Spelling suggestions: "subject:"processi culturali"" "subject:"proccessi culturali""
21 |
Reti socievoli: l’impatto dei social networks nella costruzione dello spazio pubblico / Sociable networks: the impact of social networks in the construction of public spaceMarciante, Lucia <1974> 13 June 2012 (has links)
La tesi si è consolidata nell’analisi dell’impatto dei social networks nella costruzione dello spazio pubblico, nella sfera di osservazione che è la rete e il web2.0. Osservando che il paradigma della società civile si sia modificato. Ridefinendo immagini e immaginari e forme di autorappresentazione sui new media (Castells, 2010). Nel presupposto che lo spazio pubblico “non è mai una realtà precostituita” (Innerarity, 2008) ma si muove all’interno di reti che generano e garantiscono socievolezza. Nell’obiettivo di capire cosa è spazio pubblico. Civic engagement che si rafforza in spazi simbolici (Sassen, 2008), nodi d’incontro significativi. Ivi cittadini-consumatori avanzano corresponsabilmente le proprie istanze per la debacle nei governi.. Cultura partecipativa che prende mossa da un nuovo senso civico mediato che si esprime nelle “virtù” del consumo critico. Portando la politica sul mercato. Cultura civica autoattualizzata alla ricerca di soluzioni alle crisi degli ultimi anni. Potere di una comunicazione che riduce il mondo ad un “villaggio globale” e mettono in relazione i pubblici connessi in spazi e tempi differenti, dando origine ad azioni collettive come nel caso degli Indignados, di Occupy Wall Street o di Rai per una notte. Emerge un (ri)pensare la citizenship secondo due paradigmi (Bennett,2008): l’uno orientato al governo attraverso i partiti, modello “Dutiful Citizenship”; l’altro, modello “Self Actualizing Citizenship” per cui i pubblici attivi seguono news ed eventi, percepiscono un minor obbligo nel governo, il voto è meno significativo per (s)fiducia nei media e nei politici. Mercato e società civile si muovono per il bene comune e una nuova “felicità”. La partecipazione si costituisce in consumerismo politico all’interno di reti in cui si sviluppano azioni individuali attraverso il social networking e scelte di consumo responsabile. Partendo dall’etnografia digitale, si è definito il modello “4 C”: Conoscenza > Coadesione > Co-partecipazione > Corresposabilità (azioni collettive) > Cultura-bility. / The thesis has been consolidated in the analysis of the impact of social networks in the construction of public space, in the sphere of observation represented from networking and web2.0. Noting that the paradigm of civil society has changed. Redefining images and imaginary and forms of self-representation on the new media (Castells, 2010).
On the assumption that public space "is never a preconceived reality" (Innerarity, 2008) but moves within networks that generate and provide sociability At the aim to understand what is public space (between online and offline) Civic engagement that gets increased in symbolic spaces (Sassen, 2008), significant meeting nodes.
Thus citizens-consumers co-responsibly advance their issues for the debacle in governments.
Participatory culture that gets moved by a new civic engagement mediated expressed in the "virtues" of critical consumption. Bringing the policy on the market. Self actualized civic culture searching solutions to the crisis of recent years.
Power of a communication that reduces the world to a "global village", linking "connected publics" in different spaces and times, giving rise to collective actions as the Indignados movement, Occupy Wall Street or, in Italy, “Rai per una notte”.
Emerge a (re)thinking citizenship according to two paradigms (Bennett, 2008): one oriented to the government through parties, "dutiful Citizenship" model; the other, "Self Actualizing Citizenship" model, for which the active publics followed news and events, perceive a lower requirement in the government, the vote is less significant because of (not)trust in the media and politicians. Market and civil society moved togheter for the common good and a new "happiness".
Participation gets constituted as political consumerism into networks in which individual actions are developed through social networking and responsible consumer choices. Starting with digital ethnography, we define the model "C 4" Knowledge> Co-support> Co-participation> Co-resposability (collective action)> Culture-ability.
|
22 |
Servizi relazionali e inclusione sociale: due studi di caso sul coinvolgimento delle famiglie nel Comune di Parma / Relational services and social inclusion: two case studies on involvement of families in the town of ParmaVendemia, Giovanna <1978> 31 May 2013 (has links)
La presente ricerca muove i suoi primi passi dall’ipotesi generale che il paradigma relazionale possa offrire al mondo dei servizi sociali una configurazione diversa, talora meno utopistica, del community work.
