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Gli esiti scolastici nelle scuole di secondo grado di Bologna: un'applicazione della teoria dei modelli a curva latenteBorgia, Maria Serena <1972> 08 April 2011 (has links)
Nella presente analisi si è avuta l’eccezionale disponibilità di dati longitudinali su molti individui (6000studenti frequentanti le scuole superiori bolognesi).
Per ottenere un modello che al meglio spiegasse e riproducesse l’andamento degli esiti scolastici (promozione alla classe successiva) tenendo conto del percorso scolastico nel tempo, si è scelto il modello a curva latente condizionato. La variabile risposta è combinazione lineare dell’esito di fine anno (Promosso/Non promosso); riassume, per ogni studente/anno scolastico, classe frequentata ed esito finale. Le variabili esplicative sono state selezionate tra le informazioni disponibili per gli individui.
Vengono presentati alcuni dati aggregati, poi descritti i dati individuali che entreranno nel modello, evidenziando la composizione degli studenti.
La prima fase è la stima del modello logistico, con specificazione delle criticità, che hanno indotto alla scelta successiva del modello dipendente dal tempo.
Dopo la descrizione della metodologia principale utilizzata, la teoria del conditionalLCM, e la selezione degli indicatori di fitting, viene delineata la procedura di stima, e raggiunto il modello ottimale.
Le variabili significative per spiegare l’andamento delle promozioni individuali nel tempo risultano: cittadinanza (italiani con risultati significativamente migliori degli stranieri), sesso (ragazze con percorso scolastico mediamente migliore dei ragazzi: la differenza risulta però significativa soltanto negli istituti tecnici e professionali), tipologia di scuola frequentata (studenti del liceo con risultati significativamente migliori di chi frequenta altri tipi di istituto).
I risultati risultano fortemente dipendenti dai dati impiegati, specie riguardo al limite territoriale. Precedenti analisi evidenziavano una forte differenziazione dei risultati scolastici tra studenti del nord e del sud Italia, oltre che tra studenti dei comuni maggiormente popolati e studenti dei comuni di provincia. Sarebbe interessante disporre di dati individuali analoghi a quelli qui utilizzati, ma riferiti all’intero territorio nazionale, oppure ad un zona maggiormente vasta dell’Italia, onde saggiare l’entità dell’influenza sul percorso scolastico,ed in particolare sulla regolarità, della differenza territoriale.
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Multilevel Analysis in Household Survey: An Application to Health Condition Data / Analisi multilivello nelle indagini sulle famiglie: una applicazione ai dati sulle condizioni di salutePiombo, Sara <1969> 25 February 2013 (has links)
The aim of this thesis is to apply multilevel regression model in context of household surveys. Hierarchical structure in this type of data is characterized by many small groups. In last years comparative and multilevel analysis in the field of perceived health have grown in size. The purpose of this thesis is to develop a multilevel analysis with three level of hierarchy for Physical Component Summary outcome to: evaluate magnitude of within and between variance at each level (individual, household and municipality); explore which covariates affect on perceived physical health at each level; compare model-based and design-based approach in order to establish informativeness of sampling design; estimate a quantile regression for hierarchical data. The target population are the Italian residents aged 18 years and older. Our study shows a high degree of homogeneity within level 1 units belonging from the same group, with an intraclass correlation of 27% in a level-2 null model. Almost all variance is explained by level 1 covariates. In
fact, in our model the explanatory variables having more impact on the outcome
are disability, unable to work, age and chronic diseases (18 pathologies). An additional analysis are performed by using novel procedure of analysis :"Linear Quantile Mixed Model", named "Multilevel Linear Quantile Regression", estimate. This give us the possibility to describe more generally the conditional distribution of the response through the estimation of its quantiles, while accounting for the dependence among the observations. This has represented a great advantage of our models with respect to classic multilevel regression. The median regression with random effects reveals to be more efficient than the mean regression in representation of the outcome central tendency. A more detailed analysis of the conditional