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O episcopado latino-americano e o diálogo inter-religioso: análise das Conferências Gerais do Rio de Janeiro a Aparecida

Paula, Deborah Terezinha de 12 August 2010 (has links)
Submitted by Renata Lopes (renatasil82@gmail.com) on 2016-10-03T11:49:42Z No. of bitstreams: 1 deborahterezinhadepaula.pdf: 1016478 bytes, checksum: 509b252cb3d56884167f41c537e89c03 (MD5) / Approved for entry into archive by Diamantino Mayra (mayra.diamantino@ufjf.edu.br) on 2016-10-03T15:16:34Z (GMT) No. of bitstreams: 1 deborahterezinhadepaula.pdf: 1016478 bytes, checksum: 509b252cb3d56884167f41c537e89c03 (MD5) / Made available in DSpace on 2016-10-03T15:16:34Z (GMT). No. of bitstreams: 1 deborahterezinhadepaula.pdf: 1016478 bytes, checksum: 509b252cb3d56884167f41c537e89c03 (MD5) Previous issue date: 2010-08-12 / CAPES - Coordenação de Aperfeiçoamento de Pessoal de Nível Superior / O pluralismo religioso é hoje um dado irrevogável e desafiador. Neste contexto as pessoas são convocadas a viver sua vida religiosa inter-religiosamente. Na América Latina o catolicismo se estabeleceu como religião majoritária, mas conviveu desde sua implantação com diferentes religiões. Neste trabalho refletimos sobre o tratamento dado pela Igreja Católica presente no continente à temática do diálogo inter-religioso, entendido como necessidade vital em tempos de pluralismo. Tomamos como objeto de análise os Documentos Finais das Conferências Gerais do Episcopado: Rio de Janeiro (1955), Medellín (1968), Puebla (1979), Santo Domingo (1992) e Aparecida (2007). Desde a criação do CELAM (Conselho Episcopal Latino-Americano) em 1955, a colegialidade episcopal se tornou uma marca da igreja latinoamericana que, guiada pelo Espírito, descobriu o rosto de Deus no pobre e tem sido chamada a descobrir o mistério de Deus revelado no “outro”. Os primeiros passos foram dados, mas permanecem desafios que podem e precisam ser superados: purificação da linguagem em relação às demais religiões; reconhecimento de valores nas religiões presentes no continente, sobretudo Indígenas e Afro-Americanas; reconhecimento do pluralismo como valor e finalmente, a disponibilidade para a experiência do encontro com Deus nas outras religiões. / Il pluralismo religioso ai giorni d’oggi è un dato irrevocabile e sfidante. In questo contesto le persone sono convocate a vivere la loro vita religiosa inter-religiosamente. In America Latina il cattolicesimo si è stabilito come religione maggioritaria ma ha convissuto sin dalla sua impiantazione con religioni diverse. In questo lavoro abbiamo riflesso sul trattamento dato per la Chiesa Cattolica presente nel continente alla tematica del dialogo inter-religioso, capito come necessita vitale ai tempi di pluralismo. Abbiamo preso come oggetto di analisi i Documenti Finali delle Conferenzze Generali dell’Episcopato: Rio de Janeiro (1955), Medellin (1968), Puebla (1979), Santo Domingo (1992) ed Aparecida (2007). Sin dalla creazione del CELAM (Consiglio Episcopale Latino Americano) in 1955, la collegialità episcopale è diventata una marca della chiesa latino-americana che guidata dallo Spirito, ha scoperto la faccia di Dio nei poveri ed ormai é chiamata a scoprire il mistero di Dio rivelato nell’altro. I primi passi furono dati, ma rimangono sfide che possono e hanno bisogno di essere superate: purificazione del linguaggio in relazione alle altri religioni; riconoscimento dei valori nelle religioni presenti nel continente, anzitutto Indigene ed Afro-Americane, riconoscimento del pluralismo come valore e finalmente, la disponbilità alla esperienza dell’incontro com Dio nelle altre religioni.
