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Non è la fine del mondo. Lalande, le comete e la comunicazione del rischio nel Settecento.Ampollini, Ilaria January 2016 (has links)
Nell'aprile del 1773, Parigi fu scossa dal timore che una cometa provocasse un disastroso cataclisma. All'origine del clamore, il "Mémoire sur les comètes" dell'astronomo Lalande (Bourg-en-Bresse 1732-Paris, 1807), che aveva sostenuto la non impossibilità fisica e matematica di uno scontro/incontro tra Terra e comete.
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Gli Statuta Almae Urbis": il diritto municipale a Roma nella seconda metà del XVI secolo."Carlino, Maria Luisa January 2011 (has links)
Gli statuti municipali della città di Roma, riformati nel 1580, rappresentano il fulcro attorno al quale è stata condotta la ricerca. Dopo una breve riflessione sul mancato interesse suscitato per più secoli da questa "forma iuris" negli storici, l'attenzione si è spostata sull'oggetto 'statuti'. La particolarità della città e i diversi fori di competenza dei numerosi tribunali romani sono serviti a comprendere in parte il perché di un nuovo "corpus" normativo. Ma un'analisi più dettagliata di coloro che furono gli artefici della riforma ha permesso di chiarire numerosi aspetti di un processo durato più di cinquant'anni. L'emergere alla fine di una figura, un giurista romano, Luca Peto, che si dedicò alla riforma istituzionale del comune di Roma e al rinnovamento degli statuti, ha fatto sì che anche alcuni passaggi fondamentali avvenuti durante la riforma uscissero dall'ombra. Ciò ha reso più comprensibile la distribuzione della materia statutaria nei libri del "corpus", mettendo in evidenza anche una continuità con il passato che sembrava scomparsa. Gli "statuta Urbis" anche dopo l'approvazione di Gregorio XIII continuarono ad essere interpretati in maniera differente dai giurisperiti. Ne conseguì un dibattito che rimase vivo fino alla metà del Settecento.
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La Chiesa valdese nel secondo dopoguerra (1945-1958): libertà religiosa, evangelizzazione e associazionismo giovanile / The Waldensian Church After the Second World War: Freedom of Religion, Mission, Youth AssociationsPALMIERI, SANDRO SIMON 20 June 2007 (has links)
La storia della Chiesa valdese nel secondo dopoguerra si inserisce nel filone di ricerca che ha come oggetto lo studio delle minoranze religiose in Italia.
La vicenda delle minoranze evangeliche nel secondo dopoguerra si colloca nella storia più vasta della creazione dello Stato repubblicano, verso cui è aumentato l'interesse degli storici soprattutto a partire dagli anni novanta.
il processo di reinserimento della Chiesa valdese nel dopoguerra fu complesso e problematico. Il tramonto definitivo dello Stato liberale, l'esperienza del fascismo scardinarono il quadro di riferimento politico e culturale entro cui si era sviluppata la presenza delle chiese evangeliche. Fu presto evidente che l'avvento dello Stato repubblicano, caratterizzato da una forte polarizzazione tra cattolici e comunisti, non avrebbe permesso un ritorno allo status quo anteriore al fascismo. In questo contesto, vanno inquadrati gli sforzi della Chiesa valdese di elaborare delle strategie volte ad ottenere un riconoscimento giuridico, culturale e religioso. / The history of the Waldesian Church after World War two is the object of a study on religious minorities in Italy.
The Evangelical minorities and their vicissitudes after World War two belong to the wider history of the creation of the Republican State, which historians have been increasingly interested in especially from the nineties onwards.
The process of reintegration of the Waldesian Church after the war was complex and troublesome. The final collapse of the Liberal State and the experience of fascism tore down the political and cultural framework where Evangelical Churches had developed. It was soon clear that the rising of the Republican State, characterised by a powerful polarisation between Catholics and communists, would not allow to return to the status quo before fascism. The efforts of the Waldesian Church to elaborate strategies aiming at a juridical, cultural and religious recognition, need to be placed in such a context.
