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Genesi e struttura del problema del mondo nel pensiero di Eugen Fink: tra ontologia, idealismo e fenomenologia

Bertolini, Simona <1980> 22 June 2010 (has links)
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Immagine del pensiero e potenze del Differente nella filosofia di Gilles Deleuze

Muho, Alment <1976> 14 September 2011 (has links)
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L'opera letteraria tra interpretazione e metafora: a partire da Nelson Goodman / The literary work between interpretation and metaphor:starting from Nelson Goodman

Leone, Giulia <1981> 12 September 2013 (has links)
Che rapporto intercorre tra un’opera letteraria e una sua interpretazione? Che cosa fa sì che la prima supporti la seconda? Come possiamo discernere un’interpretazione valida da una che non lo è ? Come può una stessa opera avere interpretazioni differenti e a volte incompatibili tra loro? Assumendo come punto di partenza la proposta di Nelson Goodman di qualificare l’opera letteraria come allografica e, quindi, di definire l’identità dell’opera sulla base della sua compitazione, cercare un risposta alle domande proposte implica un riflessione tanto sul linguaggio, quale strumento simbolico, quanto sulle modalità di riferimento proprie delle opere letterarie. In particolare, di fronte al dissolversi del mondo nella molteplicità delle versioni che il linguaggio può offrire di esso, una peculiare concezione della metafora, intesa come proiezione di un regno del linguaggio su un altro regno dello stesso, si qualifica come un buon modello per la comprensione del rapporto che lega opere letterarie e loro interpretazioni. In tal modo l’opera stessa non solo diviene significativa, ma, attraverso tale significazione, riesce anche a farsi produttiva, modificando, ampliando, ristrutturando la versione dal mondo dalla quale l’interprete-lettore prende le mosse. Ciascuna lettura di un’opera letteraria può infatti essere concepita come una via attraverso la quale ciò che nell’opera è detto viene proiettato sulla visione del mondo propria dell’interprete e di quanti possono condividerne il punto di vista. In tal modo le interpretazioni pongono le opere cui si riferiscono nelle condizioni di fornire un apporto significativo tanto alla comprensione quanto alla costituzione della nostra versione del mondo. E se ciò può avvenire in diversi modi, mutando le interpretazioni a seconda di chi le produce e delle circostanze in cui sorgono, l’opera evita la dissoluzione in virtù della compitazione che la identifica. / What is the relationship between a literary work and its interpretation? What makes the first support the second one? How can we discern a valid interpretation from one that is not? How can the same work have different interpretations, sometimes incompatible with each other? Taking as starting point the Nelson Goodman’s proposal to qualify literary works as allografic, and, therefore, to define the works identity based on their spelling, look for a response to posed questions implies a reflection both on language, as symbolic tool, and on the ways of reference of literary works. In particular, after the world dissolution in the multiplicity of versions that the language can offer of it, a peculiar conception of metaphor, understood as the projection of a realm to another of language, qualifies as a good model for the understanding of the relationship between literary works and their interpretations. In this way, the work itself not only becomes significant, but, by meaning, is also successful to get productive, changing, expanding, renovating the world version from which the reader-interpreter starts. Each reading of a literary work can in fact be seen as a way in which what is said in the work is projected onto the interpreter's own world vision and those whose can share his point of view. In this way, the interpretations put the works to which they refer in a position to make a significant contribution both to the understanding and to the constitution of our version of the world. And if this can be done in several ways, changing interpretations depending on who produces them and on the circumstances in which they arise, the work avoids the dissolution by virtue of spelling that identifies it.
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"Narrazione filosofica" e "afilosofia". I problemi della filosofia, dell'espressione e del senso in Gadda e in Merleau-Ponty / Philosophical narrative and "A-philosophy". The problems of philosophy, meaning and expression in Gadda and Merleau-Ponty

