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Tra famiglia e lavoro: il ruolo degli eventi di vita sull'evoluzione della carriera in ItaliaZella, Sara January 2011 (has links)
Il lavoro di ricerca qui proposto si inserisce nel filone delle ricerche sulla mobilità intragenerazionale appena esposto. Questo tema è ampiamente affrontato negli studi che si occupano dell’analisi del mercato del lavoro e dei suoi cambiamenti avvenuti nel corso del secolo scorso. Tuttavia, la gran parte della letteratura si concentra sull’ingresso o sull’uscita delle donne dal mondo lavorativo tralasciando lo studio delle loro effettive possibilità di sperimentare un cambiamento di posizione occupazionale. Rispetto agli studi già condotti in questo ambito, riteniamo possa essere interessante aggiungere all’analisi delle carriere femminili anche altri aspetti. Un primo ambito di analisi è l’influenza della posizione occupazionale dei mariti e dei padri sulla carriera delle donne. Un altro ambito riguarda l’influenza di due eventi familiari di particolare rilevanza, quali il matrimonio e la nascita di un figlio, sull’abbandono del mondo del lavoro e sulla chance di cambiamento della posizione occupazionale delle donne. Con il primo interrogativo di ricerca, ci proponiamo di indagare se, nel corso del ventesimo secolo, si siano modificati i modelli di mobilità di carriera in Italia. La seconda domanda di ricerca cercherà invece di capire come gli eventi familiari - matrimonio e nascita di un figlio - influiscano sulla partecipazione delle donne al mercato del lavoro. Infine, con la terza domanda di ricerca, ci chiediamo come gli eventi sopra esposti influenzino le opportunità di carriera delle stesse. Per rispondere agli interrogativi indicati, prenderemo in considerazione lo studio sia dei fattori inerenti la dimensione individuale, sia di quelli specifici riguardanti l’ambito strutturale. L’analisi di questa ultima sfera permetterà di porre attenzione sui cambiamenti che hanno interessato, a partire dagli anni cinquanta del secolo scorso, il sistema produttivo italiano e le modifiche riguardanti i meccanismi di regolamentazione nei rapporti di impiego. Per quanto riguarda, invece, la dimensione individuale, ci si propone di studiare in profondità alcune caratteristiche sociodemografiche dei soggetti, come il genere, la coorte di nascita e il titolo di studio: quelle che gli studiosi di questo ambito ritengono fondamentali per capire come si strutturano le disuguaglianze. Per raggiungere il nostro obiettivo è stata presa in considerazione l'Indagine Longitudinale delle Famiglie Italiane (ILFI 1997-2005) e sono stati utilizzati una pluralità di strumenti statistici, quali tavole di mobilità, tecniche di event history analysis, modelli log-lineari e modelli di regressione logistica. Rispetto al primo interrogativo di ricerca, il quadro che emerge dalle nostre analisi mostra che nel nostro paese sono presenti contenuti tassi di mobilità di carriera e che nel corso delle coorti sia possibile rilevare solo una lieve variazione rispetto alle opportunità di cambiamento di classe per gli individui. Prendendo in considerazione il secondo interrogativo proposto, abbiamo potuto constatare come siano soprattutto le donne maggiormente istruite a rimanere nel mercato del lavoro, anche in occasione del matrimonio e della nascita di un figlio. La possibilità di lavorare solo per una parte della giornata (usufruendo, quindi, di contratti part-time) sembra leggermente favorire la conciliazione tra famiglia e lavoro. All'opposto, abbiamo riscontrato una maggiore propensione all'abbandono nei casi in cui le garanzie legislative del lavoro vengono a mancare. La posizione lavorativa del partner ha mostrato di avere un importante ruolo. Così, il vantaggio relativo del marito sulla moglie porta quest'ultima ad abbandonare il mercato del lavoro per occuparsi, con molte probabilità, al lavoro domestico. Infine è apparso evidente che la nascita del primo figlio ha una forte spinta a uscire dal mercato.