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Un utile e stabile occupazione : Le origini della professione di maestra nella Lombardia della RestaurazioneTATULLI, NATALIA 21 March 2012 (has links)
Per soddisfare la domanda educativa per le ragazze dei ceti più agiati il governo napoleonico diede corso oltre all’apertura dei noti collegi Reali ad un sistema di case d’educazione private ispirate al modello delle maisons d’éducation con convitto diffuse in Francia, già a partire dagli ultimi decenni del Settecento, e dirette da donne laiche. In Lombardia, con il ritorno degli Asburgo, questo modello formativo per fanciulle si consolidò e conquistò una fetta sempre più ampia del mercato educativo. Inoltre accanto a questi istituti videro una enorme crescita le scuole private giornaliere per fanciulle dirette da maestre laiche, le quali si diffusero a partire dall’entrata in vigore del Regolamento per le scuole elementari del 1818 parallelamente al lento affermarsi dell’istruzione pubblica femminile. L’elevato numero di donne coinvolte in questa attività (più di 2200 dal 1818 al 1848) e l’obbligo di sostenere degli esami e seguire un iter formativo standardizzato sia per l’insegnamento privato che per l’insegnamento pubblico, dimostrano come la figura della maestra, selezionata attraverso un esame e un percorso formativo ad hoc non comparve in Italia a partire dall’Unità, ma, in particolare nel Regno Lombardo-Veneto, fosse già ampiamente diffusa e socialmente e pubblicamente riconosciuta a partire dagli anni Venti dell’Ottocento. / The rise of women as teaching professionals in Restoration Lombardy. In order to satisfy the large number of application requests from girls of the wealthiest classes, the Napoleonic government started, besides the well known Real colleges, a system of boarding school directed by laywomen, inspired by the model of the maisons d’éducation boarding schools which were already popular in France since the last decades of the 18th century. With the return of the Asburgos family in Lombardy ,those institutes increased as well as daily private schools for young girl directed by layteachers. As those private schools became popular pretty fast, the affirmation of the feminine public teaching was very slow. The big amount of women committed in this activity (more than 2200 from 1818 to 1848), the compulsoriness of examinations and to follow a standardized formative iter,shows how the role of the teacher,selected by exams and by a specific formative training, didn't start in Italy with the unification ,but -especially in the Kingdom of Lombardy–Venetia -was already diffused and recognized both socially and publicly from the first decades of 18th century.
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Imagining Great Britain, Europe and the Colonies in the Universal Magazine of Knowledge and Pleasure (1747-1814). An Enquiry into the foundation of BritishnessFerro, Gaia 28 June 2024 (has links)
The 18th century witnessed a significant evolution of national identities across the European continent. In Great Britain, this process encountered challenges in reconciling three distinct regional identities: Scotland, Ireland, and England retained separate identities characterized by distinct customs, histories, and traditions. Consequently, efforts to cultivate a shared sense of Britishness turned to the English periodical press. The increasing readership of newspapers played a pivotal role in defining a cohesive British national identity. This thesis examines the emergence of Britishness within a specific monthly periodical, the Universal Magazine of Knowledge and Pleasure (1747-1814). As implied by its title, the Universal Magazine sought to cover a diverse array of topics in its articles, making its contribution to fostering a sense of national unity indispensable. In line with the notion of a gradual emergence of national identity in Great Britain, this thesis investigates the role of print culture in shaping Britishness. Emphasizing themes concerning the relationship between Great Britain and other national identities, including internal divisions within the British Isles, the study explores how cultural and political developments influenced conceptions of British identity and national and international politics. Thus, the thesis aligns with the concept of a national identity forged in response to 18th-century events in Europe and North America. Using the Universal Magazine as a primary source, this study analyzes a selection of articles relevant to the aforementioned themes. This selection was curated following a preliminary process of cataloguing and indexing all articles published in the magazine during its existence (1747-1814), given the absence of prior studies on this specific periodical. Ultimately, the thesis aims to provide insights into the themes and political inclinations of the Universal Magazine. In line with the perspectives of scholars such as L. Colley and B. Anderson, who advocate for the national press as a unifying force, this thesis offers a conceptual framework for understanding the connections between Great Britain and continental Enlightenment culture. It demonstrates how this intersection influenced the formation of Britishness. / Il XVIII secolo vide una significativa evoluzione delle identità nazionali in tutto il continente europeo. In ambito britannico, questo processo ha dovuto scontrarsi con l’esistenza tre distinte identità regionali: Scozia, Irlanda e Inghilterra hanno mantenuto una propria unicità
culturale, caratterizzata da miti storici, credenze e percorsi religioso-culturali distinti.