distribution of the response on other quantiles highlighted a differential effect of some covariate along the distribution. / Lo scopo di questa tesi è quello di applicare il modello di regressione multilivello nel contesto di indagini sulle famiglie. La struttura gerarchica in questo tipo di dati è caratterizzato da numerosi piccoli gruppi. Negli ultimi anni analisi comparative e multilivello sullo stato di salute percepito sono aumentate molto. L’obiettivo di questa tesi è di applicare un'analisi multilivello a tre livelli per la variabile risposta Physical Component Summary allo scopo di: valutare entità all'interno e tra varianza ad ogni livello (individuale, familiare e comune); indagare quali covariate influiscono sulla percezione dello stato di salute fisica ogni livello; confrontare le analisi model-based e di design-based al fine di stabilire se i pesi campionari siano informativiti per il modello di interesse; stimare una regressione quantile per i dati gerarchici. La popolazione target sono i residenti italiani di età compresa tra 18 anni. Il nostro studio rileva un’elevata omogeneità tra le unità di livello 1 e una correlazione intraclasse del 27% nel modello nullo a 2livelli. Quasi tutta la varianza è spiegata dalle covariate di livello. Nel nostro modello le variabili esplicative hanno un impatto maggiore sulla variabile risposta sono la disabilità, inabilità al lavoro, l’età e le malattie croniche (18 patologie). Un'ulteriore analisi viene eseguita utilizzando una nuova procedura di analisi: "Regressione lineare quantile multilivello”. Questa analisi ci dà la possibilità di descrivere più in generale la distribuzione condizionata della variabile risposta attraverso la stima dei suoi quantili. Questo ha portato un grande vantaggio nei nostri modelli rispetto al classico modello di regressione multilivello. La regressione mediana con effetti casuali si rivela più efficiente del regressione media nella rappresentazione della tendenza centrale. Un'analisi più dettagliata della distribuzione condizionata della variabile risposta in corrispondenza di altri quantili ha evidenziato che certe covariate hanno un effetto diverso lungo la distribuzione.
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Quantifying Urban Social Well-Being using Mobile Phone DataGundogdu, Didem January 2018 (has links)
Today, more than half of the world population is living in cities, which has been doubled in the last 50 years. The reason for that attraction is not only economical, but also security, education, and health. While people migrate to cities to reach improved life conditions, several issues raised by the increasing population. Recent studies have shown the importance of ethnic and cultural diversity of urban population to encourage tolerance, and to foster creativity and economic growth. Facing the urban growth challenges, we search for the key formulas to obtain healthy societies under the light of new type of data sources, such as mobile phone usage datasets. To this end, first we build up a tool to identify security related incidents from a country, which unstable political conditions held. Then we trace the formulas of healthy societies with examples from both developing and developed countries. We check the individual interaction and communication pattern effects (bridging and bonding) for the existence of social capital. Then we analyze aggregated ethnic diversity, and associate segregation scores with census data, and different ethnic groups preferences to move in the city, existence of any pattern for specific nation. The current studies are mainly hypothetical, with the absence of large scale real life data sources. This thesis aims to provide an insight to policy makers for building healthy societies, for the benefit of urban well-being.
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MEASURING AUTONOMY THROUGH A SUBJECTIVE EVALUATIONGIROLETTI, TOA 12 May 2017 (has links)
All’interno del quadro teorico del Capability Approach ‘agency’ viene definito come ciò che permette agli individui di raggiungere i propri obiettivi. Quando il concetto di ‘agency’ viene studiato attraverso misure soggettive, insorge il problema delle preferenze adattive. Lo scopo di questa Tesi è di testare una metodologia che possa catturare la percezione individuale di ‘agency’ nelle diverse dimensioni che compongono la nostra vita, limitando i problemi di misurazione dovuti delle preferenze adattive. Per questo fine, ci affidiamo al ‘Relative Autonomy Index’. Inoltre, utilizziamo la metodologia di ‘Achoring Vignette’ per aumentare la comparabilità tra le percezioni dei singoli individui.