Sebbene, infatti, in questi anni il sistema di offerta dei servizi si sia arricchito di principi come la co-progettazione e la co-responsabilità delle azioni, il lavoro di comunità resta ancora molto distante dal lavoro generalmente svolto nei servizi sociali territoriali, incapaci per ragioni strutturali e culturali di accogliere dentro di sé tale funzione.
L’idea dalla quale trae origine la presente tesi di dottorato, è pertanto quella di arricchire la definizione di servizi sociali relazionali. Partendo dalle dimensioni che in letteratura sociologica e nei principali modelli teorici di social work definiscono un servizio alla persona quale servizio relazionale, nella prima parte teorica viene ipotizzata una trasformazione parziale del welfare regionale emiliano, poiché ai mutamenti culturali di questi anni non ha fatto seguito un cambiamento reale dei modelli operativi maggiormente basati sullo sviluppo delle competenze. Nella seconda parte della tesi, la ricerca empirica si focalizza sui progetti “family friendly” realizzati nel Comune di Parma, collocati in una logica di welfare societario e basati sull’apporto di soggetti di Terzo Settore, responsabili di ogni fase di realizzazione delle attività. La ricerca si avvale prevalentemente di tecniche qualitative e in alcuni tratti assume le caratteristiche della ricerca-azione.
Nelle conclusioni, il contesto territoriale studiato rivela grande ricchezza dei legami strutturali, ma anche necessità di un rafforzamento dei legami interni.
La forza dei servizi prodotti si situa, inoltre, nella sovrafunzionalità del legame tra volontari e famiglie, e di questo elemento dovrebbe arricchirsi anche il social work che scelga di adottare una prospettiva metodologica di lavoro relazionale. / This research takes his first steps from the assumption that the relational paradigm can offer to the world of social services a differently configuration, sometimes less utopian, of the community work.
In fact, while in recent years the services system is enriched with principles such as co-design and co-responsibility for action, community work is still far from work usually done in the local social services, unable for structural and cultural reasons to accommodate this function within itself.
The idea from which originated the present doctoral thesis is to enrich the definition of relational services. Starting from the dimensions that in the sociological literature and in the main theoretical models of social work define a service as relational service, the first theoretical part assumed as in the regional context of Emilia-Romagna occurred a partial transformation of regional welfare, because in these years the cultural changes was not followed by an actual change of business models, based more on skills development.
In the second part of the thesis, the empirical research focuses on the projects "family friendly" made in the town of Parma, which are placed in a logic of corporate welfare based on the support of subjects of the Third Sector, responsible primarily for each phase of implementation of the activities. The research relies mainly on qualitative techniques and in some sections assumes the characteristics of action research.
In its conclusions, the territorial context reveals great wealth of structural links, but also the need for a strengthening of the internal bonds. The strength of the produced services lies on the above-functionality of the link between volunteers and families, and this should also enrich the social work that chooses to adopt a methodological perspective of relational work.
|
23 |
L’abitare come relazione sociale: il significato della casa e i processi di coesione sociale di vicinato / Inhabiting as social relation: the meaning of home and the neighborhood social cohesion dynamicsMarrone, Vincenzo <1975> 31 May 2013 (has links)
Se le trasformazioni sociali in atto tendono a esasperare il senso di incertezza, sradicamento ed individualismo, sussistono pratiche che si contrappongono alle tendenze dominanti, finalizzate a ricucire i legami sociali su scala locale. La progettazione urbano-architettonica interiorizza il nuovo bisogno di comunità originando soluzioni abitative tese a favorire gli scambi informali fra vicini, facendo leva sul concetto di capitale sociale, attaccamento al quartiere, identità del luogo e partecipazione.
La casa, simbolo di stabilità e sicurezza ma anche di privacy, privatismo familiare, diventa sempre più oggetto di studi, domanda sociale e intervento politico. Soprattutto è sempre più intesa come un nodo di relazioni familiari in una rete di relazioni sociali più ampie.
