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"Il nostro moderno Algardi": Giuseppe Maria Mazza, scultore bolognese tra Sei e Settecento

Massari, Silvia January 2014 (has links)
Oggetto della ricerca è uno studio monografico sul prolifico e longevo scultore bolognese Giuseppe Maria Mazza (Bologna 1653-1741), il cui arco di attività copre gli anni che dalla seconda metà del Seicento conducono al quarto decennio del Settecento. Il profilo dello scultore è stato ripercorso a partire dalla figura semisconosciuta del padre Camillo (Bologna, 1601-1672), attivo solo marginalmente in patria, e in modo più consistente al di fuori delle mura felsinee, in particolare a Padova e a Venezia. Analogamente si è potuta indagare la prima formazione di Giuseppe Maria Mazza, avvenuta principalmente a Bologna con il pittore Lorenzo Pasinelli (Bologna 1629-1700), e con lo scultore Gabriele Brunelli (Bologna 1615-1682). Si è poi proceduto con lo studio delle opere che segnano l’affermazione dello scultore: tra gli ultimi decenni del Seicento e i primi tre del Settecento, Giuseppe Maria Mazza detiene a Bologna il monopolio della scultura, partecipando quale sodale dei pittori Giovan Gioseffo dal Sole (Bologna, 1654–1719) e Marcantonio Franceschini (Bologna 1648–1729) alle principali imprese decorative che interessano la città, e intessendo un rapporto privilegiato con i collezionisti privati a cui destina numerose opere di piccolo formato perlopiù in terracotta ma anche in marmo. Seguendo la geografia della carriera artistica dello scultore, il raggio dello studio è stato ampliato alle altre numerose località in cui egli risulta attestato: dagli altri centri dell’Emilia Romagna (Parma, Modena, Reggio Emilia, Novellara, Ferrara, Imola, Rimini, Forlì, Cesena), alle Marche (Fano e Pesaro) e all’Umbria (Foligno). Particolare importanza è stata riservata allo studio dei due episodi professionali che ne attestano il prestigio fuori dalle mura cittadine e a livello europeo: ovvero le commissioni del principe Johann Adam I di Liechtenstein e l’attività svolta a Venezia.
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La scultura a Piacenza in età  sforzesca

Facchi, Matteo January 2015 (has links)
La ricerca si propone di studiare le sculture lapidee e fittili realizzate tra il 1450 e il 1521 circa per la città di Piacenza e il suo territorio. Dalla catalogazione delle opere e dalla ricerca d'archivio emergono, oltre a una panoramica sui principali cantieri ecclesiastici e nobiliari della città, le figure di numerosi scultori e botteghe impegnati nella realizzazione di statue, rilievi ed elementi architettonici.
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Dionigi Bussola 1612-1687: moderno Annibale Fontana in questi nostri tempi""

Bolandrini, Beatrice January 2014 (has links)
La tesi ricostruisce per la prima volta in modo sistematico il vasto catalogo delle opere realizzate dallo scultore lombardo Dionigi Bussola tra il 1648 e il 1687. Il lavoro è impostato secondo la formula dello studio monografico. Il capitolo introduttivo è dedicato alla fortuna critica dell'artista, a cui seguono il profilo biografico e una serie di capitoli dedicati ai cantieri in cui Bussola ha lavorato: il duomo di Milano, la Certosa di Pavia, l'Accademia Ambrosiana, i sacri monti di Domodossola, Varese, Orta, Varallo e il santuario del Varallino. Un capitolo è inoltre dedicato alle opere realizzate all'interno di svariati edifici religiosi dello stato di Milano. Ogni capitolo è corredato dalle schede delle opere.
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GIULIO CESARE PROCACCINI: PER UN CATALOGO DEI DIPINTI

