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LAW ENFORCEMENT AND CRIMINAL NETWORK RESILIENCE: THE IMPACT OF LAW ENFORCEMENT ACTION ON THE STRUCTURE OF MAFIA-RELATED DRUG TRAFFICKING NETWORKS

BERLUSCONI, GIULIA 24 February 2014 (has links)
Per comprendere la capacità delle organizzazioni criminali di resistere alle indagini da parte delle forze di polizia, alcuni studiosi hanno introdotto il concetto di resilienza nel campo della ricerca sul crimine organizzato. Il termine si riferisce alla capacità di un gruppo criminale di affrontare le pressioni esterne e riorganizzarsi. Adottando un approccio di rete e facendo riferimento a precedenti ricerche sulla resilienza dei gruppi criminali, il presente studio analizza l’evoluzione nel corso del tempo di due gruppi legati alla ‘Ndrangheta. L’obiettivo consiste nel comprendere come questi gruppi si sono adattati alla pressione da parte delle forze dell’ordine e nell’identificare i meccanismi che hanno favorito la loro evoluzione e i cambiamenti che hanno riguardato la loro struttura organizzativa. I risultati mostrano che i due gruppi criminali hanno potuto fare affidamento su diverse fonti di resilienza. La presenza di legami di natura non economica, che non sono conseguenza della loro partecipazione nei mercati illegali, ha consentito ai gruppi mafiosi di sostituire i soggetti arrestati in modo rapido ma parziale. Una minor importanza attribuita alla struttura gerarchica da parte dei gruppi mafiosi coinvolti in traffici internazionali ha invece permesso a questi gruppi di dotarsi di una organizzazione interna più flessibile. / To understand mafia persistence over time and address the problem of the impact of law enforcement interventions on criminal groups, some scholars have introduced the concept of resilience into organized crime research; this refers to the ability of criminal groups to deal with ongoing changes and reorganize themselves accordingly. Adopting a network approach to organized crime and drawing on previous studies on criminal network resilience, this study analyses the evolution of two ‘Ndrangheta criminal groups over around two years, seeking to understand how they adapted to the external pressure of law enforcement agencies, and to identify the mechanisms that drove their evolution and the structural changes that they experienced. The results show that the two mafia groups had several sources of resilience. The possibility to rely on non-economic ties, which are not the consequence of their participation in illegal markets, enabled the mafia groups to rapidly, though partially, replace the actors arrested. A less prominent role of the formal hierarchy of the ‘Ndrangheta in criminal networks mainly involved in drug trafficking instead gave rise to a more flexible internal configuration.
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IDENTIFYING PATTERNS OF MAFIA MOBILITY: THE PRESENCE OF THE ITALIAN MAFIAS IN EUROPE

SARNO, FEDERICA 02 March 2015 (has links)
La ricerca sull'espansione territoriale delle mafie italiane si è spesso limitata all'analisi di una singola organizzazione o di un solo paese. I pochi studi con una prospettiva più ampia non esaminano in dettaglio come organizzazioni mafiose diverse operano in paesi diversi. Per colmare tale vuoto conoscitivo, questo studio analizza la presenza di Cosa Nostra, Camorra e 'Ndrangheta in Europa, con l'obiettivo di individuare modelli di espansione mafiosa. Lo studio combina varie fonti di informazione e diversi livelli di analisi. Dapprima, utilizza rapporti ufficiali per mappare la presenza delle mafie italiane in Europa ed identificarne le principali caratteristiche. Successivamente, approfondisce tre casi di studio paese e, sulla base di interviste con esperti, analizza come le diverse organizzazioni operano nei diversi paesi. I risultati mostrano che i fattori legati al territorio e al tipo di attività prevalgono sulle caratteristiche dell'organizzazione nel definire i modelli di espansione mafiosa. Le mafie italiane si concentrano in alcuni paesi Europei e in determinate aree all'interno dello stesso paese. Il traffico di droga è la caratteristica più ricorrente della loro presenza in Europa. La 'Ndrangheta è l'unica organizzazione ad aver riprodotto le proprie strutture all'estero, sebbene ciò non avvenga in tutti i paesi Europei in cui è presente. / Research on the spatial mobility of Italian mafias has frequently adopted a narrow approach, focusing on only one type of mafia or a single country. The few studies with a broader perspective do not examine in detail how different mafias operate across different countries. This study addresses these gaps by providing a first comprehensive analysis of the presence of Cosa Nostra, the Camorra and the 'Ndrangheta across Europe, with the aim of identifying patterns of mafia mobility. The study combines different data sources and different levels of analysis. Drawing from official reports, it firstly maps the spread of the Italian mafias in Europe and identifies the main characteristics of their presence abroad. Secondly, it focuses on three country case studies and, based on expert interviews, compares how different mafias operate across different countries. The results show that country-related and activity-related characteristics prevail over organizational ones in determining patterns of mafia mobility. Italian mafias concentrate in a few European countries and in specific areas within a country. Drug trafficking is the most recurrent feature of their presence abroad. The 'Ndrangheta is the only mafia which has a structured presence in Europe, although it does not reproduce its structures in all foreign countries.
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TESTANDO E SPIEGANDO LE CONCENTRAZIONI CRIMINALI AL DI FUORI DEL CONTESTO STATUNITENSE: LA CITTA' DI MILANO / TESTING AND EXPLAINING CRIME CONCENTRATIONS OUTSIDE THE U.S.: THE CITY OF MILAN