Lo Marco, Lucia <1981> 19 December 2013 (has links)
Questo lavoro pone i problema di una presentazione filosofica della Meditazione milanese, nel suo rapporto con l'opera letteraria di Gadda e, contemporaneamente, instaura un confronto tra il complesso della produzione gaddiana (saggistica e narrativa) e l'ipotesi, messa in rilevo da Merleau-Ponty, di trovare al di fuori del vocabolario filosofico le possibilità di esprimere e raccontare la realtà che ci circonda. Nel costante riferimento alle posizioni teoretiche espresse nella Meditazione milanese, non solo viene inscritta la figura di Gadda entro un panorama filosofico, ma risulta problematizzato lo statuto stesso della filosofia. . / Questo lavoro pone i problema di una presentazione filosofica della Meditazione milanese, nel suo rapporto con l'opera letteraria di Gadda e, contemporaneamente, instaura un confronto tra il complesso della produzione gaddiana (saggistica e narrativa) e l'ipotesi, messa in rilevo da Merleau-Ponty, di trovare al di fuori del vocabolario filosofico le possibilità di esprimere e raccontare la realtà che ci circonda. Nel costante riferimento alle posizioni teoretiche espresse nella Meditazione milanese, non solo viene inscritta la figura di Gadda entro un panorama filosofico, ma risulta problematizzato lo statuto stesso della filosofia. .
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Scenography and Dramaturgy of the City

Ilnitski, Kirill January 2014 (has links)
The perceived deficiencies of the contemporary theory and practice of architecture and urban design lead to the main inquiry of this study: What theoretical approaches could reintroduce “human” elements of life, beauty and wholeness into contemporary cities? The primary thesis is divided further into the principal questions: (1) How practices are connected to space and place? (2) What structures underlie the everyday city life? (3) How nature and life are connected to the built environment? The study addresses the questions with Scenographic, Phenomenological, and Biophilic Approaches in order to attempt a reflective attention to the character of contemporary environments and human activities, in particular to their relationship with nature and life, and of an entire range of forms that evolved from this relationship. The Scenographic approach offers vast methodologies capable of overcoming the division between practices and space. It opens up the possibility for the creation of living places framed by the physical and passionate experience coupled with the creative energy of the dwellers that can find themselves acting and appropriating their environment. The Phenomenological approach is instrumental in the understanding of the most basic structures that constitute the everyday life in urban setting. The thesis views the phenomenon of everyday environmental experience from the vantage points of motion, rest, and engagement. The Biophilic approach fruitfully considers the elements necessary in order to assist designers in the practical application of the human affiliation to nature, in particular in the built environment. In addition, a short excursus to the work of Christopher Alexander introduces the concept of "pattern" as a "quality" of human relations that is activated and made possible by a specific architectural circumstance. Besides, it is stated that life and beauty in the built environment arise only from processes which allow living structure to unfold. The thesis is an effort to open up some theoretical directions potentially useful for the task of urban regeneration. For this treatise to be considered successful, the “effective stories” explaining, how life, beauty and wholeness may penetrate the urban fabric in specific cases, are to follow in its footsteps.
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Ecologia dell'architettura. Verso una nuova antropologia filosofica dell'abitare

Franceschini, Andrea January 2018 (has links)
Il presente studio rappresenta un contributo di ricerca all’elaborazione di una teoria ecologica dell’architettura. L’idea di “ecologia” che verrà sviluppata in esso è filosofica e sistemica, perché esprime una visione integrale, biologica e relazionale dell’essere umano, oltre che dell’architettura.
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L'estetico quale strumento di modellizzazione nella prospettiva della biosemiotica

Robuschi, Camilla 28 October 2022 (has links)
Il presente lavoro di ricerca vuole essere un contributo all’elaborazione di una teoria della modellizzazione estetica. L’idea di estetico che verrà sviluppata è solo in ultima istanza incentrata sulle opere d’arte, le quali saranno prese in considerazione nei termini di prodotti simbolici costituitivi della sfera culturale umana. Diversamente, nella prospettiva che vogliamo presentare, l’estetico sarebbe parte di un processo ecosistemico e di modellizzazione che coinvolge a vari livelli anche gli altri esseri viventi. L’estetico, ossia, sarebbe uno strumento utile alla creazione di specifici modelli che consentirebbero l’interfaccia con l’ambiente, dove l’obiettivo centrale del presente studio è quello di individuare il tipo di modelli che l’estetico permette di creare e il processo che conduce alla loro costituzione. La modellizzazione estetica, dunque, sarebbe tutt’altro che un comportamento accessorio o di sfondo, bensì uno strumento utile alla sopravvivenza che nell’essere umano trova la sua massima espressione nel simbolico quale capacità di produrre opere d’arte. Sotto questo aspetto, una teoria della modellizzazione estetica permette di superare quei binarismi che per secoli hanno impedito di studiare l’estetico in qualità di processo unitario e complesso. Il comportamento estetico sarebbe infatti una delle manifestazioni più evidenti della continuità tra cultura e natura, verbale e non verbale, soggetto e agente. Al fine di condurre un’indagine di questo tipo, ritengo utile utilizzare gli strumenti offerti dal campo di studi della biosemiotica, i quali permettono una visione biologica e relazionale dei fenomeni estetici. Gli obiettivi principali sono quelli di porre le basi per un ripensamento dell’estetica tradizionale e di riconsiderare il posizionamento dell’uomo all’interno della natura tramite l’analisi del comportamento estetico.
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Musica come Scienza dell'uomo. I caratteri del sapere musicale nel Settecento britannico