D'ALBO, ODETTE 08 March 2016 (has links)
La tesi costituisce il primo tentativo di catalogazione dei dipinti di Giulio Cesare Procaccini (Bologna 1574- Milano 1625). Nei saggi introduttivi sono ripercorsi la fortuna critica dell’artista, la sua vita e la sua attività di pittore, quest’ultima riletta anche alla luce della produzione scultorea e grafica del maestro, parti integranti della sua articolata personalità. Costante è anche il riferimento al contesto della pittura milanese di primo Seicento, del quale Procaccini fu uno dei maggiori esponenti insieme a Cerano, Morazzone e al più giovane Daniele Crespi. Ai testi seguono le schede di catalogo delle opere, ordinate secondo un criterio cronologico, dove compaiono le indicazioni relative alle copie e alle incisioni. A conclusione delle schede delle prove ritenute autografe, una sezione è dedicata ad alcune composizioni che, consideratane l’ampia fortuna, sono con buona verosimiglianza copie da prototipi perduti di Procaccini, mentre in quella seguente si dà conto delle opere espunte dal catalogo dei dipinti autografi. Nell’ottica di fornire uno strumento utile agli studi successivi su Giulio Cesare Procaccini, si è inoltre compilata una lista di opere perdute attestate dalle fonti e nell’ultima parte della tesi, oltre alla bibliografia conclusiva, il regesto dei documenti ripercorre, ad annum, le vicende del maestro sinora note. / This thesis constitutes the first attempt to catalogue the paintings of Giulio Cesare Procaccini (Bologna 1574 - Milan 1625). Introductory chapters address the artist's critical fortune, his life and his activity as painter, the latter also reconsidered bearing in mind his graphic and sculptural oeuvre, which played a significant role in his multi-structured personality. Constant contextual reference is made to Milanese painting of the early seventeenth century, of which Procaccini was one of the major exponents together with Cerano, Morazzone and their younger contemporary Daniele Crespi. These texts are followed by a catalogue of works, chronologically arranged and accompanied by references to copies and engravings. Entries on what are accepted as autograph works are followed by a section about certain compositions, which - given their widespread success - are in all likelihood copies of lost prototypes by Procaccini, while the section that follows deals with paintings that have been rejected from the catalogue of autograph works. With a view to offering a useful tool for future scholarship on Giulio Cesare Procaccini, the author also provides a list of lost or untraced works recorded in historical sources, and the final part of the thesis, in addition to a bibliography, contains a register of documents listing all that is known thus far about the master's life, year by year.
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Bernardino Lanino e la pittura del Cinquecento a Vercelli / Bernardino Lanino and the painting in Vercelli in the Sixteenth Century

RICCARDI, SIMONE 08 May 2009 (has links)
L'argomento centrale della tesi è la figura di Bernardino Lanino, del quale si ripercorrono le vicende storico-artistiche, in particolare dalla sua prima formazione avvenuta nella bottega di Gaudenzio, passando poi per le esperienze "leonardesche" e manieriste fino all'epilogo della sua carriera. Si è inoltre provato a scrivere un catalogo dei dipinti e un catalogo dei disegni. / This thesis deals with Bernardino Lanino, the most important vercellese painter of the Sixteenth Century, from his first period, probably in Gaudenzio Ferrari workshop, to the leonardesque and mannerist experiences. At the end of his career, He returns to Vercelli, where he has an important rule in the history of thepainting of this city. There is a catalogue of the paintings and a catalogue if the drawings.
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L'INDICE DI ANTONIO LAFRERY: ORIGINI E RICOSTRUZIONE DI UN REPERTORIO DI IMMAGINI A STAMPA NELL'ETA' DELLA CONTRORIFORMA