Casa e quartiere incidono nella esperienza di benessere e socialità familiare? In che modo gli spazi urbani e architettonici influenzano la coesione sociale? Quale il ruolo degli abitanti nello sviluppare socialità e integrazione?
Sono queste le domande che ci siamo posti per rilevare le dinamiche sociali e culturali dell’abitare attraverso uno studio di caso condotto in due quartieri simili.
Dalla ricerca emerge come il significato della casa non sia univoco ma cambi rispetto al ciclo di vita familiare e a quello economico e ciò incide nella partecipazione alle attività di quartiere. Mostriamo inoltre come lo spazio fisico costruito crea importanti opportunità per gli scambi informali e per il benessere familiare e individuale dei bambini ma che, il contesto sociale sia una discriminate fondamentale. Nel quartiere dove è presente una organizzazione di abitanti il numero delle relazioni di vicinato aumenta, cambiano anche la qualità delle relazioni e le distanze fisiche fra i vicini.
Emerge inoltre che la reciprocità è il principale strumento di costruzione della coesione comunitaria interna e crea un atteggiamento di apertura e fiducia che va al di là dei confini di quartiere. / The current social changes enhance the uncertainty, displacement and individualism perception, but at the same time, some practices contrast with the dominant trend. These practices are aimed to create local social ties.
For instance, the urban-architectural planning is embodying the growing need for community, developing housing solutions aimed to increase informal neighbors exchanges. So it relies on the terms of social capital, neighborhood attachment, place identity, participation.
Home, the symbol of stability and safety, but also, privacy and familiar privatism, increasingly becomes the object of sociological studies, social question and policy action. It is increasingly understood as a node within widest networks of household relationships.
In which extent home and neighbourhood community affect to the family well-being and sociability? In which extent the urban-architectural spaces impact on social cohesion levels? What is the role of inhabitants in developing sociability and integration?
Starting from these research questions, we explore the social and cultural dynamics of inhabiting, using a case study in two similar planned neighbourhoods. The research findings highlight that the meaning of home is not unique but it changes in function of the family life cycle and economic status. So, the meanings of the home are linked with the neighborhood activities’ participation. The findings show that the physic built space creates important chances for informal exchanges, family and children well-being but, also that, the social context is the determinant of the social benefits. Comparing the neighborhoods, the one in which a inhabitants association is present, the number of neighbor relations and the physic distances between them increase, as well as the quality of relations between neighbors improves. Furthermore, it seems that the reciprocity is the principal mean about the constitution of the internal community cohesion and it also creates an openness and trust attitude that goes beyond the neighbourhood boundaries.
|
24 |
Reti sociali e realtà aumentata: la digitalizzazione della vita quotidiana / Social networks and augmented reality: the “digitalization” of everyday lifeBonazzi, Michele <1981> 31 May 2013 (has links)
Il mio progetto di ricerca è nato da una riflessione concernente una domanda fondamentale che si pongono gli studiosi della comunicazione digitale: le attuali tecnologie mediali che hanno creato nuovi modelli comunicativi e inaugurato inedite modalità di interrelazione sociale conducono a un dualismo digitale o a una realtà aumentata?
Si è cercato di dare una risposta a questo interrogativo attraverso un’indagine compiuta su un social network, Facebook, che è la piattaforma digitale più diffusa nel mondo.
L’analisi su Facebook, è stata preceduta da una riflessione sui concetti dello spazio e del tempo elaborati dalla letteratura filosofica e sociologica. Tale riflessione è stata propedeutica all’analisi volta a cogliere l’impatto che hanno avuto sulla relazionalità intersoggettiva e sulle dinamiche di realizzazione del sé l’interazione semantica nello spazio delimitato della piazza tradizionale, la molteplicità e la potenza seduttiva delle offerte comunicative dei media elettronici nella estensione della piazza massmediale e soprattutto la nascita e l’affermazione del cyberspazio come luogo della comunicazione nella piazza digitale.
Se la peculiarità della piazza tradizionale è nel farsi dei rapporti face to face e quella della piazza massmediale nella funzione rilevante della fonte rispetto al destinatario, la caratteristica della piazza digitale consiste nella creazione autonoma di un orizzonte inclusivo che comprende ogni soggetto che si collega con la rete il quale, all’interno del network, riveste il doppio ruolo di consumatore e di produttore di messaggi.