Nella prima parte, indaghiamo se il nostro metodo effettivamente riduce l’incomparabilità individuale attraverso uno studio pilota. I risultati dimostrano come il nostro metodo sia in grado di catturare differenze nel comportamento di risposta. Nella seconda parte, sulla base di una seconda raccolta di dati, applichiamo la nostra metodologia al fine di indagare l'impatto dei Gruppi di Acquisto Solidale sul livello di autonomia di un gruppo di produttori italiani. I nostri risultati indicano che il coinvolgimento con i Gruppi di Acquisto Solidale evita la riduzione dell'autonomia percepita dai quei produttori che non sono coinvolti con i Gruppi di Acquisto Solidale. / Within the Capability Approach, agency is one of the components that enable individuals to be empowered. When subjective measures are applied to the study of agency, the problem of ‘adaptive preferences’ arises. The aim of this thesis is to test a methodology that captures the individual perception of agency, while taking into account the bias coming from adaptive preferences. We rely on the Relative Autonomy Index to capture the individual’s agency in several dimensions. In addition, in order to increase the comparability between the individual’s perceptions, we employ the Anchoring Vignette methodology.
We investigate whether our methodology reduces the individual incomparability through a pilot study. The results of this preliminary exercises show that our methodology is able to capture dissimilarities in response behaviours. Through a second data collection, we apply our methodology in order to investigate the impact that the commercial relationship between Solidarity Purchasing Group and Italian producers has on the latter. Our findings suggest that the involvement in the Solidarity Purchasing Group has a mainly positive impact on producers’ level of autonomy, which remains at lower levels for producers that did not develop a relationship with the Solidarity Purchasing Group.
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IL RAPPORTO BANCA-IMPRESA E IL FENOMENO DI CONCENTRAZIONE BANCARIA: UN'INDAGINE SU UN CAMPIONE DI IMPRESE DOMESTICHE / THE RELATIONSHIP BETWEEN BANK AND COMPANY AND TRE BANKING CONCENTRATION: A SURVEY BASED ON A SAMPLE OF DOMESTIC COMPANIESTAMBURRELLA, LAURA 10 March 2009 (has links)
Il presente lavoro affronta con novizia di particolari, alcuni aspetti riguardanti l’impatto che il cambiamento strutturale della concentrazione bancaria ha apportato sul rapporto banca – impresa nel nostro Paese. L’attenzione per questo argomento, frequentemente trattato dalla letteratura economica, è dettata da due motivi. Il primo è quello dell’attualità e dello straordinario impatto che le operazioni di M&A tra banche hanno avuto sulla configurazione del sistema finanziario italiano; il secondo è rappresentato dalla volontà di rilevare come vivano le imprese il clima di cambiamento economico e di riorganizzazione interna degli intermediari finanziari.
Il lavoro ha come oggetto principale un’indagine campionaria che vede protagoniste 2.500 imprese domestiche di piccola e media dimensione a cui è stato chiesto di descrivere come “vivano” la relazione con le banche storiche e con le nuove entità organizzate in Gruppi creditizi.
Dal quadro delle risposte sono stati ottenuti degli ottimi spunti di riflessione sul mutato contesto dell’offerta bancaria, in quanto si è potuto verificare non solo l’impatto derivante dai mutamenti della riorganizzazione, ma anche l’esistenza di un clima incerto avvertito nei confronti del sistema banche.
Interrogare le imprese su come vivono il cambiamento e il rapporto con le banche, ha permesso inoltre di capire quanto si sentono comprese e se adeguatamente valutate.