ALBERTI, ALESSIA 19 April 2010 (has links)
L’Indice di Antonio Lafrery (1512-1577) è il catalogo della sua produzione editoriale fino alla metà degli anni settanta del Cinquecento. In questo studio vengono identificate le opere in esso citate. Le novità che emergono riguardano soprattutto le corrispondenze tra le sezioni in cui l’Indice è strutturato e le raccolte in volume pubblicate da Lafrery, portandone a conoscenza di nuove rispetto ai noti “Speculum Romanae Magnificentiae” e “Tavole Moderne di Geografia”. Sono poi indagati i contatti dell’editore con umanisti, collezionisti e mecenati. / The Antonio Lafrery ‘s “Indice” (1512-1577) is the catalog of his editorial production until the mid-seventies of the sixteenth century. In this study the works cited therein are identified. The news that emerge mainly concern the correspondence between the sections in which the index is structured and collected in a volume published by Lafrery, leading to new knowledge in relation to known "Speculum Romanae Magnificentiae" and " Tavole Moderne di Geografia ". Then are studied the editor’s contact with humanists, collectors and patrons.
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I POLITTICI DI TERRACOTTA NELL'AMBITO DELLA PRODUZIONE FITTILE LOMBARDA DEL PRIMO RINASCIMENTO / Terracotta altarpieces in the context of fictile production in the early Renaissance Lombardy

BOSIO, PAOLA 06 June 2014 (has links)
Nel XIX secolo in Lombardia si completava la sistematica distruzione del patrimonio di polittici in terracotta già iniziata con la Controriforma; con la perdita dell’integrità delle ancone è venuta meno la memoria della loro stessa esistenza e della loro struttura. Analogo destino fu riservato alle ornamentazioni fittili degli edifici rinascimentali delle città lombarde, spesso riconducibili alle medesime maestranze responsabili della realizzazione dei polittici. Negli anni Sessanta dell’Ottocento, si manifesta però la volontà da parte delle costituende raccolte civiche lombarde di tutelare questo ricco patrimonio, con la creazione di fondi museali di terrecotte figurative e ornamentali. Oltre allo studio dei polittici fittili di cui esistono testimonianze materiali e documentali, l’attività di ricerca svolta nel contesto del Dottorato si è basata sull’esame di quanto conservato presso le raccolte dei Musei milanesi e cremaschi, con il recupero di lacerti di opere provenienti da edifici civili e religiosi di Milano, Crema, Cremona e Lodi. La ricerca è stata estesa ai frammenti di polittici presenti sul territorio bresciano e monzese e ai reperti archeologici riconducibili a modelli fittili per la statuaria lapidea del Duomo di Milano, risalenti al primo quarto del XVI secolo, epoca a partire dalla quale in Lombardia sembra declinare irreversibilmente l’utilizzo della terracotta sia per la decorazione architettonica che per la realizzazione delle ancone. / The methodical destruction of the heritage of terracotta altarpieces already begun with the Counter-Reformation was accomplished in Lombardy during the nineteenth century. With the loss of integrity of these altarpieces, we have also lost track of their existence and structure. A similar doom was reserved to the fictile ornamentation of Renaissance buildings in Lombardy, often created by the same workshops responsible for the polyptychs. Following the Italian unification, however, the forthcoming civic art collections decided to preserve this legacy with the creation of extensive figurative and ornamental terracotta funds. Besides the study of terracotta polyptychs for which physical or documentary evidence still exists, the PhD research focused on the analysis of the clay material retained in the civic museums of Milan and Crema, with the identification of remains mainly from civil and religious buildings in Milan, Crema, Cremona and Lodi. The research was also extended to include fictile fragments originally belonging to altarpieces in the area of Brescia and Monza, and clay models from archeological finds, used for the production of stone statues still existing today in the milanese cathedral and dating from the first quarter of the XVI century, in a period of time in which the utilization of terracotta for altarpieces and architectural decorations started irreversibly to decline in Lombardy.
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"La forma del fatato Achille". La scultura di Innocenzo Fraccaroli (1805-1882)

Mori, Giulia January 2015 (has links)
La tesi si configura come il primo studio sistematico dedicato allo scultore Innocenzo Fraccaroli, artista del quale è stato ricostruito il catalogo, in gran parte inedito
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CREMA AL CROCEVIA DELLA MANIERA: EPISODI ARTISTICI FRA TRADIZIONE LOMBARDA, VIA ROMANA E VIA GENOVESE / Crema in the century of the mannerism: artistical facts between lombard tradition, Rome and Genua