Con l’avvento dell’online nella prassi della relazionalità sociale si producono e si attuano due piani di interazioni comunicative, uno relativo all’online e l’altro relativo all’offline.
L’ipotesi di lavoro che è stata guida della mia ricerca è che la pervasività dell’online conduca all’integrazione dei due segmenti comunicativi: l’esperienza della comunicazione digitale si inserisce nella prassi sociale quotidiana arricchendo i rapporti semantici propri della relazione face to face e influenzandoli profondamente. / My research project started with a reflection on a fundamental question that the digital communication scholars are dealing with nowadays: the current media technologies that have created new communication patterns and opened new forms of social interrelation lead to a digital dualism or to an augmented reality? I tried to give an answer to this question through an investigation on the most popular social network, Facebook. The analysis of Facebook was preceded by a reflection on the concepts of space and time developed by the philosophical and sociological literature.
This reflection has been preparatory to analyse and understand the impact that three key moments have on the intersubjective relationality and on the dynamics of self-realization: the semantic interaction within the delimited space of the traditional square, the multiplicity and the seductive power of communication proposals linked with the mass media square and the affirmation of cyberspace as a place of communication in the digital square.
If the peculiarity of the traditional square is indentified with the develop of a “face to face” relationship and in the mass media place the relevance is linked with the predominant role of the source compared to the recipient, the characteristic of the digital square is the creation of a self-inclusive horizon that includes every person who is connected with the network and also the double role of the user who is at the same time a consumer and producer of messages . With the coming of the "online" in the everyday life of social relationality, two levels of communicative interactions are produced and implemented: one related to the online and other related to the offline.
The working hypothesis that has driven my research is that the pervasiveness of online communication leads to the integration of the two segments and to their mutual influence.
|
25 |
L’esperienza turistica tra pratica di consumo e fattore di sviluppo locale sostenibile / Tourist experience between practice of consumption and factor of sustainable local developmentSpillare, Stefano <1979> 31 May 2013 (has links)
La società dei consumi ha reso ogni ambito vitale suscettibile di mercificazione. Il capitalismo ha da tempo svestito la prassi produttiva dei suoi elementi più pesanti per vestire i panni della dimensione simbolica e culturale. Il consumo fattosi segno, dimensione immateriale delle nostre vite materiali, ha finito per colonizzare l'ambito dell'esperienza e, quindi, della vita stessa.
Il consumo diventa, innanzitutto, esperienza di vita. Una esperienza continuamente cangiante che ci permette di vivere numerose vite, ognuna diversa. Ciò che è stabile è il paradigma consumistico che investe la nostra stessa identità, l'identità dei luoghi, l'identità del mondo.
Il nomadismo è la dimensione più tipica del consumo, così come la perenne mobilità della vita è la dimensione propria dell'epoca globale.
Tuttavia, le nuove forme di consumerismo politico, etico e responsabile, conseguenti al montare dei rischi globali, investendo proprio l’ambito dell’esperienza e del consumo, contribuiscono a modificare i comportamenti in senso “riflessivo” e “glocale”.
L’ambito turistico, rappresentando al contempo il paradigma esperienziale e quello della mobilità globale, può diventare allora l’osservatorio privilegiato per indagare queste stesse forme riflessive di consumo, le quali forniscono un significato del tutto nuovo tanto all’esperienza quanto al consumo stesso.
Il lavoro di tesi vuole allora approfondire, attraverso lo studio di caso, il modo in cui nuove forme emergenti di turismo responsabile possano rappresentare una chiave d’accesso a nuove forme di sviluppo sostenibile dei territori locali in contesti di prima modernizzazione. / The consumer society coommodify every vital area. Capitalism has stripped its productive praxis from its traditional heavier elements in order to assume a symbolic and cultural dimension. Consumption as a sign express immaterial dimension of our materials lives, colonize experience and life itself.
Nowadays, the nomadism is the most typical dimension of consumption, as well as the everlasting mobility of life is the size of the global era.
Consumption mostly becomes life experience: a never-ending changing experience that allows us to live many lives, one different from the other. The only stable aspect is just the consumerist paradigm that invests our own identities, as well as the identities of places and, by the end, the identity of the world.
