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Aspetto, carattere e mitiche imprese di Diana, dela della caccia e della Luna, nella cultura artistica italiana tra XIV e XVI secolo

Lapenta, Stefania <1973> 25 June 2008 (has links)
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L'architettura a Bologna nel Rinascimento (1899) di Francesco Malaguzzi Valeri: introduzione storico-critica al testo con aggiunte e precisazioni sui momenti centrali del Rinascimento bolognese

Rubbi, Valeria <1967> 20 June 2008 (has links)
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Il disegno di ornato nella seconda metà del Settecento a Bologna tra tradizione e innovazione

Basalti, Chiara <1980> 13 July 2009 (has links)
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La fortuna della scenografia italiana nella Russia Neoclassica. Il teatro di Pietro Gonzaga a Mosca

Nadezda, Chamina <1977> 29 June 2010 (has links)
La tesi ha come oggetto lo studio dei legami culturali posti in essere tra la Russia e l’Italia nel Settecento effettuato a partire dall’analisi del teatro di Arkhangelskoe (nei pressi di Mosca), ideato da Pietro Gonzaga. Ciò ha consentito di inquadrare l’atmosfera culturale del periodo neoclassico a partire da un’angolazione insolita: il monumento in questione, a dispetto della scarsa considerazione di cui gode all’interno degli studi di storia dell’arte, racchiude diverse ed interessanti problematiche artistiche. Queste ultime sono state tenute in debito conto nel processo dell’organizzazione della struttura del lavoro in relazione ai differenti livelli di analisi emersi in riferimento alla tematica scelta. Ogni capitolo rappresenta un punto di partenza che va utilizzato al fine di approfondire problematiche relative all’arte ed al teatro nei due Paesi, il tutto reso possibile grazie all’applicazione di un originale orientamento analitico. All’interno della tesi vengono infatti adoperati approcci e tecniche metodologiche che vanno dalla storia dell’arte all’analisi diretta dei monumenti, dall’interpretazione iconografica alla semiotica, per arrivare agli studi sociologici. Ciò alla fine ha consentito di rielaborare il materiale già noto e ampiamente studiato in modo convincente ed efficace, grazie al ragionamento sintetico adottato e alla possibilità di costruire paralleli letterari e artistici, frutto delle ricerche svolte nei diversi contesti. Il punto focale della tesi è rappresentato dalla figura di Pietro Gonzaga. Tra i decoratori e gli scenografi italiani attivi presso la corte russa tra il Settecento e l’Ottocento, questi è stato senza dubbio la figura più rilevante ed affascinante, in grado di lasciare una ricca eredità culturale e materiale nell’ambito dell’arte scenografica russa. Dimenticata per lungo tempo, l’opera di Pietro Gonzaga è attualmente oggetto di una certa riconsiderazione critica, suscitando curiosità e interesse da più parti. Guidando la ricerca su di un duplice binario, sia artistico che interculturale, si è quindi cercato di trovare alcune risonanze tra l’arte ed il pensiero di Gonzaga ed altre figure di rilievo non solo del suo secolo ma anche del Novecento, periodo in cui la cultura scenografica russa è riuscita ad affrancarsi dai dettami impartiti dalla lezione settecentesca, seguendo nuove ed originali strade espressive. In questo contesto spicca, ad esempio, la figura di Vsevolod Meyerchold, regista teatrale (uno dei protagonisti dell’ultimo capitolo della tesi) che ha instaurato un legame del tutto originale con i principi della visione scenica comunicati da Pietro Gonzaga. Lo sviluppo dell’argomento scelto ha richiesto di assumere una certa responsabilità critica, basandosi sulla personale sicurezza metodologica ed esperienza multidisciplinare al fine di tener conto dall’architettura, della teoria e della pratica teatrale – dalla conoscenza delle fonti fino agli studi del repertorio teatrale, delle specifiche artistiche locali, del contesto sociale dei due paesi a cavallo tra il ‘700 e l’‘800. Le problematiche toccate nella tesi (tra le quali si ricordano il ruolo specifico rivestito dal committente, le caratteristiche proprie della villa neoclassica russa, il fenomeno di ‘spettacoli muti’, la “teatralità” presente nel comportamento dei russi nell’epoca dei Lumi, la risonanza delle teorie italiane all’interno del arte russa) sono di chiara attualità per quanto concerne le ricerche relative al dialogo storico-artistico tra i due Paesi.
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Miti ed eroi nella ritrattistica francese tra XVI e XVIII secolo

Solacini, Claudia <1978> 29 June 2010 (has links)
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Matters of taste: the neoclassical furniture in the Italian portraits from the late eighteenth century to the Restoration

Madrid Martin, Jose Maria <1981> 30 March 2012 (has links)
Analysis and description of the furniture shown on Italian portraits from the late eighteenth century to the period of the Restoration. We have studied real examples of environments still exist with their furniture, chairs, mirrors, lamps, etc. in different areas of Italy. All this to explain the refined taste and cosmopolitan of the characters painted in the portraits, that for this reason they were considered fashionable
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Paul Flandrin (1811-1902), un nuovo sguardo sul paesaggio dell'Ottocento / Paul Flandrin (1811–1902), a new look on 19th century french landscape