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Discrezionalità e condizionamento organizzativo nella pratica professionale di servizio socialeCappello Rizzarello, Fabio January 2014 (has links)
Il lavoro affronta il tema delle tensioni fra organizzazione e professione nel servizio sociale; il frame teorico di riferimento utilizzato é quello delle "street level bureaucracies" elaborato da Michael Lipsky (1980). Nella tesi viene evidenziato come la discrezionalità degli assistenti sociali possa essere fortemente condizionata dalle pressioni e dalle priorità organizzative grazie ad una strategia dissimulatamente managerialistica ("Power. A radical view" Lukes, 1973). In particolare, in uno studio di caso realizzato all'interno di un servizio sociale territoriale genovese, si delinea come gli operatori possano essere indotti a mettere in atto pratiche di razionamento degli interventi a causa della carenza di risorse umane e finanziarie. Tutto ciò coerentemente con l'impostazione teorica di Lipsky. In termini di politiche d welfare emerge come un servizio, a prescindere dalla sua impostazione universalistica, possa lentamente ridimensionarsi - in riferimento al lavoro con i minori - in una child protection agency, rinunciando tendenzialmente ad interventi secondo una logica preventiva e promozionale.
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Labour, Environment and Empire in the South Atlantic (1780-1860)Pessina, Mattia January 2016 (has links)
The South Atlantic Ocean and its islands (Saint Helena, Tristan da Cunha, Ascension) were a periphery of the British Empire. Nevertheless this region faced a dramatic transformation during the Global Age of Revolutions (1780-1830) and moved from being a transition zone between Europe and Asia into a proper maritime system. The great global issues of labour (slavery, indentured labour, white emigration), environment (environmental imperialism and imperial environmentalism) and Empire (colonial government, authority and freedom) evolved in the micro-histories of the South Atlantic islands in a very peculiar way, making them precious case-studies to assess wider themes in a new perspective.
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Sanitary and phytosanitary measures in the SADC region : a South African legal perspective / Biandri JoubertJoubert, Biandri January 2014 (has links)
Sanitary and phytosanitary (SPS) measures are measures aimed at the protection of human, animal and plant life and health within specified territories from the risks associated with the introduction and spread of pests and diseases through trade. The World Trade Organisation (WTO) developed an agreement on the application of SPS measures. South Africa is a member of both the WTO and the Southern African Development Community (SADC). In SADC, SPS measures are provided for in the SADC Sanitary and Phytosanitary Annexure to the Protocol on Trade of 1996.
International Standard Setting Bodies (ISSBs) facilitate the effective application of the main elements of the relevant SPS agreements, especially harmonization and equivalence by establishing scientifically justified standards on which members may base their SPS measures. The relevant ISSB’s in terms of SPS measures are the OIE, IPPC and Codex Alimentarius. SPS measures have the potential to become or be used as non-tariff barriers to trade (NTBs). The SADC Protocol on Trade 1996 stipulates that policies and measures are to be implemented by members to eliminate existing forms of NTBs. Additionally members may not enforce new NTBs affecting or related to intra-SADC trade.
The most relevant South African legislation in the context of SPS measures and this study is as follows: Agricultural Pests Act 36 of 1983, the Agricultural Products Act 119 of 1990; the Fertilizers, Farm Feeds, Agricultural Remedies and Stock Remedies Act 36 of 1947, the Liquor Products Act 60 of 1989, Meat Safety Act 40 of 2000, Foodstuffs, Cosmetics and Disinfectants Act 54 of 1972, Medicines and Related Substances Act 101 of 1965 and National Regulator for Compulsory Specifications Act 5 of 2008.
