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THE AMERICAN COMEDY. TEMI, INNOVAZIONI E TEOLOGIA NELL'OPERA DI ELMORE LEONARD

SEGATO, GIULIO 02 July 2018 (has links)
Il giudizio di molti critici e biografi nei confronti di Elmore Leonard è stato tanto positivo quanto un po’ superficiale: è uno dei più validi scrittori di crime fiction americani grazie alla sua particolare ‘prosa cinematografica’ e al suo orecchio per i dialoghi dei personaggi. Credo che invece nelle narrazioni di Leonard ci siano molti altri aspetti degni d’interesse che il mio lavoro cercherà di indagare. Prima di scrivere ‘romanzi del crimine’ (dal 1969, con la pubblicazione di The Big Bounce) Leonard si era specializzato in racconti e romanzi western con cui sperimentò la sua distintiva tecnica narrativa basta sul discorso indiretto libero e altre innovazioni tematiche. Questa tesi esamina principalmente tre caratteristiche fondamentali dell’opera di Leonard. Anzitutto, nei suoi libri non c’è mai una vera e propria indagine. I lettori sanno già dalle prime pagine chi è il colpevole del crimine e il detective stesso lo scopre poco dopo. Tuttavia, l’eroe non riesce ad arrestare il responsabile a causa di continui impedimenti burocratici. La ricerca delle prove necessarie a incastrare il delinquente si trasforma quindi in una sfida personale che metterà a dura prova l’eroe e la sua coscienza. La seconda caratteristica riguarda le scelte narratologiche dello scrittore, che ha sviluppato un uso singolare del punto di vista. Leonard racconta le sue storie attraverso un narratore onnisciente in terza persona, solo apparentemente neutrale. In realtà, il punto di vista della narrazione continua spostarsi durante la storia, per cui ogni capitolo può essere narrato dal punto di vista di ogni personaggio (anche di un morto, come avviene in Glitz). La scelta di usare un particolare punto di vista non è solo una mera faccenda tecnica ma è anche e soprattutto una questione morale, che rende i libri di Leonard piuttosto disturbanti per il lettore attento. Infine, Leonard, che ha avuto un’educazione cattolica, tende a nascondere dilemmi teologici nelle intercapedini delle sue storie grottesche. Ad esempio, nei suoi romanzi la violenza non è mai la soluzione più giusta – non si configura una violenza necessaria – per cui i suoi eroi preferiscono dialogare con i criminali, o abbandonare la scena, piuttosto che sparare. / Critics and biographers have summarized Elmore Leonard’s work too easily: he was one of the best crime novels writers in America because of his “cinematic” prose and his unerring ear for the voices of the characters. I think there are much more issues in Leonard’s narratives, so my thesis is focused on investigating other distinctive traits of his novels. Leonard actually wrote westerns for many years before first trying his hand at crime fiction (in The Big Bounce 1969), the genre that gave him great fame. My thesis basically examines three distinguishing features. First, in Leonard’s books there is almost never any process of detection. Readers generally know from the very beginning who the murderer is, and in many cases the detective finds out soon after, but he is always prevented from arresting or killing him at once. What prolongs his pursuit is generally not a process of investigation but rather a frustrating combination of legal procedural constraints that are often portrayed as arbitrary, and the killer’s own animal willingness and absurd good luck. Secondly, Leonard, in his narrative, develops a very distinctive point of view. The writer always tells his stories from the omniscient point of view in the third person, only apparently neutral. In Leonard’s novels any chapter can be narrated from the perspective of any character (even a murder victim as in Glitz). This issue is not only a technical problem, it is a moral one, who makes Leonard’s novels disturbing to the reader. Finally Leonard, who had a catholic education and a deep knowledge of the Bible, hides theological issues in his grotesque crime stories. For example, in his novels violence is never the right solution, never necessary, as his heroes prefer talking with the villain or leaving, instead of shooting him.
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The Lucky Clover

Heeb, Nick 17 April 2018 (has links)
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