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Principio di irretroattività e norme sull'esecuzione della pena. Il dialogo tra la Corte di Strasburgo e le Corti italianeMenegoni, Camilla 24 March 2023 (has links)
L'influenza del diritto sovranazionale, l'ampliamento del concetto di “materia penale” e la prospettiva “integrata” della legalità hanno portato ad una progressiva ridefinizione del perimetro applicativo delle garanzie intertemporali. In particolare, le norme della legge sull’esecuzione della pena, comprese quelle sui benefici penitenziari e sulle misure alternative, sono state sempre considerate di natura processuale, con la conseguente applicazione del canone del tempus regit actum, nonostante si sia sottolineata l'opportunità di evitare modifiche peggiorative di tali norme rispetto al momento in cui si stringe il "patto rieducativo" con il condannato. Il criterio formalistico, che distingue i diversi regimi di efficacia nel tempo in base alla “natura” delle norme o degli istituti, presenta mai superati limiti: come distinguere le norme di “natura” sostanziale da quelle di “natura” processuale, se si possa parlare realmente di “natura” processuale o sostanziale e soprattutto se tutta la categoria delle norme processuali si sottragga al divieto di retroattività in peius, sono domande a cui non si sono date risposte univoche. Tali latenti problematiche sono recentemente (ri)emerse con l’emanazione della c.d. legge “Spazzacorrotti”, che ha inserito molti dei delitti contro la p.a. nell’elenco di quelli ostativi alla concessione dei benefici e delle misure alternative previste dalla legge sull’Ordinamento penitenziario. La Consulta, con la sentenza n. 32/2020, ricorrendo al criterio dell’incidenza qualitativa sulla libertà personale, ha ritenuto illegittimo il diritto vivente consolidato, secondo cui le modifiche peggiorative in materia di misure alternative e la sospensione dell’ordine di carcerazione ex art. 656 c.p.p. potrebbero essere applicate anche per fatti commessi prima della loro entrata in vigore. L'obiettivo del lavoro è stato quello di condurre una riflessione in merito all'estensione dell'ambito operativo del principio di irretroattività della legge penale sfavorevole, evidenziandone le antiche e fondamentali istanze garantistiche, per verificare se -ed in quali termini- possa trovare applicazione in materia di esecuzione della pena alla luce dei principi enunciati nella Cedu ed evidenziati dalla Corte di Strasburgo e dalla Consulta. Il lavoro si propone di indagare gli effetti dell'approccio sostanzialistico della Corte Edu, che sembra aver dato l'impulso per riconsiderare la formalistica distinzione tra norme sostanziali e processuali, nell'ottica di estendere il divieto di retroattività in malam partem alle modifiche legislative incidenti in via diretta sulla qualità e sulla durata della pena.
Inoltre, l’impostazione sovranazionale, secondo cui la disciplina prevista per la successione di leggi può riferirsi anche ai mutamenti giurisprudenziali in ossequio ad una prospettiva "integrata" delle diverse concezioni della legalità, ha dischiuso da tempo un orizzonte di nuove riflessioni in materia di irretroattività. Nel presente lavoro, in particolare, si vogliono analizzare gli effetti del revirement sfavorevole compiuto da Strasburgo nella sentenza Mursic c. Croazia, in punto di spazio minimo vitale per il detenuto e computo del mobilio, sull’applicazione dell’art. 35-ter o.p., che rinvia all’art. 3 Cedu come interpretato dalla giurisprudenza della Corte Edu. Si è voluta condurre un'analisi idonea a cogliere i punti di arrivo e di ripartenza, valorizzando il costante lavoro compiuto dalla Corte costituzionale, sempre più coraggiosa nell’affermare la forza dei principi costituzionali e convenzionali anche in materia di esecuzione della pena.
