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IL PROCESSO DI DEMOCRATIZZAZIONE IN BENIN E IL RUOLO DELLA CHIESA CATTOLICA. IL CASO DI MGR. ISIDORE DE SOUZA

CANNELLI, SUSANNA 02 April 2009 (has links)
La ricerca si inserisce negli studi sulla storia dei processi di democratizzazione, ruolo delle Chiese e società civile ed ha preso in esame un caso per molti versi esemplare: la transizione democratica culminata in Bénin negli avvenimenti del 1990. Lo studio esamina la convocazione della Conferenza Nazionale – presieduta da un vescovo cattolico, mons. Isidore de Souza – e felicemente sfociata in un cambiamento pacifico di regime, dopo quasi vent’anni di governo marxista-leninista. Ne scaturì l’avvio effettivo di una vita democratica, caratterizzata dal multipartitismo, da libere consultazioni elettorali e da una stabilità democratica ormai quasi ventennale. La ricerca si è svolta con l’ausilio di testi e documentazioni reperite in Bénin e in Francia. Attraverso tali materiali è stato ricostruito anzitutto il contesto storico, mettendo a fuoco in particolare la specificità di questo paese – antico “quartiere latino d’Africa” sotto la colonizzazione – e la peculiarità del difficile insediamento prima, e del forte radicamento dopo, della Chiesa cattolica in Bénin, che ha assai contribuito alla formazione di quella élite intellettuale che ha costituito una risorsa decisiva nella vita civile e politica del paese, incluso il processo di transizione democratica. La ricerca ha permesso inoltre un ampio confronto con l’analogo ruolo istituzionale giocato da alti esponenti della gerarchia cattolica nelle diverse Conferenze Nazionali che si sono succedute a quella di Cotonou, confermando la peculiarità e l’incidenza della presenza della Chiesa del Bénin ed in particolare di monsignor de Souza all’interno del processo di transizione. Sono state messe in luce particolarmente l’influenza sulla vicenda sia del peculiare legame anche culturale del Bénin con la Francia nonché del ruolo svolto da élites cattoliche particolarmente preparata ed attive, oltre naturalmente alle notevoli personalità dei due principali protagonisti, il vescovo de Souza e il Presidente Kerekou. / The research connects with the studies about democratisation processes and about the role Churches and society played in, and examines an exemplary case: the democratic transition that reached its peak in Bènin with the ‘90s happenings. The study examines the summoning of the National Convention – over which presided a catholic bishop, Mons. Isidore de Souza, and which leaded successfully to a peaceful regime change, after a nearly 20-years communist government. Out of it began a real democratic life, whose features were multipartitism, free elections and a nearly 20-years democratic stability. The research has been carried out thanks to texts and documents that were found out in Bènin and France. Through those texts was reconstructed the historical background first, pinning the particular specificity of this country down – during colonization called ancient “Latin Quarter of Africa” – and the peculiar and hard settlement before, and the strong rooting after, of the Catholic Church in Bènin. The research has also allowed to compare it with the similar institutional role of important exponents of Catholic Hierarchy in the several National Convention that followed the Cotonou one, thus confirming the peculiarity and influence of the Church in Bènin, particularly of Mons. de Souza in this transition process. It has been particularly highlighted the influence, on the specificity of this event, both of the peculiar relationship, also cultural, between Bènin and France and of the role particularly competent and active catholic elites played in, besides the remarkable personalities of the two main protagonists, Bishop de Souza and President Kerekou.
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DALL'ORGANIZZAZIONE AL MOVIMENTO. GIOVENTU' STUDENTESCA DAL SECONDO DOPOGUERRA ALLA CRISI DEL 1965

