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La contrattazione preliminare ad effetti anticipati: semplice variante? / Preliminary negotiation with anticipated effects: a simple variant?Esposito, Maria Samantha <1987> 10 May 2016 (has links)
La fattispecie del contratto preliminare c.d. «ad effetti anticipati», vera e propria variante del contratto preliminare, è caratterizzata dall’anticipata esecuzione di tutte o di parte delle prestazioni che normalmente seguono il contratto definitivo. Essa ha dato luogo a numerosi problemi di inquadramento e di disciplina applicabile, ragion per cui, partendo dallo scenario delineatosi nei tempi più recenti, la tesi di dottorato ha inteso offrire una risposta alle numerose questioni giuridiche che l’impiego di tale figura negoziale solleva: essa, frutto della prassi contrattuale – e, in particolare, di quella delle compravendite immobiliari – ha, fin dall’inizio in cui ha fatto ingresso nel nostro ordinamento, rappresentato uno strumento efficace al fine di soddisfare le diverse esigenze sorte a livello operativo.
In particolare, l’assenza di un quadro normativo di riferimento, unita alla pluralità di soluzioni interpretative offerte, spesso contrarie alla possibilità di ricondurre la fattispecie in esame alla categoria della contrattazione preliminare, ha reso necessaria una preliminare ricostruzione della natura dell’istituto.
L’esatta qualificazione giuridica del contratto preliminare «ad effetti anticipati» si pone, invero, quale necessaria premessa al fine di determinare in modo maggiormente compiuto, non solo i rapporti tra il contratto preliminare e il contratto definitivo ma, altresì, gli strumenti di tutela da riconoscere al promissario acquirente nell’ipotesi in cui il bene risulti affetto da vizi o difformità.
Il problema del corretto inquadramento dell’istituto, risulta, inoltre, strettamente connesso a quello della qualificazione, in termini di possesso ovvero di mera detenzione, della posizione del promissario acquirente rispetto al bene oggetto di anticipata consegna. La questione, lungi dal porsi quale mero esercizio teorico, comporta, in realtà, considerevoli conseguenze sul piano applicativo, dal momento che il nostro ordinamento prevede una disciplina del possesso che comunemente si ritiene non applicabile alla detenzione. / The particular case of the preliminary agreement with «anticipated effects», true variant of the preliminary contract, is characterized by the anticipated implementation of all or part of the performances that generally follow the final contract. It has generated several problems regarding its classification and applicable discipline, therefore, by starting from the scenario that recently took shape, this doctoral thesis answers to the various legal issues that the use of this negotiation figure presents. It derives from the contractual praxis – particularly from that of the real estate market – and, since it has entered our judicial system – has represented an efficient tool in order to satisfy the different needs occurred at operational level.
In particular, the absence of a reference regulatory framework, together with the various interpretative solutions offered – often opposing the possibility to attribute this particular case to the category of preliminary negotiation – has made a preliminary reconstruction of the regulatory scheme nature necessary.
The proper legal classification of the preliminary agreement with «anticipated effects» is indeed a necessary premise in order to better define not only the relationship between the preliminary and the final contract, but also the protection tools to be granted to the promising buyer in case the assets are affected by faults or flaws.
The issue concerning the proper classification of this regulatory scheme is strictly connected to the qualification, in terms of possession or mere detention, of the position of the promising buyer in relation to the assets to be front-loaded. This problem, far from being a mere theoretical exercise, actually has some important consequences from the application point of view, since our judicial system provides for a possession discipline that is commonly not applicable to detention.
