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Lo spazio senso-motorio come rappresentazione dei comportamenti intersoggettivi : una nuova ipotesi sperimentale dalla filosofia alle neuroscienze / L'espace sensori-moteur en tant que "représentation" des conduites intersubjectives : une nouvelle hypothèse expérimentale entre philosophie et neurosciences / Sensori-motor space as representation of intersubjective behaviours : a new experimental hypothesis from philosophy to neuroscienceTeneggi, Chiara 21 May 2013 (has links)
La recherche s'appuie sur trois hypothèses fondamentales : 1) il existe un lien entre les processus cognitifs de bas et haut niveau; 2) l'espace sensori-rnoteur est une perception subjective; et 3) l'espace sensori-rnoteur varie en fonction des différentes conduites à l'intérieur des interactions sociales. La thèse soutient que l'espace sensori-rnoteur se laisse modeler par la simple co-présence humaine et par des interactions coopératives plutôt que non-coopératives. Les chapitres 1, II, III, ont pour but de décomposer et d'expliquer la signification des hypothèses 1), 2) et 3) qui débouchent sur la formulation de la thèse centrale que le chapitre TV démontrera expérimentalement. Le chapitre V ouvre des perspectives éthiques en formulant une nouvelle hypothèse sur le lien qui pourrait exister entre la perception de l'espace en situation d'interaction sociale et les jugements moraux. La recherche met en œuvre plusieurs des disciplines qui concourent aux sciences cognitives: la neuro-psychologie expérimentale, certains aspects de la psychologie sociale, mais aussi l'histoire de la philosophie et la philosophie de l'esprit contemporaine. / This research arises from the following three main hypotheses: 1) Low and high-level cognitive processes are bound together; 2) Sensorimotor space is a subjective perception; and 3) Sensorimotor space varies as a function of different types of social behaviours. The thesis argues that sensorimotor space is shaped by both mere co-presence of another human body and cooperative or uncooperative interactions. Chapters l, Il, III aim at analyzing and explaining the meaning of the first, the second and the third hypothesis in order to advance the primary thesis. Chapter V opens up an ethical perspective about a possible bound between spatial perception and moral evaluations during social interactions. This work is enriched by several constitutive disciplines of cognitive sciences : conternporary philosophy, philosophy of mind, experimental neuropsychology and some topics studied by social psychology. / La ricerca ha preso le mosse da tre ipotesi fondamentali: 1) Esiste un legame tra processi cognitivi di basso ed alto livello; 2) Lo spazio senso-motorio è una percezione soggettiva; 3) Lo spazio senso-motorio varia in funzione delle diverse modalità di interazione sociale. La tesi sostiene che lo spazio senso-motorio si lascia modulare dalla semplice co-presenza di un altro agente umano e da interazioni cooperative e non cooperative. I capitoli I, II, III, hanno lo scopo di scomporre e spiegare il significato della prima, seconda e terza ipotesi; giungendo a formulare la tesi centrale che sarà poi dimostrata sperimentalmente nel capitolo IV. Il capitolo V introduce future linee di ricerca nell’ambito dell’etica proponendo una nuova ipotesi sul legame che potrebbe sussistere tra la percezione dello spazio durante l’interazione sociale e i giudizi morali. Il lavoro svolto chiama ad operare insieme diverse discipline che concorrono a formare le scienze cognitive: la storia della filosofia, la filosofia della mente contemporanea, la neuropsicologia sperimentale ed alcuni temi della psicologia sociale.
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Agentività in interazione. Neuropsicologia delle affordances sociali / Agency in interaction. Neuropsychology of social affordancesCRIVELLI, DAVIDE 21 February 2013 (has links)
Le interazioni sociali richiedono che un agente sia in grado di selezionare ed elaborare informazioni ambientali rilevanti, che sia situato in un contesto complesso, e che interagisca con altri agenti, rispettando le opportunità e i vincoli di contesto. Riconoscere noi stessi e gli altri come agenti intenzionali è un passaggio cruciale per il processo generale di comprensione sociale e, in particolare, per la nostra capacità di percepire le intenzioni e gli scopi altrui. Tali competenze sociali sostengono il nostro sviluppo fisico, cognitivo e affettivo promuovendo interazioni adattive. Di conseguenza, una disfunzione di tali competenze può compromettere gravemente l’autonomia e la qualità di vita. Si ritiene che un sistema distribuito medi la percezione di agentività e degli stati mentali altrui, ma la struttura interna dei processi che costituiscono la nostra capacità di comprendere i nostri simili e di interagire adeguatamente è tuttora per buona parte sconosciuta. Il progetto ha come obiettivo indagare le fasi iniziali di tali processi e, in particolare, l’elaborazione precoce di cues sociali (social affordances) per la detezione di agentività e opportunità d’interazione in contesti sociali. È strutturato in tre studi principali: il primo mira a esplorare i correlati elettrofisiologici (ERPs e dati di source localization) dell’elaborazione di informazioni visive per la detezione di agentività in interazione; il secondo mira a indagare possibili marcatori (ERPs) del profilo delle competenze di comprensione sociale associate alla sindrome di Williams; il terzo ha testato, tramite TMS, il ruolo causale di rTPJ nel mediare l’elaborazione pre-riflessiva di agentività e intenzionalità nel comportamento osservato. / Social interactions require an agent to be able to select and process relevant environmental information, to be situated in a complex context and to interact with other agents, according to the opportunities and boundaries of that context. Sensing ourselves and detecting others as intentional agents is a crucial step for the overall social understanding process and, in particular, for our ability to perceive others’ intentions and goals. Those social skills foster our physical, cognitive and affective development by promoting adaptive interactions. Consequently, a dysfunction of such skills can seriously affect the autonomy and quality of life. A distributed system is thought to subserve the perception of agency and others’ mental states, but the internal structure of processes that constitute our ability to understand our similars and interact adequately is still largely unknown. This project aimed at investigating early stages of those processes and, in particular, the initial elaboration of social cues (social affordances) for the detection of agentivity and opportunities for interaction in social situations. It is structured in three main empirical studies: the first one aimed at looking electrophysiological correlates (ERPs and source localization data) of visual information processing for the detection of agency in interactions; the second one aimed at looking for possible markers (ERPs) of the uneven profile of basic WS social understanding; the third one tested the causal role of rTPJ in mediating pre-reflective processing of agency and intentionality from observed behaviour by means of TMS.
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