BUSANI, MARTA 19 March 2015 (has links)
La presente ricerca ricostruisce la storia di un movimento di ambiente dell’Azione Cattolica italiana, nato a Milano nel 1954 e chiamato Gioventù Studentesca. Il movimento prese vita da don Luigi Giussani, assistente degli studenti dell’AC milanese, con lo scopo di creare una presenza comunitaria di studenti cristiani nelle scuole. Il movimento ebbe un notevole sviluppo durante l’episcopato di Giovanni Battista Montini, futuro Paolo VI, che riconobbe in GS una possibile risposta al processo di secolarizzazione ormai evidente in terra ambrosiana. Questo lavoro ricostruisce gli sviluppi del pensiero pedagogico di don Giussani e i difficili rapporti tra Gioventù Studentesca e l’Azione Cattolica nazionale dalla metà degli anni Sessanta fino alla definitiva uscita di GS dall’AC dopo gli statuti del 1969. / This research analyses the history of Gioventù Studentesca (GS), a movement born in Milan in 1954 within the context of the Italian Catholic Association (AC). This movement was founded by don Luigi Giussani, assistant of the students of AC in Milan, with the aim of setting up a community presence of Christian students in the schools. The movement had a strong development under the episcopacy of Giovanni Battista Montini, then appointed Pope with the name of Paolo VI, who recognised in GS a possible answer to the secularization process gradually evolving in the Milanese area. This report focues on the evolution of don Giussani’s pedagogical thinking and educational approach. It also highlights the critical relationschip between GS and the national centre of AC from mid-Sixsties up to the definitive exit of GS from AC following the statutes of 1969.
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Giancarlo Brasca e l'Università Cattolica: la biografia del primo direttore amministrativo nelle carte conservate dall'Ateneo

DELORENZI, CHIARA 04 April 2011 (has links)
La ricerca prende avvio dagli anni giovanili, vissuti da Giancarlo Brasca nel contesto dei rami giovanili dell’Azione Cattolica ambrosiana. Il primo capitolo si propone di ricostruire quale clima e quali personalità abbiano influito sulle scelte effettuate dal giovane Brasca. Da questo punto di vista particolare attenzione è stata dedicata al rapporto con padre Agostino Gemelli e con monsignor Francesco Olgiati. L’intensità del legame con i due protagonisti del mondo cattolico milanese del Novecento costituisce un elemento significativo anche nella scelta vocazionale che legò Brasca ai Missionari della regalità di Nostro Signore Gesù Cristo, Istituto secolare fondato da Gemelli. Il secondo capitolo della tesi si prefigge dunque di ricostruire il significato dell’adesione di Brasca alla proposta di vita dei Missionari e l’apporto da lui fornito alle vicende dell’Istituto e all’evoluzione dei rapporti di quest’ultimo con l’Università Cattolica. La scelta vocazionale di Brasca rappresenta infatti la chiave di lettura imprescindibile per comprendere e ricostruire le vicende di Brasca all’interno dell’Università Cattolica dai primi anni Quaranta fino alla sua scomparsa nel 1979. Il terzo e il quarto capitolo ricostruiscono dunque le vicende di Brasca sullo sfondo degli snodi fondamentali che segnarono lo sviluppo dell’ateneo: dalla laurea in Filosofia, passando per l’esperienza di direttore della Biblioteca, per giungere agli incarichi amministrativi di primissimo piano come segretario di amministrazione e, dal 1971, direttore amministrativo. / The research begins from the years of one’s youth, lived by Giancarlo Brasca in the contest of Azione Cattolica’s young lines in Milan. First chapter proposes to reconstruct which atmosphere and which personalities influenced young Brasca’s choices. On this point of view particular attenction was dedicated to relation with Father Agostino Gemelli and Monsignor Francesco Olgiati. The intensity of relationship with two protagonists of catholic world in Milan represents a significant fact also in vocational choice that binded Giancarlo Brasca with Missionari della regalità di Nostro Signore Gesù Cristo, secular institution founded by Gemelli. So second chapter of dissertation proposes to reconstruct the meaning of Brasca’s adhesion to Missionari’s life proposal, his contribution to story of institution and to development of relation between this and Catholic University. Brasca’s vocational choice represents indeed a necessary keynote to understand and reconstruct Brasca’s story in Catholic University from ’40 to his death in 1979. So third and fourth chapters reconstruct Brasca’s events on the contest of Catholic University: from Philosophy degree moving to experience which director of Library, to arrive to very important administrative assignments like secretary of administration and, from 1971, administrative director.
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ARISTIDE CALDERINI (1883-1968) E LO SVILUPPO DELLE SCIENZE DELL'ANTICHITA'. Progetti, opere e strategie culturali / Aristide Calderini (1883-1968) and the Development of Classical Studies. Projects, Achievements and Cultural Strategy

