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Abitati rupestri e citta' fortificate nella Sicilia occidentale dai bizantini ai normanni / The rural inhabitants and fortified villages of the Byzantine and the Norman in Sicily’s westDi Bartolo, Francesco <1980> 25 May 2015 (has links)
La ricerca effettuata, analizza in modo razionale ma contestualmente divulgativo, le dinamiche insediative che hanno caratterizzato il paesaggio della Sicilia occidentale dall'occupazione bizantina al dominio da parte dei Normanni ( 535-1194 d.C. circa ). Il volume presenta una chiara raccolta dei documenti e delle fonti letterarie che riguarda gli abitati rurali ed i borghi incastellati della Sicilia occidentale e pone l’interesse sia per la cultura materiale che per la gestione ed organizzazione del territorio. Attraverso i risultati delle attestazioni documentarie, unite alle ricerche archeologiche ( effettuate nel territorio preso in esame sia in passato che nel corso degli ultimi anni ) viene redatto un elenco dei siti archeologici e dei resti monumentali ( aggiornato fino al 2013-14 ) in funzione della tutela, conservazione e valorizzazione del paesaggio. Sulla base dei documenti rinvenuti e delle varie fonti prese in esame ( letterarie, archeologiche, monumentali, toponomastiche ) vengono effettuate alcune considerazioni sull’insediamento sparso, sull’incastellamento, sulle istituzioni e sulla formazione delle civitates. L’indagine svolta, attraverso cui sono stati individuati i documenti e le fonti, comprende anche una parziale ricostruzione topografica dei principali centri abitativi indagati. Per alcune sporadiche strutture medievali, talvolta raffigurate in fortuite stampe del XVI-XVII secolo, è stato possibile, in aggiunta, eseguire un rilievo architettonico. La descrizione degli abitati rurali e dei siti fortificati, infine, è arricchita da una serie di schede in cui vengono evidenziati i siti archeologici, i resti monumentali ed i reperti più interessanti del periodo bizantino, arabo e normanno-svevo della Sicilia occidentale. / The presented research analyses in a factual and contemporaneously coherent way the dynamic of colonization which characterized the landscape of Sicily’s west beginning with the occupation by the Byzantine and ending with the dominion of the Normans (535-1194 A.D. ca.). The volume presents a precise collection of documents and literary sources, which regards the rural inhabitants and the fortified villages of Sicily’s west and puts the interest both for the material culture and for the administration and organization of the territory. By the results of the documental attestation, related to all archaeological researches (which were made in the reviewed territory both in the past and in the last years) emerges an edited catalogue of the archeological sites and monumental rests (updated to 2013/14) for the purpose of the protection, conservation and enhancement of the landscape. Based on the consulted documents and various reviewed sources ( literary, archaeological, monumental, toponymy ) several considerations are concluded about the spread colonization, about the founding of fortified villages, and about the institution and the formation of the cities.The conducted survey, whereby the documents and the sources were found out, includes also a partial topographical reconstruction of the main researched inhabited centers. For various sporadical medieval structures, occasionally figured on casual prints of the 16th-17th century, it was possible to perform an architectural emphasis in the attachment. The description of the rural area and the fortified sites is finally completed by a series of pages in which are illustrated the archaeological sites, the monumental rests and the most interesting discoveries of the byzantine, arabic and norman-swabian period of Sicily’s west.
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Daniello Bartoli, Il Giappone, Edizione critica / Daniello Bartoli, Il Giappone, Critical EditionScioli, Stefano <1978> 10 September 2013 (has links)
La tesi di ricerca ha portato alla realizzazione di un’edizione critica del Giappone di Daniello Bartoli (1660): per la prima volta la «seconda parte» dell’Asia trova, in questo lavoro, una trascrizione integrale condotta con moderni criteri filologi. Quanto all’esegesi la ricerca ha visto la compilazione di tre «Schedari»:
un «Indice dei nomi», che vede l’identificazione dei personaggi storici citati esplicitamente nell’opera, ne traccia un rapido profilo biografico e ne fornisce precisa e aggiornata bibliografia. Per quanto riguarda i missionari evocati dall’autore nel testo, questa sezione indica se (e dove) si tratta di personaggio o di fonte (registrando, nel caso, il luogo o i luoghi in cui Bartoli ricorre a tale testimonianza);
un «Indice dei luoghi», che dà l’indicazione moderna del luogo citato e ne fornisce il riscontro con i repertori più aggiornati;
un «Lessico» riservato ai termini giapponesi presenti nel testo che vengono spiegati e, là dove possibile, studiati nella loro storia, nella loro presenza nella coeva letteratura di viaggio e corredati di utili riferimenti bibliografici.