A tal fine è stata data “la parola alle imprese” per esprimere una serie di consigli mirati ad interventi migliorativi per il superamento delle carenze relazionali. / This work develops a detailed analysis focusing on certain aspects of the impact that the change in the structural bank concentration has brought to the bank-enterprise relation in our country. The interest in this subject, frequently discussed within the economics literature, can be explained by two reasons. The first reason is the involvement in the current events and the extraordinary impact that the M&A operations between banks have had on the structure of the Italian financial system. The second reason is the current attempt to estimate how the enterprises face the economic and financial dealers internal reorganization change.
The main purpose of the analysis focus on a survey based on a sample of 2,500 small and medium domestic companies that have been questioned to describe how they "live" the relation with the traditional banks and the new forms of finance businesses organized like investment banks.
The responses have led to remarkable observations and ideas in regards to the different contest of the bank offer system, because it has been possible to verify not only the reorganization impact, but also the existence of a climate of uncertainty within the traditional bank system.
Moreover, questioning the companies about how they face the change and the relation with the banks, has allowed considering how much they feel understood and whether they are suitably valued.
Thus, the companies have been allowed to openly express their point of view in order to identify improvement advices to overcome the lack of relations.
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Tra famiglia e lavoro: il ruolo degli eventi di vita sull'evoluzione della carriera in ItaliaZella, Sara January 2011 (has links)
Il lavoro di ricerca qui proposto si inserisce nel filone delle ricerche sulla mobilità intragenerazionale appena esposto. Questo tema è ampiamente affrontato negli studi che si occupano dell’analisi del mercato del lavoro e dei suoi cambiamenti avvenuti nel corso del secolo scorso. Tuttavia, la gran parte della letteratura si concentra sull’ingresso o sull’uscita delle donne dal mondo lavorativo tralasciando lo studio delle loro effettive possibilità di sperimentare un cambiamento di posizione occupazionale. Rispetto agli studi già condotti in questo ambito, riteniamo possa essere interessante aggiungere all’analisi delle carriere femminili anche altri aspetti. Un primo ambito di analisi è l’influenza della posizione occupazionale dei mariti e dei padri sulla carriera delle donne. Un altro ambito riguarda l’influenza di due eventi familiari di particolare rilevanza, quali il matrimonio e la nascita di un figlio, sull’abbandono del mondo del lavoro e sulla chance di cambiamento della posizione occupazionale delle donne. Con il primo interrogativo di ricerca, ci proponiamo di indagare se, nel corso del ventesimo secolo, si siano modificati i modelli di mobilità di carriera in Italia. La seconda domanda di ricerca cercherà invece di capire come gli eventi familiari - matrimonio e nascita di un figlio - influiscano sulla partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Infine, con la terza domanda di ricerca, ci chiediamo come gli eventi sopra esposti influenzino le opportunità di carriera delle stesse. Per rispondere agli interrogativi indicati, prenderemo in considerazione lo studio sia dei fattori inerenti la dimensione individuale, sia di quelli specifici riguardanti l’ambito strutturale. L’analisi di questa ultima sfera permetterà di porre attenzione sui cambiamenti che hanno interessato, a partire dagli anni cinquanta del secolo scorso, il sistema produttivo italiano e le modifiche riguardanti i meccanismi di regolamentazione nei rapporti di impiego. Per quanto riguarda, invece, la dimensione individuale, ci si propone di studiare in profondità alcune caratteristiche sociodemografiche dei soggetti, come il genere, la coorte di nascita e il titolo di studio: quelle che gli studiosi di questo ambito ritengono fondamentali per capire come si strutturano le disuguaglianze. Per raggiungere il nostro obiettivo è stata presa in considerazione l'Indagine Longitudinale delle Famiglie Italiane (ILFI 1997-2005) e sono stati utilizzati una pluralità di strumenti statistici, quali tavole di mobilità, tecniche di event history analysis, modelli log-lineari e modelli di regressione logistica. Rispetto al primo interrogativo di ricerca, il quadro che emerge dalle nostre analisi mostra che nel nostro paese sono presenti contenuti tassi di mobilità di carriera e che nel corso delle coorti sia possibile rilevare solo una lieve variazione rispetto alle opportunità di cambiamento di classe per gli individui. Prendendo in considerazione il secondo interrogativo proposto, abbiamo potuto constatare come siano soprattutto le donne maggiormente istruite a rimanere nel mercato del lavoro, anche in occasione del matrimonio e della nascita di un figlio. La possibilità di lavorare solo per una parte della giornata (usufruendo, quindi, di contratti part-time) sembra leggermente favorire la conciliazione tra famiglia e lavoro. All'opposto, abbiamo riscontrato una maggiore propensione all'abbandono nei casi in cui le garanzie legislative del lavoro vengono a mancare. La posizione lavorativa del partner ha mostrato di avere un importante ruolo. Così, il vantaggio relativo del marito sulla moglie porta quest'ultima ad abbandonare il mercato del lavoro per occuparsi, con molte probabilità, al lavoro domestico. Infine è apparso evidente che la nascita del primo figlio ha una forte spinta a uscire dal mercato.
