuscript Collections

Resmini, Andrea <1966> 14 July 2010 (has links)
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La diagnosi genetica preimpianto: argomenti favorevoli e contrari alla sua legittimità

Rossini, Germano <1965> 09 June 2010 (has links)
Questa tesi ricostruisce la storia della giurisprudenza italiana che ha riguardato la legittimità o meno dell’impiego della diagnosi genetica preimpianto nell’ambito della procreazione medicalmente assistita, dall’emanazione della legge 40 del 2004 a tutt’oggi. Ed in particolare questa tesi si prefigge due obiettivi: uno, individuare ed illustrare le tipologie di argomenti utilizzati dal giurista-interprete per giudicare della legittimità o meno della pratica della diagnosi preimpianto degli embrioni prodotti, mediante le tecniche relative alla procreazione assistita; l’altro obiettivo, mostrare sia lo scontro fra i differenti argomenti, sia le ragioni per le quali prevalgono gli argomenti usati per legittimare la pratica della diagnosi preimpianto. Per raggiungere questi obiettivi, e per mostrare in maniera fenomenologica come avviene l’interpretazione giuridica in materia di diagnosi preimpianto, si è fatto principalmente riferimento alla visione che ha della detta interpretazione la prospettiva ermeneutica (concepita originariamente sul piano teoretico, quale ermeneutica filosofica, da H.G. Gadamer; divulgata ed approfondita sul piano giusfilosofico e della teoria dell’interpretazione giudica in Italia, fra gli altri, da F. Viola e G. Zaccaria). Così, in considerazione dei vari argomenti utilizzati per valutare la legittimità o meno della pratica della diagnosi preimpianto, i motivi per i quali in ultimo il giurista-interprete per giudicare ragionevolmente, deve ritenere legittima la pratica della diagnosi preimpianto sono i seguenti. I principi superiori dell’ordinamento e talune direttive giuridiche fondamentali dell’ordinamento, elaborate della giurisprudenza, le quali costituiscono la concretizzazione di detti principi e di una serie di disposizioni normative fondamentali per disciplinare il fenomeno procreativo, depongono per la legittimità della diagnosi preimpianto. Le tipologie degli argomenti impiegati per avallare la legittimità della diagnosi preimpianto attengono al tradizionale repertorio argomentativo a cui attinge il giurista, mentre la stessa cosa non si può dire per gli argomenti usati per negare la legittimità della diagnosi. Talune tipologie di argomenti utilizzate per negare la legittimità della diagnosi preimpianto costituiscono delle fallacie logiche, per esempio l’argomento del pendio scivoloso, e soprattutto le tipologie degli argomenti utilizzati per sostenere la legittimità della diagnosi preimpianto sono per lo più caratterizzate dalla ragionevolezza ed applicate per lo più opportunamente. Poi, si può osservare che: determinati argomenti, associati dal giurista-interprete ai principi i quali depongono per l’illegittimità della diagnosi preimpianto, facendo leva sulla categoria della possibilità, ed equiparando attualità e possibilità, privilegiano l’immaginazione alla realtà e portano a risultati interpretativi non razionalmente fondati; mentre gli argomenti associati dal giurista-interprete ai principi i quali depongono per la legittimità della diagnosi preimpianto, facendo leva sulla categoria della attualità, e tenendo ben distinte attualità e possibilità, privilegiano l’osservazione della realtà e portano a risultati razionalmente fondati. / This thesis rebuilds the history of Italian jurisprudence on the legitimacy of the practice of preimplantation genetic diagnosis, in the field of medically-assisted procreation, since the enacting of law No. 40 in 2004. In particular the aims of this thesis are two: the former is to identify and explain the types of arguments used by the Italian Courts, that is jurists-interpreters to judge the legitimacy of the practice of preimplantation diagnosis of the produced embryos, through the techniques of assisted procreation; the latter is to show the fight between different arguments and show the reasons on the basis of which there is a prevalence of the arguments used to legitimate the practice of preimplantation diagnosis. To reach these goals, and to show in a phenomenological way how the judges made the interpretations in the matter of preimplantation genetic diagnosis, mainly I have made reference to the interpretation view of hermeneutic perspective (originally conceived in the theoretic dimension, as philosophical hermeneutica, by H.G. Gadamer; divulged and deepened in the theory and philosophy of law dimension in Italy, among others, by F. Viola and G. Zaccaria). Thus, in consideration of different kinds of arguments used to value the legitimacy of the practice of preimplantation diagnosis, the reasons why definitively the jurists-interpreters, to judge reasonably, must consider legitimate the practise of preimplantation genetic diagnosis are as follows. The superior principles of the legal system and some jurisprudential fundamental rules made by the judges, rules which realize these principles and many fundamental law provisions concerning procreation, sustain the legitimacy of preimplantation diagnosis. The types of arguments used to assert the legitimacy of preimplantation diagnosis belong to the traditional stock of arguments used by jurists, instead we cannot tell the same thing about arguments used to deny the legitimacy of the diagnosis. Some types of arguments used to deny the legitimacy of the preimplantation diagnosis consist in logical fallacies, for example the argument of slippery slope, and above all the kinds of arguments used to sustain the legitimacy of the preimplantation diagnosis usually are characterized by reasonableness and are usually applied correctly. Then, we can note that certain arguments, associated by the jurists-interpreters to the principles sustaining the illegitimacy of preimplantation diagnosis, making reference to the category of possibility, and equalizing topicality and possibility, privilege imagination rather than reality and lead to interpretation results which are not based on rationality; instead the arguments associated by the jurists-interpreters to the principles sustaining the legitimacy of preimplantation diagnosis, making reference to the category of topicality, and distinguishing definitely topicality and possibility, privilege the observation of reality and lead to interpretation results based on rationality.
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E' possibile giustificare moralmente l'obiezione di coscienza in campo medico?