FAVARIN, SERENA 02 March 2015 (has links)
La criminalità sembra essere fortemente concentrata in un ristretto numero di micro aree di una città. Studi condotti in diverse città degli Stati Uniti mostrano come il 50% degli eventi criminali si concentrino nel 3%-6% dei segmenti stradali delle città stesse. Partendo da questi risultati, Weisburd, Groff e Yang si sono interrogati sulla effettiva presenza di una legge delle “concertazioni criminali” che sia applicabile a diverse città e che rimanga stabile nel tempo. Infatti, nonostante la generale diminuzione dei tassi di criminalità a Seattle, gli autori hanno riscontrato che, negli ultimi 16 anni, la stessa percentuale di eventi criminali si concentra in un egual numero di segmenti stradali della città. Questi risultati sono confermati da un altro studio condotto a Tel Aviv-Jaffa (Israele), suggerendo la presenza di una sorta di “normale livello di criminalità” tra città a livello micro. Il presente studio mira a testare la presenza di “concentrazioni criminali” in un contesto differente rispetto a quello degli Stati Uniti, dove tale ipotesi non è ancora stata testata e dove non sono ancora stati sviluppati studi quantitativi a livello di segmento stradale. In particolare, è stata condotta un’analisi sui segmenti stradali nella città di Milano (Italia) ed è stata confermata la presenza di micro-concentrazioni criminali. Inoltre, per capire le principali cause della presenza di tali concentrazioni nella città di Milano, sono stati elaborati dei modelli di regressione binomiale negativa (negative binomial regressions models). I risultati dimostrano come i fattori di disorganizzazione sociale sembrano avere una maggior influenza sulla criminalità a livello di segmento stradale, se comparati ai fattori appartenenti alle teorie dell’opportunità. / There is a strong evidence that crime is tightly concentrated in a small number of micro places in urban areas. Indeed, studies conducted in different U.S. cities show how 50% of crime events are concentrated in about 3% to 6% of street segments. Moving from these findings, Weisburd, Groff and Yang raise the issue as to whether there is a law of crime concentrations, applicable across different cities and stable over time. Indeed, despite the general decrease of crime trends in Seattle, the authors find that almost an equal number of street segments in the city produce the same proportion of crime in the 16-year period under study. These results were confirmed in Tel Aviv-Jaffa (Israel), suggesting the presence of a sort of “normal level of crime” among cities at micro level. This study aims at testing the presence of crime concentrations outside the U.S., in a different context, where this hypothesis has not yet been tested and quantitative studies at street segment level have not yet been developed. In particular, a street segment analysis was conducted in Milan (Italy) and the presence of crime concentrations was confirmed. In addition, in order to understand the main determinants of crime concentrations in Milan, a set of negative binomial regressions models were run. Findings show how social disorganisation factors seem to have stronger influence on crime at street segment level, compared to opportunity factors.
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Un'analisi longitudinale del concorso in reato nella criminalità organizzata / A LIFE-COURSE APPROACH TO CO-OFFENDING IN ORGANIZED CRIME