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Patterns and determinants of repeated bank robbery in ItalyPAVESI, IRENE 21 February 2011 (has links)
La presente tesi propone uno studio sulla multivittimizzazione delle banche in Italia. In questo paese nell’ultimo decennio si è concentrato circa il 50% delle rapine europee, delineando una situazione critica in termini di sicurezza e di impatto economico sulle banche. La ricerca empirica prova che il crimine si concentra su di una esigua parte della popolazione e che la vittimizzazione è il più efficace predittore di criminalità: dato un primo episodio, un target tende a subire un altro reato in un breve periodo di tempo. Mentre altre tipologie di reato sono state largamente esplorate, poco è stato fatto riguardo le rapine in banca. Questa tesi vuole colmare questa lacuna analizzando l’universo delle rapine in banca avvenute in Italia tra il 2007 ed il 2009. L’analisi dimostra che in Italia il 5% delle filiali concentra su di sé circa il 45% delle rapine; una volta vittimizzata, infatti, una banca viene esposta al 36% di probabilità di subire un’ulteriore rapina nei sei mesi successivi. Questa concentrazione è determinata dal successo della precedente rapina, che spinge gli stessi rapinatori a tornare(boost effect), ma anche dalle caratteristiche della banca (flag effect), che la espongono all’azione di più criminali. / The present thesis proposes a study on repeated bank robbery in Italy. In the last decade, about 50% of European bank robberies have occurred in this country, drawing a problematic situation in terms of both safety and economic impact on banks. Empirical research proves that crime is concentrated on a small proportion of the population and therefore victimization is the best predictor of crime. While repeat victimization has been studies with regard to several crime types, little attention has been paid to bank robbery. This thesis aims at filling this gap by analyzing the universe of bank robberies occurred in Italy between 2007 and 2009. The study shows that, in Italy, only 5% branches accounts for about 45% of all robberies; once victimized, indeed, a bank is exposed to 36% probabilities to be victimized again within the following six months. This concentration is determined by both the success of prior offence, which drives the repeats by original offenders (boost effect), and the characteristics of banks, which expose them to the action of multiple offenders (flag effect).
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DISEGUAGLIANZE DEI REDDITI E POVERTA' DELLE FAMIGLIE ATTRAV ERSO DATI AMMINISTRATIVI. UN'INDAGINE LONGITIDINALE NEL COMUNE DI BRESCIACOMUNE, MARIA ELENA 20 February 2012 (has links)
In questo studio, attraverso la realizzazione di un’indagine longitudinale basata su dati amministrativi, sono stati ricostruiti i redditi delle famiglie residenti nel comune di Brescia per gli anni 2005-2008, in una prospettiva trasversale e longitudinale, individuando situazioni di disuguaglianza, di disagio e povertà economica di alcune fasce della popolazione. L’indagine longitudinale è stata realizzata mediante il record-linkage tra i dati amministrativi provenienti dall’Anagrafe comunale e quelli fiscali del Sistema Interscambio Anagrafe Tributaria Enti Locali dell’Agenzia delle Entrate (SIATEL) per il comune di Brescia.