Le pagine introduttive inquadrano l’opera di Bartoli sia nell’orizzonte biografico dell’autore sia nel milieu gesuitico barocco, fornendo puntuali coordinate storiche grazie alle quali recuperare il più ampio contesto delle missioni gesuitiche nell’Estremo Oriente tra Cinque e Seicento. Particolare attenzione è stata riservata al modo di intendere il compito dello storico da parte di Bartoli: una storiografia la sua che s’intreccia in modi affatto peculiari alle diverse forme stilistiche e dinamiche retoriche richieste dalle altre due grandi attività a cui egli dedicò impegno e passione: l’insegnamento e la predicazione. / This research thesis is the accomplishment of the critical edition of Giappone, by Daniello Bartoli (1660): for the first time “the second part” of Asia is fully transcribed through modern philological criteria. About the exegesis, the research work consisted in compiling three “Schedari”:
- An “Index of names”, where historical figures explicitly mentioned in the text are identified with their biographies (that provides the identification of the historical figures explicitely mentioned in the work, tracks their biographical profile and provides a precise and up-to-date bibliography). Concerning the missionaries recalled by the author in the text, this section specifies if (and where) they consist in real figures or sources, reporting the place or the places where the evidence is used by Bartoli;
- An “Index of locations (site) that gives a modern indication of the place mentioned in the text and provides a crosscheck with the most up-to-date references;
- A “Lexicon” devoted to the Japanese terms found in the text. Here they are explained and, wherever possible, studied in their history (historical meaning), in their presence in the contemporary travel literature and enriched with useful bibliographical references.
The introductory pages set the work of Bartoli in the biographical horizon of the author and in the Jesuit Baroque milieu, providing precise historical coordinates through which to retrieve the widest context of the Jesuit missions in the Far East between the sixteenth and seventeenth centuries.
Particular attention has been reserved to the way Bartoli proceeded with the assignment of the historian: his historiography is interlaced in a quite peculiar way to the different stylistic forms and to the rhetorical dynamics required by its two other great activities, to which he devoted commitment and passion: Teaching and Preaching.
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Perdere la testa. La morte di Orfeo, Gustave Moreau, l'arte simbolista: itinerari transculturaliTrentin, Bijoy <1980> 28 May 2009 (has links)
Considerando la figura di Orfeo, si mette in luce la ricezione del mito della morte di questo personaggio leggendario nell’arte simbolista, con particolare attenzione per Gustave Moreau. Il lavoro di ricerca vuole approfondire anche la natura epistemologica e metodologica dello studio della sopravvivenza dei classici, prediligendo i processi di tipo comparatistico e quelli che si rifanno alla grande categoria dei Cultural Studies, intendendo attraversare i confini, le barriere, le frontiere, i limiti delle discipline tradizionalmente intese. Viene cosí presa in considerazione anche l’interazione tra cultura verbale, scritta, letteraria e cultura visuale, sottolineando i meccanismi di transtestualità, nelle loro valenze e potenzialità di ibridazione e contaminazione. Si punta, dunque, non solo sulla superificie tematica specifica ma anche sulla filigrana dei procedimenti di legittimazione scientifica e della prasseologia di questa specifica area filologica transdisciplinare.
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Studies on the dual in Mycenaean, in the Homeric poetry and in the Attic Theatre of the 5th century — morphological, dialectal and stylistical variations / Studi sul duale in miceneo, nella poesia omerica e nel teatro attico del V secolo — variazioni morfologiche, dialettali, stilisticheFero, Barbara <1983> 23 May 2013 (has links)
The present dissertation focuses on the dual number in Ancient Greek in a diachronical lapse stretching from the Mycenaean age to the Attic Drama and Comedy of the 5th century BC.
In the first chapter morphological issues are addressed, chiefly in a comparative perspective. The Indo European evidence on the dual is hence gathered in order to sketch patterns of grammaticalisation and paradigmatisation of specific grams, growing increasingly functional within the Greek domain.