The purpose of this study is to establish to what extent the South African legal framework complies with its obligations in terms of the SADC SPS Annexure to the Protocol on Trade / LLM (Import and Export Law), North-West University, Potchefstroom Campus, 2015
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Sanitary and phytosanitary measures in the SADC region : a South African legal perspective / Biandri JoubertJoubert, Biandri January 2014 (has links)
Sanitary and phytosanitary (SPS) measures are measures aimed at the protection of human, animal and plant life and health within specified territories from the risks associated with the introduction and spread of pests and diseases through trade. The World Trade Organisation (WTO) developed an agreement on the application of SPS measures. South Africa is a member of both the WTO and the Southern African Development Community (SADC). In SADC, SPS measures are provided for in the SADC Sanitary and Phytosanitary Annexure to the Protocol on Trade of 1996.
International Standard Setting Bodies (ISSBs) facilitate the effective application of the main elements of the relevant SPS agreements, especially harmonization and equivalence by establishing scientifically justified standards on which members may base their SPS measures. The relevant ISSB’s in terms of SPS measures are the OIE, IPPC and Codex Alimentarius. SPS measures have the potential to become or be used as non-tariff barriers to trade (NTBs). The SADC Protocol on Trade 1996 stipulates that policies and measures are to be implemented by members to eliminate existing forms of NTBs. Additionally members may not enforce new NTBs affecting or related to intra-SADC trade.
The most relevant South African legislation in the context of SPS measures and this study is as follows: Agricultural Pests Act 36 of 1983, the Agricultural Products Act 119 of 1990; the Fertilizers, Farm Feeds, Agricultural Remedies and Stock Remedies Act 36 of 1947, the Liquor Products Act 60 of 1989, Meat Safety Act 40 of 2000, Foodstuffs, Cosmetics and Disinfectants Act 54 of 1972, Medicines and Related Substances Act 101 of 1965 and National Regulator for Compulsory Specifications Act 5 of 2008.
The purpose of this study is to establish to what extent the South African legal framework complies with its obligations in terms of the SADC SPS Annexure to the Protocol on Trade / LLM (Import and Export Law), North-West University, Potchefstroom Campus, 2015
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Politiche in favore dell'imprenditorialita giovanile e importanza dei legami sociali. Una ricerca / Youth entrepreneurship policies and the importance of social ties. A sociological research.Moar, Luisa <1959> January 1900 (has links)
In uno scenario caratterizzato da globalizzazione e forti scompensi nei sistemi dei mercato del lavoro, a svantaggio soprattutto dei giovani, la ricerca ha inteso approfondire il tema delle relazioni che intercorrono tra la condizione giovanile e le politiche del lavoro, tematizzando la questione dell’imprenditorialità giovanile. Questo fenomeno è stato osservato lungo alcuni vettori specifici relativi all’attitudine imprenditoriale, espressa in termini di opportunità percepite, capacità imprenditoriali, paura di fallire e intenzionalità a intraprendere, e della valenza dei legami sociali nelle dinamiche di avvio di lavoro autonomo. Al fine di sondare le opinioni di giovani imprenditori potenziali in merito al tema dell’imprenditorialità la survey è stata rivolta a un campione di giovani aspiranti imprenditori europei, coinvolti in percorsi di politica attiva del lavoro, ovvero iniziative educative, di orientamento e di sostegno all’imprenditorialità. Considerando le variabili del capitale umano, del capitale sociale e dello status famigliare e la loro influenza nei diversi percorsi di imprenditorialità giovanile, la ricerca ha voluto verificare alcuni possibili orientamenti sociali.
La ricerca ha messo in evidenza che i giovani provenienti da contesti familiari con alti livelli di capitale umano e sociale tendono a esprimere un approccio imprenditoriale caratterizzato da fiducia in se stessi, apertura in termini di innovazione, utilizzando quindi il pieno potenziale dei legami deboli. Al contrario un basso status di famiglia appare come correlato ad una bassa autostima, mancanza di innovazione, limitate reti sociali, e meno prospettive in termini di successo imprenditoriale. / Strong inequalities in the labour market characterize the current European scenario. In particular, many scholars maintain that young people are the losers of the globalization process. In this context, the research aims at deepening the relationship between young people and labour market policies addressed to youth entrepreneurship. This phenomenon has been observed along some specific vectors related to the entrepreneurial attitude expressed in terms of perceived opportunities, business skills, fear of failure and intent to undertake, and the relevance of social ties in the dynamics of self-employment and business creation.