PERELLI CIPPO, CHIARA MARIA 10 March 2008 (has links)
Oggetto della tesi è l'attività scientifica e didattica di Aristide Calderini (1883-1968), studioso di antichità classiche, papirologo, epigrafista, archeologo, fondatore e direttore di associazioni culturali e riviste, divulgatore della cultura classica. Sulla base del copioso archivio personale, del quale si è operato il riordinamento e si forniscono l'inventario e l'indice della corrispondenza, si ricostruisce un intenso e fecondo percorso culturale, sottolineandone i valori ispiratori e gli obiettivi raggiunti. Le molteplici relazioni dello studioso con importanti personalità e istituzioni contemporanee permettono di tracciare un affresco della realtà culturale lombarda durante sei decadi del Novecento. / This thesis is devoted to the scientific and didactic work of Aristide Calderini (1883-1968). Calderini was a scholar of the Classics, namely papyrologist, archaeologist and epigraphist. He was the founder and director of many cultural societies and journals and a populariser of ancient Roman and Greek culture. The main source of material for this research was Calderini's own copious personal archive, which has been reorganized by the author of this dissertation, resulting in a detailed inventory and the index of his letters. From these documents it is possible to follow the intense and fruitful cultural route of Calderini, perceive his inspiring principles and appreciate the results of his work. Moreover, from the study of his letters, it is possible to reconstruct Calderini's multiple connections with important personages and institutions of his time, disclosing an interesting overview, spanning six full decades of the 20th century, of the cultural milieu in Lombardy.
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L' educazione popolare nella pastorale giovanile milanse negli anni dell' episcopato del Cardinal Ferrari / POPULAR EDUCATION IN MILAN YOUTH PASTORAL DURING CARDINAL FERRARI’S EPISCOPATE

ALFIERI, PAOLO 23 March 2009 (has links)
Durante l’episcopato del Cardinal Ferrari (1894-1921) gli oratori ambrosiani vissero un periodo di particolare vivacità. Il loro incremento quantitativo, infatti, fu accompagnato da una riforma organizzativa e pedagogica, che intendeva rispondere ai nuovi bisogni formativi emergenti dal processo di industrializzazione e modernizzazione del tessuto sociale milanese. Lo Statuto arcivescovile del 1904 esprimeva una sintesi armonica tra la tradizione catechistico-formativa di ascendenza borromaica e le esigenze di ammodernamento della pastorale giovanile, non senza dialogare con la cultura oratoriana promossa a livello nazionale dai filippini e dai salesiani. Gli oratori ambrosiani delinearono un ampio progetto di educazione popolare, che comprendeva la formazione religiosa, morale, patriottica e fisico-igienica del giovane, e assunsero nella loro prassi nuovi strumenti formativi come la ginnastica, il cinematografo, il teatro e alcune iniziative economico-assistenziali, che affiancarono le già consolidate attività della Dottrina e della ricreazione. Nell’alveo di una progettualità pedagogica sostanzialmente ancorata a modelli educativi tradizionali, ma aperta sul piano pratico al portato della modernità, il movimento oratoriano milanese incarnò un’esperienza di pastorale giovanile coerente con la cultura popolare cattolica coeva e destinata a segnare in modo esemplare la storia dell’attenzione educativa della Chiesa alle giovani generazioni. / Cardinal Ferrari’s episcopate (1894-1921) was an age of unknown liveliness for Milan parish youth clubs. It was marked by an educational and organisational transformation whose purpose was to meet the growing upbringing needs coming from the process of industrialization and modernisation which was affecting Milan society. The Archiepiscopal Chart drawn in 1904 came into being as a successful synthesis of the traditional Archbishop Borromeo’s approach to youth pastoral centred upon catechesis and the pressing need to update, while interacting with the national youth education scholarship promoted by the Salesians of Don Bosco and that of the Oratory by Filippo Neri. Milan parish youth clubs drew up a wide-ranging project of popular education which included religious, moral, patriotic and even physical-hygienic upbringing targets for the young, to be carried out by innovative resources such as physical education, cinema, acting-out, as well as up-to-date charitable opportunities which were backed up by the well-established everlasting activities of catechism and game time. Despite being embedded into a planning process shaped by traditionally imprinted educational models but also oriented to innovation, the Milan parish-youth-club movement epitomised a type of youth pastoral which would mark definitely the history of the youth educational-oriented approach of the Church.
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LA "RIVISTA DEL CINEMATOGRAFO": UNA STORIA CULTURALE, 1928-2008