In the second chapter syntactical problems are tackled. After a survey of scholarly literature on the Greek dual, we engage in a functional and typological approach, in order to disentangle some biased assessments on the dual, namely its alleged lack of regularity and intermittent agreement. Some recent frameworks in General Linguistics provide useful grounds for casting new light on the subject. Internal Reconstruction, for instance, supports the facultativity of the dual in each and every stage of its development; Typology and the Animacy Hierarcy add precious cross linguistical insight on the behaviour of the dual toward agreement.
Glaring differences also arise as to the adoption — or avoidance — of the dual by different authors. Idiolectal varieties prove in fact conditioned by stylistical and register necessity.
By means of a comparison among Epics, Tragedy and Comedy it is possible to enhance differences in the evaluation of the dual, which led sometimes to forms of ‘censure’ — thus triggering the onset of competing strategies to express duality.
The last two chapters delve into the tantalising variety of the Homeric evidence, first of all in an account of the notorious issue of the Embassy of Iliad IX, and last in a commentary of all significant Homeric duals — mostly represented by archaisms, formulae, and ad hoc coinages. / La dissertazione verte sullo stato del duale in Greco, a partire dalle testimonianze attestate le tavolette micenee, attraverso l'epica omerica, fino alla produzione teatrale attica di quinto secolo.
Il primo capitolo, di taglio morfologico, investiga il duale da un punto di vista flessionale, osservando come cronologicamente si verifichi un sempre maggiore inquadramento in paradigmi, grazie all'azione pervasiva di adeguamenti analogici.
Il secondo capitolo si propone di smantellare alcuni falsi assunti che hanno dominato la critica, quali la mancanza di regolarità del duale, sempre visto 'in punto di morte'. Lungi dall'esser morente, il duale appare piuttosto facoltativo - come la Tipologia linguistica sembra confermare. Attraverso l'Animacy Hierarchy è possibile osservare tendenze e un certo grado di coerenza interna nell'adozione del duale. Infine, il diverso comportamento rispetto al duale dell'epica e degli autori tragici, con la controprova offerta da Aristofane, denuncia una diversa percezione stilistica della marca nei due àmbiti - in altre parole, un diverso livello di registro.
L'ultima parte della trattazione si dedica alle questioni più propriamente omeriche, vertendo sul duale inclusivo, sulla nota ambasciata del IX canto dell'Iliade, e su un commentario a tutte le forme di duale portatrici di peculiarità morfologiche, arcaizzanti, formulari.
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La difesa della basileuousa polis. Gli asssedi di Costantinopoli dal V al XII secolo. / The Defense of Basileuousa Polis. The Sieges of constantinople from 5th to 12th centuryDalbon, Francesco <1985> January 1900 (has links)
Il proposito di questo studio, intitolato La difersa della basileuousa polis. gli assedi di Costantinopoli dal V al XII secolo. è quello di offrire un quadro completo degli assedi subiti da Costantinopoli dal V al XII secolo. La tesi è stata divisa in quattro capitoli, ognuno dei quali analizza un aspetto peculiare legato alla difesa.
Il primo capitolo è un catalogo degli assedi, redatto sulla base delle informazioni contenute nelle fonti cronachistiche non solo greche e latine ma anche armene, siriache, arabe e russe (consultate in traduzione).
Il secondo capitolo analizza le fortificazioni (le strutture ed il loro sviluppo storico), basandosi anche sul dato archeologico, oltre che su un esaustiva bibliografia.
Il terzo capitolo è un catalogo delle iscrizioni composto raccogliendo le epigrafi connesse alle varie fasi di costruzione e restauro delle fortificazioni.
Il quarto ed ultimo capitolo tratta invece due aspetti fondamentali della difesa:
a- la tecnologia militare
b-La guarnigione di costantinopoli / The purpose of this study, entitled “The Defense of Basileuousa Polis. The Sieges of Constantinople from 5th to 12th Century”, is to offer a detailed historical overview of the sieges that affected Constantinople from 5th to 12th century. This thesis has been divided in four chapters, each of which is concentrated on key aspects of the Byzantine Military Defense.
The first chapter has been developed as a siege catalog, essentially based on the information contained in literary sources: firstly Greek and Latin sources, then Armenian, Syrian, Arabic and Russian (these last four types of extracts were read through English, French and Italian translations). It has been concluded that the capital of Eastern Roman Empire was attacked 27 times.
The second chapter analyzes the fortifications (their structures and their historical development) relying on archaeological data, still present, and on an exhaustive bibliography.