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MAESTRI "SPECIALI" ALLA SCUOLA DI PADRE GEMELLI. LA FORMAZIONE DEGLI INSEGNANTI PER FANCIULLI ANORMALI ALL'UNIVERSITA' CATTOLICA (1926-1978)

DEBE', ANNA 07 April 2014 (has links)
La “Scuola per la preparazione del personale insegnante ed assistente degli anormali”, avviata da padre Agostino Gemelli nel 1926 presso l’Università Cattolica di Milano, fu uno dei primi tentativi italiani di formazione degli insegnanti dei fanciulli deficienti. La Scuola, oltre a rappresentare il percorso italiano verso l’inclusione scolastica dei fanciulli disabili, testimonia il lavoro di Gemelli nel campo dell’educazione speciale. L’attenzione al tema della disabilità da parte del frate francescano riflette l’interesse del mondo cattolico a lui contemporaneo per la formulazione di interventi guidati non solo da sentimenti caritatevoli, ma basati su solide fondamenta scientifiche. Inoltre, il lavoro evidenzia come la formazione dei docenti degli anormali sia cambiata dagli anni Venti agli anni Settanta del Secolo scorso, parallelamente al processo di progressivo abbandono delle scuole speciali in favore dell’inclusione scolastica dei disabili. La ricerca, che contribuisce a incrementare gli ancora scarsi studi italiani di storia della pedagogia speciale, è stata condotta attraverso un’approfondita indagine archivistica, con lo scopo di far luce su docenti, studenti, materiali e libri di testo della Scuola, dalle sue origini fino agli anni Settanta. / The “School for the special aids and assistants for disabled children”, opened in 1926 at the Catholic University of Milan by father Agostino Gemelli, was one of the very first in Italy to set up about disabled children teacher training. This School gives evidence of Gemelli’s work in the special education area and also represents the Italian path toward scholastic inclusion for disabled persons. The interest of Gemelli, one of the most famous psychologists in the XX Century Italian framework, towards disability reflects how the contemporary Catholic world cared about interventions for the weakest not only driven by a charity feeling but based on scientific studies. Moreover, the study highlights how teacher training has changed from the Twenties to the Seventies of the last Century, following the different way of looking at disabled children, from isolation in special schools to inclusion in common classes. The thesis contributes to improve Italian studies in the field of the history of special education, a subject that has, for the most part, to be written. The research is carried out through archival investigations with the purpose of shedding light on teachers, users, materials and textbooks of the School, since its origin until the Seventies.
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DONNE INQUIETE: LA FIGURA FEMMINILE NEL MONDO CATTOLICO MILANESE

MAVERI, FEDERICA MARIA CLEMENTINA 13 March 2014 (has links)
La prima parte della ricerca considera il fenomeno del cosiddetto “femminismo cristiano”, sorto per iniziativa di alcune donne che agli inizi del Novecento fondarono a Milano la rivista “L’Azione muliebre”, seguita alcuni anni dopo da “Pensiero e azione”, quali luoghi di riflessione per ripensare alla donna e al suo nuovo ruolo nella società, in rapporto anche alle esperienze femminili, nazionali e internazionali. Gli studi prendono poi in considerazione il movimento femminile cattolico alla vigilia della prima guerra mondiale, con particolare attenzione verso quella parte che si schierò a favore dell’intervento dell’Italia in guerra. L’ultima parte del lavoro analizza il sorgere e il diffondersi in Italia della Gioventù femminile di Azione Cattolica di Armida Barelli, considerando il ruolo avuto dalla GF nei cambiamenti sociali e culturali del mondo femminile fino al secondo dopoguerra. / The first part of the research considers the phenomenon of so-called "femminismo cristiano", built on the initiative of some women in the early twentieth century in Milan who founded the magazine "L'Azione muliebre", followed some years later by "Pensiero e azione", which places of reflection to think back to the woman and her new role in society, in relation to the experiences of women, national and international. The studies take into consideration the Catholic women's movement on the eve of the First World War, with particular attention to the part in favor of the intervention into the war. The last part of the paper analyzes the growth and spread in Italy of the Gioventù femminile di Azione Cattolica of Armida Barelli, considering the role played by GF in the social and cultural changes of the female world until after World War II.