Marchetti, Elena <1980> 18 September 2013 (has links)
Questa ricerca ha l’obiettivo di dare nuovi contributi alla conoscenza della pittura di paesaggio francese nell’Ottocento attraverso lo studio dell’opera di Paul Flandrin (1811-1902). Flandrin si colloca al crocevia di esperienze fondamentali nella ricerca artistica di metà Ottocento: l’eredità di Camille Corot, l’insegnamento di Jean-Auguste Dominique Ingres, la pratica del lavoro en plein air, la tradizione del paesaggio neoclassico. Il corpus di opere del pittore lionese Paul Flandrin (1811-1902) ricostruito in questa tesi è frutto di una sistematica operazione di ricerca sul campo e viene in seguito analizzato alla luce dei recenti studi sulla pittura di paesaggio neoclassico in Francia nel XIX secolo. La ricerca si fonda su una grande quantità di materiale inedito: dipinti, disegni, taccuini di studio en plein air, corrispondenza con colleghi e amici. Da questa ricerca la fisionomia artistica di Paul Flandrin emerge ben individuata singolarmente e al tempo stesso ancorata al contesto storico-artistico attraverso le relazioni con i colleghi, l’utilizzo di determinate tecniche, la frequentazione di mete comuni ai paesaggisti suoi contemporanei, la decisa presa di posizione a favore del paesaggio neoclassico. / This research aims at improving the knowledge of landscape painting in France during the 19th century through the study of the work of the painter Paul Flandrin (1811-1902). Flandrin is situated midway different artistic experiences between 1840-1870: the neoclassical tradition, Camille Corot heritage, the teaching of Jean-Auguste-Dominique Ingres. This dissertation offers new original insights to the subject by examining a great amount of unpublished material. The leading lines of this research are: the use of the catalogue raisonné method; the analysis of the work process of a landscape painter from the oil sketch to the finished painting and from drawing to painting; the analysis of written sources, both letters between painters and archive documents or newspaper articles; the analysis of the artist’s cultural context, such as the relationship with colleagues, the influence of his master Ingres, the role he played as the most remarkable representative of 19th century landscape neoclassical school.
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La scultura a Genova tra XV e XVI secolo. Artisti, cantieri e committenti

Zurla, Michela January 2015 (has links)
La tesi si concentra sull'analisi dello sviluppo della scultura a Genova in un arco cronologico compreso tra il 1466, anno che diede avviò ad un più stretto controllo da parte del Ducato di Milano sui territori della Repubblica, e il 1528, che segnò l'affermazione di Andrea Doria e il passaggio nell'orbita spagnola. In un simile contesto si è cercato di enucleare le peculiarità dell'ambiente genovese mettendo in luce da un lato i rapporti con aree limitrofe come la Lombardia e la Toscana e dall'altro l'autonomia rispetto a tali influenze. Nonostante l'origine anagrafica degli scultori attivi in città, il linguaggio elaborato a Genova presenta infatti caratteristiche specifiche. Per analizzare una realtà così articolata si sono adottati più approcci metodologici, tenendo conto anche del rapporto con il contesto sociale e politico e delle dinamiche di committenza. All'analisi della documentazione nota e di quella emersa nel corso della ricerca si è accostata la lettura formale delle opere, allo scopo di dare una fisionomia distinta alle personalità attestate. I primi due capitoli sono dedicati ai principali scultori attivi a Genova, mentre gli altri tre si concentrano su tematiche specifiche, ovvero un cantiere di primo piano come quello della Cattedrale di San Lorenzo, l'evoluzione della tipologia del monumento funerario e la fortuna dei marmi genovesi in Europa.
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Scultura a Padova: 1540-1620 circa. Monumenti e ritratti

Siracusano, Luca January 2014 (has links)
The dissertation is about the sculpture in Padua from 1540 to 1620 ca., mainly focusing on the production of funerary monuments and portrait busts. Crucial is the connection between the sculptors, the Veneranda Arca di Sant'Antonio and the intellectuals related to the Studio or to the academies of the city. The stylistic development and peculiar forms are compared with those of the contemporary Venice.
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Rinascimento di pietra. Scultura nella Vicenza prepalladiana

Negri , Massimo January 2016 (has links)
La tesi, movendo da un riesame complessivo della scultura lapidea vicentina tra Quattro e Cinquecento, cerca di mettere meglio a fuoco alcune peculiarità e tendenze nello sviluppo dell’arte scultorea ai piedi dei Berici. Procedendo con affondi mirati e inediti, si è definita in maniera più organica la situazione della scultura a Vicenza in quel torno di tempo e di comprendere meglio alcuni nessi altrimenti sfuggenti. Una particolare attenzione è stata rivolta a indagare fatti artistici peculiari del territorio quali le pale d'altare che, scolpite nella tenera pietra delle cave vicentine, si sono imposte come un’autentica specificità locale, in ragione delle proporzioni assunte da questo interessante ‘fenomeno’. Ampiamente diffuse, specie nel contado, tali ancone sono evidentemente esemplate su modelli padovani di matrice donatelliana. Il periodo in esame, che va dalle ultime decadi del Quattrocento ai primi lustri del secolo seguente, è d’altronde caratterizzato da frequenti e fecondi scambi con Padova, avanguardia di modernità e ricca di capolavori del Rinascimento. Echi della lezione di Donatello si avvertono anche in una serie di altorilievi che rappresentano il Cristo passo, sorretto o meno da angeli, e sono ugualmente disseminati nella provincia vicentina. A corredo del terzo capitolo della tesi, incentrato proprio su tale importante fenomeno artistico, si è allestito un repertorio completo dei singoli manufatti (pale plastiche e Cristi passi), di cui s'è trattato in ampie schede dove si sono ripercorse anche le vicende storico-architettoniche dei diversi contesti spaziali di pertinenza, non sempre rimasti immutati nei secoli.

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