MENEGHINI, CECILIA 26 January 2021 (has links)
Uno degli aspetti più documentati del comportamento deviante è che una porzione considerevole di reati è commessa da più persone che collaborano tra loro, e non da criminali che agiscono in autonomia. Oltre ad analizzare le caratteristiche della compartecipazione nei reati, alcuni studi recenti si sono focalizzati sulla comprensione della sua evoluzione lungo la carriera criminale dell’individuo, e sul suo impatto sulla traiettoria criminale. Il concetto di collaborazione criminale è particolarmente rilevante nel contesto dei gruppi criminali organizzati, per i quali le interazioni tra i membri costituiscono l’essenza del loro funzionamento, e i reati commessi sono spesso logisticamente complessi. Ciononostante, il fenomeno della collaborazione criminale ha ricevuto scarsa attenzione nella ricerca sulla criminalità organizzata, e nessuno studio analizza il suo ruolo nel definire la traiettoria criminale del singolo individuo che entra a fare parte di un'organizzazione criminale. Il presente studio mira a colmare questa lacuna in letteratura analizzando i dati sui 178.427 reati commessi da tutti gli 11.138 individui condannati per associazione mafiosa in Italia tra il 1985 e il 2017. I dati includono informazioni sull’eventuale concorso in reato per ogni crimine commesso. L’analisi condotta si avvale di diverse metodologie quantitative con lo scopo di fornire un quadro descrittivo della collaborazione criminale nella criminalità organizzata; determinare se i membri delle organizzazioni criminali hanno diverse traiettorie longitudinali di collaborazione criminale; comprendere quale sia l’impatto di commettere crimini in collaborazione con altri individui sul comportamento criminale futuro; e studiare come la collaborazione criminale sia correlata con il reclutamento nella criminalità organizzata. I risultati dell’analisi dimostrano che il concorso in reato non è una caratteristica incidentale dei crimini commessi dagli individui che fanno parte dei gruppi criminali organizzati. Alcune delle caratteristiche della collaborazione criminale nel contesto della criminalità organizzata riflettono i risultati principali ottenuti negli studi condotti in altre popolazioni criminali, ma emergono alcune peculiarità. Inoltre, il trend aggregato di compartecipazione nei reati dei mafiosi italiani può essere approssimato da cinque traiettorie che raggruppano individui con caratteristiche specifiche. Infine, la collaborazione criminale appare correlata con dei cambiamenti nei successivi comportamenti criminali degli individui: in particolare, è connessa a una più alta probabilità di commettere reati violenti, e di entrare a far parte dell’organizzazione criminale nel breve periodo. Lo studio discute questi risultati alla luce della letteratura sullo sviluppo dei comportamenti criminali per i membri dei gruppi criminali organizzati, e in relazione alla ricerca esistente sulle cause e conseguenze di commettere reati in collaborazione con altri individui. / One of the most documented findings on delinquent behavior is that many crimes are committed in the company of others rather than by solo offenders. Besides studying the characteristics of co-offending, recent works have focused on understanding its evolution over the individual criminal career, and its impact on the offending trajectory. Co-offending is especially relevant within organized criminal groups, where interactions among participating offenders constitute the core functioning of the criminal organization, and crimes committed are often logistically complex. In spite of this, few studies on co-offending in organized crime exist, and none of them investigates the role that co-offending has on the offending pathway of the single individual. This study addresses this gap in research by analyzing data on all the 178,427 crimes committed by 11,138 offenders convicted for mafia association in Italy between 1985 and 2017. The data set includes information on whether each crime was committed with accomplices. The analysis exploits different quantitative methodologies with the aim to describe the characteristics of co-offenses and co-offenders in organized crime; determine whether organized crime offenders have different longitudinal co-offending trajectories; investigate whether committing crimes with others impacts future offending; and understand how co-offending is related to recruitment into organized crime. Results demonstrate that co-offending is not an incidental feature of crimes committed by organized crime offenders. Some of the characteristics of co-offending in organized crime reflect findings from other offending samples, but some peculiarities emerge. Furthermore, the longitudinal co-offending behavior of Italian organized crime offenders is best approximated by five trajectories that group offenders with distinct characteristics. Finally, co-offending is related to changes in the future offending behavior of organized crime offenders: in particular, it is related to higher chances of engaging in violent forms of delinquency and experiencing organized crime recruitment in the short term. These findings are discussed in relation to both research on the developmental course of offending for members of organized criminal groups, and existing knowledge on the causes and consequences of offending with others.
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Discrezionalità  e condizionamento organizzativo nella pratica professionale di servizio sociale

