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LA SELEZIONE DEI MIGLIORI. ANALISI SULLA QUALITA' NELLA RAPPRESENTANZA POLITICA

CAMPATI, ANTONIO 06 March 2014 (has links)
Le recenti trasformazioni dei sistemi politici suggeriscono la necessità di ripensare il rapporto fra l’ideale democratico e il concetto di qualità. I mutamenti e le pretese della rappresentanza politica, infatti, appaiono sempre più inconciliabili con le teorie che, fino a pochi decenni fa, apparivano granitiche e (quasi) immodificabili. L’obiettivo di questa tesi è quello di argomentare tali assunti, non senza prima soffermarsi su alcune questioni preliminari: a livello teorico, cosa si deve intendere per qualità? Quale rapporto può realisticamente intrattenere con il sistema democratico? E, quindi, la qualità può essere selezionata? Le risposte a simili quesiti passano attraverso un approfondimento del rapporto (inevitabile) fra i governanti e i governati, considerato il canale più affidabile per osservare la ‘qualità’ come idea-concetto e per percepire gli effettivi cambiamenti che proietta sulla rappresentanza politica. / The recent transformations of political systems suggest the need to rethink the relationship between the democratic ideal and the concept of quality. Indeed, changes and demands in political representation look increasingly incompatible with the theories that seemed lasting and (almost) immutable until a few decades ago. The aim of this dissertation is to discuss these assumptions, after dwelling on some preliminary questions. At the theoretical level, what is quality? Which relationship can it realistically have with the democratic system? And, therefore, can quality be selected? To answers such questions, the dissertation goes through an in-depth analysis of the (inevitable) relationship between rulers and the ruled. This relationship is considered the most reliable channel both to observe ‘quality’ as an idea-concept and to perceive the actual changes that it projects on political representation.
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LA FEDERAZIONE DELLE GENTI ALPINE. BREVE ESPERIENZA DI UNA LEGA MONTANA TRA RIVENDICAZIONI AUTONOMISTE E ALLEANZE INTERREGIONALI

PORATA, ALESSANDRO 20 June 2017 (has links)
L'argomento centrale intorno a cui ruota la Tesi di Dottorato è la Federazione delle Genti Alpine, ovvero l'alleanza politica sancita nel secondo dopoguerra dai principali movimenti autonomisti operanti nelle regioni montuose ai limiti settentrionali d'Italia. Promossa da trentini, valdostani e friulani durante un incontro avvenuto a Desenzano del Garda nell'aprile 1947, la collaborazione si poneva come obiettivo primario la tutela di quelle aree di frontiera che, a causa delle affinità culturali con i Paesi confinanti, avevano subito una nazionalizzazione forzata da parte del Governo fascista e che, al termine del conflitto mondiale, erano divenuti oggetto di delicate dispute territoriali. Le Genti Alpine ribadivano fermamente la loro italianità, ma, allo stesso tempo, chiedevano alla ristabilita democrazia la tutela di quelle secolari particolarità linguistiche e consuetudinarie che Mussolini aveva cercato di cancellare. Per difendersi dai rischi di una nuova deriva autoritaria, i rappresentanti dei popoli montani decisero di intraprendere una lotta comune finalizzata a sensibilizzare l'opinione pubblica italiana sulla necessità di introdurre nella Penisola un ordinamento federalista. L'intento della ricerca è di fare maggior chiarezza su quella che, pur rappresentando la prima esperienza di collaborazione fra partiti etnoregionalisti nell'Italia repubblicana, non è mai stata oggetto di particolare attenzione da parte degli studiosi. / This study is focused on the political alliance promoted soon after the Second World War by the main ethno-regionalist parties of northern Italy. Created to protect from any future threat those multicultural border areas penalized by Fascism, the "Federation of Alpine People" asked to the new democratic institutions in Rome protection for the non-Italian speaker communities and less interference into local governments. To achieve this goal, the representatives of the Alpine People decided to undertake a common struggle to raise awareness about the need to introduce a federalist order in Italy. The fight reached its peak during the 1948 elections, when the ethno-regionalists tried to submit their own list at a national level. The aim of this research is to throw light on an experience that, even if represented the first collaboration between ethno-regionalist parties in Republican Italy, has never been studied deeply by academics.
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Potere e governo in Cina: l'idea di potere come fondamento del sistema politico. / POWER AND GOVERNMENT IN CHINA: THE IDEA OF POWER AS FOUNDATION OF THE POLITICAL SYSTEM

