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Analizzare testi con la grammatica delle valenze

Dallabrida, Sara January 2018 (has links)
Scopo della tesi è analizzare testi in sincronia (ma anche in diacronia) e di diversa natura (discorsi e interviste politici, racconti letterari, testi pratici, articoli di giornale) attraverso la grammatica delle valenze, o meglio attraverso l'analisi di omissioni e aumenti argomentali in contesti dati. L'intento è quello di mostrare come omissioni e aumenti argomentali contribuiscano a creare nei contesti considerati modificazioni semantiche ed effetti comunicativi differenti (ma anche ricorrenti), rilevanti per la stessa comprensione dei testi. La tesi è articolata in quattro capitoli che sviluppano i seguenti argomenti: a) la teoria della valenza di Tesnière e la sua ricezione; b) l'applicazione della grammatica delle valenze ai testi; c) le omissioni argomentali (aspetti teorici e analisi applicata ai testi); d) gli aumenti argomentali di verbi e nomi atmosferici (aspetti teorici e analisi applicata ai testi). Il tipo di analisi svolta mette a disposizione sia dati utili a livello teorico, sia materiale linguistico autentico commentato spendibile anche in ambito didattico.
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Multimodal Distributional Semantics

Bruni, Elia January 2013 (has links)
Although being one very simple statement, the distributional hypothesis - namely, words that occur in similar contexts are semantically similar - has been granted the role of main assumption in many computational linguistic techniques. This is mostly due to the fact that it allows to easily and automatically construct a representation of word meaning from a large textual input. Among the computational linguistic techniques that are corpus-based and adopt the distributional hypothesis, Distributional semantic models (DSMs) have been shown to be a very effective method in many semantic-related tasks. DSMs approximate word meaning by vectors that keep track of the patterns of co-occurrence of words in the processed corpora. In addition, DSMs have been shown to be a very plausible computational model for human concept cognition, since they are able to simulate several psychological phenomena. Despite their success, one of their strongest limitations is that they entirely represent word meaning in terms of connections with other words. Cognitive scientists have argued that, in this way, DSMs neglect that humans rely also on non-verbal experiences and have access to rich sources of perceptual knowledge when they learn the meaning of words. In this work, the lack of perceptual grounding of distributional models is addressed by exploiting computer vision techniques that automatically identify discrete "visual words" in images, so that the distributional representation of a word can be extended to also encompass its co-occurrence with the visual words of images it is associated with. A flexible architecture to integrate text- and image-based distributional information is introduced and tested on a set of empirical evaluations, showing that an integrated model is superior to a purely text-based approach, and it provides somewhat complementary semantic information with respect to the latter.
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Stefan George e Friedrich Hoelderlin: due ciclicità  a confronto

Serio, Marco January 2016 (has links)
Lo studio affronta il problematico argomento della ciclicità in relazione a due grandi lirici tedeschi, Stefan George e Friedrich Hoelderlin, misurandosi con una vasta tradizione critica e con non agevoli dettati ermeneutici. Il lavoro è scandito in sette capitoli, dei quali il primo analizza il termine 'ciclo', partendo dal suo significato etimologico di cerchio, circolo e ruota, per poi soffermarsi sul significato di successione di eventi memorabili all'interno di un'epoca. Il ciclo è inteso quale categoria estetico-semantica che, incardinata nella dimensione riflessiva del linguaggio, permette di leggere le liriche sia come singoli testi autonomi sia come testi poetici inseriti in un insieme più vasto. Nel secondo capitolo si analizza la nozione di rituale ciclico in Stefan George nel contesto della Germania guglielmina, lacerata dalla frattura fra Bourgeoise e Bildungsbuergertum. Da questo prospettiva il rituale ciclico georgeano è concepito come mito che mira a creare una tradizione culturale funzionale ai bisogni della Germania, legittimandone i caratteri di specificità, eccellenza ed esclusività rispetto alle altre nazioni, nonché esorcizzando lo stereotipo tedesco di "verspaetete Nation", condannata a restare in uno stato di frammentazione territoriale fino al 1871. Il mito carente, capace di tradurre in realtà una volontà di potenza di stampo nietzscheano, viene incarnato dal poeta come esponente di una realtà potenziata che si colloca in un punto di scissura tra finito e infinito. Fondandosi sulla ripetizione di un'azione, il rituale estetico garantisce stabilità e continuità e offre un efficace antidoto contro la fugacità del tempo, mentre l'espressione poetica diviene una totalità in sé conchiusa. In Stefan George il culto della bellezza genera un cerchio magico, nel quale egli si trasforma da esteta in vate che preconizza la palingenesi dell'umanità. Oggetto di indagine sono state, a titolo di esempio, le strutture cicliche di Der Teppich des Lebens und die Lieder von Traum und Tod mit einem Vorspiel. Infine il lavoro volge a contemplare il rapporto tra Friedrich Hoelderlin e Stefan George, a partire dall'analisi del contributo di George e dei suoi sodali per la riscoperta dell'opera tarda di Hoelderlin per poi estendersi alle fonti utilizzate nel processo ermeneutico della poesia georgeana, nonché alle analogie tematiche rintracciabili tra i due poeti tedeschi che mantengono inalterata la propria singolarità sul piano stilistico e linguistico. Ciò avviene attraverso l'analisi di testi esemplari come gli hoelderliniani Fragment philosophischer Briefe e Verfahrungsweise des poetischen Geistes oltre agli inni Patmos, Friedensfeier, Brot und Wein e Der Zeitgeist e le loro ricadute entro l'opera georgeana, a fronte dello specifico paradigma della ciclicità.
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La culture traditionnelle du lin