However, new forms of political consumerism, either ethical or responsible, raising from the growing global risks society, contribute to change behavior in a "reflexive" and “glocal” way investing the experience area and consumption scope.
Tourism, representing both experiential paradigm and the global mobility one, may be considered as a privileged observatory to investigate these reflexive forms of consumption, which assign a whole new meaning to experience and consumption.
This dissertation aims to explore, throughout a case study, the way the emerging forms of responsible tourism may become a basic key to access to new forms of sustainable development of local areas in earlier modernization contexts.
|
26 |
An Innovation System Perspective on Adaptation Strategies to Climate Variability and Water Management in IndiaBanerjee, Rupsha <1980> 24 October 2013 (has links)
Government policies play a critical role in influencing market conditions, institutions and overall agricultural productivity. The thesis therefore looks into the history of agriculture development in India. Taking a political economy perspective, the historical account looks at significant institutional and technological innovations carried out in pre- independent and post independent India.
It further focuses on the Green Revolution in Asia, as forty years after; the agricultural community still faces the task of addressing recurrent issue of food security amidst emerging challenges, such as climate change. It examines the Green Revolution that took place in India during the late 1960s and 70s in a historical perspective, identifying two factors of institutional change and political leadership.
Climate change in agriculture development has become a major concern to farmers, researchers and policy makers alike. However, there is little knowledge on the farmers’ perception to climate change and to the extent they coincide with actual climatic data. Using a qualitative approach,it looks into the perceptions of the farmers in four villages in the states of Maharashtra and Andhra Pradesh. While exploring the adaptation strategies, the chapter looks into the dynamics of who can afford a particular technology and who cannot and what leads to a particular adaptation decision thus determining the adaptive capacity in water management.
The final section looks into the devolution of authority for natural resource management to local user groups through the Water Users’ Associations as an important approach to overcome the long-standing challenges of centralized state bureaucracies in India. It addresses the knowledge gap of why some local user groups are able to overcome governance challenges such as elite capture, while others-that work under the design principles developed by Elinor Ostrom. It draws conclusions on how local leadership, can be promoted to facilitate participatory irrigation management.
|
27 |
Tra società informazionale e prosumerismo: il citizen journalism e la partecipazione on line / Between information society and prosumerism: the citizen journalism and the on line involvementdi Capua, Danilo <1981> 13 June 2012 (has links)
I temi della ricerca riguardano il rapporto fra avvento del web e la modificazione dei processi di formazione di identità personale e sociale, della percezione dello spazio e del tempo, del prosumerismo digitale e delle varie forme di partecipazione ed associazione. Centrale è stata l’analisi del rapporto fra il Web 2.0 e la trasformazione delle forme di comunicazione a vari livelli, sia personali che sociali. Partendo da una analisi dei contesti socio-economici globali che hanno trasformato la società moderna nella società informazionale, è stato impostato un percorso di ricerca che approfondisse gli attuali criteri di strutturazione della propria identità, alla luce dell’avvento dei social network e delle reti virtuali di comunicazione come strumento preferenziale di socializzazione. La realtà delle reti sociali è stata analizzata in un’ottica di aggregazione spontanea mirata tanto alla comunicazione quanto alla tutela dei consumatori, e le trasformazioni portate dal Web 2.0 sono state la chiave di lettura per ridefinire i parametri della partecipazione dal basso generata dalla rete. Per comprendere la portata di tali trasformazioni nel contesto italiano è stato impostato un paragone tra l’uso del web negli Stati Uniti e in Italia, avendo le recente campagne elettorali dimostrato l’importanza del web nella partecipazione politica bottom-up; il percorso di ricerca ha dunque affrontato una comparazione di due casi, quello italiano e quello statunitense, finalizzato a comprendere l’attuale ruolo dell’utente nelle dinamiche di comunicazione mediatica. Per focalizzare al meglio le trasformazioni sociali generate dalla partecipazione on line è stato infine analizzato il caso del citizen journalism, per misurare, attraverso la metodologia dell’etnografia digitale, l’entità delle trasformazioni in corso. Il portale di giornalismo partecipativo YouReporter è stato il contesto privilegiato dove poter verificare le ipotesi iniziali circa le dinamiche di partecipazione, e il supporto di programmi di elaborazione statistica netnografica ha permesso di destrutturare al meglio tali dinamiche. / The subjects of the research concern the relationship between the growth of the web and the modification of the molding of personal and social identity, the perception of space and time, the digital prosumerism and the various patterns of participation and association. The project delves into the relationship between the Web 2.0 and the transformation of communication at various levels, both personal and social.The project focuses on the steps of the identity growth process, through the social network society, analyzing the social and economical contests that brought modern society to evolve into information society. Social networks have been studied as instruments for both socialization and consumerism, and as contest where to grow a new trend of popular participation. In order to clarify the subject and circumscribe the hypothesis of the research, the project structures a comparison between the use of the web in USA and Italy, with the purpose of understanding the current role of the web user in mass communication. In the research it was important to study the citizen journalism phenomenon in order to verify the hypotheses, through the methodology of digital ethnography, focusing on YouReporter website. Various programs of statistical elaboration supported the study of the “web galaxy”, analyzing the contest and destructuring the Web 2.0 reality.