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INTRODUZIONE ALLA CRITICA MANZONIANA IN UNIVERSITA' CATTOLICA / Introduction to Manzoni critics in Università Cattolica

LOMOLINO, SIMONA 04 July 2017 (has links)
La tesi verte sulla critica manzoniana effettuata dai docenti di letteratura italiana non più in ruolo dell’Università Cattolica: l’attenzione si è concentrata sugli apporti che hanno maggiormente influenzato gli sviluppi successivi, per il loro valore intrinseco, il potenziale innovativo o lo spirito polemico. Ogni capitolo è dedicato a un singolo studioso; dopo una succinta introduzione biografica, si analizzano i principali contributi, raggruppati in modo tale da mantenere una coerenza di argomentazione e armonizzare il criterio contenutistico con quello cronologico delle opere prodotte. Parallelamente si rilevano collegamenti, differenze e punti di contatto fra le diverse opinioni, ma soprattutto gli elementi di originalità di ciascuna a livello di metodologie e strumenti usati, tipologia di critica e di scrittura, orientamento su aspetti specifici dell’opera manzoniana e novità apportate, oggetto delle riflessioni conclusive in chiusura di capitolo. E’ stato anche delineato il rapporto fra i singoli e le varie correnti, ripercorrendo a grandi linee l'evoluzione del pensiero critico italiano nei sec. XIX e XX. La figura e l’opera di Manzoni sono state indagate da un punto di vista ora tematico, ora stilistico, ora linguistico e filologico, tenendo in conto sia la tradizione letteraria italiana, che la cultura europea. Particolare accuratezza è stata riservata alla bibliografia finale. / The paper regards literary critics on Alessandro Manzoni, performed by professors of Università Cattolica: the attention is focused on the most important contributions, for their quality, innovation, polemic meaning. After an introduction, each chapter is dedicated to a single researcher: after a short biographical introduction, fundamental essays in chronological order are examined. In the same time relationships, differences and similarities are noticed, such as methodology, critic trends, writing style. Life and works of Manzoni are investigated from a thematic, stylistic, linguistic and philological point of view, regarding both Italian literary tradition and European culture. Relationship between each researcher and various critical currents is outlined, to range critical thinking evolution in Italy during XIX and XX centuries. Finally, particular care was given to bibliography.
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ADRIANO BERNAREGGI E IL RINNOVAMENTO DELLA CULTURA ECCLESIASTICA ITALIANA (1884 - 1932) / Adriano Bernareggi and italian ecclesiastical cultural renewal (1884-1932)

PERSICO, ALESSANDRO 12 April 2014 (has links)
La ricerca approfondisce il ruolo svolto da Adriano Bernareggi, sacerdote milanese, poi dal 1932 vescovo di Bergamo, nel movimento di rinnovamento degli studi ecclesiastici che ha attraversato il primo trentennio del Novecento. Formatosi presso le Università Gregoriana e Lateranense, nel clima segnato dal modernismo e dalla reazione pontificia, Bernareggi insegnò presso il Seminario di Milano, dal 1909 al 1932, e presso l’Università Cattolica, dal 1922 al 1926. In queste sedi, si sforzò di dare una risposta moderna – non modernista – all’ansia spirituale dell’uomo contemporaneo, attraverso un nuovo linguaggio religioso, capace di valorizzare la storia della Chiesa e, soprattutto, la sua liturgia. Particolare attenzione è stata dedicata: all’insegnamento seminariale, compreso il tentativo di promuovere un aggiornamento della ratio studiorum della Facoltà teologica in senso universitario, seguendo linee che anticipavano la Deus scientiarum Dominus; alla direzione della rivista “La Scuola Cattolica”, che tentò di trasformare in un periodico di scienze sacre nazionale, per riqualificare gli studi religiosi attraverso l’applicazione di una prospettiva storica e del metodo critico-filologico; alla partecipazione al movimento artistico-liturgico milanese, con la riscoperta, guardando all’insegnamento francese e all’abbazia di Maria Laach, del valore iniziatico dei riti; alla prevostura a S. Vittore al Corpo, laboratorio di una nuova “prassi liturgica”; alla sua partecipazione al dibattito sulla Questione Romana e sulla Conciliazione. / The research focuses the role played by Adriano Bernareggi, priest in Milan, then bishop of Bergamo since 1932, in the renewal movement of ecclesiastical studies during the first three decades of the twentieth century. Trained at the Gregorian and Lateran Universities, in a climate marked by modernism and vatican reaction, Bernareggi taught at the seminary of Milan, from 1909 to 1932, and at the Catholic University, from 1922 to 1926. In these sites, he strove to give a modern response - not modernist – to the spiritual anxiety of modern man, through a new religious language, able to enhance Church history and, especially, its liturgy. Particular attention has been paid to: the teaching, including the attempt to promote an update of the Ratio Studiorum of the Theological Faculty, following lines that anticipated Deus Scientiarum Dominus; the direction of the magazine “La Scuola Cattolica”, that he attempted to transform in a national periodic of sacred sciences, to regenerate religious studies through the application of an historical perspective and critical-philological research method; the participation in the liturgical and artistic movement in Milan, looking to french teachings and Maria Laach, especially to rediscovery the initiation value of rites; the prevostship at St. Vittore al Corpo, a laboratory of a new “liturgical practice”; the role in the debate on the Roman Question and Conciliation.