In order to collect the relevant information the research has addressed a survey to a sample of young aspiring European entrepreneurs, involved in active labour policies, i.e. education and training courses, vocational guidance, coaching measures and services supporting entrepreneurship. Considering variables regarding human capital, social capital and family status, and their influence in the different entrepreneurial paths of youth entrepreneurship, the research tried to design some possible social trends. The research has highlighted that young people coming from family contexts with high levels of human and social capital, tend to express an entrepreneurial approach characterized by self-confidence, openness in terms of innovation, thus using the full potential of weak ties. By contrast a low family status appears as correlated to a low self-confidence, lack of innovation, limited social networks, and less prospects in terms of entrepreneurial success.
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La sicurezza nelle organizzazioni aziendali. Un approccio socio-criminologico / Corporate Security. A socio - criminological approachTonellotto, Maurizio <1971> January 1900 (has links)
In questa tesi si analizza la sicurezza nelle organizzazioni con un approccio di tipo socio-criminologico. Il presupposto alla base è che la sicurezza sia un bisogno primario dell’uomo, ma anche una necessità per la sopravvivenza delle aziende che operano in un mercato sempre più globale. L’impresa viene vista come una realtà sociale, un micro-organismo sociale in continua interazione osmotica con il mondo esterno, dal quale interscambia costantemente le aspettative, il vissuto, la cultura, le esperienze degli individui, che sono attori sociali dentro e fuori l’impresa stessa.
Affrontare il tema della sicurezza non può prescindere dall’analisi delle dinamiche presenti all’interno del perimetro aziendale e, l’assunto lewiniano che relaziona il comportamento umano allo spazio di vita ed alla persona, è stato quindi il leitmotiv di questo progetto. Il disegno della ricerca si sviluppa principalmente da una considerazione, ossia: valutare l’esistenza di un legame tra le dinamiche organizzative e la sicurezza nelle imprese. Si è messo in relazione il costrutto psicologico di Clima Organizzativo a quello di Sicurezza, o meglio ancora,la percezione di sicurezza del lavoratore all’interno del perimetro aziendale.
La seconda parte della tesi ripercorre, da un punto di vista più tecnico, lo stato dell’arte della security industriale, esaminandone gli aspetti organizzativi e cercando di inquadrarla anche sotto l’aspetto normativo. In questa sede verrà evidenziata l’importanza della responsabilità sociale d’impresa e dell’applicazione di modelli organizzativi e di gestione che possono garantire, attraverso un approccio etico ed una produzione sostenibile orientata al dipendente ed all’ambiente, migliori condizioni di sicurezza e di lavoro. / This thesis analyzes the corporate-security with a socio-criminological approach. The premise is that security is a basic human need, but also a necessity for the survival of businesses operating in an increasingly global market. The company is seen as a social reality, a micro-social organism in continuous osmotic interaction with the outside world, from which constantly interchanges expectations, experience, culture, experiences of individuals , who are social actors inside and outside the organization.
Addressing the issue of security can not be separated from the analysis of the forces operating within the company grounds and the Lewin’s assumption that relate human behavior to the space of life and the person, was the leitmotiv of this project. The research design is developed mainly by a consideration, namely: assessing the existence of a link between dynamics organization and corporate security. The psychological construct of organizational climate has linked to that of Security ( the perception of security of the worker inside the enterprise perimeter).