|
28 |
Development Aid to Water Management in Mali: The Actors, ‘Global’ Paradigms, and ‘Local’ TranslationsCherlet, Jan Louisa Herman <1981> 05 July 2012 (has links)
Development aid involves a complex network of numerous and extremely heterogeneous actors. Nevertheless, all actors seem to speak the same ‘development jargon’ and to display a congruence that extends from the donor over the professional consultant to the village chief. And although the ideas about what counts as ‘good’ and ‘bad’ aid have constantly changed over time —with new paradigms and policies sprouting every few years— the apparent congruence between actors more or less remains unchanged. How can this be explained? Is it a strategy of all actors to get into the pocket of the donor, or are the social dynamics in development aid more complex? When a new development paradigm appears, where does it come from and how does it gain support? Is this support really homogeneous?
To answer the questions, a multi-sited ethnography was conducted in the sector of water-related development aid, with a focus on 3 paradigms that are currently hegemonic in this sector: Integrated Water Resources Management, Capacity Building, and Adaptation to Climate Change. The sites of inquiry were: the headquarters of a multilateral organization, the headquarters of a development NGO, and the Inner Niger Delta in Mali.
The research shows that paradigm shifts do not happen overnight but that new paradigms have long lines of descent. Moreover, they require a lot of work from actors in order to become hegemonic; the actors need to create a tight network of support. Each actor, however, interprets the paradigms in a slightly different way, depending on the position in the network. They implant their own interests in their interpretation of the paradigm (the actors ‘translate’ their interests), regardless of whether they constitute the donor, a mediator, or the aid recipient. These translations are necessary to cement and reproduce the network.
|
29 |
Secolarizzazione e ricomposizione del sacro in Italia: il caso delle comunità parrocchiali della GarfagnanaRossi, Chiara January 2016 (has links)
Inserito all’interno del più ampio dibattito relativo al processo di secolarizzazione, questo studio si focalizza principalmente sulle modalità con cui oggi secolarizzazione e de-secolarizzazione possono riuscire a convivere in un determinato contesto, incontrandosi, talvolta sommandosi, e generando, quindi, attraverso un processo di scomposizione e ricomposizione del sacro conseguenze inevitabili sull’azione degli individui e sulle dinamiche della collettività. Attraverso un approccio etnografico, basato sul principio dell’inter-conoscenza, sulla tecnica dell’osservazione partecipante e su una serie cospicua di interviste in profondità, l’indagine indaga sui mutamenti in atto all’interno di un universo rurale in transizione che sta rimodellando spazi e forme del suo sistema di credenze religiose. Il terreno di studio in cui è stata portata avanti la ricerca è una piccola valle dell’Italia centro-settentrionale (la Garfagnana) e il ruolo di principale oggetto di osservazione è stato affidato alla parrocchia. Nel contesto considerato, infatti, questa istituzione è stata nei secoli un importante punto di riferimento, non solo per l’universo religioso ma anche per quello civile e tutt’oggi rappresenta ancora il mezzo privilegiato che la chiesa utilizza per creare e/o mantenere il reticolo di legami con i suoi fedeli. L’analisi delle dinamiche con cui, all’interno delle comunità parrocchiali, questi legami vengono conservati, ricreati ed alimentati ci ha indirizzato verso la comprensione dell’identità cattolica di questa particolare regione mettendo in evidenza le modalità, le motivazioni e le conseguenze del credere, sul piano individuale e collettivo, delle diverse categorie di attori. S’insérant dans l’ample débat sur la sécularisation, cette étude se focalise sur les modalités actuelles de coexistence, dans un contexte donné, de la sécularisation et de la dé-sécularisation qui se rencontrent et s’agencent parfois sur un mode insolite, générant nécessairement, à travers un processus de décomposition et de recomposition du religieux, des conséquences sur l’action des individus et sur les dynamiques collectives. À travers une approche ethnographique basée sur le principe de l’interconnaissance, sur la technique de l’observation participante et sur de nombreux entretiens en profondeur, l’enquête sonde les changements en acte à l’intérieur d’un univers rural qui remodèle actuellement les espaces et les formes