Carufel, Hélène de 25 April 2018 (has links)
A Saint-Léonard-de-Portneuf, j'ai compris l'art de travailler avec les instruments liniers qui avaient toujours été brièvement décrits dans les divers ouvrages consultés. De leur côté, ces ouvrages m'ont apporté beaucoup de renseignements scientifiques sur les techniques culturales et ont complété les informations reçues sur les diverses opérations linières. Ils m'ont permis de constater que, depuis la Préhistoire, les techniques de culture et de préparation du lin sont restées immuables, et ce, jusqu'à l'industrialisation. Des variantes minimes apparaissent au niveau de la forme des instruments et des modalités d'exécution des tâches. Cependant, la chaîne opératoire conserve toujours la même structure. Étant donné que les écrits révèlent une forte homogénéité des procédés dans le milieu traditionnel québécois, au point de vue de l'outillage et des gestes liés à son utilisation, j'ai préféré concentrer l'enquête ethnographique à Saint-Léonard-de-Portneuf et approfondir, dans ce milieu riche en informations, mes connaissances sur la tradition linière. Après avoir tracé l'évolution historique de la culture du lin, la présente étude s'attache à décrire les procédés de culture et de transformation de cette plante textile. Seuls les instruments spécifiques au travail du lin y seront détaillés. Les instruments agricoles et ceux utilisés pour le filage et le tissage ne servant pas uniquement à la culture et à la préparation du lin et faisant de plus l'objet d'autres études, je ne les ai pas retenus. Le mode d'utilisation des produits liniers ainsi que l'organisation du travail seront traités à la fois dans le cadre de l'atelier familial et du milieu social. / Québec Université Laval, Bibliothèque 2012
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LA FINESTRA COME SPAZIO METAFORICO NELLA LETTERATURA SPAGNOLA: RIFLESSIONI SULLA POETICA DI RAFAEL ALBERTI