Di conseguenza, gli sforzi per coltivare un senso condiviso di britannicità si sono rivolti alla stampa periodica inglese, in accordo con la crescente importanza che tale mezzo aveva guadagnato tra la fine del XVII secolo e l’inizio del XVIII. Il crescente numero di lettori dei periodici londinesi ha svolto un ruolo fondamentale nella definizione di un’identità nazionale britannica coesa. Questa tesi esamina l'emergere della Britishness all'interno di uno specifico
periodico mensile, lo Universal Magazine of Knowledge and Pleasure (1747-1814). Come suggerisce il titolo, lo Universal Magazine ha cercato di trattare nei suoi articoli una vasta gamma di argomenti, rendendo indispensabile il suo contributo alla promozione di un senso di unità nazionale. In linea con l’idea dell’emergere graduale di un’identità nazionale in Gran Bretagna, questa tesi vuole indagare il ruolo della cultura della stampa nel plasmare la Britishness. Esaminando gli articoli riguardanti il rapporto tra la Gran Bretagna e altre identità nazionali, comprese le identità regionali di Scozia, Irlanda e Inghilterra, lo studio esplora come gli sviluppi culturali e politici del lungo Settecento abbiano influenzato le concezioni dell'identità britannica e della politica nazionale e internazionale. Pertanto, la tesi ricerca il concetto di identità nazionale come forgiata in risposta agli eventi del XVIII secolo in Europa e Nord America. Utilizzando lo Universal Magazine come fonte primaria, questo studio analizza una selezione di articoli pertinenti ai temi sopra menzionati. Questa selezione è stata curata a seguito di un processo di catalogazione e indicizzazione di tutti gli articoli pubblicati sulla rivista nel corso della sua esistenza (1747-1814), data l'assenza di studi su questo specifico periodico. Di conseguenza, la tesi si propone di fornire approfondimenti sui temi e sulle inclinazioni politiche dello Universal Magazine. In linea con le prospettive di studiosi come L. Colley e B. Anderson, che sostengono la stampa nazionale come fattore culturalmente unificante, questa tesi offre un quadro concettuale per comprendere le connessioni tra la Gran Bretagna e la cultura illuminista continentale, dimostrando come questa intersezione abbia influenzato la formazione della britannicità. / Im 18. Jahrhundert kam es auf dem gesamten europäischen Kontinent zu einer bedeutenden Entwicklung nationaler Identitäten. In Großbritannien stieß dieser Prozess auf die Herausforderung, drei unterschiedliche regionale Identitäten in Einklang zu bringen: Schottland, Irland und England behielten getrennte Identitäten bei, die durch unterschiedliche Bräuche, Geschichten und Traditionen gekennzeichnet waren.
Folglich wandten sich die Bemühungen, ein gemeinsames Gefühl der britischen Identität zu kultivieren, der englischen Zeitschriftenpresse zu. Die zunehmende Leserschaft von Zeitungen spielte eine entscheidende Rolle bei der Definition einer kohärenten britischen
Nationalidentität. Diese Arbeit untersucht die Entstehung des Britentums innerhalb einer bestimmten Monatszeitschrift, dem Universal Magazine of Knowledge and Pleasure (1747-1814). Wie der Titel schon andeutet, wollte das Universal Magazine in seinen Artikeln ein vielfältiges Themenspektrum abdecken und leistete damit einen unverzichtbaren Beitrag zur Förderung des Gefühls der nationalen Einheit. Im Einklang mit der Vorstellung einer allmählichen Entstehung nationaler Identität in Großbritannien untersucht diese Arbeit die Rolle der Druckkultur bei der Gestaltung des Britentums. Die Studie konzentriert sich auf Themen im Zusammenhang mit der Beziehung zwischen Großbritannien und anderen nationalen Identitäten, einschließlich interner Spaltungen innerhalb der britischen Inseln, und untersucht, wie kulturelle und politische Entwicklungen die Vorstellungen von britischer Identität sowie nationaler und internationaler Politik beeinflussten. Somit steht die These im Einklang mit dem Konzept einer nationalen Identität, die als Reaktion auf die Ereignisse des 18. Jahrhunderts in Europa und Nordamerika geschaffen wurde. Unter Verwendung des Universal Magazine als Primärquelle analysiert diese Studie eine Auswahl von Artikeln, die für die oben genannten Themen relevant sind. Diese Auswahl wurde nach einem vorläufigen Prozess der Katalogisierung und Indexierung aller in der Zeitschrift während ihres Bestehens (1747-1814) veröffentlichten Artikel zusammengestellt, da keine früheren Studien zu dieser speziellen Zeitschrift vorliegen. Letztlich soll die Arbeit Einblicke in die Themen und politischen Ausrichtungen des Universal Magazine geben. Im Einklang mit den Perspektiven von Wissenschaftlern wie L. Colley und B. Anderson, die sich für die nationale Presse als vereinende Kraft einsetzen, bietet diese Arbeit einen konzeptionellen Rahmen für das Verständnis der Verbindungen zwischen Großbritannien und der kontinentalen Aufklärungskultur. Es zeigt, wie diese Schnittstelle die Entstehung des Britischen Wesens beeinflusste.
