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Managing multi-grade teaching for optimal learning in Gauteng West primary schools

Tredoux, Marlise 01 1900 (has links)
The researcher investigated the management of multi-grade teaching for optimal learning in Gauteng West primary schools. Ten participants, including school principals, heads of departments and educators participated in individual and focus group interviews and in observation of multi-grade classroom contexts. Findings revealed that educators involved in multi-grade teaching feel overwhelmed by challenging work conditions pertaining to large learner numbers and a lack of adequate didactical resources. This is exacerbated by a lack of professional development by means of tailor-made training for multi-grade teaching and the presumption that educators teaching such classes must merely change the monograde teaching format of the curriculum themselves for applicable implementation in a multi-grade teaching context. This leaves educators socially, emotionally and professionally isolated. Recommendations include the involvement of seasoned educators with expert knowledge and experience of multi-grade teaching to present training sessions constituting advice and support to inexperienced educators involved in said teaching. / Die navorser het die bestuur van meergraadonderrig by laerskole in Wes-Gauteng vir optimale leer ondersoek. Afgesien van individuele en fokusgroeponderhoude met skoolhoofde, departementshoofde en opvoeders, is waarneming in meergraadklaskamers gedoen. Volgens die bevindings bemoeilik groot klasse en ʼn gebrek aan didaktiese hulpmiddels meergraadopvoeders se taak. Meergraadopvoeders voel hulle geensins opgewasse teen hierdie werksomstandighede nie. ʼn Gebrek aan opleiding in meergraadonderrig en die veronderstelling dat opvoeders die eengraadformaat van die kurrikulum in ʼn meergraadformaat kan omskakel, vererger sake. Opvoeders is van mening dat hulle maatskaplik, emosioneel en professioneel in die steek gelaat word. Daar word aanbeveel dat gesoute opvoeders met kennis van en ervaring in meergraadonderrig onervare opvoeders oplei en adviseer. / Monyakisisi o dirile dinyakisiso ka ga go ruta dikereiti tse fapanego go fihlelela bokgoni le tsebo tikologong ya go thekga dinyakwa tsa baithuti dikolong tsa phoraemari go la Gauteng Bodikela. Batseakarolo ba lesome, go akaretswa dihlogo tsa dikolo, dihlogo tsa dikgoro le barutisi ba tseere karolo ditherisanong ka botee le dihlopha tseo di nepisitswego gape le temogo dikemong tsa diphaposi tsa dikereiti tse di fapanego. Dikhwetso di utollotse gore barutisi bao ba rutago dikereiti tse fapanego ba imelwa ke maemo a modiro wo o nyakago gore ba ntshe bokgoni bja bona ka moka ka lebaka la dipalo tse ntsi tsa baithuti le tlhokego ya dithusi tsa thuto tse di lekanego. Se se thatafiswa ke tlhokego ya tlhabollo ya profesene ye ka go fa tlhahlo yeo e lebanego ya go ruta dikreiti tse fapanego le kgopolo ya go re barutisi bao ba rutago ba swanela go no fetola popego ya lenaneothuto la kereiti e tee ka bobona go re ba le dirise kemong ya go ruta dikereiti tse fapanego. Se se dira gore barutisi ba ikhwetse ba se na kgokagano le setshaba leagong, ba hloka bao ba ka llelago go bona le go se be le bao ba nago le kgahlego go profesene ya bona. Ditshisinyo di akaretsa go ba gona ga barutisi bao e lego kgale ba ruta ba nago le maitemogelo le botsebi go ruta dikereiti tse fapanego go hlagisa dipaka tsa tlhahlo tseo di fago maele le thuso go barutisi bao ba se nago maitemogelo. / Educational Management and Leadership / M. Ed. (Education Management)
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Boiardo lettore di Dante. Comunicazione letteraria e intertestualità a Ferrara nella loro dimensione storica

Cazzato, Matteo 29 May 2024 (has links)
La tesi si propone di indagare l’intertestualità dantesca nell’opera volgare di Matteo Maria Boiardo. Il fenomeno è già stato oggetto di studi – indirizzati soprattutto al poema cavalleresco, e in misura minore (specie negli ultimi anni) al canzoniere lirico – che si sono mossi però nell’alveo dell’impostazione strutturalista, con una considerazione della memoria poetica da un punto di vista formalista e tipologico. Questa corrente ha consentito sviluppi importanti negli studi filologici, ma porta a vedere il fatto letterario staccato dal suo contesto di riferimento. Se questo esito in Italia è stato arginato da una forte base storicista, va detto che gli studi sulle riprese poetiche hanno però vissuto una situazione particolare. Da una parte, infatti, lo strutturalismo fra anni ’60 e ’70 ha imposto anche in Italia, attraverso una serie di importanti lavori, il suo modo di trattare la questione, senza poi che il successivo approdo semiotico incidesse in maniera significativa. Dall’altra, la reazione di chi voleva agganciare il fenomeno al dato storico ha riportato il problema all’impostazione erudita della critica delle fonti, privilegiando la raccolta dati da mettere in relazione con le informazioni sulla storia della tradizione e della circolazione. L’obbiettivo di questa tesi è fare un passo avanti, nella convinzione che per lo studio di questi fenomeni di riuso sia la circolazione manoscritta che i dati testuali e formali vadano letti in una piena prospettiva semiotica: guardare ai fenomeni di tradizione e trasmissione testuale nell’ottica dei processi ricettivi, e considerare le scelte di memoria poetica come atti comunicativi, con un valore pragmatico. La ricerca ha l’intento di giungere ad una maggior comprensione del rapporto del dotto poeta umanistico con il modello dantesco, un’interpretazione più chiara delle strategie di riuso, determinate dal particolare modo di leggere la Commedia nel contesto specifico, e perciò attraverso un preciso filtro fra quelli disponibili al tempo. Accanto all’insieme di informazioni filologiche sulle attestazioni manoscritte nelle biblioteche del tempo, l’indagine qui condotta consente – anche da un punto di vista che potremmo definire attributivo – di indicare in Benvenuto da Imola l’esegeta di riferimento per Boiardo e il suo pubblico, proprio perché l’osservazione ravvicinata dei testi e dei loro legami fa emergere questa tradizione interpretativa come la più attiva nell’elaborazione boiardesca rivolta ai lettori. Il lavoro non ha preso le mosse da un afflato teorico, teso a riconcettualizzare l’intertestualità, ma da un intento di chiarificazione sui testi e alcuni loro aspetti che non sembravano però trovare una spiegazione soddisfacente all’interno del quadro metodologico diffuso. Il lavoro, allora, ha assunto poco alla volta anche una vena metodologica sorta dall’osservazione dei fenomeni in modo nuovo. E così, accanto all’indagine storico-letteraria, e in stretta relazione con essa, è stato possibile avanzare alcune proposte ermeneutiche sui meccanismi intertestuali in base alle dinamiche della comunicazione letteraria. E nelle pagine che seguono il percorso si articola attorno a nuclei diversi ma interconnessi: da una parte la riflessione generale a carattere semiotico sui fenomeni di memoria poetica, che vengono concettualizzati grazie agli apporti di discipline come la pragmatica; segue una ricognizione storica sulle modalità di lettura e ricezione del modello dantesco – e non solo – in base alla circolazione dei testi e dei loro apparati esegetici; si arriva poi al nucleo del lavoro con l’affondo diretto su opere e paratesti esegetici con le loro relazioni, che si instaurano all’interno del laboratorio d’autore e poi da lì arrivano al pubblico.

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