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Purging e alte dosi di chemioterapia con reinfusione di cellule staminali autologhe in linfomi non Hodgkin follicolari resistenti/refrattariBassi, Simona <1973> 16 June 2008 (has links)
In the era of monoclonal antibodies the role of autologous stem cell transplantation (ASCT) in the
management of follicular lymphoma (FL) is still debated.
To evaluate the safety and efficacy of myeloablative therapy with rescue of purged or unpurged
harvests in FL pts.
At our institution form 1997 to 2007 28 pts with refractory/resistant FL were eligible for ASCT.
Before high dose therapy they received 2-3 cycles of CHOP-like regimen (ACOD), followed by
Cyclophosphamide 4g/mq to mobilize the stem cells (SC). After SC collection the pts underwent 3
cycles of subcutaneous Cladribine at a daily dose of 0,14-0,10 mg/Kg for Day 1-5 every 3-4 weeks.
The conditioning regimen was based on Mitoxantrone 60mg/mq + Melphalan 180 mg/mq, followed
by SC re-infusion 24-hours later and G-CSF starting 24 hours after re-infusion.
In 19 pts the SC underwent purging: in 10 harvests the CD34+ were selected by immunomagnetic
beads, while in the other 9 pts, only Rituximab was used as “purging in vivo” agent. The remaining
9 pts received unpurged SC. Before ASCT 11 pts were in complete response (CR), 9 in partial
response (PR) and 2 in stable disease. Two pts were not eligible for ASCT because of progressive
disease (PD). The remaining 25 pts were eligible for ASCT. The engraftment was at a median of 11
days for leucocytes and 14 days for platelets (>20.000/mmc), with a delay of one day in the pts,
who received purged SC. Grade 3-4 mucositis was described in 8 pts. During aplasia a 48%
infection rate was reported, without differences between pts with purged or unpurged SC. One
patient in CR presented myelodysplastic syndrome at 18 months from ASCT.
After ASCT 22 pts were in CR, 2 in PR and one patient were not valuable, because died before
response assessment. Nine pts in CR showed PD at a median time of 14 months from ASCT. With a
median follow up of 5 years (range 2 months -10 years), 22 pts are alive and 11 (44%) in CR. Ten
pts died, 5 for progressive disease and 5 for treatment-related causes; in particular 7 of them
received in-vitro purged SC.
Conclusions: Our chemotherapy regimen, which included the purine analogue Cladribine in the
induction phase, seems safe and feasible. The high rate of CR reported and the sustained freedom
from progression up to now, makes such modality of treatment a valid option principally in
relapsing FL patients. In our experience, the addition of a monoclonal antibody as part of treatment
confirms its role “in vivo purging” without observing an increased incidence of infection.
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Il trapianto di midollo osseo aploidentico nelle patologie oncoematologiche: studio clinicoIsidori, Alessandro <1974> 16 June 2008 (has links)
L’argomento della presente tesi di dottorato riguarda lo studio clinico del trapianto di cellule
staminali emopoietiche aploidentiche nelle patologie oncoematologiche. Nel periodo di tempo
compreso tra 1/12/2005 ed il 30/10/2007 sono stati arruolati 10 pazienti (6 LAM, 3 LAL, 1 LMC in
crisi blastica mieloide) nell’ambito di uno studio clinico che prevedeva il trapianto di midollo osseo
aploidentico per pazienti affetti da patologia oncoematologica in prima o successiva recidiva, per i
quali non fosse disponibile un donatore di midollo osseo consanguineo o da banca. Lo schema di
condizionamento al trapianto di midollo osseo utilizzato era il seguente: Fludarabina 150/m2,
Busulfano orale 14mg/kg, Tiothepa 10mg/kg e Ciclofosfamide 160mg/kg. Per la profilassi della
malattia da trapianto contro l’ospite è stata somministrata timoglobulina antilinfocitaria (ATG) al
dosaggio complessivo di 12.5 mg/kg, short course metotrexate (+1, +3 e +11), cortisone e
ciclosporina con tapering precoce al + 60. I pazienti hanno reinfuso una megadose di cellule CD34+
mediana pari a 12.8x106/kg. Tre pazienti non sono valutabili per l’attecchimento a causa di rigetto
(1/3) o morte precoce (2/3). Sette pazienti sono valutabili per l’attecchimento; per questi pazienti il
tempo mediano a 500 PMN/mmc e a 20 x 109/l piastrine è stato rispettivamente di 17 e 20 giorni.