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Sopravvenienze contrattuali. Il mantenimento dei contratti di durata tra diritto nazionale e prospettive di evoluzione europea / Unexpected circumstances in contract law. Maintenance of long-term contracts in the Italian legal order and from the perspective of the evolution of European lawDe Pamphilis, Matteo <1988> 10 May 2016 (has links)
La tesi indaga la configurabilità di un modello generale di rimedio manutentivo per l’ipotesi di alterazione dell’equilibrio fondamentale delle prestazioni di un contratto di durata, determinato da sopravvenienze perturbative. Tale indagine è condotta in una triplice prospettiva. In primo luogo, vengono prese in esame le soluzioni che possono essere individuate nell’ordinamento italiano, sulla base della dialettica tra fattispecie codificate e clausole generali, anche alla luce della rilevanza dei principi costituzionali nei rapporti tra privati. Nella seconda parte, la fattispecie dei contratti di durata è analizzata in una prospettiva di analisi economica del diritto, per porne in luce le caratteristiche strutturali dal punto di vista economico, nonché al fine di recuperare un adeguato grado di realismo delle premesse di una disciplina giuridica del fenomeno. Nell’ultima parte, vengono analizzate le soluzioni predisposte nell’ambito dei testi di armonizzazione del diritto europeo e internazionale dei contratti, per far emergere gli elementi comuni utili a configurare un rimedio generale tendenzialmente manutentivo. Da tali percorsi di studio, emerge l’opportunità di configurare un rimedio generale manutentivo, fondato su di un dovere di rinegoziare il contratto esposto a sopravvenienze, quale espressione del più generale dovere di eseguire il contratto secondo buona fede, con la residuale possibilità di ricorrere al giudice per conseguire la modifica o lo scioglimento del contratto e la condanna al risarcimento del danno cagionato da comportamenti opportunistici delle parti, secondo un modello di rimedio fondamentalmente consensualistico (che privilegia, cioè, una nuova espressione dell’autonomia privata), con correttivi conservativi (quali la possibilità di chiedere il risarcimento), che incentivino le parti a cooperare per il mantenimento del contratto modificato. / The thesis investigates which kind of general legal model can provide a remedy for the hypothesis of a fundamental alteration of the equilibrium of a long-term contract, determined by unexpected circumstances. This survey is conducted in a triple perspective. First, we examine the solutions which may be identified in the Italian system, based on the dialectic between specific norms and general clauses, especially in light of the importance of constitutional principles in the relations between individuals. In the second part, the case of long-term contracts is analyzed in a perspective of economic analysis of law, to enlighten its structural features from an economic point of view, and in order to recover an adequate degree of realism of the premises of the legal framework of the phenomenon. In the last part, we analyze the solution provided by the texts of harmonization of European and international contract law, to bring out the common elements helpful to set up a general remedy which could nudge to the maintenance of the contract. As a result of these studies, we propose to configure a general remedy, based on a duty to renegotiate the contract exposed to unexpected circumstances, as an expression of the more general duty to perform the contract in good faith, with the residual possibility to apply to the court to achieve the modification or termination of the agreement, and an order to pay for the damages caused by the opportunistic behavior of the parties. The kind of remedy proposed is fundamentally voluntary (i.e. it privileges a new expression of the private autonomy), with some conservative correctives (such as the possibility of seeking compensation), to encourage the parties to cooperate to maintain the contract as it results from the renegotiation.
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Il bilancio sociale come strumento di comunicazione della sostenibilita delle aziende sanitarie / Social report as sustainability communication tool for social healthcare unitsD'Innocenzo, Santa <1965> 16 May 2016 (has links)
Le indicazioni operative fornite dalla norma istitutiva per la realizzazione del bilancio sociale ne considerano primariamente la funzione di rendere conto ai cittadini in modo trasparente e chiaro di cosa faccia l'amministrazione per loro conto. In particolare, attraverso il bilancio sociale le aziende sanitarie locali sono tenute alla rendicontazione della dimensione di funzionamento anche in un’ottica di sostenibilità. Posta questa funzione essenziale, configurate le strategie per il perseguimento di un equilibrio di sostenibilità dei bilanci sanitari a livello regionale e nazionale, il bilancio sociale delle aziende sanitarie locali può rivelarsi lo strumento più utile ad operare la valutazione delle aree di intervento, unitamente alla rendicontazione e alla comunicazione esatta e partecipata dei relativi risultati tesi al raggiungimento della sostenibilità finanziaria, dimostrando così un ulteriore grado di efficacia nella richiesta qualità di comunicazione delle azioni amministrative. / Operational guidances provided by Italian law for the realization of the social report primarily consider its function to make the administration accountable to citizens in a transparent and clear way.
In particular, local healthcare units are required to inform stakeholders about their operating dimension also in terms of economic sustainability through the social report. This means that – whereas a strategy for sustainability is plotted – its use can allow to achieve public policy’s aims by implementing appropriately calibrated interventions on a given area, measuring the action and assessing it.