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ALBINO LUCIANI PATRIARCA DI VENEZIA (1970-1978) / Albino Luciani Patriarch of Venice (1970-1978)

LUCIANI, PATRIZIA 04 April 2016 (has links)
L’obiettivo della tesi è di indagare gli anni trascorsi a Venezia da Albino Luciani, anni non esaurientemente approfonditi dalla storiografia e sui quali la memoria storica è ancora divisa. L’evidenza principale che ne scaturisce è la difficoltà non solo di Luciani, ma di tutte le personalità che avevano ruoli di guida e di responsabilità all’interno della Chiesa, nel misurarsi con l’attuazione del Concilio Vaticano II. L’ipotesi interpretativa proposta è che il filo conduttore di tutta l’opera pastorale del presule bellunese sia stato uno sforzo di fedeltà alla tradizione romana e all’autorità papale seppur attraverso l’ammodernamento dei metodi pastorali utilizzati. Il patriarca di Venezia è risultato particolarmente rappresentativo di tutto un episcopato nazionale montiniano che ha attuato in Italia le ricezione conciliare secondo l’ermeneutica di Paolo VI. L’indagine, avendo cura di confrontare sempre il piano dell’omiletica e il piano delle reali scelte pastorali attuate, analizza a tutto campo l’operato di Luciani, dalle attività diocesane al suo apporto alla vita ecclesiale a livello regionale, nazionale e internazionale; ha inoltre il pregio di aver utilizzato come fonte importante materiale inedito reperito nei nove archivi storici utilizzati e in vari archivi personali. Infine, è corredato di un’ampia e interessante appendice che racchiude le testimonianze orali di venti testimoni scelti. / The aim of the thesis is to investigate the years passed in Venice by Albino Luciani, years not exhaustively studied by historiography and on which historical memory is still divided. The main evidence is the difficulty not only of Luciani, but also of all personalities who had leadership roles and responsibilities within the Church, in measuring itself with the realization of the Second Vatican Council. The interpretative hypothesis is that the main theme of all the pastoral work of the patriarch of Venice was an effort of fidelity to the Roman tradition and papal authority even through the modernization of the pastoral methods. The patriarch of Venice was particularly representative of a whole national Montinian episcopate which carried out in Italy the Council reception according to the hermeneutic proposed by Paul VI. The survey, comparing the plan of homiletics and the plan of the real pastoral options implemented, examines entirely Luciani’s work, from the diocesan activities to his contribution to regional, national and international Catholic Church. The thesis uses as sources important unpublished material retrieved in nine historical archives and in various personal archives. Finally, the thesis is accompanied with a wide and interesting appendix that contains the interviews with twenty chosen witnesses.