PIGNATARO, ROSA 16 June 2016 (has links)
L’obiettivo della presente ricerca è stato cercare di dimostrare come la finestra, da innocuo dispositivo ottico e spaziale, completi molte delle osservazioni tradizionali della critica, fornendo un’ulteriore chiave di lettura nell’interpretazione del procedimento creativo nelle opere analizzate. Partendo da una veloce silloge della ricorrenza del termine nella letteratura classica e italiana, si passa alla presentazione dell’evoluzione tematica della finestra nell’ambito della letteratura spagnola focalizzando l’analisi su alcuni modelli in cui il nucleo della finestra si configura come struttura generativa di un’intera opera letteraria. Con il terzo capitolo si entra nella parte monografica della ricerca: la finestra sembrerebbe un facile simbolo nella produzione letteraria di un poeta esiliato, poiché l’affaccio a un davanzale è un proiettarsi idealmente verso la patria perduta. In realtà, selezionando la vastissima produzione letteraria di Rafael Alberti, la ricorrenza della finestra permette di tracciare un iter tematico nella vicenda biografica e artistica del poeta, dall’infanzia alla maturità. Nell’ultimo capitolo, invece, oggetto d’analisi è El Adefesio, un’opera teatrale composta da Alberti durante l’esilio argentino. Questa volta le finestre si chiudono e le mura domestiche si trasformano in un’intollerabile prigione generando quasi una dimensione di claustrofobia, espressione di un nuovo teatro che parla di negazione e di censura. / The aim of this research is to attempt to show how the ‘window’, a harmless optical and spatial device, completes many of the traditional observations of the critic, providing another key to the reading in the interpretation of the creative process in the analyzed works. Starting with a quick compilation of the recurrence of the term in Classical and Italian literature, the reaserch focuses on the analysis of the evolution of the word in Spanish literature with some models in which the window is configured as the generative structure of an entire literary work. The third chapter confronts the monographic part of the research: the window would seem an easy symbol in the literary production of an exiled poet, since gazing through a window could be seen as a projection of the artist towards his or her estranged homeland. In reality, by selecting the vast literary production of Rafael Alberti, the recurrence of the word ‘window’ allows us to trace a thematic procedure in the biographical and artistic life of the poet, from childhood to maturity. In the last chapter, the subject of analysis is El Adefesio, a play composed by Alberti during his Argentinian exile. This time the windows are closed and the walls becomes an intolerable prison generating an almost claustrophobic mood, expression of a new theater that speaks of denial and censorship
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«Präzise doch ungenau». Tradurre il saggio. Un approccio olistico al saggio poetico di Durs Grünbein / «Präzise, doch ungenau». Translating the Essay. A holistic approach to Durs Grünbein’s poetic Essay

Ruzzenenti, Silvia <1981> 19 December 2012 (has links)
Il saggio, genere di confine (Grenzgänger-Textsorte) per eccellenza, la cui indefinibilità è topos, si profila tuttora come terra incognita nell’àmbito delle scienze della traduzione. La presente ricerca mira a enucleare un modello traduttologico olistico per la traduzione del saggio. In feconda alternativa alla dicotomia approccio ermeneutico-letterario vs. approccio linguistico, la prospettiva teorico-metodologica del lavoro integra linee di ricerca filologico-letterarie e linguistico-testuali. Tale sguardo multiprospettico, l’unico in grado di dar conto della complessità del genere, permette di collocare operativamente il saggio e le sue varianti testuali principali (Textsortenvarianten), dal saggio specialistico (fachlicher Essay) al saggio poetico (poetischer Essay) sul continuum delle forme testuali comprese entro le dimensioni (scientifica, pragmatica, estetica) del Denkhandeln. Dalla produttiva intersezione tra la riflessione dell’Essayforschung classica e contemporanea e le più recenti indagini linguistico-testuali sulle forme del saggismo scientifico, si perviene alla formulazione di una definitio per proprietates del saggio. Segue lo sviluppo di un modello traduttologico olistico, che tesaurizza il proprio paradigma antropologico, la riflessione filosofico-ermeneutica e le acquisizioni della linguistica testuale, articolandosi attraverso le fasi ricorsive e interagenti di ricezione olistica, analisi poetico-ermeneutica e retorico-stilistica, progettazione linguistico-cognitiva, formulazione e revisione. L’approccio olistico così delinatosi viene quindi vagliato nella sua proficuità in sede applicativa. Funge da banco di prova un vero e proprio “caso limite” per complessità e qualità letteraria, ovvero il «poetischer Essay» del poeta, saggista e traduttore Durs Grünbein, una delle voci più acclamate nel panorama contemporaneo. La sezione pratica presenta infine l’inedita traduzione italiana dei saggi grünbeiniani Den Körper zerbrechen e Die Bars von Atlantis. / The Essay, the «anti-genre» par excellence, describes a neglected research area within the Translation Studies. My thesis develops a holistic approach for the translation of the Essay. Preliminarily it joins literary-philological and linguistic acquisitions within the multidisciplinary theoretical-methodological horizon of an anthropological, literary, hermeneutic & text linguistic traductological paradigm. Through a critical examination of state of the art of both the literary-philosophical Essayforschung and text linguistic studies on the Textsorte essay, the work provides an operative: 1. Localisation of the genre and its main variants (from the specialist essay to the poetic essay) on the prototypical text continuum among the dimensions (scientific, pragmatic, aesthetic) of the Denkhandeln (Thought as Action); 2. Definitio per proprietates of the Essay. On the basis of these operative acquisitions the thesis devises a holistic model for the translation of the genre. The translating model is designed as a process with recursive, interacting phases featuring: holistic reception, hermeneutical and poetic analysis, rhetorical and stylistic analysis, cognitive and linguistic draft, wording and revision. The validity of this model is tested through a highly complex case study, i.e. the translation of the «poetischer Essay» of Durs Grünbein, arguably one of the world’s greatest living poets who enjoys large international recognition not least as a new classic of critical-poetic prose. Finally the unpublished Italian translation of Grünbein’s Essays Den Körper zerbrechen and Die Bars von Atlantis is presented.
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L’interpretazione simultanea dal polacco all’italiano: le strategie per affrontare le catene nominali / Simultaneous interpreting from Polish into Italian: strategies to tackle strings of nouns