Minerva, Francesca <1981> 09 June 2010 (has links)
Scopo di questa tesi di dottorato è stabilire se l’obiezione di coscienza in ambito medico sia moralmente giustificabile. Esistono essenzialmente tre tipi di rifiuto motivati dall’obiezione di coscienza (1) rifiuto di informare un paziente relativamente alle opzioni terapeutiche come ad esempio l’uso di un contraccettivo di emergenza o l’interruzione volontaria di gravidanza (2) rifiuto di rinviare un paziente che chiede un particolare intervento (o terapia) presso un collega non obiettore (3) rifiuto di svolgere in prima persona una certa attività richiesta dal paziente Per rispondere a questo interrogativo si è svolta un’analisi filosofico-morale dei principali argomenti utilizzati dalla letteratura su questo tema per giustificare o per negare un diritto morale all’obiezione di coscienza degli operatori sanitari. Il diritto degli operatori sanitari all’integrità morale e a non essere complici di attività ritenute immorali dev’essere infatti confrontato con il diritto dei pazienti ad avere un’assistenza sanitaria efficiente, a poter compiere scelte autonome riguardo alla propria salute e ad essere informati relativamente a tutte le opzioni terapeutiche disponibili. Nel corso dell’intero lavoro è stato dimostrato come suddetti diritti dei pazienti sono facilmente e frequentemente violati a causa dell’incidenza dell’obiezione di coscienza in ambito medico. L’analisi condotta nel corso del lavoro di tesi si concentra fondamentalmente su quattro importanti aspetti del problema quali diritto all’integrità morale dell’ operatore sanitario, obblighi professionali, cooperazione al male e laicità dello stato. Alla fine del lavoro di analisi si è giunti alla conclusione che: le obiezioni di tipo (1) e (2) non sono mai moralmente giustificabili perché comportano sempre una violazione dei diritti fondamentali del paziente. Le obiezioni di coscienza di tipo (3) sono moralmente accettabili solo quando non impongono un peso eccessivo al paziente, vale a dire quando il rinvio presso un collega non obiettore è veloce, sicuro e agevole. Tuttavia le condizioni ideali in cui vengono rispettati i criteri minimi di ammissibilità dell’obiezione di coscienza di tipo (3) non si verificano quasi mai nella realtà dei fatti (per ragioni ampiamente spiegate nel corso del lavoro), per cui tali obiezioni risultano in pratica solo raramente accettabili da un punto d vista morale. / This dissertation investigates whether conscientious objection in medicine is morally justifiable. I first distinguish between three types of conscientious objection: (1) where health workers refuse to inform a patient about a possible therapeutic option as an emergency contraceptive or a vaccination or an abortion, (2) where health workers refuse to refer a patient who asked for a certain medicine or intervention to a willing colleague and (3) where health workers refuse to personally engage in a certain therapeutic activity. I then consider the most important arguments used to justify or to deny a moral right to conscientious objection among health workers. The rights to moral integrity and to not be an accomplice to activities one considers immoral ground the main arguments used to defend a right to conscientious objection by health workers. On the other hand patients have rights to make autonomous decisions about their own healthcare, to be informed about the therapeutic options available, to have access to legal and safe treatments and to an efficient health care system. These patients' rights are very likely to be violated when many health workers refuse to practice certain activities because of their conscientious objections to them. My analysis focuses on four relevant aspects of this issue : a right to moral integrity, professional duties, cooperation with evil and secularism. I reach the conclusion that conscientious objections of types (1) and (2) are never justifiable, as they always violates a patient’s rights to be informed, to decide autonomously, and to have access to the best therapies. I conclude that conscientious objections of type (3) are justifiable just when they don’t impose an unreasonable burden on the patient, which means, in practice, that making a referral is immediate, safe and easy. However I also show that this is rarely the case, so that conscientious objections of type (3) are rarely morally justifiable.

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