MUSCOLINO, MARCO 26 June 2009 (has links)
La «Rivista del Cinematografo» è un periodico longevo, il più longevo della storia del cinema italiano. Pubblicato a partire dal 1928, festeggia nel 2008 l’ottantesimo l’anniversario di vita. A dispetto di questa durevole presenza nel panorama editoriale italiano, la «Rivista del Cinematografo» rappresenta però una storia che è rimasta, e lo rimane ancora oggi, esclusa dai discorsi sociali. Il pre-giudizio storico da cui prende le mosse la presente ricerca individua invece – differentemente dalla vulgata “ufficiale” – la «Rivista del Cinematografo» non come “una storia a sé”, ma al contrario come una storia culturale in grado di illuminare in maniera significativa i processi storici del cinema italiano, con particolare – ma nient’affatto esclusivo – riferimento alle sue interrelazioni con la cultura cattolica. Si potrebbe dire, con una formula sintetica, che quella della «Rivista del Cinematografo» è una microstoria di lunga durata. Quest’ultima definizione può apparire contraddittoria perché accosta due categorie legate a due differenti tradizioni storiografiche: da una parte la microstoria, legata a una tradizione fattografica; dall’altra la lunga durata, legata a una tradizione teorico-esplicativa. Ma è proprio nell’ambito di una nuova concezione della storia – la cosiddetta storia culturale – che questa ricerca intende muoversi, nel tentativo di fare tesoro di un dibattito disciplinare che ha conosciuto un enorme sviluppo in questi ultimi anni, e che verrà discusso nella sezione introduttiva, analizzando le ricadute che esso ha sulla pratica storiografica in ambito cinematografico. / The «Rivista del Cinematografo» is the most ancient magazine in the Italian history of cinema. Published before 1928, in 2008 it celebrated its 80th anniversary. In spite of this long-lived presence in Italian publishing, the «Rivista del Cinematografo» represents a history left out in social discourses. This research considers instead the «Rivista del Cinematografo» as a cultural history that can illuminate the historical processes of the Italian cinema with particular – but not exclusive – reference to their relationships with the catholic culture. It could be said that the history of the «Rivista del Cinematografo» is a long duration microhistory. This definition can appear conflicting because it puts two categories that come from two different historical traditions near to each other: the microhistory and the long duration. But this research intends to explore a new historical perspective – the ‘so called’ cultural history – with the aim of learning from a debate which has developed enormously in recent years and analysing the consequences that this debate also has on the historical practice in the field of cinema.
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IL GRUPPO LOMBARDO DELL'UNIONE CRISTIANA IMPRENDITORI DIRIGENTI (UCID), DALLA FONDAZIONE (1945) AI PRIMI ANNI '70