The purpose of this work – after describing social report in general and its distinctive functions – is to delineate the sustainability concept and to indicate if and how the social report can be used in order to pursue social utility goals connected to financial sustainability, empowering the implementation of public policies.
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Il dialogo tra le Corti in Europa / The judicial dialogue in EuropeAbagnale, Maria <1983> 10 May 2016 (has links)
La presente tesi si concentra sull'effettività che la garanzia formale dei diritti, oggetto di proclamazioni al di fuori dei confini statali, riceve dalla tutela giurisdizionale della Corte europea dei diritti dell’uomo e della Corte di Giustizia dell’Unione europea. L'analisi si sofferma sull’impatto delle pronunce dei “giudici europei” nel sistema di protezione nazionale e sulle scelte del legislatore in materia di diritti. Gli ambiti presi in considerazione sono i seguenti: "nuovi diritti", materia penale, "violazioni strutturali". / The topic of the research is the "judicial dialogue" on human rights which involved the European Court of Human Rights, the European Court of Justice and the national courts and its impact on the national reforms. In the Italian system the "dialogue" between different jurisdiction created an effectiveness protection of human rights, for instance, on the prisoners rights.
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Autorità amministrative decidentiBRUNETTI, LEONARDO 04 May 2007 (has links)
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La risoluzione dei contrasti nella gestione di società (art. 37 d. lgs. N. 5/2003) / The Resolution of Management Disputes (Art. 37 d. lgs. N. 5/2003)PURPURA, LUCA 09 March 2007 (has links)
La tesi prende in esame lo strumento giuridico, denominato arbitrato economico , introdotto dal d. lgs. 17 febbraio 2003, n. 5. Questa disposizione consente di fissare, nell'atto costitutivo delle società di persone e di capitali, clausole che stabiliscono il deferimento a soggetti terzi dei contrasti tra coloro che hanno il potere di amministrazione in ordine alle decisioni da prendere nella gestione sociale. Questo sistema di risoluzione dei contrasti in materia di gestione rappresenta, nella realtà italiana, una sostanziale novità: esso pone numerosi interrogativi in punto tanto di fattispecie, quanto di disciplina. La tesi tenta di affrontare le principali questioni sollevate dall' arbitrato economico anche alla luce dell'esperienza comparatistica (in particolare: tedesca e statunitense).
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The Law and Economics of Hedge Fund Regulation: A Comparison between the U.S. and the EUNabilou, Hossein <1982> 24 June 2014 (has links)
This doctoral dissertation seeks to assess and address the potential contribution of the hedge fund industry to financial instability. In so doing, the dissertation investigates three main questions. What are the contributions of hedge funds to financial instability? What is the optimal regulatory strategy to address the potential contribution of hedge funds to financial instability? And do new regulations in the U.S. and the EU address the contribution of hedge funds to financial instability?
With respect to financial stability concerns, it is argued that despite their benefits, hedge funds can contribute to financial instability. Hedge funds’ size and leverage, their interconnectedness with Large Complex Financial Institutions (LCFIs), and the likelihood of herding behavior in the industry can potentially undermine financial stability. Nonetheless, the data on hedge funds’ size and leverage suggest that these features are far from being systemically important. In contrast, the empirical evidence on the interconnectedness of hedge funds with LCFIs and their herding behavior is mixed.
Based on these findings, the thesis focuses on one particular aspect of hedge fund regulation: direct vs. indirect regulation. In this respect, a major contribution of the thesis to the literature consists in the explicit discussion of the relationships between hedge funds and other market participants. Specifically, the thesis locates the domain of the indirect regulation in the inter-linkages between hedge funds and prime brokers. Accordingly, the thesis argues that the indirect regulation is likely to address the contribution of hedge funds to systemic risk without compromising their benefits to financial markets.
The thesis further conducts a comparative study of the regulatory responses to the potential contribution of hedge funds to financial instability through studying the EU Directive on Alternative Investment Fund Managers (AIFMD) and the hedge fund-related provisions of the Dodd-Frank Wall Street Reform and Consumer Protection Act of 2010.