de son système de croyances religieuses. Le terrain d’étude qui fait l’objet de notre enquête est une petite vallée de l’Italie centro-septentrionale (la Garfagnane) et la paroisse revêt le rôle de principal centre d’observation. Effectivement, dans le contexte considéré, cette institution apparait, au cours des siècles, comme un point de repère essentiel non seulement pour la communauté religieuse mais aussi pour la société civile, et demeure l’instrument privilégié qu’utilise l’Église afin de maintenir et/ou de recréer le réseau de liens avec ses fidèles. L’analyse des dynamiques à travers lesquelles ces rapports sont conservés, créés et alimentés à l’intérieur de la communauté paroissiale nous mène à la compréhension de l’identité catholique de cette région singulière en mettant en évidence les modalités et les conséquences du croire – sur le plan tant individuel que collectif ? ainsi que les motivations des différentes catégories d’acteurs. This study, included in the wider debate regarding the secularisation process, mainly focuses on the ways in which nowadays secularisation and de-secularisation can coexist in a specific context, convening, at times adding to each other, and thus generating, through a process of decomposition and recomposition of the sacred, unavoidable consequences on individual actions and collective dynamics. Through an ethnographic approach, based on inter-knowledge, on participant observation techniques and on numerous in-depth interviews, the research examines the ongoing changes within a transitioning rural universe, which is remodelling spaces and structures of its religious belief system. The research was carried out in a small valley in Northern Italy (Garfagnana) and the main focus of the study was the parish. In this context, this institution has been over the centuries an important reference point, not only for the religious universe but also for the civil community and still today represents the privileged means by which the church creates and maintains the network of bonds with its worshippers. The analysis of the dynamics by which , within a parish community, these bonds are preserved, recreated and nurtured has led us towards understanding the catholic identity of this particular region, highlighting the modalities, the motivations and the consequences of religious beliefs, on both an individual and collective level, of the many categories of participants.
|
30 |
Questioning Muslim Identity: A Critical Analysis of the Discourse on Muslim IntegrationScalvini, Marco January 2013 (has links)
The continuing difficulty of integrating Muslims, especially immigrants, into the European nations, has led many ruling political leaders to question the merits of multiculturalism and simultaneously to promote integration through the strengthening and inculcation in the Muslim of a more general set of political values. This thesis aims to examine how these national debates are interconnected and how they attempt to frame a common discourse on integration of Muslims.
In order to analyse this debate, I have selected three national debates in France, Germany and the UK and applied a Critical Discourse Analysis (CDA) in order to compare similarities and the degree of convergence within the European public sphere. The analysis has sought to identify convergence by looking into the shared strategies of discourse through which civic integration is articulated, depending on the cultural and political particularities of each national context.
The most significant finding to emerge from this study is that Muslims are asked to accept integration with their host countries, through a normative construction of collective identity that cuts across the different national discourses of Europe. These discursive constructions are based on similar definitions of the national values that belong to the European identity and, perhaps more crucially, those that do not belong. Accordingly, the normative and cultural assumptions that underlie various national discourses on civic integration are, in fact, based on European universalism, redefined at the national level.
At the same time, this debate on integration systematically excludes the important economic and social problems of Muslim newcomers. Specifically, the discourse on civic integration avoids reference to any welfare program that attempts to produce economic security and social solidarity; Muslims become exclusively responsible for their own integration and civic integration is reduced to only their ability to internalise dominant values.
|
Page generated in 0.084 seconds