MILANESI, SILVIA 10 July 2019 (has links)
Il Gruppo Lombardo dell’UCID fu costituito a Milano l’11 maggio 1945 per iniziativa di uomini provenienti dall’ambiente dell’Azione Cattolica, del SEDAS e dell’ICAS, nonché importanti esponenti dell’imprenditoria, del management e del mondo bancario lombardo e milanese del tempo. Scopo primo dell’Associazione era “formare gli aderenti ai principi della morale professionale e […] promuovere l’attuazione del pensiero sociale nel campo dell’industria e del lavoro”. Il Gruppo Lombardo è stato studiato con riferimento al periodo compreso tra la sua costituzione e la fine degli anni Sessanta/primi Settanta. In particolare, data l’importanza attribuita già da Statuto all’attività di formazione, ci si è concentrati sulla sua proposta formativa, sia da un punto di vista religioso e morale che tecnico e con riferimento a tematiche economiche, politiche, sociali o connesse all’attualità del tempo. Infine, si è presa in esame anche l’esperienza del Segretariato UCID di Servizio sociale e delle assistenti sociali collocate tramite tale ufficio presso diverse sedi della Giovanni Bassetti S.p.A. / The Gruppo Lombardo had been founded in Milan on 11th May 1945 by a group of people belonging to the Italian Catholic Action or to other Catholic bodies and that were, at the same time, important Lombard entrepreneurs, managers or bankers. The Association’s main aim was to spread among its members the knowledge of the principles of the Catholic social doctrine and to encourage their use in everyday working life. The Gruppo Lombardo was studied from its foundation up to the late 1960s/early 1970s. More precisely, because of the importance given by the Association to training and education, we focused on its initiatives in these fields; moreover, we examined also the case of the Segretariato UCID di Servizio sociale and of social workers belonging to this office but working for Giovanni Bassetti S. p. A.
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L'ASSISTENZA SPIRITUALE NELLE STRUTTURE SANITARIE / Spiritual Assistance in Medical Facilities

BOLGIANI, ISABELLA 15 February 2008 (has links)
La tesi affronta il tema dell'assistenza spirituale nelle strutture sanitarie, con particolare riferimento al servizio in favore dei ricoverati di fede cattolica. Analizza anzitutto la pastorale della salute nell'ordinamento canonico, rivolgendo una specifica attenzione agli insegnamenti di Giovanni Paolo II ed alle recenti indicazioni della Conferenza episcopale italiana. Segue uno studio delle disposizioni statali, unilaterali e pattizie, che disciplinano lo svolgimento di questo servizio nelle strutture sanitarie italiane, sottolineando come queste previsioni trovino un rilevante completamento a livello regionale. La tesi è infine completata da una sezione dedicata all'assistenza spirituale in favore dei degenti di altre confessioni, che mette in luce le previsioni statali unilaterali e pattizie su questo tema e la legislazione regionale vigente. / The thesis deals with the spiritual assistance in medical facilities, focusing in particular on the service in favour of catholic patients. First of all it analyses the pastoral health care in the canonical system, with particular attention to Giovanni Paolo II's teachings, and the late norms from the Italian Episcopal Conference. Then it examines the state unilateral and pactional provisions regulating this service in the Italian medical facilities, underlining how these previsions find a relevant completion on regional scale. In the end there is a section speaking of spiritual assistance for patients of other creeds, emphasizing the state, unilateral and pactional previsions on this subject and the regional legislation in force.
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VESCOVI, AZIONE CATTOLICA ITALIANA E DEMOCRAZIA CRISTIANA NELLA MODERNIZZAZIONE DEL MEZZOGIORNO (1948 - 1954)

DIBISCEGLIA, ANGELO 02 April 2009 (has links)
La tesi si inserisce nell’ambito storiografico degli studi sulla Chiesa e sul cattolicesimo italiano, che ne considerano le vicende non come realtà estranee o periferiche rispetto alla società italiana nel suo complesso. Analizza il rapporto tra episcopato meridionale, Azione Cattolica Italiana e Democrazia Cristiana tra il 1948 ed il 1954, nel contesto di una società impegnata in una profonda trasformazione. La ricerca ricostruisce alcuni elementi specifici della storia del Mezzogiorno, come l’azione dei vescovi - in particolare con il nuovo corso avviato dalla nascita dell’assemblea dei presidenti delle regioni ecclesiastiche (la futura CEI) -, il ruolo dell’Aci e il progressivo radicamento della Dc nel Mezzogiorno. Ne emerge lo spaccato della progressiva presa di coscienza delle resistenze tipiche della società meridionale ai processi di modernizzazione religiosa, politica e sociale da parte di questi tre diversi soggetti e della loro azione convergente, malgrado differenze e contrasti per una profonda trasformazione del Mezzogiorno. / The thesis is part of historiographic studies Catholic Church and the Italian, who consider the story does not really matter or as compared to the outlying Italian society as a whole. Analyze the relationship between episcopate southern, Azione Cattolica Italiana and Democrazia Cristiana between 1948 and 1954, as part of a company engaged in a profound transformation. The research reconstructs some specific elements of the history of the Mezzogiorno, as the action of the bishops - especially with the new course launched by the birth of the Presidents of the regions of the church (the future CEI) -, the role of Aci and the progressive roots of the Dc in the South. It shows the split of the progressive awareness of resistance typical of southern society in the processes of modernization religious, political and social commitment on the part of these three different actors and their action convergent, despite differences and contrasts for a profound transformation of the South.
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O Colégio Salesiano de Juazeiro do Norte e o projeto educacional do Padre Cícero: os benefícios da juventude (de 1939 a anos de 1970) / Il Collegio salesiano di Juazeiro Norte e il progetto educativo di Padre Cicero:i benefattori della giovinezza (per gli anni 1939 - 1970)