Semi, Maria <1981> 28 May 2009 (has links)
The departure point of the present work is the idea that in order to understand what music meant to British society in the Eighteenth-Century an interdisciplinary approach is necessary. Natural philosophy, moral philosophy, musical treatises and histories of music: all these sources concur both to the creation of a new idea about what music and its ‘science’ are, and to question the place which music ought to have in the realm of the Science of Man. The dissertation is divided into two sections. In the first one we will take into account philosophical sources (from John Locke, Joseph Addison and Lord Shaftesbury, to Lord Kames and Adam Smith), and we will examine their thoughts on music. In the second one we will deal with musical sources (from the Treatise of Musick of Alexander Malcom, to the Histories of Music of Charles Burney and John Hawkins) in order to show their connection with the philosophical literature before mentioned. The main aim of the work it to show that the development of specific philosophies of the human mind, such as the ones of John Locke and David Hume, did influence the way in which music was thought. Particularly we will point out the case of Adam Smith’s interpretation of instrumental music, which is heavily indebted to the humeian model of the human mind.
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Umorismo e ironia in Erik Satie

Boero, Luca <1980> 31 May 2010 (has links)
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Il dilemma dell'eroe. Modelli evoluzionistici di analisi narrativa

Zito, Giuseppe January 2017 (has links)
Dopo una panoramica sull’analisi narrativa nel suo sviluppo storico, a partire dall’interpretazione allegorica greca, passando per l’esegesi cristiana, fino allo strutturalismo, l’ermeneutica, la psicanalisi, il femminismo e la decostruzione, il primo capitolo si avvale del contributo di David Bordwell (Making Meaning, 1989), per mostrare il limite del meccanismo cognitivo comune a tutti i modelli ermeneutici: la mancanza di un fondamento epistemologico solido e di un metodo condiviso, che permetterebbe di non costruire ogni volta un edificio concettuale diverso e intercambiabile, ma di far sì che una nuova teoria narrativa abbia un potere esplicativo superiore e non semplicemente alternativo rispetto a quello delle teorie che l’hanno preceduta. Tale fondamento e metodo vengono individuati nel secondo capitolo grazie al ricorso alle scienze evoluzionistiche, soprattutto biologia e neurobiologia. Come sintetizzato da Brian Boyd (On the Origin of Stories: Evolution, Cognition and Fiction, 2009) l’Homo sapiens non si è trovato capace e bisognoso di raccontare e ascoltare storie dall’oggi al domani. La funzione narrativa si è evoluta come qualsiasi altra caratteristica della nostra specie in funzione del mantenimento e della trasmissione della vita, probabilmente in quanto gioco cognitivo, meccanismo neuronale che permette al cervello umano di orientarsi nel tempo dando ordine e senso agli eventi. Adottandone il metodo e basandosi su questo e molti altri risultati delle scienze evoluzionistiche, l’analisi narrativa può finalmente cominciare a costruire su un fondamento solido, sottoponendo i propri risultati teorici al vaglio della verifica quantitativa. A questo è dedicato il terzo capitolo, aperto su una nuova prospettiva di ricerca, che attraverso l’applicazione dei modelli matematici della teoria dei giochi permette di individuare un metodo per verificare l'ipotesi evoluzionistica che la cultura umana, e le storie che nel corso del tempo questa ha raccontato, si siano evolute in una direzione ben precisa, quella della cooperazione (Robert Axelrod, The Evolution of Cooperation, 1984). La teoria dei giochi è infatti nata come studio delle strategie di comportamento economico attraverso l'elaborazione di modelli matematici, ma si presta (ed è stata con successo applicata) a qualunque tipo di interazione umana e non, economica, biologica, sociale, culturale, etica e in questo caso narrativa.

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