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SAN NAPOLEONE: UN SANTO PER L'IMPERO. NASCITA E SVILUPPO DI UN CULTO POLITICOBENZONI, RICCARDO 08 June 2017 (has links)
Aspetto sinora poco conosciuto della politica religiosa promossa da Bonaparte, strettamente legato alle esigenze dettate dalla ricerca di consenso, l’introduzione del culto di San Napoleone costituisce un esempio significativo del tentativo compiuto dal regime francese di circondare la figura e il potere del sovrano di un alone sacralizzante. Il presente lavoro, condotto sulla base di un’abbondante ricerca d’archivio e attraverso l’analisi di molto materiale documentario sinora inedito, si propone di indagare in profondità la genesi e lo sviluppo di tale culto, ponendo l’accento sulle motivazioni che furono alla base della sua introduzione in età consolare, sulle strategie che furono adottate dal governo napoleonico ai fini della sua diffusione, nonché sulle reazioni che si verificarono presso gli ambienti della Curia romana a seguito dell’istituzione della festività religiosa ad esso legata. / The religious policy promoted by Bonaparte is a little known topic at the moment. Closely linked to the needs to find consensus, the introduction of the cult of St. Napoleon is a significant example of the attempt made by the French government to surround the figure and the ruler’s a sanctifying aura. This study, based on an extensive archival research and through a deep analysis of many unpublished documents, aims to investigate in depth the genesis and development of this cult, with an emphasis on the motivations that were at the base of its introduction in consular age, on strategies that were adopted by the Napoleonic government for its spread, as well as on the reactions that occurred in the the Roman Curia following imposition of religious festivities connected to it.
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La Contea principesca di Gradisca (1647 - 1754). La nobiltà tra politica e rappresentanza / The Princely County of Gradisca (1647-1754). The Nobility between Politics and representationBORTOLUSSO, CLAUDIA 27 March 2007 (has links)
La tesi ricostruisce alcuni momenti fondamentali della storia della contea principesca di gradisca, per approfondire i rapporti intercorsi tra 'centro' e 'periferia', tra gli Eggenberg/Asburgo e la nobiltà della contea. / The dissertation reconstructs some fundamental moments of the history of the princely county of Gradisca, in order to study relationships between 'centre' and 'periphery' in depth, between the Eggenberg/Habsburg and the nobility.
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Catechesi e alfabetizzazione a Brescia in età moderna / Catechesis and Literacy in Brescia in the Modern AgeGAMBA, GIOVANNA 27 March 2007 (has links)
Da tempo la storiografia insiste sull'importanza della catechesi come fattore di alfabetizzazione in età moderna: le scuole della dottrina cristiana, fondate e vivificate dopo il concilio di Trento, furono infatti per moltissimi bambini un'occasione privilegiata, spesso l'unica, per lambire i confini del mondo delle lettere. Anche se la società era ancora pervasa dall'oralità, i benefici del saper leggere divennero sempre più evidenti e incrementarono un bisogno di istruzione dal basso che nacque in modo sommesso, ma non tardò a crescere. Si trattava di una domanda composita e frammentata, spesso incerta, sicuramente mobile, che attinse a un'offerta altrettanto variegata. Nacquero, così, le prime scuole dei rudimenti, di norma affidate agli ecclesiastici, i quali insegnavano gratis et amore Dei, anche se la vera svolta si compì quando la sensibilità comune maturò al punto da formalizzare l'insegnamento, trovando i mezzi per stipendiare i maestri e istituire scuole stabili, pubbliche e gratuite. La ricerca analizza le scuole di dottrina e quelle dell'alfabeto nella diocesi di Brescia, spaziando tra due cesure particolarmente significative: dalla frattura religiosa dell'Europa con il conseguente concilio di Trento a ricucire le lacerazioni e promuovere un nuovo cristianesimo allo spartiacque degli sconvolgimenti rivoluzionari di fine Settecento, che determinarono il crollo delle secolari strutture dell'ancien régime. / The importance of catechism as a factor that helped literacy in the modern age has been underlined by historiography for a long time: the schools of Christian doctrine, founded and revitalized after the Council of Trent, represented actually a privileged occasion, often the only one, for many children to approach the world of letters. Although society was still pervaded with orality, the advantages of literacy became more and more evident and fuelled a need of education from the lower classes that started quietly but that soon increased. It was a composite and fragmentary demand, often uncertain, definitely mobile that met a similarly varied offer. This was how the first schools of rudiments originated. They were usually entrusted to clergymen who taught gratis et amore Dei, although the real turning point came about when the common sensibility reached such a level that teaching was formalized: means were found to pay the teachers and to establish permanent, public and free schools. This research work analyses the schools of doctrine and the schools of rudiments in the diocese of Brescia, covering the time span between two especially incisive milestones: from one side the religious split in Europe, with the subsequent Council of Trent trying to heal the wounds and promote a new Christianity; to the other side the revolutionary upheavals at the end of the eighteenth century, that caused the age-long structures of the ancien régime to break down.