Cappelli, Rita <1982> 15 September 2014 (has links)
La presente tesi rappresenta il primo studio dedicato all’interpretazione simultanea dal polacco all’italiano. La presente ricerca cerca di identificare il modo in cui interpreti di comprovata esperienza gestiscono alcune difficoltà tipiche della sintassi polacca fortemente divergenti da quella italiana. La scelta di studiare le catene nominali deriva dal confronto di quanto emerso dalle indagini sulla linguistica contrastiva con un’inchiesta tra gli interpreti accreditati presso le istituzioni europee per quella combinazione. Il primo capitolo è dedicato ad una panoramica sui contatti passati e presenti tra l’Italia e la Polonia e ad una riflessione sulla lingua polacca in chiave contrastiva con l’italiano. Il secondo capitolo si concentra sulla ricerca nell’ambito dell’interpretazione simultanea, in particolare sugli studi contrastivi e sulla discussione delle strategie usate dagli interpreti. Il terzo capitolo approfondisce il contesto di questo studio ovvero le istituzioni europee, il il multilinguismo e il regime linguistico al Parlamento Europeo. Il quarto capitolo include l’indagine del lavoro, condotta su un ampio corpus di dati. Sono stati infatti trascritti e analizzati tutti gli interventi tenuti in lingua polacca in occasione delle sedute parlamentari a Strasburgo e a Bruxelles del 2011 e del primo semestre 2009 e le relative interppretazioni in italiano (per un totale di oltre 9 ore di parlato per lingua). Dall’analisi è risultato che l’interprete nella maggior parte dei casi cerca, nonostante la velocità d’eloquio dell’oratore, di riprodurre fedelmente il messaggio. Tuttavia, qualora questo non risulti possibile, si è notato come gli interpreti ricorrano in maniera consapevole all’omissione di quelle informazioni desumibili o dal contesto o dalle conoscenze pregresse dell’ascoltatore. Di conseguenza la riduzione non rappresenta una strategia di emergenza ma una risorsa da applicare consapevolmente per superare le difficoltà poste da lunghe sequenze di sostantivi. / This dissertation represents the first study on simultaneous interpreting from Polish into Italian. This research aims at finding out the strategies adopted by interpreters to overcome the differences between the Polish and the Italian syntax. In order to identify the object of this study, that is to say the strings of nouns, we carried out a survey among the interpreters working from PL into IT for the EU Institutions. The first chapter focuses on the past and present contacts between the two countries and on the contrastive analysis of the two language systems. The second one offers an overview of the studies carried out in the field of interpreting, in particular regarding specific language combinations and the strategies applied by interpreters. The third chapter presents the language regime of the European Institutions and their language services. The fourth chapter includes the analysis of the corpus. The corpus is composed of all the speeches held in Polish during the plenary sessions of the European Parliament in the year 2011 and during the first semester of the year 2009 and their respective interpretations into Italian (more than 9 hours for each language were transcribed.) During the analysis we noticed that interpreters usually try to interpret all the elements of the strings. When it is not possible, they tend to reduce the strings of nouns and omit some elements. Anyway, the great majority of omissions present in our corpus do not influence the content of the message, since the omitted parts can be inferred by the context or thanks to the listener’s previous knowledge. Therefore, we can conclude that reduction should be considered as a resource to apply in a very conscious way in order to overcome the difficulties posed by long strings of nouns.
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Tra parola e silenzio: Sprachreflexion in Christa Wolf e Kurt Drawert