La peculiarità e l’importanza di questo lavoro risiedono sia nell’utilizzare dati di fonte amministrativa fiscale e anagrafica nella stima sui redditi e povertà delle famiglie, sia nella possibilità di ottenere stime a livello comunale o small-area, ampliando il campo della ricerca sociale sul tema oggetto di studio.
L’approccio teorico di riferimento adottato è quello unidimensionale, basato sul reddito, e relativo, in cui la povertà è definita in relazione allo standard di benessere raggiunto dalla popolazione di riferimento nel suo complesso. Pertanto, anziché la soglia di povertà nazionale, che tende a sottostimare la povertà nel nord d’Italia, è stata adottata una soglia di povertà locale, pari al 60% del reddito mediano equivalente delle famiglie residenti. / In this study the incomes of the families residing in the town of Brescia for the years 2005-2008 have been simulated in a cross-section and longitudinal perspective, through the creation of a Panel based on administrative data. The research aimed at identifying situations of inequality, dislocation and economic poverty of certain population groups. The Panel was carried out on the basis of the record-linkage administrative data from Registry Office and ” Informatics’ System of Local Italian Revenue Agency” (SIATEL), for the town of Brescia.
The uniqueness and importance of this work is the use of live data in estimating income and family poverty using fiscal and personal data from registry office sources, as well as in the availability of estimates at the municipal level or small-area, thus expanding the social research on the subject of study.
The theoretical approach adopted by reference is one-dimensional (based on income) and relative, in which poverty is defined in relation to the standards being achieved by the reference population as a whole. Therefore, instead of the national poverty line, which tends to underestimate poverty in northern Italy, a local poverty threshold was adopted, equal to 60% of equivalised median income of the families residing in the town of Brescia.
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RISCHIO, VULNERABILITA' E RESILIENZA TERRITORIALE: IL CASO DELLE PROVINCE ITALIANEGRAZIANO, PAOLA 13 May 2013 (has links)
L’obiettivo della tesi è ideare uno schema teorico del concetto multidimensionale di rischio territoriale, applicandolo successivamente ad un caso di studio sulle province italiane.
Nel primo capitolo si delinea uno schema teorico del concetto di rischio territoriale, utilizzando una lettura del fenomeno di stampo sistemico, secondo cui il rischio è correlato positivamente a fattori di vulnerabilità territoriale e negativamente a fattori di resilienza. Il territorio viene rappresentato nelle tre dimensioni della sostenibilità, quella economica, sociale e ambientale, seguendo un approccio olistico.
Nel secondo si applica lo schema teorico ad uno studio sulle province italiane. Si adotta una metodologia di sintesi a passaggi successivi, che prevede l’applicazione di tecniche multivariate. Si giunge ad un sistema di indicatori ed indici sintetici di vulnerabilità e resilienza economica, sociale e ambientale.
Nel terzo si giunge agli indici sintetici di vulnerabilità e resilienza territoriale, confrontando metodi di aggregazione differenti. Si individuano così i sistemi locali più a rischio, perchè più vulnerabili e meno dotati di fattori di risposta al cambiamento.
Si evidenziano elementi di originalità a livello di disegno teorico, per la trattazione del tema nelle dimensioni distinte Economia, Società e Ambiente, e a livello empirico, per l’utilizzo di metodologie di sintesi ibride. / The aim of the work is to provide a theoretical framework regarding the multidimensional concept of vulnerability of local systems, then applying it to a case study on Italian provinces.