The third chapter is a catalog of inscriptions, and includes all the epigraphic evidences connected to the different build and repair phases of the fortified area of Constantinople. Unfortunately many of the inscriptions, reproduced and collected on this record, were lost. The only proof of their existence can be found in some scientific publications of the end of 19th century - beginning of 20th century, therefore they represent the only and the most precious sources for this subject.
The fourth and last chapter deals with two fundamental aspects of the defense:
1- Military Technology, deduced from an accurate analysis of the sources: Chronicles and Military Treatises.
2- Constantinople’s Garrison analysis realized by combining the information contained in literary sources and byzantine seals.
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Influência de Lin28 na expressão de let-7f no câncer papilífero de tiroide. / Influence of LIN28 on let-7 expression in the papillary thyroid cancer.Olivé, Aline Nogueira 05 December 2014 (has links)
No carcinoma papilífero de tiroide (CPT) ocorrem alterações na via MAPK (do inglês Mitogen-Activated Protein Kinase), sendo a mais frequente mutação a BRAFT1799A. A via MAPK é modulada pelo miRNA, como o let-7 que estão pouco expresso no CPT. A biogênese de let-7 é controlada por proteínas ligantes de RNA LIN28 que inibem o processamento das formas primária e precursora de let-7 (pri-let-7 e pre-let-7). Avaliamos a expressão gênica de LIN28, pri-let-7f, pre-let-7f e let-7f por rtPCR em tempo real, utilizando RNA total das linhagens TPC-1 e BCPAP de PTC e amostras tumorais de pacientes com CPT. A linhagem não tumoral Nthyori 3-1 foi utilizada para induzir LIN28. Observa-se redução de let-7f em 4 dos 5 pacientes analisados enquanto que LIN28A está aumentado em 2 pacientes com BRAFT1799A. Nota-se maior expressão de pri-let-7f em TPC-1 e menor expressão de pre-let-7f e let-7f. Observa-se maior expressão de LIN28A em TPC-1, enquanto que LIN28B está mais expresso em BCPAP com BRAFT1799A. A inibição de BRAFV600E em BCPAP diminui LIN28B e aumenta let-7f, enquanto que a indução de LIN28B reduz a expressão de let-7f. Concluímos que há relação inversa entre LIN28 e let-7f no CPT e LIN28 influencia a diminuição de let-7f podendo assim contribuir com tumorigênese tireoidiana. / In papillary thyroid cancer (PTC) changes in MAPK (Mitogen-Activated Protein Kinase) pathway are common being BRAFT1799A mutation the most frequent alteration. MAPK pathway is modulated by miRNA such as let-7, an under-expressed miRNA in PTC. The RNA binding protein LIN28 controls let-7 biogenesis, blocking primary and precursor let-7 (pri-let-7 e pre-let-7) processing. We evaluated LIN28, pri-let-7f, pre-let-7f and let-7f gene expression by real time RTPCR using total RNA of human PTC sample and PTC cell lines TPC-1 and BCPAP. Non-tumoral cell line Nthyori 3-1 was used to evaluate LIN28B influence in let-7f. We observed decreased let-7f expression in 4 out of 5 PTC patients, and increased LIN28A in 2 patients with BRAFT1799A mutation. TPC-1 cells express higher levels of pri-let-7f while pre-let-7f and let-7f are less expressed. We noted that LIN28A is more expressed in TPC-1, while LIN28B is more expressed in BCPAP cells with BRAFT1799A. The inhibition of BRAFV600E in BCPAP decreases LIN28B and increases let-7f, while the induction of LIN28B in Nthyori 3-1 reduces let-7f expression. We conclude there is an inverse association between LIN28 and let-7f in PTC, and that LIN28 influences let-7f reduction which could contribute to thyroid tumorigenesis.