Cappello Rizzarello, Fabio January 2014 (has links)
Il lavoro affronta il tema delle tensioni fra organizzazione e professione nel servizio sociale; il frame teorico di riferimento utilizzato é quello delle "street level bureaucracies" elaborato da Michael Lipsky (1980). Nella tesi viene evidenziato come la discrezionalità degli assistenti sociali possa essere fortemente condizionata dalle pressioni e dalle priorità organizzative grazie ad una strategia dissimulatamente managerialistica ("Power. A radical view" Lukes, 1973). In particolare, in uno studio di caso realizzato all'interno di un servizio sociale territoriale genovese, si delinea come gli operatori possano essere indotti a mettere in atto pratiche di razionamento degli interventi a causa della carenza di risorse umane e finanziarie. Tutto ciò coerentemente con l'impostazione teorica di Lipsky. In termini di politiche d welfare emerge come un servizio, a prescindere dalla sua impostazione universalistica, possa lentamente ridimensionarsi - in riferimento al lavoro con i minori - in una child protection agency, rinunciando tendenzialmente ad interventi secondo una logica preventiva e promozionale.
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Cosmologies of destinations: rootes and routes of Eritrean forced migration towards Europe

Belloni, Milena January 2015 (has links)
Cosmologies of destinations investigates some commonly neglected dimensions of forced migration. It examines the key symbolic structures and social mechanisms which encourage and sustain the mobility trajectories of Eritreans from their home country to Ethiopia, Sudan, Italy and beyond. The central argument is that, in refugee-producing countries which suffer from protracted crisis and livelihood disruption, refugee movements become much more than a form of reactive mobility. Within these communities, becoming a refugee is not only a way to escape oppressive conditions but also the outcome of socially and symbolically embedded strategies aimed at personal realization and family well-being. Building on a multi-sited ethnography of the everyday life of Eritrean refugees in a number of settings (including homes, refugee camps, urban squats, and other settings of sociability) in their home country as well as in Ethiopia, Sudan and Italy, the thesis explores the range of social and economic resources needed to circumvent legal and geographic borders, and the moral and cultural norms that underpin these practices. It contributes to the theorization of refugee mobility, which is currently somewhat underdeveloped, by providing a framework to analyse high-risk forced migration, based on an emic understanding and systematic description of the living conditions, life aspirations and risk perceptions of Eritreans in their home country and in transit to Europe. The study feeds into the broader debate on the blurring boundaries between labour and forced migration by emphasising the social and cultural, along with the structural, determinants of mobility and immobility. The thesis is divided into five chapters. The first analyses the conditions that make exit a widespread and legitimate, albeit controversial, option for young people in Eritrea. The second chapter provides accounts of refugees' everyday lives in the first safe countries (Ethiopia and Sudan), chronicling the dynamics that trigger secondary movements towards Europe. The third analyses the lives of Eritrean refugees in Italy, documenting the conditions that activate further mobility within Europe. The fourth chapter describes the migratory infrastructures that allow for these refugee movements, including the role played by transnational marriages, smugglers and family networks. The final chapter provides a micro-analysis of decision-making, aimed at explaining the willingness of refugees to take great risks at different stages of the migration process. A methodological note narrates how the research was carried out in the various sites and analyses the implications of multi-sited ethnographic fieldwork with refugees.
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THE RECOVERY OF COMPANIES INFILTRATED BY CRIMINAL ORGANISATIONS: AN EVALUATION OF THE ITALIAN POLICY / THE RECOVERY OF COMPANIES INFILTRATED BY CRIMINAL ORGANISATIONS: AN EVALUATION OF THE ITALIAN POLICY