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I. Giordani, uomo di lettere e di cultura, e l'ideale di un «cristianesimo integrale»: alcuni carteggi indediti / Igino Giordani: a man of letters and the ideal of an «integral Christianity». Parts of the unpublished correspondence

PAGLIARULO, CARLA 13 February 2013 (has links)
La tesi ha lo scopo di inquadrare Giordani nel contesto del mondo culturale cattolico tra le due guerre e di approfondire la sua proposta di «cristianesimo integrale» come soluzione alla crisi che negli anni Venti e Trenta viziò il mondo economico, il sistema politico e lo scenario culturale, a livello di principi fondamentali, di valori. Per questo si è dato assoluto rilievo ai rapporti di Giordani con molti intellettuali suoi contemporanei e con varie istituzioni culturali cattoliche. Il testo segue dapprima un indirizzo biografico, che permette di ripercorrere la vita di Giordani dalla giovinezza, segnata dalla guerra e dall’esperienza al fronte, alla sua serena fine, nel 1980. Si tratta di una testimonianza di come la sua conseguenzialità tra fede e opere abbia inciso negli ambienti che lo hanno visto protagonista, tanto che è stato avviato per lui il processo di beatificazione. La ricerca è stata condotta tenendo conto degli scritti di Giordani e della storiografia precedente, ma soprattutto utilizzando numerosi materiali d’archivio. In particolare i carteggi privati aiutano a ricostruire l’operato di Giordani a favore dell’impegno degli intellettuali cattolici negli anni oscuri del fascismo e la sua indefessa attività per la realizzazione di un nuovo umanesimo. Altro spazio è stato riservato ai rapporti maturati da Giordani con due esponenti del mondo cattolico italiano di quel periodo, ovvero Giovanni Papini e Piero Bargellini. / This dissertation aims at setting Igino Giordani within the broader framework of the catholic cultural environment between the two world wars. It focuses on his proposal of an «integral Christianity» as a solution to the recession which threatened the fundamental values and principles of the economy, politics and culture during the 1920's and 1930's. This is the reason why the relationships between Giordani and many of his colleagues and cultural catholic institutions have been studied in depth. The work starts with a biography, underlining how Giordani's youth has been affected by the war and the experience as a soldier, up to his peaceful death, in 1980. His life shows how the consistency of his actions with his faith made him an influent personality in his working environments, to the point that the beatification process has begun. The research is based on Giordani's writings and on the previous historiography, but the most important source is constituted by a large number of archive documents. Particularly, Giordani's private correspondence has been very useful in understanding how he acted in order to support the engagement of the catholic intellectuals during the dark fascist age and his endless activity in order to build a new humanism. The work also focuses on the relationships between Giordani and two members of the Italian catholic world of the time: Giovanni Papini and Piero Bargellini.
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Ebraismo e Stato di Israele nelle riviste cattoliche italiane (1963-1978) / Judaism and State of Israel in Italian Catholic Reviews (1963-1978)

PALUMBO, ENRICO 26 March 2010 (has links)
I percorsi che hanno portato i cattolici a ripensare il proprio rapporto con gli ebrei sono molti e investono aspetti molteplici del problema. A questo tema, approdato infine al Concilio Vaticano II con la dichiarazione Nostra Aetate (1965), si è aggiunta la questione della posizione dei cristiani di fronte alla nascita dello Stato di Israele. Le riviste cattoliche italiane (di cui si sono qui prese in esame quelle d’opinione di diverso orientamento), luogo di discussione e di formazione di un’opinione pubblica consapevole, rispettarono tale pluralismo e, grazie all’impulso conciliare, affrontarono con crescente competenza la questione dei rapporti ebraico-cristiani, diventando fucina di un confronto fecondo con l’ebraismo. La vicenda dello Stato di Israele si è certamente intrecciata con il dialogo ebraico-cristiano, ma la maggior parte delle riviste cattoliche riuscì a non confondere i due piani e a compiere valutazioni distinte. La solida difesa del dialogo ebraico-cristiano si accompagnò nelle riviste della sinistra cattolica, soprattutto dopo il 1967, a una visione sempre più critica del ruolo che Israele stava svolgendo in Medio Oriente e a un avvicinamento alle posizioni palestinesi. Nella destra cattolica, in alcuni casi lontana dallo spirito conciliare sul tema dei rapporti tra le due fedi abramitiche, furono maggiori le voci in favore dello Stato di Israele, il cui ruolo era inserito nel quadro della guerra fredda. / Paths bringing Catholics to reconsider their relationship with the Jewish are various and touch manyfold aspects of the issue, which finally was brought up during the Second Vatican Council in the declaration Nostra Aetate (1965). Meanwhile Christians were further confronted by the foundation of Israel. Italian Catholic reviews, in the pluralism of the Council, faced with increased competence the issue of Christian-Jewish relationship and became the place for internal debates, opinion making, but also fruitful confrontation with Hebraism; those holding different views are specifically taken into account in this work. The course of Israel as state is certainly interwoven with the Christian-Jewish dialogue, but most Catholic reviews managed to keep the discussion and their evaluations on two different levels. The support of Christian-Jewish dialogue did not prevent left-wing Catholics from a critical vision of the role played by Israel in the Middle East, particularly in 1967, when positions came close to Palestinians. On the other hand within the Catholic right-wing, sometimes far from the spirit of the Council about the two religions with same roots, voices rose in favour of Israel and its role in the frame of the cold war.