The first chapter outlines a theoretical framework of this concept, using a reading of the phenomenon according to a systemic mold, whereby the risk is positively correlated with spatial vulnerability factors and negatively with resilience factors. Region is represented in the three dimensions of sustainability, that is the economic, social and environmental ones, following a holistic approach.
The second one applies the theoretical framework for a study on the Italian provinces. We have adopted a method of synthesis by successive steps, which provides the application of multivariate techniques. We arrive at an indicators system and composite indices of economic, social and environmental vulnerability and resilience.
In the third one we reach the composite indices of vulnerability and resilience of local systems, comparing different methods of aggregation among themselves. Systems are identified as most at risk, because more vulnerable and less gifted with factors of response to change.
Elements of originality are highlighted in terms of theoretical project for the treatment of the theme in the distinct dimensions Economy, Society and Environment, as well as, at empirical level, the usage of hybrid synthesis methods.
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CRIMINAL LEADERS' BEHAVIORS: EXPLORING CRIMINAL CAPITAL OF 'NDRANGHETA BOSSES INVOLVED IN DIFFERENT ACTIVITIESSUPERCHI, ELISA 12 February 2018 (has links)
All'interno di ogni contesto competitivo, le persone sfruttano asimmetrie relazionali derivanti da connessioni che sono fonte di nuove informazioni e risorse. Gli individui in posizioni di intermediazione sono solitamente leader dei rispettivi gruppi. Nonostante i ricercatori abbiano esteso il concetto di capitale sociale al contesto criminale, permane una relativa mancanza di conoscenza riguardo a come i capi sfruttino il loro capitale criminale. Diversi studi hanno dimostrato che i leader di solito fungono da intermediari all'interno delle reti criminali e ciò garantisce loro un efficace equilibrio tra efficienza e sicurezza nella gestione delle attività illecite. Tuttavia, altri studi hanno dimostrato che i leader criminali spesso impiegano misure di sicurezza aggiuntive, come prendere le distanze dalle attività più rischiose come nel traffico di droga (DT) e dalle telefonate.
Questo studio esamina i comportamenti dei leader criminali per identificare se e in che modo variao in base alle principali attività svolte dalle loro reti e rispetto ai canali di comunicazione utilizzati. Questo studio si basa su otto casi studio di gruppi di ‘Ndrangheta coinvolti nel DT, o altri tipici crimini legati alla mafia centrati sul controllo del territorio (COT). I risultati indicano che mentre i leader criminali favoriscono l'intermediazione e la sicurezza quando sono coinvolti nel COT, optano per la chiusura e l'efficienza quando sono coinvolti nel DT.
Questi risultati gettano luce sui comportamenti dei leader criminali, che, a loro volta, aumentano le conoscenze esistenti sulla struttura interna delle reti criminali. / Within every competitive setting, people exploit relational asymmetries stemming from connections that are sources of novel information and resources. Individuals in brokering positions are ordinarily a respective groups’ leader. Whilst scholars have extended the concept of social capital to the criminal context, there remains a relative dearth of knowledge concerning precisely how leaders exploit their criminal capital. Manifold studies have shown that leaders usually act as brokers within criminal networks, which provides an effective balance between efficiency and security in the management of illicit activities. However, other studies have demonstrated that criminal leaders often employ additional security measures, including inter alia distancing themselves from riskier activities, such as drug trafficking (DT) networks and communicating via telephone.
This study examines criminal leaders’ behaviors to identify whether and in what ways they vary according to the main activities performed by their networks, and with respect to the communication channels used. This study is underpinned by eight case studies of ‘Ndrangheta groups involved in DT, or other typical Mafia-related crimes centered on the control of the territory (COT). The results indicate that while criminal leaders favor brokerage and security when involved in COT, they opt for closure and efficiency when involved in DT.
Ultimately, these findings cast light upon criminal leaders’ behaviors, which, in turn, enhances extant knowledge on the internal structure of criminal networks.
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