ALMEIDA, Núbia Ferreira January 2011 (has links)
ALMEIDA, Núbia Ferreira . O Colégio Salesiano de Juazeiro do Norte e o projeto educacional do Padre Cícero: os benefícios da juventude (de 1939 a anos de 1970). 2011. 254f. Tese (Doutorado em Educação) – Universidade Federal do Ceará, Faculdade de Educação, Programa de Pós-Graduação em Educação Brasileira, Fortaleza-CE, 2011. / Submitted by Maria Josineide Góis (josineide@ufc.br) on 2012-07-10T15:33:12Z No. of bitstreams: 1 2011_Tes_NFAlmeida.pdf: 16116287 bytes, checksum: 87624ee26a27126f59dcdf7934ce2c49 (MD5) / Approved for entry into archive by Maria Josineide Góis(josineide@ufc.br) on 2012-07-12T13:10:55Z (GMT) No. of bitstreams: 1 2011_Tes_NFAlmeida.pdf: 16116287 bytes, checksum: 87624ee26a27126f59dcdf7934ce2c49 (MD5) / Made available in DSpace on 2012-07-12T13:10:55Z (GMT). No. of bitstreams: 1 2011_Tes_NFAlmeida.pdf: 16116287 bytes, checksum: 87624ee26a27126f59dcdf7934ce2c49 (MD5) Previous issue date: 2011 / O presente trabalho integra o campo da História da Educação Comparada, sob o prisma da Instituição Escolar. Trata da criação e implantação do Colégio Salesiano de Juazeiro, no período de 1939 a 1970, com o objetivo principal de comparar a sua prática educativa com o projeto de educação do Padre Cícero Romão Batista, líder religioso daquela cidade, que deixa em testamento os seus bens para a Congregação dos Salesianos, com vistas à educação escolar de crianças e jovens. Como ponto de partida, buscamos compreender o processo de organização da Congregação dos Salesianos, na Itália, os fundamentos teológicos, filosóficos e pedagógicos da formação intelectual de seu criador, Dom Bosco; analisar o contexto político e educacional no qual o Colégio foi criado em Juazeiro e, também, o desenvolvimento do Colégio, que se dá em meio ao embate entre um meio social, onde predomina o catolicismo popular, e o projeto de romanização da Igreja Católica que se espalhou pelo mundo. Foi de suma importância, além da historiografia consultada, o contato com os documentos do período, em especial as Crônicas da Casa, as Atas de Reuniões do Conselho da Casa, os Relatórios Anuais, os livros de visita, as revistas, jornais e Boletins Salesianos, em arquivos e acervos encontrados em Juazeiro do Norte, Recife, Natal, Fortaleza e Roma, bem como, as entrevistas, com testemunhos e relatos de ex-professores e ex-alunos. Como resultado, encontramos evidências de que a instituição salesiana manteve sua identidade confessional católica, empenhando-se por fazer da educação um espaço de explicitação de suas crenças a respeito da pessoa humana e da sociedade. Trabalhando em parceria com um dado segmento da população da cidade, desejoso de proporcionar uma educação formal para os seus filhos, tornou-se um projeto bem sucedido de romanização em terras sertanejas, quando a juventude da cidade se apropria da nova dinâmica emprestada, através do mecanismo de circularidade cultural, que os leva a ter acesso aos conhecimentos produzidos por uma determinada cultura letrada e esta, adaptando, em alguma medida, as suas novas leituras do mundo às vivências cotidianas de uma comunidade sertaneja.

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