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STUDIOSI DI LEONARDO DA VINCI IN AMBITO MILANESE TRA SETTE E OTTOCENTOMARA, SILVIO 04 April 2011 (has links)
La tesi tratta il profilo umano e la produzione letteraria degli studiosi di Leonardo da Vinci in ambito milanese tra il tardo Settecento e i primi due decenni dell'Ottocento. La discussione critica di tali contributi (talvolta inediti) posti in successione cronologica ha permesso di delineare le principali acquisizioni storiografiche su Leonardo da Vinci e la sua produzione artistica. / Thesis deals with the literary production made by Leonardo da Vinci's scholars in Milan area between the late eighteenth century and the first two decades of the nineteenth century. The critical discussion of these contributions (sometimes unpublished) placed in chronological sequence has enabled us to identify the major historiographical acquisitions on Leonardo da Vinci and his art.
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FRANCESCO PLATONE DE' BENEDETTI E GIOVANNI ANTONIO DE' BENEDETTI (1482-1512), OVVERO LA TIPOGRAFIA BOLOGNESE A CAVALLO FRA XV E XVI SECOLO. CATALOGO CULTURALE E MERCATO LIBRARIO A CONFRONTOGATTI, ELENA 19 March 2015 (has links)
Il lavoro ha indagato alcuni aspetti del primo trentennio di vita dell'officina tipografica bolognese fondata da Francesco Platone de' Benedetti (1482-1496), focalizzandosi in particolare sulla produzione del primo erede, il nipote Giovanni Antonio (1499-1512), sui rispettivi cataloghi culturali e, infine, sul mercato librario bolognese a cavallo fra il XV e il XVI secolo. Tre i punti nodali della ricerca: 1) la rappresentazione del circuito intellettuale che gravitò attorno ai due de’ Benedetti, con particolare attenzione per i curatori editoriali; 2) l’accertamento delle edizioni sine notis ancora da attribuire in via definitiva a Francesco de’ Bendetti, per una comparazione credibile dei cataloghi di zio e nipote e per comprendere, fin dove possibile, le logiche commerciali che Francesco progettava per la sua azienda; 3) un’analisi del progetto culturale di Francesco de' Benedetti basandosi sul suo inventario di magazzino, da cui si evincono: il pubblico cui l’officina mirò, le coordinate (geografiche e culturali) del mercato del libro a Bologna sullo scorcio del secolo XV, i confini del network commerciale in cui Platone de’ Benedetti seppe inserire la sua impresa. / The research has investigated some aspects of the first three decades of the bolognese typography founded by Francesco Platone de 'Benedetti (1482-1496), focusing, in particular, on the production of the first heir, his nephew Giovanni Antonio (1499-1512), on their cultural catalogs and, finally, on the book trade in Bologna between Fifteenth and Sixteenth centuries. Three key points of the research: 1) the representation of the intellectuals (their life, their work) gravitated around the typography, with particular attention to the editors; 2) analysis of the sine notis editions still attributed to Francesco Benedetti, for a comparison of the catalogs of uncle and nephew, and to understand, as far as possible, the commercial logic Francesco was planning for his business; 3) an analysis of Francesco Benedetti's cultural project, based on his famous shop inventory, from which can be deduced: the custumers the typography aimed to, geographical and cultural coordinates of the book trade in Bologna at the turn of the XV century, the shape of the commercial network in which Francesco de 'Benedetti entered his business.
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