The second part of the thesis traces, from a technical point of view, the state of the corporate security, examining the organizational aspects and also trying to situate it under the regulatory aspect. Here we will highlight the importance of corporate social responsibility (CSR) and the application of organizational and management models that can ensure, through an ethical approach and sustainable production oriented to the employee and to the environment, better security conditions and better work / Cette thèse analyse de la sécurité (security) dans les organisations avec une approche socio- criminologique. La prémisse est que la sécurité est un besoin humain fondamental , mais aussi une nécessité pour la survie des entreprises opérant dans un marché de plus en plus global. La société est considérée comme une réalité sociale , un micro- organisme dans l'interaction sociale osmotique continue avec le monde extérieur , à partir de laquelle cesse les échanges attentes , l'expérience , la culture , les expériences des individus qui sont des acteurs sociaux à l'intérieur et à l'extérieur du entreprise . / En esta tesis se analiza la seguridad (security) en las organizaciones con un enfoque socio - criminológica . La premisa es que la seguridad es una necesidad humana básica , sino también una necesidad para la supervivencia de las empresas que operan en un mercado cada vez más global . La empresa es vista como una realidad social , un organismo micro - social en la interacción osmótica continua con el mundo exterior , de la que constantemente intercambios expectativas , la experiencia , la cultura , las experiencias de las personas que son actores sociales dentro y fuera de la empresa .
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Labour, LGBT* rights, and Europe. Discourses in Italy and SerbiaDioli, Irene <1980> 10 June 2013 (has links)
At the time of writing, all three elements that are evoked in the title – emancipation and social inclusion of sexual minorities, labour and labour activism, and the idea and substance of “Europe” – are being invested by deep, long-term, and – to varied degrees – radical processes of social transformation. The meaning of words like “equality”, “rights”, “inclusion”, and even “democracy” is as precarious and uncertain as are the lives of those European citizens who are marginalised by intersecting conditions of gender, sexuality, ethnicity, and class – in a constellation of precarities that is both unifying and fragmented (fragmenting). Conflicts are played, in hidden or explicit ways, over material processes of redistribution as well as discursive practices that revolve around these words. Against this backdrop, and roughly ten years after the European Union provided an input for institutional commitment to the protection of LGBT* workers' rights with the Council Directive 2000/78/EC, the dissertation contrasts discourses on workplace equality for LGBT* persons produced by a plurality of actors, seeking to identify values, semantics, and agendas framing and informing organisations’ views and showing how each actor has incorporated LGBT* rights into its own discourse, each time in a way that is functional to the construction and/or confirmation of its organisational identity: transnational union networks, by presenting LGBT* rights as a natural, neutral commitment within the framework of universal human rights protection; left-wing organisations, by collocating activism for LGBT* rights within a wider project of social emancipation that is for all the marginalised, yet is not neutral, but attached to specific values and opposed to specific political adversaries (the right-wing, the nationalists); business networks, by acknowledging diversity as a path to better performance and profits, thus encouraging inclusion and non-discrimination of “deserving” LGBT* workers.
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Soggettività neoliberale e gioco d'azzardo "legale": la fragilità messa a valore / Neoliberal subjectivity and "legal" gambling: the exploited weaknessGreppi, Gabriele <1975> 09 June 2016 (has links)
Il lavoro di tesi dottorale riguarda l’analisi dei rapporti che si sono venuti a instaurare tra vulnerabilità sociale legata all’emergere delle nuove povertà, lo sgretolamento del legame sociale, i processi di individualizzazione del rischio e il fenomeno del gioco d’azzardo “legale” in Italia, con particolare riferimento al contesto territoriale dell’Emilia-Romagna. Più in particolare, nella tesi si indaga la propensione, legata ad uno stato di vulnerabilità sociale dei soggetti con disagio socio-economico, alla frequentazione delle sale da gioco e alla spesa in gioco d’azzardo “legale” (escludendo tutto il campo del gioco d’azzardo clandestino e delle sub-culture criminali) nel contesto territoriale dell’Emilia Romagna.Esistono,infatti, fattori crescenti di “spinta” al gambling legati alle condizioni di disagio (economico e socio-relazionale) dei soggetti più esposti agli effetti della crisi economica.