Rota, Andrea January 2009 (has links)
La tesi intende soffermarsi sulla correlazione tra la scomparsa della RDT e la riflessione sulla lingua che importanti autori dell’Est tedesco tematizzano durante e dopo la Wende. Sebbene l’autunno 1989 sia stato spesso inscritto nei contorni di un’irripetibile Sprachrevolte [rivolta della lingua], nel “nuovo” contesto unitario scrittori orientali di diverse generazioni registrano ripetutamente l’inadeguatezza e l’impossibilità delle proprie parole a rapportarsi con la realtà orientale post-socialista. Riflettendo sul proprio vissuto, sulle proprie opere e sul linguaggio che articola l’esperienza esistenziale e sociale quotidiana, gli intellettuali formatisi nella RDT cercano di orientarsi tra i frammenti di una realtà divenuta improvvisamente estranea - quando non apertamente ostile. La difficile transizione da uno ieri familiare - per quanto controverso - a un domani riunificato e ancora sconosciuto costituisce lo sfondo sul quale importanti autori orientali testualizzano, sotto forma di Sprachreflexion [riflessione sulla lingua], le incertezze e gli interrogativi sul proprio ruolo sociale e culturale all’interno della Germania unita. Di fronte alla controversa dissoluzione della RDT e al conseguente, radicale dissesto del suo mondo culturale, negli anni Novanta gli scrittori dell’Est tracciano i difficili bilanci letterari delle proprie esperienze di vita. Si tratta di resoconti esistenziali tutt’altro che semplici, dai quali emergono le pesanti ripercussioni che la Wende e la riunificazione nazionale hanno avuto, nel giro di brevissimo tempo, sul ruolo sociale e culturale della dissidenza politico-letteraria. Come già avvenuto in altri momenti cruciali della storia tedesca contemporanea, la Selbstreflexion letteraria stimolata dalla riunificazione tocca in primis lo strumento per eccellenza dell’agire intellettuale, artistico e sociale: la lingua. La crisi che nel blocco orientale segna la fine del cosiddetto “secolo breve” si rivela infatti prolifico motore di una poliedrica riflessione metalinguistica e metaletteraria, al cui interno le parole (tanto quelle apparentemente semplici della quotidianità, quanto quelle “elaborate” dell’ars scribendi) assurgono a precipuo oggetto di discorso. Le riflessioni sulla lingua e sul suo prodotto più elevato, la letteratura, si inseriscono dunque all’interno dell’approfondita disamina letteraria ed esistenziale di chi, soffermandosi sui codici della propria storia, indaga se stesso e al contempo il mondo circostante. Inscindibile dallo Zeitgeist ad essa contingente, la Sprachreflexion degli autori tedesco-orientali collima inevitabilmente con la Geschichts- e la Gesellschaftsreflexion, con la riflessione sulla storia, sulle sue cesure e sulla società che le ha prodotte. Schwerpunkt der Dissertation ist die Korrelation zwischen dem Zusammenbruch der DDR und der erzählerischen Sprachreflexion, die das Werk einiger in der DDR aufgewachsener u. dort schon tätiger Autoren nach der Wende thematisieren. Ab 1990 wird die literarische Beziehung zwischen Wörtern, Begriffen und Alltagswahrnehmungen problematischer als sonst: Bei manchen Ost-Schriftstellern verschiedener Generationen scheint die Sprache des wiedervereinigten Deutschlands, keine Adhärenz mehr in Bezug auf ihre Lebenserfahrungen und -auffassungen zu besitzen. Am Beispiel von Christa Wolfs u. Kurt Drawerts Sprachreflexion wird die Problematisierung des Wort- und Erzählvermögens als eine Phase vom literarischen Aufarbeitungsprozess der DDR-Auflösung interpretiert.
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Il bilinguismo di minoranza come variabile rilevante nell'apprendimento di una terza lingua.