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La consulenza in materia di investimenti / The Regulation of Investment AdviceGhetti, Riccardo <1985> 01 July 2014 (has links)
Il lavoro propone un’analisi critica delle disciplina italiana ed europea della consulenza in materia di investimenti. Si considerano innanzitutto le problematiche generali del rapporto tra cliente e intermediario nella prestazione della consulenza, con particolare riferimento ad asimmetrie informative e conflitti di interesse. Si discute, in particolare, il tradizionale paradigma regolamentare fondato sulla trasparenza: le indicazioni della finanza comportamentale suggeriscono, infatti, un intervento normativo più deciso, volto a caratterizzare in maniera fiduciaria la relazione tra cliente e intermediario. Dopo aver analizzato, alla stregua dei modelli teorici illustrati in precedenza, l’evoluzione storica della disciplina della consulenza nell’ordinamento italiano, si sottolinea il ruolo svolto dall’autorità di vigilanza nella sistematizzazione dell’istituto, nel contempo rilevando, tuttavia, la complessiva insufficienza delle norme vigenti al fine di un’adeguata tutela dell’investitore. Si esamina poi la disciplina introdotta dalla MiFID, con specifica attenzione alle implicazioni sistematiche dell’estensione della nozione di consulenza operata dalle autorità di vigilanza: la nuova configurazione del servizio ha determinato un’intensificazione dei doveri fiduciari imposti agli intermediari, testimoniando un superamento del paradigma di trasparenza e un percorso indirizzato verso un approccio maggiormente interventista sul lato dell’offerta. Le conclusioni sono, peraltro, nel senso di uno sviluppo solo parziale di tale processo, risultando dubbio il valore per il cliente di una consulenza non indipendente e potenzialmente esposta, soprattutto negli intermediari polifunzionali, al conflitto di interessi. Particolare enfasi viene posta sulla necessità di introdurre un’effettiva consulenza indipendente, pur nelle difficoltà che la relativa disciplina incontra, anche in ragione delle caratteristiche specifiche del mercato, nell’ordinamento italiano. / The thesis offers a critical analysis of the regulation of investment advice in Italy. After discussing the main issues underlying the advisor-client relationship, such as informational asimmetries and conflicts of interests, the study points out the shortcomings of the traditional, transparency-based regulatory approach. The findings of behavioural finance suggest that a stronger regulatory intervention could bring to a more effective client protection, and this should be done imposing more nuanced fiduciary duties on the advisor.
The evolution of Italian investment advice regulation is then analysed in the light of the different legal strategies employed by the regulator. The study finds that the Italian financial market regulator has played a key role in shaping the rules on financial advice, but the resulting legal regime has often been poor or inconsistent.
The enactment of MiFID in Italy brought seismic changes to the legal notion of investment advice and to its regulatory regime, with mixed results. The use of a transparency-based regulatory paradigm is less frequent now, although the current approach is not sufficiently focused on conduct of business rules to provide an adequate degree of investor protection. Moreover, it is argued that if investment advice is structurally tainted by conflict of interests, it is not really helpful for the client, and that the law should promote the diffusion of effectively independent investment advice.
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Tax Treaty OverrideDe Pietro, Carla <1975> 20 December 2012 (has links)
What exactly is tax treaty override ? When is it realized ? This thesis, which is the result of a co-directed PhD between the University of Bologna and Tilburg University, gives a deep insight into a topic that has not yet been analyzed in a systematic way. On the contrary, the analysis about tax treaty override is still at a preliminary stage. For this reason the origin and nature of tax treaty override are first of all analyzed in their ‘natural’ context, i.e. within general international law. In order to characterize tax treaty override and deeply understand its peculiarities the evaluation of the effects of general international law on tax treaties based on the OECD Model Convention is a necessary pre-condition. Therefore, the binding effects of an international agreement on state sovereignty are specifically investigated. Afterwards, the interpretation of the OECD Model Convention occupies the main part of the thesis in order to develop an ‘interpretative model’ which can be applied every time a case of tax treaty override needs to be detected. Fictitious income, exit taxes and CFC regimes are analyzed in order to verify their compliance with tax treaties based on the OECD Model Convention and establish when the relevant legislation realizes cases of tax treaty override. / Che cosa é esattamente il treaty override ? Quando può dirsi realizzato ? Questa tesi, risultato di un dottorato in co-tutela tra l’Università di Bologna e l’Università di Tilburg, approfondisce un tema che non ha ancora trovato una sistematica analisi accademica. Al contrario, la ricerca relativa al treaty override è ancora ad uno stadio preliminare. Per questa ragione, la tesi, traendo origine dall’analisi di diritto internazionale generale, ha innanzitutto approfondito gli aspetti relativi all’origine ed alla natura del treaty override. Al fine di evidenziare le caratteristiche del treaty override e comprenderne le peculiarità sono stati analizzati gli effetti del diritto internazionale sui trattati contro la doppia imposizione che seguono il Modello OCSE. In modo particolare, la ricerca si è soffermata sugli aspetti concernenti la limitazione della sovranità nazionale quale effetto della valida conclusione di un trattato internazionale. La tesi, ha, quindi, prevalentemente avuto ad oggetto l’interpretazione del Modello OCSE al fine di delineare un ‘modello interpretativo’ che consenta l’individuazione dei casi di treaty override. Presunzioni, exit taxes e regimi CFC sono stati analizzati al fine di verificarne la compatibilità con il suddetto modello di Convenzione e stabilire quando la relativa legislazione nazionale determina casi di treaty override.