I presupposti di fatto da cui parte questa ricerca riguardano la constatazione di un’alta e crescente incidenza fra la popolazione italiana del gioco d’azzardo “legale” (alcuni osservatori hanno addirittura ipotizzato l’esistenza di una correlazione diretta fra contrazione dei redditi e dei consumi e la crescita esponenziale del gioco d’azzardo “legale” in Italia), nonostante e strettamente connessa ai processi di impoverimento sociale degli ultimi anni.
Sul piano della ricerca i principali obiettivi del progetto sono i seguenti:
- conoscenza della “definizione della situazione” dei soggetti rispetto alle proprie biografie, al proprio futuro ed al loro rapporto con il gioco d’azzardo legale;
- conoscenza e comprensione dell’interdipendenza fra la cultura del “rischio”, la vulnerabilità sociale, l’indebitamento e il consumo di gioco d’azzardo legale;
- spunti interpretativi che possano risultare utili ai policy makers e agli operatori del Welfare mix nelle azioni di prevenzione, assistenza ed aiuto ai giocatori d’azzardo patologici. / The doctoral thesis deals with the analysis of the reports that have come to be established between social vulnerability linked to the emergence of new forms of poverty, the disintegration of the social bond, the processes of risk individualization and the phenomenon of the game of "legal" gambling in Italy, with particular reference to the territorial context of Emilia-Romagna. More particularly the thesis investigates the propensity, linked to a state of social vulnerability of the subjects with socio-economic hardship, the attendance of the gambling halls and spending in the "legal gambling" (excluding the entire field of game of illegal gambling and the criminal sub-cultures) in the territorial context of Emilia Romagna. There are, in fact, increasing factors "pushed" to gambling related to conditions of discomfort (economic and socio-relational) of the most exposed to the effects of economic crisis.
The conditions from which this research concerning the finding of a high and growing incidence among the Italian population of the "legal gambling" (some observers have even suggested the existence of a direct correlation between contraction in incomes and consumption and the exponential growth of the "legal gambling" in Italian), and although closely related to the social impoverishment processes of recent years.In terms of research the main objectives of the project are as follows:
- Knowledge of the "definition of the situation" of the parties with respect to their biographies, their future and their relationship with the legal gambling;
- Knowledge and understanding of the interdependence between the culture of "risk", social vulnerability, the debt and the legal gambling consumption;
- Interpretative insights that could be useful to policy makers and practitioners Welfare mix in prevention, assistance and help to pathological gamblers.
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Poste in gioco Lavoro e soggettività tra formale e informale, gratuito e remunerato / Work and subjectivity at stake between formal and informal, unpaid and paid / Travail et subjectivaté en jeu entre formel et informel, gratuit et rémunéréDe Angelis, Gianluca <1982> January 1900 (has links)
L’analisi proposta insiste sulle dinamiche di soggettivazione e impoverimento del lavoro a partire dalla torsione reticolare del capitalismo e dei suoi principi organizzativi. In mancanza di una consolidata tradizione analitica specifica sul lavoro gratuito, il ragionamento muove dalla relazione tra l’economia formale e informale.
Tale prospettiva di analisi permette di individuare nell’estensione del terreno di cattura del capitalismo l’elemento chiave della svalutazione del lavoro e del suo mancato riconoscimento. Con il passaggio al nuovo paradigma del capitalismo, infatti, il processo di accumulazione del capitale si estende ad ambiti diversi da quelli tradizionalmente produttivi, sfumando i confini tra interesse e disinteresse, produttivo e improduttivo, ampliando le aree di compenetrazione tra economia formale e informale ed estendendo la produzione di valore anche oltre i confini del riconoscimento economico.
Traducendo nel desiderio di realizzazione del sé del soggetto quello di riproduzione del capitale, infatti, il dispositivo soggettivante permette di enfatizzare gli aspetti passionali della produzione di valore. Alla maggiore opportunità di realizzazione del sé attraverso il lavoro, però, corrisponde anche una forte individualizzazione dei rischi. Mentre, quindi, da un lato il capitale accresce le proprie capacità di accumulazione penetrando sempre più nella soggettività, dall’altro aumentano, per quanti coinvolti, i rischi di impoverimento e di isolamento.