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Paolo, Mosè e l'alleanza non revocata in 2 Cor 3,1-4,6 / Paul, Moses and the Non-Revoked Covenant in 2 Cor 3,1-4,6CASELLA, GIOIETTA 10 April 2008 (has links)
Paolo, Mosè e l'Alleanza non revocata in 2 Cor 3,1-4,6
La pericope di 2 Cor 3,1-4,6 appartiene a uno scritto denso e problematico. Nel quadro più ampio del confronto con gli “oppositori”, il testo esaminato dimostra la fedeltà di Paolo alle sue radici, che sono fondate nell'Israele della promessa e della berît stabilita per sempre, “nuova” perché rinnovata e alla quale è stato tolto il velo che copriva il volto di Mosè. Dimostra anche il suo ininterrotto dialogare con la Scrittura. L'Apostolo riconosce nel volto del Cristo - quel volto che ha trasfigurato la sua vita e lo ha definitivamente conquistato - la vera immagine di Dio. Al Figlio di Dio crocifisso e risorto Paolo ha affidato la sua causa: la sua parrhs…a non è soffocata dalle tribolazioni che sembrano minacciare la sua stessa vita. Proprio nelle sofferenze con le quali segue la crescita dell'™kklhs…a, l'Apostolo realizza la configurazione a Colui che gli si è manifestato e al suo eÙaggšlion. Il linguaggio di questi versetti riflette il vissuto dinamico della giovane chiesa di Corinto, chiamata a proteggere la koinwn…a e a rafforzarsi nell'¢g£ph, senza lasciarsi avvincere dalle lusinghe di chi intende separarla dal suo ministro (di£konoj-doàloj), Paolo. / Paul, Moses and the non-revoked Covenant in 2 Cor 3,1-4,6
The pericope of 2 Cor 3,1-4,6 belongs to a dense and perplexing writing. In the wider frame of the confrontation with the “opponents”, the text examined shows Paul's faithfulness to his roots, which are put down in the Israel of the promise and of the berît settled forever, which is “new” because renewed and set free from the veil which covered Moses' face. It also shows Paul's uninterrupted dialogue with Scripture. The Apostle recognizes in Christ's face - the face that transfigured his life and definitively gained him - God's true image. Paul has relied on the crucified and risen Son of God; so his parrhs…a is not stifled by the tribulations that seem to threaten his own life. Right in the sufferings in which he follows the growing of the ™kklhs…a, the Apostle assumes the shape of Who that revealed himself to him and of his eÙaggšlion. The language of these verses mirrors the dynamic background of the Corinthian church, called to shield the koinwn…a and to get stronger in the ¢g£ph, without being won over by the flattery of those who try to divide her from her minister (di£konoj-doàloj), Paul.
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L’iconografia dell’imperatore alato nel contesto della teologia politica bizantina / The iconography of the winged emperor in the context of the byzantine political theologyPomero, Margherita Elena <1980> 05 July 2012 (has links)
La presente ricerca di dottorato si propone di esaminare l’evoluzione della teologia politica bizantina e dei suoi riflessi nella propaganda imperiale nel periodo compreso tra il XIII e il XIV secolo, attraverso lo studio delle manifestazioni dell'ideologia nell'iconografia e nella numismatica del periodo in esame. L'intreccio interdisciplinare di questi ambiti di ricerca, iconografia e numismatica - con una metodologia innovativa, i cui risultati si profilano estremamente proficui - permette di comprendere i caratteri concreti, ma forse più reconditi, del realizzarsi dell'ideologia politica e della propaganda imperiale nell'impero bizantino ormai ridotto ad una costellazione di potentati particolari di estensione limitata.
Il tema specifico di questo studio ha come oggetto alcune iconografie ritenute inedite, o meno tradizionali, nel panorama numismatico bizantino, emesse, in particolare, dalla zecca di Tessalonica tra XIII e XIV secolo, che vengono qui esaminate in funzione dell’evoluzione della rappresentazione imperiale. Tra di esse emerge l’inedita iconografia dell’imperatore pteroforo per la sua valenza di interscambiabilità semantica con l’immagine arcangelica.
Lo studio si è proposto l’obiettivo principale di rintracciare elementi iconologici quanto più possibile comuni tra tutti i soggetti iconografici presi in esame, vagliando il substrato ideologico e propagandistico sotteso alla valenza iconologica per ogni tipologia numismatica. / The aim of the present PhD research is to analyze the byzantine political theology evolution and its effects on the imperial propaganda in the period between the XIII and XIV centuries through the study of the ideology’s evidences in iconography and numismatics during the examined period. The interdisciplinary connection of these fields of research - iconography and numismatics - with an innovative methodology, whose achievements are extremely satisfactory, allows to understand the specific characters, and perhaps the most recondite ones, of the political ideology and imperial propaganda development in the Byzantine Empire, now reduced into a constellation of different powers of limited extension. The specific topic of this study is about some iconographies considered unusual in the byzantine numismatic context and they are the subject of peculiar coins struck in the mint of Thessaloniki between the XIII and XIV century. In this study they are analyzed in the light of the imperial image’s evolution. Among them, the peculiar iconography of the winged emperor stands out for its semantic symbolism of interchangeability with the image of the archangel Michael. The study’s main aim is to find iconological elements shared between all the iconographic subjects studied, by analyzing the ideological and propagandistic base subtended to the iconology of each numismatic type examined.