CAVALLINI, GABRIELE 11 April 2011 (has links)
La ricerca si focalizza sulle espressioni artistiche a Crema durante il Cinquecento, prendendo in considerazione artisti, episodi particolari, commissioni pubbliche e private. Partendo dall’intervento di Benedetto Diana in Santa Maria della Croce, passando per la bottega di Vincenzo Civerchio, si giunge ad analizzare le figure di Aurelio Buso e Carlo Urbino, fino alla fine del secolo. Il lavoro presenta alcuni documenti inediti, quali uno che attesta la presenza di Aurelio Buso a Genova e altri che mostrano l’origine di Carlo Urbino . / This study is focused on the artistic expressions in Crema along the XVI century, considering artists, happenings, public and private commissions. Starting from the work of Benedetto Diana in Santa Maria della Croce, through the workshop of Vincenzo Civerchio, we arrive studying Aurelio Buso and Carlo Urbino, at the end of the century. This study presents come new documents, as one that certificate the journey of Aurelio Buso to Genua and others that show the origin of Carlo Urbino.
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LE TERRECOTTE DECORATIVE DEL MUSEO D'ARTE ANTICA DEL CASTELLO SFORZESCO DI MILANO: PRODUZIONE FITTILE E ARCHITETTURA NELL'ETA' SFORZESCA

BARBIERI, ALESSANDRO 25 March 2015 (has links)
Le attività di ricerca e catalogazione effettuate durante lo stage condotto tra il 2010 e il 2011 sui materiali fittili conservati nel deposito del Museo d’Arte Antica del Castello Sforzesco di Milano sono state all’origine di alcune riflessioni e considerazioni sul tema delle terrecotte decorative del primo Rinascimento in Lombardia - in particolar modo a Milano e a Cremona - che ha trovato un primo importante esito nella presentazione al convegno del 2011 Terrecotte nel Ducato di Milano. Artisti e cantieri del primo Rinascimento. La scelta, in seno alle ricerche per il dottorato, è stata quella di proseguire, incrementandoli, gli studi sulla collezione fittile delle Civiche Raccolte d’Arte di Milano, approfondendo il tema della produzione coroplastica decorativa nell’età sforzesca, non tralasciando di analizzare, per alcuni casi rilevanti, il coevo contesto architettonico. I risultati ottenuti, riordinati e raccolti nelle pagine di questa tesi, costituiscono il tentativo di una prima mappatura dei repertori ornamentali, dove partendo dai patterns decorativi esibiti dalle singole formelle presenti nel deposito del museo è stato possibile stabilire confronti e tracciare relazioni con i numerosi complessi architettonici con decorazione fittile sparsi sul territorio lombardo e nelle regioni confinanti. / The research and cataloguing activities conducted during the internship in 2010-2011 on the clay materials preserved in the deposit of the Museo d’Arte Antica at the Castello Sforzesco in Milan, were what sparked off a series of considerations and reflections on the subject of decorative terracottas during the early Renaissance in Lombardy - particularly Milan and Cremona - the results of which were discussed during the presentation at a conference held in 2011 entitled Terrecotte nel Ducato di Milano. Artisti e cantieri del primo Rinascimento. The decision behind the research conducted for my PhD was to continue and extend the studies to include the collection of clay products preserved by the Art Collections of the Municipality of Milan, more specifically the decorative coroplast productions in the Sforzesca era, which included an in-depth analysis of the contemporary architectonic context of some of the most significant cases. The results obtained, indexed and included in this thesis aim to present an initial mapping of the ornamental repertoires where, starting from the decorative patterns of the individual tiles preserved in the deposit of the Museum, it was possible to establish comparisons and trace relations with the countless architectonic complexes highlighting clay decorations scattered throughout the Lombardy region and bordering areas.

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