Quattro pazienti su 7 hanno svillupato una Graft versus Host Disease (GVHD) acuta di grado II-IV,
mentre soltanto 1/7 ha sviluppato una GVHD cronica. Sette pazienti su 10 trapiantati hanno
ottenuto una remissione completa successivamente al trapianto. Di questi, attualmente 2 pazienti
sono vivi in remissione completa, mentre gli altri 5 sono ricaduti e successivamente deceduti.
In conclusione, il trapianto aploidentico è una procedura fattibile ed efficace. Tale procedura è in
grado di garantire un 20% di lungo sopravviventi in un setting di pazienti a prognosi estremamente
infausta.
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La terapia elettrica di resincronizzazione cardiacaValzania, Cinzia <1975> 19 May 2008 (has links)
No description available.
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Multicenter european study on the prognostic value of cardiopulmonary exercise test in adults with atrial repair for complete transposition of the great arteriesGiardini, Alessandro <1974> 19 May 2008 (has links)
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Applicazioni cliniche dello studio della deformazione miocardica mediante metodiche ultrasonoreMerli, Elisa <1974> 19 May 2008 (has links)
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Il nevo di BeckerBianchi, Federica <1974> 07 March 2008 (has links)
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Analisi immunoistochimica e molecolare dei linfomi cutanei: entità rareVezzoli, Pamela <1975> 07 March 2008 (has links)
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The role of scalp dermoscopy in the diagnosis of alopecia areata incognitaIorizzo, Matilde <1975> 07 March 2008 (has links)
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RSA dinamica nella cinematica articolareBragonzoni, Laura <1973> 17 June 2008 (has links)
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Analisi tridimensionale priva di contatto delle ulcere cutanee laser assistitaBianchi, Tommaso <1974> 23 February 2007 (has links)
La valutazione progressiva e il monitoraggio di una ferita difficile impongono misurazioni periodiche per valutare in modo qualitativo e quantitativo l'esistenza e l'entita della riepitelizzazione in rapporto alle pratiche terapeutiche effettuate. L'entità della guarigione nei primi 1530 giorni di trattamento, intesa come riduzione di area percentuale, nelle lesioni ulcerative di origine venosa
permette secondo alcuni autori della letteratura scientifica, di avere delle informazioni prognostiche
di guarigione completa a sei mesi. Altri autori invece mostrano casistiche analoghe indicando come nelle ulcere venose non si possa predire con facilità la guarigione a sei mesi.Le metodiche di misurazione delle ferite possono essere suddivise in bidimensionali e tridimensionali: nel primo gruppo troviamo la misurazione semplice, le metodiche di tracciamento, planimetria, analisi fotografica analogica e digitale. Queste metodiche misurano i diametri, il perimetro e l'area delle ferite. Nel secondo gruppo si collocano l'uso di righello Kundin, le metodiche di riempimento con alginato o con soluzione fisiologica, le metodiche stereofotogrammetriche e l'uso di strumenti laser.
Queste metodiche permettono di calcolare con varie approssimazioni anche il volume delle ferite studiate. La tesi ha preso in esame un gruppo di 17 pazienti affetti da ulcere venose croniche effettuando misurazioni con lo strumento più accurato e preciso disponibile (minolta Vivid 900 laser + sensore) e acquisendo i dati con il software Derma. I pazienti sono stati misurati al primo
accesso in ambulatorio, dopo 15 giorni e dopo sei mesi. Sono stati acquisiti i dati di area, perimetro, volume, profondità e guarigione a 6 mesi. L'analisi statistica condotta con modalità non parametriche di analisi dei ranghi non ha associato nessuno di questi valori ne' valori derivati ( delta V /delta A; Delta V/ Delta P) alla guarigione a 6 mesi. Secondo le analisi da noi effettuate, sebbene con l'incertezza derivata da un gruppo ridotto di pazienti, la guarigione delle lesioni ulcerative
venose non è predicibile a 6 mesi utilizzando sistemi di misurazione di dimensioni, area e volume.
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