Gatta, Giulia January 2017 (has links)
Il campo di studi sull’apprendimento della terza lingua (L3) e sull’influenza interlinguistica è piuttosto recente nel panorama degli studi riguardanti l’acquisizione linguistica e ancora più recente è il focus sull’ambiente plurilingue e sui parlanti plurilingui. Il presente lavoro è stato sviluppato a partire da una ricerca condotta nel 2012 nella scuola primaria di Fierozzo e nelle scuole primarie della valle del Fèrsina e si propone di inserire lo studio sul plurilinguismo mòcheno all’interno del campo di studi della L3 proseguendo la ricerca nella fascia di età 11-14 anni, allo scopo di approfondire tre principali aspetti: l'aspetto sociolinguistico, l'aspetto cognitivo - acquisizionale e l'aspetto educativo.
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Islam aureo: evoluzione della figura del morisco nel teatro spagnolo dei Secoli d'Oro

BELLONI, BENEDETTA 02 March 2012 (has links)
La tesi si propone di analizzare il personaggio del morisco nel teatro spagnolo dei Secoli d’Oro. Scopo dello studio è dimostrare che la figura affiora come riflesso dell’immagine stereotipizzata del cristiano nuevo de moro, costruita dai membri della comunità cristiano-vieja. Il primo capitolo è incentrato sull’esposizione delle circostanze storiche che hanno contribuito a determinare, tra i secoli XVI e XVII, la cuestión morisca, identificandone i punti primari a livello socio-politico, geografico ed economico. Allo stesso modo, si intende presentare il protagonista della ricerca, l’individuo ispano-musulmano, contestualizzandolo da un punto di vista religioso, culturale e sociale. Il secondo capitolo comprende lo studio della rappresentazione deformata del soggetto morisco. L’analisi dei meccanismi di stereotipizzazione, messi in atto dalla classe dominante, evidenzia l’effettività di un progetto di discriminazione e marginalizzazione nei confronti degli appartenenti alla minoranza. Al fine di verificare se gli stessi processi si consolidino anche nel discorso letterario dell’epoca, il terzo capitolo della ricerca intende rintracciare la figura all’interno del teatro spagnolo rinascimentale e barocco ed esaminarne l’evoluzione. Nell’ambito del teatro della seconda metà del secolo XVI, l’analisi si sofferma sulle modalità di raffigurazione del personaggio nella produzione di tre significativi autori dell’epoca, Diego Sánchez de Badajoz, Juan Timoneda e Lope de Rueda. In un secondo momento, l’attenzione si focalizza sull’osservazione del ruolo che ricopre la figura all’interno di un corpus di nove commedie di Lope de Vega, esaminando nello specifico quattro aspetti del procedimento comico di cui sembra essersi servito il Fénix per ribadire la categorizzazione sociale anche a livello letterario. / The dissertation focuses on the analysis of the character of the morisco in the Spanish Golden Age theatre. The aim of the study is to demonstrate that the figure emerges as a reflection of the stereotyped cristiano nuevo de moro image constructed by the members of the cristiano viejo community. The first chapter concentrates on the description of the historical circumstances that have contributed to determine, between the 16th and 17th centuries, the cuestión morisca, identifying its main aspects from a socio-political, geographical and economic points of view. Meanwhile, the protagonist of our research, the Hispano-Muslim individual, is also examined from a religious, cultural and social perspectives. The second chapter provides the study of the deformed representation of the morisco subject. The analysis of the social stereotyping mechanisms reveals the efficiency of a discriminating scheme arranged by the ruling class towards the historical morisco figure. In order to verify whether the same processes are also enclosed in the literary discourse of the time, the third chapter aims to detect the figure in the Spanish Renaissance and Baroque theatre and to examine its evolution. Firstly, the analysis focuses on how the character is represented in the production of three main authors of the second half of the 16th century, Diego Sánchez de Badajoz, Juan Timoneda and Lope de Rueda. Afterwards, the attention concentrates on the observation of the role that covers the figure of the morisco in a corpus of nine plays written by Lope de Vega, especially on four aspects of the comic procedure which seem to have served to the author to reaffirm the social categorization also on the literary level.

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