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La fiscalità delle perdite dei gruppi transfrontalieri: tra regimi nazionali e libertà di stabilimento / The taxation of losses of cross border groups in light of national regimes and freedom of establishmentBeltramelli, Giulia <1981> 14 September 2015 (has links)
Caratteristica comune ai regimi di consolidamento previsti dai diversi ordinamenti, è quella di consentire la compensazione tra utili e perdite di società residenti, e, di negare, o rendere particolarmente difficoltosa, la stessa compensazione, quando le perdite sono maturate da società non residenti.
La non considerazione delle perdite comporta una tassazione al lordo del gruppo multinazionale, per mezzo della quale, non si colpisce il reddito effettivo dei soggetti che vi appartengono. L’effetto immediato è quello di disincentivare i gruppi a travalicare i confini nazionali.
Ciò impedisce il funzionamento del Mercato unico, a scapito della libertà di stabilimento prevista dagli artt. 49-54 del TFUE. Le previsioni ivi contenute sono infatti dirette, oltre ad assicurare a società straniere il beneficio della disciplina dello Stato membro ospitante, a proibire altresì allo Stato di origine di ostacolare lo stabilimento in un altro Stato membro dei propri cittadini o delle società costituite conformemente alla propria legislazione.
Gli Stati membri giustificano la discriminazione tra società residenti e non residenti alla luce della riserva di competenza tributaria ad essi riconosciuta dall’ordinamento europeo in materia delle imposte dirette, dunque, in base all’equilibrata ripartizione del potere impositivo.
In assenza di qualsiasi riferimento normativo, va ascritto alla Corte di Giustizia il ruolo di interprete del diritto europeo. La Suprema Corte, con una serie di importanti pronunce, ha infatti sindacato la compatibilità con il diritto comunitario dei vari regimi interni che negano la compensazione transfrontaliera delle perdite.
Nel verificare la compatibilità con il diritto comunitario di tali discipline, la Corte ha tentato di raggiungere un (difficile) equilibrio tra due interessi completamenti contrapposti: quello comunitario, riconducibile al rispetto della libertà di stabilimento, quello degli Stati membri, che rivendicano il diritto di esercitare il proprio potere impositivo. / A common feature of all consolidation regimes provided by different jurisdictions is that they allow the offsetting of gains and losses of resident companies, while denying or making it particularly difficult to be granted the same right to compensation when losses are suffered by non-resident companies.
Not being able to take into consideration such losses lead gross taxation of cross-border groups, through which it is not possible to tax the actual income of the companies belonging to that group. The immediate effect is to reduce incentives for groups to expand beyond national borders.
This prevents the proper functioning of the single market, to the detriment of the freedom of establishment provided for in Articles 49-54 TFUE. Those provisions aim at giving foreign companies the benefit of the rules of the host Member State and at prohibiting the State of origin from hindering the establishment of its nationals or of the companies which have been set up under its laws in another Member State.
Member States continue to justify the discrimination between residents and non-residents in light of their fiscal sovereignty in the field of direct taxation, basically by resorting to the balanced allocation of taxing rights.
In the absence of any legal framework, it is up to the Court of Justice to interpret European law. With a series of important decisions, the Court has verified the compatibility of the different national regimes denying the cross-border carrying of losses with EU law.
In its decisions, the Court has always looked for a (difficult) balance between freedom of establishment and a proper allocation of taxing rights.
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