SORIANI, CRISTINA 06 March 2017 (has links)
La criminalità organizzata ha aumentato la propria presenza nell’economia legale attraverso l’infiltrazione in aziende, generando così delle conseguenze negative per il sistema economico e alterando le relazioni tra attori economici. Molti paesi europei hanno adottato dei sistemi di recupero di capitali illeciti, ma l’Italia è la sola che prevede anche il recupero di aziende come misura di contrasto efficace. La politica di recupero dei capitali illeciti dovrebbe ridurre l’infiltrazione della criminalità organizzata nelle aziende, ma ad oggi è assente una valutazione la politica di recupero delle aziende infiltrate da gruppi criminali. Questa tesi intende valutare la politica di recupero delle aziende infiltrate dalla criminalità organizzata in Italia. L’analisi riguarda la valutazione dell’efficacia, efficienza e impatto di questa politica e, attraverso lo studio di nove casi, propone un nuovo quadro di analisi che combina diversi metodi (es. analisi degli indici di bilancio) e fonti (es. casi giudiziari e bilanci). Lo studio dei casi mostra che il recupero delle aziende è efficace se l’amministratore giudiziario ha esperienze manageriali; è efficiente se i procedimenti di recupero sono brevi e l’azienda viene destinata ad uso sociale; ed ha un impatto positivo se i media e le associazioni locali si interessano alle sorti dell’azienda. / By misusing legitimate businesses, organised crime is increasingly present in legal economies, generating serious consequences for legal systems and distorting relationships among legal actors. Several European countries have adopted asset-recovery regimes, but Italy is the only one that foresees the confiscation of companies as an effective countermeasure. Taking profits out of crime should curtail its infiltration into legitimate businesses, but there are no evaluations of the recovery of companies once infiltrated by organised crime. This study aims to evaluate the recovery of confiscated companies infiltrated by organised crime in Italy. It measures the effectiveness, efficiency and impact of this policy, and, analysing nine cases to assess the achievement of the policy objectives, proposes a new analytical framework that combines different methods (e.g. financial ratio analysis) and sources (e.g. judicial files and balance sheets) to evaluate asset-recovery policies. The results from case studies show that the recovery of companies is effective if the legal administrator has managerial skills; it is efficient if the proceedings are short and the company is disposed to social reuse; and it has a positive impact if media and local associations show an interest in the company.
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L'adozione internazionale e gli effetti criminogenetici della legislazione / Intercountry Adoption and the Criminogenic Effects of Legislation

ANTONE , ADINA-LAURA 10 March 2008 (has links)
Questa tesi intende completare uno studio sull'impatto che la legislazione sull'adozione ha sul processo dell'adozione internazionale, con lo scopo di determinare se le imprecisioni della legislazione offrono delle opportunità per la commissione di abusi collegati all'adozione internazionale, per individuare quali provvedimenti della legislazione possono essere sfruttati dai criminali e quali metodi e meccanismi possono essere sviluppati per rendere la legislazione sull'adozione crime proofed . L'ipotesi principale di lavoro è che una legislazione sull'adozione di bassa qualità produce delle opportunità criminali per la corruzione ed il compimento di adozioni internazionali illegali, mentre una legislazione di alta qualità riduce tali opportunità. Per verificare quest'ipotesi, due legislazioni nazionali sull'adozione sono comparate, attraverso una comparazione orizzontale di due sistemi nazionali di adozione ed il completamento di un Crime Risk Assessment delle rispettive legislazioni (in così detto crime proofing ex post ). Il primo elemento di questa comparazione orizzontale è la precedente legge sull'adozione romena (Legge No. 25/1997), mentre il secondo, determinato attraverso un'analisi selettiva, è la legislazione lettone. / This thesis aims to conduct a study on the impact that adoption legislation has on the intercountry adoption process, with the purpose of determining if inaccuracies in legislation offer opportunities for abuses related to intercountry adoption, which provisions of legislation may be exploited by the criminals and which methods or mechanisms may be developed in order to render adoption legislation crime proofed . The main working hypothesis is that low quality adoption legislation produces criminal opportunities for corruption and the concluding of illegal adoptions, while high quality adoption legislation reduces such criminal opportunities. In order to test this hypothesis, two national adoption legislations are considered and compared, by use of a horizontal comparison of the two adoption systems and the carrying out of a Crime Risk Assessment of the two legislations on adoption (the so called crime proofing ex post ). The first component of this horizontal comparison is the former Romanian adoption law (Law No. 25/1997), while the second one, determined after the completing of a selective analysis, is the Latvian adoption legislation.
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ASSESSING HARMONIZATION AND APPROXIMATION OF ORGANIZED CRIME LEGISLATION AMONG EU MEMBER STATES