Per indagare la relazione tra lavoro gratuito e remunerato, i regimi di giustificazione che la qualificano e i rischi individuali e organizzativi che ne derivano, sono stati sviluppati tre studi di caso: il primo in un laboratorio di ricerca pubblico, il secondo in una cooperativa sociale e il terzo sui volontari per Expo 2015.
In questa prospettiva, il lavoro gratuito, economicamente non riconosciuto, diventa una condizione condivisa, giustificabile soggettivamente, ricorrendo alle grammatiche dell’autoterapia e della passione, quando il lavoratore guarda al presente, e della promessa e della scommessa, quando è rivolto al futuro. / This work aims to analyse subjectivation processes and impoverishment of work starting from understanding the reticular torsion of capitalism and its organizational principles. Scholars have traditionally not given enough attention to unpaid work, thus my considerations move from formal and informal dinamics of economy.
This is because from this point of view, we can see why the expansion of fields of capitalist capture constitute one of the key factors at the origin of work devalutation and its lack of monetary recognition. The accumulation process, in the new capitalist paradigm, seems to concerns with new lands, different from the traditional ones of production. Borders between interest and disinterest, productive and unproductive get blurred, expanding areas of interpenetration between formal and informal economy and the production of value outside of the monetary recognition.
In this way, the desire of capital reproduction is translated in the individual desire of self-realization. Effectively, the subjectyfing dispositive emphasizes passional aspects of value production, while growing the indvidualization of risks.
Thus, on one hand the capital increase its own accumulation opportunities, through colonizing individual subjectivity, on the other hand, the same process increase impoverishment and isolation risks for those who are involved.
In order to investigate the relation between paid and unpaid work with the giustificational regimes that qualify this relation and individual and organizational risks, I have used three case studies: the first one in a research laboratory managed by a governmental organization, the second in a social cooperative and the third on volunteer workers for the Universal Exposition 2015, Milan Expo.
From these case studies emerges that unpaid work is a shared condition, but justified only at individual level, borrowing the grammar from self-therapy and affection, when the worker looks towards the present, while promise and bet grammars when the worker looks towards the future. / Ce travail présente les dynamiques de subjectivation et de gratuitisation du travail à partir de la torsion réticulaire du capitalisme et de ses principes organisationnels. Les raisonnements présentés sont puisés de l’évolution de la relation entre les dimensions formelle et informelle de l’économie.
Cette perspective d’analyse permet de déterminer dans l’extension progressive du capitalisme un des éléments de la dévaluation du travail. Le processus d’accumulation du capital progresse et se développe sur des territoires différents des milieux traditionnels de production. Dans ce mouvement, les zones de compénétration entre l’économie formelle et informelle grandissent et on assiste à une production de la valeur qui se répand sans reconnaissance économique.
Par la traduction du désir de reproduction du capital dans le désir de l’autoréalisation des sujets, le dispositif subjectivant permet d’emphatiser les aspects passionnels de la production. Il s’avère qu’à côté de l’opportunité de réalisation de soi par le travail, il y a surtout une grave individualisation des risques. En effet, pendant que le capital agrandit les opportunités d’accumulation en pénétrant dans la subjectivité, les risques de l’appauvrissement et d’isolation grandissent.
Pour étudier la relation entre travail gratuit et rémunéré, les régimes de justification qui la qualifient et les risques individuels et organisationnels qui en dérivent, trois études de cas ont été réalisées : la première dans un laboratoire public de recherche, la deuxième dans une coopérative sociale et la troisième avec les bénévoles de l’Exposition Universelle 2015.
Cette thèse montre que le travail gratuit est une condition de classe qu’on justifie subjectivement. Lorsque le regard du travailleur est tourné sur le présent, il fait recours aux grammatiques de l’auto-thérapie et de la passion. A l’inverse, lorsque le regard est tourné vers le futur, ce sont les rhétoriques de la promesse et du pari qui sont mises en avant.
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