FASULO, FILIPPO 06 March 2014 (has links)
L’obiettivo di questa tesi è comprendere il sistema politico cinese. Tale intendimento è perseguito attraverso la definizione di uno schema interpretativo fondato sull’idea di potere. In questa tesi si assume che l’idea di potere sia funzionale alla definizione della forma di governo e viene analizzata l’evoluzione del sistema politico cinese attraverso modifiche dell’idea di potere. Il Potere è inteso come potere di governare e l’idea di potere viene definita sulla base di sei elementi comparabili: sovranità, esercizio, legittimità, obiettivo, limite e confine. Lo schema così delineato viene poi applicato alle principali teorie politiche cinesi con l’obiettivo di individuarne continuità e discontinuità. Pertanto le domande di ricerca vertono su quale sia l’idea di potere in Cina e quale sia la sua variazione diacronica. Infine vengono analizzati i risultati dell’applicazione dello schema interpretativo per comprendere l’attuale sistema politico. L’attenzione è rivolta soprattutto agli elementi del pluralismo, della relazione fra popolo ed esercizio di governo e sullo stato. Elemento centrale è il ruolo del pluralismo valoriale in rapporto al sistema politico. / The aim of this dissertation is to understand Chinese political system. This task is pursued trough the development of an interpretative schema based on the idea of power. This dissertation assumes the idea of power is functional in shaping the form of government and tries to analyze the evolution of Chinese political system via changes within the idea of power. Power is intended as power to govern and the idea of power is set trough six comparable items: sovereignty, exercise, objective, legitimacy, limit and border. This schema is then applied to China’s main political philosophy in order to trace continuities and discontinuities. Therefore Research questions are what the idea of power is and what its evolution was. Finally this dissertation analyzes outcomes from interpretative schema’s application to understand current political system. This dissertation focuses mainly on the element of pluralism, relation between the people and the exercise of the government and the state. This dissertation concentrates on the role of value pluralism in relation to the political system.
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SBAGLIANDO SI SPARA: LA CONTESTAZIONE DEL 1977 IN ITALIA E LA REAZIONE DELLO STATO

FALCIOLA, LUCA 17 February 2011 (has links)
Questa ricerca si propone di contribuire ad una prima analisi storiografica del ciclo di protesta esploso in Italia nel 1977. A nove anni dal ’68, la contestazione tornò ad agitare le università e le piazze, lottando sul terreno della creatività e dell’ironia, ma esprimendo contestualmente una forte carica violenta. L’illegalità di massa e la guerriglia diffusa finirono infatti per ingrossare le fila del «partito armato» e del terrorismo. Il ‘movimento’ degli indiani metropolitani e delle P38, proprio in ragione di questa ambiguità, fatica ancora a trovare una descrizione esaustiva, mentre la sua escalation violenta è ancora in attesa di un’eziologia convincente. Questo studio tenta quindi, in primo luogo, di ricostruire un’immagine unitaria e realistica di quel fenomeno socio-politico, a partire dalle fonti del ‘movimento’ e dalle cronache. In secondo luogo, integra la variabile istituzionale nello studio della protesta, al fine di verificare quale grado di influenza ebbe lo Stato sui processi di riattivazione della mobilitazione e, soprattutto, sulla radicalizzazione dello scontro. Il focus dell’analisi è rappresentato dall’azione assai controversa del ministero dell’Interno, allora guidato da Francesco Cossiga, che viene qui ricostruita sulla base di documenti provenienti dagli archivi di Stato. Il policing of protest è infine messo a confronto con quello della Francia dei primi anni dopo il maggio ’68, quando l’estrema sinistra minacciò una deriva violenta ma si arrestò prima di passare all’atto. / his research aims to contribute to a first preliminary historiographical analysis of the cycle of protest which spread out in Italy in 1977. Nine years after 1968, revolts started again on in the streets and inside universities. This new wave of protest was characterized by the use of creativity and humour but also by the acceptance of the violence: illegal action and urban guerrilla warfare became quite common and contributed to the expansion of the red terrorism. As a matter of fact, this ‘movement’ shows an inherent ambiguity: it put together political emulators of Dadaism with old-styled armed revolutionaries. Therefore, it is still hard and an open challenge to find an inclusive description of it and the escalation of political violence is still waiting for a convincing aetiology. The objective of this is research is twofold. On the one hand, it tries to rebuild a coherent and realistic picture of this phenomenon under analysis, adopting insider sources of the ‘movement’ and chronicles. On the other hand, it aims at integrating the institutional variable in the study of the protest, in order to verify to which extent the State was can be held responsible for the mobilization processes and, especially, for the radicalization of the social conflict. The analysis is centred on the action of the ministry of Interior and based on records from State archives. The Italian policing of protest is finally compared with to the case study of France during the first years after May 68. At that time, extreme-left activists threatened a similar escalation of violence, but they came to a halt before shooting.

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