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Ricerche sul lessico della provvidenza in Agostino / Research on Augustine's Vocabulary with regard to Divine ProvidenceDal Chiele, Elisa <1983> 15 December 2014 (has links)
Questa ricerca è un’indagine semasiologica del lessico agostiniano della provvidenza divina, costituito dalle parole-chiave prouidentia, prouideo, prouidens, prouidus, prouisio, prouisor, prouisus, e dai lessemi in relazione logico-sintattica diretta con esse. La prospettiva è sia sincronica (si considerano tutte le attestazioni delle parole-chiave presenti nel corpus agostiniano), sia diacronica: si soppesano di volta in volta analogie e differenze agostiniane rispetto agli antecedenti, nell’intento di arricchire il panorama dei possibili modelli lessicali latini (pagani, biblici, patristici) di Agostino.
I dati lessicali sono stati raccolti in una banca dati appositamente costituita, selezionati secondo i criteri di frequenza e pregnanza semantica, e analizzati per nuclei tematici, coincidenti in parte con i capitoli della tesi.
Si studiano dapprima i lessemi che esprimono il governo della provvidenza (le famiglie lessicali di administro, guberno e rego, e altri lessemi che designano l’azione della provvidenza); sono poi analizzati lessemi e iuncturae in cui prevale l’idea del mistero della provvidenza. Gli ultimi due capitoli sono dedicati al tema della cura divina, e a quello della cosiddetta “pedagogia divina”: attraverso i segni esteriori, la provvidenza ‘richiama’ l’uomo a rientrare in se stesso. Un’appendice approfondisce infine l’uso agostiniano di Sap 6,16 e Sap 8,1.
L’apporto di Agostino al lessico filosofico latino va individuato a livello semantico più che nell’innovazione lessicale. Accanto a suffissazione, composizione, calco, la metafora svolge un ruolo essenziale nella formazione del lessico dell’Ipponate, e proviene spesso da altre lingue tecniche oppure è radicata nel patrimonio di immagini tradizionali della religione pagana.
Il debito di Agostino è indubbiamente verso Cicerone, ma anche verso Seneca, per l’uso in ambito esistenziale-biografico di alcuni lessemi. Agostino li trasferisce però dal piano umano a quello divino, come nel caso del concetto di admonitio: parte integrante del programma filosofico senecano; ‘richiamo’ della provvidenza per Agostino, concetto che risente anche dell’apporto di retorica ed esegesi. / The dissertation is a semasiological investigation of Augustine’s vocabulary concerning Divine Providence. It comprises both the key-words prouidentia, prouideo, prouidens, prouidus, prouisio, prouisor, prouisus and the lexemes in a direct logic-syntactic relationship to the key-words. On the one hand, the synchronic analysis considers all the key-words’ attestations within Augustine’s corpus, on the other hand, analogies and differences between Augustine and previous authors are successively evaluated from a diachronic perspective, in order to widen the spectrum of Augustine’s possible Latin models (pagans, biblical, patristic).
I have created a database to record the lexical data, selecting them according to the criteria of frequency and significance, organizing them by topics, corresponding in part to the dissertation’s chapters.
The first section deals with lexemes that designate the idea of the governance of Providence (the families of administro, guberno, rego and some lexemes which express the action of Providence); moreover, lexemes and iuncturae signifying Providence as a mysterious presence are investigated. The last two chapters deal with the topic of benevolence and with the so-called “divine pedagogy”: through exterior signs, Providence “calls back” the human being to his interiority. A final appendix deals with Augustine’s use of Sap 6,16 and Sap 8,1.
Augustine’s contribution to Latin philosophical vocabulary takes place on the semantic level rather than the lexical. Besides suffixation, composition, and calque, metaphors play a fundamental role in the composition of Augustine’s vocabulary. Metaphors are often derived from other technical languages, or they are based on traditional images of the pagan religion.
Augustine is indebted to Cicero and also to Seneca for the biographical-existential meaning of some lexemes, though Augustine transfers them from the human level to the divine level. This becomes clear, e.g., with reference to the concept of admonitio, an integral part of Seneca’s philosophical program, but the Providence’s “recall” for Augustine.
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Altri corpi: temi e figure della corporalità nella poesia degli anni SessantaAnnovi, Gian Maria <1978> 12 April 2007 (has links)
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