CALDERONI, FRANCESCO 16 March 2009 (has links)
La ricerca fornisce una valutazione del livello di armonizzazione e di ravvicinamento della legislazione in materia di criminalità organizzata tra gli stati membri dell'Unione Europea. La valutazione è realizzata mediante due set di indicatori e si basa su diverse fonti di dati. La valutazione dell'armonizzazione individua somiglianze e differenze tra la norme nazionali degli stati membri su specifici aspetti della legislazione penale in materia di criminalità organizzata. La valutazione del ravvicinamento individua il livello di conformità con i requisiti prescritti dalla Decisione quadro 2008/841/GAI relativa alla lotta alla criminalità organizzata / The research provides an assessment of the level of harmonization and approximation of organized crime legislation among EU MS.The assessment is made through two sets of indicators and is based on multiple sources of data. The assessment of harmonization identifies similarities and differences among Member States national norms on specific issues of criminal legislation in the sector of organized crime. The assesssment of approximation identifies the level of compliance with the requirements set by the Framework Decision 2008/841/GAI on the Fight against Organized Crime
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ETHNIC PATTERNS IN ORGANISED CRIME: A STUDY ON THE STRUCTURE OF CRIME AND ETHNIC FEATURES IN THE DRUG MARKET IN ITALY

TENTI, VALENTINA 21 February 2011 (has links)
La ricerca ha l’obiettivo di esaminare modelli etnici nella criminalità organizzata, esplorando, in particolare, caratteristiche strutturali del crimine e il ruolo dell’etnicità nel mercato della droga in Italia. La tesi si sviluppa in due livelli di analisi, macro e micro. Il livello macro esamina le tendenze della criminalità degli italiani e stranieri nel mercato della droga in Italia, attraverso l'esame dei dati ufficiali sugli autori di reato riportati all’Autorità giudiziaria in Italia per violazione della legge sugli stupefacenti, dal 1991 al 2008. Il livello micro esamina la struttura di una rete criminale composta da italiani e stranieri coinvolti in una serie di attività illegali relative al traffico e spaccio di stupefacenti scoperte in Italia (Operazione Luna Blu), attraverso l’esame delle comunicazioni (intercettazioni telefoniche ed ambientali) incluse nel caso studio. L'analisi di rete (SNA) ha permesso di ricostruire la struttura della rete criminale, identificare il ruolo dell’etnicità nei processi di traffico e spaccio di stupefacenti riportati nel caso studio, e verificare ipotesi relative a modelli etnici nella criminalità organizzata nel mercato della droga. / The research aims to provide a further understanding of ethnic patterns in organized crime, accounting for the structure of crime and ethnic features therein, with a specific focus on the Italian drug market. The research is developed in a two-level analysis. The macro level of analysis provides a general understanding of patterns of ethnic involvement in the drug market in Italy through the examination of official data on drug crimes and offenders reported to the Judicial Authority in Italy, from 1991 to 2008. This is to examine trends in the degree and type of involvement of Italians and foreigners in the Italian drug market over time. The micro level of analysis provides a further elaboration on the structure of crime and ethnic patterns in organized crime in the Italian drug market. It illustrates the structure of a criminal network composed by Italian and foreigner offenders involved in a series of drug distribution operations targeted in Italy (“Operation Luna Blu” case), through the examination of intercepted communication data (wiretaps and electronic surveillance records) included in the case study. Social network analysis (SNA) is applied at this level of analysis as the analytical framework to reconstruct the criminal network structure, identify organizational patterns along ethnic lines, and test hypotheses related to ethnic patterns of interaction amongst Luna Blu network participants.

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