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O direito intertemporal e os limites da proteção do direito adquirido / Il diritto intertemporale e i limiti della protezione del diritto acquisitoLevada, Filipe Antônio Marchi 27 May 2009 (has links)
O Brasil possui um sistema peculiar de direito intertemporal,segundo o qual (1) em regra, a lei nova atua com efeito imediato, atingindo os fatos presentes, futuros e pendentes; todavia (2) pode o Legislador conferir efeito retroativo à lei nova, dispondo que os efeitos desta atinjam fatos passados; (3) seja qual for o efeito da lei nova, o Juiz deverá garantir que esta não atinja o direito adquirido, o ato jurídico perfeito e a coisa julgada, conferindo ultratividade aos efeitos da lei revogada. Diferentemente do que se dá com sistemas estrangeiros, no Brasil o princípio da irretroatividade limita todos os possíveis efeitos da lei nova, e não somente o retroativo. Nesse contexto, para resolver os problemas de direito intertemporal, o intérprete deverá se valer da seguinte regra: \"independentemente de seu particular efeito, aplica-se a lei nova desde que não ofenda o direito adquirido, o ato jurídico perfeito e a coisa julgada\". Para verificar se existe uma destas três figuras, deverá analisar se o direito integra o patrimônio do titular (direito adquirido), se o fato já produziu todos os seus efeitos (ato jurídico perfeito) ou se a decisão de mérito não comporta mais recursos (coisa julgada). Auxiliam nesta tarefa, por interpretação contrario sensu, as noções de expectativa de direito e de faculdade jurídica. Este sistema resolve a generalidade das questões de direito intertemporal, não devendo o intérprete importar regras alienígenas que destoam da tradição jurídica nacional, e.g. a teoria dos fatos consumados e dos níveis de retroatividade. A demonstrar esta tese, resolvemos os principais conflitos de leis no direito civil, confrontando o Código Civil de 2002 com o de 1916. A todo momento, porém, procuramos analisar o sistema jurídico como um todo, verificando se a lei nova realmente contraria direito adquirido ou se este já não poderia ser considerado um não-direito mesmo não havendo lei que o proibisse. O intérprete não pode permitir que o direito intertemporal seja utilizado para agasalhar atos imperfeitos e direitos aparentes, blindando negócios inválidos que não têm e não devem receber proteção contra o advento de lei nova que os expressamente proíba. / Il Brasile possiede un sistema peculiare di diritto intertemporale, secondo il quale (1) in genere, la legge nuova agisce con effetto immediato, raggiungendo i fattori presenti, futuri e pendenti; tuttavia (2) il Legislatore può conferire effetto retroattivo alla legge nuova, disponendo che gli effetti di questa raggiungano i fatti passati; (3) qualsiasi sia l\'effetto della legge nuova, il Giudice dovrà garantire che questa non raggiunga il diritto acquisito, l\'atto giuridico perfetto e la cosa giudicata, conferendo ultrattività agli effetti della legge revocata. Diversamente da quello che succede ai sistemi stranieri, in Brasile il principio della irretroattività limita tutti i possibili effetti della legge nuova, e non solo il retroattivo. In questo contesto, per risolvere i problemi di diritto intertemporale, l\'interprete dovrà avvalersi della seguente regola: \"indipendentemente dal suo particolare effetto, si applica la legge nuova a condizione che non offenda il diritto acquisito, l\'atto giuridico perfetto e la cosa giudicata\". Per verificare se esista una di queste tre figure, dovrà analizzare se il diritto integra il patrimonio del titolare (diritto acquisito), se il fatto ha già prodotto tutti i suoi effetti (atto giuridico peifetto) o se la decisione del merito non comporta più ricorsi (cosa giudicata). A questo compito aiutano, per interpretazione \"contrario sensu\", le nozioni di aspettativa di diritto e di facoltà giuridica. Questo sistema risolve la generalità delle questioni del diritto intertemporale, non dovendo l\'interprete importare regole estranee che escano dalla tradizione giuridica nazionale, \'e. g.\' la teoria dei fatti consumati e dei livelli di retroattività. A dimostrare questa tesi, abbiamo risolto i principali conflitti di leggi nel diritto civile, confrontando il Codice Civile del 2002 con quello del 1916. In tutti i momenti, però abbiamo cercato di analizzare il sistema giuridico come un tutto, verificando se la legge nuova realmente va contro il diritto acquisito o se questo già non potrebbe esser considerato un \"non-diritto\" anche qualora non ci siano leggi che lo proibiscano. L\'inteprete non può permettere che il diritto intertemporale sia utilizzato per abbracciare \"atti imperfetti\" e \"diritti apparenti\", bloccando negozi invalidi che non hanno e non devono ricevere protezione contro l\'apparire di legge nuova che li proibisca espressamente.
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