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TRA PALLADE E BACCO. PROFILO ISTITUZIONALE E ASPIRAZIONI UMANISTICHE NELLE ACCADEMIE LETTERARIE MILANESI DURANTE IL PERIODO SPAGNOLO (1548-1715)

CORSI, ALESSANDRO 28 February 2019 (has links)
Il presente elaborato esamina la trasformazione degli assetti istituzionali adottati dalle accademie letterarie milanesi nell’arco cronologico racchiuso fra la comparsa delle adunanze tra le mura cittadine e l’avvicendamento della dinastia regnante conseguente al trattato di Utrecht. La ricostruzione della fisionomia assunta dal fenomeno associativo nel periodo considerato è compiuta attraverso l’individuazione delle personalità che alimentarono gli sforzi eruditi, il riconoscimento dei gruppi che componevano la costellazione delle élite intellettuali attive nella compagine urbana, la contestualizzazione dei progetti culturali, nonché delle frizioni politiche, poste a sostrato delle iniziative intraprese e la definizione dei tratti spiccatamente ambrosiani progressivamente stratificatisi nei recinti accademici. La proposta esegetica dei componimenti ad opera dall’Accademia della Val di Blenio, mossa a partire dai rilievi storici effettuati intorno alla parabola bio-bibliografica del Facchino Cosme de Aldana, precede lo studio documentario relativo alle fondazioni accademiche occorse nei centri scolastici cittadini, frutto della sinergia tra la curia arcivescovile, gli ordini religiosi coinvolti nell’educazione dei giovani e gli organi di rappresentanza patrizia milanesi. I rinvenimenti archivistici relativi alle riunioni degli Inquieti introducono quindi alla disamina del percorso di consolidamento di un “sistema di virtù”, metronomo delle radunanze barocche, nella sua declinazione ambrosiana, che entrerà in crisi allo scadere del XVII secolo. / By adopting a long-term period chronological perspective, this research analyses the institutional frameworks’ development of Milanese literary academies between their appearance in the city area and the beginning of Austrian government’s jurisdiction after the Peace of Utrecht. Key objectives of the phenomenon’s historical reconstruction are: the identification of patrons who promoted the academies’ dissemination; the description of associational networks made up by different intellectual elite groups operating in Milan; the contextualization of cultural projects - and resulting under covered political tensions - that influenced the academical pattern’s expansion process; finally, the gradual constitution of a peculiar Ambrosian identity related with this associations’ typology. The exegesis of the “Badia della Val di Blenio” academy’s literary production, deduced by the historical examine of the “Facchino” Cosme de Aldana’s bio-bibliographical experience, introduces the enquiry on students’ academical foundations, which were the result of the cooperation between the archiepiscopal curia, religious orders involved in the educational programs and representative bodies of Milanese patricians. Archival discoveries on Inquieti’s meetings contribute in depicting the progressive composition of a coherent Ambrosian “system of virtues” (the baroque reference point for academical activities), that got into a substantial crisis at the end of seventeenth century.

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